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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 09 nov 2023

Convegno in agricoltura: Cia "Digitalizzazione e Innovazione Tecnologica per il futuro del settore"

Le ultime innovazioni nel settore agricolo e la loro concreta applicazione per lo sviluppo futuro del comparto. Questi i temi al centro del convegno dal titolo “Innovazione in Agricoltura” in programma questa mattina presso l’Hotel Dragonara di San Giovanni Teatino e organizzato da Cia Abruzzo in collaborazione e con il contributo della Onlus “Ruralità e Solidarietà ETS”.

Il costante progresso delle tecnologie digitali, dell'intelligenza artificiale e della connettività sta cambiando il volto dell'agricoltura, aprendo la strada verso una produzione più efficiente, sostenibile e competitiva. L'obiettivo è quello di esplorare il ruolo cruciale della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica nel promuovere lo sviluppo sostenibile e la competitività nell'agricoltura.


L'evento ha riunito esperti di settore, agricoltori, rappresentanti istituzionali e aziende tecnologiche per discutere le sfide e le opportunità legate alla trasformazione digitale nel mondo agricolo. La digitalizzazione è sempre più riconosciuta come un elemento chiave per migliorare l'efficienza operativa, la qualità dei prodotti e la sostenibilità nell'agricoltura.


Il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, dopo il benvenuto ai partecipanti ha introdotto gli obiettivi del convegno. Il professor Angelo Belligiano ha condiviso le ultime tendenze e best practices sulla digitalizzazione dell'agricoltura, evidenziando come la tecnologia può migliorare la produttività e la sostenibilità.

Sandro Liberatori ha presentato soluzioni e dispositivi avanzati che stanno rivoluzionando il settore agricolo in termini di meccanizzazione. Il dottor Matteo Vannotti ha illustrato i sistemi di supporto decisionali per gli agricoltori che intendono avvicinarsi alla digitalizzazione. 

“La digitalizzazione in agricoltura è fondamentale per affrontare le sfide dell'agricoltura moderna, come la crescente domanda alimentare, la sostenibilità ambientale e la necessità di ridurre gli sprechi”, ha affermato il dottor Ivano Valmori.


L’agricoltura italiana vanta eccellenze e innovazioni che il comparto deve saper cogliere per meglio interpretare e governare le sfide del futuro e ottenere una migliore redditività”, ha dichiarato il Presidente nazionale Cia, Cristiano Fini, “L’auspicio è che i tanti esempi concreti che porteremo all’attenzione degli imprenditori agricoli possano essere da stimolo per innovarsi e far fare il salto di qualità alla nostra agricoltura”.


Sono intervenuti Maurizio Scaccia, Direttore nazionale Cia e l’Assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente.


“La Cia è impegnata a promuovere la modernizzazione e la sostenibilità dell'agricoltura nella regione e a supportare gli agricoltori nell'adozione di tecnologie avanzate. Questo convegno mira a fornire una piattaforma per la condivisione di conoscenze e la collaborazione tra tutti gli attori chiave del settore”, ha affermato Scaccia.


A moderare i lavori il Direttore Cia Abruzzo, Mariano Nozzi.


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1 In Evidenza - 27 ott 2023

Cia: in duemila in piazza al grido “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non toglieteci il futuro!”

Oltre duemila agricoltori a Roma per dire, con Cia, “Non toglieteci il futuro”. Oggi la manifestazione nazionale della Confederazione ha riempito Piazza Santi Apostoli e le vie del centro di tantissimi produttori e allevatori arrivati da tutt’Italia, con cartelli e bandiere verdi, per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Per Cia, i conti non tornano e serve subito quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito.


IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – “Noi non siamo il problema, ma la soluzione!”, ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando con forza il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green. “A dispetto di tutte le fake news -ha detto Fini- gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie; non c’è presidio del territorio e custodia del paesaggio, anche contro il dissesto idrogeologico; le aree interne si spopolano ed economia e società non sopravvivono. Abbiamo, dunque, buoni motivi per reclamare più attenzione per le nostre aziende agricole. Deve rimetterle al centro l’Italia così come l’Europa, che dovrebbe stare dalla nostra parte, invece di continuare a imporre norme e regolamenti dall’alto”.  


