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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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1 In Evidenza - 02 dic 2025

CIA Chieti-Pescara: “A Natale +5–7% di domanda per i prodotti locali, ma l’Abruzzo ha perso un terzo delle aziende"

Il Natale spinge i consumi di prodotti agricoli del territorio, ma il settore resta in forte sofferenza.

Secondo le stime di CIA Chieti-Pescara, questo Natale la domanda di prodotti agricoli locali aumenterà del 5–7%, con un forte interesse per olio extravergine, vini DOC, salumi tipici, conserve, legumi, formaggi, prodotti trasformati e panettoni artigianali realizzati con materie prime del territorio.
È un dato che conferma la crescente fiducia dei consumatori verso la filiera corta e i produttori locali, in particolare nelle province di Chieti e Pescara, dove diverse aziende segnalano un aumento delle richieste rispetto agli anni precedenti.

Tuttavia, la solidità della domanda natalizia non basta a compensare le difficoltà strutturali del settore agricolo regionale.
L’Abruzzo, infatti, chiude il 2024 con 144.289 imprese registrate, di cui 123.150 attive, e una quota di aziende agricole superiore alla media italiana (17% contro il 12% nazionale). La provincia di Chieti si conferma la più agricola della regione, con il 26% delle imprese agricole abruzzesi.

Eppure, nonostante questo ruolo centrale, il comparto continua a perdere pezzi: nel solo 2024 l’agricoltura abruzzese ha registrato -2,6% di imprese, pari a 653 attività in meno, dopo le -486 del 2023. Le flessioni più marcate colpiscono Teramo e Chieti (-3%), mentre L’Aquila registra una contrazione leggermente più contenuta.
Un arretramento che fotografa un settore sotto pressione, stretto tra l'aumento dei costi di produzione, la volatilità dei prezzi, condizioni climatiche instabili e un accesso al credito sempre più complesso.

Le aziende che resistono spesso lo fanno grazie alla diversificazione. Nel 2025 si contano 1.695 imprese agricole con attività connesse, e le province più dinamiche sono proprio Chieti (540) e Pescara (330), che guidano la multifunzionalità regionale tra agriturismo, trasformazione, energie rinnovabili e vendita diretta.

Eppure, anche queste imprese attive e dinamiche si trovano a fare i conti con un contesto difficile. Lo evidenziano i dati Ismea 2024: il credito agricolo in Abruzzo si è ridotto dell’1,2%, fermandosi a 560 milioni di euro, mentre gli investimenti a medio-lungo termine sono crollati del 12,1%. Una frenata che colpisce fabbricati rurali, macchinari e nuovi impianti, proprio quando sarebbe necessario innovare.

Su tutto, poi, pesa un’incognita decisiva: la prossima Politica Agricola Comune (PAC). La proposta europea riduce il budget da 378,5 a circa 300 miliardi, con un taglio per l’Italia tra i 7 e i 9 miliardi di euro. Un colpo potenzialmente devastante, perché significherebbe meno sostegno al reddito, meno strumenti per i giovani, meno risorse per la sostenibilità e per chi lavora nelle aree più fragili della regione.



La dinamica è confermata anche dagli indicatori strutturali: negli ultimi dieci anni la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in Abruzzo è scesa da circa 454.000 ettari a 414.000, con un calo dell’8,6%.

A preoccupare è anche la capacità della regione di attrarre nuove imprese: in 25 comuni abruzzesi (8,2%) nel 2024 non è nata nemmeno una nuova attività, un dato più alto della media italiana (5,9%). Un segnale che tocca da vicino l’agricoltura e che mette in luce la difficoltà del ricambio generazionale.

