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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 03 mag 2022

Cia Abruzzo: “Ritardi assegnazione gasolio agricolo, criticità per aziende abruzzesi”

C’è preoccupazione per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato. La Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo è costretta a evidenziare le criticità che rischiano di mettere in serie difficoltà centinaia di imprese che non trovano altra via d’uscita che acquistare a prezzo pieno il gasolio con un inevitabile aumento dei costi di produzione. Una situazione che si segnala in particolar modo nella provincia di Chieti, dove gli uffici UMA sono esasperati a causa del loro sottodimensionamento. 

“Nonostante i continui solleciti, le segnalazioni e gli interventi già proposti la situazione a distanza di mesi non si è ancora risolta e pare non ci sia la volontà, almeno in tempi brevi, di arrivare ad una definitiva soluzione del problema”, dichiara il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti.

Si accumulano ritardi, quando va bene il tempo di rilascio dei libretti è di una settimana. Si segnalano molti casi nel corso dei mesi precedenti, dove gli stessi funzionari regionali applicavano in maniera differente le modalità e i tempi per l'assegnazione del carburante, tra Province. Casi in cui veniva richiesto all'imprenditore per velocizzare la pratica, di dichiarare il 5% della rimanenza sull'assegnazione dell'anno precedente (situazione non prevista dalla normativa). 

Ad appesantire la procedura per la richiesta di carburante è l'obbligo di dover dichiarare gli estremi della taratura e copia della taratura per le macchine agricole utilizzate per effettuare i trattamenti in campo o il diserbo, adempimento che viene già fatto in base alla legge regionale che disciplina la materia e che prima non era previsto all'interno della richiesta UMA. Inoltre, va segnalato che le assegnazioni hanno subito delle forti diminuzioni rispetto a due anni fa.

“Chiediamo che si provveda alla risoluzione immediata del problema o quantomeno, se i tempi dovessero rivelarsi troppo lunghi, che si proceda ad un’assegnazione anticipata provvisoria, anche solo del 50%, in cui le aziende, come nel 2020, possano fare una procedura semplificata direttamente con i distributori dei carburanti per poi rendicontare successivamente e portare avanti il proprio lavoro con un minimo di serenità”, conclude Sichetti.


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1 In Evidenza - 29 apr 2022

Ucraina: Cia a Ue, serve Piano “salva agricoltura”

Cia-Agricoltori Italiani chiede un Piano straordinario Ue anti-crisi, come avvenuto con la pandemia, per fronteggiare i costi sempre più alti delle materie prime e la crisi del settore. Lo ha ribadito il presidente nazionale dell’Organizzazione, Dino Scanavino, intervenendo ai Praesidia del Copa-Cogeca a Bruxelles e lanciando l’ennesimo appello al commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.

“Siamo chiamati a produrre più cereali e a dare il contributo per ridurre il costo delle materie prime destinate all’alimentazione degli allevamenti -ha detto Scanavino parlando sulle ripercussioni della guerra-. Lavoriamo, però, a costi sempre più alti e senza garanzie per il futuro. Di fronte al conflitto Russia-Ucriana è il momento della solidarietà, ma anche di uno sforzo collettivo che sostenga l’agricoltura di tutta Europa”. 

Con alle spalle mesi di mobilitazione, Cia porta dunque sul tavolo del confronto europeo la preoccupazione di migliaia di agricoltori di tutta Italia in estrema difficoltà per gli aumenti record delle materie prime e i costi di produzione fuori controllo (+120% l’energia e +170% i fertilizzanti) che comprometteranno, inevitabilmente, la stagione delle semine e quella transizione green che la stessa Europa continua, comunque, a reclamare. 

Per questo, monta l’urgenza di interventi più ampi e di lungo respiro a tutela dell’agricoltura dei Paesi europei. Perché, come sostenuto dallo stesso Scanavino, gli agricoltori non hanno, oggi, certezza di poter recuperare tra giugno e settembre, gli investimenti fatti per venire incontro a una maggiore richiesta attuale, per esempio, di grano e mais.

Gli equilibri nello scacchiere geopolitico Russia-Ucraina sono imprevedibili e minano la sicurezza alimentare globale, con tensioni forti su mercati strategici non abbastanza monitorati, sottolinea Cia, come quello dei fertilizzanti, sempre più costosi e difficili da reperire, e con la logistica terrestre e fluviale delle merci estremamente compromessa dalla guerra.

