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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 26 ott 2019

Zootecnia: Cia, governo intervenga per correggere riforma

Bisogna risolvere una volta per tutte la grave situazione del sistema allevatoriale italiano. Lo denuncia Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando come l’applicazione nel nostro Paese del Regolamento Ue in materia (1012/2016) avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per modernizzare il settore zootecnico e rilanciarlo.

Chiediamo quindi alla ministra Teresa Bellanova e all’intero governo di prendere subito in mano la situazione -spiega Cia- sempre più complicata tra ricorsi degli imprenditori, osservazioni dell’Agcom e mancati riconoscimenti delle Prefetture.

E’ necessario intervenire, prima di tutto, per far correggere gli Statuti degli Enti selezionatori in direzione di una vera autonomia e di una governance diretta degli allevatori e aperta al mercato. Ad oggi, invece, si sta assistendo a una riforma gattopardesca -evidenzia Cia- che cambia tutto per lasciare che tutto rimanga uguale, utilizzando finanziamenti pubblici europei e nazionali, ma senza garantire quel sistema concorrenziale ed efficiente richiesto dalla regolamentazione comunitaria. E tutto questo, finora, è avvenuto con la complicità degli organi competenti.

Le aziende del settore -conclude Cia- hanno bisogno di un sistema allevatoriale innovativo, snello ed efficace, per agevolare il rilancio competitivo di una delle filiere più strategiche del Made in Italy agroalimentare.

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1 In Evidenza - 26 ott 2019

Immigrati: Cia, salgono a 370 mila gli occupati stranieri nei campi

L’agricoltura italiana continua a creare nuovi posti di lavoro, anche per gli immigrati: quest’anno c’è stato un ulteriore aumento di circa 25.000 lavoratori stranieri nel settore primario. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al Dossier Statistico Immigrazione 2019, presentato a Roma dal Centro Studi e Ricerche Idos.

La manodopera straniera continua a essere una parte rilevante dell’intero comparto agricolo: oggi i lavoratori nati all’estero e occupati nei campi in Italia sono quasi 370 mila, vale a dire un terzo dei circa 900 mila addetti totali.

Numeri che confermano quanto l’agricoltura sia diventata multietnica -osserva Cia-. Ora, però, bisogna migliorare le politiche migratorie e stabilizzare le assunzioni in agricoltura. Un approccio che presuppone l’abbandono definitivo delle misure di emergenza e l’avvio di interventi seri ed efficaci sull’immigrazione, basati appunto su due priorità: lavoro e integrazione.   

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1 In Evidenza - 24 ott 2019

Anp-Cia: "Legge di bilancio ignora i pensionati. Pronti alla piazza"

Nella legge di bilancio non sembrano essere presenti, sia nelle intenzioni che nelle azioni del Governoelementi tali da modificare il nostro stato di preoccupazione per le condizioni dei pensionati e degli anzianiNon indietreggia di un passo Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italianiche ancora una volta torna a sollecitare un intervento risolutivo da parte dell’esecutivo e a tal file sta incontrando i rappresentanti in parlamento dei partiti politiciUltimo, il confronto con Maria Luisa Gnecchiresponsabile welfare del PD.

Secondo quanto appreso in relazione al programma del nuovo Governo, Anp-Cia - che ora si dice pronta a concretizzare la mobilitazione nelle piazze, come già preannunciato il mese scorso - non rintraccia alcuna attenzione credibile allo stato della sanità e dei servizi socio-sanitari nelle aree interne e ruraliManca, inoltre, attenzione e visione strategica in materia di politiche dell’invecchiamento attivo e di valorizzazione sociale degli anziani nella società.

Necessario per Anp-Cia, anche ribadire che non risulta alcuna previsione di interventi migliorativi delle pensioni minime. Non si riconosce l’indicizzazione per l’adeguamento del potere d’acquisto delle pensioni al costo della vita. In balia d’incertezza anche il tema quattordicesima. Viene confermata Quota 100, ma si continua a escludere gli agricoltoridai lavori gravosi e usuranti. Non trova spazio la riduzione della tassazione sulle pensioni, al momento prevista solo per i lavoratori dipendenti. Non si prevede niente, ancora una volta, per i cosiddetti incapienti che la pensione di cittadinanza con i relativi paletti, ha costretto all’emarginazione.

Anp-Cia, sebbene consapevole delle condizioni difficili del Paese e della crisi economica, pur prendendo atto dell’impegno che ha portato alla costituzione del nuovo esecutivo, di cui riconosce gran merito al Presidente della Repubblica Mattarella, si vede, dunque, nella condizione di rafforzare la sua pressione nei confronti delle istituzioni, secondo le aspettative indicate dall’Associazione nel documento approvato nell’ultima Assemblea nazionale.

