2
In Evidenza - 11 lug 2019
Maltempo: inizia la conta dei danni, Cia Chieti-Pescara “Duro colpo per l’agricoltura, chiederemo lo stato di calamità n
Grandine, pioggia torrenziale e forti raffiche di vento. Il maltempo che nella giornata di ieri ha colpito l’Abruzzo, scagliandosi con furia soprattutto sulla costa adriatica, ha avuto effetti devastanti sull’agricoltura, in un momento molto delicato dell’anno. I chicchi di grandine caduti, grandi come palline da tennis, hanno distrutto capannoni, serre, alberi da frutto, ortaggi ma anche colture cerealicole rendendo impossibile la raccolta. Cia Chieti Pescara sta monitorando la situazione nei campi per verificare la precisa entità dei danni sulle coltivazioni, alcune in procinto di essere raccolte, altre invece in piena maturazione. I tecnici Cia del territorio hanno parlato con diversi associati per avere il quadro esatto della situazione che si definisce molto pesante.
"L’evento di ieri ha dato un duro colpo al settore agricolo con danni alle colture evidenti ma non ancora quantificabili”- sottolinea il presidente Nicola Antonio Sichetti - “una situazione che dimostra, ancora una volta, come il clima si stia sempre più tropicalizzando con sbalzi atmosferici importanti, grandine di sempre più grosse dimensioni, che porta gli agricoltori a dover investire sempre di più in termini assicurativi”- continua- “Abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte dei nostri associati, il lavoro di un’intera stagione potrebbe andare vano mettendo a rischio la possibilità di sopravvivenza un’azienda. Chiederemo lo stato di calamità naturale”.
La confederazione agricola ricorda che sono a disposizione uffici e personale per la compilazione dei documenti necessari.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 11 lug 2019
Cia, farà tappa in Abruzzo il roadshow per portare sul territorio “Il Paese che vogliamo”
Farà tappa anche in Abruzzo il 23 ottobre il roadshow di Cia-Agricoltori Italiani per presentare il progetto di riforma, "Il Paese che vogliamo". L'iniziativa, lanciata da Cia nell'ultima assemblea nazionale, vuole richiamare l'attenzione sulle azioni ritenute non più rinviabili e necessarie all'Italia.
Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa: queste le urgenze individuate da Cia e ora oggetto di una serie di tavoli tematici, organizzati da Nord a Sud Italia, proprio nelle aree rurali e interne dove crescono criticità legate alla geografia del territorio e soprattutto ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali. Il viaggio nelle tappe delle aree interne partirà da Liguria e Piemonte il 2 settembre a Sassello (Savona) e a seguire la Campania con Benevento il 4 settembre. Si passerà poi elle Marche con l’evento a Castelsantangelo sul Nera, centro fortemente colpito dal sisma 2016, e infine in Abruzzo, in una location da definire.
"Prosegue l’impegno di Cia nel delineare, attraverso azioni specifiche e mirate, programmi di rilancio delle aree della nostra regione” - afferma il presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio – con il pieno coinvolgimento degli operatori del settore agricolo aprendoci a un confronto chiaro con interlocutori politici e sociali al fine di rendere più coeso il Paese anche dal punto di vista dei servizi”. L'obiettivo del roadshow, promosso dagli Agricoltori Italiani di Cia, è quello di attivare un confronto costruttivo a più voci che vada al di là degli obiettivi formali. Occorre, sottolinea la Cia, pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia, passando per la valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto del consumo di suolo, l'abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. E ancora: favorire reti d'impresa territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica.
Il progetto si concluderà nella primavera del 2020 con la presentazione dei risultati di questo lavoro, raccogliendo più voci tra istituzioni, associazioni e realtà economiche del territorio
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 05 lug 2019
ANP- Cia d’Abruzzo ha incontrato i quattro Prefetti delle rispettive Province.
