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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 16 apr 2021

Covid: Cia, riaperture graduali e in sicurezza. Garantire estate di ripresa

Il cronoprogramma per la riapertura garantisca gradualità e, soprattutto sicurezza, perché ai cittadini e ai settori produttivi va assicurata una ripresa effettiva e senza il perdurare dei continui shock che stanno duramente colpendo economia e società. Così Cia-Agricoltori Italiani sulle varie ipotesi per un allentamento progressivo delle restrizioni sui cui il Governo dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane.

Per Cia resta fondamentale che siano il dato sanitario e l’intensificarsi delle vaccinazioni a dettare la tabella di marcia. Allo stesso tempo, in attesa di indicazioni ufficiali, è evidente che per il settore agricolo e agroalimentare far ripartire ristoranti, bar e agriturismi, così come tutte le attività commerciali, sia ormai cruciale alla sussistenza.

Le aziende agricole, ricorda Cia, stanno facendo da mesi del loro meglio, ora anche sostenendo gli effetti del maltempo, per non mettere a repentaglio l’approvvigionamento alimentare, ma né le consegne a domicilio né l’e-commerce, che si stanno rivelando strategici da mesi, possono in alcun modo compensare la chiusura del canale dell’Horeca e, quindi, il blocco dei consumi fuori casa che rappresentano un terzo del totale con perdite superiori stimate oltre 40 miliardi di euro.

Il comparto agrituristico conta danni pari a 1,2 miliardi da inizio pandemia a oggi e, quindi, i prossimi mesi, saranno determinanti a decidere le sorti delle 24 mila strutture ricettive in campagna. L’avvicinarsi dell’estate non deve indurre a riaperture affrettate e scellerate, ma -aggiunge Cia- far ragionevolmente pianificare e programmare nuove misure che, se confermate le zone arancioni, agevolino l’attività di ristoranti e agriturismi, bar e hotel, privilegiando con l’arrivo del caldo gli spazi all’aperto, favorendo il ricorso alle prenotazioni con le riaperture anche nelle ore serali, il distanziamento e ancora l’uso della mascherina. 

Il richiamo alla stagione del turismo, insomma, deve rappresentare -secondo Cia- il punto di ripresa su cui investire con un piano organico che tuteli la salute del Paese nel breve, nel medio e nel lungo periodo.  

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1 In Evidenza - 14 apr 2021

Vendita diretta: Cia, sempre più famiglie comprano dagli agricoltori (+10%)

A un anno dalla pandemia è più costante e stretto il rapporto tra agricoltori e cittadini. Legame rinsaldato, per effetto delle restrizioni, nei mercati contadini e nelle botteghe di prossimità, ma anche online dove l’e-commerce funziona se mette sempre al centro il contatto diretto. Così, negli ultimi 12 mesi, sono aumentate del 5% le aziende agricole entrate nella vendita diretta, terzo canale scelto dagli agricoltori nel 2020, e del 10% le famiglie che la prediligono. A fare il punto sul settore è Cia-Agricoltori Italiani con la sua Associazione per la promozione della vendita diretta, la Spesa in Campagna, in occasione del webinar sul ruolo chiave del mercato contadino.

In Veneto, c’è l’esempio forte di Padova - con la Spesa in Campagna-Cia sono 9 i mercati contadini (4 solo in città) - che durante tutta l’emergenza Covid, in accordo con il Comune e nel pieno rispetto delle regole anti-contagio, è riuscita ad assicurare banchi sempre aperti. In regione, il mercato contadino ha registrato in media, subito dopo il primo lockdown, un +14%.

Scendendo verso il Centro Italia, la Toscana di Firenze, Prato e Pistoia conta con la Spesa in Campagna-Cia, 10 mercati settimanali, 7 solo in provincia di Firenze, coinvolgendo complessivamente oltre 100 aziende. Qui le chiusure ci sono state, soprattutto lo scorso anno, ma poi i mercati sono tornati operativi anche in zona rossa. A compensare durante il blocco, la consegna a domicilio che sul portale dedicato Cia, in sei mesi dall’attivazione, ha avuto l’adesione di oltre mille aziende agricole. Sul territorio è cresciuto del 10% l’interesse degli agricoltori per un banco di vendita e soprattutto a Firenze, dove per un singolo mercato si calcola un giro d’affari pari a circa 300 mila euro l’anno. 

