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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 29 apr 2022

Ucraina: Cia a Ue, serve Piano “salva agricoltura”

Cia-Agricoltori Italiani chiede un Piano straordinario Ue anti-crisi, come avvenuto con la pandemia, per fronteggiare i costi sempre più alti delle materie prime e la crisi del settore. Lo ha ribadito il presidente nazionale dell’Organizzazione, Dino Scanavino, intervenendo ai Praesidia del Copa-Cogeca a Bruxelles e lanciando l’ennesimo appello al commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.

“Siamo chiamati a produrre più cereali e a dare il contributo per ridurre il costo delle materie prime destinate all’alimentazione degli allevamenti -ha detto Scanavino parlando sulle ripercussioni della guerra-. Lavoriamo, però, a costi sempre più alti e senza garanzie per il futuro. Di fronte al conflitto Russia-Ucriana è il momento della solidarietà, ma anche di uno sforzo collettivo che sostenga l’agricoltura di tutta Europa”. 

Con alle spalle mesi di mobilitazione, Cia porta dunque sul tavolo del confronto europeo la preoccupazione di migliaia di agricoltori di tutta Italia in estrema difficoltà per gli aumenti record delle materie prime e i costi di produzione fuori controllo (+120% l’energia e +170% i fertilizzanti) che comprometteranno, inevitabilmente, la stagione delle semine e quella transizione green che la stessa Europa continua, comunque, a reclamare. 

Per questo, monta l’urgenza di interventi più ampi e di lungo respiro a tutela dell’agricoltura dei Paesi europei. Perché, come sostenuto dallo stesso Scanavino, gli agricoltori non hanno, oggi, certezza di poter recuperare tra giugno e settembre, gli investimenti fatti per venire incontro a una maggiore richiesta attuale, per esempio, di grano e mais.

Gli equilibri nello scacchiere geopolitico Russia-Ucraina sono imprevedibili e minano la sicurezza alimentare globale, con tensioni forti su mercati strategici non abbastanza monitorati, sottolinea Cia, come quello dei fertilizzanti, sempre più costosi e difficili da reperire, e con la logistica terrestre e fluviale delle merci estremamente compromessa dalla guerra.

Per Cia, resta importante la vicinanza all’Ucraina per la quale ora la Commissione Ue ha proposto la sospensione per un anno dei dazi all’importazione su tutte le esportazioni ucraine nell’Unione Europa. Misura senza precedenti che, approvata da Parlamento e Governi Ue, riguarderà anche frutta e verdura, prodotti agricoli e trasformati, mais e grano. L’operazione potrebbe toglierebbe all’Europa 31 milioni di euro di entrate doganali e, quindi, precisa Cia, sarà importante avere un Piano straordinario anti-crisi. 

Emerge, evidente, conclude Cia, la necessità di una vera strategia a tutela dell’economia agricola europea. Serve rimodulare, anche temporaneamente, gli obiettivi del Green Deal, con particolare riferimento alla Strategia Farm to Fork; semplificare e velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari (Pac, Psr; Ocm, etc); favorire una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune; introdurre strumenti di gestione del rischio in grado di calmierare la volatilità dei prezzi e di garantire la stabilità dei redditi degli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 apr 2022

Ucraina: Cia, mille agricoltori in piazza a Venturina. Fare di più contro shock rincari

Aumenti record di materie prime ed energia, costi di produzione alle stelle, mercati in agitazione, inflazione galoppante. L’agricoltura italiana rischia ogni giorno il cortocircuito: per questo serve rendere strutturali le misure emergenziali messe in campo dal Governo e costruire un vero e proprio Piano straordinario d’azione a Bruxelles, come per la pandemia, che affronti in un’ottica di lungo periodo le ripercussioni della guerra in Ucraina. Questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani dalla nuova grande manifestazione organizzata a Venturina Terme (Livorno). Quasi mille agricoltori radunati in piazza da tutte le regioni del Centro Italia per dire “basta!” e chiedere interventi specifici a sostegno dei settori più colpiti dagli effetti del conflitto, come gli allevamenti e i cereali, ma anche per agire finalmente su problemi annosi, dal proliferare incontrollato della fauna selvatica aggravato dall’emergenza peste suina allo spopolamento delle aree rurali.

            Terzo e ultimo appuntamento di un’ambiziosa roadmap che ha visto mobilitarsi le sedi Cia di tutt’Italia, dalla prima iniziativa al Nord a Rossiglione a quella al Sud a Scanzano Jonico, oggi è toccato ai produttori di Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo - in corteo con circa 100 trattori - ribadire le preoccupazioni per un settore che ormai si ritrova a lavorare in perdita, dopo due anni di pandemia devastante, per l’eccezionale aumento dei costi produttivi (dal +120% delle bollette energetiche al +170% dei fertilizzanti), tra le incertezze dei mercati e le speculazioni finanziarie.

