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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Vino, l’export tiene, ma cambia il gusto: il consumatore guida la transizione verso bianchi, frizzanti e rosati

Le esportazioni europee di bevande alcoliche tengono il passo e segnano un nuovo traguardo: nel 2024 l’Unione Europea ha esportato prodotti per un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2019, secondo i dati Eurostat. A trainare il settore è sempre il vino, che rappresenta oltre la metà del totale, ma cambiano le tendenze all’interno del comparto: è il consumatore a dettare le nuove regole del mercato.


Nonostante la stabilità nei volumi complessivi, si registra una forte diversificazione dei prodotti esportati. A crescere sono infatti i vini bianchi, i bianchi frizzanti e i rosati, mentre cala progressivamente la domanda di rossi strutturati, tradizionalmente forti nell’export italiano. Una trasformazione che riflette le nuove preferenze del mercato globale, sempre più orientato verso prodotti più freschi, versatili e in linea con i trend di consumo contemporanei.


“La tenuta dell’export è un segnale positivo, ma dobbiamo leggere con attenzione quello che sta accadendo: il consumatore oggi ha un ruolo centrale e condiziona le scelte produttive”, afferma Domenico Mastrogiovanni, responsabile vitivinicolo di CIA – Agricoltori Italiani, “La domanda si sta orientando verso vini più leggeri, aromatici, adatti a un consumo quotidiano e spesso legati a stili di vita più dinamici. È una sfida e al contempo un’opportunità per le nostre aziende agricole, che devono saper innovare e adattarsi. In uno scenario che vede la Francia mantenere la leadership con 12,1 miliardi di euro di export, l’Italia conferma la propria posizione di rilievo ma dovrà continuare a investire sulla qualità, sulla differenziazione dei prodotti e sulla capacità di intercettare i gusti dei nuovi consumatori internazionali”, continua Mastrogiovanni.


Anche l’Italia, secondo esportatore europeo con 6 miliardi di euro di vendite verso Paesi extra UE (di cui oltre l’80% legato al vino), è pienamente coinvolta in questa evoluzione. Le esportazioni tricolore beneficiano della crescita dei bianchi frizzanti e dei rosati, soprattutto in mercati come Stati Uniti e Regno Unito, che da soli rappresentano quasi la metà dell’intero export UE di bevande alcoliche.


“Il nostro territorio sta rispondendo bene a questa svolta”, commenta Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara, “Le aziende agricole abruzzesi, in particolare quelle vitivinicole, stanno già puntando su vitigni a bacca bianca e su metodologie di produzione che valorizzano vini più freschi e meno strutturati. Bisogna sostenere questa transizione con politiche mirate, supporto all’innovazione e promozione sui mercati esteri”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 18 set 2024

Agricoltura biologica in Abruzzo: opportunità e sviluppo per il futuro del settore al centro dell’Assemblea Anabio

Si è svolta oggi presso l’Ex Aurum di Pescara l’Assemblea Regionale di Anabio, dedicata al tema “Agricoltura Biologica: contesto, scenari, opportunità.” L’evento ha riunito esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni per discutere dello sviluppo del comparto biologico, con particolare attenzione alla realtà abruzzese.

L’incontro si è aperto con l’introduzione di Alessandro Impicciatore, Presidente regionale Anabio, che ha dato il benvenuto ai partecipanti e sottolineato l’importanza crescente del biologico nella sostenibilità agricola e nel rilancio dell’economia locale. Con circa 70.000 ettari di superficie coltivata a biologico e 1.960 aziende che adottano metodi di produzione bio, l'Abruzzo si posiziona tra le regioni con il più elevato e variegato potenziale a livello nazionale. Circa l'11% della superficie agricola utilizzata (SAU) è destinata al biologico, riflettendo la ricchezza e diversità delle colture presenti sul territorio, che vanno dalla viticoltura all'orticoltura, fino alle colture cerealicole e foraggere.

Antonio Rocco Zinni, rappresentante della Regione Abruzzo, ha evidenziato le opportunità e le sfide locali. Ha parlato dell’importanza di investire in politiche e programmi regionali volti a sostenere la crescita di questo settore, puntando alla valorizzazione delle produzioni locali e al miglioramento della competitività delle aziende biologiche.

Successivamente, Giuseppe De Noia, Presidente nazionale Anabio, ha esaminato "Le opportunità inesplorate" nel settore biologico, sottolineando come ci siano ancora ampi margini di sviluppo, sia in termini di diversificazione delle colture che nell’utilizzo di tecnologie innovative. De Noia ha invitato gli operatori a sfruttare pienamente le risorse disponibili a livello nazionale ed europeo per sostenere il biologico.