I NUMERI DELLA CRISI – Eppure nessun settore agricolo è indenne dalla crisi ormai diffusa e generalizzata, tra emergenze geopolitiche, climatiche e fitosanitarie. L’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione dopo la siccità record del 2022, le gelate e soprattutto gli effetti delle alluvioni di maggio. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno, a causa degli attacchi distruttivi di peronospora, perdendo il primato mondiale a favore della Francia. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina, che rischia di distruggere un comparto da 11 miliardi. E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, esplodendo il divario tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%). Vale anche su frutta e verdura: i pomodori passano da 1,13 euro al chilo all’origine a 3,73 euro al consumo (+230%); le mele da 50 centesimi a 2,43 euro al chilo (+386%); le pere da 1,64 a 3,55 euro al chilo (+116%); persino la zucca di Halloween, da 65 centesimi a 2,76 euro (+325%). Il risultato è un calo del 60% del reddito netto delle imprese agricole, che fanno sempre più fatica a coprire i costi di produzione in continua ascesa (+16mila euro nell’ultimo anno per azienda).


LE PROPOSTE DI CIA – Ѐ ora, dunque, di risolvere i problemi e rispettare le aspettative del settore. Iniziando proprio dal garantire il giusto reddito agli agricoltori lungo la filiera, redistribuendo a monte una quota degli aumenti sulla tavola per creare un sistema più equilibrato; aggiornando la normativa sulle pratiche sleali certificando i costi di produzione agricola per assicurare prezzi dignitosi; riducendo le forme di finanziarizzazione legate alla produzione di materie prime. D’altra parte, senza reddito e cibo, la sovranità alimentare resta uno slogan. Ma non è tutto. Bisogna favorire l’aggregazione aziendale e incentivare la crescita delle Pmi, anche con una revisione degli strumenti di accesso alla terra e una legge sul ricambio generazionale, che vuol dire dall’altro lato agevolare l’uscita dal settore con una riforma strutturale per innalzare le pensioni minime agricole. Sul fronte manodopera, le difficoltà di reperimento richiedono procedure più semplici e flessibili, mentre sul caro-energia, Cia dice basta ad accise e Iva sui carburanti. Calamità naturali e crisi fitosanitarie, invece, sollecitano la riforma del sistema delle assicurazioni, nazionale e Ue, tanto più che oggi gli strumenti a disposizione coprono in media meno del 3% dei danni reali e i risarcimenti arrivano in estremo ritardo. Monta la protesta anche sulla fauna selvaticagestione e ripristino dell’equilibrio sono le parole d’ordine, da tradursi subito in fatti. Infine, obiettivo aree rurali, dove per frenare l’abbandono serve riportare sui territori i servizi alle imprese e alla persona, mettere in sicurezza le infrastrutture e incentivare la digitalizzazione.    

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1 In Evidenza - 23 ott 2023

Avversità atmosferiche primavera 2023: ultimo appello del mondo produttivo abruzzese alla classe politica regionale

Questo è l’ultimo appello che il mondo vitivinicolo abruzzese rivolge alla classe politica della  Regione Abruzzo, di qualsiasi “colore” essa sia, per avere finalmente delle risposte concrete alla  gravissima situazione che si è purtroppo determinata a seguito delle abbondantissime precipitazioni  che hanno interessato l’intero territorio regionale nei mesi di aprile e maggio, piogge che in alcune  aree hanno superato anche i 200 mm/mese, ossia circa il triplo della media del periodo, con  conseguenze che potremmo definire senza esagerazione “catastrofiche” dal punto di vista  produttivo. Infatti, a vendemmia ormai conclusa, possiamo confermare, con assoluta certezza, il calo  della produzione di uve e di conseguenza di vino che in alcune cantine sociali della provincia di  Chieti quest’anno supererà il 70%. Se dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe  politica e dirigente della Regione Abruzzo non sarà in grado di dare risposte chiare a sostegno del  settore saremo costretti a scendere in piazza e condiviso ad unanimità dei presenti, siamo pronti a  riconsegnare le tessere elettorali.  