Al Sud, Palermo è re del mercato. La Spesa in Campagna-Cia ne conta 3 solo in città e per un totale di 75 espositori agricoli. Il canale è in grande espansione e spinge a fare sistema tra i produttori di tutta la regione. Quanto alle vendite, dopo il boom della scorsa primavera, ora la situazione è stabile e con fatturato, in due mesi, sui 50/60 mila euro a mercato.

Oggi l’Italia conta in totale circa 1200 mercati contadini e danno linfa a piccole e medie imprese agricole, rappresentando un punto di riferimento unico per i cittadini. La Spesa in Campagna-Cia ha in tutto il Paese, circa 6 mila aziende impegnate nella vendita diretta, canale che a livello nazionale nel 2020 ha fatturato più di 6,5 mld. E’ forte di produttori di olio, vino e ortaggi, frutta, latticini e salumi, marmellate e composte. Prelibatezze che arrivano anche nelle botteghe e stanno spopolando online dove nel 2020 si è registrato un +134% dell’acquisto di generi alimentari. Il trend potrebbe raggiungere un +62% entro il 2021, sempre se saprà tutelare, anche sul digitale, la relazione tra cittadini e aziende. Principio base della piattaforma Cia dalcampoallatavola.it, primo e-commerce con protagonisti gli agricoltori italiani. 

“Con le aziende lavoriamo per tutelare la qualità dei nostri mercati contadini -ha dichiarato il presidente de la Spesa in Campagna-Cia, Matteo Antonelli-. La fiducia consolidata in questo periodo, porta lontano solo continuando a garantire ai consumatori produzioni proprie, stagionalità delle materie prime e il monitoraggio costante di questi requisiti. Allo stesso tempo -ha aggiunto- i mercati contadini contribuiscono alla sostenibilità delle aziende delle aree rurali d’Italia e alla promozione del territorio, tra i punti chiave della ripresa turistica dei prossimi mesi”.

“La vendita diretta è un’occasione importante per il reddito degli imprenditori agricoli -ha aggiunto Claudia Merlino, direttore generale di Cia-Agricoltori Italiani- e l’intervento de la Spesa in Campagna sul territorio con i mercati contadini, è cruciale per la promozione tra i cittadini dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, fatto di qualità e autenticità. La valorizzazione del Made in Italy, della Dieta Mediterranea e delle tipicità regionali, passano per un costante dialogo tra chi produce e chi porta in tavola". 


Il webinar sul mercato contadino è il primo di tre incontri online promossi da la Spesa in Campagna-Cia. I prossimi due appuntamenti, saranno dedicati a botteghe ed e-commerce.

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2 In Evidenza - 14 apr 2021

Incremento invaso Diga di Chiauci, Cia Chieti-Pescara: “Risposta positiva per il mondo agricolo”

“E’ in qualche modo un momento storico, un passaggio fondamentale per il sistema di approvvigionamento idrico del territorio”. Il Presidente Cia-Agricoltori Italiani Chieti-Pescara, Nicola Sichetti, ha espresso tutta la soddisfazione della confederazione per l’incremento del livello d’invaso della diga di Chiauci a tutta la struttura del Consorzio di Bonifica Sud Vasto, gestore del serbatoio, che si è particolarmente impegnata su questo obiettivo nell’ultimo decennio. “E’ il raggiungimento del traguardo finale di un percorso iniziato già dalla precedente gestione e che si è concluso tecnicamente solo ora”, continua Sichetti, “Una notizia che accogliamo favorevolmente per un intervento per il quale la Cia Chieti-Pescara si è più volte spesa al fine di garantire un servizio efficiente agli agricoltori e che ci fa finalmente tirare un sospiro di sollievo e guardare con fiducia al futuro. La nuova capienza idrica, pari a più del doppio dell’attuale, assicurerà le risorse necessarie per lo sviluppo economico dei settori interessati. Una risposta positiva”, conclude il presidente, “per il mondo agricolo, industriale e del turismo che permette di avere certezze e garanzie per la prossima stagione irrigua”.


