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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 08 giu 2021

Commercio: Cia, giù del 6% export agroalimentare Ue. Favorire accordi multilaterali

Per l’export agroalimentare europeo il 2021 parte in salita. Gli effetti della pandemia sul commercio globale, così come il post Brexit, continuano a pesare sugli scambi e fanno perdere a cibo e bevande Ue il 6% annuo sui mercati internazionali nel primo bimestre dell’anno, attestandosi a quota 28,5 miliardi. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando il rapporto pubblicato dalla Commissione.

Riduzioni dell’export agroalimentare europeo ci sono nei confronti della Russia, del Giappone, dell’Arabia Saudita, ma a frenare di più è l’interscambio con Paesi strategici come Regno Unito e Usa -segnala Cia-. La Brexit, infatti, ha avuto un impatto fortissimo sul commercio agroalimentare con Londra, con una riduzione delle esportazioni di ben 1,13 miliardi nel primo bimestre. In calo anche l’export con gli Stati Uniti, con una perdita in valore di 287 milioni. Due frenate significative, solo in parte compensate dall’aumento dell’export di cibo e bevande comunitarie verso la Cina, per un valore di +529 milioni di euro rispetto a gennaio-febbraio 2020.

“In questa fase di crisi globale -commenta il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- è chiaro che diventa sempre più urgente favorire tra Paesi accordi commerciali multilaterali e bilaterali”. In questo senso, “la sospensione dei dazi Usa-Ue, relativi al contenzioso Airbus-Boeing, è di estrema importanza e deve essere un primo passo per un cambiamento reale -continua Scanavino-. Per Cia, cioè, questo ritorno al dialogo e al multilateralismo è l’occasione non solo per sorpassare del tutto l’incubo dazi doganali, ma per riallacciare anche politiche di commercio bilaterali più strutturate e consolidate, sul modello del CETA o del JEFTA come si stava facendo in passato con il negoziato sul TTIP”.

A livello nazionale, poi, “le politiche di internazionalizzazione devono contribuire adesso al riassetto dell’economia delle imprese, insistere sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare nel mondo -aggiunge ancora il presidente Cia-. Va rafforzato il sistema agroindustriale e il ruolo dell’Italia nel bacino del Mediterraneo”.

Infine, il “Patto per l’Export” di cui Cia è organizzazione firmataria, ma anche il PNRR e un rapido e puntuale accordo sulla riforma Pac “diventano in questo momento storico estremamente cruciali -conclude Scanavino- anche per potenziare la competitività delle aziende agroalimentari oltre confine”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2021

Bando Voucher Digitali I4.0 - Anno 2021

La Camera di Commercio di Chieti Pescara, nell’ambito delle attività previste dal Piano Transizione 4.0, a seguito del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 12 marzo 2020 che ha approvato il progetto “Punto Impresa Digitale” (PID), intende promuovere la diffusione della cultura e della pratica digitale nelle Micro, Piccole e Medie Imprese (da ora in avanti MPMI), di tutti i settori economici attraverso il sostegno economico alle iniziative di digitalizzazione, anche finalizzate ad approcci green oriented del tessuto produttivo.

Nello specifico, l’iniziativa “Bando voucher digitali I4.0 - Anno 2021”, risponde ai seguenti obiettivi:

  • sviluppare la capacità di collaborazione tra MPMI e tra esse e soggetti altamente qualificati nel campo dell’utilizzo delle tecnologie Impresa 4.0, attraverso la realizzazione di progetti mirati all’introduzione di nuovi modelli di business 4.0 e modelli green oriented;
  • promuovere l’utilizzo, da parte delle MPMI della circoscrizione territoriale camerale, di servizi o soluzioni focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali in attuazione della strategia definita nel Piano Transizione 4.0;
  • favorire interventi di digitalizzazione ed automazione funzionali alla continuità operativa delle imprese durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 e alla ripartenza nella fase post-emergenziale.

