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In Evidenza - 16 feb 2021
Governo Draghi: Cia, fiducia nella competenza scientifica del neoministro Cingolani per risolvere problema fauna selvati
Promuovere politiche e soluzioni per attuare su tutto il territorio nazionale nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica. E’ questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani al neoministro Roberto Cingolani, appena insediato al dicastero dell'Ambiente e della Transizione ecologica nell'esecutivo guidato da Mario Draghi. La scelta di uno scienziato dal profilo così alto e il suo prestigioso curriculum scientifico, sono di buon auspicio per un approccio finalmente pragmatico alle politiche di contrasto di uno dei grandi nodi irrisolti dell'agricoltura italiana. Una problematica che necessita un intervento immediato da parte delle Istituzioni, finalizzato a contenere il proliferare indiscriminato degli ungulati sul territorio nazionale, passati da una popolazione di 900mila capi nel 2010 a quasi 2 milioni, oggi.
Cia è da tempo impegnata sul tema ed è pronta a collaborare col nuovo ministro per arrivare al più presto a nuovi strumenti di gestione della fauna selvatica, mettendo a disposizione la sua proposta di revisione della legge 157/1992, insufficiente a regolare un fenomeno ormai fuori controllo. I danni –sottolinea Cia- sono sempre maggiori per le aziende agricole arrivate all’esasperazione, ma sono in costante in aumento anche i rischi per l'incolumità dei cittadini, non solo nelle aree rurali. È, infatti, sempre più alta la frequenza di incidenti provocati da cinghiali e animali selvatici, stimati dalla Polizia Stradale in oltre 10.000 l'anno. A tutto ciò si aggiunge il rischio peste suina, che in Asia ha già compromesso un terzo della produzione cinese di carni suine, creando tensioni sui prezzi con effetti negativi per tutte le nostre aziende zootecniche, che rischierebbero il tracollo nella malaugurata ipotesi di focolai anche in Italia.
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In Evidenza - 16 feb 2021
Governo Draghi: Donne in Campo-Cia, su transizione verde valorizzare visione femminile
Le agricoltrici traino della transizione verde. Promotrici della sicurezza alimentare, custodi di biodiversità e sostenitrici della tutela di paesaggio e territorio, le oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane si candidano a essere capofila nella costruzione e nell’attuazione della transizione ecologica e sostenibile. Lo afferma Donne in Campo, l’Associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani, che saluta il nuovo governo augurando buon lavoro al neo ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e alla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
“Ad oggi sono 207.991 le aziende agricole rosa, con un calo annuo dell’1,1% pari a 2.400 imprese in meno -sottolinea la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi-. Ecco perché servono investimenti per il miglioramento e lo sviluppo dei servizi sociali e digitali nelle aree rurali: ospedali, presidi territoriali sociosanitari per una rete di assistenza diffusa, asili e scuole, banda larga diffusa. Elementi che favoriscono la crescita dell’imprenditoria femminile, aiutando le donne nel lavoro di cura e sostegno ai familiari, minori, anziani, disabili, per poter strutturare le proprie aziende e creare valore aggiunto per il territorio”.
D’altra parte, “è lo stesso impegno multifunzionale delle imprese agricole che va premiato e incentivato con risorse ad hoc -continua Terenzi- fornendo ai cittadini e alle comunità un servizio fondamentale. Basti pensare agli agri-asili, alle fattorie sociali e didattiche, agli agriturismi, che offrono conoscenza, inclusione e integrazione, turismo e benessere”.
Per questo, “ci aspettiamo molto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come Donne in Campo, chiediamo che parte delle risorse del Recovery vengano utilizzate per finanziare, sostenere e diffondere le esperienze già partite degli Agritessuti, con la riattivazione di una filiera tessile sostenibile con produzione di fibre vegetali per i tessuti e di piante tintorie per le colorazioni naturali -osserva Terenzi-. Obiettivo ricostruire il primo anello della catena della moda Made in Italy 100% ecologica, rafforzare il sistema produttivo italiano, produrre materiali non inquinanti, creare nuova occupazione femminile e giovanile”. Un impegno, conclude la presidente, che si può allargare anche “alla produzione di piante per l’industria farmaceutica ed erboristica” così come “alla riforestazione e al ripristino della biodiversità a cura del settore vivaistico su territori degradati, alla cura e alla manutenzione del paesaggio, sostenuto da un piano di formazione per gli operatori, in linea con le strategia Biodiversity e Farm to Fork dell’Unione europea”.
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In Evidenza - 15 feb 2021
In pista il contest dei giovani di Cia: “La macchina agricola che vorrei!”
