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1 In Evidenza - 03 nov 2025

Ue: Cia, accordi commerciali solo con reciprocità e vera tutela per gli agricoltori


Gli accordi commerciali devono servire a creare efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non a scaricare i costi sulle imprese agricole. È questo il messaggio che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha portato al Masaf, nell’incontro con il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ribadendo la posizione dell’organizzazione: reciprocità e tutela effettiva dei produttori devono essere il punto di partenza di ogni trattativa internazionale.
“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri -ha detto Fini-. L’Europa deve garantire parità di regole e condizioni per tutti: solo così gli accordi possono essere strumenti di crescita e non di crisi”.

Cia ha richiamato la necessità di una valutazione d’impatto cumulativa sui vari accordi commerciali oggi in discussione, affinché la politica commerciale dell’Ue non diventi un fattore di instabilità per i mercati agricoli. Allo stesso tempo, ha chiesto clausole di salvaguardia realmente efficaci e tempestive per proteggere le produzioni sensibili.

Nel corso dell’incontro, Cia ha sollecitato il commissario Ue a rilanciare con decisione il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo “zero per zero” sui dazi, a partire dal vino. “La stabilità nei rapporti con Washington è prioritaria”, ha spiegato Fini, ancora di più “dopo i pesanti segni di rallentamento del nostro export agroalimentare verso gli Usa, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024” e anche “contro il rischio di nuovi dazi antidumping sulla pasta italiana”.

Sul dossier Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per l’insufficienza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. “Servono meccanismi automatici e vincolanti, non discrezionali -ha osservato Fini-. Abbiamo necessità di maggiori certezze giuridiche rispetto alle soglie previste del 10% e di un sistema di monitoraggio trasparente e veloce per evitare l’import incontrollato di carne bovina, pollame, miele, zucchero e riso, che rischiano di mettere in crisi le filiere europee”.
Cia, infine, ha richiamato l’attenzione di Šefčovič sulla revisione del Regolamento SPG (Sistema di Preferenze Generalizzate). “Siamo preoccupati, il riso europeo non può essere lasciato senza difese -ha evidenziato Fini-. Per questo, occorre arrivare a stabilire una soglia di importazione ragionevole, da ripartire tra i Paesi beneficiari secondo le tendenza storiche di import, al fine di evitare concentrazioni eccessive e distorsioni di mercato”.

“Gli agricoltori europei non chiedono protezionismo -ha concluso il presidente di Cia- ma parità di condizioni. Solo con reciprocità, regole uguali per tutti e strumenti di tutela rapidi potremo affrontare la sfida della competitività globale senza sacrificare la nostra agricoltura”.

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1 In Evidenza - 22 ott 2025

CIA: Bene la declaratoria di eccezionalità per le avversità atmosferiche. Ora risposte rapide e concrete per le aziende

CIA Abruzzo CIA Chieti–Pescara esprimono grande soddisfazione per la decisione della Giunta regionale che ha approvato la declaratoria dell’eccezionalità delle avversità atmosferiche che tra il 2 luglio e il 3 agosto 2025 hanno colpito i territori agricoli di Pescina, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Treglio e Frisa, con danni stimati in oltre 31 milioni di euro.

Il provvedimento riconosce ufficialmente la gravità del downburst del 3 agosto, un evento atmosferico di straordinaria intensità che ha devastato ampie zone della provincia di Chieti, in particolare Fossacesia, Frisa, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Bucchianico e Casalincontrada, causando perdite tra il 50% e il 90% delle produzioni di vite, olivo, ortaggi, frutta e pomodori, oltre a danni gravi a serre, impianti e strutture aziendali.

“È un risultato importante per il nostro comparto”, dichiara il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “Fin dalle prime ore successive all’evento abbiamo raccolto le segnalazioni degli agricoltori, documentato i danni e chiesto con forza il riconoscimento della calamità naturale. Oggi arriva una risposta concreta alle nostre richieste.”

“Il riconoscimento dell’eccezionalità”, aggiunge il presidente di CIA Chieti–Pescara, Domenico Bomba, “è il primo passo verso il ristoro delle imprese che hanno perso quasi tutto. Ora serve che i tempi per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale siano rapidi e certi, perché le aziende non possono più attendere.”

Le confederazioni rinnovano l’appello alla Regione e al Governo affinché vengano adottate misure strutturali di prevenzione e adattamento climatico, potenziando la rete irrigua, gli strumenti assicurativi agevolati e gli interventi di difesa attiva, per proteggere il patrimonio agricolo e il reddito degli imprenditori.

