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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 28 feb 2021

Si rafforza la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare

 Cia-Agricoltori italianiConfagricolturaCopagriAlleanza delle Cooperative Agroalimentari e Assosementi aderiscono formalmente al Consorzio per la valorizzazione delle sementi CONVASE, che riunisce 23 aziende rappresentanti il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia, rafforzando così la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare. L’intesa è stata annunciata oggi durante l’incontro “Il settore sementiero e agricolo: sfide e opportunità nello scenario post-Covid”.

 

L’adesione al CONVASE da parte delle organizzazioni dei produttori e delle cooperative agricole e di Assosementi rafforza la collaborazione tra aziende sementiere e agricoltori, con l’obiettivo di valorizzare la qualità delle produzioni in un’ottica interprofessionale e di stimolare un dialogo costruttivo capace di anticipare le esigenze del settore e qualificare l’intera filiera. L’intesa raggiunta, inoltre, permette di dare gambe alla creazione del disciplinare “Seme di Qualità”, presentato un anno fa ed elaborato dal CONVASE, con il supporto Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, per dare agli agricoltori la possibilità di conoscere le informazioni sulla tracciabilità delle sementi, offrendo garanzie sulla qualità del seme acquistato e indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilità di ottenere produzioni elevate e di qualità. 

 

La filiera agroalimentare, infatti - hanno sottolineato i rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - parte dal seme; non a caso gli agricoltori operano in stretto e costante contatto con i produttori di sementi, testando direttamente in campo i risultati del loro lavoro e indicando le richieste e le esigenze che arrivano dal mercato, con particolare riferimento alle problematiche agronomiche, fitosanitarie, di resa e di carattere qualitativo. Proprio per tali ragioni - aggiungono le sigle - è fondamentale poter disporre di uno strumento in grado di assicurare la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo sin dall'inizio del ciclo, partendo dalla semente, puntando su iniziative quali il progetto “Seme di Qualità”, al quale già lo scorso anno hanno aderito convintamente Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e che oggi viene ulteriormente rafforzato.

 

Tale tracciabilità - è stato ribadito durante l’odierno confronto tra il mondo sementiero e quello agroalimentare - ha inizio dal seme, primo e fondamentale elemento per assicurare la qualità del prodotto al consumatore finale. Vale la pena di sottolineare, a tal proposito, che nel 2020, a fronte di un calo su base annua del 2% circa delle superfici produttive destinate alla coltivazione di grano duro, grano tenero e orzo, cresce sempre di più l’impiego di seme non certificato, che secondo un’elaborazione di Assosementi ha superato anche nel 2020 il 50% delle superfici coltivate a grano duro.

 

In tale contesto, l’intesa raggiunta servirà a rafforzare e confermare la volontà dei principali attori di vincere le sfide comuni che il settore è chiamato ad affrontare. La riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo governo potrà certamente contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non è mai stato rivisto e adeguato. 

 

La valorizzazione delle produzioni non può inoltre prescindere dal sostegno all’innovazione, che può aiutare l’agricoltura a garantire rese stabili e produzioni più sostenibili. Il settore sementiero è un comparto altamente innovativo, in grado di investire sino al 20% dei suoi ricavi in attività di ricerca e sviluppo per immettere sul mercato varietà migliori. Tuttavia, secondo l’indagine di Euroseeds, l’associazione che rappresenta il settore sementiero a livello europeo, l’incertezza della normativa sulle Tecniche di Evoluzione Assistita – TEA ha bloccato i programmi di innovazione del 40% delle aziende che investono in ricerca.

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1 INAC - 24 feb 2021

Bonus asilo nido 2021: online la procedura per le domande

È online la procedura che consente di presentare e consultare le domande per l’accesso al Bonus asilo nido 2021.

L’agevolazione fiscale prevede un contributo economico a favore di genitori di figli nati, adottati o affidati dal 1° gennaio 2016, per sostenere le spese delle rette per asili nido pubblici o privati o un contributo per il supporto, presso la propria abitazione, per bambini con meno di 3 anni affetti da gravi patologie.

