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1 In Evidenza - 03 nov 2025

Ue: Cia, accordi commerciali solo con reciprocità e vera tutela per gli agricoltori


Gli accordi commerciali devono servire a creare efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non a scaricare i costi sulle imprese agricole. È questo il messaggio che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha portato al Masaf, nell’incontro con il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ribadendo la posizione dell’organizzazione: reciprocità e tutela effettiva dei produttori devono essere il punto di partenza di ogni trattativa internazionale.
“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri -ha detto Fini-. L’Europa deve garantire parità di regole e condizioni per tutti: solo così gli accordi possono essere strumenti di crescita e non di crisi”.

Cia ha richiamato la necessità di una valutazione d’impatto cumulativa sui vari accordi commerciali oggi in discussione, affinché la politica commerciale dell’Ue non diventi un fattore di instabilità per i mercati agricoli. Allo stesso tempo, ha chiesto clausole di salvaguardia realmente efficaci e tempestive per proteggere le produzioni sensibili.

Nel corso dell’incontro, Cia ha sollecitato il commissario Ue a rilanciare con decisione il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo “zero per zero” sui dazi, a partire dal vino. “La stabilità nei rapporti con Washington è prioritaria”, ha spiegato Fini, ancora di più “dopo i pesanti segni di rallentamento del nostro export agroalimentare verso gli Usa, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024” e anche “contro il rischio di nuovi dazi antidumping sulla pasta italiana”.

Sul dossier Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per l’insufficienza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. “Servono meccanismi automatici e vincolanti, non discrezionali -ha osservato Fini-. Abbiamo necessità di maggiori certezze giuridiche rispetto alle soglie previste del 10% e di un sistema di monitoraggio trasparente e veloce per evitare l’import incontrollato di carne bovina, pollame, miele, zucchero e riso, che rischiano di mettere in crisi le filiere europee”.
Cia, infine, ha richiamato l’attenzione di Šefčovič sulla revisione del Regolamento SPG (Sistema di Preferenze Generalizzate). “Siamo preoccupati, il riso europeo non può essere lasciato senza difese -ha evidenziato Fini-. Per questo, occorre arrivare a stabilire una soglia di importazione ragionevole, da ripartire tra i Paesi beneficiari secondo le tendenza storiche di import, al fine di evitare concentrazioni eccessive e distorsioni di mercato”.

“Gli agricoltori europei non chiedono protezionismo -ha concluso il presidente di Cia- ma parità di condizioni. Solo con reciprocità, regole uguali per tutti e strumenti di tutela rapidi potremo affrontare la sfida della competitività globale senza sacrificare la nostra agricoltura”.

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1 In Evidenza - 22 ott 2025

CIA: Bene la declaratoria di eccezionalità per le avversità atmosferiche. Ora risposte rapide e concrete per le aziende

CIA Abruzzo CIA Chieti–Pescara esprimono grande soddisfazione per la decisione della Giunta regionale che ha approvato la declaratoria dell’eccezionalità delle avversità atmosferiche che tra il 2 luglio e il 3 agosto 2025 hanno colpito i territori agricoli di Pescina, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Treglio e Frisa, con danni stimati in oltre 31 milioni di euro.

Il provvedimento riconosce ufficialmente la gravità del downburst del 3 agosto, un evento atmosferico di straordinaria intensità che ha devastato ampie zone della provincia di Chieti, in particolare Fossacesia, Frisa, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Bucchianico e Casalincontrada, causando perdite tra il 50% e il 90% delle produzioni di vite, olivo, ortaggi, frutta e pomodori, oltre a danni gravi a serre, impianti e strutture aziendali.

“È un risultato importante per il nostro comparto”, dichiara il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “Fin dalle prime ore successive all’evento abbiamo raccolto le segnalazioni degli agricoltori, documentato i danni e chiesto con forza il riconoscimento della calamità naturale. Oggi arriva una risposta concreta alle nostre richieste.”

“Il riconoscimento dell’eccezionalità”, aggiunge il presidente di CIA Chieti–Pescara, Domenico Bomba, “è il primo passo verso il ristoro delle imprese che hanno perso quasi tutto. Ora serve che i tempi per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale siano rapidi e certi, perché le aziende non possono più attendere.”

Le confederazioni rinnovano l’appello alla Regione e al Governo affinché vengano adottate misure strutturali di prevenzione e adattamento climatico, potenziando la rete irrigua, gli strumenti assicurativi agevolati e gli interventi di difesa attiva, per proteggere il patrimonio agricolo e il reddito degli imprenditori.