            Ecco perché, secondo Cia, se le prime misure del Governo destinate al settore sono state mirate e opportune, dal credito d’imposta per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica alla ristrutturazione dei mutui agrari, ora è importante che siano migliorate e implementate, in sede di conversione dei decreti, per renderle strutturali.  

Altrettanto necessario, per l’organizzazione, è uno sforzo aggiuntivo in termini di risorse per prevedere: incentivi alla semina, anche attraverso strumenti assicurativi, in grado di remunerare un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali; incentivi ai consumi agroalimentari, a partire dalle fasce più deboli della popolazione; pacchetto di interventi mirati di credito agevolato per le piccole e medie imprese; incentivi a multifunzionalità e diversificazione delle imprese agricole; sostegno alle attività agrituristiche, anche tramite voucher per il rilancio dei flussi turistici nelle aree interne.

A livello europeo, dopo il primo passo rappresentato dalle recenti decisioni assunte a Bruxelles, occorre promuovere e adottare iniziative di più ampio respiro: rimodulare, anche temporaneamente, gli obiettivi del Green Deal, con particolare riferimento alla Strategia Farm to Fork; semplificare e velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari (Pac, Psr; Ocm, etc); favorire una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune; introdurre strumenti di gestione del rischio in grado di calmierare la volatilità dei prezzi e di garantire la stabilità dei redditi degli agricoltori.

Per Cia, quindi, bisogna andare avanti a tutelare il settore, che solo in Centro Italia conta quasi 180.000 imprese, recuperando e salvaguardando il potenziale produttivo agricolo. Il che vuol dire affrontare anche vecchie problematiche mai risolte, come una più efficiente gestione delle risorse idriche, con un sistema e una programmazione adeguate ai fabbisogni delle imprese. E poi riequilibrare una volta per tutte la presenza faunistica, con i cinghiali che hanno superato quota 2 milioni, attraverso una riforma radicale della legge 157/92, per abbassare drasticamente la pressione sulle aziende agricole che contano danni milionari. Allo stesso tempo, serve arginare la diffusione in altri territori della peste suina africana, con un piano di riduzione degli ungulati e un quadro finanziario adeguato a mitigare e risarcire le perdite degli agricoltori. C’è bisogno di una gestione equilibrata ed equa dei fondi del PNRR e della Pac, realmente attenta alle esigenze del settore; nonché contrastare i fenomeni di abbandono delle aree interne, rafforzando infrastrutture e servizi, rendendo accessibili e fruibili le opportunità della digitalizzazione, rilanciando il ruolo della Banca della terra per favorire il ricambio generazionale e puntando su Distretti rurali e Comunità del cibo. Tutte necessità particolarmente sentite lungo la Dorsale appenninica, dove l’agricoltura rappresenta il principale volano dei sistemi economici e assicura il presidio del territorio.

“Con la mobilitazione di oggi in Centro Italia -ha detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- si chiude il ciclo di manifestazioni proclamate dalla Confederazione dal Nord al Sud del Paese per ribadire che l’agricoltura non si può fermare. Siamo il settore primario proprio perché assicuriamo il cibo, ma la guerra in Ucraina sta sconvolgendo ancora di più quotazioni e mercati, con la conseguenza che tantissime imprese sono in affanno o a rischio default. Per questo -ha concluso- servono interventi straordinari da parte delle Istituzioni per difendere il comparto e garantire la sicurezza alimentare”.     

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1 Eventi - 19 apr 2022

"L'Italia Buona", il nuovo contest di Istat dedicato agli agriturismi

Nell’ambito della campagna di comunicazione del Censimento l’Istat lancia il contest “L’Italia Buona” dedicato a tutti gli agriturismi d’Italia per valorizzare le eccellenze culinarie locali.
La “sfida” prevede la presentazione di una ricetta tipica del territorio e il vincitore avrà la possibilità di ospitare un’influente personalità della cucina televisiva italiana per partecipare allo show cooking e assistere alla preparazione della ricetta presso l’agriturismo vincitore.
Tutti i piatti in gara, inoltre, entreranno a far parte del primo Cookbook di Istat.
Per partecipare cliccare al seguente link: https://7censimentoagricoltura.it/contest-italia-buona/
La segreteria organizzativa è a disposizione tramite l’indirizzo e-mail: info@7censimentoagricoltura.it per eventuali informazioni aggiuntive.
Le iscrizioni sono aperte fino al 25 maggio 2022.

