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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 15 nov 2021

Export: Cia, fare rete tra imprese. Più risorse per formazione e incoming

Fare rete sui mercati, potenziare la lotta alla contraffazione, finanziare la formazione specifica sull’export e organizzare incoming di buyer stranieri nei territori italiani. Queste alcune delle proposte che Cia-Agricoltori Italiani ha portato oggi al Tavolo Agroalimentare con le associazioni del settore, organizzato dal sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri Manlio Di Stefano per affrontare le nuove sfide connesse all’internazionalizzazione delle imprese.

Per promuovere il Made in Italy all’estero, ancora di più nel post pandemia -ha detto al Tavolo la responsabile dell’Ufficio Internazionale di Cia, Cristina Chirico- bisogna innanzitutto puntare sull’aggregazione, sia tra le imprese, per ridurre i costi e superare gli ostacoli legati alla dimensione e alla gestione delle procedure per l’export, sia tra i vari comparti (agricoltura e artigianato, agroalimentare e moda), facendo rete per raggiungere l’obiettivo fondamentale di valorizzare il brand Italia nel mondo.

Ugualmente importante è non solo la lotta, ma la prevenzione della contraffazione, anche tramite la registrazione dei marchi commerciali e la tutela su mercati e fiere internazionali, nonché piattaforme online.

Serve poi, secondo Cia, l’ulteriore potenziamento e finanziamento della formazione delle imprese per l’orientamento e l’accesso ai mercati esteri, offrendo competenze e strumenti specifici alle Pmi per muoversi oltreoceano e difendersi dall’italian sounding.

Necessarie anche risorse extra fiere per rafforzare il programma di visite dei buyer esteri sul territorio nazionale, in particolare nelle aree rurali, organizzando tour incoming nelle aziende agricole in partenariato con le associazioni di categoria, per promuovere il cibo insieme al turismo e al paesaggio.

Per Cia, inoltre, bisogna consolidare il ruolo degli sportelli ICE per fornire consulenza specifica alle imprese sulle tematiche dell’export e individuare tipologie dedicate di accesso ai finanziamenti pubblici agevolati per l’internazionalizzazione delle imprese agricole.

Infine, le campagne di promozione del Made in Italy agroalimentare devono puntare sempre di più sulla promozione della Dieta Mediterranea, anche per fronteggiare i rischi del Nutriscore, come modello alimentare corretto, sostenibile, salubre, variegato, efficace nella riduzione dell’insorgenza di malattie croniche. Allo stesso modo, al centro delle campagne promozionali ci dovranno essere le eccellenze dei territori, a partire da Dop e Igp, con gli agricoltori protagonisti dei sistemi locali del cibo. 

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1 In Evidenza - 11 nov 2021

Premio Bandiera Verde Cia: vince l’agricoltura innovativa e di qualità che riparte dal territorio

Due giovani cugini che hanno puntato tutto sugli uliveti autoctoni e bio tra i boschi dell’Umbria, per un olio dall’impronta etica e sostenibile, prodotto con le migliori tecnologie per salvaguardarne ogni proprietà organolettica. Tre sorelle e la sfida, vinta, di creare un marchio riconosciuto per il riso di Sibari, un unicum, rispetto alle altre zone a vocazione risicola d’Italia, per il patrimonio geografico, pedologico, ambientale e potenziato da un approccio innovativo e di filiera per portare le varietà calabresi sul podio del riso italiano nel mondo. E ancora, un’azienda multifunzionale a 500 metri sulla Valle dello Jato e il lago Poma: un panorama tra Palermo, Trapani e Agrigento per una realtà che mette insieme la produzione di qualità di olio, uva da vino e ortaggi con l’impegno per il turismo e il sociale attraverso la fattoria didattica, i corsi di cucina, le degustazioni guidate e i percorsi benessere. Queste alcune delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2021, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani ai nuovi campioni dell’agricoltura. Giunto alla XIX edizione, è stato consegnato oggi a Roma nella Protomoteca del Campidoglio a 10 aziende agricole, scelte in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a comuni rurali virtuosi, 6 extra-aziendali e 3 premi speciali.