Fabio Chessa, responsabile dell’area economica biologica di Cia Agricoltori Italiani, ha approfondito l’aspetto normativo, presentando le opportunità offerte dalle recenti riforme legislative e dalle misure a sostegno del biologico. Chessa ha invitato gli agricoltori ad aggiornarsi costantemente sulle normative per poter accedere ai fondi e ai vantaggi fiscali previsti per chi adotta metodi di produzione biologica.

Tra gli interventi più attesi, quello di Camillo Zulli, enologo della Cantina Sociale Orsogna, che ha presentato "I percorsi della naturalità di Bio Cantina Sociale Orsogna". Zulli ha raccontato l’esperienza della Cantina, che è diventata un esempio di successo per la produzione di vini biologici e biodinamici, dimostrando come una gestione sostenibile delle risorse possa tradursi in eccellenze riconosciute a livello internazionale.

A chiudere la sessione degli interventi è stato Gianfranco Santi di Cia Marche, con un focus sui "distretti del Bio". Ha portato l’esperienza delle Marche, regione che ha fatto del biologico uno dei suoi punti di forza, con progetti innovativi che coinvolgono interi territori in una gestione biologica integrata.

Le conclusioni sono state affidate a Emanuele Imprudente, Assessore all’agricoltura della Regione Abruzzo, e Luigi D’Eramo, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Agricoltura con delega all’Agricoltura Biologica. Entrambi hanno sottolineato l’impegno delle istituzioni nel sostenere il comparto biologico, attraverso politiche che favoriscano l’accesso a fondi, l’innovazione tecnologica e la promozione dei prodotti locali, fondamentali per rafforzare l’economia e la sostenibilità ambientale.



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1 In Evidenza - 17 set 2024

Peronospora: al via i pagamenti dei fondi di solidarietà. Cia Abruzzo esprime soddisfazione

A partire dal 19 settembre, Agea inizierà l'erogazione dei fondi di solidarietà destinati alle aziende agricole colpite dalla Peronospora, l'infezione fungina che ha causato una drastica riduzione della produzione vitivinicola nel 2023. Gli aiuti, pari a 47 milioni di euro, sono destinati alle imprese che hanno subito perdite di produzione superiori al 30%, e saranno distribuiti a circa 30.000 aziende agricole.

Il presidente di Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, esprime grande soddisfazione per l'inizio dei pagamenti, sottolineando l'importanza del sostegno per il comparto agricolo regionale, "Accogliamo con favore l'avvio dei pagamenti da parte di Agea. Questo intervento è un segnale positivo e atteso da tempo, soprattutto per le piccole e medie imprese agricole che, più di altre, hanno risentito degli effetti devastanti della Peronospora. Tuttavia, è essenziale che la Regione Abruzzo acceleri il trasferimento dei fondi ai beneficiari, così che finalmente gli agricoltori possano vedere un reale sostegno economico dopo mesi di difficoltà. I tempi della burocrazia non possono ostacolare un aiuto così fondamentale".

Il Presidente ha anche rimarcato l'importanza di garantire una gestione tempestiva delle risorse disponibili per evitare ulteriori ritardi, "Gli agricoltori abruzzesi non possono più aspettare. Occorre un impegno congiunto tra Regione e Governo per assicurare che i fondi vengano trasferiti velocemente e senza intoppi. Solo così potremo realmente proteggere il futuro del settore e dare alle aziende agricole le risorse necessarie per continuare la loro attività".

Gli aiuti, che includono risorse provenienti sia dalla legge 163/2023 (7 milioni di euro) che dal Decreto Agricoltura (40 milioni di euro), copriranno il 40% del totale per tutte le aziende richiedenti, con un ulteriore 60% destinato alle imprese che hanno attuato misure preventive contro la malattia.