Per Cia, resta importante la vicinanza all’Ucraina per la quale ora la Commissione Ue ha proposto la sospensione per un anno dei dazi all’importazione su tutte le esportazioni ucraine nell’Unione Europa. Misura senza precedenti che, approvata da Parlamento e Governi Ue, riguarderà anche frutta e verdura, prodotti agricoli e trasformati, mais e grano. L’operazione potrebbe toglierebbe all’Europa 31 milioni di euro di entrate doganali e, quindi, precisa Cia, sarà importante avere un Piano straordinario anti-crisi. 

Emerge, evidente, conclude Cia, la necessità di una vera strategia a tutela dell’economia agricola europea. Serve rimodulare, anche temporaneamente, gli obiettivi del Green Deal, con particolare riferimento alla Strategia Farm to Fork; semplificare e velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari (Pac, Psr; Ocm, etc); favorire una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune; introdurre strumenti di gestione del rischio in grado di calmierare la volatilità dei prezzi e di garantire la stabilità dei redditi degli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 apr 2022

Ucraina: Cia, mille agricoltori in piazza a Venturina. Fare di più contro shock rincari

Aumenti record di materie prime ed energia, costi di produzione alle stelle, mercati in agitazione, inflazione galoppante. L’agricoltura italiana rischia ogni giorno il cortocircuito: per questo serve rendere strutturali le misure emergenziali messe in campo dal Governo e costruire un vero e proprio Piano straordinario d’azione a Bruxelles, come per la pandemia, che affronti in un’ottica di lungo periodo le ripercussioni della guerra in Ucraina. Questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani dalla nuova grande manifestazione organizzata a Venturina Terme (Livorno). Quasi mille agricoltori radunati in piazza da tutte le regioni del Centro Italia per dire “basta!” e chiedere interventi specifici a sostegno dei settori più colpiti dagli effetti del conflitto, come gli allevamenti e i cereali, ma anche per agire finalmente su problemi annosi, dal proliferare incontrollato della fauna selvatica aggravato dall’emergenza peste suina allo spopolamento delle aree rurali.

            Terzo e ultimo appuntamento di un’ambiziosa roadmap che ha visto mobilitarsi le sedi Cia di tutt’Italia, dalla prima iniziativa al Nord a Rossiglione a quella al Sud a Scanzano Jonico, oggi è toccato ai produttori di Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo - in corteo con circa 100 trattori - ribadire le preoccupazioni per un settore che ormai si ritrova a lavorare in perdita, dopo due anni di pandemia devastante, per l’eccezionale aumento dei costi produttivi (dal +120% delle bollette energetiche al +170% dei fertilizzanti), tra le incertezze dei mercati e le speculazioni finanziarie.

            Ecco perché, secondo Cia, se le prime misure del Governo destinate al settore sono state mirate e opportune, dal credito d’imposta per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica alla ristrutturazione dei mutui agrari, ora è importante che siano migliorate e implementate, in sede di conversione dei decreti, per renderle strutturali.  

Altrettanto necessario, per l’organizzazione, è uno sforzo aggiuntivo in termini di risorse per prevedere: incentivi alla semina, anche attraverso strumenti assicurativi, in grado di remunerare un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali; incentivi ai consumi agroalimentari, a partire dalle fasce più deboli della popolazione; pacchetto di interventi mirati di credito agevolato per le piccole e medie imprese; incentivi a multifunzionalità e diversificazione delle imprese agricole; sostegno alle attività agrituristiche, anche tramite voucher per il rilancio dei flussi turistici nelle aree interne.

A livello europeo, dopo il primo passo rappresentato dalle recenti decisioni assunte a Bruxelles, occorre promuovere e adottare iniziative di più ampio respiro: rimodulare, anche temporaneamente, gli obiettivi del Green Deal, con particolare riferimento alla Strategia Farm to Fork; semplificare e velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari (Pac, Psr; Ocm, etc); favorire una riflessione concreta verso la definizione di una politica energetica comune; introdurre strumenti di gestione del rischio in grado di calmierare la volatilità dei prezzi e di garantire la stabilità dei redditi degli agricoltori.