Tutti esempi di innovazione e di vera rigenerazione sostenibile grazie, ad esempio, alla tracciabilità nei processi produttivi o al circuito chiuso negli allevamenti. Contribuendo, insieme, al ritratto di quell’Italia agricola già pronta alla transizione ecologica e digitale che chiede l’Europa, oltre a essere il motore produttivo delle aree rurali del Paese che fanno la qualità certificata e l’unicità territoriale del Made in Italy.

Serve, infatti, ricordare che sul territorio nazionale, le aree interne comprendono il 53% dei Comuni (4.261), pari a circa il 60% della superficie nazionale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone che, nonostante mille difficoltà infrastrutturali e nei servizi, non intendono abbandonare colline e boschi dove, non a caso, si sviluppa circa il 40% delle aziende agricole. Temi come tutela delle foreste contro il cambiamento climatico, salvaguardia del suolo contro il dissesto idrogeologico, risparmio idrico e basso impatto ambientale grazie alle nuove tecnologie, ma anche equità e dignità sociale, rilanciati dai recenti G20 e Cop26, trovano, dunque, lungo la dorsale appenninica e tra le sue imprese agricole, molti casi esemplari che meritano premi, ma anche sostegno concreto.

A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al “campione dei campioni” fra tutti i premiati di quest’edizione, l’Azienda Agricola “Magisa” che dal 2004 esalta le qualità organolettiche del riso coltivato nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, lavorato con sistema del tutto artigianale e gestendo l’intero ciclo della filiera per un alimento unico e meritevole di brevetti esclusivi per la Calabria.

Tra gli altri premi, riconoscimento speciale ai produttori del Sangiovese di Montelparo, nelle Marche, per aver saputo valorizzare i vigneti locali, ben ventilati e soggetti a una buona escursione termica, tra mare e montagna, tale da favorire la giusta maturazione ed esplosione di profumi e sapori in un vino bianco da bacca rossa. Inoltre, sono promotori di un progetto strategico per un’etichetta che mette insieme più produttori del territorio. Premiati anche i quattro giovani fondatori della realtà agricola più “hi-tech” del Centro Italia che hanno creato un grande impianto acquaponico nel Comune di Roma e stanno diventando leader nel settore dei cibi organici e del vertical farming. E poi, targa speciale all’imprenditore cinese che da 26 anni in Lombardia gestisce una straordinaria azienda che coltiva specialità multietniche, integrando lavoratori provenienti da aree del mondo in difficoltà.

Quanto alla nota sezione Agri-cinema, il premio Bandiera Verde a “I Villani” film documentario di Donpasta, Daniele De Michele. L’incontro del regista con otto produttori, in diverse località del Paese, di alimenti sani, nonostante più di un ostacolo. Racconto, innovativo e originale che dà valore all’enogastronomia Made in Italy richiamando anche gli aspetti più culturali.

Come ogni anno, poi, finestra sul mondo con la Bandiera Verde sezione Agri-Med che quest’anno va a un’azienda tutta al femminile del villaggio di Zarat, sede di una delle ultime Oasi costiere del Mar Mediterraneo e premiata perché dimostra quanto i sistemi locali agricoli e alimentari riescano a salvaguardare paesaggi e popolazioni. L’Agri-press, invece, va quest’anno al Gambero Rosso per l’istituzione della sezione “International” divenuta, anche attraverso il portale web, punto di riferimento nei percorsi di valorizzazione, nel mondo, del cibo italiano e del suo legame con i territori che lo rappresentano. Infine, in occasione di Bandiera Verde 2021, Cia è tornata a premiare anche Amatrice e il suo Centro di Formazione Professionale Alberghiero, nella sezione Agri-School, per l’impegno e la determinazione ad arginare l’abbandono di un territorio martoriato dal terremoto.

