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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 13 feb 2021

Carnevale: Cia, frappe e castagnole in 2 case su 3. Protagoniste in agriturismo

Sarà un Carnevale magro di feste per le restrizioni dovute alla pandemia, eppure non farà mancare la trazione a tavola dei dolci tipici per l’occasione, con frappe e castagnole rigorosamente sul podio. Se ne consumeranno sui 6 milioni di kg e saranno protagoniste in 2 case su 3. La stima, sul periodo, arriva da Cia-Agricoltori Italiani che coglie l’occasione anche per ricordare il valore aggiunto della degustazione in agriturismo.

Se l’agroalimentare, dunque, nonostante le grandi difficoltà con cui fanno i conti da un anno i produttori agricoli, non ha mai fatto mancare l’approvvigionamento alimentare agli italiani, stessa cosa potrà dirsi per i dolci del Carnevale, anche oltre martedì grasso. Secondo Cia, si parla, tra frappe e castagnole, di 600 grammi a famiglia e, in generale, meno rispetto agli anni scorsi quando i tanti buffet, veglioni e carri sparsi in tutta Italia, hanno portato in media a consumare tra i 10 e i 12 milioni di kg. 

In questo lungo periodo di emergenza Covid, sottolinea Cia, resta rilevante il luogo di degustazione. Confermata la tendenza a non uscire di casa, terrà la tradizione in cucina, che farà sperimentare le ricette di famiglia e regionali con qualche variante per introdurre prodotti freschi, come la ricotta Made in Italty, che il lockdown ha insegnato a preferire. Traina ancora la consegna a domicilio (+25) e lo dimostrano le migliaia di richieste che arrivano ogni settimana sul portale Cia dedicato “I Prodotti dal campo alla tavola”

Quanto agli agriturismi, precisa Cia, con 17 regioni, più la provincia autonoma di Trento, in zona gialla e il ritorno a pranzo nei ristoranti, si prevede un weekend di ripresa (+5). Ancora debole però, visto il maltempo, ma che sarà in risalita nei prossimi fine settimana, Covid permettendo. Chi potrà raggiungere facilmente l’agriturismo più vicino, non rinuncerà comunque a questa possibilità, almeno per un pranzo tra sabato e domenica. Piccole occasioni di buon cibo in ambiente familiare e confortevole, come tra gli Agrichef Cia, sono ora, infatti, più preziose che mai. Per questo da mesi, insieme alla sua associazione Turismo Verde, Cia sostiene la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno in uno dei 24 mila agriturismi italiani, dove gustare piatti tipici del territorio e rilassarsi in mezzo alla natura, contribuendo al tempo stesso a mantenere viva, anche in questa fase di emergenza, l’offerta turistica nelle aree rurali d’Italia. Il tutto risponde alla campagna “#sostieniltuoagriturismo - Non aspettare domani, prenota da subito un’esperienza unica in campagna”.

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1 In Evidenza - 13 feb 2021

Suolo: Cia, difesa e valorizzazione puntando sull’agricoltura biologica

La difesa e valorizzazione del suolo, la sua rilevanza nelle politiche definite dalla nuova Pac a sostegno della competitività delle imprese, passa per il riconoscimento dell’agricoltura biologica, quale alleata strategica nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Ue. A sostenerlo è Cia-Agricoltori Italiani in occasione del primo webinar sul tema, rivolto ad agricoltori e tecnici, nell’ambito del progetto Soil4Life che la vede in campo anche con il nuovo portale ciaperilsuolo.it . 

Alla base della riflessione condotta da Cia, infatti, almeno due aspetti di rilievo. Il primo, rappresentato dal contributo del biologico al miglioramento delle condizioni microbiche nel suolo, agevolando il controllo sulle malattie e la resa delle colture. Il secondo, raccontato dallo straordinario balzo in avanti da parte dell’agricoltura bio che in Italia è arrivata a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici coltivate, il 15,8% della Sau nazionale, con un incremento del 2% nel 2019 rispetto all’anno precedente e del 79% dal 2010. Dati che confermano la leadership del Paese in Europa, grazie anche al numero degli operatori saliti a 80 mila e oggi impegnati in un settore che vale 3,5 miliardi di euro. 