“Questo evento”, conclude Sichetti, “è l’ennesima prova che il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. La politica deve essere pronta a sostenerci con strumenti efficaci, rapidi e moderni.”


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1 In Evidenza - 21 ott 2025

CIA Abruzzo: “Regolamento sul territorio rurale va semplificato, troppe barriere per le aziende agricole”

CIA Abruzzo lancia l’allarme sulla bozza del “Regolamento degli Interventi sul Territorio Rurale” (Art. 63 della L.R. 58/2023), definito oggi un ostacolo più che uno strumento di crescita per le piccole e medie imprese agricole della regione.

“Abbiamo analizzato con attenzione la bozza e riconosciamo l’intento della Regione di dotare il settore di uno strumento moderno per sostenere gli investimenti”, spiega Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo, “Tuttavia, la realtà delle procedure evidenzia criticità concrete che possono bloccare le aziende prima ancora che possano usufruire dei benefici previsti.”

La burocrazia è eccessiva: per presentare un Progetto di Sviluppo Aziendale servono decine di documenti e professionisti esterni, con tempi e costi spesso insostenibili.

Il vincolo decennale di conduzione aziendale e mantenimento del bilancio attivo è troppo rigido: il settore agricolo è volatile e soggetto a crisi climatiche e di mercato, e dieci anni rischiano di trasformare un investimento in un vincolo oppressivo.

Il PSA Semplificato, pensato per le piccole aziende, è inefficace: troppe aree, comprese quelle naturali protette, sono escluse, lasciando fuori proprio chi più ha bisogno di strumenti snelli per modernizzarsi.


CIA Abruzzo propone di:

  • Introdurre un Documento Unico di Progetto (DUP) per ridurre tempi e costi e semplificare la valutazione.

  • Ridurre il vincolo decennale a cinque anni, consentendo aggiornamenti del piano aziendale in base al mercato e alle condizioni ambientali.

  • Rendere il PSA Semplificato realmente fruibile anche nelle aree vincolate, per interventi a basso impatto paesaggistico, con la compatibilità valutata dagli enti competenti.

“Snellire le procedure non è un favore agli agricoltori, ma un investimento strategico per il futuro dell’economia rurale abruzzese,” conclude Sichetti, “Accogliere queste proposte significherebbe trasformare un regolamento oggi inapplicabile in un vero alleato delle nostre imprese, liberando energie e risorse per competitività, sostenibilità e tenuta sociale dei territori rurali.”

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1 In Evidenza - 18 ott 2025

PAC 2025, primi 18,8 milioni alle aziende abruzzesi: CIA Abruzzo, “Boccata d’ossigeno, ma i tagli continuano a pesare"

“Bene i pagamenti Pac ma non cancellano le difficoltà del settore”. È partita la campagna di pagamenti PAC 2025 con l’erogazione dei primi 18,8 milioni di euro destinati alle aziende agricole abruzzesi.

Tuttavia, le difficoltà strutturali del settore restano evidenti e il rischio derivante dai tagli complessivi alla PAC futura continua a preoccupare.

“Va bene ricevere gli anticipi: sono risorse che gli agricoltori si sono guadagnati con il loro lavoro quotidiano”, sottolinea il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti. “Ma non possiamo dimenticare che la PAC post-2027, secondo le stime nazionali, subirà un ridimensionamento significativo: il peso della politica agricola comune scenderà dal 31% al 15% delle risorse complessive, con una perdita di circa 9 miliardi per l’Italia rispetto al periodo attuale. Questo riduce le prospettive di sostegno per le nostre aziende e mette sotto pressione l’intero comparto. Gli anticipi aiutano, ma non sono un regalo.”

La PAC attuale ammonta a 378 miliardi a livello europeo, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi. “In un periodo segnato dagli effetti del cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dalle sfide geopolitiche, servono risorse certe e adeguate, non solo anticipi temporanei”, aggiunge Sichetti.


Particolare attenzione va alle aree interne e montane, spesso marginali ma cruciali per l’economia e il territorio regionale. “Presidiare questi territori significa proteggere biodiversità, paesaggio e comunità locali. Sostenere le aziende agricole significa proteggere l’Abruzzo nel suo insieme.”

