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1 In Evidenza - 05 nov 2025

Credito agricolo in calo anche in Abruzzo: -12% sugli investimenti. Cia: “Senza liquidità paralisi del settore"

Anche in Abruzzo si fa sentire la stretta del credito che sta colpendo il settore primario in tutta Italia. Secondo il Report Ismea 2024 sull’accesso al credito agricolo, nella regione lo stock complessivo dei prestiti alle imprese agricole è sceso dell’1,2% rispetto al 2023, fermandosi a 560 milioni di euro, pari all’1,5% del totale nazionale.

Ma il dato più allarmante riguarda gli investimenti a medio e lungo termine, crollati del 12,1% in un solo anno: -10,4% per la costruzione di fabbricati rurali, -14,7% per l’acquisto di macchine e attrezzature e -6,4% per l’acquisto di immobili.

“Questi numeri parlano chiaro: l’agricoltura abruzzese sta rallentando, non per mancanza di idee o di progetti, ma per assenza di credito”, denuncia Nicola Sichetti, presidente Cia Abruzzo. “Molte aziende non riescono più a investire, schiacciate tra costi produttivi in aumento, eventi climatici estremi e banche sempre più prudenti. Così si rischia di fermare un settore che è fondamentale per l’economia e la coesione dei nostri territori rurali”.

Il rapporto Ismea certifica un quadro nazionale altrettanto difficile: nel 2024 il credito al settore primario è calato del 3,3% (da 39,4 a 38,3 miliardi di euro), e l’80% delle aziende agricole non ha chiesto prestiti. La maggior parte – il 75% – dichiara di non averne avuto bisogno, ma un ulteriore 5% ha rinunciato per paura di un rifiuto.

In Abruzzo, dove il tasso di deterioramento del credito resta relativamente basso (1,81% nell’area Sud), la contrazione degli investimenti preoccupa soprattutto nelle aree interne e di montagna, dove l’accesso al credito è storicamente più difficile.

“Serve un piano straordinario per la liquidità”, aggiunge Sichetti, “Chiediamo alla Regione di attivare fondi di garanzia dedicati, strumenti di microcredito agricolo e canali preferenziali per i giovani agricoltori. Senza misure mirate, il rischio è che le aziende restino ferme proprio mentre il mercato chiede innovazione e sostenibilità”.

La preoccupazione del mondo agricolo cresce anche sul fronte nazionale. Il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo in audizione al Senato sulla legge di Bilancio 2026, ha parlato di una “batosta per l’agricoltura”, denunciando che “non c’è nulla nella manovra che aiuti davvero il comparto”.
In particolare, Cia critica l’articolo 26, che impedisce la compensazione dei crediti d’imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, togliendo alle imprese agricole una delle poche possibilità di recupero delle spese sostenute per innovare.

Cia chiede il rifinanziamento del Fondo per le filiere agricole e la gestione delle crisi di mercato, nuovi investimenti per comparti in difficoltà come il cerealicolo, la proroga della Zes Agricola, oltre a maggiori risorse per “Più Impresa” e per i sostegni contro fitopatie ed epizoozie.

Cia Abruzzo si unisce dunque all’appello lanciato dal livello nazionale, ribadendo la necessità di politiche creditizie e fiscali realmente efficaci, capaci di ridare fiducia agli agricoltori e garantire liquidità a un comparto che resta pilastro economico e sociale della regione.

“Il credito non è solo una leva finanziaria”, conclude Cia Abruzzo, “ma una condizione essenziale per mantenere vivo il tessuto agricolo e garantire cibo, lavoro e presidio del territorio”

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1 In Evidenza - 03 nov 2025

Ue: Cia, accordi commerciali solo con reciprocità e vera tutela per gli agricoltori


Gli accordi commerciali devono servire a creare efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non a scaricare i costi sulle imprese agricole. È questo il messaggio che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha portato al Masaf, nell’incontro con il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ribadendo la posizione dell’organizzazione: reciprocità e tutela effettiva dei produttori devono essere il punto di partenza di ogni trattativa internazionale.
“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri -ha detto Fini-. L’Europa deve garantire parità di regole e condizioni per tutti: solo così gli accordi possono essere strumenti di crescita e non di crisi”.

