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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 24 set 2024

Nasce “Cia Workspace”. La presentazione al G7 Agricoltura con XFarm


Si chiama “Cia Workspace” ed è la super app per smartphone e tablet che permetterà agli agricoltori associati di avere la propria azienda sempre a portata di mano, monitorando e gestendo gli interventi sui campi grazie all’innovazione e alle nuove tecnologie. Frutto della partnership con XFarm, leader dell’agritech, e presto disponibile per tutti, è stata presentata da Cia-Agricoltori Italiani in occasione del G7 e Divinazione Expo 24, con un ciclo di workshop dedicati nello spazio confederale a Riva Nazario Sauro.


L’obiettivo comune è quello di sostenere e guidare i produttori italiani nel processo di transizione digitale, fornendo strumenti e servizi utili a migliorare la produttività, ridurre l’impatto ambientale e rispondere alle sfide del cambiamento climatico.

Dall’utilizzo delle immagini satellitari per seguire in tempo reale tutto il ciclo colturale e agire subito nelle aree in stress alla programmazione delle attività in tandem con le variazioni meteo, dalle concimazioni più equilibrate con l’analisi del suolo e del fabbisogno nutrizionale al riconoscimento delle malattie delle piante con una semplice scansione, sarà tutto a portata di cellulare.


“Vogliamo offrire alle imprese agricole strumenti semplici e accessibili tramite smartphone per migliorare la gestione delle coltivazioni -spiegano Cia e XFarm-. Grazie all’impiego di sistemi digitali di supporto alle decisioni, per esempio, si può arrivare a ridurre del 35% l’uso di fitofarmaci e del 30% l’impiego di acqua, favorendo al contempo una riduzione del 25% delle ore di lavoro”. Questo significa “aiutare gli agricoltori a efficientare la produzione, affrontare le pressioni di clima e malattie e diventare maggiormente sostenibili, facendo le scelte giuste al momento giusto” e “traghettando il settore verso un orizzonte sempre più smart”.

 

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1 In Evidenza - 23 set 2024

G7 Agricoltura: Cia, aree interne leva di sviluppo globale. Italia sia modello


I borghi e le campagne d'Italia modello di crescita per le zone rurali d'Europa e del mondo. Il G7 Agricoltura Divinazione Expo sancisca l'impegno di istituzioni, enti e organizzazioni del comparto attorno al progetto di una strategia nazionale agricola per le aree interne, davvero capace di guardare lontano partendo dalle piccole comunità, dalle strade di montagna e dai servizi essenziali, dalle aziende familiari e dal ricambio generazionale. È questo il messaggio di Cia-Agricoltori Italiani dalla terza giornata di Ortigia capitale mondiale dell'agricoltura e della pesca, dedicata dal Masaf al confronto sul futuro delle aree interne per un piano di sviluppo concreto. All’incontro, per la Confederazione, l’intervento del direttore nazionale Maurizio Scaccia.

C'è l'opportunità effettiva, tra disponibilità di fondi a supporto e duri contraccolpi climatici, di fare la differenza di fronte al progressivo abbandono dei territori marginali -sottolinea Cia- guardando alla questione come sfida globale (riguarda il 43% della popolazione mondiale, non solo il 48,5% dei comuni italiani), ma affrontandola a cominciare dalle loro specifiche priorità. In particolare, da interventi a tutela delle infrastrutture e dei servizi di prossimità, per garantire la viabilità periferica, una gestione adeguata della risorsa acqua, equo accesso a istruzione e sanità, il superamento del digital divide.

Per Cia, serve una programmazione univoca che abbia come punti cardinali politiche in grado di spingere, con una normativa quadro, l'abitabilità di ciascuna zona periferica e di montagna, misure di fiscalità agevolata e norme che favoriscano l'accesso al credito e alla liquidità, in grado di innescare ricambio generazionale. Tasselli chiave di un piano nazionale per l'agricoltura e l'alimentazione, come già detto da Cia, che riconosca la centralità del settore, motore di progresso e sostenibilità soprattutto nelle zone rurali d'Italia, dove vivono ancora 13 milioni di persone, e che contano, complessivamente, più della metà della Sau (Superficie agricola utilizzata) del Paese. Serve, per questo, valorizzare la dimensione familiare agricola che includa, in primo luogo, il recupero dei terreni incolti e il riconoscimento economico e sociale delle funzioni ambientali svolte dal comparto.

