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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 03 mag 2024

Cia, bene ampliamento tassazione catastale ad attività agricole destinate a tutela ambiente

La tassazione catastale attualmente riservata alle “tradizionali” attività agricole di coltivazione, allevamento e silvicoltura, viene ampliata anche ad altre specifiche attività. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, è questa la novità più rilevante del Decreto legislativo cui oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera e che conferma gli orientamenti espressi dalla Legge Delega. Con queste disposizioni, il legislatore vuole, infatti, rivolgere una maggiore attenzione ai “più evoluti sistemi di coltivazione” e a quelle attività che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, in linea con gli obiettivi imposti dal Pnrr.  Di conseguenza, ai redditi prodotti da tali attività verrà applicata la tassazione catastale fino al raggiungimento di una determinata soglia, oltre la quale la tassazione avverrà su base forfettaria.

“Si tratta di misure che, se confermate, riconosco il valore e la funzione plurale del settore agricolo, non solo nella sua veste di produttore ma anche i quella di custode dell’ambiente, impegnato in prima persona nella lotta ai cambiamenti climatici i cui primi effetti sono subiti proprio dagli agricoltori -afferma il presidente Cia, Cristiano Fini-. C’è soddisfazione anche perché attraverso la previsione di un sistema di tassazione su base catastale si offre la possibilità agli agricoltori di sviluppare nuove attività correlata a quelle di coltivazione, che potranno assicurare integrazioni al proprio reddito e porre, quindi, le condizioni per una permanenza territoriale, a beneficio dell’intera collettività”. Per Cia, è importante anche la norma che introduce concreti elementi di semplificazione nell’aggiornamento del catasto terreni, in continuità con quanto avvenuto a partire dal 2007 per i terreni agricoli interessati da aiuti comunitari.

“Rammarica soltanto -conclude, Fini– che la norma agevolativa, attesa soprattutto dai pensionati che continuano a svolgere l’attività agricola e avrebbe dovuto riservare a questa categoria le stesse condizioni previste per gli agricoltori professionali in materia di Irpef e Imu, non sia stata inserita nel testo del Decreto legislativo. Auspichiamo che il Governo in uno dei prossimi Decreti Legislativi recuperi questa mancanza e trovi modo di porre attenzione ad una fascia di contribuenti che con la loro opera meritoria si prodigano per il bene della collettività”.

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1 In Evidenza - 03 mag 2024

L'Abruzzo si posiziona al quinto posto in Italia per agricoltura biologica: un progresso avanti a piccoli passi

Un progresso in avanti secondo Cia Chieti-Pescara riguardo la produzione di agricoltura biologica in Abruzzo, che si è attestato al quinto posto in Italia, secondo il nuovo rapporto dell'Osservatorio Agrofarma. Questo segnala un importante passo avanti per la regione nella promozione di pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente.

Secondo i dati riportati nel rapporto, il Centro Italia si conferma una delle aree più dinamiche nel settore agricolo, con una significativa incidenza di agricoltura biologica sulla superficie agricola utilizzata. Inoltre, il rapporto evidenzia che le regioni del Centro Italia, tra cui l'Abruzzo, sono in testa alla classifica nazionale per l'adozione di pratiche agricole innovative.

Il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, commenta, "Questo risultato testimonia l'impegno costante degli agricoltori abruzzesi verso una produzione sostenibile e di alta qualità. L'Abruzzo sta dimostrando di essere un leader nel settore agricolo, e siamo fieri di contribuire a questo progresso attraverso il nostro lavoro quotidiano".

Nel contesto nazionale, il settore agroalimentare continua a mostrare segnali di crescita, con oltre tre milioni di investimenti da parte delle aziende associate. Questo indica un interesse crescente verso soluzioni innovative che possano garantire una produzione agroalimentare competitiva e sostenibile nel lungo termine.

