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1 In Evidenza - 15 set 2025

Dazi: Cia, persi già 600 mln nell’export agroalimentare verso gli Usa


Persi 600 milioni di euro nell’export
 di beni agroalimentare verso gli Usaconfrontando il periodo gennaio-luglio del ’25 con i primi 7 mesi dell’anno precedente. Questa l’analisi dell'ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani sul dato Istat appena uscito. Le spedizioni agroalimentari Made in Italy sono in calo per il secondo mese consecutivo: nel mese di luglio si rileva una riduzione del 10% rispetto allo stesso mese del 2024.  I dati confermano, dunque, il rallentamento che ha caratterizzato l'andamento delle vendite delle produzioni agricole e alimentari italiane negli Stati Uniti, dopo l’annuncio dei dazi dell’amministrazione Trump.

Questa, secondo Cia, è una spiacevole novità rispetto alla costante e lunga tendenza di crescita che aveva contraddistinto, negli anni, le vendite del nostro cibo negli Usa. Il rallentamento della crescita mensile è partito proprio nel mese di aprile (solo il +1%) ed è proseguito con lo 0,4% a maggio. Da giugno il primo segno negativo (-3%), che ora arriva al -10% di luglio. Questo trend negativo ha inciso sulla crescita cumulata di tutto il periodo gennaio-luglio 2025. Cia rileva, infatti, che nei primi sette mesi dell’anno l’aumento delle esportazioni è stato del 3%, mentre nello stesso periodo del 2024, l'incremento annuo era valso ben 19 punti percentuali. In termini assoluti, la crescita annua sul mercato americano delle produzioni italiane ha ceduto dunque -nel periodo gennaio-luglio ’25- circa 600 milioni di euro, se confrontata con quella fatta registrare dall’Istat nel 2024. Riguardo alla bilancia commerciale, se si confronta l'avanzo di luglio 2025 con quello di luglio 2024, l’Istat conferma la timida ripresa che si era registrata nel mese di giugno. Il saldo commerciale di luglio cresce di soli 3 punti percentuali su base annua. Tale ripresa è dovuta, esclusivamente, ad una contrazione delle importazioni più marcata rispetto a quella che ha caratterizzato le vendite estere.

Tuttavia, la crescita annua del surplus commerciale (+3%) risulta di gran lunga inferiore rispetto a quella che aveva caratterizzato la bilancia commerciale nel mese di luglio 2024 (+28%).

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1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

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1 In Evidenza - 01 set 2025

CIA Abruzzo: “Agricoltura al primo posto per imprenditori over 70. Urgente investire su giovani"

L’agricoltura è il settore più colpito dall’invecchiamento imprenditoriale in Italia. Quasi un titolare su tre (28,3%) ha oltre 70 anni e più di due su tre superano i 55 anni. In Abruzzo, la situazione è ancora più marcata: secondo i dati Unioncamere e InfoCamere, il 14% delle aziende agricole è guidato da over 70, mentre i giovani sotto i 25 anni sono appena 330 su oltre 44.000 imprese.

Un fenomeno che si inserisce in un quadro di forte riduzione strutturale: dal 2010 al 2025 hanno chiuso i battenti 182.424 imprese agricole in Italia, pari a una contrazione del 21%, con oltre 200mila imprese individuali scomparse. In Abruzzo, la provincia di Chieti figura tra le più colpite a livello nazionale, con il 17,6% di over 70 tra i titolari e un incremento di quasi 5 punti percentuali in dieci anni.

“Il settore agricolo resiste, ma senza ricambio generazionale rischia di non avere futuro”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “Non possiamo permettere che il peso delle aziende resti sulle spalle di una classe imprenditoriale che invecchia, senza garantire ai giovani opportunità reali di ingresso”.

Il problema è strutturale: solo il 9% delle aziende italiane è oggi condotto da under 40. Le difficoltà di accesso al credito, i costi di avviamento elevati e la burocrazia scoraggiano i giovani. “Occorre un piano straordinario che metta al centro i giovani agricoltori, sostenendoli con incentivi fiscali, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e transizione ecologica”, prosegue Sichetti, “Bisogna offrire strumenti moderni che rendano l’agricoltura non solo tradizione, ma un settore competitivo, sostenibile e redditizio”.

L’innovazione è la chiave per rendere l’agricoltura attrattiva: agricoltura di precisione, uso di droni e sensori, energie rinnovabili, gestione digitale delle aziende e pratiche sostenibili possono rappresentare il vero motore del ricambio generazionale. “La formazione dei giovani e il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca e sviluppo devono diventare una priorità. È l’unico modo per trasformare l’invecchiamento in un’opportunità di rinnovamento”, conclude il Presidente della Confederazione.

