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In Evidenza - 15 set 2021
Cia protagonista al G20 Agricoltura di Firenze
Nell’anno della Presidenza italiana del G20, in occasione della riunione dei Ministri dell’Agricoltura, a Firenze dal 16 al 18 settembre, anche Cia-Agricoltori Italiani sarà nel capoluogo toscano per una tre giorni ricca di eventi, incontri e contatto diretto con le aziende agricole della Spesa in Campagna.
Appuntamento, quindi, nell’area meeting in Piazza della Repubblica, dove Cia allestirà i mercati contadini per la vendita diretta di prodotti freschi di stagione e prelibatezze agroalimentari di qualità, promossi dalla Spesa in Campagna. Spazio anche allo stand istituzionale e agli incontri che daranno voce alle istanze degli agricoltori italiani, in prima linea per essere protagonisti della transizione ecologica europea.
Nel programma di Cia per il G20 dell'agricoltura di Firenze, infatti, anche incontri e dibattiti con il coinvolgimento di esperti, tecnici e mondo delle imprese agricole e zootecniche che si confronteranno in contemporanea con le riunioni ministeriali dedicate a ripensare la cooperazione alla luce delle sfide Covid e rendere concreti gli impegni multilaterali su sostenibilità e resilienza dei sistemi agroalimentari; contributo del G20 all'agricoltura dei Paesi in ritardo rispetto all'obiettivo "fame zero" e al dibattito in vista del vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione.
Più nel dettaglio, Cia parteciperà, con il presidente nazionale Dino Scanavino, all’Open Forum sull’agricoltura sostenibile in agenda al Teatro della Pergola, giovedì 16 settembre dalle ore 14, con l’intervento dei rappresentanti di riferimento delle maggiori economie mondiali, tra i quali il Commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski e il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli.
Sempre giovedì 16 settembre alle ore 10, Cia darà il via al G20 con l’iniziativa a cura della sua Ong, ASeS-Agricoltori, Solidarietà e Sviluppo dal titolo “Agricoltura sociale, nuovo modello di inclusione e crescita”, in diretta streaming qui
Ancora giovedì 16, alle ore 18, ci sarà la presentazione del libro “Arare umano est. Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna” di Riccardo Lupino.
Venerdì 17 settembre, poi, alle ore 11:30, focus Cia su agricoltura di precisione, digitale per la sostenibilità delle coltivazioni e degli allevamenti, con il convegno “Innovazione nelle aree interne”, online qui
Tutti gli eventi si terranno nell'area meeting, a ingresso libero, in Piazza della Repubblica.
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In Evidenza - 11 set 2021
Biologico: Cia, solo il 5% delle sementi è bio, servono nuove e maggiori varietà
In Italia solo poco più del 5% della superficie sementiera nazionale è destinata alla produzione di sementi bio. Si tratta di quasi 11.000 ettari sui 203.000 complessivi riservati all’attività di moltiplicazione del seme. Questo vuol dire che, per la maggior parte delle coltivazioni, sono disponibili soltanto poche nuove varietà adatte all’agricoltura biologica e, spesso, notevolmente più costose. Ecco perché Cia-Agricoltori Italiani, assieme alla sua associazione dedicata Anabio, ha lanciato dal SANA 2021 il “Progetto Sementi Biologiche”. Obiettivo migliorare e accrescere la disponibilità e la qualità di sementi bio, puntando da una parte alla stipula di accordi interprofessionali con le ditte sementiere, e dall’altra chiedendo al Mipaaf di avviare finalmente il Piano nazionale di ricerca per le sementi biologiche.
Il primo accordo è stato firmato proprio oggi a BolognaFiere con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di sementi bio. Nel protocollo d’intesa - firmato tra Anabio Cia e Arcoiris srl, C.A.C., Co.Na.Se. Consorzio Nazionale Sementi, cooperativa La Terra e il Cielo, CGS spa, Guerresi srl e Prometeo srl, ma aperto a ulteriori partner interessati al progetto - le aziende sementiere coinvolte si impegnano a mettere a punto un assortimento di varietà disponibili alla produzione di sementi bio certificate. Anabio, da parte sua, farà da punto di raccolta delle richieste delle imprese associate formulando veri e propri pre-ordini con i quantitativi di ciascuna specie. In questo modo, le ditte sementiere si garantiscono una domanda che permette loro di programmare la produzione con un’auspicabile economia di scala che consentirà di contenere i costi; dall’altro lato gli agricoltori associati di Anabio-Cia potranno usufruire del seme bio certificato a costi competitivi. Se il processo evolve, potrà essere applicato su scala più ampia e consentire un circolo virtuoso che permetterà alle aziende sementiere di dedicare una parte del loro budget di ricerca e sviluppo alla costituzione di nuove varietà appositamente selezionate per essere coltivate in ambiente bio.