Il rapporto sottolinea inoltre che l'industria agro-farmaceutica conta attualmente 32 impianti in tutto il territorio nazionale, con l'Emilia-Romagna al terzo posto con 3 strutture, seguita dall'Abruzzo al quinto posto con 2 impianti, insieme al Lazio e alle Marche, ognuno con una struttura.

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1 In Evidenza - 18 apr 2024

Bando ISI Inail 2024: contributi a fondo perduto per progetti su salute e sicurezza sul lavoro

L'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) ha annunciato l'apertura del Bando ISI 2024, un programma volto a incentivare gli investimenti delle imprese italiane nella sicurezza e nella salute sul lavoro. Questo bando offre contributi a fondo perduto per progetti finalizzati al miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione alla riduzione dei rischi tecnopatici, infortunistici e ambientali.

Obiettivi e Risorse

L'obiettivo principale del Bando ISI 2024 è quello di promuovere una cultura della sicurezza sul lavoro e di incentivare le imprese a adottare misure concrete per garantire la tutela della salute e dell'incolumità dei lavoratori. Con un budget complessivo di circa 500 milioni di euro, distribuiti su base regionale, l'INAIL offre contributi fino al 65% sulle spese sostenute dalle imprese per l'acquisto di nuove attrezzature e macchinari.

Tipologia di Progetti Ammissibili

Le imprese interessate possono presentare progetti in diversi settori:

Riduzione dei rischi tecnopatici: investimenti mirati a ridurre l'esposizione dei lavoratori a rischi derivanti dall'uso di tecnologie e materiali pericolosi.
Adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale: progetti finalizzati a promuovere una cultura della sicurezza e a sviluppare pratiche aziendali responsabili.
Riduzione dei rischi infortunistici: interventi volti a prevenire infortuni sul lavoro attraverso l'implementazione di nuove misure di sicurezza.
Bonifica da materiali contenenti amianto: interventi di bonifica per proteggere i lavoratori esposti a materiali pericolosi come l'amianto.
Progetti per micro e piccole imprese: sostegno specifico per le imprese più piccole che operano in settori ad alto rischio.
Come Presentare la Domanda

Le imprese interessate possono presentare la propria domanda fino al 30 maggio 2024


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1 In Evidenza - 15 apr 2024

Cia Chieti-Pescara: “Siccità e cambiamento climatico mettono a rischio l’agricoltura. Settore in difficoltà”

Un inverno con temperature insolitamente elevate e precipitazioni al di sotto della media hanno colpito duramente le colture della regione, sollevando gravi preoccupazioni sulle conseguenze per il mercato agricolo locale e nazionale.


Il rapporto dell’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) segnala come “la scarsità di precipitazioni e l'assenza di neve lungo la dorsale appenninica stanno velocemente disegnando uno stato di grave sofferenza idrica per le regioni peninsulari, più accentuato al Sud, ma in costante allargamento verso le regioni centrali”, in particolare in alcune regioni tra cui anche l’Abruzzo.


Le colture tradizionalmente coltivate in regione, quali grano, mais, ortaggi, uva e olivi, hanno subito danni considerevoli a causa delle condizioni climatiche poco favorevoli. 

Il caldo fuori stagione ha destabilizzato profondamente i ritmi naturali delle coltivazioni, portando ad effetti significativi sulle offerte stagionali di frutta e verdura nel territorio. Fragole, asparagi, piselli, fave, carciofi e zucchine sono stati anticipati sugli scaffali dei supermercati, evidenziando uno stravolgimento dei normali cicli colturali.


Tuttavia, questa prematura disponibilità di prodotti stagionali non è priva di rischi. "Il cambiamento climatico ha portato ad una marcata tendenza alla tropicalizzazione, caratterizzata da una frequenza più elevata di eventi climatici estremi, sbalzi termici significativi e una maggiore imprevedibilità meteorologica”, afferma il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba.