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1 In Evidenza - 10 apr 2021

Il mercato contadino: webinar dedicato con la Spesa in Campagna-Cia

"Il mercato contadino: punto d'incontro tra agricoltore e cittadino-consumatore" titolo e tema del webinar organizzato da la Spesa in Campagna, Associazione per la vendita diretta delle aziende Cia-Agricoltori Italiani e in agenda per mercoledì 14 aprile alle 10:30.

 In apertura dell'incontro, l'intervento di Dino Scanavino, Presidente nazionale Cia e Matteo Antonelli, Presidente nazionale La Spesa in Campagna-Cia. Con la moderazione di Tommaso Buffa, Direttore nazionale La Spesa in Campagna-Cia, a seguire anche la relazione di Marco Boschetti, Direttore Consorzio agrituristico mantovano e le testimonianze dal mondo dei mercati di Cia-Agricoltori Italiani e la Spesa in campagna con l'esperienza di Massimo Lazzarin, Cia Padova; Lapo Baldini, Direttore Cia Toscana Centro e Luca Basset, Direttore Cia Sicilia Occidentale.

 

Segue la DIRETTA: https://youtu.be/7PKstukvQt4

 

 

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1 In Evidenza - 09 apr 2021

Agricoltura digitale: Agia-Cia pronta a guidare rivoluzione bigdata

I giovani imprenditori agricoli sono pronti a guidare la vera rivoluzione dei bigdata in agricoltura per renderla protagonista di una vera transizione ecologica, ma chiedono il superamento del digital divide e una regolamentazione europea per la proprietà, la gestione e l’uso dei dati. Questi i nodi cruciali del secondo dibattito online (clicca QUI) promosso da Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, che ha fatto appello ad un’azione concreta da parte di istituzioni nazionali ed Ue.

In gioco, ha sottolineato più volte Agia-Cia, la grande opportunità di utilizzare davvero i dati prodotti dall’attività nei campi e negli allevamenti, per migliorarne la produttività in chiave sostenibile l’azienda, l’ambiente e i cittadini. Punto forza, ora, una grande propensione delle giovani generazioni, più sensibili al valore di un approccio analitico e consapevoli della responsabilità e del contributo che posso portare alla ricerca e al Green Deal Ue. 

Da sciogliere la questione del divario digitale con l’ultimo miglio ancora da raggiungere nelle aree rurali d’Italia che la pandemia ha, in qualche modo, riportato al centro, facendo emergere l’urgenza anche tra le istituzioni preposte, di governance, incentivi e tutele che rispettino davvero il diritto alla digitalizzazione. E’ il requisito per la sussistenza delle attività economiche nella aree interne dove il mondo agricolo è linfa e collante per le comunità. Senza contare che digitalizzare, è stato evidenziato nel webinar Agia-Cia, vuol dire anche semplificare e snellire la burocrazia. 

Secondo Agia-Cia, per i bigdata in agricoltura va realizzata una grande rivoluzione, necessaria a fare ordine nel caos normativo esistente e a definire regole ad hoc per il settore a livello europeo. Devono riconoscere un ruolo centrale all’imprenditore agricolo e riportare equità tra chi produce i dati e chi li gestisce. Fornire standard chiari di raccolta e prima ancora modalità sostenibili e bilanciate lungo il flusso dal campo all’elaborazione in studio. 

Da anni, i giovani di Cia stanno aprendo le porte a ricerca e sperimentazione, ma è evidente che serve mettere a sistema un metodo con obiettivi misurabili nel breve, medio e lungo periodo. Anche con il PNRR c’è l’occasione di investire in competenze e su una vera cultura dell’uso del dato, partendo dalla formazione continua degli agricoltori e dalle scuole, in collaborazione con le università. Occorre creare un dizionario condiviso tra pubblico e privato, oltre a una rete aperta di dialogo che richiami anche le istituzioni sul ruolo della digitalizzazione come opportunità di crescita economica e culturale. 

Anche l’Europa, è emerso dal webinar, dovrà fare un salto da gigante e gradi attese ci sono rispetto all’annunciata creazione di un Geoportale. Di sicuro occorrerà cominciare a sburocratizzare la Pac, semplificando le domande Uniche e accelerando i pagamenti. 