“Questo evento”, conclude Sichetti, “è l’ennesima prova che il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. La politica deve essere pronta a sostenerci con strumenti efficaci, rapidi e moderni.”


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1 In Evidenza - 21 ott 2025

CIA Abruzzo: “Regolamento sul territorio rurale va semplificato, troppe barriere per le aziende agricole”

CIA Abruzzo lancia l’allarme sulla bozza del “Regolamento degli Interventi sul Territorio Rurale” (Art. 63 della L.R. 58/2023), definito oggi un ostacolo più che uno strumento di crescita per le piccole e medie imprese agricole della regione.

“Abbiamo analizzato con attenzione la bozza e riconosciamo l’intento della Regione di dotare il settore di uno strumento moderno per sostenere gli investimenti”, spiega Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo, “Tuttavia, la realtà delle procedure evidenzia criticità concrete che possono bloccare le aziende prima ancora che possano usufruire dei benefici previsti.”

La burocrazia è eccessiva: per presentare un Progetto di Sviluppo Aziendale servono decine di documenti e professionisti esterni, con tempi e costi spesso insostenibili.

Il vincolo decennale di conduzione aziendale e mantenimento del bilancio attivo è troppo rigido: il settore agricolo è volatile e soggetto a crisi climatiche e di mercato, e dieci anni rischiano di trasformare un investimento in un vincolo oppressivo.

Il PSA Semplificato, pensato per le piccole aziende, è inefficace: troppe aree, comprese quelle naturali protette, sono escluse, lasciando fuori proprio chi più ha bisogno di strumenti snelli per modernizzarsi.


CIA Abruzzo propone di:

  • Introdurre un Documento Unico di Progetto (DUP) per ridurre tempi e costi e semplificare la valutazione.

  • Ridurre il vincolo decennale a cinque anni, consentendo aggiornamenti del piano aziendale in base al mercato e alle condizioni ambientali.

  • Rendere il PSA Semplificato realmente fruibile anche nelle aree vincolate, per interventi a basso impatto paesaggistico, con la compatibilità valutata dagli enti competenti.

“Snellire le procedure non è un favore agli agricoltori, ma un investimento strategico per il futuro dell’economia rurale abruzzese,” conclude Sichetti, “Accogliere queste proposte significherebbe trasformare un regolamento oggi inapplicabile in un vero alleato delle nostre imprese, liberando energie e risorse per competitività, sostenibilità e tenuta sociale dei territori rurali.”

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1 In Evidenza - 18 ott 2025

PAC 2025, primi 18,8 milioni alle aziende abruzzesi: CIA Abruzzo, “Boccata d’ossigeno, ma i tagli continuano a pesare"

“Bene i pagamenti Pac ma non cancellano le difficoltà del settore”. È partita la campagna di pagamenti PAC 2025 con l’erogazione dei primi 18,8 milioni di euro destinati alle aziende agricole abruzzesi.

Tuttavia, le difficoltà strutturali del settore restano evidenti e il rischio derivante dai tagli complessivi alla PAC futura continua a preoccupare.

“Va bene ricevere gli anticipi: sono risorse che gli agricoltori si sono guadagnati con il loro lavoro quotidiano”, sottolinea il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti. “Ma non possiamo dimenticare che la PAC post-2027, secondo le stime nazionali, subirà un ridimensionamento significativo: il peso della politica agricola comune scenderà dal 31% al 15% delle risorse complessive, con una perdita di circa 9 miliardi per l’Italia rispetto al periodo attuale. Questo riduce le prospettive di sostegno per le nostre aziende e mette sotto pressione l’intero comparto. Gli anticipi aiutano, ma non sono un regalo.”

La PAC attuale ammonta a 378 miliardi a livello europeo, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi. “In un periodo segnato dagli effetti del cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dalle sfide geopolitiche, servono risorse certe e adeguate, non solo anticipi temporanei”, aggiunge Sichetti.


Particolare attenzione va alle aree interne e montane, spesso marginali ma cruciali per l’economia e il territorio regionale. “Presidiare questi territori significa proteggere biodiversità, paesaggio e comunità locali. Sostenere le aziende agricole significa proteggere l’Abruzzo nel suo insieme.”