Cia ha richiamato la necessità di una valutazione d’impatto cumulativa sui vari accordi commerciali oggi in discussione, affinché la politica commerciale dell’Ue non diventi un fattore di instabilità per i mercati agricoli. Allo stesso tempo, ha chiesto clausole di salvaguardia realmente efficaci e tempestive per proteggere le produzioni sensibili.

Nel corso dell’incontro, Cia ha sollecitato il commissario Ue a rilanciare con decisione il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo “zero per zero” sui dazi, a partire dal vino. “La stabilità nei rapporti con Washington è prioritaria”, ha spiegato Fini, ancora di più “dopo i pesanti segni di rallentamento del nostro export agroalimentare verso gli Usa, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024” e anche “contro il rischio di nuovi dazi antidumping sulla pasta italiana”.

Sul dossier Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per l’insufficienza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. “Servono meccanismi automatici e vincolanti, non discrezionali -ha osservato Fini-. Abbiamo necessità di maggiori certezze giuridiche rispetto alle soglie previste del 10% e di un sistema di monitoraggio trasparente e veloce per evitare l’import incontrollato di carne bovina, pollame, miele, zucchero e riso, che rischiano di mettere in crisi le filiere europee”.
Cia, infine, ha richiamato l’attenzione di Šefčovič sulla revisione del Regolamento SPG (Sistema di Preferenze Generalizzate). “Siamo preoccupati, il riso europeo non può essere lasciato senza difese -ha evidenziato Fini-. Per questo, occorre arrivare a stabilire una soglia di importazione ragionevole, da ripartire tra i Paesi beneficiari secondo le tendenza storiche di import, al fine di evitare concentrazioni eccessive e distorsioni di mercato”.

“Gli agricoltori europei non chiedono protezionismo -ha concluso il presidente di Cia- ma parità di condizioni. Solo con reciprocità, regole uguali per tutti e strumenti di tutela rapidi potremo affrontare la sfida della competitività globale senza sacrificare la nostra agricoltura”.

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1 In Evidenza - 22 ott 2025

CIA: Bene la declaratoria di eccezionalità per le avversità atmosferiche. Ora risposte rapide e concrete per le aziende

CIA Abruzzo CIA Chieti–Pescara esprimono grande soddisfazione per la decisione della Giunta regionale che ha approvato la declaratoria dell’eccezionalità delle avversità atmosferiche che tra il 2 luglio e il 3 agosto 2025 hanno colpito i territori agricoli di Pescina, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Treglio e Frisa, con danni stimati in oltre 31 milioni di euro.

Il provvedimento riconosce ufficialmente la gravità del downburst del 3 agosto, un evento atmosferico di straordinaria intensità che ha devastato ampie zone della provincia di Chieti, in particolare Fossacesia, Frisa, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Bucchianico e Casalincontrada, causando perdite tra il 50% e il 90% delle produzioni di vite, olivo, ortaggi, frutta e pomodori, oltre a danni gravi a serre, impianti e strutture aziendali.

“È un risultato importante per il nostro comparto”, dichiara il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “Fin dalle prime ore successive all’evento abbiamo raccolto le segnalazioni degli agricoltori, documentato i danni e chiesto con forza il riconoscimento della calamità naturale. Oggi arriva una risposta concreta alle nostre richieste.”

“Il riconoscimento dell’eccezionalità”, aggiunge il presidente di CIA Chieti–Pescara, Domenico Bomba, “è il primo passo verso il ristoro delle imprese che hanno perso quasi tutto. Ora serve che i tempi per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale siano rapidi e certi, perché le aziende non possono più attendere.”

Le confederazioni rinnovano l’appello alla Regione e al Governo affinché vengano adottate misure strutturali di prevenzione e adattamento climatico, potenziando la rete irrigua, gli strumenti assicurativi agevolati e gli interventi di difesa attiva, per proteggere il patrimonio agricolo e il reddito degli imprenditori.

“Questo evento”, conclude Sichetti, “è l’ennesima prova che il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. La politica deve essere pronta a sostenerci con strumenti efficaci, rapidi e moderni.”