“Con il Green Deal, la Ue si è data l’imperativo di far crescere il biologico fino a raggiungere il 25% della superficie agricola utilizzata entro il 2030 -ha ricordato il presidente nazionale di Anabio, Federico Marchini-. In questo contesto, la sfida delle sementi bio è una delle più importanti. A fronte del successo crescente del metodo biologico nel settore primario (2 milioni di ettari in Italia per un valore alla produzione di 3 miliardi di euro), ora bisogna far decollare lo stesso metodo nel comparto sementiero. Anche a tutela della biodiversità e, quindi, della salute della terra”.
Attivare questo processo vuol dire, inoltre, guardare alla scadenza del 2036, quando non sarà più possibile fare ricorso al sistema delle autorizzazioni in deroga, previsto anche dalle norme Ue, per l’impiego di sementi convenzionali anche nell’agricoltura bio. Oggi già 2 specie non sono più in deroga (erba medica e trifoglio alessandrino), a cui se ne potrebbero aggiungere altre 15 nel corso del 2022 (come frumento duro e tenero, avena, lenticchia, fava, farro, orzo). Anche in virtù di questo, secondo Anabio-Cia, la Banca Dati Sementi, operativa dal 2019 e che al momento contiene 878 varietà, se opportunamente revisionata, può diventare davvero lo strumento di gestione per la moltiplicazione vegetativa con metodo biologico. Ma non basta. E’ altrettanto necessario che il Ministero delle Politiche agricole acceleri sulla definizione e sul finanziamento di un nuovo Piano nazionale per le sementi biologiche, annunciato da oltre un anno, ma ancora bloccato nell’iter amministrativo.
“La disponibilità sul mercato di sementi biologiche di qualità e a prezzi concorrenziali è fondamentale per un sano sviluppo del settore -ha concluso il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. La valorizzazione delle produzioni deve continuare a crescere, sostenuta dall’innovazione e dalla ricerca, anche in campo sementiero, per aiutare l’agricoltura bio a diventare sempre di più un pilastro della sostenibilità, economica e ambientale”.
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In Evidenza - 10 set 2021
Ritorno alle urne per i Consorzi di Bonifica, positivo il commento di Cia Abruzzo
Dalla Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo grande apprezzamento per la decisione di tornare alle elezioni nei cinque Consorzi di Bonifica abruzzesi emersa nel corso del tavolo verde regionale a L’Aquila alla presenza delle organizzazioni professionali agricole, dell'assessore regionale all'agricoltura Emanuele Imprudente, del direttore del dipartimento agricoltura Elena Sico, e dei cinque commissari dei consorzi.
“Un risultato soddisfacente”, afferma il Presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, presente all’incontro insieme al Presidente Cia Chieti-Pescara, Nicola Sichetti, e Roberto Battaglia, Presidente di Cia L’Aquila-Teramo. “Nella consapevolezza che gli agricoltori, pur riprendendo nelle proprie mani la responsabilità dei consorzi, si vedranno impegnati sia nella gestione ordinaria sia nel cercare di cogliere tutte le opportunità di sviluppo del territorio che potranno derivare dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
La data fissata per il ritorno alle urne è il 27 febbraio 2022.
“Lodevole il lavoro svolto dai commissari, che hanno dovuto confrontarsi con importanti difficoltà dei consorzi cui si sono aggiunti gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici: un lungo periodo di siccità che in alcuni territori ha portato all’ interruzione dell'erogazione di acqua irrigua e che spinge a realizzare manutenzioni e nuove opere sulle condotte e sugli invasi”, ha evidenziato Di Zio garantendo l'impegno di Cia a trovare unità nel confronto e nelle proposte in un momento difficile ma importante che riporterà gli agricoltori all'autogoverno dei consorzi di bonifica.