Accanto alle criticità, l’Abruzzo mostra però anche elementi di forte vitalità. I dati 2024 dell’Osservatorio statistico INPS “Mondo agricolo” evidenziano che la regione è tra le più dinamiche d’Italia sul fronte dell’occupazione agricola.
Le aziende che impiegano operai agricoli dipendenti crescono del +5,2%, in netta controtendenza rispetto al calo nazionale (-1,1%). Aumentano anche gli occupati: +3,9%, contro il +2,4% italiano.
Significativo anche il ruolo delle donne: l’incidenza del lavoro agricolo autonomo femminile in Abruzzo raggiunge il 41,8%, molto al di sopra della media italiana (32%).

Questi dati confermano una regione che mantiene una forte capacità di generare lavoro, qualità e innovazione.

In questo scenario, il Natale diventa un momento importante non solo per i consumi, ma per comprendere quanto il rapporto tra cittadini e agricoltori sia ancora forte. “L’aumento della domanda di prodotti locali è un segnale prezioso”, afferma Domenico Bomba, presidente CIA di Chieti-Pescara. “I cittadini riconoscono la qualità delle nostre produzioni e la voglia di autenticità che c’è dietro ogni bottiglia, ogni vasetto, ogni forma di formaggio. Ma non basta l’affetto dei consumatori a tenere in piedi un settore che, negli ultimi anni, ha visto scomparire un’azienda su tre”.

Bomba sottolinea che “la qualità nasce dal lavoro quotidiano delle imprese, dalla capacità di innovare, dal presidio dei territori. I dati sull’occupazione agricola dimostrano che l’Abruzzo ha energia, competenze e imprese dinamiche”, continua Bomba, “Ma senza un reddito stabile, senza sostegni adeguati e senza politiche capaci di accompagnare la multifunzionalità e il ricambio generazionale, questa forza rischia di disperdersi”.

È per questo che CIA invita le famiglie a scegliere prodotti locali per le feste, un gesto concreto che sostiene direttamente chi produce ma chiede soprattutto alle istituzioni nazionali ed europee un impegno chiaro: difendere il reddito agricolo, rafforzare il credito e assicurare una PAC forte e autonoma.

“Difendere l’agricoltura oggi significa proteggere un patrimonio di qualità e tradizioni, ma anche garantire lavoro, presidio del territorio e futuro alle aree rurali”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 11 lug 2024

L'Olio Extravergine d'Oliva abruzzese ottiene il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP), soddisfazione

L'olio extravergine d'oliva abruzzese si appresta a ricevere un prestigioso riconoscimento: l'Indicazione Geografica Protetta (IGP). La proposta per l'istituzione di questo marchio è stata fortemente voluta dalla Cia Agricoltori Italiani-Abruzzo e ha ricevuto un parere favorevole dalla Regione Abruzzo. Questo passo significativo mira a valorizzare i produttori locali e a incrementare il reddito derivante dalla produzione di olio in Abruzzo.

Con la Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul Bura Abruzzo ordinario N. 26 del 3 luglio 2024, la regione Abruzzo ha espresso parere favorevole all'istituzione dell'I.G.P. "Olio d’Abruzzo", rappresentando un passaggio cruciale per il riconoscimento definitivo da parte del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).

L'introduzione dell'I.G.P. "Olio d’Abruzzo" comporterà la redazione di un disciplinare di produzione che stabilirà i metodi di ottenimento, le cultivar ammesse, le modalità di raccolta, stoccaggio e oleificazione, le zone di produzione e le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche. Questi passaggi sono sinonimo di qualità per il consumatore finale, garantendo un prodotto di vera eccellenza.

"Siamo estremamente orgogliosi di questo importante traguardo”, commenta il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “L'ottenimento dell'IGP per il nostro olio extravergine d'oliva rappresenta un riconoscimento significativo per le aziende abruzzesi. Questo marchio non solo valorizzerà le produzioni locali, ma consentirà anche ai nostri olivicoltori di ottenere un reddito più significativo. Inoltre, la tutela degli uliveti, che rappresentano una parte fondamentale del nostro paesaggio, avrà ricadute positive anche dal punto di vista turistico”.