Caratteristiche bando:

  • Spese per l’acquisto di beni e servizi strumentali e per consulenza e/o formazione focalizzati sulle competenze e tecnologie digitali impresa 4.0.  
  • percentuale contributo: 70% delle spese ammissibili
  • minimo di spesa: € 1.500,00 (€ 500,00 per progetto di rete)
  • massimale contributo: € 5.000,00
  • presentazione domanda dalle ore 9:00 del 07/06/2021 alle ore 21:00 del 30/07/2021
  • sono escluse dal beneficio del presente bando le domande di contributo  delle imprese cui sono stati già erogati contributi a valere sul “Bando voucher digitali I4.0 - annualità 2020” della Camera di Commercio Chieti Pescara
  • presentazione delle domande esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov

Informazioni importanti.

Diritto annuale: Le imprese devono essere in regola con il pagamento del diritto annuale. E’ considerata “regolare” con il pagamento del diritto annuale la posizione del soggetto che, alla data di presentazione della domanda, abbia versato nell’ultimo triennio (2018-2019-2020).

Una domanda accoglibile ma presentata da un’impresa non in regola con il pagamento del diritto annuale, verrà ammessa con riserva. L’impresa successivamente dovrà, pena la decadenza della domanda, regolarizzare la sua posizione entro 20 gg dalla richiesta, che sarà inoltrata dall’Ufficio a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo indicato sulla domanda telematica di contributo.

E’ ritenuta “regolare” la posizione del soggetto che presenta uno stato di insolvenza per ogni anno pari od inferiore alla somma di € 3,00.

Al fine di velocizzare il procedimento istruttorio, si raccomanda di verificare la propria posizione col pagamento del diritto annuale, prima di presentare la domanda, presso l’Ufficio Diritto Annuale diritto.annuale@chpe.camcom.it .

DURC. Le imprese devono in regola con le norme in materia previdenziale e contributiva, tenendo conto delle eventuali disposizioni di moratoria previste dai DPCM sull’emergenza Covid-19.

Le imprese con posizione previdenziale e contributiva non immediatamente verificabile dall’ufficio con risultato di regolarità perché risultanti “in verifica” sulle piattaforme INPS e INAIL, saranno ammesse con riserva e sarà chiesto di risolvere la regolarità entro il termine di 30 giorni dalla comunicazione della Camera di Commercio. Passato tale termine, con la permanenza dello stato di “in verifica” su piattaforma INPS/INAIL, l’impresa sarà esclusa dal voucher.


Clicca qui per scaricare la modulistica: https://trasparenza.chpe.camcom.it/archivio5_modulistica_0_20121_0_1.html

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1 In Evidenza - 04 giu 2021

Bandiera Verde Agricoltura 2021. Candidature entro il 16 luglio

Bandiera Verde Agricoltura giunge alla sua XIX edizione. Anche quest’anno, torna il riconoscimento di Cia-Agricoltori Italiani per premiare aziende, comuni, enti e organizzazioni che si sono distinti per il loro impegno a favore dell’agricoltura, dello sviluppo rurale, della valorizzazione del patrimonio enogastronomico, paesaggistico e ambientale.

Fino al 16 luglio 2021, è possibile inviare la propria candidatura per partecipare alla nuova edizione del premio Bandiera Verde Agricoltura.

Nonostante l’emergenza Coronavirus in atto, Cia vuole mantenere alta l’attenzione sull’agricoltura che non si arrende, con una nuova edizione di Bandiera Verde, che da sempre premia la forza e la tenacia del settore e dei suoi protagonisti.

Per il 2021, come negli ultimi anni, il riconoscimento di Cia-Agricoltori Italiani sarà assegnato a 10 aziende agricole, distinte nelle diverse categorie come da bando; 6 iniziative "extra-aziendali", esempio scuole, parchi naturali, eventi culturali; 3 comuni virtuosi.

Soltanto uno tra tutti i premiati, riceverà poi la "Bandiera Verde d’Oro".