CIA Abruzzo si unisce alla preoccupazione espressa da CIA-Agricoltori Italiani e sostiene l’obiettivo di far cambiare rotta alla Commissione Europea, evitando che si frammenti e si indebolisca una delle politiche fondanti dell’UE.

“Gli anticipi PAC sono un segnale positivo, ma non devono farci dimenticare le criticità strutturali e i tagli in arrivo”, conclude Sichetti. “Continueremo a sollecitare attenzione e sostegno, perché il lavoro degli agricoltori merita risposte concrete e durature. Gli anticipi aiutano oggi, ma senza un flusso stabile di risorse, i tagli continueranno a penalizzare le imprese e a mettere a rischio l’intero settore agricolo regionale.”

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Donne in Campo-Cia: un piano d’azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali


Dalla ripresa degli incentivi dedicati all’introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”, oggi a Roma in Auditorium Giuseppe Avolio. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.

“Vogliamo costruire un piano d’azione che parte dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole -ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- pilastri di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo”.

In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355 mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470 mila persone. In totale, oltre 800 mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. Eppure, ha sottolineato Terenzi, “questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi – dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori – limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale”.

Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi “fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori -ha ribadito Terenzi- e per trasformare l’impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese”.

Tra le proposte, l’introduzione del co-manager dell’imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell’attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori. Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l’imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.

Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l’Università di Cassino e SIDEA sull’impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.


“In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione -ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini-. La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l’efficienza dell’intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell’energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali”.

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Dazi Usa: Cia, export agroalimentare giù del 22%. Persi 126 milioni in un solo mese


Il Made in Italy agroalimentare perde terreno sotto la pressione dei dazi Usa: ad agosto le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono crollate del 22% rispetto allo stesso mese del 2024, con una perdita di 126 milioni di euro in soli trenta giorni. Lo dice l’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani, analizzando i dati diffusi oggi dall’Istat.
Appare chiaro un trend negativo che va consolidandosi. Da aprile, infatti, le vendite oltreoceano sono in calo per il terzo mese consecutivo, dopo anni di crescita costante. Tra giugno e agosto le perdite superano già i 210 milioni di euro.

Ma questo rallentamento -avverte l’Ufficio Studi di Cia- si riflette anche sull’andamento complessivo del 2025. Nei primi otto mesi, la crescita annua dell’export agroalimentare tricolore verso gli Usa si è di fatto azzerata, contro l’incremento del 19% registrato nello stesso periodo del 2024. In termini assoluti, questo vuol dire che, mentre tra gennaio e agosto 2024 l’aumento tendenziale delle esportazioni era stato di 802 milioni di euro, nello stesso periodo del 2025 è stato solo di 1 milione di euro.

“I dazi Usa, uniti al cambio euro/dollaro sfavorevole, stanno colpendo il nostro export di qualità, mettendo in difficoltà migliaia di imprese agroalimentari -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Bisogna muoversi con tempestività e determinazione, agire con prontezza per salvaguardare anni di lavoro e di presenza costruita sul mercato americano”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 27 dic 2021

Lavoro: Cia, bene nuovo decreto flussi. Raddoppiano gli ingressi a 70 mila unità

Dopo le innumerevoli richieste a salvaguardia del lavoro e del raccolto nei campi, il decreto flussi 2021, appena firmato dal Governo come preannunciato dal premier Draghi, rappresenta un passo importante. Garantisce, infatti, 70 mila nuovi ingressi, il doppio rispetto allo scorso anno quando furono solo 30.850. Così Cia-Agricoltori Italiani commentando con molta soddisfazione l’ok al provvedimento che nella sostanza riconosce il valore della manodopera straniera e la sua strategicità per il comparto agricolo, ampiamente dimostrata anche in pandemia.  

La manodopera straniera, ricorda Cia, rappresenta ormai stabilmente un terzo della forza lavoro complessiva in agricolturaovvero 357.768 unità su circa 900 mila addetti totali, e concorre al 29,3% dell’occupazione complessiva in termini di giornate lavorate

Dunque, aggiunge Cia, nel decreto flussi 2021 - che riserva al settore agricolo e turistico alberghiero 42 mila unità e, nell’ambito di questa quota, 14 mila domande alle organizzazioni professionali, tra cui Cia - trovano ascolto le tante sollecitazioni delle imprese, ripetutamente in carenza soprattutto di stagionali.  

Ora, sottolinea Cia, le aziende agricole potranno pianificare un’adeguata organizzazione del lavoro che permetterà di gestire al meglio le prossime campagne di raccolta.