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1 In Evidenza - 10 lug 2024

Dl agricoltura: Cia, pesa mancata deroga obbligo assicurativo per trattori non impiegati su strada

Contrarietà da parte di Cia-Agricoltori Italiani per lo stralcio nel Dl Agricoltura dell’emendamento sulla proroga dell’entrata in vigore dell'obbligo assicurativo per i veicoli agricoli non circolanti su strada. Per Cia, la proroga dal 30 giugno almeno a fine 2024 avrebbe permesso una valutazione più attenta del recepimento della Direttiva Ue 2021/2118 in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli. Malgrado l’attuale decisione, Cia continuerà a sollecitare le istituzioni per definire nuovi e più coerenti parametri per la definizione degli obblighi assicurativi, che riguardano circa 3 milioni di veicoli. L’obbligo assicurativo su mezzi perlopiù destinati ad impieghi statici ed esclusivamente nel perimetro aziendale, potrebbe -secondo Cia- produrre effetti negativi sul conto economico aziendale di molte piccole e medie aziende italiane. Cia auspica che vengano individuate soluzioni assicurative che privilegino la copertura del rischio aziendale, e non soltanto del singolo bene, per fare in modo che gli agricoltori, già obbligati alla copertura assicurativa RCT per i mezzi che transitano su strada, possano estenderla anche ai mezzi agricoli che limitano il loro impiego nell’ambito del fondo aziendale, senza eccessivo aggravio di costi. 

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1 In Evidenza - 09 lug 2024

Biologico: Anabio-Cia, intervenire su fisco e burocrazia per rilanciare settore


Procedure di certificazione più snelle, campagne informative e di comunicazione per incentivare i consumi, meno burocrazia nella fase di conversione al biologico e in quella di mantenimento, sgravi fiscali per i produttori del bio, uniformità in Europa riguardo a produzione, commercializzazione e controlli nel comparto e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione per il settore. Sono questi i sei pilastri su cui costruire il futuro dell’agricoltura biologica oggetto del memorandum messo a punto da Anabio, l’associazione di Cia-Agricoltori Italiani per la promozione del settore, che oggi è tornata a parlarne in Assemblea nazionale, a Roma, ribadendo le priorità per rilanciare le produzioni bio nazionali.

In Italia, infatti, il settore continua a crescere in termini di superfici e operatori del bio: sono 2,4 milioni gli ettari coltivati (+ 7,5%) con un’incidenza media sulla Sau totale prossima al 19% (quasi un campo su cinque) e ben oltre quota 92 mila gli addetti, 83 mila le aziende, quasi il 10% in più rispetto a quattro anni fa. Eppure, il peso del bio nella Gdo è fermo al 3% per un giro d’affari sui 2,1 miliardi di euro.

“Dobbiamo fare di più e tutelare il podio europeo del biologico Made in Italy anche sul fronte dei consumi -ha detto il presidente nazionale di Anabio-Cia, Giuseppe De Noia-. La crescita del mercato interno deve superare e consolidare la doppia cifra (+9% nel 2023). Per questo bisogna accelerare con il Piano d’azione nazionale per il bio e fare la differenza, soprattutto con iniziative concrete e mirate che diffondano in modo più organico e capillare, corrette informazioni sul valore delle produzioni biologiche”.

Il tema della contrazione dei consumi è, dunque, per Anabio-Cia il nodo al pettine del settore, rischio e opportunità da affrontare subito attraverso strumenti che agevolino l’aggregazione della domanda, anche tramite i contratti di rete, i distretti bio, le intese di filiera e le Organizzazioni interprofessionali.