Il bonus può essere richiesto per ogni figlio: per ciascuno va inviata apposita domanda. L’importo viene erogato su base annua per 11 mesi di iscrizione all’asilo nido e la misura dell’importo varia a seconda del reddito ISEE della famiglia.

  • ISEE minorenni fino a 25.000 euro = budget annuo 3.000 euro (importo massimo mensile erogabile 272,72 euro per 11 mensilità).
  • ISEE minorenni da 25.001 euro fino a 40.000 euro = budget annuo 2.500 euro (importo massimo mensile erogabile 227,27 per 11 mensilità)
  • ISEE minorenni da 40.001 euro = budget annuo 1.500 euro (importo massimo mensile erogabile 136,37 per 11 mensilità).
  • Il bonus per leforme di supporto presso la propria abitazione viene erogato dall’Istituto a seguito di presentazione da parte del genitore richiedente, che risulti convivente con il bambino,  di un attestato rilasciato dal pediatra di libera scelta che attesti per l’intero anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”. 

A decorrere dal 2020, l’importo della prestazione erogata varia in base al valore dell’ ISEE minorenni riferito al minore per cui è richiesta la prestazione, secondo le seguenti fasce:

  • ISEE minorenni fino a 25.000 euro = importo erogabile 3.000 euro;
  • ISEE minorenni da 25.001 euro fino a 40.000 euro = importo erogabile 2.500 euro;
  • ISEE minorenni da 40.001 = importo erogabile 1.500 euro.
  • Il bonus richiesto, sia asilo nido che per forme di supporto presso la propria abitazione, può essere erogato, nel limite di spesa indicato (per il 2020 è di 520 milioni di euro), secondo l’ordine di presentazione della domanda online.
  • Le eventuali domande che in base ai tempi di presentazione, per insufficienza di budget, non potranno essere accolte saranno comunque ammesse ma “con riserva”.

L’INPS provvede alla corresponsione del bonus nelle modalità di pagamento indicate dal richiedente nella domanda (bonifico domiciliato, accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale o carta prepagata con IBAN).

La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato  in possesso dei seguenti requisiti : 

  • cittadinanza italiana;
  • cittadinanza UE;
  • permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea; (art. 10, decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30);
  • carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea (art. 17, d.lgs. 30/2007);
  • status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • residenza in Italia;
  • relativamente al contributo asilo nido, il genitore richiedente deve essere il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta;
  • relativamente al contributo per forme di assistenza domiciliare, il richiedente deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune.

Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda.

Puoi affidarti ai nostri uffici del patronato per presentare la domanda.


Fonti: Inps.it, legiillustrate.it

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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Controllo fauna selvatica, Cia Abruzzo: “Necessario riattivare le attività di contenimento”

È urgente e non più prorogabile la modifica dell’art. 44 della Legge Regionale 10/04 nei punti in cui disciplina il controllo della fauna selvatica. È necessario un forte deterrente contro il proliferare incontrollato dei cinghiali che nel 2020 sono aumentati in modo esponenziale anche a causa delle limitazioni collegate alla crisi pandemica da Covid-19 mettendo a serio rischio le colture agricole. Per questo motivo come Cia-Agricoltori Italiani abbiamo proposto alla Regione Abruzzo di riattivare le attività di contenimento coordinate dalla Polizia provinciale a tutela degli agricoltori e degli automobilisti”.

Così Mauro Di Zio, Presidente della Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo, ha sottolineato l’importanza della modifica dell’art. 44 della legge “Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente” in seguito alla sentenza  n. 217/2018 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del quinto periodo del comma 2, limitatamente alle parole “e dei cacciatori iscritti o ammessi agli ATC interessati, nominativamente segnalati dai comitati di gestione”. La  modifica proposta ricalca l’articolo della legge regionale della regione Marche, anch’esso impugnato di fronte alla Corte Costituzionale e rigettato dalla stessa. A supporto delle motivazioni di Cia Abruzzo c'è una ulteriore sentenza che conferma la posizione della Regione Toscana, capofila nel cercare di risolvere criticità legate alla fauna e all’impatto che questa ha sull’agricoltura e sull’ambiente. Secondo i giudici costituzionali sono corretti, dunque, gli atti adottati della Regione che, per il controllo della fauna selvatica, individuano le guardie venatorie volontarie, le guardie giurate private e gli operatori volontari appartenenti al mondo venatorio adeguatamente formati e sempre sotto il coordinamento della Polizia provinciale.