Il tema del biologico, dunque, è cruciale e, come sottolinea Cia, connette la promozione di un uso sostenibile del suolo, in quanto risorsa limitata e non rinnovabile - obiettivo di Soil4Life in linea con l’Agenda 2030 Onu e le Linee Guida Volontarie Fao - alle opportunità della Pac 2023-2027. 

In particolare, spiega Cia, nell’ambito della nuova Politica agricola comune, resterebbe strategico il trasferimento del sostegno al biologico nei pagamenti diretti. L’eco-schema è un intervento opportuno per perseguire gli obiettivi del Green Deal Ue e per migliorarne l’efficacia, serve una dotazione finanziaria minima nel primo pilastro da destinare a questi “regimi ecologici”. All’orizzonte, infatti, il campanello Ue che ricorda l’obiettivo del 25% dei terreni coltivati a biologico entro il 2030. In parallelo per Cia, corre la vera sfida della gestione del suolo che contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici trattenendo carbonio e preservando biodiversità sotterranea. In questo senso, un contributo importante può arrivare proprio dalle misure agro-climatico ambientali della Pac, favorendo, nello sviluppo rurale, anche servizi eco-sistemici e biodiversità.

“Impegno di Cia-Agricoltori Italiani -è intervenuto Cristiano Fini delegato per il biologico della Giunta nazionale- è sollecitare l’Europa per più semplificazione e competitività attraverso la nuova Pac e con il prossimo governo nazionale, tornare al confronto quanto prima affinché gli agricoltori del bio siano al centro del PNRR, con investimenti in ricerca e digitalizzazione nel settore cui oggi va solo lo 0,5% dei fondi. L’approvazione anche alla Camera della legge sul biologico -ha aggiunto- resta una priorità, contiene misure importanti per favorire l’ulteriore crescita di un settore chiave sotto il profilo economico e ambientale”.

Infine, è fondamentale il contributo di tutti i Paesi Ue soprattutto sul piano della comunicazione partendo proprio da una campagna per il suolo. Obiettivo che l’organizzazione persegue, proprio attraverso l’adesione al progetto Soil4Life e la recente iniziativa ciaperilsuolo.it, nuova piattaforma dedicata alla formazione dell’agricoltore biologico per diventare “custode della terra”, mentre il singolo cittadino può certificarsi “amante della terra” seguendo il percorso ad hoc fatto di schede e video, tra l’altro anche su politiche e opportunità offerte dalla Pac per la sostenibilità. In pochi mesi sono più di 500 gli accessi già registrati, mentre la newsletter mensile raggiunge quasi 3.000 agricoltori. 


Sono intervenuti: Federico Marchini, presidente di Anabio-Cia; Antonio Sposicchi, direttore Anabio-Cia; Alessandra De Santis, responsabile Cia Bruxelles; Graziano Scardino, coordinatore settori produttivi Cia Sicilia; Uta Biino e Pietro Iavazzo, tecnici e ricercatori Ersaf Milano; Fabio Raccosta, project manager Cia del progetto Soil4Life e Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna e responsabile Cia Sistema delle produzioni biologiche e di qualità certificata


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1 In Evidenza - 09 feb 2021

Cia incontra il territorio sulle prospettive della Pac 2021-2027

 Informare i territori sulle evoluzioni delle politiche agricole europee e coinvolgerli nel dibattito sulla definizione del Piano strategico nazionale della prossima Pac, alla cui stesura Cia-Agricoltori Italiani vuole contribuire in maniera forte ed efficace. Questo l’obiettivo dei tre incontri interregionali in webinar organizzati dalla Confederazione il 4, il 5 e il 9 febbraio, dal titolo “Riprogettiamo il futuro. Le prospettive della Pac dal 2021 al 2027”.

Tre appuntamenti importanti per tredici regioni coinvolte. Il Nord-Ovest con Cia Lombardia, Cia Piemonte e Cia Liguria; il Nord-Est con Cia Veneto, Cia Emilia-Romagna, Cia Friuli-Venezia Giulia e Cia Trentino; il Centro Italia con Cia Toscana, Cia Abruzzo, Cia Lazio, Cia Marche, Cia Umbria, fino alle isole con Cia Sardegna. Presto anche un quarto incontro con le Cia delle regioni del Sud, per avere un quadro completo dell’Italia agricola di fronte alla Pac.