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1 In Evidenza - 21 ott 2025

CIA Abruzzo: “Regolamento sul territorio rurale va semplificato, troppe barriere per le aziende agricole”

CIA Abruzzo lancia l’allarme sulla bozza del “Regolamento degli Interventi sul Territorio Rurale” (Art. 63 della L.R. 58/2023), definito oggi un ostacolo più che uno strumento di crescita per le piccole e medie imprese agricole della regione.

“Abbiamo analizzato con attenzione la bozza e riconosciamo l’intento della Regione di dotare il settore di uno strumento moderno per sostenere gli investimenti”, spiega Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo, “Tuttavia, la realtà delle procedure evidenzia criticità concrete che possono bloccare le aziende prima ancora che possano usufruire dei benefici previsti.”

La burocrazia è eccessiva: per presentare un Progetto di Sviluppo Aziendale servono decine di documenti e professionisti esterni, con tempi e costi spesso insostenibili.

Il vincolo decennale di conduzione aziendale e mantenimento del bilancio attivo è troppo rigido: il settore agricolo è volatile e soggetto a crisi climatiche e di mercato, e dieci anni rischiano di trasformare un investimento in un vincolo oppressivo.

Il PSA Semplificato, pensato per le piccole aziende, è inefficace: troppe aree, comprese quelle naturali protette, sono escluse, lasciando fuori proprio chi più ha bisogno di strumenti snelli per modernizzarsi.


CIA Abruzzo propone di:

  • Introdurre un Documento Unico di Progetto (DUP) per ridurre tempi e costi e semplificare la valutazione.

  • Ridurre il vincolo decennale a cinque anni, consentendo aggiornamenti del piano aziendale in base al mercato e alle condizioni ambientali.

  • Rendere il PSA Semplificato realmente fruibile anche nelle aree vincolate, per interventi a basso impatto paesaggistico, con la compatibilità valutata dagli enti competenti.

“Snellire le procedure non è un favore agli agricoltori, ma un investimento strategico per il futuro dell’economia rurale abruzzese,” conclude Sichetti, “Accogliere queste proposte significherebbe trasformare un regolamento oggi inapplicabile in un vero alleato delle nostre imprese, liberando energie e risorse per competitività, sostenibilità e tenuta sociale dei territori rurali.”

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1 In Evidenza - 18 ott 2025

PAC 2025, primi 18,8 milioni alle aziende abruzzesi: CIA Abruzzo, “Boccata d’ossigeno, ma i tagli continuano a pesare"

“Bene i pagamenti Pac ma non cancellano le difficoltà del settore”. È partita la campagna di pagamenti PAC 2025 con l’erogazione dei primi 18,8 milioni di euro destinati alle aziende agricole abruzzesi.

Tuttavia, le difficoltà strutturali del settore restano evidenti e il rischio derivante dai tagli complessivi alla PAC futura continua a preoccupare.

“Va bene ricevere gli anticipi: sono risorse che gli agricoltori si sono guadagnati con il loro lavoro quotidiano”, sottolinea il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti. “Ma non possiamo dimenticare che la PAC post-2027, secondo le stime nazionali, subirà un ridimensionamento significativo: il peso della politica agricola comune scenderà dal 31% al 15% delle risorse complessive, con una perdita di circa 9 miliardi per l’Italia rispetto al periodo attuale. Questo riduce le prospettive di sostegno per le nostre aziende e mette sotto pressione l’intero comparto. Gli anticipi aiutano, ma non sono un regalo.”

La PAC attuale ammonta a 378 miliardi a livello europeo, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi. “In un periodo segnato dagli effetti del cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dalle sfide geopolitiche, servono risorse certe e adeguate, non solo anticipi temporanei”, aggiunge Sichetti.


Particolare attenzione va alle aree interne e montane, spesso marginali ma cruciali per l’economia e il territorio regionale. “Presidiare questi territori significa proteggere biodiversità, paesaggio e comunità locali. Sostenere le aziende agricole significa proteggere l’Abruzzo nel suo insieme.”

CIA Abruzzo si unisce alla preoccupazione espressa da CIA-Agricoltori Italiani e sostiene l’obiettivo di far cambiare rotta alla Commissione Europea, evitando che si frammenti e si indebolisca una delle politiche fondanti dell’UE.

