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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 17 set 2024

Peronospora: al via i pagamenti dei fondi di solidarietà. Cia Abruzzo esprime soddisfazione

A partire dal 19 settembre, Agea inizierà l'erogazione dei fondi di solidarietà destinati alle aziende agricole colpite dalla Peronospora, l'infezione fungina che ha causato una drastica riduzione della produzione vitivinicola nel 2023. Gli aiuti, pari a 47 milioni di euro, sono destinati alle imprese che hanno subito perdite di produzione superiori al 30%, e saranno distribuiti a circa 30.000 aziende agricole.

Il presidente di Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, esprime grande soddisfazione per l'inizio dei pagamenti, sottolineando l'importanza del sostegno per il comparto agricolo regionale, "Accogliamo con favore l'avvio dei pagamenti da parte di Agea. Questo intervento è un segnale positivo e atteso da tempo, soprattutto per le piccole e medie imprese agricole che, più di altre, hanno risentito degli effetti devastanti della Peronospora. Tuttavia, è essenziale che la Regione Abruzzo acceleri il trasferimento dei fondi ai beneficiari, così che finalmente gli agricoltori possano vedere un reale sostegno economico dopo mesi di difficoltà. I tempi della burocrazia non possono ostacolare un aiuto così fondamentale".

Il Presidente ha anche rimarcato l'importanza di garantire una gestione tempestiva delle risorse disponibili per evitare ulteriori ritardi, "Gli agricoltori abruzzesi non possono più aspettare. Occorre un impegno congiunto tra Regione e Governo per assicurare che i fondi vengano trasferiti velocemente e senza intoppi. Solo così potremo realmente proteggere il futuro del settore e dare alle aziende agricole le risorse necessarie per continuare la loro attività".

Gli aiuti, che includono risorse provenienti sia dalla legge 163/2023 (7 milioni di euro) che dal Decreto Agricoltura (40 milioni di euro), copriranno il 40% del totale per tutte le aziende richiedenti, con un ulteriore 60% destinato alle imprese che hanno attuato misure preventive contro la malattia.


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1 In Evidenza - 17 set 2024

Sanità: Anp-Cia, basta violenze contro medici e infermieri


Basta violenze contro medici e infermieri. Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani esprime solidarietà e vicinanza nei confronti del personale sanitario, dopo i ripetuti, e inaccettabili, episodi di aggressione verbale e fisica in pronto soccorso a danno di chi, ogni giorno, negli ospedali di tutta Italia, lavora con professionalità e abnegazione per garantire il diritto fondamentale alla salute. 
Per Anp-Cia, da tempo in prima linea a difesa del Sistema sanitario nazionale, serve un cambio di passo, netto e veloce. In primo luogo, occorre ripristinare adeguati livelli di sicurezza e rispetto negli ambienti ospedalieri del Paese, dove gli “eroi” della lotta globale contro la pandemia, sono già di nuovo abbandonati a loro stessi, tra grandi difficoltà gestionali, carenza di attrezzature, turni massacranti e retribuzioni svilenti, costretti a lavorare in un clima di sfiducia per i deficit del Ssn, di cui medici e infermieri non hanno colpe.

Anp-Cia chiede, dunque, un intervento del Governo che vada oltre l’inasprimento delle pene per i responsabili dei terribili atti incivili e irrispettosi. Serve, piuttosto, riorganizzare le strutture, a partire dal pronto soccorso, perché quanto sta accadendo è anche il risultato della marginalità cui è relegata, da anni, la sanità nazionale. Carenza di risorse e assenza di strategia stanno mettendo in discussione il carattere pubblico dei servizi di cura e assistenza e l’universalità dei diritti, aspetti cardine in democrazia. 

Occorre, quindi, adeguare il finanziamento del Ssn al fabbisogno reale del Paese e, comunque, allinearlo a quello dei Paesi più avanzati d’Europa, affrontando seriamente l’annoso problema della mancanza di personale e l’emergenza liste d’attesa. C’è da realizzare la sanità territoriale, le cure domiciliari e tutte quelle politiche della prevenzione che sono cruciali, ovunque, anche nelle zone rurali. Non è più rinviabile, infine, la piena attuazione della riforma della non autosufficienza. Questo chiede, per l’ennesima volta, Anp-Cia a difesa della sanità pubblica e per un sistema dei diritti nell’accesso ai servizi che non conosca discriminazioni né sociali né territoriali.