CIA Abruzzo si unisce alla preoccupazione espressa da CIA-Agricoltori Italiani e sostiene l’obiettivo di far cambiare rotta alla Commissione Europea, evitando che si frammenti e si indebolisca una delle politiche fondanti dell’UE.

“Gli anticipi PAC sono un segnale positivo, ma non devono farci dimenticare le criticità strutturali e i tagli in arrivo”, conclude Sichetti. “Continueremo a sollecitare attenzione e sostegno, perché il lavoro degli agricoltori merita risposte concrete e durature. Gli anticipi aiutano oggi, ma senza un flusso stabile di risorse, i tagli continueranno a penalizzare le imprese e a mettere a rischio l’intero settore agricolo regionale.”

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Donne in Campo-Cia: un piano d’azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali


Dalla ripresa degli incentivi dedicati all’introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”, oggi a Roma in Auditorium Giuseppe Avolio. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.

“Vogliamo costruire un piano d’azione che parte dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole -ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- pilastri di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo”.

In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355 mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470 mila persone. In totale, oltre 800 mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. Eppure, ha sottolineato Terenzi, “questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi – dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori – limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale”.

Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi “fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori -ha ribadito Terenzi- e per trasformare l’impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese”.

Tra le proposte, l’introduzione del co-manager dell’imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell’attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori. Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l’imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.

Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l’Università di Cassino e SIDEA sull’impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.


“In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione -ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini-. La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l’efficienza dell’intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell’energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali”.

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Dazi Usa: Cia, export agroalimentare giù del 22%. Persi 126 milioni in un solo mese


Il Made in Italy agroalimentare perde terreno sotto la pressione dei dazi Usa: ad agosto le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono crollate del 22% rispetto allo stesso mese del 2024, con una perdita di 126 milioni di euro in soli trenta giorni. Lo dice l’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani, analizzando i dati diffusi oggi dall’Istat.
Appare chiaro un trend negativo che va consolidandosi. Da aprile, infatti, le vendite oltreoceano sono in calo per il terzo mese consecutivo, dopo anni di crescita costante. Tra giugno e agosto le perdite superano già i 210 milioni di euro.

Ma questo rallentamento -avverte l’Ufficio Studi di Cia- si riflette anche sull’andamento complessivo del 2025. Nei primi otto mesi, la crescita annua dell’export agroalimentare tricolore verso gli Usa si è di fatto azzerata, contro l’incremento del 19% registrato nello stesso periodo del 2024. In termini assoluti, questo vuol dire che, mentre tra gennaio e agosto 2024 l’aumento tendenziale delle esportazioni era stato di 802 milioni di euro, nello stesso periodo del 2025 è stato solo di 1 milione di euro.

“I dazi Usa, uniti al cambio euro/dollaro sfavorevole, stanno colpendo il nostro export di qualità, mettendo in difficoltà migliaia di imprese agroalimentari -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Bisogna muoversi con tempestività e determinazione, agire con prontezza per salvaguardare anni di lavoro e di presenza costruita sul mercato americano”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 02 feb 2022

Peste suina: Cia, subito pieni poteri al commissario e ristori congrui ad allevamenti

La sicurezza sui risarcimenti ai prezzi di mercato e una cabina di regia a livello nazionale che gestisca l’emergenza Peste suina con misure straordinarie e strumenti normativi efficaci. Questo il focus del webinar organizzato da Cia Liguria (Aldo Alberto) e Cia Piemonte (Gabriele Carenini), che ha visto la partecipazione dei due assessori all’agricoltura delle Regioni interessate dall’emergenza, Alessandro Piana e Marco Protopapa, insieme al presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino. Per gestire l’epidemia con tempestività, Cia ha chiesto in via prioritaria la definizione delle competenze del commissario straordinario interregionale appena nominato, ma non ancora ufficializzato. La situazione è ancora, fortunatamente, sotto controllo grazie alle barriere architettoniche all’interno dell’area appenninica compresa tra l’autostrada A26 e la A7, ma c’è preoccupazione per una possibile espansione a Est del fenomeno. Il rischio è di mettere in pericolo la filiera produttiva delle carni suine e della loro trasformazione nelle province emiliane limitrofe.