 

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1 In Evidenza - 04 giu 2021

Giornata Ambiente: Cia, agricoltura in prima linea. Solo 7% di emissioni

 L’agricoltura oggi pesa solo il 7% circa sul totale delle emissioni prodotte che si riversano sull’ambiente. Un impegno sulla strada della sostenibilità che in Italia va avanti da anni: diminuisce drasticamente l’uso di chimica impattante; crescono le superfici biologiche e le agroenergie; si riduce di netto il consumo d’acqua grazie all’irrigazione di precisione; aumenta la manutenzione del verde, nelle aree rurali e urbane, realizzata dagli agricoltori. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente che si celebra domani 5 giugno, fa il punto sul settore e lancia il suo piano per il futuro: l’agricoltura è pronta a cogliere la sfida del Green Deal europeo, così come gli obiettivi dell’Agenda 2030, però chiede strumenti e risorse adeguate per affrontare la transizione verde puntando su innovazione, ricerca e nuove tecnologie.

In questo senso -spiega Cia- i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, così come la nuova Pac, sono essenziali per consentire all’agricoltura di impattare sempre meno su clima e ambiente, tutelando al contempo competitività, reddito e qualità. Questo vuol dire continuare a produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche assicurare la tenuta e lo sviluppo delle aree rurali, difendendo il paesaggio e la biodiversità; gestendo le risorse idriche; incentivando la produzione di energia da fonti rinnovabili, dal biogas alle biomasse al fotovoltaico sui tetti delle strutture agricole; salvaguardando il suolo e le foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorando la sostenibilità dei processi produttivi con nuove tecnologie digitali, blockchain e rinnovo del parco macchine per non inquinare.

“La sfida green vogliamo giocarla da protagonisti -sottolinea il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- continuando sempre a migliorare la sostenibilità di allevamenti e coltivazioni e valorizzando i servizi ecosistemici del nostro settore, ma con una visione dell’agricoltura che tutela l’ambiente senza penalizzare la produzione”.

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1 In Evidenza - 03 giu 2021

Riaperture: Cia, verso l’estate degli agriturismi. In attività 24 mila strutture

Le prenotazioni in agriturismo stanno arrivando e anche se l’emergenza Covid, grazie all’aumento delle vaccinazioni, sta gradualmente rientrando, le strutture ricettive italiane presentano caratteristiche tali da garantire comunque prenotazioni flessibili e soggiorni in linea con eventuali nuove accortezze per porre fine alla pandemia. Così Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione delle riaperture, da oggi, del servizio ristorante al chiuso e a feste e cerimonie dal 15 giugno, dell’addio al coprifuoco dal 21 e in attesa della definitiva zona bianca per tutta Italia. 

Sarà l’estate degli agriturismi con il ritorno alla piena attività per 24 mila aziende che con circa 100 mila addetti, ricorda Turismo Verde-Cia, offre in tutto il Paese, ristorazione, ma anche centri estivi e tante iniziative in azienda e all’aperto. Il settore in un anno è crollato del 60,8% in volume e conta molto sulla stagione al via, per recuperare milioni di fatturato andati in fumo nel 2020. Questo, sebbene con turisti più accorti e indecisi negli spostamenti, ma sicuramente anche più inclini a vacanze in ambienti salubri con ampi spazi verdi e cibo di qualità. 

Il criterio della flessibilità dovrà essere al centro dell’offerta turistica dei prossimi mesi e gli agriturismi italiani, lo confermano già da molte realtà Turismo Verde-Cia, sono pronti a riprogrammare il soggiorno secondo le esigenze dei turisti, senza necessità di annullare le prenotazioni già fatte. Ormai una prassi, l’accoglienza in sicurezza, rispettando il distanziamento, l’uso della mascherina e ora anche l’introduzione del green pass per le cerimonie o le nuove norme, comunque meno stringenti, per i centri estivi. Inoltre, sottolinea l’Associazione Cia, resta per i turisti italiani l’opportunità del bonus vacanze anche in agriturismo, a disposizione di famiglia, gruppi, ma anche per viaggiatori solitari. 