Insieme ai presidenti Cia regionali e agli associati, alle tre videoconferenze sono intervenuti la responsabile Affari europei di Cia Alessandra De Santis, il responsabile Pac per la Giunta nazionale Cia Luca Brunelli, il direttore del CAA-Cia Domenico Mastrogiovanni e il presidente nazionale Cia Dino Scanavino. Tutti insieme per un confronto sulle decisioni da prendere nelle prossime settimane in merito all’implementazione delle norme transitorie per il periodo 2021-2022; per l’utilizzo efficiente delle risorse straordinarie del Next Generation EU specifiche per l’agricoltura; per la nuova Politica agricola comune che entrerà in vigore nel 2023 e si baserà sui Piani strategici nazionali degli Stati membri.

            “Bisogna partire subito con la definizione del Piano strategico nazionale per costruire la Pac del futuro -ha detto il presidente Cia durante gli incontri- creando un progetto di sviluppo di lungo periodo per l’agricoltura italiana, che tenga conto dei settori e delle peculiarità di ogni territorio. Il dibattito che portiamo avanti nelle regioni ha proprio lo scopo di individuare le esigenze e le necessità che caratterizzano le diverse aree produttive nazionali, così che queste possano essere riflesse nella strategia nazionale”.

            Ovviamente, si è detto nei tre webinar, l’architettura della nuova Pac non può prescindere dallo stravolgimento del contesto economico e sociale segnato dalla pandemia, né dalle nuove sfide rappresentate dal Green Deal. In tal senso, secondo Cia, la Politica agricola comune dovrà supportare più e meglio il complesso processo di cambiamento del settore, in un approccio sinergico con i fondi del Next Generation EU, per sostenere il reddito degli agricoltori, permettendogli di continuare a garantire l’approvvigionamento alimentare a prezzi accessibili. Per Cia, inoltre, è altrettanto indispensabile che la nuova Pac non si trasformi in una politica finalizzata al raggiungimento di obiettivi puramente ambientali, a discapito della produzione agricola e dello sviluppo delle aree rurali.

            “E’ tempo di fare scelte coraggiose -ha aggiunto Scanavino- per rendere più efficace la Pac e più efficiente l’utilizzo delle risorse comunitarie”.


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1 In Evidenza - 07 feb 2021

Governo Draghi: Cia, agricoltura e aree rurali siano protagoniste attive del piano di ripartenza

 Un piano di ripartenza che veda protagoniste l'agricoltura e le aree rurali dell’Italia. E’ quanto chiede Cia-Agricoltori italiani, al presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, nel primo giro di consultazioni con le parti sociali, previsto per i prossimi giorni. Per la rinascita del Paese c'è bisogno, prima di tutto, di attuare una vera stabilità politica e di varare le riforme necessarie per il rafforzamento dell'apparato produttivo. Con un'adeguata riscrittura del Recovery plan –sottolinea Cia- occorre rimettere in moto una rete di protezione sociale e ricreare nel Paese quel circolo virtuoso economico rimasto da troppo tempo bloccato.

In questo momento serve, infatti, un piano di ripresa e resilienza che riprogetti il futuro –così come suggerito dalla confederazione nell'ultima assemblea nazionale Cia-, che includa gli investimenti per modernizzare la Pubblica amministrazione e le risorse da dedicare a sanità, infrastrutture e digitalizzazione. Cia auspica, inoltre, che al Governo si raccolgano le più alte competenze professionali per realizzare in tempi rapidi questo ambizioso programma economico, una volta sconfitto il virus con un piano vaccinale serio e credibile.

‘’Il tema che abbiamo davanti -sottolinea il presidente Cia, Dino Scanavino- è il futuro dell'Italia. Gli investimenti sono fondamentali perché tutto il Paese, comprese le aree interne e svantaggiate, possano partecipare alla rinascita’’. Scanavino afferma, infine, come anche sul tema del lavoro “occorrano politiche attive efficaci, superando gli approcci assistenziali fin qui avuti. La ripresa dipenderà dalla capacità di interpretare il cambiamento, cogliendo le opportunità delle strategie programmate, a partire dal Green Deal europeo, dove l'agricoltura, in sinergia con le altre risorse economiche dei territori, è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista. Un percorso che Cia -conclude Scanavino- sta portando avanti con convinzione, nonostante le avversità determinate dalla pandemia’’.