Dopo il lancio ufficiale in occasione di Eima Digital Preview, è ora finalmente in pista il primo contest nazionale “La macchina agricola che vorrei!”, concorso di idee a cura di Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, insieme con FederUnacoma-EIMA e la Rete degli Istituti Agraria Senza Frontiere (ITASF) che, oggi, sono tornate a incontrare i ragazzi con un webinar tra i tanti organizzati sui temi del progetto.
L’iniziativa, spiega Agia-Cia, vedrà, infatti, centinaia di studenti in co-progettazione per ideare, sviluppare e realizzare un prototipo di veicolo agricolo pensato per rispondere alle esigenze delle aree interne d’Italia alle quali, da tempo, i giovani di Cia al fianco della stessa organizzazione, stanno dedicando piena attenzione nell’ambito del progetto “Il Paese che Vogliamo”.
Si tratta, riporta nel dettaglio il regolamento, di un concorso a premi per l’annualità 2020-2021, rivolto alle classi delle scuole superiori a indirizzo agrario della Rete ITASF, composte da studenti di età superiore ai 18 anni, o minori se regolarmente autorizzati dai genitori.
Alle classi candidate si chiede di presentare un “prodotto creativo” originale, capace di suscitare un’emozione, per immagini o video, e in grado di dare forma e rappresentazione a una macchina agricola o un’attrezzatura meccanica mai esistita e, invece, potenzialmente utile alle aree rurali del Paese.
Il contest di Agia-Cia vuole, dunque, dare voce e spazio al contributo delle giovani generazioni e offrirgli un campo di confronto e crescita attraverso una sfida concreta che stimoli idee e abilità, quel valore aggiunto importante e strategico alla valorizzazione di tante zone rurali che da Nord a Sud d’Italia, ancora soffrono in modo inaccettabile la marginalità e l’isolamento.
Una giuria di esperti, designati da Agia, Cia-Agricoltori Italiani, FederUnacoma e ITASF, sceglierà, in maniera insindacabile, i 3 migliori elaborati meritevoli dei premi messi in palio da FederUnacoma e destinati alle classi vincitrici (al primo classificato 1.500 euro; al secondo 1.000 e al terzo 500 euro). La premiazione si terrà nel corso della Fiera Internazionale EIMA, a Bologna dal 19 al 23 ottobre 2021.
Inoltre, per supportare il lavoro di co-progettazione da parte degli studenti ed essere di aiuto agli Istituti in questa lunga emergenza Covid, il contest prevede webinar mensili con tecnici ed esperti, dedicati a: panoramica trattori e implements, macchine raccoglitrici e per il giardinaggio; elettronica applicata all’agricoltura e metodologie di progettazione. Eventi online e intero progetto, vedono centrale il sostegno tecnico e metodologico dell'Associazione Agricoltura è Vita. Quanto alle modalità di partecipazione, ogni classe interessata, dovrà inviare un solo elaborato entro il 21 maggio 2021, su carta o supporto magnetico a Agia-Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Via Mariano Fortuny, 20 - 00196, Roma) o via e.mail a contest2021@agia.it, rispettando le indicazioni riportate sul regolamento (Clicca QUI).
“Se guardiamo agli attuali piani di studio dell’istruzione agraria, la meccanica e la meccanizzazione agraria sono le grandi assenti. Il Contest che Agia-Cia e FederUnacoma hanno dedicato a queste materie è, dunque, una risorsa che riconosciamo e apprezziamo -ha aggiunto Paola Adami, coordinatrice della Rete Istituti Agrari Senza Frontiere-. A dimostrarlo, già dai primi incontri online è anche l’entusiasmo e l’impegno degli studenti. Che questa iniziativa -ha aggiunto- faccia riflettere le istituzioni scolastiche sulle reali esigenze dei ragazzi in termini di conoscenze da acquisire e sull’importanza di metterli adeguatamente nelle condizioni di contribuire agli obiettivi più ampi che tutta la Comunità si è posta. In primo luogo, lo sviluppo del biologico grazie a innovazione in campo tecnologico e più sostenibilità”.
“L’industria della meccanica agricola è fortemente proiettata verso l’innovazione -ha, infatti, evidenziato il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti- e investe molto per attività di ricerca volte a migliorare l’efficienza dei mezzi, la loro compatibilità ambientale e la loro sicurezza, ma anche ad intercettare nuove funzionalità e nuovi segmenti di mercato. Il concorso ‘La macchina che vorrei!’ apre una riflessione sulle aree interne, e sui fabbisogni specifici di meccanizzazione, molto interessante per le nostre imprese. A maggior ragione perché le idee e i progetti vengono, in questo caso, dagli studenti degli istituti agrari, che alla passione per l’agricoltura uniscono tutta l’energia e la fantasia che sono tipiche del talento giovanile”. “Quella fra Cia, FederUnacoma e Scuole di agraria -ha dichiarato Malavolti- è un’alleanza che guarda lontano”.