Nell’ambito della grande mobilitazione promossa dall’Associazione Nazionale Pensionati della Cia, l’ANP d’Abruzzo si è attivata profondendo al riguardo il massimo impegno. Tutti e quattro i Prefetti delle province abruzzesi hanno ricevuto le nostre delegazioni dandoci udienza con la dovuta attenzione. Abbiamo iniziato il giorno 11 giugno con il Prefetto di Pescara, Dott.ssa Gerardina Basilicata, per proseguire il 12 con il Prefetto di Teramo, Dott.ssa Graziella Patrizi, il 18 con il Prefetto de L’Aquila, Dott. Giuseppe Linardi, ed infine il 4 luglio con il Prefetto di Chieti, Dott. Giacomo Barbato. Dopo aver consegnato ufficialmente ad ognuno di loro il documento assembleare che ANP ha approvato durante l’assise nazionale di Bologna del 16 aprile scorso, abbiamo esposto i punti principali del documento stesso, soffermandoci in particolare sugli aspetti pensionistici e su quelli sanitari. Le riflessioni e le argomentazioni addotte hanno suscitato il vivo interesse dei nostri egregi interlocutori, soprattutto in riferimento al fatto che le pensioni minime, in principal modo quelle agricole, non hanno tratto alcun beneficio dalle recenti normative in materia di Reddito e Pensione di Cittadinanza, che anzi hanno paradossalmente aggravato l’iniquità a svantaggio di chi ha alle spalle decenni di duro lavoro e di contributi regolarmente versati. Ha destato vero stupore lo scenario, da noi paventato con viva preoccupazione, che addirittura in regime contributivo puro le pensioni agricole di prima fascia, non potendo più godere nemmeno della soppressa integrazione al minimo, saranno inferiori a 300€ mensili e nella maggior parte dei casi non avranno comunque accesso alla Pensione di Cittadinanza. Dopo aver ricordato la lunga azione rivendicativa di ANP-Cia sul tema della rivalutazione delle pensioni minime, culminata con le oltre centomila firme consegnate in Parlamento nel 2016, abbiamo focalizzato il tema altrettanto spinoso delle lacunose politiche socio-sanitarie nelle aree interne. Gli agricoltori, sia in attività che in pensione, dopo aver svolto manutenzione del territorio e provveduto ad assicurare l’alta qualità dei prodotti enogastronomici, non solo pagano pegno vedendosi riconoscere pensioni indecorose, ma sono costretti a patire anche l’inadeguatezza dei servizi (sanitari, ma non solo) nelle aree rurali. I quattro Prefetti incontrati, senza eccezioni, hanno espresso sincero apprezzamento per la modalità con cui ANP, facendosi portavoce di un legittimo e diffuso malcontento, ha scelto di incontrare le Istituzioni per portare avanti le proprie rivendicazioni. Una modalità, hanno detto, che denota la grande forza e il grande senso di responsabilità di ANP nel rappresentare i propri associati (368.000 in Italia, di cui quasi 28.000 in Abruzzo) e di tutelarne gli interessi. A tal proposito, i Prefetti hanno assunto l’impegno di inoltrare le nostre richieste e i contenuti del nostro documento assembleare al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro, al Ministro dell’Interno e all’INPS. A tutti gli incontri hanno preso parte il Presidente regionale ANP d’Abruzzo Dino Bruno e il segretario regionale ANP Claudio Sarmiento, di volta in volta accompagnati dai Presidenti ANP L’Aquila Teramo e Chieti Pescara, Walter Ferrari e Valterio Paolucci, dai rispettivi Direttori Cia Donato Di Marco e Alfonso Ottaviano, oltre che dai pensionati Giulio Contini e Alfonso Di Stefano. All’incontro iniziale con il Prefetto di Pescara ha partecipato anche il Direttore regionale Cia, Mariano Nozzi.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 21 mag 2019
Convenzione CIA - FCA
Con la tessera CIA, grazie alla convenzione con FCA, acquistare un'auto nuova conviene!
Sconti dal 12% al 31% su numerosi modelli dei brand Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Jeep e Abarth.