Per Cia, quindi, bisogna andare avanti a tutelare il settore, che solo in Centro Italia conta quasi 180.000 imprese, recuperando e salvaguardando il potenziale produttivo agricolo. Il che vuol dire affrontare anche vecchie problematiche mai risolte, come una più efficiente gestione delle risorse idriche, con un sistema e una programmazione adeguate ai fabbisogni delle imprese. E poi riequilibrare una volta per tutte la presenza faunistica, con i cinghiali che hanno superato quota 2 milioni, attraverso una riforma radicale della legge 157/92, per abbassare drasticamente la pressione sulle aziende agricole che contano danni milionari. Allo stesso tempo, serve arginare la diffusione in altri territori della peste suina africana, con un piano di riduzione degli ungulati e un quadro finanziario adeguato a mitigare e risarcire le perdite degli agricoltori. C’è bisogno di una gestione equilibrata ed equa dei fondi del PNRR e della Pac, realmente attenta alle esigenze del settore; nonché contrastare i fenomeni di abbandono delle aree interne, rafforzando infrastrutture e servizi, rendendo accessibili e fruibili le opportunità della digitalizzazione, rilanciando il ruolo della Banca della terra per favorire il ricambio generazionale e puntando su Distretti rurali e Comunità del cibo. Tutte necessità particolarmente sentite lungo la Dorsale appenninica, dove l’agricoltura rappresenta il principale volano dei sistemi economici e assicura il presidio del territorio.

“Con la mobilitazione di oggi in Centro Italia -ha detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- si chiude il ciclo di manifestazioni proclamate dalla Confederazione dal Nord al Sud del Paese per ribadire che l’agricoltura non si può fermare. Siamo il settore primario proprio perché assicuriamo il cibo, ma la guerra in Ucraina sta sconvolgendo ancora di più quotazioni e mercati, con la conseguenza che tantissime imprese sono in affanno o a rischio default. Per questo -ha concluso- servono interventi straordinari da parte delle Istituzioni per difendere il comparto e garantire la sicurezza alimentare”.     

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1 In Evidenza - 15 apr 2022

Pasqua: Cia, cresce a 1,2 mld la spesa per la tavola, spinta dall’inflazione

Doveva essere la prima vera Pasqua di ripresa, dopo due anni di pandemia, ma guerra, caro-energia e inflazione galoppante mettono un freno alle festività alle porte. Tagliate le spese extra, in primis quelle per i viaggi con due terzi degli italiani a casa, resta la voglia di stare a tavola con famiglia e amici. Anche se quest’anno lo scontrino sarà il 10% più salato: la spesa prevista per il carrello alimentare, infatti, si attesterà a 1,2 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2021, per colpa dei forti rincari dei prezzi al consumo. Così Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui sui menù di Pasqua peseranno sia gli aumenti di frutta (+8%) e verdura (+17%) sia quelli di pasta (+12%) e carne (+6%).

In ogni caso -osserva Cia- protagonisti delle tavole, anche in questo 2022, saranno i piatti tradizionali del territorio, scelti nell’80% dei casi. A partire dall’agnello, che resta un classico del pranzo di Pasqua. Domenica se ne mangeranno circa 4,5 milioni di chili, vale a dire quasi la metà (40%) del consumo annuo complessivo di carne ovina.

Trionferanno, poi, i dolci “fai da te”, dalla pastiera alla torta pasqualina passando per la colomba, che trascineranno gli acquisti di uova: fino alla fine della settimana di Pasqua, se ne compreranno oltre 300 milioni. Gli italiani, però, spenderanno il 4% in più per portarle in dispensa. Ancora più alti i rialzi per la farina e il burro, altrettanto essenziali per le preparazioni culinarie, rispettivamente il +10% e il +17% rispetto a un anno fa.

Complice la primavera e, soprattutto, la fine dello stato di emergenza -continua Cia- saranno comunque moltissimi gli italiani che approfitteranno di Pasqua e Pasquetta per una gita fuori porta in campagna, spingendo il turismo rurale e di prossimità. A beneficiare di questa voglia di natura e aria aperta, ma anche di cucina tipica e contadina, saranno i 24mila agriturismi italiani, con almeno 300mila presenze attese nel week-end di festa. Una prima boccata d’ossigeno dopo un 2021 disastroso, con perdite per oltre un miliardo di fatturato tra Covid, restrizioni e crollo dei turisti stranieri.

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1 In Evidenza - 14 apr 2022

Nuova mobilitazione di Cia del Centro Italia: il 20 aprile a Venturina Terme

Nuova e terza manifestazione di Cia-Agricoltori Italiani contro costi di produzione alle stelle, peste suina ed emergenza fauna selvatica. A mobilitarsi, scendendo in strada tra bandiere e trattori, questa volta sono gli imprenditori agricoli del Centro Italia che si sono dati appuntamento mercoledì 20 aprile, alle ore 10:30, a Venturina Terme, frazione del comune italiano di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno.

In centinaia dalle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria raggiungeranno la località per prendere parte al corteo da Via della Fiera ali piazzale antistante il Centro Fiere S.E.FI.