Questi eventi climatici estremi, come ondate di freddo improvviso o fenomeni atmosferici violenti, possono mettere a rischio i raccolti e causare danni irreparabili alle coltivazioni. La rapida transizione da condizioni di sole a maltempo può comportare una perdita di qualità e quantità dei prodotti agricoli, influenzando sia l'approvvigionamento dei mercati che la sostenibilità economica degli agricoltori locali.


L'uva, una delle colture più importanti per la produzione di vino, ha subito un impatto significativo. Le alte temperature durante la fase di maturazione hanno causato una riduzione della produzione e una diminuzione della qualità dell'uva, influenzando negativamente i produttori di vino abruzzesi.


Analogamente, gli olivi hanno sofferto a causa della mancanza di umidità e del calore eccessivo, compromettendo la fioritura e la formazione delle olive, con conseguente diminuzione della produzione di olio d'oliva. Il vino abruzzese e l'olio d'oliva, essendo prodotti di pregio e parte integrante della cucina italiana, potrebbero vedere un aumento dei prezzi a causa della ridotta disponibilità sul mercato, con conseguenze sia per i consumatori finali che per l'industria.


I consorzi di bonifica della regione sottolineano l'importanza di affrontare queste sfide in modo collaborativo. "La siccità minaccia non solo le colture, ma anche l'intera economia regionale. È necessario un approccio integrato per mitigare gli impatti del cambiamento climatico sull'agricoltura", affermano.


Le conseguenze delle condizioni climatiche avverse, infatti, si riflettono inevitabilmente sui prezzi di mercato dei prodotti agricoli, con un possibile aumento dei prezzi al consumatore.


L'inverno caldo del 2023-2024 dimostra chiaramente come il cambiamento climatico stia influenzando l'agricoltura e l'economia regionale. 


"L'agricoltura abruzzese rischia di avere pesanti ricadute e a soffrire di più è la zona del Pescarese. Non c’è agricoltura se non c’è acqua”, commenta il Presidente provinciale, “In un contesto di cambiamenti climatici e crescente pressione antropica sulle risorse idriche, diventa sempre più urgente adottare misure concrete per proteggere e conservare le risorse idriche, garantendo al contempo la produttività e la resilienza del settore agricolo. Gli agricoltori, insieme alle istituzioni, devono collaborare attivamente per sviluppare strategie integrate di gestione delle risorse idriche che bilancino efficacemente le esigenze di produzione agricola con la salvaguardia dell'ambiente”, conclude Bomba, “Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico sull'agricoltura e sull'economia”.


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1 In Evidenza - 15 apr 2024

Vinitaly: Cia, con elezioni Ue alle porte fare squadra per difendere patrimonio da 30 mld

Fare squadra per preservare e rilanciare un capitale economico, sociale e culturale del valore di 30 miliardi di euro, partendo in prima battuta da un cambio di passo dell’Europa che, già dalle agende politiche delle prossime elezioni, dovrà essere meno penalizzante e più incentivante per il settore vino. È il messaggio lanciato dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, oggi all’inaugurazione del Vinitaly, in programma a Veronafiere fino al 17 aprile. 

“Sicuramente il vino tricolore sta vivendo un momento difficile di transizione -ha detto Fini-. C’è il sorpasso della Francia dopo 9 anni in vetta alla produzione mondiale e il cambio e calo dei consumi con un ulteriore -3% annuo, complici il cambiamento climatico che pesa sulle rese e l’inflazione che incide sulla spesa. Ma il mondo del vino, attualmente, paga anche l’escalation di attacchi e criminalizzazioni, con le proposte europee di etichettatura delle bevande alcoliche e di alert sanitari sulle bottiglie, le ipotesi di limitazioni su sostegni e sponsorizzazioni, creando allarmismo e disinformazione, perché non si fa più distinzione tra il consumo corretto, moderato, responsabile e l’abuso”.