Il margine di crescita nel campo dei bigdata, stimolato dal Next Generation Eu, è questa volta enorme e la stessa Europa spinge per la sostenibilità anche in quest’ambito con regole globali, partendo dalla revisione delle normative esistenti. Centrale un maggior altruismo dei dati con l’eliminazione degli squilibri esistenti. Di tutela ed equità, si parlerà nell’ultimo webinar Agia-Cia sull’agricoltura digitale, martedì 27 aprile sempre alle 17:30. Segui la DIRETTA: https://youtu.be/2KZ1bZzapsY


Oltre al presidente nazionale di Agia-Cia, Stefano Francia e a Valeria Villani, della Giunta nazionale Agia e presidente Agia-Cia Emilia-Romagna, sono intervenuti: Assuntela Messina, Sottosegretaria alla Transizione digitale; Susanna Cenni, Vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera; Gianpaolo Vallardi, Presidente Commissione Agricoltura del Senato; Nicola Danti, Europarlamentare e Relatore ombra proposta di regolamento Governance europea dei dati; Massimo Durante, Docente di Informatica Giuridica Università degli Studi di Torino; Ivano Valmori, CEO Image Line e Salvatore Carfì, AGEA Bruxelles.

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1 In Evidenza - 07 apr 2021

Biologico: Anabio-Cia, Piano strategico nazionale e Pac cruciali per il settore

Il Piano strategico nazionale così come la Pac rappresentano un punto cruciale anche per il settore biologico e il PNRR finanziato dai fondi del Next Generation EU va definito attraverso un approccio sinergico e integrato con la Pac, perché sia di reale beneficio anche per l’agricoltura. A dirlo è Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani che, nell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera sugli obiettivi del Piano strategico nazionale nel quadro della nuova Pac, ha chiesto al Ministro Patuanelli che venga istituito uno specifico Tavolo al Mipaaf. 

Per Anabio-Cia, infatti, è oggettivamente difficile e comunque azzardato esprimere indicazioni precise mancando ancora una bozza del Piano srategico nazionale che rappresenta, di fatto, una novità rispetto alla precedente programmazione comunitaria 2013-2020. 

Anche la vita degli imprenditori del bio, precisa Anabio-Cia, è stata stravolta dalla pandemia, producendo uno scenario inedito che richiede l’individuazione di politiche e azioni che siano davvero strategiche per il settore agricolo, con l’obiettivo di superare l’attuale crisi economica e di sfruttare ogni nuova opportunità di sviluppo sostenibile. La Pac è sicuramente chiamata a supportare questo processo di cambiamento.  

Importante, dunque, secondo Anabio-Cia, ricordare le richieste arrivate da Bruxelles attraverso il Piano d’azione europeo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Dagli Stati Membri l’Europa si aspetta, attraverso la definizione dei Piani strategici nazionali della PAC post 2022, d’individuare azioni specifiche per sostenere il comparto bio. Si tratta di un aspetto rilevante, se si pensa che il Governo italiano nell’aprile del 2016 ha approvato il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico in maniera avulsa dai 21 Piani Regionali di Sviluppo rurale. 

Inoltre, guardandoci dall’Europa, Anabio-Cia sottolinea quanto l’approccio adottato implichi una conversione significativa dell'agricoltura convenzionale alla produzione bio. Serve, quindi, che anche l’Italia e non solo la Commissione Ue, pianifichi un'analisi d'impatto per capire gli effetti che avrebbe un aumento della produzione biologica su: agricoltura totale, tenuta delle aziende e, infine, sui cittadini.  Cruciale, poi, che il Piano strategico nazionale della Pac arrivi a spiegare come si intenda costruire il processo di piena integrazione e coordinamento con i Psr. A supporto, Anabio-Cia propone il documento della Rete Rurale nazionale “AGROECOLOGIA E PAC – Un’analisi degli strumenti della programmazione post 2022”.

Infine, Anabio-Cia ribadisce a Governo e Ministero delle Politiche agricole la necessità sempre più impellente di aggiornare la Strategia nazionale sul bio, integrandola nel Piano Strategico nazionale per tutelare nel mondo la leadership del biologico Made in Italy.

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