“Puntiamo sempre sulle aree rurali del Paese -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- perché è dove, nonostante le difficoltà come la pandemia, e forse anche per queste, si sviluppa da tempo una tenacia produttiva degna di nota. E non c’è da meravigliarsi se l’approccio strategico per realizzare la transizione verde emerge in buone pratiche di aziende agricole, ma anche Comuni o Parchi e progetti, attivi lungo la dorsale appenninica. C’è grande attenzione per soluzioni ecologiche e tecnologiche. Consapevolezza del valore delle produzioni territoriali di qualità, biologiche e certificate. Ed è ciò che, oggi, con Bandiera Verde Agricoltura è stato giusto premiare, perché su di loro occorre investire”.

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1 In Evidenza - 10 nov 2021

Latte: Cia, accordo importante per garantire prezzo più equo ai produttori

L’accordo sul prezzo del latte è un primo importante risultato a sostegno della filiera lattiero-casearia e un buon punto di partenza per garantire un adeguato prezzo ai produttori, messi ko dall’aumento insostenibile dei costi delle materie prime sul fronte energetico e per l’alimentazione degli animali, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi degli allevatori già provati dalla pandemia. Questo il commento del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, alla firma del protocollo d’intesa tra le organizzazioni agricole, le cooperative, l’industria e la grande distribuzione per la tutela degli allevamenti italiani.

            Con l’accordo di filiera, valido fino al 31 marzo 2022, gli allevatori potranno raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, Iva esclusa. Il “premio emergenza stalle”, introdotto dall’intesa, è di 3 centesimi al litro. Un altro eventuale centesimo sarà integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi.

            Dopo lunghe trattative, si è finalmente giunti all’intesa -sottolinea il presidente di Cia- che è il risultato del grande impegno del ministro Patuanelli e del contributo di tutte le parti della filiera a supporto dei produttori in un momento difficilissimo. Si tratta di un passo avanti per una distribuzione del valore più equa lungo la filiera e di una solida base di partenza per lavorare nel futuro. Positivo soprattutto l’impegno del Mipaaf a istituzionalizzare e rendere permanente il tavolo di filiera lattiero- caseario, nell’ottica di trovare soluzioni strutturali a sostegno del settore, che vale oltre 16 miliardi di euro, e oggi ha bisogno di investimenti e risorse per ripartire e crescere sui mercati.   

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1 In Evidenza - 09 nov 2021

Biologico: Cia, settore strategico per transizione. Più risorse nel PNRR

Il biologico è uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità. Per questo, il settore deve diventare protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, accompagnato da risorse e progetti specifici e sostenuto da innovazione e ricerca. Prima di tutto, però, occorre approvare finalmente la legge sul biologico, dopo anni di attese e sollecitazioni, che ha avuto l’ok dal Senato ma ora è di nuovo ferma alla Camera per il via libera definitivo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione dell’evento d’apertura di B/Open, la prima fiera B2B dedicata al comparto, su “PNRR, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo”. La manifestazione, in corso oggi e domani a Verona, vede la presenza di Cia anche con uno spazio collettivo al Padiglione 12 Stand F4-F5.

            La legge nazionale sul biologico, insieme ai fondi del Piano, sono i pilastri necessari per la costruzione del futuro agricolo del Paese, come chiede l’Europa con il Green Deal -ha spiegato Scanavino-. Già oggi l’Italia è leader del settore in Ue con 80.000 operatori e oltre 2 milioni di ettari coltivati. Il carrello della spesa bio degli italiani ha superato nel 2021 i 4,5 miliardi e oggi il biologico vale il 6% delle esportazioni agroalimentari tricolori, regalando al Paese il secondo posto nella classifica mondiale dell’export di prodotti bio, subito dopo gli Stati Uniti.

            E’ evidente, quindi, l’importanza di eventi come questo, destinati agli incontri business con buyer e operatori commerciali, in particolare per una maggiore valorizzazione e promozione del bio Made in Italy sui mercati esteri, soprattutto nel post pandemia -ha continuato il presidente di Cia-. Più in generale, è chiaro che l’Italia deve mirare all’ulteriore sviluppo del comparto, sia per rispondere alle scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più orientati al green, sia per guadagnare in sostenibilità, ambientale ed economica, puntando sui distretti biologici e su tutti gli strumenti di aggregazione, in primis OP e OI, oltre che sull’istituzione di un marchio bio italiano.