Non si arresta, infatti, la pressione che, da mesi, si sta abbattendo sull'economia delle imprese agricole. Dopo due anni di pandemia è sopraggiunto il colpo della guerra in Ucraina. La tensione geopolitica internazionale ha acuito la difficoltà a uscire dalla crisi, spinta da caro energia e carburante. Inoltre, l'aumento del 300% sui concimi, i rincari sui fertilizzanti del 170%, oltre al raddoppio sui mangimi, ha reso i costi di produzione insostenibili, portando il settore agricolo e allevatoriale allo stato attuale di precarietà, agevolata dalle speculazioni sui mercati. 

Anche per il Centro Italia resta invariata, poi, l'annosa emergenza fauna selvatica, cui si è aggiunta la preoccupazione per la peste suina. Motivo, pure questo, per rilanciare l'appello sul tema attraverso la manifestazione di Venturina. Ripetuto da Cia-Agricoltori Italiani su tutto il territorio nazionale, serve una riforma radicale della legge 157 del 1992. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni, e lo spettro della peste suina che mesi ha fatto registrare casi allarmanti in Liguria e Piemonte.

"L’agricoltura non si può fermare" ripete, quindi, Cia che con la terza mobilitazione in tre mesi chiede che si tuteli un settore estremamente strategico per il Paese.

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1 In Evidenza - 13 apr 2022

Alessandro Del Carlo confermato presidente dei Pensionati di Cia

Non sono più rinviabili misure urgenti su pensioni, sanità e servizi, per evitare che milioni di anziani, a partire da quelli con assegni al minimo, precipitino in una condizione d’indigenza, strozzati da caro-energia, inflazione “di guerra” e strascichi della pandemia. Questo l’appello di Alessandro Del Carlo, confermato nella carica di presidente nazionale di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, dall’VIII Assemblea elettiva che si è conclusa oggi al Centro Congressi Roma Eventi.

Nelle sue prime parole dopo la rielezione, il richiamo alla situazione in Ucraina: “La guerra ha sempre solo provocato morte, distruzione, sofferenze tra le popolazioni coinvolte -ha detto-. E l’agricoltura è il settore più colpito, con la devastazione di territori, campi, produzioni, che vuol dire meno cibo e meno sicurezza alimentare a livello mondiale”. Per questo, ha ribadito Del Carlo, “mentre si intensificano le iniziative di solidarietà e di accoglienza verso i profughi in fuga, bisogna insistere per arrivare a una nuova vera trattativa che garantisca stabilità e diritti per tutti. La pace è un principio non negoziabile, è una precondizione per ogni società affinché ci siano libertà e democrazia, per costruire il futuro”.

Intanto, le conseguenze della guerra sono piombate sull’economia italiana ancora traballante dopo due anni di pandemia, con l’aumento grave e immediato dei prezzi dei beni essenziali, cominciando da quelli alimentari, che vanno oltre i livelli di inflazione al 6,7% e sfociano nella speculazione. “Un ulteriore aggravio che fa salire ancora il costo della vita -ha spiegato il presidente di Anp- aggiungendosi al caro-bollette, al rialzo dei carburanti e ai postumi del Covid. Rischiano di saltare i bilanci di aziende e famiglie, ma soprattutto per i redditi bassi come i pensionati al minimo, la situazione è diventata completamente insostenibile”.

Proprio da questi nodi, è partita la tavola rotonda “Ripartiamo dal territorio. Anziani protagonisti: pensioni, sanità e servizi”, in occasione dell’Assemblea, con numerosi ospiti istituzionali. Oltre a Del Carlo, sono intervenuti Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana del Ministero della Salute; Tiziana Nisini, sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (in video); Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva; Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia.

Obiettivo di Anp lavorare insieme alle istituzioni per aprire una nuova stagione di investimenti e di riforme sul fronte delle pensioni e della sanità, per dare respiro e dignità ai milioni di anziani in difficoltà, in particolare nelle aree interne del Paese.

LE RICHIESTE DI ANP-CIA SULLE PENSIONI – Bisogna prima di tutto aumentare le pensioni al minimo, che in Italia riguardano una platea di oltre 1,7 milioni di anziani, di cui un terzo sono ex agricoltori (circa 455.000), passando dai 524 euro di oggi a 780 euro mensili. “L’assegno pensionistico attuale non solo è tecnicamente inadeguato, ovvero sotto tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà -ha ricordato Del Carlo- ma è moralmente e socialmente ingiusto. I pensionati al minimo sono stati dimenticati da tutti i numerosi provvedimenti che il governo ha fatto durante l’emergenza Covid, nonostante per loro siano aumentati disagi e bisogni materiali”.