In questi mesi tutti gli aventi causa hanno prodotto dei documenti nei quali sono state avanzate  specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e fornite indicazioni operative in merito.  Ad oggi purtroppo sono arrivate solo risposte piuttosto generiche e l’assegnazione di scarsissime  risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento.  In ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni ed in quello nazionale di 7 milioni, dotazioni  finanziarie lontanissime da quelle necessarie, per la sola regione Abruzzo, se consideriamo  unicamente il vino sfuso che mancherà, si stima una perdita netta di 150 milioni di euro.  Ricordiamo che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente  considerare tutto l’indotto.  

Occorre andare oltre, con la richiesta di approvazione a livello nazionale di provvedimenti più  importanti ed impattanti per la sopravvivenza, così purtroppo occorre dire, di migliaia di imprese  vitivinicole.  

Oltre ovviamente ad un indennizzo diretto alle aziende per la perdita di prodotto, di seguito si  riassumono i principali punti sui quali si potrebbe intervenire tempestivamente:  1) Sospensione pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale ed interessi) per  almeno due anni;  

2) Sospensione e/o riduzione dei contributi INPS;  

3) Azzeramento dei tassi di interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con una  istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.  La situazione è veramente difficile soprattutto per numerose cantine sociali e per i loro soci che, se  non adeguatamente aiutati e supportati, rischiano di vedere vanificare decenni di duro lavoro.  La continuità aziendale di molte cooperative è, infatti, a rischio.  

L’Abruzzo del vino non può permettersi di tornare indietro, nessuno ce lo perdonerebbe. Pertanto  abbiamo deciso di convocare una conferenza stampa per chiedere a tutti gli Organi politici regionali  ed anche nazionali, risposte concrete e compatibili con le tempistiche del caso. Ripetiamo che  questo è l’ultimo appello che facciamo come mondo vitivinicolo, dopo non potremo fare altro che  scendere in piazza con centinaia di produttori.  

CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA  

Giovedì 26 ottobre, ore 11.00, luogo ancora da definire 


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2 In Evidenza - 07 ott 2023

Furti nelle campagne, agricoltori esasperati. Preoccupazione di Cia: “Serve un piano di sorveglianza”

La Cia Chieti-Pescara esprime profonda preoccupazione per la serie di furti e dispetti che si stanno verificando ai danni degli agricoltori nelle campagne di San Salvo e Cupello, in particolare nelle zone a ridosso della SS 650 Trignina. 

Negli ultimi tempi, le zone rurali hanno assistito ad un aumento significativo dei furti, che coinvolgono attrezzature agricole, prodotti agricoli, ortaggi, gasolio, sementi per le future semine e persino animali. A raccogliere le prime testimonianze degli associati è il responsabile dell’ufficio di San Salvo, Nicola Scutti, “L’area colpita è molto vasta, stiamo parlando di ettari ed ettari di territorio”, afferma, “Vengono compiuti furti di ogni tipo: trattori che valgono migliaia di euro, ma non solo. Vengono rubati attrezzi, interi impianti di irrigazione, perfino il concime e quanto gli agricoltori utilizzano per i trattamenti fitosanitari. In ogni caso, si tratta di materiale costoso, la cui sottrazione arreca danni davvero molto ingenti”.

“A rimetterci sono gli agricoltori, e anche chi è assicurato riesce ad essere ristorato solo di una parte parziale del danno”, afferma il Presidente provinciale, Domenico Bomba, “Per contrastare il fenomeno invitiamo gli agricoltori a denunciare e chiediamo di aumentare la presenza delle forze dell'ordine nelle aree rurali e migliorare la sorveglianza per prevenire ulteriori atti criminali. Come Cia ci impegniamo a collaborare con le autorità chiedendo al Prefetto finanziamenti per installare telecamere collegate con le forze dell'ordine nei punti strategici delle viabilità rurali”.


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1 In Evidenza - 04 ott 2023

Vitivinicolo: fondi e procedure insufficienti a sostegno dei danni da peronospora, Cia annuncia mobilitazione

“Dalla Regione Abruzzo due milioni e mezzo di euro da impegnare entro fine anno con una procedura tutta da definire, una ipotesi con un tetto di 10mila euro ad azienda per chi ha avuto un danno superiore al 50%, e la stessa somma per il 2024 per fronteggiare i danni da peronospora. Questo significa non aiutare neanche un terzo delle aziende colpite. Le procedure e le somme del ministero ad oggi hanno tempi indefiniti. È proprio il caso di dire: l’elefante ha partorito il topolino”.

