1
In Evidenza - 04 nov 2021
Cia, Confagricoltura e Copagri: “Scongiurare aumento dei ruoli per il Consorzio di Bonifica Centro”
Cia, Confagricoltura e Copagri, esprimono grande preoccupazione per la complessa situazione finanziaria in cui versa il Consorzio di Bonifica Centro, dovuta principalmente all’aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti (soprattutto causa del lievitamento dei costi dell’energia e delle materie prime), ma anche alla difficoltà di riscuotere crediti da alcuni enti pubblici debitori nei confronti del consorzio.
Ciò che desta preoccupazione, in modo particolare, è l’emissione di un ruolo suppletivo e quindi di un rilevante aumento del tributo consortile, tra le azioni volte a contrastare tale problematica.
Sono previste infatti, sostanziali lievitazioni dei ruoli, già nel 2021, per coloro che utilizzano risorse idriche per finalità extra-agricole e nel 2022 anche per gli usi irrigui.
Pagare (a caro prezzo) la risorsa idrica è già un problema per le aziende agricole, considerando soprattutto che nell’ultimo periodo alcuni territori, a causa dell’emergenza siccità, non ne hanno quasi potuto usufruire. Ma farsi carico anche degli aumenti, specialmente per le questioni debitorie che si trascinano da anni senza nessuna prospettiva di risoluzione, è francamente inaccettabile e offensivo.
Pertanto, le scriventi organizzazioni chiedono di attivare al più presto tutte le iniziative necessarie per recuperare, o quanto meno ridurre, gli ingenti crediti che il Consorzio vanta con gli enti debitori al fine di evitare gli aumenti dei ruoli per gli usi agricoli.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 02 nov 2021
Cop 26: Cia, necessario bloccare deforestazione. Agricoltori in prima linea
Mettere fine alla deforestazione entro il 2030, con investimenti per quasi 20 miliardi di dollari. L’accordo alla Cop 26 in corso a Glasgow, annunciato dal premier britannico Boris Johnson, è di fondamentale importanza, riconoscendo la funzione insostituibile di boschi e foreste nella lotta al cambiamento climatico. Così Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che ogni ettaro di superficie coperta di alberi è in grado di assorbire in media 2 tonnellate l’anno di CO2, liberando una tonnellata di ossigeno.
Un impegno che fa il paio con la piantumazione di mille miliardi di alberi a livello mondiale entro il 2030, fissato nel documento finale del G20 di Roma -osserva Cia- e su cui l’Italia può essere esempio e capofila. Già oggi, infatti, il patrimonio boschivo nazionale supera gli 11 milioni di ettari di superficie, oltre un terzo dell’intero territorio italiano.
C’è necessità, però, di recuperare, rafforzare e spingere sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste, proprio perché sono fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili e rappresentano una delle principali risorse per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito -sottolinea Cia- che è cucito addosso agli agricoltori, non solo perché circa il 40% delle aziende del settore è interessato dai boschi, ma anche perché già oggi gli agricoltori sono in prima linea nella salvaguardia del patrimonio forestale del Paese, fungendo da “guardiani” del territorio contro gli incendi e il degrado dei versanti e da “custodi” di suolo e territorio.
Ovviamente, non basta piantare alberi per risolvere la crisi climatica globale -conclude Cia-. Bisogna lavorare per convincere tutti i Paesi, in primis Cina, India e Russia, a ridurre le loro emissioni attuando le misure necessarie per arrivare insieme al traguardo della neutralità carbonica.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 01 nov 2021
2 novembre: Cia, 7 mln comprano fiori, 3 milioni i crisantemi. Quest’anno il trend dei petali tinti
7 milioni di italiani compreranno fiori nella ricorrenza dedicata ai defunti, secondo Cia-Agricoltori Italiani. Questo è tradizionalmente un periodo cruciale per la commercializzazione di fiori recisi e per i vivai uno dei maggiori picchi di lavoro dell’anno. Il fiore più acquistato, come ogni anno, sarà il crisantemo –si stimano 3 milioni di steli- da sempre associato al 2 novembre. Nei negozi dei fioristi si segnala il trend dei petali tinti con colori vivaci e luminosi per dare loro un aspetto ancora più attraente. Per colorare i fiori vengono utilizzati tutti i tipi di mezzi e procedure: possono essere tinti con un colorante alimentare e la tintura può essere anche fatta in casa, con l'aggiunta di coloranti all'acqua, lasciando che questi lo assorbano. La differenza maggiore si noterà su quelli che hanno petali di tonalità chiare.