Da parte di Anabio-Cia massimo impegno a collaborare per portare a casa questi obiettivi. Esemplare la campagna attivata con IBMA Italia, ormai quasi cinque anni fa, per la diffusione del biocontrollo e la difesa fitosanitaria delle colture. Promozione della conoscenza scientifica, sperimentazione e divulgazione sono fondamentali per un nuovo protagonismo delle imprese vocate al bio, così come altrettanto strategico è il progetto avviato da Anabio-Cia, e finanziato dal Masaf, sul connubio tra tradizione e innovazione nel settore, che ha già portato seminari formativi in 10 regioni d’Italia coinvolgendo più di 70 operatori biologici. Punta a raggiungere le 100 unità entro l’anno, implementando servizi di consulenza e aggiornamento tecnico specialistico. La promozione, il tassello chiave che fa spazio all’eccellenza delle produzioni bio nelle più importanti partecipazioni fieristiche di Cia, dal Vinitaly al Macfrut.

“Per il biologico è ancora più evidente la rilevanza di un patto produttori-consumatori e il ruolo delle istituzioni nell’agevolare un comparto che è espressione distintiva di sostenibilità -ha concluso il presidente De Noia. Va creato un canale di tutela per l’agricoltura bio, che sostenga il reddito delle imprese agricole del comparto, anche segnate dai cambiamenti climatici, e favorisca gli acquisti, anteponendo la qualità alla variabile prezzo”. 

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1 In Evidenza - 05 lug 2024

Acqua: Cia, contro crisi climatica serve piano invasi con cabina di regia unica

Sul tema acqua “bisogna passare dalle parole ai fatti. Abbiamo un’Italia divisa in due meteorologicamente e una crisi climatica in corso, che sta mettendo in grave difficoltà le aziende agricole. È tempo di mettere in campo sia politiche che risorse per affrontare in particolare siccità e alluvioni”. Parola del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenuto oggi all’Assemblea dell’Anbi.

“Occorre una visione, una pianificazione e, soprattutto, una cabina di regia unica che sia in grado di programmare -ha spiegato Fini-. Programmare nuove infrastrutture, invasi piccoli e grandi, riutilizzo delle acque reflue. Dobbiamo mettere in campo una strategia comune e integrata per salvaguardare un bene preziosissimo come l’acqua. Tutelando al contempo agricoltura e territorio”.

“Lo squilibrio climatico, troppa acqua o assenza idrica, ha generato zone fragili che oggi sono a rischio spopolamento -ha continuato il presidente di Cia-. Dobbiamo evitare in tutti i modi l’abbandono dei territori, tenere gli agricoltori nelle aree rurali e interne significa tutelarle e prevenire il dissesto idrogeologico”.

Per questo “non c’è più tempo da perdere -ha concluso Fini-. Serve procedere spediti con la programmazione, mettendo al centro di ogni azione il ruolo fondamentale dei consorzi di bonifica, indispensabili per la sicurezza del territorio”.     

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1 In Evidenza - 05 lug 2024

Dl agricoltura: Cia, accolte da Governo nostre richieste

"Accogliamo positivamente le misure del Dl Agricoltura, che rappresentano un segnale di grande attenzione del Governo al settore agricolo, con risposte a quasi tutte le emergenze sollecitate dalla nostra Confederazione: dalla moratoria sui mutui, agli aiuti alle filiere in sofferenza fino al rafforzamento delle pratiche sleali”. Così oggi il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sul decreto Agricoltura dopo il voto odierno al Senato. “Questo decreto risponde con efficacia alle esigenze dell'agricoltura italiana -aggiunge Fini- a partire dal sostegno al credito delle aziende con la moratoria dei mutui, all’intervento sul carburante agricolo agevolato, oltre alle misure per coprire danni alle coltivazioni e agli allevamenti, le norme sugli impianti fotovoltaici e gli interventi per la lotta al caporalato”.

Fra i molti interventi previsti, Cia reputa importante il sostegno alle nostre imprese colpite da fenomeni idrogeologici, con i 15 milioni previsti in favore delle aziende danneggiate dalla siccità persistente in Sicilia e i fondi per ristorare gli agricoltori di Romagna, Marche e Toscana, dopo la straordinaria alluvione del 2023.  Cia ringrazia il Governo anche per la fondamentale proroga di un anno per la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), strumenti indispensabili all’ottenimento di produzioni vegetali in grado di garantire produttività, resilienza e sostenibilità ambientale.

