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In Evidenza - 19 ott 2021
Vinitaly: Cia, con “Incoming in Cantina” riparte internazionalizzazione aziende
Un “restart tasting” per sostenere nel post Covid il rilancio dell’internazionalizzazione delle aziende vinicole associate, attraverso la costruzione e la promozione di nuovi incontri commerciali con i buyer esteri del settore wine. Questo l’obiettivo dell’Incoming in Cantina organizzato da Cia-Agricoltori Italiani a Soave.
Un evento fuori Salone, in occasione del Vinitaly Special Edition, con la collaborazione della società AREA39, per sottolineare che la ripartenza del vino tricolore non può prescindere dall’export e dall’accesso ai mercati internazionali.
Negli spazi dell’azienda Monte Tondo, location dell’Incoming, si sono date appuntamento una ventina di aziende Cia, dal Veneto prima di tutto, ma anche provenienti da Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, per incontrare in B2B dedicati importatori e intermediari del comparto vino che operano sul mercato tedesco, olandese, finlandese, russo, canadese e americano. Presenti anche ristoratori e sommelier per conoscere e degustare le bottiglie d’eccellenza delle nostre imprese agricole.
A fare gli onori di casa, il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini e il presidente di Cia Toscana, Luca Brunelli.
“Bisogna continuare a dare risposte alle aziende del settore che vengono fuori da una crisi senza precedenti a causa della pandemia -spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. In questo senso, agevolare e promuovere incontri ‘business to business’ tra i produttori di vino e gli operatori commerciali è fondamentale. Oggi più che mai va preservato, sostenuto e incoraggiato l’ingresso e la permanenza delle aziende sui mercati, nazionali e soprattutto stranieri. La sfida del vino tricolore oggi si gioca sulla promozione, puntando su quattro direttrici: identità, territorio, sostenibilità, innovazione”.
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In Evidenza - 19 ott 2021
Eima 2021: Cia guida la transizione digitale con i leader dell’agritech
Accompagnare i produttori nel processo tecnologico e culturale di transizione digitale, fornendo servizi utili a implementare il business delle aziende. Ѐ questa la mission dell’accordo annunciato oggi ad EIMA International 2021 fra Cia-Agricoltori Italiani e Agia, la sua associazione dei giovani imprenditori agricoli, con tre importanti player dell’agritech italiano -Image Line, Ruralset e xFarm- che diventeranno partner strategici dell’associazione nel processo di innovazione, fondamentale per alfabetizzare le Pmi del settore agricolo, traghettandole verso lo smart farming. Secondo Cia, è questa la sfida di un moderno sindacato, nel momento in cui la digitalizzazione in agricoltura sta assumendo un ruolo di primo piano all'interno delle politiche comunitarie, col forte impulso -sia dalla Pac che dal PNRR- all’implementazione della tecnologia dell’informazione. Digitalizzare è, infatti, sinonimo di semplificazione e risparmio, utilizzando le opportunità offerte dell’hi-tech per riuscire a “produrre di più con meno” con una corretta gestione delle risorse, a partire da quella idrica, rinnovando anche il parco macchine e migliorando la tracciabilità della filiera. Lo scopo finale è di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ma anche quella ambientale e sociale dell’agricoltura, permettendo al settore di competere a livello globale.
Cia vuole, dunque, diventare soggetto primario nella trasformazione digitale nel settore agricolo, diventando punto di riferimento dei principali attori istituzionali e privati. Attraverso la partnership con Image Line, Ruralset e xFarm, Cia si pone l’obiettivo di supportare le aziende agricole nella scelta delle soluzioni migliori, offrendo loro una formazione tecnica dedicata e riconosciuta e colmando il gap digitale che ancora sussiste, in particolare nelle aree interne. In generale, Cia stima, infatti, che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con l’agritech.
Robotizzazione in campo, sistemi satellitari e Big Data guideranno la rivoluzione tecnologica interconnessa, attraverso tecnologie avanzate mirate a implementare e rendere più sostenibili gli output di produzione. “Fare smart farming significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte (“data driven decision”) -dichiara Claudia Merlino, direttore generale Cia-, gli agricoltori non producono, infatti, solo cibo ma anche dati, che sono il driver del nuovo paradigma digitale. La conoscenza puntuale dei dati nell’azienda è la chiave di volta, unica ed insostituibile, per il cambio di passo dell’intero sistema rurale”.
Il percorso di trasformazione digitale del settore agricolo è anche la condizione necessaria a garantire la tracciabilità e la trasparenza delle filiere agroalimentari grazie alla blockchain, che necessita di una dose massiccia di dati e tecnologie avanzate, oltre a un elevato grado di competenze. “Gli agricoltori italiani hanno, quindi, bisogno di essere accompagnati in questo processo di transizione digitale per applicare i processi di blockchain -prosegue Merlino-, che possono supportare il mondo agricolo sia recuperando quote di valore nella catena agroalimentare, sia in materia di sicurezza alimentare, nella tutela del rapporto con i consumatori, offrendo loro la possibilità di consultare in trasparenza tutte le informazioni relative a un prodotto”.