Con l’approssimarsi del periodo critico dei danni alle colture agricole da fauna selvatica, è necessario che la legge venga modificata al più presto e non oltre il mese di marzo”, conclude Di Zio, “Siamo certi del corretto e fattivo senso di responsabilità dei gruppi di ciascun consigliere regionale che, unitamente a Presidenti di giunta e consiglio regionale, Assessore all’agricoltura e Presidente della commissione agricoltura ed ambiente, sono destinatari della lettera”.


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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Lavoro: Cia, avanti su sblocco sgravi e flessibilità per le aziende agricole

Esonero contributivo per datori di lavoro e lavoratori autonomi agricoli, sanatoria e strumenti contrattuali di massima flessibilità per le aziende. Sono queste le richieste di Cia-Agricoltori Italiani al nuovo ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’incontro odierno con le forze sociali.

          Sul fronte contributivo, è urgente, secondo Cia, lo sblocco degli sgravi previsti dall’articolo 222 del Dl Rilancio, sia sul fronte dei datori che degli autonomi. Ad oggi, mancano, infatti, sia la circolare operativa Inps che la modulistica di richiesta esonero. Come si può immaginare, in entrambi i casi, i ritardi stanno creando molti problemi alle suddette categorie.

          Anche in merito alla sanatoria, le circa 30mila domande presentate per il settore agricolo restano ancora in attesa di definizione. La maggior parte dei rapporti di lavoro avevano come scadenza il 31/12 e mancando, anche in questo caso, una circolare operativa Inps che detti le regole tecniche sugli adempimenti da effettuare le aziende, non c’è sufficiente chiarezza per gli intermediari.

          Per quanto concerne il problema della manodopera agricola, aggiunge Cia, è necessario snellire e semplificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, così da consentire alle aziende agricole di reperire manodopera rapidamente, come avveniva in passato attraverso i voucher.

Cia ha, inoltre, posto l'attenzione sul lavoro dei giovani e la necessità di garantire un'alternanza scuola-lavoro che consenta il ricambio generazionale nelle campagne italiane. Infine, è stato posta l’attenzione del ministro al nodo delle pensioni minime, che coinvolge in Italia una platea di 2 milioni di persone, con assegni fermi a 515 euro al mese. Una cifra non dignitosa, ancora di più tra crisi e pandemia con l’aumento delle situazioni di disagio sociale.

Cia ha ringraziato il ministro per l’attenzione dimostrata al settore, che conta oltre un milione di addetti, per la garanzia di un prossimo incontro, in tempi brevi, per discutere il tema degli ammortizzatori sociali in agricoltura.

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1 In Evidenza - 23 feb 2021

Fisco: CAF-Cia, Centri di Assistenza strategici a ripartenza dal territorio

Un momento di confronto, sulle attività del CAF il Centro di Assistenza Fiscale di Cia-Agricoltori Italiani e sulle sfide che attendono nel mondo del fisco: dai 50 milioni di cartelle esattoriali pendenti alla revisione degli scaglioni Irpef, dalla gestione ISEE al ruolo del CAF a supporto delle comunità, fino a una riforma complessiva del sistema nell’ottica di una maggiore equità. Di questo e tanto altro si è parlato nell’evento del CAF-Cia “Per le persone, per le Comunità”, in cui numerosi ospiti si sono alternati per illustrare esperienze e proposte. 