“Gli anticipi PAC sono un segnale positivo, ma non devono farci dimenticare le criticità strutturali e i tagli in arrivo”, conclude Sichetti. “Continueremo a sollecitare attenzione e sostegno, perché il lavoro degli agricoltori merita risposte concrete e durature. Gli anticipi aiutano oggi, ma senza un flusso stabile di risorse, i tagli continueranno a penalizzare le imprese e a mettere a rischio l’intero settore agricolo regionale.”

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Donne in Campo-Cia: un piano d’azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali


Dalla ripresa degli incentivi dedicati all’introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”, oggi a Roma in Auditorium Giuseppe Avolio. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.

“Vogliamo costruire un piano d’azione che parte dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole -ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- pilastri di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo”.

In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355 mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470 mila persone. In totale, oltre 800 mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. Eppure, ha sottolineato Terenzi, “questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi – dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori – limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale”.

Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi “fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori -ha ribadito Terenzi- e per trasformare l’impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese”.

Tra le proposte, l’introduzione del co-manager dell’imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell’attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori. Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l’imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.

Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l’Università di Cassino e SIDEA sull’impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.


“In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione -ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini-. La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l’efficienza dell’intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell’energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali”.

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News Cia Abruzzo

1 INAC - 24 feb 2021

Bonus asilo nido 2021: online la procedura per le domande

È online la procedura che consente di presentare e consultare le domande per l’accesso al Bonus asilo nido 2021.

L’agevolazione fiscale prevede un contributo economico a favore di genitori di figli nati, adottati o affidati dal 1° gennaio 2016, per sostenere le spese delle rette per asili nido pubblici o privati o un contributo per il supporto, presso la propria abitazione, per bambini con meno di 3 anni affetti da gravi patologie.

Il bonus può essere richiesto per ogni figlio: per ciascuno va inviata apposita domanda. L’importo viene erogato su base annua per 11 mesi di iscrizione all’asilo nido e la misura dell’importo varia a seconda del reddito ISEE della famiglia.

  • ISEE minorenni fino a 25.000 euro = budget annuo 3.000 euro (importo massimo mensile erogabile 272,72 euro per 11 mensilità).
  • ISEE minorenni da 25.001 euro fino a 40.000 euro = budget annuo 2.500 euro (importo massimo mensile erogabile 227,27 per 11 mensilità)
  • ISEE minorenni da 40.001 euro = budget annuo 1.500 euro (importo massimo mensile erogabile 136,37 per 11 mensilità).
  • Il bonus per leforme di supporto presso la propria abitazione viene erogato dall’Istituto a seguito di presentazione da parte del genitore richiedente, che risulti convivente con il bambino,  di un attestato rilasciato dal pediatra di libera scelta che attesti per l’intero anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”. 

A decorrere dal 2020, l’importo della prestazione erogata varia in base al valore dell’ ISEE minorenni riferito al minore per cui è richiesta la prestazione, secondo le seguenti fasce:

  • ISEE minorenni fino a 25.000 euro = importo erogabile 3.000 euro;
  • ISEE minorenni da 25.001 euro fino a 40.000 euro = importo erogabile 2.500 euro;
  • ISEE minorenni da 40.001 = importo erogabile 1.500 euro.
  • Il bonus richiesto, sia asilo nido che per forme di supporto presso la propria abitazione, può essere erogato, nel limite di spesa indicato (per il 2020 è di 520 milioni di euro), secondo l’ordine di presentazione della domanda online.
  • Le eventuali domande che in base ai tempi di presentazione, per insufficienza di budget, non potranno essere accolte saranno comunque ammesse ma “con riserva”.

L’INPS provvede alla corresponsione del bonus nelle modalità di pagamento indicate dal richiedente nella domanda (bonifico domiciliato, accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale o carta prepagata con IBAN).

La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato  in possesso dei seguenti requisiti : 

  • cittadinanza italiana;
  • cittadinanza UE;
  • permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea; (art. 10, decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30);
  • carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea (art. 17, d.lgs. 30/2007);
  • status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • residenza in Italia;
  • relativamente al contributo asilo nido, il genitore richiedente deve essere il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta;
  • relativamente al contributo per forme di assistenza domiciliare, il richiedente deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune.

Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda.

Puoi affidarti ai nostri uffici del patronato per presentare la domanda.