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1 In Evidenza - 17 set 2024

Sanità: Anp-Cia, basta violenze contro medici e infermieri


Basta violenze contro medici e infermieri. Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani esprime solidarietà e vicinanza nei confronti del personale sanitario, dopo i ripetuti, e inaccettabili, episodi di aggressione verbale e fisica in pronto soccorso a danno di chi, ogni giorno, negli ospedali di tutta Italia, lavora con professionalità e abnegazione per garantire il diritto fondamentale alla salute. 
Per Anp-Cia, da tempo in prima linea a difesa del Sistema sanitario nazionale, serve un cambio di passo, netto e veloce. In primo luogo, occorre ripristinare adeguati livelli di sicurezza e rispetto negli ambienti ospedalieri del Paese, dove gli “eroi” della lotta globale contro la pandemia, sono già di nuovo abbandonati a loro stessi, tra grandi difficoltà gestionali, carenza di attrezzature, turni massacranti e retribuzioni svilenti, costretti a lavorare in un clima di sfiducia per i deficit del Ssn, di cui medici e infermieri non hanno colpe.

Anp-Cia chiede, dunque, un intervento del Governo che vada oltre l’inasprimento delle pene per i responsabili dei terribili atti incivili e irrispettosi. Serve, piuttosto, riorganizzare le strutture, a partire dal pronto soccorso, perché quanto sta accadendo è anche il risultato della marginalità cui è relegata, da anni, la sanità nazionale. Carenza di risorse e assenza di strategia stanno mettendo in discussione il carattere pubblico dei servizi di cura e assistenza e l’universalità dei diritti, aspetti cardine in democrazia. 

Occorre, quindi, adeguare il finanziamento del Ssn al fabbisogno reale del Paese e, comunque, allinearlo a quello dei Paesi più avanzati d’Europa, affrontando seriamente l’annoso problema della mancanza di personale e l’emergenza liste d’attesa. C’è da realizzare la sanità territoriale, le cure domiciliari e tutte quelle politiche della prevenzione che sono cruciali, ovunque, anche nelle zone rurali. Non è più rinviabile, infine, la piena attuazione della riforma della non autosufficienza. Questo chiede, per l’ennesima volta, Anp-Cia a difesa della sanità pubblica e per un sistema dei diritti nell’accesso ai servizi che non conosca discriminazioni né sociali né territoriali.

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1 In Evidenza - 13 set 2024

Cia Abruzzo: urgente attuazione della Dgr 509/2024 per fronteggiare l’emergenza cervi

Cia Abruzzo rinnova il proprio appello alla Regione per l'immediata attuazione della Delibera di Giunta Regionale n. 509 del 08/08/2024, destinata a ristabilire l'equilibrio ambientale e salvaguardare le attività agricole minacciate dalla crescente presenza di cervi nella regione, e chiede l'adozione di ulteriori misure per affrontare un problema che sta diventando insostenibile per il settore agricolo e per l'ambiente naturale.

Secondo stime della Cia Abruzzo, la popolazione di cervi nella regione è fortemente sottostimata. L’organizzazione stima la presenza di circa 15.000 esemplari, un numero molto più alto rispetto alle valutazioni precedenti. Tale sovrappopolazione non solo compromette la sostenibilità dell’agricoltura, già messa alla prova dalle calamità naturali, ma sta anche generando forti pressioni su altre specie selvatiche, come il camoscio, e portando i cervi a sconfinare in aree non vocate.

Gli agricoltori abruzzesi stanno subendo danni sempre più ingenti a causa della sovrappopolazione di cervi, che distruggono i raccolti e mettono a rischio la sostenibilità economica di numerose imprese del settore primario. Il piano di contenimento selettivo, previsto dalla DGR 509/2024, è stato concepito per ristabilire un equilibrio ecologico, e l'attesa della sua attuazione sta mettendo a dura prova gli agricoltori locali.

"Siamo estremamente preoccupati per la situazione attuale”, afferma Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, “Gli agricoltori vedono compromessi i loro raccolti e, di conseguenza, la loro capacità di generare reddito. È indispensabile che la Regione proceda con la massima celerità nell’attuazione del piano previsto dalla DGR 509. Il nostro obiettivo è garantire un equilibrio tra le attività umane e la presenza della fauna selvatica, senza compromettere la sopravvivenza delle aziende agricole. 

Chiediamo anche il respingimento della mozione che tende a revocare la delibera, poiché ciò aggraverebbe ulteriormente una situazione già insostenibile”, continua Sichetti, “ La situazione sta diventando sempre più grave, con i cervi che stanno danneggiando non solo le colture ma anche mettendo a rischio il camoscio e invadendo aree che non sono destinate alla fauna selvatica. Oltre ad attuare urgentemente la DGR 509, è necessario studiare ulteriori soluzioni per ridurre drasticamente la popolazione di cervi e preservare il nostro territorio”.