Per questo, ha sottolineato il presidente di Cia, “questo Vinitaly deve servire a fare quadrato intorno al comparto e a chiedere tutti insieme di riorientare le politiche Ue dalla nuova legislatura, salvaguardando i fondi di promozione per il vino, concentrandosi sulla lotta all’abuso di alcol e, soprattutto, evitando misure restrittive o sproporzionate che minano le comunità e i territori del vino”.

Il settore infatti, ha ricordato Fini, “è strategico non solo sotto il profilo economico e occupazionale, registrando una produzione da 14 miliardi grazie a 500mila imprese e quasi 900mila addetti, ma ha una valenza sociale e culturale, rappresentando anche tradizioni e usanze dei territori, storia, paesaggio e prodotti tipici, ovvero gli asset di quel turismo enogastronomico fondamentale alla tenuta e allo sviluppo delle aree rurali e interne”.

Ora, ha concluso il presidente di Cia, “dobbiamo lavorare per continuare a far crescere il valore aggiunto di una filiera così importante, dal campo alle cantine”. 

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1 In Evidenza - 15 apr 2024

La Campania vince la finale nazionale dell’Agrichef Festival 2024

Di scena, per la prima volta a Roma, la finale nazionale dell’Agrichef Festival, l’evento itinerante promosso da Turismo Verde, l’Associazione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che promuove e valorizza i piatti tipici della tradizione contadina, chiamando ai fornelli una brigata d’eccezione composta da agrichef e studenti degli istituti alberghieri italiani. Nella capitale, quest’anno, l’appuntamento conclusivo della road map fino all’evento di oggi all’Istituto alberghiero “Amerigo Vespucci”. Protagoniste assolute le ricette regionali, rivisitate in collaborazione con tutte le scuole coinvolte.

Ad aggiudicarsi questa VI edizione il piatto “Agnello glassato alla mela annurca Igp” realizzato con gli allievi dell’Istituto “Manlio Rossi-Doria” di Avellino, dall’Agrichef Patrizia Iannella (Agriturismo “Torre a Oriente” Torrecuso). La Campania, quindi, sul podio 2024 dell’iniziativa che ha visto in cucina i cuochi agricoltori vincitori delle 7 tappe regionali in: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Toscana e Veneto.

Un trionfo di sapori e saperi sui quali è stata invitata a esprimersi un’esclusiva giuria di esperti, chef e critici gastronomici, giornalisti e food blogger, rappresentanti di associazioni di settore e istituzioni locali.

Campioni indiscussi gli allievi di ciascun istituto che ha aderito alle iniziative sul territorio, supportati dai colleghi dell’“Amerigo Vespucci”. Alle nuove generazioni di cuochi, il testimone del rilancio, in chiave innovativa, della cucina contadina regionale di cui gli agriturismi italiani sono primi ambasciatori.

“Con l’Agrichef Festival portiamo avanti con determinazione una sfida importante a promozione della tradizione contadina a tavola, in sinergia con il mondo dell’istruzione e della formazione per garantire ai futuri cuochi un patrimonio di valore su cui investire. Arrivare anche nella capitale, ed entrare sempre più a contatto con gli Istituti professionali del Paese, è fondamentale per diffondere la più corretta informazione sul mondo agricolo e sulle peculiarità dell’attività agrituristica” hanno dichiarato i presidenti nazionali di Turismo Verde, Mario Grillo, e di Cia, Cristiano Fini.

“Entusiasti di aver accolto l’iniziativa di Turismo Verde-Cia -ha detto la dirigente dell’Istituto alberghiero ‘Amerigo Vespucci’, Maria Teresa Corea-. Offrire ai nostri studenti la possibilità di confrontarsi con i cuochi degli agriturismi italiani e di condividere l’esperienza con coetanei di altre scuole del Paese, rappresenta un’occasione di estremo valore che va ad arricchire in modo unico e qualificante il loro percorso formativo”. 

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