La tradizione del 2 novembre è nata perché il crisantemo fiorisce proprio in questo mese, ma è esclusivamente italiana: nel resto del mondo il fiore dei morti –altrove chiamato “margherita dal 16 petali”- è simbolo di gioia ed è regalato in occasione di matrimoni. Probabilmente la sua lunga durata (fino a 20 giorni) può aver contribuito a renderlo prima scelta per addobbare i nostri cimiteri. Ma c’è anche un’altra particolarità che lo ha associato nella tradizione popolare al mistero dei morti: il crisantemo è, infatti, l’unico fiore fotosensibile che ama l’oscurità. Il bocciolo per fiorire ha bisogno di non essere esposto alla luce e un clima nuvoloso è ideale per il suo sviluppo tanto che, in caso di troppa luminosità, i produttori sono costretti a coprire le coltivazioni con teli neri per non far penetrare raggi di luce. La produzione è principalmente in Toscana, Campania, Puglia e nella regione dove è nato il florovivaismo, la Liguria, dove a fine ‘800 le famiglie reali che svernavano sulla costiera alimentarono l’interesse per l’aspetto ornamentale di piante e fiori.
Secondo l’associazione dei Florovivaisti Italiani, la produzione di crisantemi ha subito quest’anno una flessione del 20% per i timori e le incertezze di mercato legate al Covid, nel periodo di semina a giugno. La diminuzione (-15%) delle importazioni per i costi di produzione di trasporti dovuti al caro-gasoli ha, tuttavia, reso più attrattivo il prodotto nazionale e i prezzi risultano in linea con il 2020. In commercio sono molte le varietà, dalla più comune (un bouquet di crisantemina costa sui 10 euro), agli allegri Ping Pong (dalla caratteristica forma “a pallina”, 2 euro a stelo), ai più decorativi Spider (petali allungati e sottilissimi, tanto da ricordare le zampe di ragno, 3 euro l’uno) a quella più pregiata, la Turner (sui 4 euro).
Il settore florovivaistico rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola totale e si estende su una superficie di quasi 30mila ettari, contando 27mila aziende (100mila addetti), di cui 17mila coltivano fiori e piante in vaso e 10mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l’Italia, vale il 15% della produzione comunitaria.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 28 ott 2021
Cia, lavorare insieme per migliorare Granaio Italia. E’ garanzia di trasparenza per la filiera
Non si facciano passi indietro sulla Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro (CSN) e si lavori di concerto per migliorare “Granaio Italia” con l’annesso registro telematico di carico e scarico di cereali e sfarinati. In un contesto di fibrillazione dei prezzi delle materie prime e con l’aumento dei costi di produzione alla vigilia delle semine, Cia-Agricoltori Italiani ritiene, infatti, dannoso per il settore mettere in discussione uno strumento come la CSN.
I possibili appesantimenti burocratici e le altre eventuali criticità di “Granaio Italia” non vanno superati con ultimatum, ma attraverso il dialogo nelle sedi istituzionali appropriate. Insieme alle diverse organizzazioni della filiera dei cereali, Cia sta da tempo lavorando per migliorare un provvedimento utile a favorire maggiore trasparenza, come avviene in altri settori agricoli.
Dopo un lungo periodo di gestazione e grazie alla partecipazione di tutti i soggetti della filiera, il lavoro della Commissione –secondo Cia- sta già dando i primi positivi frutti. Le attuali quotazioni di grano duro della CSN sono, peraltro, ben al di sotto di quelle delle più rappresentative borse merci territoriali.
La Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro e “Granaio Italia” meritano, dunque, attenzione e rispetto. E’ compito, ora, di tutti gli attori della filiera–conclude Cia- affrontare le criticità nelle sedi adeguate, attraverso percorsi condivisi e partecipati.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 28 ott 2021
Immigrati: Cia, nei campi quasi 360.000 lavoratori stranieri. Servono nuove politiche
La manodopera straniera rappresenta ormai stabilmente un terzo della forza lavoro complessiva in agricoltura. A fine 2020 i lavoratori nati all’estero e occupati nei campi in Italia sono 357.768, su circa 900.000 addetti totali, e concorrono al 29,3% dell’occupazione complessiva in termini di giornate lavorate. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando il Dossier Statistico Immigrazione 2021, presentato oggi dal Centro Studi e Ricerche Idos.