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1 In Evidenza - 13 set 2024

Cia Abruzzo: urgente attuazione della Dgr 509/2024 per fronteggiare l’emergenza cervi

Cia Abruzzo rinnova il proprio appello alla Regione per l'immediata attuazione della Delibera di Giunta Regionale n. 509 del 08/08/2024, destinata a ristabilire l'equilibrio ambientale e salvaguardare le attività agricole minacciate dalla crescente presenza di cervi nella regione, e chiede l'adozione di ulteriori misure per affrontare un problema che sta diventando insostenibile per il settore agricolo e per l'ambiente naturale.

Secondo stime della Cia Abruzzo, la popolazione di cervi nella regione è fortemente sottostimata. L’organizzazione stima la presenza di circa 15.000 esemplari, un numero molto più alto rispetto alle valutazioni precedenti. Tale sovrappopolazione non solo compromette la sostenibilità dell’agricoltura, già messa alla prova dalle calamità naturali, ma sta anche generando forti pressioni su altre specie selvatiche, come il camoscio, e portando i cervi a sconfinare in aree non vocate.

Gli agricoltori abruzzesi stanno subendo danni sempre più ingenti a causa della sovrappopolazione di cervi, che distruggono i raccolti e mettono a rischio la sostenibilità economica di numerose imprese del settore primario. Il piano di contenimento selettivo, previsto dalla DGR 509/2024, è stato concepito per ristabilire un equilibrio ecologico, e l'attesa della sua attuazione sta mettendo a dura prova gli agricoltori locali.

"Siamo estremamente preoccupati per la situazione attuale”, afferma Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, “Gli agricoltori vedono compromessi i loro raccolti e, di conseguenza, la loro capacità di generare reddito. È indispensabile che la Regione proceda con la massima celerità nell’attuazione del piano previsto dalla DGR 509. Il nostro obiettivo è garantire un equilibrio tra le attività umane e la presenza della fauna selvatica, senza compromettere la sopravvivenza delle aziende agricole. 

Chiediamo anche il respingimento della mozione che tende a revocare la delibera, poiché ciò aggraverebbe ulteriormente una situazione già insostenibile”, continua Sichetti, “ La situazione sta diventando sempre più grave, con i cervi che stanno danneggiando non solo le colture ma anche mettendo a rischio il camoscio e invadendo aree che non sono destinate alla fauna selvatica. Oltre ad attuare urgentemente la DGR 509, è necessario studiare ulteriori soluzioni per ridurre drasticamente la popolazione di cervi e preservare il nostro territorio”.


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1 In Evidenza - 10 set 2024

Cia Abruzzo chiede lo stato di calamità naturale per l’agricoltura colpita dalla siccità, “Serve intervento immediato”

Cia Abruzzo ha ufficialmente richiesto alla Regione Abruzzo di dichiarare lo stato di calamità naturale a causa della grave siccità che ha colpito il territorio nel corso dell'anno. L'appello è stato inoltrato al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e all'Assessore all'Agricoltura, Emanuele Imprudente.

La siccità prolungata, unita a temperature eccezionalmente elevate, ha avuto effetti devastanti sulle colture agricole. I danni stimati includono una riduzione delle produzioni agricole di circa il 50%, con conseguenze negative non solo per gli agricoltori, ma per l'intera filiera agroalimentare. I settori più colpiti comprendono cereali, ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, con una significativa perdita di reddito per molte aziende e un rischio crescente di desertificazione in alcune aree della regione.

Oltre alla perdita delle colture, gli agricoltori hanno affrontato un forte aumento dei costi di produzione con un ulteriore aggravio economico. La situazione ha anche compromesso la biodiversità del territorio, mettendo in pericolo numerose specie vegetali e animali.

"La siccità del 2024 è una delle peggiori degli ultimi decenni e ha colpito duramente le nostre aziende agricole, mettendo a rischio la sostenibilità economica e ambientale dell'intero comparto”, ha dichiarato il Presidente Cia regionale, Nicola Sichetti, “Chiediamo alla Regione e al Governo di intervenire immediatamente, non solo con aiuti straordinari, ma anche con piani a lungo termine per fronteggiare queste emergenze climatiche sempre più frequenti. L'agricoltura abruzzese ha bisogno di soluzioni concrete per garantire il suo futuro”.

Le richieste della Confederazione sono la dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo, misure di sostegno per le aziende agricole danneggiate, quali indennizzi, moratorie sui mutui e accesso a credito agevolato, progetti strutturali per una gestione sostenibile delle risorse idriche, come la realizzazione di nuovi invasi e sistemi di irrigazione efficienti e sostegno alla ricerca di colture resistenti alla siccità e pratiche agricole innovative.