Questo provvedimento, conclude Cia, deve quindi rivelarsi un’opportunità per incentivare e rafforzare la spinta alla ripresa economica di un’agricoltura sempre più protagonista, ma ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri. Si tratta di un passaggio chiave che guarda alle sfide imminenti per il settore e, in particolare, alla sua sostenibilità non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.  

 

Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le istanze potranno essere inviare dalle ore 9 del quindicesimo giorno successivo. 

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1 In Evidenza - 23 dic 2021

Natale: Cia, sale del 10% la spesa per la tavola a 2,8 mld. Traina la tradizione

La tavola delle feste regge i colpi della nuova ondata di Covid. Nonostante la paura per la variante Omicron, con l’aumento forte dei contagi e la stretta sul tavolo del governo, gli italiani spenderanno in totale più di 2,8 miliardi di euro per il carrello alimentare di Natale, ovvero il +10% rispetto al 2020 segnato da festività blindate, restrizioni agli spostamenti e coprifuoco. Queste le stime di Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui oltre tre italiani su quattro trascorreranno tra le mura domestiche, con parenti e/o amici, le giornate dalla Vigilia a Santo Stefano.

            La situazione di incertezza economica dovuta alla pandemia, con i timori di nuove chiusure, insieme ai rincari delle materie prime con l’aumento di bollette e inflazione, spingono gli italiani a risparmiare -spiega Cia- senza però rinunciare alla buona tavola, soprattutto nei giorni di festa. A vincere, anche quest’anno, i menù della tradizione, con piatti locali e ricette regionali nel 75% dei casi. Quindi spazio a ragù, bollito, abbacchio e patate, verdure in pastella, tortellini in brodo, cappone, pandoro e panettone, torrone.

            Immancabile anche il classico cenone del 24 dicembre a base di pesce per quasi 17 milioni di famiglie -osserva Cia-. Proprio in questi giorni, si registra da sempre il consumo più elevato dell’anno di pesce, pur con marcate differenze territoriali: capitone in testa al Sud Italia, mentre al Nord trionfano i molluschi come moscardini e vongole veraci. Bene anche alici e baccalà, seguiti da sogliole, spigole, sarde, sgombri, triglie e seppie.

            Anche in queste feste, poi, spumante e prosecco Made in Italy batteranno lo champagne -aggiunge Cia- con il 90% circa dei brindisi tricolori e 86 milioni di bottiglie stappate per festeggiare da qui al nuovo anno.

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1 In Evidenza - 23 dic 2021

Natale: Cia, impennata prezzi pesce (+25%) con aumento consumi e rincari energetici. Italia divisa in 2, molluschi Vs. c

Il pesce non può mancare nelle tavole per il menu di Vigilia, malgrado i rincari (+25% in media rispetto all’anno scorsoche hanno colpito tutto il settore ittico, che riesce a fatica a soddisfare la domanda degli italiani, segnalata da Cia-Agricoltori Italiani in forte ascesa rispetto al Natale passatoA incidere sul prezzo anche gli aumenti delle materie prime che colpiscono tutta la filiera, da trasporti e logistica fino al packaging e alle cassette di imballaggio per il pesce. Sulle tavole di 8 italiani su 10 la sera del 24 sarà, dunque -nonostante i prezzi- un tripudio di pesci di mare e di acqua dolce, pescati o allevati, con ricette locali all’insegna della tradizione. Secondo Cia-Agricoltori Italianila scelta di prodotto ittico locale rappresenta sempre la migliore strategia per il consumatoreIl pescato a “filiera corta” subisce, infatti, in misura minore il rincaro dei costi energetici e offre garanzia di maggiore qualità, col rispetto di elevati standard di sicurezza e tutela ambientale.  

