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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 12 mag 2020

Covid 19: pubblicato il primo dei bandi di contributi a fondo perduto

E' stato pubblicato, oggi, il bando sulla concessione di contributi per l’abbattimento degli interessi sui finanziamenti finalizzati a favorire gli investimenti produttivi e la liquidità necessaria per la gestione aziendale (possono essere rendicontate le spese dal 23 febbraio).

Le domande potranno essere presentate a partire dal 21 maggio.

Tra i finanziamenti ammissibili ci sono: i costi del personale, gli investimenti o il capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi. L’entità del contributo copre il 100% degli interessi e dei costi corrisposti per prestiti fino a 25mila euro, il 70% per prestiti dai 25mila ai 100mila euro, fino ad un massimo di tremila euro per impresa.


Per maggiori informazioni: https://www.chpe.camcom.it/pagina354_bando-per-la-concessione-di-contributi-a-fondo-perduto-alle-mpmi-delle-province-di-chieti-e-pescara-per-contrastare-le-difficolt-finanziarie-e-facilitare-laccesso-al-credito-in-considerazione.html

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1 In Evidenza - 01 mag 2020

Primo maggio, associazioni di categoria e sindacati firmano un accordo comune: "Serve una svolta vera"

“Serve una svolta vera. Prima che sia troppo tardi”. È il messaggio che le associazioni di categoria di tutti i settori economici e le segreterie generali dei sindacati abruzzesi lanciano al governo nazionale ed alla Regione Abruzzo attraverso un manifesto congiunto in occasione del Primo maggio. Una giornata di mobilitazione del mondo produttivo e del lavoro che, attraverso quindici proposte, vuole accendere i riflettori sull’esigenza di ottenere “misure urgenti straordinarie per contrastare i drammatici effetti economici ed occupazionali causati dal Covid-19”, come si legge nel manifesto.
 
Quindici, dunque, i punti elencati dalle strutture regionali di Confcommercio, Confesercenti, Cna, Casartigiani, Claai, Confartigianato, Cia, Confapi, Confcooperative, Legacoop, Agci e dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Tra questi la dichiarazione dello stato di crisi per il turismo, l'agriturismo, il commercio, gli eventi e i servizi alla persona. Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, è già intervenuta in merito e torna ora a fare appello al Governo, affinché si tuteli uno dei comparti agricoli e turistici tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus, con un fatturato annuo di circa 1,4 miliardi azzerato in poche settimane di pandemia. Turismo Verde - Cia chiede che le imprese agrituristiche vengano supportate con mutui a tasso zero, garantiti dello Stato e con agevolazioni nell’accesso al credito. "Risorse straordinarie per contrastare il declino economico e la povertà, un Piano socio economico straordinario e i Piani di zona, certezze nella erogazione degli ammortizzatori sociali e accordi con le banche per la loro anticipazione” sono le altre proposte, alle quali seguono “lavoro e sviluppo rimessi al centro di ogni azione istituzionale, revisione dei fondi Ue e ritorno dell’Abruzzo nell’Obiettivo 1, sviluppo delle infrastrutture e inserimento nei corridoi europei”, e ancora “potenziare la digitalizzazione con particolare riferimento alle aree interne, riaprire in sicurezza con interventi sui costi delle imprese, finanziamenti e liquidità straordinarie al sistema produttivo anche a fondo perduto, un nuovo sistema formativo efficiente e moderno”.

Fari accesi anche sulle zone colpite dai terremoti, con “il completamento della ricostruzione e l’erogazione del 4% alle imprese dei crateri”, e per tutta la regione “una vera moratoria fiscale con abbattimento delle addizionali IRAP e IRPEF, il potenziamento della sanità pubblica e lo snellimento della burocrazia, la riorganizzazione dei trasporti pubblici regionali”. Temi che le quindici organizzazioni rappresentative sia del lavoro dipendente che del lavoro autonomo, della micro, piccola e media impresa di tutti i settori economici, chiedono ora in primis al governo ed alla Regione di affrontare con una svolta vera, appunto, “prima che sia troppo tardi”.