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In Evidenza - 26 ago 2021
Maltempo: Cia, affrontare stagione emergenze con adeguata manutenzione territorio
Su buona parte dell’Italia è in arrivo una nuova ondata di freddo con crolli termici e forti temporali. Occorre affrontare per tempo e in prevenzione tali fenomeni climatici, ricorrendo a una adeguata manutenzione del territorio, evitando i posteriori riconoscimenti di stato di calamità ed emergenza, nei campi, nelle aree rurali come in città. La strada da percorrere è quella della prevenzione e cura del territorio, non solo a valle, ma soprattutto a monte. Servono anche nuove misure e strumenti a sostegno delle imprese agricole e non solo, soprattutto nelle zone più a rischio. Così Cia-Agricoltori Italiani, sull’allerta maltempo e in ricognizione dei danni, già oltre il miliardo, per siccità e nubifragi tra Piemonte, Veneto, Umbria, Puglia e Molise. L’attenzione poi, sottolinea l’organizzazione, è sulle opportunità da cogliere con il PNRR.
Per Cia, infatti, che da tempo, con il progetto “Il Paese che Vogliamo” spinge perché si affronti sul serio, specie nelle aree interne, il tema dissesto idrogeologico e ammodernamento delle infrastrutture stradali e idriche, è ormai inaccettabile, anche per via del climate change, una gestione a posteriori del problema.
In Umbria, dice molto il nubifragio a Villa Pitignano (PG), invasa dal fango e bloccata nelle principali vie d’accesso per una bomba d’acqua, con portata 120 millimetri, che dal 23 agosto conta 200 richieste d’intervento e 80 famiglie bloccate in casa, rimozione di rami, alberi caduti e frane.
In Puglia, nel foggiano, la violenza di pioggia, chicchi di ghiaccio e vento ha causato perdite fino al 70% in agro di Torremaggiore e fino al 50% in alcune contrade sanseveresi. Anche nelle province salentine, si va alla conta dei danni in vigneti e sui campi. A Manduria, la furia del vento ha travolto muri e capannoni, mentre nel leccese si teme per il prossimo Primitivo.
In Veneto, aziende agricole e zootecniche non si riprendono dal maltempo del dopo Ferragosto, con campi sommersi di acqua e intere colture da buttare. La Regione ha dichiarato lo stato di crisi per i comuni della Città Metropolitana di Venezia (Padova, Treviso, Verona e Vicenza).
In Piemonte, invece, è allarme siccità. Le colture, messe a dura prova dai violenti temporali dei mesi scorsi che non hanno portato benefici in termini di irrigazione, stanno patendo la totale mancanza di precipitazioni da un mese e mezzo. Gli agricoltori sono costretti a costanti irrigazioni con mezzi e attrezzature alimentati perlopiù a gasolio. Cia ha chiesto alla Regione un supplemento straordinario di gasolio agricolo agevolato, fondamentale per queste attività.
In Basilicata, nel Metapontino, arance, clementine, limoni, kiwi, susine, pomodori e peperoni, sono stati devastati dalla grandine. In Campania, a rimetterci sono state anche ottime olive.
In Basso Molise, la furia del maltempo ha distrutto decine di ettari coltivati a girasole e interi vigneti. Divelte decine di serre e strutture fisse. Per Cia, bene lo stato di calamità naturale, ma gli agricoltori devono cautelarsi con sistemi assicurativi.
“Il PNRR -commenta il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- deve condurre a una definitiva inversione di marcia che non guardi sempre ad acciaio o petrolio come grandi risorse, ma che consideri la natura, la più grande “fabbrica” a cielo aperto, produttrice di ossigeno e patrimonio da preservare. Il Governo ragioni insieme al territorio su come spendere gli oltre 59 miliardi di fondi per la transizione ecologica, già indirizzati, per esempio, alla riduzione del 15% delle perdite idriche e contro il dissesto idrogeologico. I 75 progetti per manutenere, potenziare e completare le infrastrutture tengano conto delle fragilità del Paese e delle sue comunità”.
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In Evidenza - 04 ago 2021
Fauna selvatica, Agrinsieme alla camera: urgente il contenimento
I danni alle attività agricole e all'ambiente hanno raggiunto livelli insostenibili. Soltanto i cinghiali, in Italia, sono passati da 900.000 capi nel 2010 a quasi 2 milioni del 2020 (+111%), con un trend in continuo aumento. Proprio nel periodo caratterizzato da restrizioni e da limitazioni della mobilità e della frequenza degli spostamenti sono stati registrati 86 incidenti stradali gravi dovuti ad animali selvatici, con 5 morti e 111 feriti. Serve ristabilire con urgenza una corretta conciliazione fra le esigenze della fauna e quelle dell’agricoltura Lo ha ribadito oggi Agrinsieme partecipando all’audizione informale organizzata dalla Commissione agricoltura della Camera sull’esame delle abbinate proposte di legge recanti disposizioni in materia di danni provocati dalla fauna selvatica.