"Siamo tre player del mondo dell’innovazione digitale per l’agricoltura ed abbiamo da sempre a cuore la questione dei dati, della consulenza evoluta e del progresso verso un orizzonte smart -dichiara Roberto Bandieri di Ruralset-. L’agricoltura innovativa non ha altro limite che l’immaginazione dei suoi protagonisti e ha l’urgenza indifferibile di aiutare le imprese agricole a efficientare la produzione, facendo le scelte giuste, al momento giusto e nel posto giusto. La tecnologia e le competenze ci sono, tocca adesso passare ai fatti per creare le condizioni di una vera rivoluzione digitale nel settore rurale. Siamo, dunque, grati a Cia-Agricoltori Italiani per avere individuato in ImageLine, Ruralset e xFarm i partner idonei a intraprendere un percorso così ambizioso e altamente sfidante”.
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In Evidenza - 19 ott 2021
Latte: Cia scrive alle Regioni. Stalle strozzate, subito aumento di 5 centesimi al litro
Arrivare subito a un aumento di almeno 5 centesimi al litro sul prezzo del latte conferito nella Regione Lombardia, che determina -come è noto- anche quello nel resto del Paese. Dopo il fallimento del tavolo di filiera al Mipaaf, è questo l’accorato appello di Cia-Agricoltori Italiani alle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, attraverso una lettera indirizzata ai rispettivi assessori all’agricoltura.
Secondo Cia, l’incremento dei costi di produzione di latte bovino dovuto al rincaro delle materie prime (+30%) e dei rialzi dei listini di mangimi, fertilizzanti ed energia, ha messo in ginocchio le stalle italiane, che non possono più andare avanti senza un significativo aumento del prezzo del latte, attualmente inferiore al costo di produzione (circa 0,45 €/lt). Così il presidente Dino Scanavino: “La filiera lattiero-casearia deve garantire una quotazione equa agli allevatori, che non vada solo a coprire i costi, ma offra anche la giusta redditività alle aziende agricole, già colpite dagli effetti della pandemia. Nonostante gli industriali abbiano riconosciuto davanti al ministro la crisi dei produttori e stiano godendo i frutti positivi dei bilanci dell’export di formaggi e di quotazioni favorevoli del latte spot, non sembra esserci alcuna intenzione di riconoscere l’aumento richiesto a gran voce dal sistema allevatoriale”.
E’ fondamentale ora agire con urgenza per evitare il collasso dell’intero settore, che pesa circa il 12% sull’industria alimentare e conta 26.000 aziende. “Ecco perché -conclude il presidente di Cia- continuiamo a lavorare senza sosta per aiutare i produttori a uscire dalla crisi e chiediamo, dunque, alle singole regioni di intervenire, convocando le parti per facilitare un accordo a livello territoriale, che possa poi coinvolgere a cascata tutte le altre industrie lattiero-casearie italiane”.
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In Evidenza - 18 ott 2021
Vinitaly: Cia, oltre 200 buyer allo stand. Premiate nostre aziende
Grande successo per il “Walk Around Tasting” con i vini delle aziende associate allo stand di Cia-Agricoltori Italiani al Vinitaly Special Edition.
Sono già oltre 200 i buyer e gli operatori commerciali, nazionali e stranieri arrivati, in questi primi due giorni, nello spazio Cia dentro Veronafiere per conoscere e degustare i vini delle nostre imprese agricole, immergersi in un “percorso del gusto” accompagnati dai sommelier esperti dell’AIS e incontrare i produttori provenienti da Veneto, Umbria, Toscana, Puglia, Piemonte, Marche, Emilia-Romagna, Campania e Basilicata.
Un’affluenza che premia la qualità del vino Made in Italy e le eccellenze dei territori, rappresentate dalle aziende Cia, che saranno protagoniste anche di un evento “fuori Salone”. Si terrà stasera, infatti, nell’ambito del Vinitaly, l’iniziativa “Incoming in Cantina”, presso l’azienda Monte Tondo a Soave, organizzata da Cia in collaborazione con la società AREA39. Obiettivo, agevolare nuovi incontri commerciali B2B tra produttori e operatori del settore wine.
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In Evidenza - 18 ott 2021
Vinitaly: Cia, è l’ora della ripartenza. Avanti su promozione e lotta al Prosek
Il Vinitaly Special Edition è un segnale importante di ripartenza del vino, dopo il punto di rottura rappresentato dalla pandemia che ha fatto perdere al settore oltre 3 miliardi di euro solo nel 2020, con un crollo medio dei fatturati del 15%. Ora più che mai serve fare squadra, ragionare in ottica di sistema, creare una filiera organica, costruire alleanze sempre più strette con il settore fieristico per attrarre buyer esteri, puntare sulla promozione per competere sempre meglio sui mercati internazionali. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione del convegno inaugurale del Vinitaly, da oggi al 19 ottobre a Veronafiere, dove l’organizzazione è presente al Padiglione 4 Stand C6 con il “Walk Around Tasting” delle aziende associate.