Anche per quanto riguarda gli arrivi dall’estero, continua Turismo Verde-Cia, si spera di recuperare le perdite dello scorso anno, ma anche di questo 2021 che nel primo trimestre ha perso il 74,9% delle presenze totali (-64,5% per gli italiani e -89,6% per gli stranieri). L’auspicio è di confermare i circa 30 milioni di turisti stranieri previsti e che saranno per lo più europei, visto che potranno entrare in Italia a specifiche condizioni, compilando il Passenger Locator Form, ma senza obbligo di quarantena. Stessa cosa dicasi per Gran Bretagna e Israele, mentre più difficile sarà per tutti gli altri Paesi (tra i quali Canada, Stati Uniti e Giappone), impossibile per Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka. In quest’ultimo caso, infatti, sono vietati sia l’ingresso che il transito in Italia. 

Per Turismo Verde-Cia, dunque, il settore agrituristico non va chiaramente lasciato solo e serviranno aiuti importanti anche nell’ambito del Sostegni bis. Quindi, bene -conclude l’Associazione Cia- i nuovi contribuiti a fondo perduto, anche se deboli rispetto alle reali esigenze delle imprese agrituristiche e attenzione a non cancellare il riferimento alle ore lavoro nella valutazione del rapporto di connessione tra attività agrituristiche e agricole. Va scongiurato il rischio confusione tra regioni.

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1 In Evidenza - 31 mag 2021

Giornata mondiale del latte: Cia, stalle fuori dal mercato con +55% prezzi mangimi

 Il latte sottocosto e i prezzi dei mangimi alle stelle mettono a rischio default gli allevamenti bovini italiani. Se il 2019 era stata un’annata positiva per il settore del latte, con una quotazione media nazionale del prodotto pari a 40,5 centesimi per litro, l’emergenza sanitaria e la chiusura del macro-settore relativo all’ospitalità e alla ristorazione (canale Horeca, solo in parte compensato dall’home delivery), hanno fortemente danneggiato il comparto lattiero-caseario. Gli allevamenti bovini vivono ora in uno stato di grande precarietà e continuano a perdere potere contrattuale. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione della Giornata mondiale del latte che si celebra domani

Un litro di latte viene, oggi, pagato alle stalle 0,37 centesimi al litro, al di sotto della soglia di sostenibilità finanziaria dei 39 centesimi, sotto la quale è impossibile un margine –pur risicato- di guadagno. Il colpo del ko definitivo potrebbe essere dato dallo shock dei prezzi di soia e mais, schizzati nell’arco di 12 mesi del +55%. In questo periodo, infatti, un quintale di soia è passato dai 45 ai 70 euro, massimo storico dell’ultimo ventennio. Questo aumento indiscriminato delle materie prime impiegate nell’alimentazione del bestiame non permetterà alle filiere di reggere a lungo: basti pensare che circa il 70% dei costi di produzione del latte è imputabile alla mangimistica.

A questi problemi ascrivibili alla crisi pandemica, si aggiunge la crescente disaffezione dei consumatori verso il latte vaccino, con il proliferare di campagne mediatiche tese a criminalizzare il consumo di proteine animali, col conseguente calo degli acquisti del latte fresco del 5% annuo. A tali campagne denigratorie si aggiungono quelle sull’impronta di carbonio delle produzioni zootecniche, che non tengono conto della riduzione del 40% delle emissioni di gas serra dei nostri allevamenti. Le tante fake news finiscono, dunque, col danneggiare la salute di chi rinuncia ad alimenti di grande valore nutrizionale, sostituendoli con prodotti ottenuti da semi vegetali, che fanno di tutto per somigliare al latte senza però condividerne le qualità nutritive e gustative.

Secondo Cia è in gioco il futuro di un settore che produce ogni anno oltre 12,5 milioni di tonnellate di litri di latte vaccino grazie a circa 30mila allevamenti, con un fatturato di 16,5 miliardi di euro, che incide per l’11,5% sul totale del fatturato industriale dell’agroalimentare. Per Cia, occorre definire nuove strategie per la valorizzazione della crescente offerta produttiva (per esempio, produzione di latte in polvere per neonati, destinato particolarmente all’export) e puntare a mirate campagne promozionali con un efficace piano di comunicazione che racconti la bontà del prodotto e tutti gli aspetti positivi della filiera che la compone.

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