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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 Associazioni - 20 giu 2025

Incontro AGIA - CIA a Teramo: grande partecipazione e confronto sulle sfide del settore agricolo giovanile

Si è svolto ieri, giovedì 19 giugno, a Teramo, l’incontro promosso da AGIA CIA (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli della Confederazione Italiana Agricoltori).

L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione di confronto per i giovani imprenditori agricoli, che hanno potuto discutere sfide, opportunità e nuove prospettive per il futuro del settore.

Durante la serata si è parlato di:

  • Programmazione delle attività 2025 e progetti di riorganizzazione territoriale;

  • Valorizzazione delle risorse locali e riconoscimento dei servizi ecosistemici (PES);

  • Innovazione tecnologica e uso del 5G in ambito agricolo;

  • Politiche di sostegno e agevolazioni per l’imprenditoria agricola giovanile.

L’evento ha visto la partecipazione attiva di numerosi giovani imprenditori, oltre che del Presidente Regionale e Nazionale AGIA, della dirigenza CIA e di rappresentanti di TIM, con cui si è discusso l’utilizzo delle nuove tecnologie a servizio delle aree rurali.

Una serata densa di spunti, condivisione di idee e nuove progettualità che conferma il forte impegno della CIA e di AGIA nel sostenere l’innovazione e la crescita del comparto agricolo giovanile.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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News Cia Abruzzo

1 Speciale Coronavirus COVID19 - 06 mar 2020

Giovani: Cia con ANCI per promuovere la Banca delle Terre

 Cia-Agricoltori Italiani e i suoi giovani imprenditori, riuniti nell’Associazione Agia, tra i partner del progetto ANCI “SIBaTer - Supporto Istituzionale alla Banca delle Terre” (legge 123/2017) per la valorizzazione dei beni non utilizzati in 8 Regioni del Mezzogiorno, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. 

Siglato, infatti, anche da Cia e da Agia, il protocollo di collaborazione promosso dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani, per supportare l’attuazione della misura “Banca delle terre abbandonate o incolte” che incentiva l’imprenditoria giovanile, in via diretta, con attività volte al miglioramento della capacità amministrativa dei Comuni e indiretta, attraverso azioni a sostegno della creazione, nei Comuni interessati, di un ambiente favorevole alla generazione da parte dei giovani, di proposte imprenditoriali che valorizzino le terre del patrimonio pubblico.

L’accordo, valido fino allo scadere, a giugno 2022, del progetto SIBaTer, vuole rispondere all’esigenza di far incontrare domanda e offerta di terre, creando reali opportunità di sviluppo, nonché all’obiettivo di favorire la nascita di “ecosistemi di conoscenza” per la condivisione di esperienze e best practice. 

Previsto, quindi, da parte dei partner, l’impegno a formulare proposte per migliorare la legislazione nazionale e regionale in materia di banca delle terre, ma anche a definire criteri che agevolino le procedure di concessione della terra, per massimizzarne l’efficacia e assicurare fattibilità e sostenibilità agli interventi di valorizzazione. Inoltre, si assicura il coinvolgimento nelle iniziative informative e di comunicazione SIBaTer per far conoscere le opportunità della misura a istituzioni e potenziali beneficiari. 

Il protocollo, firmato con ANCI, rappresenta per Cia-Agricoltori Italiani e la sua associazione dei giovani, un passaggio importante e significativo nella crescita del settore, chiamato a una reale e concreta apertura al ricambio generazionaleL’adesione al progetto, conferma, inoltre, l’attenzione dell’organizzazione al territorio e alle sue aree interne, alla loro rinascita anche grazie al nuovo impulso di cui sono capaci gli under 40.

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 28 feb 2020

Coronavirus, il Presidente di Cia - Agricoltori Italiani scrive al Governatore Marsilio

"La Cia - Agricoltori Italiani attraverso tutte le sue strutture continuerà ad essere impegnata per assicurare l'approvvigionamento e le forniture dei prodotti agricoli". Esprime vicinanza il Presidente della Cia - Agricoltiri Italiani Dino Scanavino al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio in questa fase particolarmente difficile e impegnativa determinata a seguito dell’emergenza epidemiologica dovuta al COVID 19. 