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1 In Evidenza - 05 nov 2021

Pratiche sleali: Cia, bene via libera Cdm. Più equità nella filiera agroalimentare

Grande soddisfazione per il via libera definitivo da parte del Cdm al Decreto legislativo sulle pratiche commerciali sleali, che consentirà finalmente maggiore tutela ed equità nei rapporti contrattuali tra gli attori della filiera agroalimentare, offrendo agli agricoltori gli strumenti necessari per migliorare la loro posizione negoziale rispetto agli altri operatori. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito all’approvazione in Consiglio dei ministri del Dlgs che recepisce la Direttiva Ue 2019/633 del Parlamento europeo.

Si tratta di un passo avanti significativo, atteso da molti anni e sostenuto fortemente da Cia, perché permette anche in Italia di mettere un freno alle speculazioni nel settore, riequilibrando in un’ottica più giusta i rapporti commerciali tra tutti i soggetti della filiera agroalimentare. Ad oggi infatti per l’ortofrutta fresca, ad esempio, su 100 euro spesi dal consumatore al supermercato, al produttore rimangono in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti. Ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’agricoltore è intorno ai 2 euro.

Tra l’altro -osserva Cia- l’approvazione del decreto arriva in un momento davvero complicato per le aziende agricole, messe ko dall’aumento insostenibile dei costi di produzione, a causa dei rincari di materie prime, energia, trasporti, mangimi, concimi e fertilizzanti, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi. In questo senso, il nuovo provvedimento servirà a garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, con un adeguamento dei prezzi ai maggiori costi produttivi.

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1 In Evidenza - 04 nov 2021

Nasce Aidaldo-Cia, Associazione invalidi e datori lavoro domestico

 Nasce con Cia-Agricoltori Italiani, Aidaldo, l’Associazione invalidi e datori di lavoro domestico, per rafforzare l’impegno che, da sempre, pone l’organizzazione a tutela delle categorie più svantaggiate. Eletti, nel corso dell’Assemblea costituente, Francesco Mazzei (Cosenza) presidente e Stefano Poleschi (Livorno) vicepresidente.

L’associazione Aidaldo-Cia va così a implementare le attività e gli sforzi delle associazioni interne all’organizzazione, come quella nazionale pensionati, Anp-Cia, che svolgono costantemente un ruolo importante e mirato a difesa delle persone e, soprattutto, delle più deboli.  

D’ora in avanti, infatti, con Aidaldo-Cia, si potrà intervenire oltre che sui diritti individuali, anche sulla tutela e la rappresentanza collettiva degli invalidi e dei datori di lavoro domestico.

“Ѐ importante dare voce, anche politicamente, ai tanti cittadini appartenenti a queste due categorie. Bene, dunque -è intervenuto, in apertura dei lavori, il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- la costituzione di Aidaldo. Emergenze sociali, vecchie e nuove, richiedono un cambio di approccio e una maggiore attenzione alle esigenze degli invalidi e dei datori di lavoro domestico cui ormai, da tanti anni, già con il patronato Inac-Cia e il Caf-Cia, vengono garantiti individualmente i servizi per il riconoscimento dei diritti, l’accesso alle prestazioni economiche e gli adempimenti burocratici connessi”.

“Non c’è tempo da perdere -ha spiegato il neopresidente di Aidaldo-Cia, Francesco Mazzei, ringraziando anche per la fiducia accordata-. Attendono supporto e tutela già 8 mila datori di lavoro domestico che usufruiscono dei servizi e oltre 20 mila invalidi riconosciuti, ogni anno, tramite patronato Inac-Cia. Il nostro obiettivo è dare risposte concrete subito”.

Nella stessa sede assembleare, sono stati nominati anche i componenti del Consiglio generale e del Comitato direttivo.

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