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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 26 ott 2021

Dall’Assemblea di Donne in Campo-Cia arriva il “Manifesto per la Terra”

Un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente e la pace, per costruire un mondo migliore”. Perché oggi, dopo una pandemia globale e alle soglie di grandi cambiamenti e nuove sfide, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. Ѐ un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”. Questo l’obiettivo del “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori ma anche un Documento programmatico, presentato da Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione dell’Assemblea annuale che si è tenuta a Pompei.

            “Dobbiamo dare forza alle donne perché guidino culturalmente e democraticamente le prospettive comuni -ha detto la presidente nazionale di Donne in Campo, Pina Terenzi-. C'è bisogno di una visione univoca tra le donne che sono nei luoghi strategici del pianeta, nelle campagne, ma anche alla guida degli Stati in Africa, Asia, America Latina”. In questa fase “le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la salute e l’educazione. Per questo -ha spiegato Terenzi- le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.

            In particolare, come associazione Donne in Campo, in rappresentanza delle oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane e del 40% della forza lavoro del comparto, “pensiamo che l’agricoltura del futuro debba nutrire la salute e il benessere, ricamare paesaggi, intessere comunità, produrre biomateriali, conservare biodiversità e tradizioni, custodire semi, coltivare foreste, fornire fitoterapici, ristabilire equilibri naturali -ha evidenziato Terenzi-. L’etica del produrre è la nostra visione”.

            Il “Manifesto per la Terra” è stato liberamente ispirato dalle parole di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi e speciale madrina dell’Assemblea delle Donne in Campo: “Vogliamo ricucire gli strappi tra passato e futuro -ha dichiarato- figlie di un’epoca di donne che ha fatto la storia, ma anche madri di una nuova generazione, che dovrà conservare la forza dei nostri valori”.

Ospiti dell’iniziativa anche la vicepresidente dell’Anp, l’associazione pensionati di Cia, Anna Graglia e la presidente dell’Agia, l’associazione giovani di Cia, Liana Agostinelli. Ampio spazio, poi, alle testimonianze delle Donne in Campo su valore etico del cibo e agricoltura sociale e sostenibile: Luisa Broggini e Camilla Crugnola degli Orti Broggini (Varese), Francesca Mantovani della Copaps Coop onlus (Sasso Marconi - Bologna), Paola Fattorini della Fattoria didattica l’Asino che ride (Ancona) e Concetta La Rocca del Parco del Pollino (Matera). Nel suo video-saluto, l’eurodeputata Pina Picierno ha quindi descritto l’impegno sulla Pac a favore delle donne, mentre la segretaria generale dell’OMA Arianna Giuliodori ha ricordato come l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori crede fortemente nella natura multidimensionale del settore, non soltanto per la lotta all’insicurezza alimentare e al cambiamento climatico, ma anche come veicolo di sviluppo sociale ed economico. 

“Ringrazio Donne in Campo per il lavoro che fa e per l’impegno che mette a sostegno delle imprenditrici agricole -ha sottolineato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, chiudendo l’Assemblea-. Fortunatamente, in una società che evolve con fatica, la forza, la determinazione, l’intraprendenza e il merito delle donne si impone sempre di più. E sono tutte caratteristiche che servono ancora di più oggi, di fronte a un momento storico così strategico, così delicato, in cui Cia vuole esserci e dare il suo contributo di visione e di progetti”.

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1 In Evidenza - 21 ott 2021

Cinghiali: Cia, no a estensione divieto caccia in caso di stato calamità per incendi

No a misure estensive del divieto di caccia, in caso di dichiarazione dello stato di calamità per gli incendi boschivi. Così Cia-Agricoltori Italiani, dopo le proposte di emendamento in sede di conversione del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, che dispone misure di contrasto agli incendi boschivi. L’allargamento del divieto dell’esercizio venatorio a Comuni e Regioni in zone molto più ampie rispetto a quelle percorse dal fuoco, farebbe temere un’ulteriore diffusione della fauna selvatica, in particolare di alcune specie come i cinghiali.

Cia-Agricoltori Italiani chiede pertanto un forte impegno delle forze politiche a opporsi all’approvazione di tali proposte. I danni causati dagli ungulati -sottolinea Cia- sono sempre maggiori per le aziende agricole, arrivate all’esasperazione, e sono in costante aumento anche i rischi per l’incolumità dei cittadini, non solo nelle aree rurali.