La promozione è valida fino al 31 Dicembre 2019.
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 17 mag 2019
Riforma della Legge 157/92 sulla fauna selvatica
La Cia d’Abruzzo ha incontrato l’Assessore regionale Imprudente per illustrare la proposta di riforma della Legge 157/92 sulla fauna selvatica. Anche i Sindaci e i Parlamentari eletti in Abruzzo saranno invitati a sostenere la proposta.
Nella giornata di ieri, la Giunta regionale abruzzese della Cia Agricoltori Italiani, guidata dal Presidente Mauro Di Zio, ha incontrato il vice Presidente della Giunta della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, per illustragli la proposta di riforma della Legge 157/92 sulla fauna selvatica, che la Confederazione ha presentato ieri ai Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, oltre che al Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, On. Filippo Gallinella. Una proposta di riforma radicale tramite cui affrontare concretamente un problema ormai fuori controllo, tra danni milionari ad agricoltura e ambiente, rischio malattie, incidenti stradali sempre più frequenti e minacce alla sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane. La proposta si articola su sette punti chiave e si propone di aggiornare una legislazione obsoleta e del tutto carente sia sul piano economico che su quello ambientale. I sette punti affrontano, nell’ordine, la necessità di: 1) sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione”, stante il fatto che, se nel 1992 poteva essere prioritario l’obiettivo di conservare la fauna a rischio estinzione, oggi siamo in presenza di specie in sovrannumero o addirittura infestanti come nel caso dei cinghiali; 2) ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, partecipato dal Mipaaf e dal Ministero dell’Ambiente, dalle Regioni, dalle organizzazioni interessate e da istituzioni scientifiche come l’Ispra, riconducendone le competenze presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; 3) Distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività e passando attraverso il ridisegno e la ridefinizione dei compiti degli Ambiti territoriali di gestione faunistica e venatoria (al posto degli Ambiti territoriali di caccia); 4) non delegare più solo all’attività venatoria il controllo della fauna selvatica, rafforzando la possibilità di istituire personale ausiliario adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia e mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento; 5) rafforzare l’autotutela degli agricoltori autorizzandoli ad agire sui propri terreni per mettere in atto, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento qualora in possesso di abilitazione all’esercizio venatorio; 6) risarcire totalmente il danno subìto, superando la logica del “de minimis” ed assicurando procedure di accertamento e tempi omogenei sul territorio con la gestione affidata alle Regioni, visto che ad oggi i danni diretti al settore agricolo accertati corrispondono a 50/60 milioni di euro l'anno a livello nazionale e circa 2,5 milioni a livello regionale; 7) tracciare la filiera venatoria, ai fini della sicurezza e della salute pubblica, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei e autorizzati, in tutte gli areali di caccia.
La Cia Agricoltori Italiani si sta mobilitando fortemente su questo tema in tutto il territorio nazionale. La Cia d’Abruzzo, oltre all’incontro odierno con il vice Presidente della Giunta della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, al quale è stata illustrata la proposta di riforma chiedendogli di sostenerla anche nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, invierà la proposta anche a tutti i Parlamentari eletti in Abruzzo, a tutti i Sindaci e a tutte le Associazioni, con lo scopo di sollecitare le Istituzioni e tutti gli attori sociali coinvolti nella gestione faunistica ad agire tempestivamente, utilizzando il nostro progetto di riforma come base di discussione per arrivare a una nuova normativa sul tema più moderna ed efficace. L’impegno della Cia d’Abruzzo vuole favorire su questo tema un confronto e un dialogo troppo spesso caratterizzati da aspetti emotivi e da impostazioni filosofiche preconcette.
Cia Agricoltori Italiani
Abruzzo
Visualizza Allegato
1
In Evidenza - 15 mag 2019
Fauna selvatica: contro emergenza, CIA lancia riforma radicale della legge.