Secondo Cia, il monitoraggio costante delle carcasse di cinghiale e il divieto di caccia da sole non possono più bastare e le manifestazioni di ambientalismo integralista non devono rallentare l’intervento dell’autorità. Si auspicano ora iniziative legislative che proteggano il sistema produttivo di queste aree con un piano di abbattimenti selettivo che crei una zona "cuscinetto" e impedisca al virus di diffondersi, anche grazie al foraggiamento artificiale della fauna selvatica. Per Cia, vanno presi a esempio Paesi che hanno eradicato il fenomeno rapidamente in passato, come la Repubblica Ceca dove già nella prima settimana di epidemia furono abbattuti 3mila cinghiali. Bisogna, dunque, agire con tempestività, utilizzando visori notturni e personale qualificato, anticipando la fioritura primaverile che rinfoltirà la vegetazione rendendo le operazioni più complesse.

“In merito ai ristori, è necessario andare oltre la macellazione d’emergenza prevista dall’ordinanza, per tutelare gli allevatori dopo lo svuotamento delle stalle -precisa Scanavino-. Alla suinicoltura di questi territori va riconosciuto un piano di indennizzi congruo, che preveda l’abbattimento dei capi anche in assenza di maiali infetti. Si segnalano, infatti, molti casi di macelli che rifiutano irrazionalmente il ritiro delle carni suine piemontesi, a scopo precauzionale. La soluzione sembra, dunque, di difficile applicazione, senza contare la scarsa valorizzazione di queste carni pregiate con la macellazione anticipata”. Per Cia non vanno, poi, dimenticati i danni indiretti alle aziende agricole legate all’ospitalità e alla silvicoltura in aree interne che non hanno altri sbocchi produttivi. Queste imprese rischiano un grave danno economico, che si aggiunge alle pesanti restrizioni subite nell’ultimo biennio a causa della pandemia.

Il presidente Scanavino ha, infine, annunciato una prossima mobilitazione sul territorio del mondo agricolo, che chiede a gran voce un piano di recupero della funzionalità del sistema appenninico nazionale, indispensabile per un serio progetto di transizione ecologica del Paese. 

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1 In Evidenza - 31 gen 2022

Quirinale: Cia, grazie presidente Mattarella. A Italia serve stabilità e coesione contro crisi

Un grande ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Paese, ora più che mai, ha bisogno dell’equilibrio, della stabilità e dell’impegno delle istituzioni, egregiamente rappresentate dal Capo dello Stato, per affrontare sfide e difficoltà in campo, dalla pandemia al caro energia, dalla crisi ucraina alla messa a terra del PNRR. Così Cia-Agricoltori Italiani, che esprime riconoscenza a Mattarella per aver accettato la rielezione.

La sensibilità, la compostezza, l’appassionata salvaguardia delle garanzie costituzionali sempre dimostrate dal presidente della Repubblica trovano di nuovo oggi il riconoscimento più alto e prestigioso. Mattarella gode della fiducia di tutti i cittadini e si fa garante, ancora una volta, della solidità e della coesione del governo, per permettere all’Italia di guardare al futuro con maggiore ottimismo.

In questo contesto, spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, “auspichiamo che il Capo dello Stato continui a mostrare attenzione verso la vicenda agricola del Paese. Speriamo che fornisca il suo forte contributo all’ulteriore sviluppo del settore primario, riconoscendo quel ruolo centrale che l’emergenza Covid ha mostrato in maniera ancora più chiara. L’agricoltura, se adeguatamente supportata, può non solo continuare a garantire cibo sano e sicuro per tutti, ma anche assicurare la tenuta e lo sviluppo dei territori; salvaguardare l’ambiente contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici, produrre energia da fonti rinnovabili, difendere il suolo e il paesaggio”.

“Da parte nostra -aggiunge Scanavino- rinnoviamo la massima disponibilità a collaborare, avanzando proposte e nuove soluzioni. Faremo responsabilmente ciò che ci compete, nell’interesse degli agricoltori e di tutti i cittadini, consapevoli della funzione primaria del settore per la ripresa post pandemia”.

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1 In Evidenza - 27 gen 2022

Peste suina: Cia, avanti con tempestività e razionalità per evitare danni irreparabili

Una campagna di controllo e riduzione del numero degli ungulati con figure qualificate e strumenti innovativi nei 114 comuni dell’areale infetto. Questa la proposta non più rinviabile di Cia-Agricoltori Italiani al tavolo interministeriale odierno che ha affrontato l’emergenza Peste suina africana (PSA). Secondo Cia è tempo di agire con tempestività e razionalità per evitare ricadute economiche e sociali irreparabili, prendendo esempio da Paesi Ue, che hanno eradicato in poco tempo la malattia di cui il cinghiale è il principale vettore. La PSA -studiata da decenni e non trasmissibile all’uomo- è, infatti, altamente pericolosa per i maiali e potrebbe avere un impatto fortemente negativo sul mercato suinicolo, da cui dipende l’industria salumiera, fiore all’occhiello del Made in Italy agroalimentare.