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1 In Evidenza - 21 ott 2021

Eima 2021: Agia-Cia, dagli under 20 macchine hi-tech per l’agricoltura eroica

Un drone “terreno” per campi in pendenza, con motore elettrico, impianto satellitare e sensori che monitorano, in tempo reale, lo stato fisiologico delle piante e, quindi, aiutano a prevenire malattie, ridurre sprechi e rendere competitiva anche l’agricoltura eroica sopra i 700 mt. Un dirigibile ecosostenibile con un grande ombrello capovolto per intercettare e poi aspirare e raccogliere le olive dall’alto. Serve in zone impervie, ma dove l’altitudine è sinonimo di esclusiva qualità dell’olio. E ancora, un esoscheletro ispirato alla saga di Star Wars, ma più realistico, per supportare e potenziare il lavoro dell’uomo quando troppo gravoso o in aree difficili da raggiungere. Sono questi alcuni dei più visionari e sostenibili, prototipi tecnologici messi a punto da Under 20 per migliorare l’agricoltura delle aree interne d’Italia, nonché i primi tre classificati del contest “La macchina agricola che vorrei!” ideato per studenti di scuole superiori da Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani con FederUnacoma e Rete Istituti Agrari Senza Frontiere. Oggi, a EIMA International 2021, in occasione dell’Assemblea nazionale di Agia-Cia, la premiazione che finanzia la ricerca nelle scuole e crea nuove sinergie con i costruttori di macchinari per il settore.

            Grande soddisfazione da parte di Agia-Cia, dunque, per un’iniziativa che ha fatto emergere, ancora una volta, il grande potenziale per l’agricoltura, rappresentato dalle giovani generazioni. Non a caso, sottolinea l’Associazione, in dieci anni, il numero degli imprenditori agricoli laureati è raddoppiato (dal 10 al 20%) e le aziende del settore condotte da giovani, in controtendenza rispetto ad altri settori produttivi, sono aumentate del 5% negli ultimi 5 anni, portando i giovani agricoltori e allevatori a superare quota 50 mila e a rappresentare, nel settore, il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa.

            Nel dettaglio, i tre progetti vincitori del contest -nell’ordine “My S.A.S. - My Smart Agricultural Sensor” (Ist. Omnicomprensivo del Fortore Riccia - Sant’Elia, CB); “DirigibilITA” (Ist. Einaudi-Alvaro - Palmi, RC) e “Camminatore I-TA21” (Ist. Einaudi-Alvaro - Palmi, RC)- sono stati selezionati, da una giuria di esperti, tra più di 100 proposte, arrivate da 37 Istituti agrari che con la Rete Ita senza Frontiere riunisce oltre 7 mila studenti in tutta Italia, diversi dei quali già coinvolti, tra il 2020 e il 2021, in webinar online su meccanica agricola e centralità zone rurali, già protagoniste del progetto nazionale Cia “Il Paese che Vogliamo”.

            Ad accomunare, infatti, molte delle idee presentate, tanta analisi di settore e sul territorio, attività sollecitata dalla consapevolezza che difficoltà d’accesso per morfologia del Paese e gap infrastrutturale, sia fisico che digitale, rappresentino ancora il vero grande limite allo sviluppo agricolo e, quindi, economico di gran parte della dorsale appenninica dove vivono 12 milioni di persone. Ma non è tutto, precisa Agia-Cia. La rivoluzione digitale ed ecologica del New Green Deal Ue, richiede anche un cambio di passo culturale.

            “In primo luogo -è intervenuto il presidente di Agia-Cia, Stefano Francia- occorre intervenire nelle scuole superiori a indirizzo agrario dove, negli ultimi 10 anni, la riforma non ha valorizzato l’insegnamento delle materie tecnico-scientifiche, portate a sole 32 ore settimanali, e si è persa, per esempio, la meccanica agraria. Un danno notevole anche per le imprese, se si tiene conto del lavoro autonomo. Poi -ha aggiunto Francia- dobbiamo chiudere il cerchio sul Data Governance Act, necessario a riportare equità e inclusione sulla proprietà dei dati e, quindi, a restituire valore ai suoi diretti produttori. Nel nostro caso, gli imprenditori agricoli che devono poter essere riconosciuti proprietari dei dati che forniscono dai campi e beneficiare dei risultati che con essi vengono raggiunti da ricerca e industria”.

            Su questi due fronti, Agia-Cia è tornata a fare il punto nella sua Assemblea nazionale a Eima International, forte di una lunga importante collaborazione con FederUnacoma proprio per investire insieme su formazione e innovazione nel campo della meccanica agricola. Inoltre, Agia-Cia è interlocutore di riferimento per la Commissione Ue nella stesura del documento per un quadro giuridico comune sulla gestione del dato.