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1 In Evidenza - 28 apr 2020

Cia apre bando per XVIII edizione Premio Bandiera Verde Agricoltura

Bandiera Verde Agricoltura giunge alla sua XVIII edizione. Anche quest’anno, torna il riconoscimento di Cia-Agricoltori Italiani per premiare aziende, comuni, enti e organizzazioni che si sono distinte per il loro impegno a favore dell’agricoltura, dello sviluppo rurale, della valorizzazione del patrimonio enogastronomico, paesaggistico e ambientale.

 

Fino al 30 giugno, è possibile inviare la propria candidatura per partecipare alla nuova edizione del premio Bandiera Verde Agricoltura.

 

Nonostante l’emergenza Coronavirus in atto, che rende difficile stabilire ora modalità e tempi delle riaperture e della ripresa, Cia vuole mantenere alta l’attenzione sull’agricoltura che non si arrende, con una nuova edizione di Bandiera Verde, che da sempre premia la forza e la tenacia del settore e dei suoi protagonisti.

 

Per il 2020, come negli ultimi anni, il riconoscimento di Cia-Agricoltori Italiani sarà assegnato a 10 aziende agricole, distinte nelle diverse categorie come da bando; 6 iniziative "extra-aziendali", esempio scuole, parchi naturali, eventi culturali; 3 comuni virtuosi.

 

Soltanto uno tra tutti i premiati, riceverà poi la "Bandiera Verde d’Oro".

 

Il Regolamento 2020 e tutti i documenti utili per candidarsi qui

 

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1 In Evidenza - 20 apr 2020

"Salviamo il turismo", le proposte di imprese e sindacati alla Regione Abruzzo

Investire 50 milioni di euro per salvare e rilanciare il turismo abruzzese, una filiera che rappresenta una fetta importante del Pil regionale, dando lavoro - direttamente o attraverso un indotto che arriva anche all’artigianato – migliaia di operatori e dipendenti disseminati in attività come alberghi, ristoranti, tour operator, agenzie di viaggio, stabilimenti balneari, noleggiatori con conducente, campeggi, B&B, agriturismi, guide e accompagnatori. Ma che ora, per colpa della pandemia, rischia di dover fare i conti con cancellazioni in serie di prenotazioni, chiusure di attività, licenziamenti di dipendenti. E’ l’appello che quindici sigle espressione del mondo dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio, della cooperazione, della piccola industria e dei servizi (Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop), oltre ai sindacati dei lavoratori Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno rivolto al presidente della Regione, Marco Marsilio, ed all’assessore regionale al Turismo, Mauro Febbo.

Il pacchetto, articolato in ben nove punti, affronta le emergenze del presente, ma cerca anche di guardare al momento della riapertura. La proposta, rivolta a tutta la filiera, prevede così la costituzione di uno specifico fondo di crisi del turismo, a tutela delle attività; la cancellazione dei tributi e delle tasse locali (come quella di soggiorno) e regionali per il 2020, con riduzione del 50% per tutto il 2021; l’erogazione di liquidità con finanziamenti a fondo perduto; il sostegno all’occupazione con esonero dei contributi per almeno 3 anni; l’estensione a figure di guide e accompagnatori turistici, cicloturistici, alpine e media montagna, dei contributi a fondo perduto per modernizzare il proprio apparato tecnico; l’agevolazione della formazione e la crescita di piattaforme per investimenti turistici di sistema; la creazione di un bonus vacanza “Viaggia in Abruzzo” per l’acquisto di ferie organizzate verso la nostra regione pari al 50% della spesa prevista, con un massimo di 500 euro a persona, per un anno, che includa anche la stagione estiva ed autunnale 2021; la previsione di trasporto gratuito per un anno, sui trasferimenti interni regionali (treno-bus) per i possessori di contratti di soggiorno e vacanza stipulati con la filiera del turismo organizzato; la spinta agli operatori ad utilizzare il DMS regionale (Destination Management System), ovvero la piattaforma web che permette agli operatori territoriali di presentare e gestire la propria offerta turistica.