Fonti: Inps.it, legiillustrate.it

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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Controllo fauna selvatica, Cia Abruzzo: “Necessario riattivare le attività di contenimento”

È urgente e non più prorogabile la modifica dell’art. 44 della Legge Regionale 10/04 nei punti in cui disciplina il controllo della fauna selvatica. È necessario un forte deterrente contro il proliferare incontrollato dei cinghiali che nel 2020 sono aumentati in modo esponenziale anche a causa delle limitazioni collegate alla crisi pandemica da Covid-19 mettendo a serio rischio le colture agricole. Per questo motivo come Cia-Agricoltori Italiani abbiamo proposto alla Regione Abruzzo di riattivare le attività di contenimento coordinate dalla Polizia provinciale a tutela degli agricoltori e degli automobilisti”.

Così Mauro Di Zio, Presidente della Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo, ha sottolineato l’importanza della modifica dell’art. 44 della legge “Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente” in seguito alla sentenza  n. 217/2018 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del quinto periodo del comma 2, limitatamente alle parole “e dei cacciatori iscritti o ammessi agli ATC interessati, nominativamente segnalati dai comitati di gestione”. La  modifica proposta ricalca l’articolo della legge regionale della regione Marche, anch’esso impugnato di fronte alla Corte Costituzionale e rigettato dalla stessa. A supporto delle motivazioni di Cia Abruzzo c'è una ulteriore sentenza che conferma la posizione della Regione Toscana, capofila nel cercare di risolvere criticità legate alla fauna e all’impatto che questa ha sull’agricoltura e sull’ambiente. Secondo i giudici costituzionali sono corretti, dunque, gli atti adottati della Regione che, per il controllo della fauna selvatica, individuano le guardie venatorie volontarie, le guardie giurate private e gli operatori volontari appartenenti al mondo venatorio adeguatamente formati e sempre sotto il coordinamento della Polizia provinciale.

Con l’approssimarsi del periodo critico dei danni alle colture agricole da fauna selvatica, è necessario che la legge venga modificata al più presto e non oltre il mese di marzo”, conclude Di Zio, “Siamo certi del corretto e fattivo senso di responsabilità dei gruppi di ciascun consigliere regionale che, unitamente a Presidenti di giunta e consiglio regionale, Assessore all’agricoltura e Presidente della commissione agricoltura ed ambiente, sono destinatari della lettera”.


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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Lavoro: Cia, avanti su sblocco sgravi e flessibilità per le aziende agricole

Esonero contributivo per datori di lavoro e lavoratori autonomi agricoli, sanatoria e strumenti contrattuali di massima flessibilità per le aziende. Sono queste le richieste di Cia-Agricoltori Italiani al nuovo ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’incontro odierno con le forze sociali.

          Sul fronte contributivo, è urgente, secondo Cia, lo sblocco degli sgravi previsti dall’articolo 222 del Dl Rilancio, sia sul fronte dei datori che degli autonomi. Ad oggi, mancano, infatti, sia la circolare operativa Inps che la modulistica di richiesta esonero. Come si può immaginare, in entrambi i casi, i ritardi stanno creando molti problemi alle suddette categorie.

          Anche in merito alla sanatoria, le circa 30mila domande presentate per il settore agricolo restano ancora in attesa di definizione. La maggior parte dei rapporti di lavoro avevano come scadenza il 31/12 e mancando, anche in questo caso, una circolare operativa Inps che detti le regole tecniche sugli adempimenti da effettuare le aziende, non c’è sufficiente chiarezza per gli intermediari.

          Per quanto concerne il problema della manodopera agricola, aggiunge Cia, è necessario snellire e semplificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, così da consentire alle aziende agricole di reperire manodopera rapidamente, come avveniva in passato attraverso i voucher.

Cia ha, inoltre, posto l'attenzione sul lavoro dei giovani e la necessità di garantire un'alternanza scuola-lavoro che consenta il ricambio generazionale nelle campagne italiane. Infine, è stato posta l’attenzione del ministro al nodo delle pensioni minime, che coinvolge in Italia una platea di 2 milioni di persone, con assegni fermi a 515 euro al mese. Una cifra non dignitosa, ancora di più tra crisi e pandemia con l’aumento delle situazioni di disagio sociale.