            “Infine -ha concluso Francia- non è pensabile tirare in ballo il mondo dell’istruzione, come le istituzioni nazionali ed europee, affinché valorizzino competenze e risorse, se come organizzazioni del comparto agricolo non guidiamo la transizione digitale anche al nostro interno e attraverso i servizi per gli associati. Per questo Cia ha già siglato un accordo con xFarm, Image Line e Ruralset, tra i più interessanti e promettenti player dell’agritech italiano”.

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1 In Evidenza - 20 ott 2021

Ue: Cia, avanti su “Farm to Fork” con azioni e incentivi ad agricoltori per la transizione

L’approvazione da parte del Parlamento Ue della relazione sulla strategia “Farm to Fork” segna l’inizio di un percorso importante per il futuro dell’agricoltura europea, che non può prescindere dal protagonismo degli agricoltori e da azioni concrete a sostegno della transizione. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il via libera oggi da Strasburgo con 452 voti a favore.

            Le proposte approvate dal Parlamento europeo migliorano, su alcuni aspetti, i contenuti della strategia F2F presentata dalla Commissione, mentre su altri inseriscono ulteriori elementi di preoccupazione. Rispetto all’individuazione di nuovi obiettivi vincolanti a discapito del settore zootecnico o all’ipotesi di sistemi di etichettatura poco trasparenti come il Nutriscore, Cia insiste sulla necessità di trovare soluzioni e nuove opportunità, da un lato con investimenti in ricerca e innovazione e, dall’altro, con etichette condivise finalizzate a informare e non a condizionare le scelte alimentari dei consumatori.

            Agli agricoltori va data la possibilità di contribuire alla transizione ecologica europea, ma con pragmatismo e coerenza. Cia condivide la volontà dell’Europa di rendere il sistema agroalimentare ancora più green, senza dimenticare però la necessità di riconoscere e compensare i comportamenti virtuosi e guardando sempre all’obiettivo imprescindibile della sostenibilità economica delle imprese, senza la quale non è possibile neppure la sostenibilità ambientale e sociale.

            Per Cia, inoltre, è fondamentale che la Commissione adesso tenga conto della posizione del Parlamento Ue sulla necessità di avere una valutazione di impatto ex-ante complessiva e approfondita della “Farm to Fork”, come sostenuto nell’emendamento approvato proposto dall’onorevole Herbert Dorfmann. Diversi studi pubblicati nelle ultime settimane, infatti, continuano a evidenziare la forte possibilità che, applicando la strategia F2F si potrà andare incontro a una riduzione della produzione agricola europea con conseguente aumento dei costi di produzione. Bisogna scongiurare che future proposte legislative si traducano in ulteriori aggravi burocratici per gli agricoltori, penalizzando realtà produttive che svolgono un ruolo chiave per la sostenibilità con la salvaguardia dei territori e delle aree rurali.

            Nei prossimi mesi -conclude Cia- ci impegneremo affinché l’Europa presenti norme che si traducano in opportunità concrete per le imprese, contando ancora sul supporto del Parlamento. Il percorso segnato dalla strategia F2F dovrà essere incluso anche nelle scelte strategiche del Piano Nazionale della futura Pac, che dovrà includere azioni e incentivi concreti alle aziende impegnate nell’obiettivo di un sistema produttivo ancora più sano, equo e rispettoso dell’ambiente.

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1 In Evidenza - 19 ott 2021

Vinitaly: Cia, con “Incoming in Cantina” riparte internazionalizzazione aziende

Un “restart tasting” per sostenere nel post Covid il rilancio dell’internazionalizzazione delle aziende vinicole associate, attraverso la costruzione e la promozione di nuovi incontri commerciali con i buyer esteri del settore wine. Questo l’obiettivo dell’Incoming in Cantina organizzato da Cia-Agricoltori Italiani a Soave. 

Un evento fuori Salone, in occasione del Vinitaly Special Edition, con la collaborazione della società AREA39, per sottolineare che la ripartenza del vino tricolore non può prescindere dall’export e dall’accesso ai mercati internazionali.

Negli spazi dell’azienda Monte Tondo, location dell’Incoming, si sono date appuntamento una ventina di aziende Cia, dal Veneto prima di tutto, ma anche provenienti da Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, per incontrare in B2B dedicati importatori e intermediari del comparto vino che operano sul mercato tedesco, olandese, finlandese, russo, canadese e americano. Presenti anche ristoratori e sommelier per conoscere e degustare le bottiglie d’eccellenza delle nostre imprese agricole. 

A fare gli onori di casa, il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini e il presidente di Cia Toscana, Luca Brunelli. 