"Pensiamo in grande, ma lavoriamo in piccolo -è l'invito del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Ce lo stanno ripetendo i fatti, dalle alluvioni all'emergenza Peste suina e Lingua blu, occorre più efficienza e rapidità sugli interventi di dimensioni più contenute, sui processi autorizzativi e attuativi, per poi avanzare gradualmente verso le grandi opere. Non è solo una questione agricola o ambientale. Investire sulle zone rurali è un'urgenza sociale, oltre che economica, e bisogna evitare la dispersione delle risorse, la 'deperibilità' delle azioni, affiancando Comuni, associazioni, aziende e cittadini nella messa a terra delle progettualità, vedi tra tutti il Pnrr".

Fini conclude: "Ѐ con questo approccio che dobbiamo interpretare lo spirito del G7 Agricoltura a presidenza italiana, per l'inclusività e la stabilità economica, per la centralità della produttività agricola, custode della storia e della cultura dei popoli, garante della sicurezza alimentare globale".

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1 In Evidenza - 23 set 2024

G7 Agricoltura: Cia, costruire insieme nuova strategia per sicurezza alimentare


“La sicurezza alimentare globale non può più essere data per scontata, tra crisi geopolitiche, climatiche e di mercato -così il presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini alla seconda giornata di Divinazione-Expo-. Occorre ora muoversi sinergicamente, partendo da questa straordinaria vetrina delle eccellenze italiane a Siracusa, per costruire nuove strategie che mettano davvero al centro gli agricoltori e le aree rurali. Per garantire cibo sano di qualità accessibile a tutti, serve uno sforzo collettivo sostenuto da politiche e risorse adeguate, puntando su 5 direttrici essenziali: fermare il consumo di suolo agricolo; contrastare il climate change con l’innovazione, dalle TEA all’agricoltura di precisione; riconoscere ai produttori il giusto valore lungo le filiere; sostenere il ricambio generazionale sui campi; assicurare il principio di reciprocità negli scambi commerciali”.


“Se parliamo di sicurezza alimentare -continua Fini- dobbiamo affrontare il tema dell’approvvigionamento di cibo e il contrasto del climate change, che è la prima minaccia per la produzione agroalimentare. L’obiettivo è quello di continuare a produrre cibo di qualità per una popolazione mondiale che a breve raggiungerà i 9 miliardi”. C’è bisogno, in primis, di mettere in sicurezza il territorio e di attivare nuove misure e investimenti adeguati sulle varietà resistenti, investendo sulla ricerca e l’innovazione. In questo scenario, crediamo si debba puntare soprattutto sulle tecniche di miglioramento genetico, portando avanti la sperimentazione in campo per sviluppare piante più resilienti agli stress climatici e alle malattie e tutelare sia la produttività che la sostenibilità del settore. Al contempo, è necessario accelerare sull’agricoltura 4.0, per produrre di più con meno risorse grazie a sistemi satellitari e robotizzazione in campo. Grazie all’agricoltura 4.0 si ottiene un risparmio sui vari input produttivi che può arrivare a raggiungere il 30%. Parallelamente, la produttività può aumentare fino al 20%. Il tutto senza ricorrere a sostanze chimiche che vanno ad alterare le proprietà delle materie prime.  Solo, dunque, con innovazione, ricerca e nuove tecnologie è possibile arrivare a una sintesi tra sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale.

“Per quanto riguardo la tutela del suolo -prosegue Fini- questa è una risorsa fondamentale non solo per le produzioni agricole ma per tutti i cittadini, perché un suolo in salute è un argine prezioso contro inquinamento e dissesto idrogeologico. La recente direttiva Ue, sia da gancio per arrivare anche in Italia a una legge in materia”. Alla filiera del cibo Made in Italy, che oggi vale 64 miliardi di euro, va, inoltre, garantito con urgenza il rispetto della reciprocità commerciale per proteggere la produzione interna da importazioni che non seguono i medesimi standard e, allo stesso tempo, occorre perseguire l'obiettivo conclamato, ma ancora lontano, della redistribuzione del reddito, assicurando alla fase agricola una quota adeguata di valore aggiunto. “La sovranità alimentare si può raggiungere, infine, solo grazie al lavoro degli agricoltori e affrontando seriamente il tema del ricambio generazionale per evitare la senilizzazione del mondo agricolo -conclude Fini-. Bisogna puntare sui giovani, che sono l’unica opportunità per salvare le aree interne, garantendo sicurezza ai territori e rafforzando le comunità rurali”.