Soddisfazione anche per gli stanziamenti previsti in favore dei viticoltori: 50 milioni per i produttori del centro-sud afflitti dalla peronospera e altri 2 milioni per quelli danneggiati dalla flavescenza. Cia apprezza anche l’attenzione dell’Esecutivo a contrasto della xylella (30 milioni di euro destinati ai reimpianti e alle riconversioni) e del granchio blu, nonché lo stanziamento di 4 milioni per i coltivatori di kiwi colpiti dal fenomeno della moria. Bene per Cia la spinta annunciata sugli abbattimenti dei cinghiali, anche con l’esercito, per far fronte alla PSA e l’entrata in funzione del Registro telematico per i cereali (Granaio Italia), strumento fondamentale per riportare trasparenza sui mercati. Cia reputa, inoltre, positivo il mantenimento della tassazione fiscale agevolata per agricoltori che realizzano piccoli impianti fotovoltaici destinati al solo uso aziendale, fondamentali per il contenimento dei costi di produzione e per fare fronte a eventuali emergenze climatiche. Resta l’amarezza per la mancata proroga al 31 dicembre dell’obbligo assicurativo per i trattori e le macchine agricole non circolanti su strada, che riguarda circa 3 milioni di veicoli.

In merito alle norme sul caporalato, Cia reputa positiva l’istituzione di una banca dati sui contratti di appalto in agricoltura, che permetterà alle nostre aziende agricole di agire con la massima tranquillità e nel rispetto delle norme previste.  Relativamente al potenziamento del personale ispettivo, Cia sia aspetta un coordinamento tra le varie amministrazioni che punti ad un efficientamento delle risorse. La nascita di un sistema informativo per la lotta al caporalato, con tutte le amministrazioni pubbliche presenti, sembra -invece- una duplicazione della rete del lavoro agricolo di qualità e quindi bisognerebbe capirne meglio il suo funzionamento e la finalità.

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1 In Evidenza - 27 giu 2024

Emergenza fauna selvatica in Abruzzo: appello di Cia Abruzzo

La Cia Agricoltori Italiani Abruzzo, attraverso il suo Presidente Nicola Sichetti, lancia un allarme sull’aggravarsi dell’emergenza fauna selvatica nella regione, che sta causando danni significativi agli agricoltori e rappresenta un crescente pericolo per la sicurezza stradale.

In particolare, i cinghiali stanno devastando i campi di grano, provocando perdite economiche rilevanti per gli agricoltori locali. Questi danni compromettono non solo la produzione agricola, ma anche l’intera economia rurale e la sicurezza alimentare della nostra regione. Gli agricoltori sono in una situazione di grande difficoltà e chiedono un intervento immediato e risolutivo.

La situazione è resa ancora più critica dal rischio di incidenti stradali causati dalla presenza incontrollata dei cinghiali sulle strade, un problema che sta aumentando esponenzialmente. La sicurezza dei cittadini è a rischio e necessita di una risposta urgente da parte delle istituzioni.

Per questo, la Confederazione sollecita la Regione Abruzzo a prendere misure immediate per affrontare e risolvere questa emergenza. È essenziale implementare strategie efficaci di contenimento e controllo della popolazione di fauna selvatica, con particolare attenzione ai cinghiali, e garantire un giusto risarcimento agli agricoltori colpiti.

Ricordiamo inoltre che la Cia Agricoltori Italiani nazionale aveva proposto una riforma alcuni anni fa per gestire in modo più efficace la problematica della fauna selvatica. Questa riforma prevedeva un piano di gestione sostenibile che coinvolgesse tutte le parti interessate, dagli agricoltori agli enti locali, per creare un equilibrio tra le attività umane e la fauna selvatica. Riteniamo che sia il momento opportuno per riprendere e aggiornare questa proposta, adattandola alle esigenze attuali.


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