“La situazione emergenziale che stiamo affrontando – ha sottolineato Francesco Postorino per il Coordinamento di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari - obbliga ad intervenire velocemente. L’attuale sistema normativo non sembra garantire un reale bilanciamento: gli interventi di controllo delle popolazioni hanno prodotto scarsissimi risultati e, negli ultimi trent’anni, la fauna selvatica è continuata ad aumentare creando questa situazione pericolosa e insostenibile. E’ importante agire per evitare il danno prima ancora che si verifichi e quindi disporre un efficace programma di prevenzione”.
L’evoluzione demografica, oltre ai problemi alla incolumità pubblica, in particolare per gli ungulati, preoccupa Agrinsieme perché può essere fonte di rischi di sanità veterinaria per il rischio di trasmissione, diffusione e persistenza di alcune patologie emergenti, come la Peste Suina Africana che tiene con il fiato sospeso tutto il settore suinicolo europeo. Prova ne sono i due recenti casi verificatisi in due allevamenti di maiali in Germania nello Stato di Brandeburgo. Finora, si pensava che il morbo fosse confinato alle specie che vivono in libertà, mentre i due casi in questione si sono verificati in una fattoria biologica con 200 capi, e in un allevamento familiare di appena 2 maiali.
Sono evidenti le difficoltà degli agricoltori obbligati a porre in essere attività di prevenzione per proteggere i propri raccolti o i propri allevamenti, così come il loro impegno nel reagire ai danni arrecati dalla fauna selvatica.
Occorre un programma d’azione, condiviso ed efficace, che preveda interventi puntuali finalizzati a ristabilire un corretto equilibrio con le esigenze dell’agricoltura. Nell’attuazione del piano di selezione, è importante definire con chiarezza i soggetti che si occuperanno fattivamente dell’attività venatoria di selezione. “Serve–ha concluso Postorino- un sistema chiaro, uniforme e lineare che consideri anche le specificità di ogni territorio Gli interventi vanno effettuati da persone esperte, coinvolgendo gli agricoltori. La tempestività è fondamentale e, come Agrinsieme riteniamo ci si possa avvalere anche dell’esercito, che ha uomini e mezzi, per svolgere questo compito”.
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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali C.I.A.-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.
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In Evidenza - 04 ago 2021
Incendi: Cia, per difesa boschi agricoltori pronti a prevenzione e gestione
Gli agricoltori vogliono rendersi parte attiva nella battaglia per la prevenzione e la riduzione del rischio incendi, candidandosi a “sentinelle” del territorio. Grazie alla loro attività, infatti, i produttori agricoli possono giocare un ruolo primario nel contrastare la piaga dei roghi, incentivando la loro capacità di presidiare i boschi, con azioni di controllo e soprattutto di gestione del patrimonio verde nazionale. Così Cia-Agricoltori Italiani, dopo la nuova ondata di incendi, spesso di origine dolosa, soprattutto al Sud Italia, dalla Sardegna alla Sicilia fino a Calabria, Puglia e Abruzzo.
Il patrimonio boschivo italiano si estende su tutta la penisola e supera gli 11 milioni di ettari di superficie, oltre un terzo dell’intero territorio nazionale. Si tratta di un’immensa risorsa di biodiversità che non va assolutamente dispersa e ridotta in cenere, tanto più che gli effetti per l’equilibrio naturale sono davvero devastanti e i tempi per il riassetto dell’ecosistema molto lunghi e costosi -ricorda Cia-. Senza contare che un solo ettaro di superficie coperta di alberi è in grado di assorbire mediamente 2 tonnellate l’anno di anidride carbonica, liberando una tonnellata di ossigeno.
Un capitale verde che va necessariamente tutelato, quindi, prima di tutto dai roghi. Per questo è sempre più necessario programmare, valorizzare e incrementare le attività selvicolturali, con gli agricoltori protagonisti e utilizzando parte dei fondi del PNRR -evidenzia Cia-. Solo con una gestione attenta, efficiente e capillare, è possibile salvaguardare i boschi italiani dal rischio incendi, valorizzare al meglio biodiversità e paesaggio dal punto di vista economico e ambientale e garantire la stabilità idrogeologica del territorio.
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