A ribadire l’urgenza di interventi concreti arriva anche la voce dei giovani: Diego Pasqualone, Presidente Agia Abruzzo, sottolinea come “gli istituti di credito abbiano una responsabilità fondamentale in questa fase. Senza un reale sostegno finanziario i giovani restano fuori dall’agricoltura, nonostante entusiasmo e idee innovative. Servono strumenti di accesso al credito semplici, veloci e sostenibili, perché solo così possiamo trasformare la voglia di impresa delle nuove generazioni in aziende solide e capaci di competere”.

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1 In Evidenza - 25 ago 2025

Olio d’Abruzzo: qualità e valore crescono, mentre i produttori guardano con fiducia alla nuova annata

L’olivicoltura abruzzese conferma il suo ruolo strategico nello scenario nazionale, pur registrando per la campagna 2024/2025 un calo produttivo significativo. Secondo le elaborazioni ISMEA, l’Abruzzo ha prodotto 6.288 tonnellate di olio, in flessione del -24% rispetto al 2023 e del -21% rispetto alla media delle ultime quattro campagne, un dato più pesante rispetto alla media nazionale (-15%). La causa principale è la fisiologica annata di scarica, aggravata dalle difficoltà climatiche che hanno penalizzato le regioni del Sud.

La provincia di Chieti rimane il cuore della produzione regionale con 3,1 milioni di kg di olio, circa il 50% del totale, seguita da Pescara (25%), Teramo (23%) e L’Aquila (2%).

Nonostante i volumi in calo, la qualità degli oli abruzzesi è rimasta elevata. Le due DOP regionali, Aprutino Pescarese e Colline Teatine, hanno raggiunto nel 2025 quotazioni record di 12 €/kg, tra le più alte d’Italia, confermando il valore e l’identità dei prodotti locali.

Un passo decisivo per la valorizzazione del comparto è l’istituzione della nuova Indicazione Geografica Protetta “Olio d’Abruzzo”, fortemente voluta da CIA Agricoltori Italiani Abruzzo e approvata con parere favorevole dalla Regione (Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul BURA n. 26 del 3 luglio 2024). L’IGP, ora in attesa del riconoscimento ministeriale, definisce standard di qualità elevati e promette ricadute positive sul reddito dei produttori locali.

“Il calo produttivo era in parte atteso, ma non deve oscurare la forza del nostro olio”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo. “I valori record raggiunti sul mercato testimoniano la qualità, l’identità territoriale e l’impegno dei nostri produttori. Guardando al prossimo raccolto, tra circa un mese, le previsioni sono molto positive: la sanità del prodotto è ottima e ci attendiamo una raccolta in linea con le annate di carica. Questa prospettiva ci dà fiducia e conferma il grande potenziale dell’olivicoltura abruzzese. Allo stesso tempo, l’avanzamento dell’IGP Olio d’Abruzzo rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le produzioni locali, aumentare il reddito dei nostri olivicoltori e generare benefici anche sul paesaggio e sul turismo.”

Nonostante la riduzione dei volumi, l’olivicoltura resta un pilastro dell’agroalimentare abruzzese. Per CIA Abruzzo, la crescita dei prezzi, il riconoscimento delle DOP e l’IGP indicano chiaramente la strada da seguire: puntare su qualità, distintività e sostenibilità per consolidare la presenza dell’Abruzzo sui mercati nazionali e internazionali.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 19 ott 2021

Eima 2021: Cia guida la transizione digitale con i leader dell’agritech

Accompagnare i produttori nel processo tecnologico e culturale di transizione digitale, fornendo servizi utili a implementare il business delle aziende. Ѐ questa la mission dell’accordo annunciato oggi ad EIMA International 2021 fra Cia-Agricoltori Italiani e Agia, la sua associazione dei giovani imprenditori agricoli, con tre importanti player dell’agritech italiano -Image Line, Ruralset e xFarm- che diventeranno partner strategici dell’associazione nel processo di innovazione, fondamentale per alfabetizzare le Pmi del settore agricolo, traghettandole verso lo smart farming. Secondo Cia, è questa la sfida di un moderno sindacato, nel momento in cui la digitalizzazione in agricoltura sta assumendo un ruolo di primo piano all'interno delle politiche comunitarie, col forte impulso -sia dalla Pac che dal PNRR- all’implementazione della tecnologia dell’informazione. Digitalizzare è, infatti, sinonimo di semplificazione e risparmio, utilizzando le opportunità offerte dell’hi-tech per riuscire a “produrre di più con meno” con una corretta gestione delle risorse, a partire da quella idrica, rinnovando anche il parco macchine e migliorando la tracciabilità della filiera. Lo scopo finale è di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ma anche quella ambientale e sociale dell’agricoltura, permettendo al settore di competere a livello globale.