Infine, sul rapporto tra formazione e mondo produttivo, l’accento del presidente nazionale Agia-Cia Stefano Francia: “Il superamento del gap tra scuola e lavoro è da sempre tra le nostre priorità. Il contest non trascura le difficoltà che istituzioni scolastiche e studenti stanno affrontando per il Covid, ma arriva a ribadire una vicinanza, un supporto ponte da parte dell’Associazione, affinché i ragazzi possano contare su iniziative in linea con i loro tempi e modalità comunicative. Viaggiamo online insieme a loro e manteniamo vivo il contatto. La pandemia -ha concluso Francia- non ferma il nostro contributo nell'accogliere le sfide poste dall'innovazione, ma anche nel favorire ora più che mai, la costruzione di Comunità. Il momento eccezionale ci chiede di essere protagonisti del cambiamento”.
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In Evidenza - 15 feb 2021
Governo Draghi: Anp-Cia, priorità campagna vaccinale e pensioni minime
Il governo Draghi ha davanti a sé numerose sfide da affrontare, dall’emergenza sanitaria a quella economica e sociale, aggravata dalla pandemia. Lo afferma Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che saluta il nuovo esecutivo augurando buon lavoro a tutta la squadra dei ministri.
In particolare, secondo Anp, la conferma di Roberto Speranza alla guida del ministero della Salute è una buona notizia, perché può garantire una continuità di lavoro nel campo della lotta al Covid e nel potenziamento del Sistema sanitario nazionale, con azioni che vanno verso il rafforzamento della sanità territoriale e dell’assistenza domiciliare, per tutelare maggiormente gli anziani e adeguare i servizi socio-sanitari nelle aree interne e rurali del Paese. La campagna di vaccinazione resta la priorità più urgente, per questo bisogna assicurare che sia condotta con criteri scientifici e senza discriminazioni né sociali né territoriali.
Al nuovo ministro del Lavoro e della Previdenza sociale Andrea Orlando, assieme agli auguri, Anp-Cia rilancia subito la necessità di affrontare la questione delle pensioni minime, che coinvolge in Italia una platea di 2 milioni di persone, con assegni fermi a 515 euro al mese. Una cifra non dignitosa, ancora di più tra crisi e pandemia con l’aumento delle situazioni di disagio sociale.
Ecco perché le risorse del Recovery Plan devono essere l’occasione per modificare il modello di sviluppo, riequilibrando il rapporto tra aree metropolitane e aree interne, tra città e campagna, dove vive una forte percentuale di anziani. Ora è possibile invertire la tendenza -sottolinea Anp- investendo sugli attori economici e sociali dei territori che, a partire dall’agricoltura, possono favorire un rilancio delle aree interne e di tutta Italia. Servono, però, robusti investimenti per dotare le aree rurali di infrastrutture e servizi che ne aumentino la competitività economica (viabilità, trasporti, scuole, digitalizzazione) così come la qualità sociale, a partire dai servizi socio-sanitari per la sicurezza e la qualità di vita delle persone.
Si tratta di una chance fondamentale -conclude l’Associazione pensionati di Cia- per costruire un sistema economico basato su sostenibilità, buona occupazione, equilibrio territoriale e uguaglianza sociale.
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In Evidenza - 13 feb 2021
San Valentino: Cia, bouquet sostenibile Made in Italy può aiutare ripartenza settore
Anemoni, ranuncoli, lilium, papaveri, gerbere e poi calendule, bocche di leone, garofani e fresie, con l’aggiunta di fronde verdi per l’addobbo. Sono questi i fiori per il bouquet Made in Italy che Cia-Agricoltori Italiani invita a donare nel giorno di San Valentino anche al partner maschile, per risollevare il comparto floricolo nazionale, da sempre leader a livello europeo (secondo solo dopo l’Olanda) e ora messo in crisi dalla crisi pandemica che ha azzerato tutte le cerimonie e gli eventi (-50% matrimoni nel 2020). Cia stima, infatti, che l’Italia del florovivaismo abbia perso, circa 1,7 miliardi di fatturato. Un bouquet di fiori locali è sicuramente più fresco e profumato rispetto alle tradizionali rose e orchidee in arrivo al 90% da Equador, Colombia, Kenya, Etiopia Taiwan, che -oltre ai giorni di viaggio- hanno alle spalle una lunga conservazione nelle celle frigorifere, provenendo da climi caldi, in Paesi dove il basso costo della manodopera non rende più competitiva la produzione europea di questi fiori. Il nostro prodotto locale viene, invece, incontro sia alla sostenibilità ambientale –non c’è uso indiscriminato di fitofarmaci come nei Paesi extra-Ue- che a quella economica: costo medio al dettaglio, 15 euro a bouquet.