"Se non si interviene con urgenza, molte aziende agricole saranno costrette a chiudere, con conseguenze disastrose per l'intera comunità," conclude Sichetti, "È necessario che le istituzioni e gli enti preposti ascoltino le nostre richieste e agiscano prontamente per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare il futuro dell'agricoltura nella nostra regione”.


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1 In Evidenza - 05 set 2024

Bonus assunzioni del Decreto Coesione: come funziona e a chi spetta

Dal 1° settembre 2024 sono attive le agevolazioni previste dal Decreto Coesione, che mirano a incentivare l’occupazione giovanile, femminile e nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno. Questi incentivi, convertiti in legge a luglio, saranno validi fino al 31 dicembre 2025 e prevedono esoneri contributivi e bonus significativi per chi assume personale a tempo indeterminato.

 

Bonus assunzioni per giovani under 35

 

I datori di lavoro privati che assumono giovani con meno di 35 anni potranno beneficiare di uno sconto contributivo fino a 500 euro al mese per 24 mesi. Questa agevolazione si applica esclusivamente a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato e non riguarda il lavoro domestico né l'apprendistato. Per accedere al beneficio, i giovani assunti non devono avere avuto precedenti occupazioni.

 

Agevolazioni per le aziende nelle ZES

 

Per le imprese situate nelle Zone Economiche Speciali del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna), il bonus assunzioni può arrivare fino a 650 euro mensili per ogni nuovo dipendente. L'azienda deve però rispettare alcuni requisiti, tra cui non aver effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti e impegnarsi a non licenziare nei sei mesi successivi. Questo incentivo si rivolge alle imprese con almeno 10 dipendenti.

 

Incentivi per l’assunzione di donne svantaggiate

 

Il Bonus donne svantaggiate prevede un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi. Nelle ZES, il periodo di disoccupazione richiesto è ridotto a 6 mesi. Anche in questo caso, l’agevolazione esclude il lavoro domestico e l'apprendistato.

 

Un'opportunità per il Sud

 

L’obiettivo del Decreto Coesione è stimolare l’occupazione nelle aree del Mezzogiorno e sostenere le categorie più fragili del mercato del lavoro, come giovani e donne. Le imprese interessate possono fare domanda fino al 31 dicembre 2024 per usufruire di queste misure, che offrono uno strumento importante per favorire la ripresa economica e l’inclusione lavorativa.

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1 In Evidenza - 05 set 2024

Agricat: Cia, bene rivedere pratiche. Dichiarazioni stampa su aziende erano corrette

L'apertura del tavolo permanente avviato dal Fondo Agricat, presso Ismea, rappresenta un'importante apertura al confronto per fare definitiva chiarezza sui ritardi e i numerosi rigetti delle domande di indennizzo per le alluvioni del 2023 e le gelate tardive. Dunque, bene l’intenzione di rivedere le pratiche e l’intervento, in tal senso, del ministro Lollobrigida affinché si procedesse alla verifica dei dati. Cia-Agricoltori Italiani commenta così l’esito del primo incontro di ieri con Agricat, Agea e i coordinamenti dei CAA, ribadendo l’esattezza delle dichiarazioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa e confermando puntuale presenza alle riunioni del tavolo per superare insieme ogni criticità.

È sempre più urgente -ricorda Cia- supportare la ripresa delle aziende danneggiate dagli eventi estremi dello scorso anno, in particolar modo in Emilia-Romagna cuore pulsante dell'ortofrutta nazionale, dopo anni già pesanti per l’acuirsi dell'emergenza climatica e della crisi economica.

Significativi, dunque -per Cia- i primi risultati ottenuti, dalla sospensione dei termini del procedimento amministrativo relativi alle Pec di agosto alla proroga per la presentazione delle domande 2024. Così come l’attenzione alla necessità di innovare celermente il sistema gestionale per mettere tutti gli attori coinvolti nelle condizioni di comprendere, con interventi formativi ad hoc, il processo di rilevamento dei dati e di assegnazione degli indennizzi. 

Il tavolo permanente -conclude Cia- sia fattivamente una leva strategica per l’evoluzione sostanziale del fondo mutualistico e, soprattutto, agevoli in tempi strettissimi il pagamento immediato di tutte le aziende già liquidabili, così come annunciato ieri. Infine, si arrivi alla stipula di una convenzione Agricat-CAA. Sarà cruciale a questo punto evitare insieme il rischio, anche minimo, di ulteriori problemi a carico di un comparto già pesantemente in difficoltà. Cia garantisce in tal senso massima collaborazione

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