Cia vuole, dunque, diventare soggetto primario nella trasformazione digitale nel settore agricolo, diventando punto di riferimento dei principali attori istituzionali e privati. Attraverso la partnership con Image Line, Ruralset e xFarm, Cia si pone l’obiettivo di supportare le aziende agricole nella scelta delle soluzioni migliori, offrendo loro una formazione tecnica dedicata e riconosciuta e colmando il gap digitale che ancora sussiste, in particolare nelle aree interne. In generale, Cia stima, infatti, che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con l’agritech.

Robotizzazione in campo, sistemi satellitari e Big Data guideranno la rivoluzione tecnologica interconnessa, attraverso tecnologie avanzate mirate a implementare e rendere più sostenibili gli output di produzione. “Fare smart farming significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte (“data driven decision”) -dichiara Claudia Merlino, direttore generale Cia-, gli agricoltori non producono, infatti, solo cibo ma anche dati, che sono il driver del nuovo paradigma digitale. La conoscenza puntuale dei dati nell’azienda è la chiave di volta, unica ed insostituibile, per il cambio di passo dell’intero sistema rurale”.

Il percorso di trasformazione digitale del settore agricolo è anche la condizione necessaria a garantire la tracciabilità e la trasparenza delle filiere agroalimentari grazie alla blockchain, che necessita di una dose massiccia di dati e tecnologie avanzate, oltre a un elevato grado di competenze. “Gli agricoltori italiani hanno, quindi, bisogno di essere accompagnati in questo processo di transizione digitale per applicare i processi di blockchain -prosegue Merlino-, che possono supportare il mondo agricolo sia recuperando quote di valore nella catena agroalimentare, sia in materia di sicurezza alimentare, nella tutela del rapporto con i consumatori, offrendo loro la possibilità di consultare in trasparenza tutte le informazioni relative a un prodotto”.

"Siamo tre player del mondo dell’innovazione digitale per l’agricoltura ed abbiamo da sempre a cuore la questione dei dati, della consulenza evoluta e del progresso verso un orizzonte smart -dichiara Roberto Bandieri di Ruralset-. L’agricoltura innovativa non ha altro limite che l’immaginazione dei suoi protagonisti e ha l’urgenza indifferibile di aiutare le imprese agricole a efficientare la produzione, facendo le scelte giuste, al momento giusto e nel posto giusto. La tecnologia e le competenze ci sono, tocca adesso passare ai fatti per creare le condizioni di una vera rivoluzione digitale nel settore rurale. Siamo, dunque, grati a Cia-Agricoltori Italiani per avere individuato in ImageLine, Ruralset e xFarm i partner idonei a intraprendere un percorso così ambizioso e altamente sfidante”. 

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1 In Evidenza - 19 ott 2021

Latte: Cia scrive alle Regioni. Stalle strozzate, subito aumento di 5 centesimi al litro

 Arrivare subito a un aumento di almeno 5 centesimi al litro sul prezzo del latte conferito nella Regione Lombardia, che determina -come è noto- anche quello nel resto del Paese. Dopo il fallimento del tavolo di filiera al Mipaaf, è questo l’accorato appello di Cia-Agricoltori Italiani alle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, attraverso una lettera indirizzata ai rispettivi assessori all’agricoltura.

Secondo Cia, l’incremento dei costi di produzione di latte bovino dovuto al rincaro delle materie prime (+30%) e dei rialzi dei listini di mangimi, fertilizzanti ed energia, ha messo in ginocchio le stalle italiane, che non possono più andare avanti senza un significativo aumento del prezzo del latte, attualmente inferiore al costo di produzione (circa 0,45 €/lt). Così il presidente Dino Scanavino: “La filiera lattiero-casearia deve garantire una quotazione equa agli allevatori, che non vada solo a coprire i costi, ma offra anche la giusta redditività alle aziende agricole, già colpite dagli effetti della pandemia. Nonostante gli industriali abbiano riconosciuto davanti al ministro la crisi dei produttori e stiano godendo i frutti positivi dei bilanci dell’export di formaggi e di quotazioni favorevoli del latte spot, non sembra esserci alcuna intenzione di riconoscere l’aumento richiesto a gran voce dal sistema allevatoriale”.