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1 In Evidenza - 10 set 2024

Cia Abruzzo chiede lo stato di calamità naturale per l’agricoltura colpita dalla siccità, “Serve intervento immediato”

Cia Abruzzo ha ufficialmente richiesto alla Regione Abruzzo di dichiarare lo stato di calamità naturale a causa della grave siccità che ha colpito il territorio nel corso dell'anno. L'appello è stato inoltrato al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e all'Assessore all'Agricoltura, Emanuele Imprudente.

La siccità prolungata, unita a temperature eccezionalmente elevate, ha avuto effetti devastanti sulle colture agricole. I danni stimati includono una riduzione delle produzioni agricole di circa il 50%, con conseguenze negative non solo per gli agricoltori, ma per l'intera filiera agroalimentare. I settori più colpiti comprendono cereali, ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, con una significativa perdita di reddito per molte aziende e un rischio crescente di desertificazione in alcune aree della regione.

Oltre alla perdita delle colture, gli agricoltori hanno affrontato un forte aumento dei costi di produzione con un ulteriore aggravio economico. La situazione ha anche compromesso la biodiversità del territorio, mettendo in pericolo numerose specie vegetali e animali.

"La siccità del 2024 è una delle peggiori degli ultimi decenni e ha colpito duramente le nostre aziende agricole, mettendo a rischio la sostenibilità economica e ambientale dell'intero comparto”, ha dichiarato il Presidente Cia regionale, Nicola Sichetti, “Chiediamo alla Regione e al Governo di intervenire immediatamente, non solo con aiuti straordinari, ma anche con piani a lungo termine per fronteggiare queste emergenze climatiche sempre più frequenti. L'agricoltura abruzzese ha bisogno di soluzioni concrete per garantire il suo futuro”.

Le richieste della Confederazione sono la dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo, misure di sostegno per le aziende agricole danneggiate, quali indennizzi, moratorie sui mutui e accesso a credito agevolato, progetti strutturali per una gestione sostenibile delle risorse idriche, come la realizzazione di nuovi invasi e sistemi di irrigazione efficienti e sostegno alla ricerca di colture resistenti alla siccità e pratiche agricole innovative.

"Se non si interviene con urgenza, molte aziende agricole saranno costrette a chiudere, con conseguenze disastrose per l'intera comunità," conclude Sichetti, "È necessario che le istituzioni e gli enti preposti ascoltino le nostre richieste e agiscano prontamente per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare il futuro dell'agricoltura nella nostra regione”.


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1 In Evidenza - 05 set 2024

Bonus assunzioni del Decreto Coesione: come funziona e a chi spetta

Dal 1° settembre 2024 sono attive le agevolazioni previste dal Decreto Coesione, che mirano a incentivare l’occupazione giovanile, femminile e nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno. Questi incentivi, convertiti in legge a luglio, saranno validi fino al 31 dicembre 2025 e prevedono esoneri contributivi e bonus significativi per chi assume personale a tempo indeterminato.

 

Bonus assunzioni per giovani under 35

 

I datori di lavoro privati che assumono giovani con meno di 35 anni potranno beneficiare di uno sconto contributivo fino a 500 euro al mese per 24 mesi. Questa agevolazione si applica esclusivamente a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato e non riguarda il lavoro domestico né l'apprendistato. Per accedere al beneficio, i giovani assunti non devono avere avuto precedenti occupazioni.

 

Agevolazioni per le aziende nelle ZES

 

Per le imprese situate nelle Zone Economiche Speciali del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna), il bonus assunzioni può arrivare fino a 650 euro mensili per ogni nuovo dipendente. L'azienda deve però rispettare alcuni requisiti, tra cui non aver effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti e impegnarsi a non licenziare nei sei mesi successivi. Questo incentivo si rivolge alle imprese con almeno 10 dipendenti.

 

Incentivi per l’assunzione di donne svantaggiate

 

Il Bonus donne svantaggiate prevede un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi. Nelle ZES, il periodo di disoccupazione richiesto è ridotto a 6 mesi. Anche in questo caso, l’agevolazione esclude il lavoro domestico e l'apprendistato.

 

Un'opportunità per il Sud

 

L’obiettivo del Decreto Coesione è stimolare l’occupazione nelle aree del Mezzogiorno e sostenere le categorie più fragili del mercato del lavoro, come giovani e donne. Le imprese interessate possono fare domanda fino al 31 dicembre 2024 per usufruire di queste misure, che offrono uno strumento importante per favorire la ripresa economica e l’inclusione lavorativa.

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