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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 01 apr 2021

Dl Sostegni: al via domande per i contributi a fondo perduto

Da oggi e fino al prossimo 28 maggiooltre 260 mila aziende della filiera agroalimentare possono fare domanda per i contributi a fondo perduto del Dl Sostegni.

 

PER SAPERNE DI PIU' E VERIFICARE SE HAI I REQUISITI GIUSTI PER POTERLO OTTENERE, VAI SUL PORTALE CIASostieneleimprese (Il link utile: https://sites.google.com/cia.it/ciasostieneleimprese/home-page)

 

Nel dettaglio, sarà di circa 800 milioni la partecipazione del settore agroalimentare ai contributi a fondo perduto dell'articolo 1 del Decreto Sostegni, 300 milioni la decontribuzione per il settore agricolo e l'incremento di 150 milioni del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura. Prorogata la cassa integrazione salariale per operai agricoli per un massimo di 120 giorni fino al 31 dicembre 2021.

Ai titolari di reddito agrario con compensi e ricavi non superiori a 10 milioni di euro verrà riconosciuto un contributo a fondo perduto, a condizione che l'ammontare medio mensile del fatturato del 2020 sia inferiore almeno del 30% all'ammontare medio mensile del fatturato del 2019. Il contributo, che dipende dal fatturato dell'azienda, è determinato in misura pari all'importo ottenuto applicando una  percentuale  alla differenza  tra  l'ammontare  medio mensile del fatturato  e  dei corrispettivi  dell'anno  2020  e  l'ammontare  medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2019 e va da un massimo del 60% della perdita subita per chi ha ricavi o compensi non superiori ai 100 mila euro al minimo del 20% per chi ha ricavi o compensi tra i 5 e i 10 milioni di euro.

 

"Un altro piccolo passo per uscire dal dramma sanitario ed economico che ha colpito il nostro Paese -ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli-  con la certezza che bisognerà investire non solo sul fronteggiare le necessità più urgenti, ma anche e soprattutto sull'avvio di un vero e proprio piano di rilancio. Il grande lavoro che stiamo portando avanti sul Recovery Fund dovrà puntare a proiettare il settore agroalimentare verso un nuovo paradigma di crescita e sviluppo, partendo da investimenti per innovare i processi di coltivazione e produzione ed affiancarli ai nuovi strumenti digitali e all'intelligenza artificiale. In questo modo -ha concluso Patuanelli- riusciamo a favorire non solo la transizione ecologica, ma ad avviare nuovi metodi di produzione al passo con la competitività globale e con la sostenibilità ambientale ed economica".

 

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1 In Evidenza - 31 mar 2021

Dl Sostegni: Cia lancia canale online per richieste contributi agricoltori

Ufficialmente attivo il canale web CIASostieneleimprese (https://sites.google.com/cia.it/ciasostieneleimprese/home-page), supporterà le aziende della filiera agricola e agroalimentare nella richiesta dei contributi a fondo perduto previsti dal Dl Sostegni. Ad annunciarlo è Cia-Agricoltori Italiani in occasione del webinar informativo sulle misure per agricoltori, cittadini e imprese, contenute nel Decreto 41/21 varato lo scorso 22 marzo dal Governo Draghi.

Il canale online, messo a punto dall’Ufficio Fiscale di Cia permetterà, con pochi e semplici passi, di verificare prima di tutto se si possiedono i requisiti per fare domanda. Basterà compilare il questionario per ricevere conferma o meno e avere modo di essere supportati nella compilazione, direttamente dai tecnici Cia nella sede più vicina alla propria azienda. Il servizio sarà chiaramente attivo fino allo scadere del termine nazionale stabilito per inoltrare le richieste e fissato per venerdì 28 maggio. 

Nello specifico, la norma prevede un nuovo contributo a fondo perduto per tutti i soggetti che abbiano subìto un calo almeno del 30% dell’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 rispetto a quello 2019. Rientrano nella misura di agevolazione gli imprenditori agricoli, indipendentemente dal sistema di tassazione adottato: sono interessati, dunque, anche gli agricoltori che determinato il reddito su base catastale e, ovviamente, anche le imprese agricole multifunzionali. 

Questa, come tutte le misure del Dl Sostegni per il mondo agricolo e rivolte anche ai cittadini, sono state oggetto del primo webinar nazionale cui seguiranno quelli sul territorio, promossi dal settore Servizi di Cia con l’intervento degli Uffici Fiscale, Legislativo e Credito di Cia insieme con CAF-Cia e INAC-Cia. 

Tecnici ed esperti Cia sono a disposizione nelle sedi regionali e zonali distribuite capillarmente in tutta Italia per dare risposte e supporto, quindi, anche sulle nuove disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale; rifinanziamento del fondo per il Reddito di Cittadinanza; disposizioni in materia di Reddito di Emergenza; esonero contributivo a favore delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura; fondo per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica; incremento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. E ancora, sulla proroga del periodo di sospensione delle attività dell’Agente della riscossione e annullamento dei carichi.