E’ fondamentale ora agire con urgenza per evitare il collasso dell’intero settore, che pesa circa il 12% sull’industria alimentare e conta 26.000 aziende. “Ecco perché -conclude il presidente di Cia- continuiamo a lavorare senza sosta per aiutare i produttori a uscire dalla crisi e chiediamo, dunque, alle singole regioni di intervenire, convocando le parti per facilitare un accordo a livello territoriale, che possa poi coinvolgere a cascata tutte le altre industrie lattiero-casearie italiane”.  

 

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1 In Evidenza - 18 ott 2021

Vinitaly: Cia, oltre 200 buyer allo stand. Premiate nostre aziende

Grande successo per il “Walk Around Tasting” con i vini delle aziende associate allo stand di Cia-Agricoltori Italiani al Vinitaly Special Edition. 

Sono già oltre 200 i buyer e gli operatori commerciali, nazionali e stranieri arrivati, in questi primi due giorni, nello spazio Cia dentro Veronafiere per conoscere e degustare i vini delle nostre imprese agricole, immergersi in un “percorso del gusto” accompagnati dai sommelier esperti dell’AIS e incontrare i produttori provenienti da Veneto, Umbria, Toscana, Puglia, Piemonte, Marche, Emilia-Romagna, Campania e Basilicata. 

Un’affluenza che premia la qualità del vino Made in Italy e le eccellenze dei territori, rappresentate dalle aziende Cia, che saranno protagoniste anche di un evento “fuori Salone”. Si terrà stasera, infatti, nell’ambito del Vinitaly, l’iniziativa “Incoming in Cantina”, presso l’azienda Monte Tondo a Soave, organizzata da Cia in collaborazione con la società AREA39. Obiettivo, agevolare nuovi incontri commerciali B2B tra produttori e operatori del settore wine. 

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1 In Evidenza - 18 ott 2021

Vinitaly: Cia, è l’ora della ripartenza. Avanti su promozione e lotta al Prosek

Il Vinitaly Special Edition è un segnale importante di ripartenza del vino, dopo il punto di rottura rappresentato dalla pandemia che ha fatto perdere al settore oltre 3 miliardi di euro solo nel 2020, con un crollo medio dei fatturati del 15%. Ora più che mai serve fare squadra, ragionare in ottica di sistema, creare una filiera organica, costruire alleanze sempre più strette con il settore fieristico per attrarre buyer esteri, puntare sulla promozione per competere sempre meglio sui mercati internazionali. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione del convegno inaugurale del Vinitaly, da oggi al 19 ottobre a Veronafiere, dove l’organizzazione è presente al Padiglione 4 Stand C6 con il “Walk Around Tasting” delle aziende associate.

L’export è strategico per il vino Made in Italy -ha detto Scanavino-. Per questo tornare in presenza, dopo più di un anno, con un evento dedicato al wine business e ai B2B è fondamentale per sostenere il comparto e raggiungere l’obiettivo dei 7 miliardi di euro realizzati sui mercati esteri a fine 2021. Mantenendo intatto il secondo posto dell’Italia nella classifica globale dei maggiori Paesi esportatori, dopo la Francia, con una quota del 20% sul totale del vino esportato nel mondo.

Ancora una volta, a guidare l’export tricolore sono gli spumanti, che rappresentano praticamente un quarto delle esportazioni vinicole nazionali, con un valore di oltre 2 miliardi, per il 70% grazie al sistema Prosecco -ha ricordato il presidente di Cia-. Ecco perché, adesso, è necessario essere uniti e compatti in Europa contro il riconoscimento della menzione tradizionale croata “Prosek”. Pur essendo prodotti differenti, infatti, il nome del vino croato è troppo simile a quello delle bollicine italiane e può trarre facilmente in inganno i consumatori di tutto il mondo, nuocendo seriamente ai nostri produttori. L’unico vero Prosecco è quello prodotto in Italia, e bisogna difenderlo a tutti i costi, tanto più che un eventuale via libera al Prosek sarebbe un pericoloso precedente, andando a inficiare l’impianto di tutela della qualità Ue costruito con il sistema delle Dop e Igp.