“Il peso della Peste suina non può ricadere tutto sulle spalle degli allevatori che nella zona infetta subiscono il danno economico del macello immediato di capi sani, mentre i cinghiali circolano in libertà. Questo dopo aver messo in campo tutte le costose misure di biosicurezza e prevenzione previste”. Questo il commento del presidente Cia, Dino Scanavino, che da anni auspica la riforma della Legge 157/92, visti gli effetti disastrosi sul nostro paesaggio di una politica dissennata sulla gestione della fauna selvatica. “E’ necessario agire in modo razionale nella gestione della biodiversità, con un riequilibrio del rapporto fra uomini e ungulati –prosegue Scanavino-, bilanciando gli interessi fra le diverse categorie di cittadini, siano essi cacciatori, allevatori o ambientalisti, guidati esclusivamente dai criteri del rigoroso controllo scientifico”.

Per Cia, l’attività di vigilanza nella zona delimitata dei 114 comuni in Liguria e Piemonte è opportuna, ma non è esaustiva. “Si parla, addirittura, dell'utilizzo dei droni per la ricerca delle carcasse infette, ma tutto questo risulta inutile se non si attua una campagna di controllo degli ungulati –aggiunge Scanavino-. La riduzione della densità di popolazione dei cinghiali andrebbe organizzata con un prelievo selettivo, tramite figure qualificate come il coadiutore e con l’utilizzo di visori notturni e altri strumenti innovativi. Bisogna, inoltre, impedire lo spostamento dei selvatici fuori dal perimetro dell’areale infetto tramite le recinzioni e il foraggiamento artificiale”. Secondo Cia, una campagna di controllo e prelievo selettivo permetterebbe anche l’ottenimento di informazioni sanitarie circa la diffusione del virus, dopo aver creato misure speciali di trasporto e stoccaggio delle carcasse.

Cia ricorda, infine, le migliaia di posti di lavoro a rischio nella malaugurata ipotesi di un peggioramento della situazione, che metterebbe in ginocchio un settore da 1,7 mld, col blocco immediato delle linee di produzione per mancanza di materia prima.

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1 In Evidenza - 27 gen 2022

Caro bollette: Anp-Cia a Governo, rischio indigenza per milioni di anziani

Non sono più sufficienti i provvedimenti, pur apprezzabili, che il Governo ha inserito nella legge di Bilancio. Servono misure straordinarie per evitare che tantissimi pensionati, soprattutto quelli con assegni al minimo, precipitino di colpo in una condizione d’indigenza, impossibilitati a far fronte all’aumento esponenziale del costo della vita, tra caro energia, inflazione ed effetti della pandemia. È l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani.

In particolare, secondo l’Anp, rispetto alla crescita record delle bollette di luce e gas, oltre a un intervento eccezionale di contenimento, serve una strategia a breve e a lungo termine per superare, da una parte, la dipendenza dall’estero sull’approvvigionamento energetico, dall’altra per aumentare la produzione da fonti rinnovabili, investendo per esempio sull’agri-fotovoltaico. Inoltre, occorre intervenire sulla composizione dei costi attribuiti in bolletta, abbattendo i cosiddetti costi di sistema che oggi incidono fino al 50% sulla cifra totale rispetto ai consumi reali. È una situazione ingiusta per tutti, ma che diventa insostenibile per i redditi bassi.

Quanto alla ripresa dell’inflazione, per Anp-Cia sta avendo conseguenze immediate e gravi sui prezzi dei beni essenziali, a cominciare da quelli alimentari, producendo effetti devastanti, soprattutto per i soggetti meno abbienti. L’Istat ha registrato un forte aumento di persone in condizione di povertà assoluta, in particolare di quelle con minore protezione sociale, come i pensionati a basso reddito.

Infine, c’è il Covid, che continua a essere un’emergenza sanitaria, economica e sociale. In due anni la pandemia ha sconvolto gli equilibri sociali, procurato danni enormi in termini di vite umane, messo sotto pressione il sistema sanitario e i settori produttivi, fatto precipitare il Paese in una crisi senza precedenti. E gli anziani continuano a pagare il prezzo più alto: per loro, anche ora, precauzioni e distanziamento spesso significano isolamento sociale.