Cia auspica che il 14 febbraio possa dare una boccata d’ossigeno al settore, in una giornata dove si realizza, abitualmente, il 10% del fatturato annuo di produttori e commercianti. In queste settimane c’è cauto ottimismo nei distretti più importanti di Pescia e Imperia, dove si è registrato un calo degli ordinativi inferiore alle attese (-15% rispetto al passato), Cia stima, dunque, per questo San Valentino la vendita di 25 milioni di fiori, con un giro d’affari di 80 milioni e una spesa media pro-capite pari a 30 euro. La contrazione della produzione internazionale dovuta alla pandemia ha favorito il fiore reciso italiano, diminuendo del 10% l’import estero. Lo scenario del 2020 ha visto moltiplicarsi i tentativi di incrementare la modalità di acquisto online, ma è ancora prematuro parlare di trend con impatto significativo sulla filiera. Ha suscitato molte perplessità fra gli addetti del settore la scelta di confermare la domenica ecologica a Roma nel giorno di San Valentino, limitando traffico e commerci in una delle piazze più importanti del Paese, nel giorno più redditizio dell’anno.
Il florovivaismo rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola e si estende su una superficie di 30mila ettari, contando 27mila aziende (100mila addetti), di cui 14mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro. 5 regioni intercettano l’80% della produzione nazionale: Liguria (31% del totale), Campania (16%), Toscana (13%), Puglia (11%) e Sicilia (10%).
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In Evidenza - 13 feb 2021
Carnevale: Cia, frappe e castagnole in 2 case su 3. Protagoniste in agriturismo
Sarà un Carnevale magro di feste per le restrizioni dovute alla pandemia, eppure non farà mancare la trazione a tavola dei dolci tipici per l’occasione, con frappe e castagnole rigorosamente sul podio. Se ne consumeranno sui 6 milioni di kg e saranno protagoniste in 2 case su 3. La stima, sul periodo, arriva da Cia-Agricoltori Italiani che coglie l’occasione anche per ricordare il valore aggiunto della degustazione in agriturismo.
Se l’agroalimentare, dunque, nonostante le grandi difficoltà con cui fanno i conti da un anno i produttori agricoli, non ha mai fatto mancare l’approvvigionamento alimentare agli italiani, stessa cosa potrà dirsi per i dolci del Carnevale, anche oltre martedì grasso. Secondo Cia, si parla, tra frappe e castagnole, di 600 grammi a famiglia e, in generale, meno rispetto agli anni scorsi quando i tanti buffet, veglioni e carri sparsi in tutta Italia, hanno portato in media a consumare tra i 10 e i 12 milioni di kg.
In questo lungo periodo di emergenza Covid, sottolinea Cia, resta rilevante il luogo di degustazione. Confermata la tendenza a non uscire di casa, terrà la tradizione in cucina, che farà sperimentare le ricette di famiglia e regionali con qualche variante per introdurre prodotti freschi, come la ricotta Made in Italty, che il lockdown ha insegnato a preferire. Traina ancora la consegna a domicilio (+25) e lo dimostrano le migliaia di richieste che arrivano ogni settimana sul portale Cia dedicato “I Prodotti dal campo alla tavola”.
Quanto agli agriturismi, precisa Cia, con 17 regioni, più la provincia autonoma di Trento, in zona gialla e il ritorno a pranzo nei ristoranti, si prevede un weekend di ripresa (+5). Ancora debole però, visto il maltempo, ma che sarà in risalita nei prossimi fine settimana, Covid permettendo. Chi potrà raggiungere facilmente l’agriturismo più vicino, non rinuncerà comunque a questa possibilità, almeno per un pranzo tra sabato e domenica. Piccole occasioni di buon cibo in ambiente familiare e confortevole, come tra gli Agrichef Cia, sono ora, infatti, più preziose che mai. Per questo da mesi, insieme alla sua associazione Turismo Verde, Cia sostiene la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno in uno dei 24 mila agriturismi italiani, dove gustare piatti tipici del territorio e rilassarsi in mezzo alla natura, contribuendo al tempo stesso a mantenere viva, anche in questa fase di emergenza, l’offerta turistica nelle aree rurali d’Italia. Il tutto risponde alla campagna “#sostieniltuoagriturismo - Non aspettare domani, prenota da subito un’esperienza unica in campagna”.
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