            In più, secondo Scanavino, per sostenere il rilancio post Covid, è necessario puntare sulla promozione, utilizzando tutte le risorse a disposizione per la valorizzazione sui mercati stranieri dei nostri vitigni e territori vocati. In questo senso, bisogna salvaguardare lo strumento della promozione Ue, visto che la riforma avviata a Bruxelles rischia di escludere proprio i prodotti vitivinicoli dai finanziamenti dedicati. Un disegno che va assolutamente impedito -ha concluso il presidente di Cia- mentre sul fronte nazionale sosteniamo con convinzione lo stanziamento di 25 milioni di euro, da parte del Mipaaf, per la definizione di un programma di promozione istituzionale del vino italiano nel mondo. Una campagna quanto mai necessaria, e complementare alla promozione “di brand” effettuata dalle aziende, per rafforzare, nei mercati chiave, l’immagine dell’Italia come Paese produttore di vino.

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1 In Evidenza - 14 ott 2021

Lavoro: Donne in campo, parità salariale passo importante per società italiana

E’ stato fatto un passo importante per superare il cosiddetto gender pay gap, divario retributivo che penalizza, da sempre, le donne e rappresenta una piaga nel mondo del lavoro. Ora occorre il massimo impegno per una rapida approvazione al Senato, in modo da garantire al più presto una pari opportunità sui luoghi di lavoro". Così la presidente nazionale di Donne in Campo-CiaPina Terenzi, dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera della legge sulla parità salariale.

          “Il ruolo delle donne in agricoltura è sempre più vitale. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”. Il loro ruolo è legato strettamente a una visione multifunzionale del settore –prosegue la Terenzi- che coniuga la produzione alimentare con welfare, tutela del paesaggio e salvaguardia della biodiversità. Questo le pone in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto: dalle sfide della transizione verde, alla risposta alla terribile crisi pandemica”.

          Un aspetto del testo unico che viene reputato particolarmente importante è l'istituzione della "certificazione della parità di genere" con premialità per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere su opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.

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1 In Evidenza - 13 ott 2021

Anteprima mondiale Tartufo Bianco 2021. Boom da novembre e prezzi in calo

Per il tartufo bianco sarà una stagione complessa, ma che metterà comunque al riparo quantità e qualità del pregiato Made in Italy, tanto apprezzato sul mercato nazionale, ma soprattutto in quello estero che solitamente assicura il 70% della domanda, trainata da Cina, Giappone, Dubai e Usa. Sotto shock per i continui fenomeni atmosferici avversi, come la lunga siccità, il settore, che oggi vale oltre 500 milioni di euro e vede in campo più di 200 mila raccoglitori, dovrà continuare a destreggiarsi con una non nuova instabilità di prezzi e offerta, passando da un avvio di stagione scarso e con pepite piccole, al boom previsto per novembre con buoni livelli di crescita per cavatori, acquirenti e consumatori. I prezzi, potranno, quindi, oscillare tra 4.500 ai 2.000 euro al kg. A dirlo, oggi, i massimi esperti del settore, tornati a riunirsi a Roma, ospiti di Cia-Agricoltori Italiani presso l’Auditorium Giuseppe Avolio, per iniziativa dell’Accademia del Tartufo nel Mondo e con la partecipazione del sottosegretario Mipaaf, Gianmarco Centinaio.

L’appuntamento, che rappresenta l’Anteprima mondiale della stagione del Tartufo Bianco 2021, ha fatto il punto sul comparto dopo l’anno assai incerto della pandemia e in vista di una piena ripartenza che vorrà necessariamente alleato il settore della ristorazione mondiale, da sempre promotore ideale del prezioso prodotto italiano.

All’avvio di stagione, il quadro nazionale tra le regioni più rilevanti, ovvero Piemonte, Toscana, Marche e Umbria, presenta criticità sia sul fronte dell’offerta sia, di conseguenza, su quello dei prezzi con le quotazioni della Borsa di Acqualagna che al momento danno a 2 mila euro al kg la pezzatura 0-15 gr, a 3.200 quella da 15-50 gr e a 4 mila oltre i 50 gr.

“I tempi si allungheranno, ma si arriverà presto a un buon prodotto -ha spiegato meglio Giuseppe Cristini, presidente dell’Accademia-. Nelle Marche, sebbene non di grande caratura, si avranno pepite buone che non supereranno i 2.000 euro al kg. Novembre -ha poi aggiunto- darà in tutte le regioni, grandi soddisfazioni in termini di quantità e qualità”.