"Al tempo stesso, i nostri uffici dislocati sul territorio saranno costantemente al servizio dei cittadini e delle Istituzioni per garantire il supporto necessario", continua Scanavino, "Giorno dopo giorno, il propagarsi dell’epidemia virale rischia di causare difficoltà sempre crescenti al sistema economico nazionale. Una situazione non facile per gli operatori economici tanto all’interno delle zone focolaio, dove i contagi hanno assunto una dimensione importante, quanto nelle altre realtà territoriali del nostro Paese. Il settore agricolo, per via delle sue caratteristiche legate principalmente alla deperibilità delle produzioni e quello agrituristico, che nelle prossime settimane entrerà nel vivo della sua stagione, sono particolarmente esposti. Un’azione", conclude, "rispetto alla quale non possiamo esimerci, viste le responsabilità di cui siamo investiti e che, spero, possa essere di sostegno all’impegno e agli sforzi che stanno egregiamente caratterizzando l’operato quotidiano della Regione da lei governata".



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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 27 feb 2020

Coronavirus: Turismo Verde-Cia, piano d’azione a tutela dei 23mila agriturismi italiani

Rinvio dei contributi previdenziali e delle imposte dirette e indirette come la Tari; sospensione delle rate dei mutuiriprogrammazione delle uscite didattiche con costi a carico non delle scuole, ma dello Stato; piano di promozione straordinario per l’agriturismo in Italia. Queste alcune delle proposte che Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, ha portato oggi al tavolo convocato dalla ministra Teresa Bellanova per discutere delle misure da attivare contro gli effetti disastrosi dell’emergenza Coronavirus sui 23.615 agriturismi italiani.

            La situazione che sta vivendo il Paese non deve essere sottovalutata, ma neanche ingigantita -ha spiegato Turismo Verde-Cia al tavolo-. Eppure, l’impatto del Coronavirus sul turismo è stato immediato e fortissimo. Nelle regioni coinvolte direttamente dall’emergenza, come Lombardia e Veneto, ci sono state disdette di massa nelle strutture, soprattutto da parte dei turisti stranieri. Prenotazioni quasi azzerate anche per aprile, con le festività di Pasqua che rappresentano uno dei periodi più importanti per la stagione turistica. Ma il danno economico coinvolge gli agriturismi di tutta Italia, con una riduzione fino al 40% delle richieste di soggiorno già arrivate.     

            Intanto, dove possibile, gli agriturismi associati a Turismo Verde-Cia stanno cercando di andare incontro alle esigenze degli ospiti che chiedono la disdetta delle prenotazioni, proponendo ad esempio un voucher per un periodo alternativo sempre nella stessa struttura in campagna.

            E’ chiaro, però, che serve un intervento urgente in soccorso delle imprese con misure dedicate -ha ribadito Turismo Verde-Cia. Così come è necessario che la Ue attivi gli strumenti di crisi necessari, con lo stanziamento di risorse adeguate, se l’emergenza Coronavirus dovesse allargarsi e protrarsi per lungo tempo. Nel frattempo, la ministra Bellanova ha preso atto delle proposte delle associazioni, assicurando il suo impegno nei confronti del settore. Con l’obiettivo comune di evitare che i danni economici e di immagine al turismo italiano diventino irreparabili. 

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 26 feb 2020

Coronavirus: Cia, no allarmismi nella zona rossa, il sistema agricolo tiene

Nessuno stop delle imprese zootecniche nelle regioni colpite, la produzione di latte non è a rischio e sono garantiti gli approvvigionamenti quotidiani. Queste le valutazioni di Cia-Agricoltori Italiani dopo un attento monitoraggio dell’emergenza Coronavirus nelle regioni colpite, confermato anche da una nota della Regione Lombardia che tranquillizza il sistema allevatoriale. La situazione è, dunque, sotto controllo e gli allarmismi ingiustificati rischiano di danneggiare pesantemente non solo i cittadini, ma anche le imprese. In generale, la produttività delle imprese agricole nelle aree colpite è sotto controllo ed è in grado di assicurare il rifornimento di beni alimentari a tutti i cittadini.

Secondo le stime Cia, tuttavia, si rileva un’indubbia ricaduta dell’emergenza Coronavirus sulle aziende agricole del Paese. L’impatto negativo è avvertito soprattutto da tutte le realtà produttive che hanno rapporti commerciali con le aree colpite. Anche sul versante export si registra una contrazione del mercato, con ordinativi al ribasso e disdette causati da un clima generale di sfiducia che sta contagiando i nostri principali sbocchi commerciali all’estero. Cia segnala anche ripercussioni nel settore agrituristico, con numerose disdette dei turisti stranieri per i mesi di aprile, con le feste pasquali, e di maggio.

I produttori Cia stanno comunque continuando a lavorare con trasparenza vigilando sulla filiera e respingendo ogni tentativo di speculazione sui prezzi dal campo alla tavola. Va detto però -sottolinea Cia- che le difficoltà sono in costante aumento e occorre risolvere i problemi legati alla logistica e alla distribuzione che limitano l’attività delle strutture produttive, a partire dalla cosiddetta zona rossa.