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1 In Evidenza - 05 feb 2021

Spreco alimentare: Cia, Italia migliora in pandemia. Ora svolta con Green Deal

La pandemia ha ridotto lo spreco alimentare in Italia di quasi il 12% nel 2020. Merito della maggiore consapevolezza del valore del cibo, così come delle buone pratiche indotte dal lockdown alla vita domestica. Ora bisogna capitalizzare i risultati raggiunti e puntare verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, grazie anche agli input del Green Deal Ue. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione dell’8ª Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare.

Il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability infatti, evidenzia come, pur calando in maniera consistente, il cibo buttato ogni anno è ancora troppo: nel nostro Paese si tratta di 5,2 milioni di tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura, per un valore di circa 10 miliardi.

Per questo, secondo Cia, sono quanto mai necessarie le indicazioni che arrivano dalla strategia “Farm to Fork”, pietra angolare del Green Deal europeo, che prevede un sistema alimentare sostenibile per garantire la sicurezza e l’accesso a tutti a cibi sani e sicuri e che, entro il 2030, verrà arricchita con “obiettivi legalmente vincolanti per ridurre lo spreco alimentare in Ue”. 

In questo senso, tanto fanno e possono fare ancora le imprese agricole, che da sempre lavorano per il riciclo e il riutilizzo degli scarti agricoli, in un’ottica di economia circolare. Un impegno che può crescere sempre di più con le risorse del Recovery Fund messe in campo dall’Europa per la transizione verde e digitale.

Per Cia, infine, è fondamentale riconquistare efficienza nell’utilizzo delle risorse e dare sempre più impulso alla legge nazionale anti-spreco 166/2016, sostenendo tutte le iniziative pubbliche e private per il recupero e la donazione dei prodotti alimentari invenduti, tanto più che oggi il 66% degli italiani è sempre più cosciente della connessione tra spreco alimentare, salute dell’uomo e dell’ambiente.

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1 In Evidenza - 04 feb 2021

Ue: Cia, bene Piano d’azione contro il cancro. Valorizzi Dieta Mediterranea

E’ positivo il Piano d’azione contro il cancro presentato dalla Commissione Ue, occorre però valorizzare meglio la Dieta Mediterranea, non classificando i cibi in ‘buoni’ o ‘cattivi’, ma ragionando in termini di regimi alimentari corretti o meno, come universalmente riconosciuto dal mondo scientifico. Così Cia-Agricoltori Italiani ribadendo, anche in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro il cancro, la necessità di una comunicazione più efficace che avvicini il mondo agricolo ai cittadini e sostenga, come l’organizzazione sta già facendo con il progetto “Il Paese che Vogliamo”, l’operato delle campagne per la prevenzione.

Per Cia, infatti, occorre un intervento più incisivo in termini di informazione e comunicazione, facendo per esempio chiara distinzione tra fumo e consumo di carne o alcolici, come il vino. Non possono in alcuno modo essere equiparati, trattandosi nel secondo caso, a differenza del primo, di alimenti di cui si possono discutere le quantità, ma non le qualità che ne fanno eccellenze del Made in Italy e della catena alimentare mediterranea. Inoltre, sempre per quanto riguarda la carne rossa e il vino, eliminarne la promozione, come pare voglia fare la Commissione Ue, potrebbe più che eliminare la scelta, accentuare un’errata consapevolezza del giusto apporto nutrizionale. 

Dopo un anno d’emergenza sanitaria è dunque importante, secondo Cia, tornare a mettere a fuoco la salute delle persone che passa per lo screening delle malattie, ma anche per la promozione di corretti stili di vita e di un’alimentazione sana e diversificata. Il Piano d’azione Ue, in questo senso, può essere la giusta occasione.

In conclusione, precisa Cia, da una parte, va preservata la Dieta patrimonio Unesco da più di dieci anni, schema alimentare basato su varietà e biodiversità degli alimenti e stagionalità dei prodotti, nonché su un legame unico con il territorio e la sua cultura. Dall’altra, va capitalizzato il ruolo che sono tornate a svolgere, sull'equilibrio psicofisico delle persone, le aree rurali d’Europa. Durante lockdown e restrizioni vincono, infatti, per condizioni ambientali migliori, sebbene con ancora troppe difficoltà nell'ambito dei servizi, soprattutto sanitari. E’ tempo, infine, di supportare questo processo con più formazione ed educazione alimentare, innovando nella promozione e sviluppando sistemi alimentari più resilienti al cambiamento.


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