Si tratta di numeri che confermano quanto la componente straniera sia diventata strategica, come ha dimostrato anche la pandemia, con il settore spesso in sofferenza proprio per la mancanza di manodopera stagionale, connessa agli effetti del Covid. Soprattutto nelle regioni del Nord Italia, dove si concentra oltre l’85% dei lavoratori con permesso di soggiorno stagionale, le difficoltà delle imprese agricole sono state evidenti -osserva Cia- anche a causa degli enormi ritardi nella pubblicazione del decreto flussi. Anche la sanatoria prevista nel 2020, per come è stata strutturata nei tempi e nelle modalità, non ha portato grandi risultati, con solo il 14% delle istanze di regolarizzazione presentate riguardanti il settore primario.
Ora è tempo di lavorare a migliorare le politiche migratorie, con un approccio che presupponga l’abbandono definitivo delle misure di emergenza -sottolinea Cia- e segni l’avvio di interventi seri ed efficaci sull’immigrazione, basati su due priorità: lavoro e integrazione.
Intanto, proprio in un’ottica di integrazione e solidarietà, Cia-Agricoltori Italiani sta portando avanti il progetto nazionale “Rural Social ACT”, che punta sull’agricoltura sociale come modello vincente per promuovere processi virtuosi di inclusione e re-inserimento socio-lavorativo dei migranti, prevenendo e contrastando il fenomeno del caporalato e delle agromafie, attraverso la creazione e il potenziamento di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settori della formazione e dell’accoglienza. Il progetto, finanziato dal Fondo FAMI e dal Ministero del Lavoro e supportato dal Forum Nazionale Agricoltura Sociale, vede Cia come capofila, insieme a 30 partner tra Reti Nazionali, cooperative, consorzi, Ong e associazioni (www.ruralsocialact.it).
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 28 ott 2021
Parità salariale: Donne in Campo-Cia, grande passo avanti per l’Italia
La legge sulla parità salariale rappresenta un grande passo in avanti per il superamento delle disuguaglianze di genere e l’aumento dell’occupazione femminile, ma delinea anche un necessario e non più procrastinabile progresso culturale del nostro Paese sul tema. Così Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, commentando l’approvazione definitiva al Senato della legge sulla parità salariale.
La legge si basa su due capisaldi fondamentali: rispetto della parità di genere in tutte le scelte che riguardano lavoratrici e lavoratori e trasparenza -ricorda Donne in Campo-. Le aziende sopra i 50 dipendenti dovranno, infatti, compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori, dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento. L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e di quelle che non lo faranno, sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, dalle consigliere di parità, con sanzioni fino a 5mila euro per mancata o fallace trasmissione dei dati. Per non essere sanzionati, occorrerà evitare di mettere in atto tutti quei trattamenti -orari di lavoro impossibili, riunioni fuori orario, in generale condizioni lavorative che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive- possano porre la lavoratrice in posizione di svantaggio, generando una limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali e creando ostacoli riguardo ad avanzamento e progressione nella carriera.
“Il divario retributivo penalizza da sempre le donne. Ora questa legge permetterà di garantire, finalmente, una pari opportunità sui luoghi di lavoro -sottolinea Terenzi-. Ma sarà necessario adottare anche nella vita politica e in quella della rappresentanza la stessa cura, evitando che criteri e modalità di partecipazione discriminino le donne nella possibilità di contribuire alla costruzione di una nuova visione sociale, economica e ambientale che traghetti la nostra società nel futuro”.
Basti pensare al settore primario, dove il ruolo delle donne è sempre più strategico. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è femminile. “Da anni lavoriamo per un’agricoltura multifunzionale che coniuga la produzione alimentare con welfare, tutela di suolo e paesaggio e salvaguardia della biodiversità -conclude Terenzi-. Questo pone le donne in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto: dalla sfida della transizione verde alle risposte alla lunga crisi pandemica”.
Visualizza Allegato