Continueremo a dialogare con le prefetture regionali e provinciali -ha confermato il presidente nazionale Anp-Cia Alessandro Del Carloe a confrontarci con i rappresentanti politici in parlamento. Il Paese che Vogliamo, i suoi cittadini, soprattutto nelle aree interne ci chiedono del resto di non abbassare la guardia. Va quanto prima affrontato -ha ribadito Del Carlo- il tema dell’accessibilità ai servizi soprattutto nelle già penalizzare zone rurali. Governo e Parlamento non usino due pesi e due misure, rispettino il valore sociale dei pensionati e degli anziani”.

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1 In Evidenza - 23 ott 2019

Aree interne: Cia, "Investire su sviluppo sistemi produttivi territoriali"

Lo sviluppo di filiere a vocazione territoriale, uno dei cinque asset del piano nazione di Cia “Il Paese che Vogliamo”, al centro dell’incontro di oggi a Loreto Aprutino nell’entroterra abruzzesetappa per il focus di approfondimento sul ruolo dei Progetti Integrati (PIF) nella promozione dell’aggregazione nel settore agroalimentare.

Cia-Agricoltori Italiani ha portato, così, sul tavolo del confronto sul territorio, con istituzioni regionali e locali, le potenzialità strategiche dei PIFstrumento di finanziamento dei Programmi di Sviluppo Rurale (Psr), tra i più concreti per favorire la nascita di integrazioni nelle filiere o in sistemi produttivi territoriali, soprattutto nelle aree interne d’Italia.  

Giunti alla programmazione 2014-2020, i PIF vedono oggi impegnate sul piano nazionale risorse pubbliche per quasi 600 milioni di euro, destinati ai 197 progetti già approvati in Toscana, Marche, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, finalizzati a incentivare l’organizzazione della filiera agroalimentare, migliorando la produttività di tutti i soggetti coinvolti.

In particolare, la Regione Emilia-Romagna (63 progetti approvati per quasi 155 milioni di euro) e la Regione Toscana (57 progetti per 110 milioni di contributo), emergono come interessanti casi di studio proprio per il boom nel ricorso ai PIF. Per questo Cia le ha coinvolte nell’evento in Abruzzo, quale prima occasione di analisi e confronto sull’applicazione dello strumento. In quest’ultima Regione, nello specifico, i Progetti sono stati attivati per la prima volta, solo con il Psr in corso e sono ora in fase di approvazione 7 progetti (per i settori: avicolo, suinicolo, cerealicolo, lattiero caseario, ortofrutticolo, ovicaprino e vitivinicolo) con un contributo pubblico di 1,4 milioniper misure di macrofiliera. Inoltre, sono stati pubblicati i bandi per le misure individuali di microfiliera con un finanziamento complessivo previsto di 12 milioni di euro.

“E’ una partita che Cia Abruzzo doveva assolutamente giocare per ridare impulso alla produttività agricola delle aree rurali -ha spiegato il presidente regionale Mauro Di Zio.- Cogliendo l’opportunità dei Progetti Integrati di Filiera, siamo anche partner con la nostra associazione la Spesa in Campagna e il mercato contadino di Pescara, del progetto di microfiliera ‘Una cooperazione da coltivare’ composto da 50 imprese abruzzesi, che ha l’obiettivo di promuovere la vendita diretta e l’equa redistribuzione del valore aggiunto lungo tutta la filiera. Prosegue, dunque -continua Di Zio- l’impegno in azioni mirate al rilancio del territorio, partendo da una ricognizione dei servizi e aprendoci a un dialogo chiaro con politica e società civile”.

Il Paese che Vogliamo -è intervenuto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- spinge ora non solo a sviluppare nuove filiere a vocazione territoriale, ma anche alla costruzione di sistemi produttivi più complessi e maggiormente qualificanti per le imprese agricole, coinvolgendo tutta la rete socio-economica, puntando suinnovazioneservizi infrastrutture, chiave della competitività del settore agricolo, soprattutto nelle zone rurali d’Italia. Inoltre -precisa Scanavino- occorre lavorare per un maggiore protagonismo dei PIF in ambito Pac e tutelare l’autonomia delle Regioni. Il Crea e diverse Università ci supporteranno -ha concluso il presidente nazionale di Cia- nella formazione di tecnici Cia per fornire alle aziende consulenza specializzata sui Progetti di Filiera.


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1 In Evidenza - 10 ott 2019

A Pescara l’VIII Festa Interregionale ANP-CIA: 600 pensionati in corteo sotto lo slogan “Il paese che vogliamo”

Centinaia di bandiere verdi hanno sfilato, sabato 5 ottobre, in corteo, sul ponte del Mare di Pescara, sotto lo slogan “Il Paese che vogliamo”. Circa 600 pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) hanno celebrato l’VIII Festa Interregionale dell’Anp. Insieme all’Abruzzo hanno partecipato anche delegazioni provenienti dal Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana e Umbria. Si sono ritrovati oggi alle 15 alla Madonnina, e da lì sono partiti fino ad arrivare al padiglione “Daniele Becci” al porto turistico.