Cia ha ringraziato il ministro per l’attenzione dimostrata al settore, che conta oltre un milione di addetti, per la garanzia di un prossimo incontro, in tempi brevi, per discutere il tema degli ammortizzatori sociali in agricoltura.

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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Fisco: CAF-Cia, Centri di Assistenza strategici a ripartenza dal territorio

Un momento di confronto, sulle attività del CAF il Centro di Assistenza Fiscale di Cia-Agricoltori Italiani e sulle sfide che attendono nel mondo del fisco: dai 50 milioni di cartelle esattoriali pendenti alla revisione degli scaglioni Irpef, dalla gestione ISEE al ruolo del CAF a supporto delle comunità, fino a una riforma complessiva del sistema nell’ottica di una maggiore equità. Di questo e tanto altro si è parlato nell’evento del CAF-Cia “Per le persone, per le Comunità”, in cui numerosi ospiti si sono alternati per illustrare esperienze e proposte. 

“Dopo un anno di pandemia -è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- è evidente che istituzioni e intermediari come il CAF, devono ricostruire il rapporto con i cittadini. Va riprogettato trovando un nuovo terreno di scambio e funzionalità. Occorre uscire dalla mera produzione dei servizi ed entrare nell’ambito della consulenza: informare, formare e guidare famiglie e imprese. Per farlo -ha aggiunto Scanavino- sono necessarie strutture con competenze adeguate e in grado di dare garanzie. Il mondo agricolo, in questo senso, è pronto a fare la sua parte, avendo già dimostrato con il Covid di saper affrontare il cambiamento da protagonista. Il ruolo strategico dei CAF va affiancato alla centralità di agricoltura e aree rurali come sosteniamo da tempo con il progetto Cia “Il Paese che Vogliamo”.  

Nello specifico, sono poi intervenuti diversi esponenti della politica, dai senatori Antonio Misiani e Tommaso Nannicini a Debora Serracchiani, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, da rappresentanti di primo piano di istituzioni centrali in materia fiscale, come il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini e la vicepresidente dell'INPS Luisa Gnecchi a sindaci di città importanti - Brenda Barnini (Empoli), Clemente Mastella (Benevento) e Matteo Ricci (Pesaro) - che hanno portato il punto di vista delle comunità che vivono sulla propria pelle le problematiche legate al fisco e le conseguenze di un sistema che va riformato. 

L'agognata riforma del fisco è stata proprio una delle questioni cruciali affrontate nel dibattito. In particolare, il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha parlato apertamente della necessità di "un riordino del sistema nell'ottica di maggiore giustizia e pragmatismo, che i cittadini possano percepire e gli intermediari come i CAF possano fare propria e applicare".

E proprio il ruolo dei CAF e il loro radicamento territoriale è stato sottolineato e riconosciuto in ogni singolo intervento. "Possiamo parlare -ha spiegato il direttore del CAF-Cia, Maurizio Scaccia- della giornata della consapevolezza per quanto riguarda l'importanza del nostro ruolo e del presidio territoriale che rappresentiamo, garantendo a milioni di cittadini di poter usufruire di servizi e agevolazioni da parte della pubblica amministrazione". 

Una vera e propria missione fondamentale quella dei CAF, testimoniata dal fatto che il 98% dei clienti di CAF-Cia, in un recente questionario, hanno affermato di non voler fare a meno del supporto offerto da questo tipo di realtà e magari sostituirlo con altre forme di rapporto con la PA. "Questa giornata di dialogo con la politica e le istituzioni -ha concluso il presidente del CAF-Cia, Alessandro Mastrocinque- ci dice che per crescere e affermare il nostro ruolo sui territori, dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, con questo spirito di proposta e interlocuzione".