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1 In Evidenza - 15 apr 2022

Pasqua: Cia, cresce a 1,2 mld la spesa per la tavola, spinta dall’inflazione

Doveva essere la prima vera Pasqua di ripresa, dopo due anni di pandemia, ma guerra, caro-energia e inflazione galoppante mettono un freno alle festività alle porte. Tagliate le spese extra, in primis quelle per i viaggi con due terzi degli italiani a casa, resta la voglia di stare a tavola con famiglia e amici. Anche se quest’anno lo scontrino sarà il 10% più salato: la spesa prevista per il carrello alimentare, infatti, si attesterà a 1,2 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2021, per colpa dei forti rincari dei prezzi al consumo. Così Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui sui menù di Pasqua peseranno sia gli aumenti di frutta (+8%) e verdura (+17%) sia quelli di pasta (+12%) e carne (+6%).

In ogni caso -osserva Cia- protagonisti delle tavole, anche in questo 2022, saranno i piatti tradizionali del territorio, scelti nell’80% dei casi. A partire dall’agnello, che resta un classico del pranzo di Pasqua. Domenica se ne mangeranno circa 4,5 milioni di chili, vale a dire quasi la metà (40%) del consumo annuo complessivo di carne ovina.

Trionferanno, poi, i dolci “fai da te”, dalla pastiera alla torta pasqualina passando per la colomba, che trascineranno gli acquisti di uova: fino alla fine della settimana di Pasqua, se ne compreranno oltre 300 milioni. Gli italiani, però, spenderanno il 4% in più per portarle in dispensa. Ancora più alti i rialzi per la farina e il burro, altrettanto essenziali per le preparazioni culinarie, rispettivamente il +10% e il +17% rispetto a un anno fa.

Complice la primavera e, soprattutto, la fine dello stato di emergenza -continua Cia- saranno comunque moltissimi gli italiani che approfitteranno di Pasqua e Pasquetta per una gita fuori porta in campagna, spingendo il turismo rurale e di prossimità. A beneficiare di questa voglia di natura e aria aperta, ma anche di cucina tipica e contadina, saranno i 24mila agriturismi italiani, con almeno 300mila presenze attese nel week-end di festa. Una prima boccata d’ossigeno dopo un 2021 disastroso, con perdite per oltre un miliardo di fatturato tra Covid, restrizioni e crollo dei turisti stranieri.

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1 In Evidenza - 14 apr 2022

Nuova mobilitazione di Cia del Centro Italia: il 20 aprile a Venturina Terme

Nuova e terza manifestazione di Cia-Agricoltori Italiani contro costi di produzione alle stelle, peste suina ed emergenza fauna selvatica. A mobilitarsi, scendendo in strada tra bandiere e trattori, questa volta sono gli imprenditori agricoli del Centro Italia che si sono dati appuntamento mercoledì 20 aprile, alle ore 10:30, a Venturina Terme, frazione del comune italiano di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno.

In centinaia dalle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria raggiungeranno la località per prendere parte al corteo da Via della Fiera ali piazzale antistante il Centro Fiere S.E.FI.

Non si arresta, infatti, la pressione che, da mesi, si sta abbattendo sull'economia delle imprese agricole. Dopo due anni di pandemia è sopraggiunto il colpo della guerra in Ucraina. La tensione geopolitica internazionale ha acuito la difficoltà a uscire dalla crisi, spinta da caro energia e carburante. Inoltre, l'aumento del 300% sui concimi, i rincari sui fertilizzanti del 170%, oltre al raddoppio sui mangimi, ha reso i costi di produzione insostenibili, portando il settore agricolo e allevatoriale allo stato attuale di precarietà, agevolata dalle speculazioni sui mercati. 

Anche per il Centro Italia resta invariata, poi, l'annosa emergenza fauna selvatica, cui si è aggiunta la preoccupazione per la peste suina. Motivo, pure questo, per rilanciare l'appello sul tema attraverso la manifestazione di Venturina. Ripetuto da Cia-Agricoltori Italiani su tutto il territorio nazionale, serve una riforma radicale della legge 157 del 1992. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni, e lo spettro della peste suina che mesi ha fatto registrare casi allarmanti in Liguria e Piemonte.

"L’agricoltura non si può fermare" ripete, quindi, Cia che con la terza mobilitazione in tre mesi chiede che si tuteli un settore estremamente strategico per il Paese.

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1 CAA - Infobandi - 13 apr 2022

Abruzzo, apre il bando ristrutturazione e riconversione vigneti

Aperte le domande di contributo 2022/2023 per la ristrutturazione dei vigneti o per riconvertire le varietà previste dall'Ocm vino. I beneficiari sono tutti gli imprenditori agricoli, persone fisiche o giuridiche, singole o associate, titolari di aziende ubicate nel territorio della Regione Abruzzo e iscritti alla Camera di Commercio. La scadenza è fissata al 29 aprile 2022.
Maggiori info nel documento in allegato.

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