Il documento unitario chiede infine alla Regione di avviare una campagna di comunicazione tesa a valorizzare la vocazione turistica dell’Abruzzo e a promuovere strategie commerciali da mettere in campo contestualmente al superamento dell’emergenza Covid-19. Attività di comunicazione particolarmente necessaria per un territorio che tra il 2009 e il 2017 ha dovuto far fronte anche a importanti calamità naturali. Il tutto, sapendo che non basterà più limitarsi a ricordare l’importante patrimonio ambientale, storico, paesaggistico, eno-gastronomico, o dei borghi che l’Abruzzo vanta, perché rischierebbe di avere un impatto nullo: «Estremamente importante sarà affidarsi ad esperti della comunicazione per la scelta di una strategia da utilizzare soprattutto relativamente all’individuazione del target da raggiungere, privilegiando i social media».

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1 In Evidenza - 19 apr 2020

Cia Abruzzo chiede certificazione IGP per l’arrosticino d’Abruzzo

Negli ultimi giorni la trasmissione Report ha alimentato un dibattito relativamente all’impatto che gli allevamenti zootecnici intensivi avrebbero sull’ambiente.

 

Nel rigoroso rispetto delle stringenti normative, l'applicazione di buone pratiche agronomiche ed il corretto spandimento delle deiezioni animali, concorrono al fondamentale apporto di materia organica nel terreno che ne è sempre più carente, preservandone fertilità e capacità di assorbire carbonio e di trattenere acqua.

 

In Abruzzo la zootecnia è caratterizzata da forme di allevamento tradizionale e molto spesso estensivo, a totale beneficio della manutenzione del paesaggio e del territorio. 

 

“La pastorizia, con la sua esperienza fatta di valori, identità, sostenibilità può ancora oggi rappresentare una opportunità per aree interne”, dichiara il Presidente Cia Abruzzo Mauro Di Zio,

“sarebbe opportuno richiedere la certificazione IGP su uno dei prodotti più amati e identitari: l’arrosticino d’Abruzzo”.

 

Si producono ogni anno decine di milioni di arrosticini e il marchio IGP potrebbe rappresentare un’ottima opportunità per il settore, poiché tutela e valorizza i processi tradizionali di lavorazione. 

 

“La certificazione richiesta dovrà rappresentare un valore aggiunto per gli allevatori del territorio, che potranno essere chiamati ad incrementare la consistenza e modificare l'indirizzo produttivo. Oltretutto la recente crisi dei consumi ha portato molti di loro ad allevare le agnelle invendute come future fattrici “ conclude Di Zio. 


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1 In Evidenza - 07 apr 2020

Prestazioni previdenziali: sospensione dei termini di decadenza per le domande

Sospesi i termini di decadenza relativi alle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative erogate dall'Inps. Con la circolare n.50 del 4 aprile l'Istituto fornisce i primi chiarimenti e rende noto che restano sospesi fino al 1° giugno 2020 i termini di decadenza per la presentazione delle seguenti domande:

  • riconoscimento dei requisiti e delle condizioni per il diritto alla pensione anticipata in favore dei lavoratori precoci (termine del 1° marzo 2020);
  • riconoscimento dei requisiti e delle condizioni per il diritto all’APE Sociale (termine del 31 marzo 2020);
  • riconoscimento dei requisiti e delle condizioni per il diritto alla pensione di inabilità per soggetti affetti da malattie, di origine professionale, derivanti da esposizione all’amianto (termine del 31 marzo 2020);
  • riconoscimento dello svolgimento di attività lavorative particolarmente faticose e pesanti (termine del 1° maggio 2020);
  • pensionamento anticipato per i lavoratori del settore editoria;
  • conferma dell’assegno ordinario di invalidità.

Sono sospesi, inoltre, i termini di decadenza per l’accettazione dei provvedimenti di ricongiunzione, riscatto e rendita vitalizia e i termini di decadenza per l’accettazione dei provvedimenti di riscatto ai fini dei Trattamenti di Fine Servizio ( TFS) e dei Trattamenti di Fine Rapporto ( TFR). 

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