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1 In Evidenza - 18 feb 2021

Abruzzo, aperte le domande per l’impianto di nuovi vigneti

Sono aperti i termini per richiedere superfici per impiantare nuovi vigneti. Possono essere richieste, dalle aziende agricole, tutte le superfici non utilizzate a vigneto o con vincoli condotte dall’azienda in proprietà, affitto o comodato gratuito per una superficie massima di 10 ettari. Le richieste ammissibili saranno accettate nella loro totalità se saranno uguali o inferiori alla superficie nazionale ammissibile. In caso di una richiesta superiore alla superficie nazionale sarà calcolata in maniera proporzionata a livello regionale. Ai singoli richiedenti il numero totale degli ettari disponibili è assegnato in maniera proporzionata sulla base delle superfici richieste. Qualora l’autorizzazione rilasciata è inferiore al 50% della superficie richiesta l’azienda può rifiutare entro 10 giorni e sarà ripartita tra gli altri richiedenti. 



Entro giugno verranno fatte le comunicazioni ai produttori che avranno 3 anni per impiantare i vigneti. Queste autorizzazioni non possono accedere al finanziamento della Ristrutturazione e Riconversione Vigneti. La scadenza per le domande è fissata al 31 marzo 2021.


Puoi recarti presso l'ufficio CIA più vicino per informazioni e per l’inoltro della domanda.

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1 INAC - 17 feb 2021

Pensioni: ultimo anno di Quota 100, le possibilità di uscita in sintesi

Ultimo anno per andare in pensione con Quota 100. Approvata la Legge di Bilancio 2021 sono rimaste immutate le possibilità di pensionamento per chi possiede i requisiti richiesti dal sistema previdenziale (Pensione di Vecchiaia e Anticipata). Sono state prorogate inoltre l’Opzione Donna e l’Ape Sociale.

 

Pensione di vecchiaia

Occorrono 67 anni di età, sia per gli uomini che per le donne, e 20 anni di contribuzione. Così come stabilito dal decreto dello scorso 5 novembre 2019 il requisito anagrafico rimane invariato anche nel 2021 e nel 2022.

Il pensionamento di vecchiaia scatta dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.

Per i lavoratori impiegati da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento in mansioni gravose, il pensionamento di vecchiaia è accessibile a 66 anni e 7 mesi a condizione che sussistano almeno 30 anni di anzianità contributiva.

 

Pensione anticipata

A prescindere dall’età anagrafica, è possibile il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

La pensione anticipata prevede una finestra di 3 mesi per la decorrenza.

 

Pensione anticipata “precoce”

Requisiti differenti invece per i lavoratori “precoci”. Sono richiesti almeno 12 mesi di attività lavorativa prima dei 19 anni i quali devono maturare solamente 41 anni di contributi (sempre a prescindere dall’età anagrafica del lavoratore e sia per gli uomini che per le donne) e appartenenti a particolari categorie (disoccupati, invalidi civili, caregiver e lavoratori addetti a mansioni gravose).

Rientrano in questa categoria:

  • Disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale con esaurimento degli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi;
  • Invalidi civili con una invalidità non inferiore al 74%;
  • Soggetti che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o parente di primo grado con handicap;
  • Persone che svolgono lavori usuranti o a lavori gravosi da 7 anni negli ultimi 10 o da 6 negli ultimi 7 anni.

Quota 100

La pensione con Quota 100, nel caso di requisiti maturati per il triennio “2019-2021” prevede la possibilità di conseguire il diritto alla pensione anticipata per i lavoratori con età anagrafica non inferiore a 62 anni e anzianità contributiva non inferiore a 38 anni. Questo è quindi l’ultimo anno per aderire a questa modalità di uscita, dopodiché Quota 100 decadrà dal sistema pensionistico italiano. Può accedere a Quota 100 anche chi ha carriere frammentate in più gestioni.

Ape sociale

Prorogato anche l’Ape sociale. Si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps a soggetti in determinate condizioni di svantaggio previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

Opzione Donna

E’ stata rinnovata “l’Opzione donna”, riservata esclusivamente alle lavoratrici iscritte all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria), ed ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del settore privato, pubblico impiego e lavoratrici autonome) in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995.

Per poter accedere a tale strumento, le lavoratrici devono maturare i requisiti pensionistici minimi (35 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2020.

Le donne lavoratrici aventi diritto, potranno lasciare il lavoro anticipatamente anche il prossimo anno, se entro il 31 dicembre 2020 avranno maturato i requisiti richiesti: 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi.

La decorrenza della pensione è pari a 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Per avere maggiori dettagli e completezza rispetto alla propria categoria rivolgersi agli uffici Inac predisposti.

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