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1 In Evidenza - 19 set 2024

Cia al G7 Agricoltura e Divinazione Expo: fare squadra sulle grandi sfide globali


“Un’occasione straordinaria per mostrare al mondo il bello e il buono dell’Italia e riportare gli agricoltori al centro dell’attenzione internazionale, con l’obiettivo di valorizzare la qualità e la sostenibilità delle nostre produzioni tramite una vetrina globale unica, ma soprattutto di fare squadra con le organizzazioni e i governi per affrontare le grandi sfide del settore, dai cambiamenti climatici al giusto reddito per i produttori al diritto al cibo per tutti”. È così che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, guarda all’appuntamento nodale del G7 Agricoltura e di “Divinazione Expo 24”, dal 21 al 29 settembre a Siracusa, nell’isola di Ortigia, dove la Confederazione sarà in prima linea tra gli impegni con le istituzioni e un ricco programma di eventi e degustazioni nel grande spazio espositivo dedicato a Riva Nazario Sauro.


GLI IMPEGNI ISTITUZIONALI –
 Dopo la visita inaugurale della premier Giorgia Meloni, sabato 21 settembre, spazio agli incontri del Masaf con le rappresentanze del mondo agricolo: il presidente Cristiano Fini interverrà all’evento, domenica 22 settembre al Teatro Comunale di Siracusa, alle ore 10, nella prima sessione “Difendere e valorizzare la filiera agricola”; mentre lunedì 23 settembre, il direttore nazionale di Cia Maurizio Scaccia si confronterà su “Una strategia nazionale agricola per le aree interne”, al Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights, alle ore 10.30. Giovedì 26 settembre, invece, il presidente di Cia Fini parteciperà ai lavori del G7 delle Organizzazioni agricole, all’Ortea Palace Hotel alle ore 9.30, e poi sarà ospite del Forum per l’Africa del G7 Agricoltura, al Teatro Comunale alle ore 15. Venerdì 27 settembre, infine, Stefano Francia del Comitato esecutivo nazionale Cia sarà al convegno a cura di Federunacoma, “Territori sconfinati, piccoli poderi e orti urbani: tutte le tecnologie per macro e micro agricolture”, alla Sala Borsellino del Municipio di Ortigia, Palazzo del Vermexio, alle ore 10.


LO SPAZIO CIA A RIVA NAZARIO SAURO – 
Oltre mille metri quadrati a Riva Nazario Sauro insieme a Italia Olivicola. Al centro dello spazio espositivo ci sarà l’immenso patrimonio agroalimentare Made in Italy portato a Ortigia dalle aziende associate, protagoniste di una mostra-mercato tutta dedicata alle eccellenze del territorio. Accanto, un fitto calendario di degustazioni, tutti i giorni nell’area tasting dalle ore 12 alle 14 e dalle 17 alle 21: “Olio & Fragranze – Orgoglio Italiano”, un viaggio sensoriale tra olio, farina e tipicità, con i migliori maestri della pizza, e “Oil Bar”, per scoprire le 500 varietà di olivo, quasi 50 denominazioni d’origine, lungo la penisola e assaggiarne un bicchierino. Non solo percorsi del gusto, ma anche talk e approfondimenti nell’area meeting. Si alterneranno infatti, dal 21 al 29 settembre, workshop su “Innovazione e Agricoltura: la rivoluzione digitale con Cia WorkSpace e XFarm”, seminari del Caa-Cia, convegni di Italia Olivicola su Dop, Igp e coltivazione biologica dell’olio evo italiano, incontri di Cia Sicilia su emergenze e prospettive dell’agricoltura regionale.


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1 In Evidenza - 18 set 2024

Agricoltura biologica in Abruzzo: opportunità e sviluppo per il futuro del settore al centro dell’Assemblea Anabio

Si è svolta oggi presso l’Ex Aurum di Pescara l’Assemblea Regionale di Anabio, dedicata al tema “Agricoltura Biologica: contesto, scenari, opportunità.” L’evento ha riunito esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni per discutere dello sviluppo del comparto biologico, con particolare attenzione alla realtà abruzzese.

L’incontro si è aperto con l’introduzione di Alessandro Impicciatore, Presidente regionale Anabio, che ha dato il benvenuto ai partecipanti e sottolineato l’importanza crescente del biologico nella sostenibilità agricola e nel rilancio dell’economia locale. Con circa 70.000 ettari di superficie coltivata a biologico e 1.960 aziende che adottano metodi di produzione bio, l'Abruzzo si posiziona tra le regioni con il più elevato e variegato potenziale a livello nazionale. Circa l'11% della superficie agricola utilizzata (SAU) è destinata al biologico, riflettendo la ricchezza e diversità delle colture presenti sul territorio, che vanno dalla viticoltura all'orticoltura, fino alle colture cerealicole e foraggere.