L’export è strategico per il vino Made in Italy -ha detto Scanavino-. Per questo tornare in presenza, dopo più di un anno, con un evento dedicato al wine business e ai B2B è fondamentale per sostenere il comparto e raggiungere l’obiettivo dei 7 miliardi di euro realizzati sui mercati esteri a fine 2021. Mantenendo intatto il secondo posto dell’Italia nella classifica globale dei maggiori Paesi esportatori, dopo la Francia, con una quota del 20% sul totale del vino esportato nel mondo.
Ancora una volta, a guidare l’export tricolore sono gli spumanti, che rappresentano praticamente un quarto delle esportazioni vinicole nazionali, con un valore di oltre 2 miliardi, per il 70% grazie al sistema Prosecco -ha ricordato il presidente di Cia-. Ecco perché, adesso, è necessario essere uniti e compatti in Europa contro il riconoscimento della menzione tradizionale croata “Prosek”. Pur essendo prodotti differenti, infatti, il nome del vino croato è troppo simile a quello delle bollicine italiane e può trarre facilmente in inganno i consumatori di tutto il mondo, nuocendo seriamente ai nostri produttori. L’unico vero Prosecco è quello prodotto in Italia, e bisogna difenderlo a tutti i costi, tanto più che un eventuale via libera al Prosek sarebbe un pericoloso precedente, andando a inficiare l’impianto di tutela della qualità Ue costruito con il sistema delle Dop e Igp.
In più, secondo Scanavino, per sostenere il rilancio post Covid, è necessario puntare sulla promozione, utilizzando tutte le risorse a disposizione per la valorizzazione sui mercati stranieri dei nostri vitigni e territori vocati. In questo senso, bisogna salvaguardare lo strumento della promozione Ue, visto che la riforma avviata a Bruxelles rischia di escludere proprio i prodotti vitivinicoli dai finanziamenti dedicati. Un disegno che va assolutamente impedito -ha concluso il presidente di Cia- mentre sul fronte nazionale sosteniamo con convinzione lo stanziamento di 25 milioni di euro, da parte del Mipaaf, per la definizione di un programma di promozione istituzionale del vino italiano nel mondo. Una campagna quanto mai necessaria, e complementare alla promozione “di brand” effettuata dalle aziende, per rafforzare, nei mercati chiave, l’immagine dell’Italia come Paese produttore di vino.
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In Evidenza - 15 ott 2021
Filiera corta, inaugurato il Mercato Contadino de La Spesa in Campagna Cia
Taglio del nastro, ieri pomeriggio, in via Milano 33 a Pescara, del “Mercato Contadino” de la Spesa in Campagna Cia.
“Il mercato, ad un anno e mezzo dalla pandemia, nasce dall’esigenza degli agricoltori di creare un più costante e stretto rapporto con i cittadini”, commenta la vicepresidente nazionale de La Spesa in Campagna, Beatrice Tortora, “Da sempre luogo di aggregazione e di promozione della produzione agricola locale, il mercato non è solo un punto vendita ma rappresenta uno sbocco per le piccole e medie imprese della provincia”.
Lo spazio allestito in pieno centro di Pescara, sarà luogo di incontri tematici, degustazioni e giornate a tema sui prodotti agroalimentari tipici. Frutta e verdura, salumi e carni fresche, vino e olio extravergine, legumi, cereali, marmellate e prodotti trasformati che provengono direttamente dalle aziende agricole associate.
“I mercati annullano le intermediazioni tra produttore e consumatore, garantendo prodotti di elevata qualità”, afferma Nicola Sichetti, Presidente di Cia Chieti-Pescara, “Il tutto nel segno di quel processo di filiera corta che permette alle nostre aziende di essere presenti sul territorio promuovendo la vendita diretta. Uno spazio che la nostra associazione ha voluto fortemente e che abbiamo intenzione di aprire anche in altre città”.
Presenti all’inaugurazione l’assessore regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente, il sindaco di Pescara, Carlo Masci, Claudia Merlino, direttore generale Cia Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo, Mimmo Francomano, direttore del Gal e Nicola Quattrocelli, Presidente del consorzio Mercato Contadino.
Il Mercato è stato realizzato dal Gal Terre Pescaresi, in collaborazione con la Confederazione Italiani Agricoltori (Cia) ed il contributo del “Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale” (Misura 19 del PSR 2014/2020 della Regione Abruzzo – PSL del GAL Terre Pescaresi).
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