Altrettanto necessario, secondo Anp-Cia, è ridurre la tassazione sulle pensioni, anche con l’estensione della no tax area fino a tre volte il minimo; rivedere i criteri di accesso alle pensioni di cittadinanza, che hanno impedito alla stragrande maggioranza dei pensionati di beneficiarne; prevedere diritti fiscali per gli incapienti che, con la normativa attuale, non possono detrarre oneri, spese e familiari a carico; estendere e stabilizzare la 14esima mensilità, in modo che diventi parte integrante della prestazione pensionistica; superare le incertezze interpretative sull’Ape Social per gli agricoltori circa la possibilità di andare in pensione anticipatamente senza penalizzazioni, riconoscendo il carattere usurante del lavoro svolto; modificare “Opzione donna” superando difformità di trattamento sbagliate; istituire una “pensione base o di garanzia” per i giovani.

“Se vogliamo compiere un vero ricambio generazionale in agricoltura, oggi bloccato sotto il 9%, dobbiamo costruire un ponte economico, finanziario e culturale tra i giovani che si avvicinano alla terra e chi la lascia per andare in pensione -ha aggiunto il presidente di Cia Scanavino-. Quando si dice che il settore primario è determinante, bisognerebbe essere coerenti, calibrando le politiche connesse a 360 gradi”.

“La questione delle pensioni al minimo assume oggi un carattere di emergenza vera e propria con l’aumento del costo della vita -ha ammesso la sottosegretaria Nisini-. Il Decreto Ucraina, con gli aiuti sulle bollette, è un primo passo ma non basta. Ci impegneremo per ridurre progressivamente il carico fiscale sulle pensioni”.

LE RICHIESTE DI ANP-CIA SU SANITA’ E SERVIZI – Durante la pandemia, gli anziani hanno pagato il prezzo più alto, anzitutto di vite umane (il 90% dei deceduti aveva più di 65 anni), senza contare che spesso precauzioni e distanziamento hanno significato isolamento sociale, oltre al peggioramento delle condizioni materiali nelle situazioni di maggiore fragilità. Il Covid ha anche reso chiara ed evidente l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale, un patrimonio che però va migliorato, riqualificato e potenziato, utilizzando bene i 19,7 miliardi destinati dal PNRR, per assicurare l’uguaglianza nell’accesso ai servizi senza discriminazioni sociali o territoriali.

Per Anp-Cia, questo significa investire sulla sanità territoriale, l’assistenza domiciliare e i servizi di prossimità; puntare sulla diffusione adeguata di strutture poliambulatoriali e multifunzionali come le Case di Comunità; aprire Farmacie Rurali che possano svolgere molteplici servizi nelle aree interne; sviluppare la telemedicina; assicurare servizi per la non autosufficienza e le cronicità. Oltre, naturalmente, a recuperare tutti i ritardi accumulati a causa dell’emergenza: cure ordinarie, visite specialistiche, operazioni chirurgiche. Infine, occorre accrescere il potenziale dei servizi territoriali facendo leva sui soggetti del territorio, dalle associazioni di volontariato alle aziende che fanno agricoltura sociale.

“Alcuni mesi fa ho consegnato al premier Mario Draghi la “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società” -ha annunciato Monsignor Paglia-. Vogliamo gli anziani al centro, nelle loro case, nei quartieri, nelle grandi città, così come nei Comuni delle aree interne a rischio di spopolamento. Bisogna reinventare il senso della vecchiaia, con i suoi diritti, e per questo la riforma prevede ad esempio visite mediche gratuite dopo gli 80 anni, così come cure palliative domestiche a tutti dove ci sono problemi di assistenza. Ma poi bisogna riattivare le reti sociali, incentivare il co-housing, costruire centri diurni attrezzati per anziani con demenze o altre patologie croniche, ripensare il ruolo delle RSA”. Il progetto di riforma, ha continuato, “sarà affidato a un disegno di legge delega e a una cabina di regia. Noi anziani dobbiamo fare un’alleanza larga, diventare massa critica”.

“Questa rielezione per me è un onore e una grande responsabilità nei confronti degli oltre 400mila iscritti dell’associazione -ha chiosato Del Carlo-. Anp continuerà a battersi per la difesa dei pensionati, per assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati nelle aree rurali, per un welfare di comunità e per la tutela del ruolo sociale degli anziani nella società”.

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