Per circa 17 milioni di famiglie la scelta del menù di pesce sarà orientata alle ricette della tradizione, che variano sensibilmente da Nord a Sud Italia. Capisaldi del consumo ittico nel cenone del Sud sono il polpo e il capitoneSe il primo si trova, attualmente, sui banchi a 20 euro al Kg, il secondo si attesta sui 25-30 euro, con una maggiorazione del prezzo dovuta anche al maltempo, che ne ha ridotto sensibilmente la cattura (dati: PescAgri, Associazione Pescatori Italiani di Cia). Mentre il polpo nella tradizione culinaria è considerato simbolo di ricchezza e ha bisogno di una lunga preparazione (per renderlo morbido va massaggiato con sale grosso per distenderne le fibre muscolari), “Sua Maestà” il capitone si vuole sia portato vivo in cucina e venga servito a metà del cenone sul vassoio più elegante. Il capitone, consumato quasi esclusivamente nel periodo natalizio, è l'esemplare femminile adulto dell'anguilla e raggiunge in media i 7 etti di peso. Anticamente, si credeva che proprio per la somiglianza con un serpente -simbolo demoniaco- il suo consumo contribuisse a proteggere dalle avversità e fosse propizio di un nuovo anno felice e sereno. La pelle ha uno strato gelatinoso che va eliminato (con panno o carta assorbente) e i pezzi -una volta tagliati- non devono superare i 5 cm. Andranno, poi, immersi in acqua ghiacciata, prima di essere o impanati e fritti, oppure cucinati alla griglia. I capitoni vengono catturati nel loro periodo di migrazione dai laghi al mare nelle zone lagunari, che sono principalmente due, le valli di Comacchio e il lago di Lesina.

In Nord Italia il consumo di pesce più diffuso nella cena di Natale è rappresentato, invece, dalla famiglia dei molluschi: vongole veraci (circa 25 euro/kg), canocchie (18 euro/kg) da mangiare fritte o bollite, moscardini (28 euro/kg) cucinati in umido o bolliti e fasolari (12 euro/kg). Non a caso, l’Italia è il settimo produttore mondiale di molluschi, superando le 100.000 tonnellate annue, con circa 800 impianti localizzati per un terzo in Veneto. La molluschicoltura rappresenta, infatti, la principale produzione italiana di prodotti ittici.  All’acquisto della vongola verace è molto importante fare attenzione ad alcune caratteristiche indice della sicurezza del prodotto, che non deve mai essere tenuto immerso in acqua, la confezione deve essere, infatti, sigillata e presentare relativa etichetta. Se venduto sfuso, il venditore deve prelevare il prodotto da confezioni di cui conserverà l’etichetta per i 60 gg successivi. Le vongole devono anche essere vive e vitali, con le valve ben chiuse e integre, in grado di opporre resistenza all’apertura e con rilascio di liquido intervalvare.

Per i secondi piatti del menu, a settentrione si prediligono pesci di pezzatura grossa (circa 2 kg): da spigole e orate, a dentici, rombi e pezzogne. I prezzi di questi prodotti oscillano, attualmente, fra i 40 e i 50 euro/kg.  A mettere, infine, d’accordo Sud e Nord c’è il baccalà (pesce, però, non locale ma di provenienza nord europea). La differenza è solo nella preparazione: di solito viene cucinato alla vicentina a Nord (in vendita essiccato a 30/35 euro), mentre si compra sotto sale (25 euro/kg) per la frittura classica alla napoletana.

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1 In Evidenza - 20 dic 2021

Natale: Cia, regali sì ma utili. Agroalimentare al top per il 50% delle famiglie

Il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio è tra i doni preferiti da trovare sotto l’albero per più di 12 milioni di famiglie, praticamente una su due. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, confermando che il cibo resta al top della classifica come idea regalo per le festività alle porte.  

            Nel secondo Natale di Covid, con le tredicesime impegnate prima di tutto a coprire mutui, tasse e bollette in aumento, l’83% degli italiani opta per regali utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola” a parenti, amici e colleghi -sottolinea Cia-. E vanno bene proprio i cesti di Natale, anche se in taglia ridotta rispetto al pre pandemia, che il 41% degli italiani riempirà con prodotti tipici e locali.

            Messe da parte le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva -stima Cia- compresa tra i 650 e i 700 milioni di euro.

            Cambia anche la modalità di acquisto, molto più spinta verso il web, con l’aumento delle compere online, anche enogastronomiche, sui vari portali, tra cui il marketplace di Cia www.dalcampoallatavola.it in grado di offrire anche il servizio “Agridelivery” per la consegna a domicilio. Cresce anche lo shopping nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+7%), con le aziende Cia de “la Spesa in Campagna” in prima fila, nelle zone rurali come in città. 