Qui si è tenuto un convegno dedicato in cui Anp-Cia torna a ribadire temi prioritari come le esigenze dei pensionati, la tutela dei diritti, il ruolo sociale degli anziani e il loro valore come risorse.  Sono intervenuti Dino Bruno, presidente regionale Anp-Cia Abruzzo, i docenti dell’università di Teramo Mauro Serafini, ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate, e Andrea Ciccarelli, associato di Statistica economica, Alessandro Del Carlo, presidente nazionale Anp-Cia. “In una società che cambia chiediamo di intervenire sulle pensioni minime che vanno adeguate, nel segno dell’equità e della giustizia sociale”, sostiene Del Carlo, “I pensionati ricoprono un importante ruolo nella società, soprattutto in ambito familiare, e il peso, anche in termini anagrafici, di questa fascia della popolazione costituisce i presupposti per attuare misure politiche e servizi adeguati”. 

Ha concluso il dibattito Mauro Di Zio, vice presidente nazionale Cia. “L’obiettivo è quello di garantire un invecchiamento attivo degli anziani attraverso un percorso di ottimizzazione della qualità della vita”, afferma Di Zio, “invitandoli a svolgere attività come prendersi cura di figli e nipoti, fare esercizio fisico, volontariato, riconoscendo in loro un importante ruolo socio-culturale piuttosto che secondario che spesso culmina nell’abbandono”.

La serata è proseguita con la cena sociale. Domenica 6 ottobre, presso la Camera di Commercio, si è svolto un incontro per illustrare le finalità dell’iniziativa. Le delegazioni hanno approfittato, prima di ripartire, per visitare alcuni luoghi tra i più belli d’Abruzzo. 


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1 In Evidenza - 04 ott 2019

Produzione di olio in Abruzzo: qualità eccellente e +52% rispetto al 2018


Qualità eccellente e il 52% di raccolto in più rispetto alla disastrosa annata del 2018. E’ quanto emerge sulla produzione di olio extravergine d’oliva in Abruzzo dall’indagine esclusiva eseguita dagli osservatori di mercato di Cia - Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari. 


“Un dato positivo per la regione ma solo rispetto allo scorso anno, annata tra le peggiori di sempre, dopo quella del 2016”, afferma il presidente regionale di Cia - Agricoltori Italiani Mauro Di Zio, “L’Abruzzo, e più in generale il Centro Sud, è in netta ripresa con un’annata caratterizzata dalla qualità ma anche dalla quantità. Un dato che è stato favorito principalmente dall’andamento climatico  con una produzione stimata di oltre 10mila tonnellate”. 


Il clima, infatti, ha favorito, questa volta, lo sviluppo dell’olivo: il caldo estivo e la bassa umidità, in particolare, hanno evitato gli attacchi della mosca olearia. I risultati dei monitoraggi in corso parlano di percentuali intorno al 3-5% nelle zone interne e la totale assenza del parassita nelle zone pre-montane, mentre sulla fascia litoranea in alcuni areali verso la metà di settembre sono state raggiunte le soglie di intervento. 

Nella fase molto delicata della fioritura, però, i repentini incrementi di temperatura hanno danneggiato i fiori e la conseguente allegagione. Diversamente, la produzione sarebbe stata ancora più alta. 


L’ Abruzzo presenta una alternanza di zone a buona produzione e zone meno produttive con una distribuzione che si caratterizza per fasce altimetriche. 


Lungo la fascia litoranea del pescarese si osserva un calo produttivo dell'ordine del 10-20% con riferimento alla produzione dello scorso anno. Nella fascia pre-montana e in montagna questa improvvisa escalation delle temperature è stata, invece, meglio sopportata dalle piante e mentre lo scorso anno non si era praticamente avuta produzione oggi ci si attendono dei buoni risultati.

Nel teramano la produzione si presenta a macchia di leopardo con aree in cui alcune aziende non reputano valga la pena di raccogliere. Il monitoraggio della produzione sul territorio fa stimare una riduzione del 50% rispetto allo scorso anno.

Per la provincia di Chieti, che è quella che maggiormente incide sulla produzione regionale, si stima invece un incremento di circa il 70% che pure non riporta la produzione ad una piena carica. Sotto il profilo dell’andamento degli attacchi parassitari che tanto influiscono sia sulla quantità che sulla qualità delle olive, non sono stati praticamente registrati attacchi di tignola se non qualcosa sulla fascia costiera. 


La qualità dell’olio extravergine d’oliva sarà assolutamente eccellente, soprattutto grazie agli interventi e alle spese sostenute dagli agricoltori nei mesi estivi per effettuare le corrette pratiche agronomiche, ed entro la metà di ottobre quasi tutte le cooperative e i frantoi avranno iniziato la campagna di raccolta.


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