 

Esprime disapprovazione il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, a seguito del Tavolo Verde regionale ed annuncia una massiccia mobilitazione in tutto il territorio per protestare contro l'insufficienza dei fondi stanziati per combattere gli effetti devastanti della peronospora.

 

Quest’anno la produzione di uva da vino è stata drasticamente ridotta a causa delle persistenti e abbondanti piogge di maggio e giugno che hanno causato la diffusione di spore fungine, provocando ingenti danni alle produzioni agricole e mettendo a rischio la sostenibilità economica di numerose aziende del comparto.

 

I danni medi in Abruzzo sono considerevoli con perdite superiori al 50%.

 

Cia Abruzzo ha sollevato ripetutamente l'allarme riguardo a questa grave minaccia per il settore, sottolineando l'urgente necessità di fondi adeguati per prevenire e combattere la peronospora.

 

"Gli agricoltori abruzzesi sono in grave difficoltà”, ha affermato il Presidente regionale, “Abbiamo bisogno di un sostegno finanziario adeguato per investire in misure preventive, nella ricerca di nuove soluzioni e nella riparazione dei danni subiti. Purtroppo, i fondi attualmente stanziati dal governo sono del tutto insufficienti, soprattutto rapportati alle cifre che vengono destinate ad altri interventi".

 

“Dopo mesi di dialogo e di sollecitazioni le risposte sulla crisi del settore vitivinicolo sono inadeguate”, commenta Domenico Bomba, Presidente Cia Chieti-Pescara, “Avevamo chiesto al Governo di mettere in campo strumenti straordinari e adeguati per ristorare gli agricoltori ma i risultati ad oggi sono deludenti.

Non si può sottovalutare e gestire in questo modo una delle crisi più importanti del settore trainante dell’economia agricola abruzzese. Per non parlare della totale mancanza di attenzione al mondo delle cooperative. Siamo pronti a mobilitarci per rivendicare i giusti aiuti e la giusta attenzione. Nei prossimi giorni renderemo pubblica la data e la forma della mobilitazione su un problema che non può essere più rimandato”, continua Bomba.

 

La mobilitazione rappresenta un appello alla classe politica affinché prenda seriamente in considerazione le esigenze dell'agricoltura e metta a disposizione risorse e procedure adeguate per affrontare la crisi della peronospora. Gli agricoltori chiedono inoltre un dialogo costruttivo con il governo per sviluppare soluzioni a lungo termine per proteggere il settore agricolo dagli effetti devastanti di questa malattia.

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2 In Evidenza - 28 set 2023

Vendemmia drammatica in Abruzzo: Cia chiede di accelerare gli interventi a sostegno del settore

Situazione preoccupante in Abruzzo per la vendemmia 2023: perdite che superano di gran lunga le stime dei mesi scorsi che, in alcuni casi, vanno oltre il 70%.

Una crisi senza precedenti che sta mettendo gli agricoltori locali in ginocchio, gettando un'ombra minacciosa sul futuro dell'industria vinicola abruzzese.

Una delle principali ragioni dietro la situazione critica della vendemmia è stata l'inclemente andamento del clima durante la stagione di crescita delle uve. L'abbondante umidità associata alle copiose piogge di maggio e giugno ha creato un ambiente favorevole per la diffusione della peronospora, compromettendo ulteriormente la salute delle piante e la produzione di uva.

Una situazione che rappresenta un colpo duro per gli agricoltori abruzzesi, molti dei quali dipendono dalla produzione vinicola per il loro sostentamento, ma da cui dipende anche la prosperità economica dell'intera regione.

Per il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, non c’è più tempo da perdere, “Siamo di fronte ad una situazione di emergenza”, afferma, “Situazione che è stata fin troppo sottovalutata. Nonostante queste difficoltà, gli agricoltori abruzzesi si sono adattati ed hanno continuato a lavorare sodo, ma ci sono cantine che non hanno aperto. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni locali e nazionali forniscano il supporto necessario”, continua Bomba, “Chiediamo quindi alle autorità di adottare misure concrete immediate per sostenere gli agricoltori abruzzesi durante questa crisi. Come Cia ci siamo attivati fin da subito per sensibilizzare la politica, ma è ancora tutto fermo. Se non avremo nessuna risposta si andrà ad oltranza senza escludere manifestazioni in piazza”.

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