“Dopo un anno di pandemia -è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- è evidente che istituzioni e intermediari come il CAF, devono ricostruire il rapporto con i cittadini. Va riprogettato trovando un nuovo terreno di scambio e funzionalità. Occorre uscire dalla mera produzione dei servizi ed entrare nell’ambito della consulenza: informare, formare e guidare famiglie e imprese. Per farlo -ha aggiunto Scanavino- sono necessarie strutture con competenze adeguate e in grado di dare garanzie. Il mondo agricolo, in questo senso, è pronto a fare la sua parte, avendo già dimostrato con il Covid di saper affrontare il cambiamento da protagonista. Il ruolo strategico dei CAF va affiancato alla centralità di agricoltura e aree rurali come sosteniamo da tempo con il progetto Cia “Il Paese che Vogliamo”.  

Nello specifico, sono poi intervenuti diversi esponenti della politica, dai senatori Antonio Misiani e Tommaso Nannicini a Debora Serracchiani, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, da rappresentanti di primo piano di istituzioni centrali in materia fiscale, come il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini e la vicepresidente dell'INPS Luisa Gnecchi a sindaci di città importanti - Brenda Barnini (Empoli), Clemente Mastella (Benevento) e Matteo Ricci (Pesaro) - che hanno portato il punto di vista delle comunità che vivono sulla propria pelle le problematiche legate al fisco e le conseguenze di un sistema che va riformato. 

L'agognata riforma del fisco è stata proprio una delle questioni cruciali affrontate nel dibattito. In particolare, il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha parlato apertamente della necessità di "un riordino del sistema nell'ottica di maggiore giustizia e pragmatismo, che i cittadini possano percepire e gli intermediari come i CAF possano fare propria e applicare".

E proprio il ruolo dei CAF e il loro radicamento territoriale è stato sottolineato e riconosciuto in ogni singolo intervento. "Possiamo parlare -ha spiegato il direttore del CAF-Cia, Maurizio Scaccia- della giornata della consapevolezza per quanto riguarda l'importanza del nostro ruolo e del presidio territoriale che rappresentiamo, garantendo a milioni di cittadini di poter usufruire di servizi e agevolazioni da parte della pubblica amministrazione". 

Una vera e propria missione fondamentale quella dei CAF, testimoniata dal fatto che il 98% dei clienti di CAF-Cia, in un recente questionario, hanno affermato di non voler fare a meno del supporto offerto da questo tipo di realtà e magari sostituirlo con altre forme di rapporto con la PA. "Questa giornata di dialogo con la politica e le istituzioni -ha concluso il presidente del CAF-Cia, Alessandro Mastrocinque- ci dice che per crescere e affermare il nostro ruolo sui territori, dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, con questo spirito di proposta e interlocuzione".

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1 In Evidenza - 18 feb 2021

Abruzzo, aperte le domande per l’impianto di nuovi vigneti

Sono aperti i termini per richiedere superfici per impiantare nuovi vigneti. Possono essere richieste, dalle aziende agricole, tutte le superfici non utilizzate a vigneto o con vincoli condotte dall’azienda in proprietà, affitto o comodato gratuito per una superficie massima di 10 ettari. Le richieste ammissibili saranno accettate nella loro totalità se saranno uguali o inferiori alla superficie nazionale ammissibile. In caso di una richiesta superiore alla superficie nazionale sarà calcolata in maniera proporzionata a livello regionale. Ai singoli richiedenti il numero totale degli ettari disponibili è assegnato in maniera proporzionata sulla base delle superfici richieste. Qualora l’autorizzazione rilasciata è inferiore al 50% della superficie richiesta l’azienda può rifiutare entro 10 giorni e sarà ripartita tra gli altri richiedenti. 



Entro giugno verranno fatte le comunicazioni ai produttori che avranno 3 anni per impiantare i vigneti. Queste autorizzazioni non possono accedere al finanziamento della Ristrutturazione e Riconversione Vigneti. La scadenza per le domande è fissata al 31 marzo 2021.


Puoi recarti presso l'ufficio CIA più vicino per informazioni e per l’inoltro della domanda.

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