Documento su tavolo di Camera e Senato. In Italia +111% cinghiali con danni all’agricoltura per 60 mln l’anno
Una riforma radicale della legge sulla fauna selvatica per affrontare concretamente un problema ormai fuori controllo, tra danni milionari ad agricoltura e ambiente, rischio malattie, incidenti stradali sempre più frequenti e minacce alla sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane. L’ha chiesta oggi Cia-Agricoltori Italiani, presentando a Camera e Senato una proposta di modifica della legge 157/92 che regola la materia.
Sette punti chiave per invertire la rotta sulla questione degli animali selvatici (ungulati, storni, nutrie), diventata insostenibile in tutto il territorio nazionale, aggiornando una legislazione obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico che su quello ambientale.
1. Sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione” - Secondo Cia, la finalità di fondo, indicata già nel titolo della legge, deve essere modificata passando dal principio di protezione a quello di gestione della fauna selvatica. Se la legge del 1992 si focalizzava sulla conservazione della fauna, in quegli anni a rischio di estinzione per molte specie caratteristiche dei nostri territori, oggi la situazione si è ribaltata, con alcune specie in sovrannumero o addirittura infestanti. L’esempio più lampante riguarda i cinghiali, responsabili dell’80% dei danni all’agricoltura: si è passati da una popolazione di 50 mila capi in Italia nel 1980, ai 900 mila nel 2010 fino ad arrivare a quasi 2 milioni nel 2019. E’ del tutto evidente, quindi, che bisogna tornare a carichi sostenibili delle specie animali, in equilibrio tra loro e compatibili con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche, dei diversi territori.
2. Ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - L’attuale legge divide le competenze in diversi ministeri; occorre riportare alcune competenze di fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e, di fatto, ricostituire il Comitato tecnico faunistico e venatorio, partecipato dal Mipaaft e dal Ministero dell’Ambiente, dalle Regioni, dalle organizzazioni interessate e da istituzioni scientifiche come l’Ispra.
3. Distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria - E’ necessario intervenire nella governance dei territori, garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività. Le procedure di programmazione faunistica e delle attività venatorie devono essere semplificate e armonizzate con le Direttive europee e, allo stesso tempo, vanno ridisegnati e ridefiniti i compiti degli Ambiti territoriali di gestione faunistica e venatoria (al posto degli Ambiti territoriali di caccia).
4. Le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all’attività venatoria - Per Cia, piuttosto, deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento.
5. Deve essere rafforzata l’autotutela degli agricoltori - Sui propri terreni, i produttori devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento.
6. Risarcimento totale del danno - La crescita dell’incidenza dei danni da fauna selvatica è esponenziale. Ad oggi, i danni diretti al settore agricolo accertati dalle Regioni corrispondono a 50-60 milioni di euro l'anno. Secondo Cia, gli agricoltori hanno diritto al risarcimento integrale della perdita subita a causa di animali di proprietà dello Stato, comprensivo dei danni diretti e indiretti alle attività imprenditoriali. Bisogna superare la logica del “de minimis”; mentre criteri, procedure e tempi devono essere omogeni sul territorio, con la gestione affidata alle Regioni.
7. Tracciabilità della filiera venatoria - Ai fini della sicurezza e della salute pubblica, occorre assicurare un efficace controllo e un’adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei e autorizzati, in tutte gli areali di caccia.
“Cia-Agricoltori Italiani lancia la sua proposta di riforma della legge 157/92 e si rende protagonista, negli stessi giorni, di una mobilitazione generale in tutte le regioni sul tema della fauna selvatica -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino-. La presenza eccessiva, soprattutto di ungulati, sta rendendo impossibile in molte aree l’attività agricola con crescenti fenomeni di abbandono ed effetti negativi sulla tenuta idrogeologica dei territori. Per questo sollecitiamo le istituzioni ad agire tempestivamente, utilizzando il nostro progetto di riforma come base di discussione, per arrivare a una nuova normativa sul tema più moderna ed efficace”.
Visualizza Allegato