“Bisogna continuare a dare risposte alle aziende del settore che vengono fuori da una crisi senza precedenti a causa della pandemia -spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. In questo senso, agevolare e promuovere incontri ‘business to business’ tra i produttori di vino e gli operatori commerciali è fondamentale. Oggi più che mai va preservato, sostenuto e incoraggiato l’ingresso e la permanenza delle aziende sui mercati, nazionali e soprattutto stranieri. La sfida del vino tricolore oggi si gioca sulla promozione, puntando su quattro direttrici: identità, territorio, sostenibilità, innovazione”. 

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1 In Evidenza - 19 ott 2021

Eima 2021: Cia guida la transizione digitale con i leader dell’agritech

Accompagnare i produttori nel processo tecnologico e culturale di transizione digitale, fornendo servizi utili a implementare il business delle aziende. Ѐ questa la mission dell’accordo annunciato oggi ad EIMA International 2021 fra Cia-Agricoltori Italiani e Agia, la sua associazione dei giovani imprenditori agricoli, con tre importanti player dell’agritech italiano -Image Line, Ruralset e xFarm- che diventeranno partner strategici dell’associazione nel processo di innovazione, fondamentale per alfabetizzare le Pmi del settore agricolo, traghettandole verso lo smart farming. Secondo Cia, è questa la sfida di un moderno sindacato, nel momento in cui la digitalizzazione in agricoltura sta assumendo un ruolo di primo piano all'interno delle politiche comunitarie, col forte impulso -sia dalla Pac che dal PNRR- all’implementazione della tecnologia dell’informazione. Digitalizzare è, infatti, sinonimo di semplificazione e risparmio, utilizzando le opportunità offerte dell’hi-tech per riuscire a “produrre di più con meno” con una corretta gestione delle risorse, a partire da quella idrica, rinnovando anche il parco macchine e migliorando la tracciabilità della filiera. Lo scopo finale è di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ma anche quella ambientale e sociale dell’agricoltura, permettendo al settore di competere a livello globale.

Cia vuole, dunque, diventare soggetto primario nella trasformazione digitale nel settore agricolo, diventando punto di riferimento dei principali attori istituzionali e privati. Attraverso la partnership con Image Line, Ruralset e xFarm, Cia si pone l’obiettivo di supportare le aziende agricole nella scelta delle soluzioni migliori, offrendo loro una formazione tecnica dedicata e riconosciuta e colmando il gap digitale che ancora sussiste, in particolare nelle aree interne. In generale, Cia stima, infatti, che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con l’agritech.

Robotizzazione in campo, sistemi satellitari e Big Data guideranno la rivoluzione tecnologica interconnessa, attraverso tecnologie avanzate mirate a implementare e rendere più sostenibili gli output di produzione. “Fare smart farming significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte (“data driven decision”) -dichiara Claudia Merlino, direttore generale Cia-, gli agricoltori non producono, infatti, solo cibo ma anche dati, che sono il driver del nuovo paradigma digitale. La conoscenza puntuale dei dati nell’azienda è la chiave di volta, unica ed insostituibile, per il cambio di passo dell’intero sistema rurale”.

Il percorso di trasformazione digitale del settore agricolo è anche la condizione necessaria a garantire la tracciabilità e la trasparenza delle filiere agroalimentari grazie alla blockchain, che necessita di una dose massiccia di dati e tecnologie avanzate, oltre a un elevato grado di competenze. “Gli agricoltori italiani hanno, quindi, bisogno di essere accompagnati in questo processo di transizione digitale per applicare i processi di blockchain -prosegue Merlino-, che possono supportare il mondo agricolo sia recuperando quote di valore nella catena agroalimentare, sia in materia di sicurezza alimentare, nella tutela del rapporto con i consumatori, offrendo loro la possibilità di consultare in trasparenza tutte le informazioni relative a un prodotto”.

"Siamo tre player del mondo dell’innovazione digitale per l’agricoltura ed abbiamo da sempre a cuore la questione dei dati, della consulenza evoluta e del progresso verso un orizzonte smart -dichiara Roberto Bandieri di Ruralset-. L’agricoltura innovativa non ha altro limite che l’immaginazione dei suoi protagonisti e ha l’urgenza indifferibile di aiutare le imprese agricole a efficientare la produzione, facendo le scelte giuste, al momento giusto e nel posto giusto. La tecnologia e le competenze ci sono, tocca adesso passare ai fatti per creare le condizioni di una vera rivoluzione digitale nel settore rurale. Siamo, dunque, grati a Cia-Agricoltori Italiani per avere individuato in ImageLine, Ruralset e xFarm i partner idonei a intraprendere un percorso così ambizioso e altamente sfidante”. 

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