Guardando all’Umbria, ma con approccio sul lungo periodo, l’analisi di Olga Urbani, titolare della Urbani Tartufi, azienda storica del settore: “Erano anni che non ricordavamo una stagione così povera di prodotto. La mancanza di giuste piogge durante tutta l’estate sta causando un vero e proprio scompiglio economico per il nostro settore, non solo i prezzi stanno arrivando alle stelle, ma l’offerta è pari a zero, non solo in Italia ma anche nelle terre limitrofe. Ѐ un vero peccato, la domanda è altissima, i mercati cercano il Bianco e, incredibilmente, più degli anni passati, forse anche per un desiderio di rinascita post Covid. Dover rispondere di non averne è davvero difficile. Per questo motivo -ha continuato- ritengo che l’iniziativa dell‘Accademia del Tartufo nel Mondo, assuma un tono ancor più importante. Nei momenti bui va, infatti, trovata una soluzione e noi riteniamo di trovarla in Truffleland, la moderna azienda del Gruppo Urbani dedita alla Tartuficoltura, unica salvezza per le lacune di un prodotto così incredibile e ineguagliabile.”

Dunque, serve anche approccio positivo, come condiviso da tutti i partner riuniti in Cia tra i quali anche la F.I.C., Federazione Italiana Cuochi e Italia a Tavola che ha visto il suo direttore Alberto Lupini, alla moderazione dell’incontro.

Creare un modello incisivo per la valorizzazione il tartufo italiano come il migliore per qualità, identità e tradizioni, rispetto dell’ambiente e del rapporto con i cani, l’obiettivo rinnovato con l’evento in Cia ed espressione del valore di cui l’Accademia del Tartufo nel Mondo si fa garante con cavatori, chef e consumatori. Senza dimenticare la straordinaria forza della tartuficultura come bene rifugio della moderna agricoltura e il contributo alla più preziosa cucina Mediterranea.

“Nel tartufo c’è molto di più di una sola storia da raccontare e promuovere -è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Al mondo della ristorazione internazionale affidiamo, infatti, con le pepite, il legame tra tartuficoltura e attività agricola, la grande biodiversità dell’agroalimentare tricolore e, soprattutto, la rinascita delle aree interne, quei borghi che sempre di più stanno richiamando l’attenzione di investitori e turisti stranieri”.

Ad attrarre, come sottolineato più volte, anche il connubio tartufo e vino, insieme alla tradizione del tagliolino mantecato e alla qualità riconosciuta del Grana Padano. Un’estasi di degustazione raggiungibili grazie all’abbinamento con vini importanti, tra i quali un Arneis del Piemonte, un Vermentino di Gallura, un Bombino Bianco della Puglia e un Bianchello del Maetauro superiore delle Marche. E ancora una Vernaccia di San Gimignano dalla Toscana e un meraviglioso Riesling Renano dell'Alto Adige.

Per l’Accademia del Tartufo nel Mondo, si tratta, dunque, di raccontare l’unicità a tavola e di interpretare il valore sensoriale e culturale, culinario ed emozionali che i tartufi sanno creare con i giusti abbinamenti, perché l’Italia del tartufo fa scuola e può guidare il nuovo rinascimento della cucina italiana, ma anche internazionale, protagonista in piatti inaspettati con frutta o nocciola gentile, come anche in menù vegetariani e vegani delle grandi city.

            “Da qui dovrà nascere una grande Accademia sensoriale per il riconoscimento organolettico di tutte le tipologie di tartufo edibile -ha, infine, anticipato Cristini- e pensiamo anche a un grande Collegio Accademico dei migliori esperti e scienziati, per promuovere una ristorazione al tartufo tutto l'anno, partendo anche dalle giovani leve degli Istituti Alberghieri. Poi, conterà molto, investire sul turismo, accelerando la ripresa insieme ai ristoratori in occasione di Expo Dubai”.

“Le eccellenze del nostro Made in Italy agroalimentare hanno la capacità di emozionare grazie all'unicità dei loro sapori, al patrimonio di biodiversità e al legame con le regioni. Il tartufo è uno dei migliori ambasciatori del tricolore nel mondo -ha, infine, evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio- e in particolare il tartufo bianco è il nostro fiore all’occhiello. Sono le pepite d'oro della nostra terra e grazie alla collaborazione con gli chef e il mondo della ristorazione vengono ancora più valorizzate. Grazie al tartufo, i territori, anche quelli meno conosciuti, possono avere ulteriori opportunità di sviluppo, non solo economico ma anche turistico e sociale”.

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