“Questo non è il Paese che Vogliamo -dichiara il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. La legge di Bilancio ha ignorato i pensionati al minimo, non ci sono stati benefici significativi dal decreto fiscale per i ceti sociali più bassi. Solo sulla sanità c’è stato uno sforzo importante, ma oltre all’emergenza Covid, c’è da recuperare un arretrato enorme di visite e interventi, che richiederà un impegno straordinario e di lunga durata”. Adesso, aggiunge, “c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte del Governo per evitare una ‘tempesta perfetta’ a danno di milioni di anziani”.

Da parte sua, conclude Del Carlo, “l’Anp-Cia continuerà a battersi per la difesa dei pensionati, per assegni dignitosi e servizi socio-sanitari adeguati nelle aree interne e rurali, per la tutela del ruolo sociale degli anziani nella società”.

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1 In Evidenza - 19 gen 2022

Peste suina: ecco l'App per segnalare i casi sospetti

Con l’allarme peste suina che si sta diffondendo in Italia dopo i casi in Liguria e Piemonte, forte l’esigenza di tracciare e tenere sotto controllo la situazione e mettere al riparo dai rischi gli allevamenti di suini. Ed è per andare in soccorso degli allevatori e scongiurare un'epidemia tra i cinghiali, che l’Ente Produttori Selvaggina ha lanciato un’applicazione "Wildlife Management Group", già scaricata oltre 500 volte, da utilizzare proprio per la segnalazione dei casi sospetti.

La notifica, con la geolocalizzazione del ritrovamento, viene trasmessa in automatico agli organismi sanitari deputati a controllo e prevenzione. 

Scarica l'App, clicca QUI

Inoltre, da parte dell'agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sono state rilanciate e e promosse le tre fasi fondamentali per evitare la diffusione della peste suina, ovvero: rilevazione, prevenzione e segnalazione. In particolare, parlando di prevenzione, si guarda oltre il rinvenimento lo smaltimento dei capi morti nelle "zone focolaio”, in favore di iniziative come, ad esempio, le White Zones, zone bianche di "abbattimento preventivo" radicale, come adottate in Estonia, Lettonia, Francia e Repubblica Ceca. 

Rilevazione e segnalazione dei casi, così come gestione sanitaria e faunistica devono procedere ben allineate, incentivando un’azione sinergica, propria di una società organizzata dove agricoltori, cacciatori, turisti, escursionisti, trifolai, cercatori di funghi, frequentatori di boschi e istituzioni sono tutti potenziali fonti di informazioni e dati per contenere il diffondersi del virus.

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1 In Evidenza - 19 gen 2022

Peste Suina Africana: misure regionali di sorveglianza del territorio e prevenzione

A seguito  della individuazione di un caso  di Peste Suina Africana in Piemonte, è necessario esercitare la più attenta sorveglianza del territorio,  al fine di prevenire l'insorgenza di tale grave  malattia virale che colpisce suini e cinghiali,.

E' altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani.

Nessun caso è stato segnalato in Abruzzo, ma occorre prestare la massima sorveglianza sul cinghiale.

Pertanto, ogni Cinghiale trovato morto (anche a seguito di incidente stradale) ovvero abbattuto ma che mostrava ante mortem comportamenti anomali di qualsiasi tipo, deve essere segnalato alle competenti autorità (guardie venatorie, Polizia provinciale, carabinieri forestali, servizi veterinari delle AUSL localmente competenti).

Deve essere altresì segnalato il ritrovamento di carcasse parzialmente predate (lo stato di infezione aumenta la probabilità di predazione) o putrefatte, poiché il virus sopravvive alla completa decomposizione dell’ospite rendendo quindi sempre possibile una diagnosi di laboratorio.

I cacciatori devono inoltre:

  • pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia;

  • eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate;

  • evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato.

Le epidemie di peste suina africana hanno pesanti ripercussioni economiche per i Paesi colpiti.

Nei seguenti link gli approfondimenti e le raccomandazioni del Ministero della salute

https://www.salute.gov.it/portale/sanitaAnimale/dettaglioContenutiSanita...

https://www.salute.gov.it/portale/sanitaAnimale/dettaglioContenutiSanita...


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