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1 In Evidenza - 16 dic 2021

Carbon farming: Cia, bene primo step Ue. Soluzione win-win, vantaggi per agricoltura e ambiente

I crediti di carbonio entrano ufficialmente nell’agenda politica europea, a conferma del ruolo imprescindibile del settore rurale nella sfida della sostenibilità. La Commissione Ue ha pubblicato oggi la Comunicazione sui cicli del carbonio sostenibili, cui seguirà una proposta legislativa entro il 2022. E’ il primo step ufficiale con cui l’Europa riconosce l’importanza del carbon farming, soluzione win-win che presenta vantaggi sia per l’ambiente che per il reddito degli agricoltori. Nel documento si prospettano le opportunità di un nuovo modello di business green che premia le best practice di agricoltori e silvicoltori che si traducono nell’immobilizzazione della CO2 da parte delle biomasse vegetali. Come è, infatti, noto, ogni albero attraverso il processo di fotosintesi può sottrarre circa 30kg di CO2 l’anno al comparto atmosferico, rilasciando -al contempo- circa 25 kg di ossigeno. Ciò rappresenta un vantaggio per la fertilità dei terreni e la resistenza delle colture, che può tradursi in fonte di reddito aggiuntivo per gli agricoltori. Cia-Agricoltori Italiani accoglie, dunque, con soddisfazione la decisione della Commissione in merito alle azioni chiave da compiere, a partire dalla definizione di standard di certificazione che porteranno a riconoscere il valore del mercato dei crediti di carbonio generato da queste pratiche virtuose.

Cia chiede, ora, un accelerazione dell’iter legislativo europeo che porti regole chiare, per evitare frodi (vendite multiple) e speculazioni finanziarie nella commercializzazione dei crediti, garantendo trasparenza ed efficacia. Così il presidente Cia, Dino Scanavino: “La gestione sostenibile dei terreni può avere un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Il sistema di certificazione dovrà definire degli standard di contabilizzazione del sequestro di carbonio per ogni tipologia di azienda agricola e quali saranno le modalità con cui gli agricoltori riceveranno le premialità. Le questioni che si aprono sono complesse –chiosa Scanavino-, i nuovi strumenti finanziari riusciranno ad attrarre una massa critica di aziende o potranno beneficiarne solo pochi grandi agricoltori in grado di adottare le tecnologie necessarie al monitoraggio della riduzione di emissioni? E, soprattutto, si chiarisca se le nostre aziende agricole riceveranno crediti anche per tutto quello che hanno fatto in passato per ridurre le emissioni di gas serra”.

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1 In Evidenza - 14 dic 2021

Agriturismi: Cia, ripresa per il 70% delle aziende. Buone prospettive nel 2022

Sotto l’Albero di oltre 24 mila agriturismi italiani, arriva il bilancio di un 2021 di ripresa per oltre il 70% delle aziende, dato confermato in prospettiva anche per il 2022. Un rilancio forte dell’impegno sul fronte della sicurezza, della sostenibilità e della qualità, dopo un doppio lockdown e le restrizioni per una pandemia costata al settore quasi l’intero guadagno annuale. A favore degli agriturismi, le doti anti-covid delle strutture, in molti casi fuori città con ampi spazi e per lo più all’aria aperta. La domanda è così anche aumentata, lo dice il 42% delle imprese, con il boom dell’estate che è valso, complessivamente, alla ristorazione oltre 20 miliardi e ha portato in agriturismo più del 60% degli italiani. Questa l’analisi di fine anno di Cia-Agricoltori Italiani e, oggi, al centro dell’evento a Roma per i 40 anni di Turismo Verde, la sua storica Associazione per la promozione agrituristica.

“Un compleanno pieno di ottimismo -ha dichiarato il presidente di Turismo Verde-Cia Giulio Sparascio-. Il 2022 ci attende di sicuro più forti per far fronte a un’emergenza sanitaria tutt’altro che rientrata, ma anche carichi di tante buone pratiche messe in campo dal settore in tutto il Paese. Diversificare, implementare, dare forma a nuove proposte insieme ai clienti, è stata la chiave per resistere e migliorare”.