In allegato una scheda di sintesi, a cura dell’Ufficio Fiscale Cia, dedicata alle misure contenute nel Dl Sostegni

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1 In Evidenza - 31 mar 2021

Pasqua: Cia, agriturismi puntano sull’e-commerce per salvare il business

Con il divieto di gite fuori porta, vanno in fumo le abituali 350mila presenze delle vacanze pasquali nei 23mila agriturismi italiani. Un’offerta complessiva di servizi legati all'ospitalità e alla ristorazione che conta quasi mezzo milione di posti a tavola e 300mila posti letto. Il tradizionale appuntamento che apre la stagione del turismo verde anche quest'anno è bloccato dall’emergenze Covid-19, nonostante la garanzia di sicurezza data dagli agriturismi situati sempre in zone con grandi spazi aperti. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, un argine alla crisi del comparto (oltre 1 miliardo perso dall’inizio della pandemia) sta arrivando dall’e-commerce dei prodotti, perché l'attività principale degli agriturismi resta sempre quella agricola. Fra i più venduti online nell’imminenza del lungo week end festivo, si segnalano formaggi, salumi, olio, conserve e legumi, oltre a tutte le tipologie di farine per realizzare in casa le ricette per il pranzo di Pasqua. I titolari delle aziende stanno, dunque, approfittando dell’esplosione del Food and grocery sul web per potenziare le loro vendite online. Solo nel 2020 si è registrato un +55% sull’anno precedente, con un business complessivo di 2,5 miliardi.

Le aziende agrituristiche da sempre puntano sulla multifunzionalità per reagire con dinamicità alle crisi di mercato, diversificando le fonti di reddito anche grazie alla tecnologia. Se durante la pandemia molte hanno reagito con la consegna a domicilio, l’e-commerce è in grado di offrire opportunità maggiori, facendo viaggiare l’agroalimentare ben oltre il Km0.  Nell'attività di supporto del Made in Italy in un momento di crisi per il Paese, Cia ha voluto agevolare la ripresa puntando proprio sull’innovazione digitale delle aziende. Con questo obiettivo è nata la piattaforma dalcampoallatavola.it, primo e-commerce che vede protagonisti gli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale. Grazie al sostegno filantropico di J.P. Morgan, Cia ha voluto mettere a disposizione delle imprese agricole e agrituristiche uno strumento agile, intuitivo ed efficace, che dia un forte impulso al mercato del food online. Nel 2021 si prevede, infatti, un trend del +62%, mentre una survey sul target 18-65 rivela che il 95% incrementerà lo shopping di cibo su web.  

Cia ha ritenuto, dunque, strategico investire in una piattaforma a livello nazionale, che permetta a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore. Con l’aggregazione di un ampio numero di produttori, si potranno così offrire panieri molto diversificati ai consumatori, garantendo la sicurezza nei pagamenti e una logistica sostenibile. 

 

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1 In Evidenza - 27 mar 2021

Accordo di collaborazione tra ASeS e Anp-Cia per “welfare di comunità”

Favorire, sostenere e promuovere un sistema di welfare ispirato ai principi di solidarietà, integrazione, inclusione sociale e sviluppo delle comunità locali. Questo l’obiettivo del protocollo di collaborazione sottoscritto a Roma da ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, la Ong di Cia-Agricoltori Italiani, e Anp, l’Associazione nazionale di riferimento dei pensionati di Cia.

            Al centro dell’accordo l’agricoltura che, da sempre, svolge anche una funzione sociale, soprattutto nelle aree rurali e interne dove, attorno alle aziende agricole, ancora oggi si crea comunità e si garantisce il presidio del territorio. Ma anche nelle aree periurbane, spesso periferiche e degradate delle metropoli, l’attività agricola e, in particolare, l’agricoltura sociale può favorire la creazione e lo sviluppo di comunità locali attive, sensibili e inclusive.

Un aspetto, quello dell’inclusione sociale delle categorie in condizioni di svantaggio o di vulnerabilità, che ASeS ora intende promuovere e rafforzare, in sinergia con Anp-Cia, presentando progetti, come ad esempio sul tema dell’invecchiamento attivo, che possano concretamente contribuire ad accrescere le potenzialità inespresse delle persone, facilitando la partecipazione all’esercizio della cittadinanza attiva da parte degli anziani.

“L’emergenza causata dalla pandemia ha fatto emergere disuguaglianze e nuove povertà e abbiamo sentito ancora più urgente la richiesta di aiuto da parte di persone fragili di tutte le età -ha dichiarato la presidente nazionale di ASeS, Cinzia Pagni-. Ora, però, c’è il rischio dell’insorgere di ulteriori ineguaglianze tra territori, tra città e provincia, tra Nord e Sud. Bisogna agire subito per sostenere chi è in difficoltà e lavorare per migliorare la qualità della vita, anche con l’attivazione di best practices e nuovi progetti costruiti sulle diverse generazioni”. Una sorta di “fase due” dell’impegno già messo in campo dall’Associazione durante il 2020, in particolare con la campagna di donazioni alimentari per aiutare le famiglie in difficoltà, realizzata con la collaborazione di Cia, Caritas e Comunità di Sant’Egidio.