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 24 feb 2020

Coronavirus: Mipaaf attiva task force per monitorare condizioni settore

Seguiamo con grande attenzione l'evolversi della situazione monitorando le notizie che momento dopo momento giungono anche dal settore agricolo e agroalimentare. Per questa ragione, dopo un confronto con il Gabinetto, i Capi dipartimento e gli Uffici del Ministero, abbiamo condiviso l'attivazione di una task force presso il Mipaaf e già definito un primo calendario di incontri con organizzazioni di settore, distribuzione, parti sociali, Regioni”. Così la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, in una nota ufficiale.

 

“Siamo consapevoli della delicatezza del momento e anche dello stato di ansia e legittima preoccupazione che attraversa il Paese e, in particolar modo, alcuni territori. Allo stesso tempo -ha detto Bellanova- i cittadini devono sapere che, come Governo, siamo fortemente impegnati, ognuno per le sue competenze, sulla tutela e salvaguardia della salute e, soprattutto, sul contenimento dei rischi”.

 

Discuteremo con le imprese e tutti i soggetti della filiera agroalimentare, distribuzione inclusa, per comprendere la strumentazione migliore da mettere in campo e le priorità da affrontareInnanzitutto la salute dei cittadini, che mi sento comunque di rassicurare perché i nostri sistemi di controllo sono tra i migliori al mondo e i nostri prodotti sicuri, ma al contempo la tenuta del nostro sistema economico e produttivo, che deve comunque essere considerata una priorità assoluta -ha continuato la ministra-. Corriamo rischi non indifferenti che dobbiamo essere capaci, come Governo e come Paese, tutti insieme, di ridurre al minimo”.

 

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1 In Evidenza - 21 feb 2020

Filiera della selvaggina, Cia Abruzzo: “Necessaria la condivisione degli obiettivi, non il conflitto”

“La filiera delle carni di selvaggina non ha la pretesa di risolvere il problema della abnorme presenza di alcune specie di fauna selvatica sul territorio, ma di dare un contributo, anche in termini di aumento di consapevolezza, creando opportunità di valorizzazione di ciò che oggi è solo un problema e facendo emergere un consumo di carne che è spesso sommerso e potenzialmente molto pericoloso se non adeguatamente tracciato e controllato”. Con queste parole il Presidente della Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro Di Zio, replica ad alcune polemiche sollevate da un gruppo di cacciatori riguardo l’approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale. Portavoce del malcontento Dino Rossi, cacciatore e allevatore, a capo della squadra Monte Cappucciata di Carpineto della Nora (Pescara).

“Ogni volta che si parla di cinghiali arriva lui, il signor Rossi, Dino all’anagrafe, a dispensare improperi e inconfutabili verità”, dice Di Zio, “Ma anche esposti, come nel caso delle catture presso l’oasi del Lago di Penne, o sprezzanti giudizi come per la nascente filiera della carne di selvaggina. La verità è che di tutto c’è bisogno meno che di continuare ad alimentare contrasti e divisioni. Serve al contrario la condivisione di obiettivi e di strategie per affrontare una situazione da tempo fuori controllo, che solo in termini di incidenti stradali ha determinato in Italia dal 2015 al settembre 2019 ben 72 morti e 854 feriti gravi sulle strade, danni incalcolabili a produzioni agricole e zootecniche, abbandono di territori tradizionalmente vocati all’agricoltura di qualità e strategici per la manutenzione del paesaggio, la prevenzione dagli incendi, la stabilità dei pendii, la prevenzione dal dissesto idrogeologico”, continua, “Condivisione, e non certo conflitto, è la parola chiave.

Alimentando il confronto piuttosto che il contrasto la presa d’atto della gravità della situazione sarà inevitabile, e attori sociali con interessi diversi non potranno che convenire che la situazione va gestita, pianificando adeguatamente con criteri scientifici e operando con le azioni più idonee e consone a ciascuna realtà (terreni liberi, parchi, riserve ecc.)”.

Per il Presidente della Cia Abruzzo il Piano Faunistico Venatorio Regionale rappresenta uno strumento la cui approvazione è ormai imprescindibile. “Migliorato nella proposta dall’accoglimento di molte osservazioni e suggerimenti di associazioni, portatori di interessi, aree protette, enti locali. Si potrà ulteriormente migliorare in seguito”, conclude Di Zio, “anche tramite piccoli ritocchi al regolamento per la gestione degli ungulati. Ma oggi la priorità assoluta è la sua rapida approvazione”.

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