Come confermano, infatti, i dati Ismea resi noti nel corso dell'incontro, le imprese del settore hanno scelto nel 2021, sulla scia della graduale ripresa dal Covid, di rimboccarsi le maniche in base all’evolversi delle richieste dei clienti-consumatori, espressione di un chiaro consolidamento della domanda interna. Per circa 8 aziende su 10, gli ospiti sono prevalentemente italiani (per il 31% degli intervistati, della stessa regione o limitrofe e per il 49% di altre regioni). Si registra anche un primo ritorno degli europei, per il restante 20% delle aziende. I clienti sono sempre più famiglie con bambini e coppie (tipologie in crescita su base annua per oltre il 40% degli intervistati). Alloggio e ristorazione sono i segmenti con i risultati migliori, ma per l’82% delle imprese che hanno ricevuto richieste specifiche, queste sono state relative a maggiore autonomia, spazi aperti e sicurezza. Gli agriturismi sono diventati punto di riferimento: si consolida la vendita diretta con consegna a domicilio (37% degli intervistati) e l’ospitalità di lungo periodo (33%). Richiesti anche gli spazi per smart working (20%), l’e-commerce (15%) e pasti a domicilio (13%). Punti di forza, questi, per un 2022 che si prevede positivo stando al 72% delle imprese intervistate, anche senza cambiare i prezzi (per il 58% delle attività) e sempre se sapranno entrare in empatia con clienti esigenti, alla ricerca di un approccio green, senza rinunciare al relax.

“L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, il settore ha saputo reagire allo shock di mercato imposto dalla pandemia, limitando le perdite meglio di altri comparti turistici -ha affermato il prof. Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA-. Ѐ evidente l’accelerazione di alcuni processi evolutivi della domanda, come il desiderio di vacanze sostenibili e ‘connesse’ alla natura e all’ambiente, tendenza che negli anni a venire potrà essere sempre più marcata. Allo stesso tempo, il settore ha mostrato capacità di innovare e sono molti gli imprenditori che hanno utilizzato il periodo del primo lockdown per ripensare la propria offerta di prodotti e servizi, ripartendo dalla fase primaria e introducendo novità importanti, in linea con le esigenze dei clienti, come la consegna di prodotti a domicilio e l’allestimento di locali attrezzati per il lavoro da remoto.

Nonostante i legittimi timori connessi al perdurare dell’emergenza sanitaria -ha concluso il presidente Angelo Frascarelli- il settore accresce la sua quota di mercato soprattutto domestico e rinsalda la sua reputazione, fino ad assumere il ruolo chiave di ‘sentinella’ dei territori e interprete del cambiamento”.

“Per i nostri agriturismi -ha poi commentato il presidente di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio- si spera, ora, in un Natale positivo con +20% di fatturato, ma la nuova variante Covid sta mettendo in bilico le prenotazioni per le tavolate tra il 24 dicembre e l’Epifania, scelte soprattutto da ospiti fidelizzati e di prossimità per vivere le festività in un contesto familiare”.     

Poi, sempre pandemia permettendo, subito a lavoro sulla primavera -ha aggiunto Sparascio-. Chiediamo alle istituzioni di fare sistema con il territorio e di dare il giusto sostegno a una ripresa senza intoppi. Bene, per esempio, il pacchetto di misure dedicate al turistico nell’ultimo Decreto per l’attuazione del PNRR. Offre una prospettiva di grande interesse, anche alle imprese agrituristiche, in termini di efficientamento energetico, riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche e digitalizzazione. Di contro, non sono sufficienti le risorse e ci batteremo perché tutte le aziende interessate possano beneficiarne.

Sul piano culturale e non solo -ha detto Sparascio- pensiamo l’agriturismo come futura ‘stazioni di servizio’ e sollecitiamo l’inserimento degli Agrichef negli Albi regionali delle figure professionali. Puntiamo sul filo diretto con il mondo dell’istruzione, sostenendo l’alternanza scuola-lavoro e progetti concreti, esemplari quelli con l’Alberghiero di Amatrice, per una rete condivisa di conoscenze e competenze, bagaglio formativo per gli studenti e potenziale collante socio-economico nelle comunità.

Infine, dal presidente nazionale di Cia Dino Scanavino, le congratulandosi all’Associazione Turismo Verde per 40 anni di azioni strategiche per il settore. “Gli agriturismi hanno ridato luce alle aree interne, ristrutturato tante case rurali, recuperato ricette della tradizione contadina, cultivar antiche e specie autoctone, ripristinato il paesaggio e valorizzato l’agricoltura. Un patrimonio -ha detto in chiusura Scanavino- di cui l’Italia deve saper far tesoro, soprattutto ora grazie a PNRR e Green Deal Ue, per risolvere subito i veri limiti, ritardo infrastrutturale in primis, a una sua reale innovazione che metta al centro le peculiarità del Paese, aree rurali e tipicità agroalimentari tra tutte, e accolga con puntualità la sfida verde e digitale europea”.

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