Antonio Rocco Zinni, rappresentante della Regione Abruzzo, ha evidenziato le opportunità e le sfide locali. Ha parlato dell’importanza di investire in politiche e programmi regionali volti a sostenere la crescita di questo settore, puntando alla valorizzazione delle produzioni locali e al miglioramento della competitività delle aziende biologiche.

Successivamente, Giuseppe De Noia, Presidente nazionale Anabio, ha esaminato "Le opportunità inesplorate" nel settore biologico, sottolineando come ci siano ancora ampi margini di sviluppo, sia in termini di diversificazione delle colture che nell’utilizzo di tecnologie innovative. De Noia ha invitato gli operatori a sfruttare pienamente le risorse disponibili a livello nazionale ed europeo per sostenere il biologico.

Fabio Chessa, responsabile dell’area economica biologica di Cia Agricoltori Italiani, ha approfondito l’aspetto normativo, presentando le opportunità offerte dalle recenti riforme legislative e dalle misure a sostegno del biologico. Chessa ha invitato gli agricoltori ad aggiornarsi costantemente sulle normative per poter accedere ai fondi e ai vantaggi fiscali previsti per chi adotta metodi di produzione biologica.

Tra gli interventi più attesi, quello di Camillo Zulli, enologo della Cantina Sociale Orsogna, che ha presentato "I percorsi della naturalità di Bio Cantina Sociale Orsogna". Zulli ha raccontato l’esperienza della Cantina, che è diventata un esempio di successo per la produzione di vini biologici e biodinamici, dimostrando come una gestione sostenibile delle risorse possa tradursi in eccellenze riconosciute a livello internazionale.

A chiudere la sessione degli interventi è stato Gianfranco Santi di Cia Marche, con un focus sui "distretti del Bio". Ha portato l’esperienza delle Marche, regione che ha fatto del biologico uno dei suoi punti di forza, con progetti innovativi che coinvolgono interi territori in una gestione biologica integrata.

Le conclusioni sono state affidate a Emanuele Imprudente, Assessore all’agricoltura della Regione Abruzzo, e Luigi D’Eramo, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Agricoltura con delega all’Agricoltura Biologica. Entrambi hanno sottolineato l’impegno delle istituzioni nel sostenere il comparto biologico, attraverso politiche che favoriscano l’accesso a fondi, l’innovazione tecnologica e la promozione dei prodotti locali, fondamentali per rafforzare l’economia e la sostenibilità ambientale.



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1 In Evidenza - 17 set 2024

Peronospora: al via i pagamenti dei fondi di solidarietà. Cia Abruzzo esprime soddisfazione

A partire dal 19 settembre, Agea inizierà l'erogazione dei fondi di solidarietà destinati alle aziende agricole colpite dalla Peronospora, l'infezione fungina che ha causato una drastica riduzione della produzione vitivinicola nel 2023. Gli aiuti, pari a 47 milioni di euro, sono destinati alle imprese che hanno subito perdite di produzione superiori al 30%, e saranno distribuiti a circa 30.000 aziende agricole.

Il presidente di Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, esprime grande soddisfazione per l'inizio dei pagamenti, sottolineando l'importanza del sostegno per il comparto agricolo regionale, "Accogliamo con favore l'avvio dei pagamenti da parte di Agea. Questo intervento è un segnale positivo e atteso da tempo, soprattutto per le piccole e medie imprese agricole che, più di altre, hanno risentito degli effetti devastanti della Peronospora. Tuttavia, è essenziale che la Regione Abruzzo acceleri il trasferimento dei fondi ai beneficiari, così che finalmente gli agricoltori possano vedere un reale sostegno economico dopo mesi di difficoltà. I tempi della burocrazia non possono ostacolare un aiuto così fondamentale".

Il Presidente ha anche rimarcato l'importanza di garantire una gestione tempestiva delle risorse disponibili per evitare ulteriori ritardi, "Gli agricoltori abruzzesi non possono più aspettare. Occorre un impegno congiunto tra Regione e Governo per assicurare che i fondi vengano trasferiti velocemente e senza intoppi. Solo così potremo realmente proteggere il futuro del settore e dare alle aziende agricole le risorse necessarie per continuare la loro attività".

Gli aiuti, che includono risorse provenienti sia dalla legge 163/2023 (7 milioni di euro) che dal Decreto Agricoltura (40 milioni di euro), copriranno il 40% del totale per tutte le aziende richiedenti, con un ulteriore 60% destinato alle imprese che hanno attuato misure preventive contro la malattia.


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