“La lotta all’esclusione e ai rischi di isolamento e povertà relazionale aiuta anche nella prevenzione delle malattie neurovegetative degli anziani, come dimostrano recenti studi -ha aggiunto il presidente di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. La nostra Associazione, attraverso la collaborazione con ASeS, può mettere in campo nuove energie per l’attuazione di progetti a favore degli anziani, essenziali ancora di più con la pandemia. Per guardare al futuro, servono nuova fiducia e senso di responsabilità della comunità in cui si vive, valorizzando le risorse economiche, di tempo, di cura, di competenze e mettendole al servizio degli altri”.

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1 In Evidenza - 25 mar 2021

Biologico: Anabio-Cia, Italia aggiorni strategia secondo piano d’azione Ue

 Il Governo italiano aggiorni al più presto la strategia nazionale sul biologico per essere all’altezza del Green Deal Ue e tutelare la leadership del settore Made in Italy nel mondo. Dall’Europa arrivano stimoli e incentivi importanti da cogliere come opportunità decisiva. Così Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani a commento del “Piano d’azione per lo sviluppo del settore biologico: sulla strada verso il 2030” appena presentato dalla Commissione Ue. 

L’approccio che emerge dal nuovo documento di Bruxelles, sottolinea Anabio-Cia, implica una conversione su larga scala dell'agricoltura convenzionale alla produzione bio che non può essere raggiunta seguendo i vecchi schemi organizzativi e produttivi. L’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati con metodo bio entro il 2030 richiede, infatti, secondo Anabio-Cia, una revisione pragmatica anche delle azioni previste dall’Italia e a rafforzamento dei risultati già raggiunti come i 2 milioni di ettari coltivati a biologico con un valore della produzione pari a 6,3 miliardi di euro.

In quest’ambito serve chiaramente un'analisi d'impatto da parte della Commissione Ue e dell'Italia, precisa Anabio-Cia. Occorre capire gli effetti che avrebbe un aumento della produzione bio su agricoltura totale, tenuta delle aziende del settore e, infine, sui cittadini. Una maggiore offerta con diminuzione dei prezzi, positiva per il consumatore, lancia l’allarme Anabio-Cia, non si ripercuota negativamente sul reddito degli agricoltori, finora tutelati dal mercato. 

Più in generale, aggiunge poi Anabio-Cia, il piano italiano dovrà quanto prima rivedere e integrare gli indicatori quantitativi, avere target più ambiziosi e scadenze chiare. La Commissione Ue spinge su una maggiore accessibilità dei prodotti bio, stimolando la domanda e lavorando sulla fiducia dei cittadini, su un nuovo impulso da dare alla catena del valore e sul riposizionamento del settore nella transizione green. Agli Stati membri e, quindi, anche all’Italia, il compito di spiegare come intendano contribuire al processo, fissando un valore nazionale per la quota di superficie bio nel 2030. La Commissione seguirà con monitoraggio e revisione a medio termine.

Dunque, per Anabio-Cia, c’è sul tavolo una chiara proposta di assunzione di responsabilità tra le parti con l’impegno dell’Europa, attraverso il Piano, ad aumentare il finanziamento per la ricerca e l’innovazione nel comparto, a realizzare una migliore tracciabilità dei prodotti partendo da un organico database dei certificati di tutti i produttori Ue e, ancora, a supportare la promozione tra i consumatori e, in modo particolare, tra i bambini aumentando la distribuzione di prodotti biologici all’interno delle scuole e nelle mense pubbliche.

Da tempo, conclude Anabio-Cia, chiediamo chiarezza, tracciamento, raccolta e analisi dei dati in modo strutturato lungo la filiera produttiva, perché fondamentali al consolidamento del settore e a nuove fasi di sviluppo verso l’aggregazione e la sostenibilità. Il Piano d’azione Ue rappresenta, in tal senso, uno strumento di lavoro utile che le istituzioni italiane devono poter fare proprio, in modo dinamico e anche grazie al contributo delle organizzazioni di settore. Bene, infine, l’istituzione di una ‘Giornata del biologico’ europea.

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1 INAC - 25 mar 2021

Esonero contributivo agricoli autonomi: al via le domande 2021

Nella circolare n. 47 del 2021, l’INPS fornisce le indicazioni utili alla presentazione delle istanze di esonero contributivo da parte dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che si iscrivono alla previdenza agricola per inizio attività dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021. Lo sgravio contributivo è concesso nella misura del 100% per un periodo di due anni.

L'agevolazione è destinata ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant'anni, in riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola.

Contatta i nostri uffici per tutte le istruzioni per la presentazione della domanda di ammissione al beneficio, da inoltrare esclusivamente in via telematica. Le domande presentate in formato cartaceo non saranno prese in considerazione.

Leggi la circolare in allegato.

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