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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 13 feb 2021

Suolo: Cia, difesa e valorizzazione puntando sull’agricoltura biologica

La difesa e valorizzazione del suolo, la sua rilevanza nelle politiche definite dalla nuova Pac a sostegno della competitività delle imprese, passa per il riconoscimento dell’agricoltura biologica, quale alleata strategica nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Ue. A sostenerlo è Cia-Agricoltori Italiani in occasione del primo webinar sul tema, rivolto ad agricoltori e tecnici, nell’ambito del progetto Soil4Life che la vede in campo anche con il nuovo portale ciaperilsuolo.it . 

Alla base della riflessione condotta da Cia, infatti, almeno due aspetti di rilievo. Il primo, rappresentato dal contributo del biologico al miglioramento delle condizioni microbiche nel suolo, agevolando il controllo sulle malattie e la resa delle colture. Il secondo, raccontato dallo straordinario balzo in avanti da parte dell’agricoltura bio che in Italia è arrivata a sfiorare i 2 milioni di ettari di superfici coltivate, il 15,8% della Sau nazionale, con un incremento del 2% nel 2019 rispetto all’anno precedente e del 79% dal 2010. Dati che confermano la leadership del Paese in Europa, grazie anche al numero degli operatori saliti a 80 mila e oggi impegnati in un settore che vale 3,5 miliardi di euro. 

Il tema del biologico, dunque, è cruciale e, come sottolinea Cia, connette la promozione di un uso sostenibile del suolo, in quanto risorsa limitata e non rinnovabile - obiettivo di Soil4Life in linea con l’Agenda 2030 Onu e le Linee Guida Volontarie Fao - alle opportunità della Pac 2023-2027. 

In particolare, spiega Cia, nell’ambito della nuova Politica agricola comune, resterebbe strategico il trasferimento del sostegno al biologico nei pagamenti diretti. L’eco-schema è un intervento opportuno per perseguire gli obiettivi del Green Deal Ue e per migliorarne l’efficacia, serve una dotazione finanziaria minima nel primo pilastro da destinare a questi “regimi ecologici”. All’orizzonte, infatti, il campanello Ue che ricorda l’obiettivo del 25% dei terreni coltivati a biologico entro il 2030. In parallelo per Cia, corre la vera sfida della gestione del suolo che contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici trattenendo carbonio e preservando biodiversità sotterranea. In questo senso, un contributo importante può arrivare proprio dalle misure agro-climatico ambientali della Pac, favorendo, nello sviluppo rurale, anche servizi eco-sistemici e biodiversità.

“Impegno di Cia-Agricoltori Italiani -è intervenuto Cristiano Fini delegato per il biologico della Giunta nazionale- è sollecitare l’Europa per più semplificazione e competitività attraverso la nuova Pac e con il prossimo governo nazionale, tornare al confronto quanto prima affinché gli agricoltori del bio siano al centro del PNRR, con investimenti in ricerca e digitalizzazione nel settore cui oggi va solo lo 0,5% dei fondi. L’approvazione anche alla Camera della legge sul biologico -ha aggiunto- resta una priorità, contiene misure importanti per favorire l’ulteriore crescita di un settore chiave sotto il profilo economico e ambientale”.

Infine, è fondamentale il contributo di tutti i Paesi Ue soprattutto sul piano della comunicazione partendo proprio da una campagna per il suolo. Obiettivo che l’organizzazione persegue, proprio attraverso l’adesione al progetto Soil4Life e la recente iniziativa ciaperilsuolo.it, nuova piattaforma dedicata alla formazione dell’agricoltore biologico per diventare “custode della terra”, mentre il singolo cittadino può certificarsi “amante della terra” seguendo il percorso ad hoc fatto di schede e video, tra l’altro anche su politiche e opportunità offerte dalla Pac per la sostenibilità. In pochi mesi sono più di 500 gli accessi già registrati, mentre la newsletter mensile raggiunge quasi 3.000 agricoltori. 


Sono intervenuti: Federico Marchini, presidente di Anabio-Cia; Antonio Sposicchi, direttore Anabio-Cia; Alessandra De Santis, responsabile Cia Bruxelles; Graziano Scardino, coordinatore settori produttivi Cia Sicilia; Uta Biino e Pietro Iavazzo, tecnici e ricercatori Ersaf Milano; Fabio Raccosta, project manager Cia del progetto Soil4Life e Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna e responsabile Cia Sistema delle produzioni biologiche e di qualità certificata


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1 In Evidenza - 09 feb 2021

Cia incontra il territorio sulle prospettive della Pac 2021-2027

 Informare i territori sulle evoluzioni delle politiche agricole europee e coinvolgerli nel dibattito sulla definizione del Piano strategico nazionale della prossima Pac, alla cui stesura Cia-Agricoltori Italiani vuole contribuire in maniera forte ed efficace. Questo l’obiettivo dei tre incontri interregionali in webinar organizzati dalla Confederazione il 4, il 5 e il 9 febbraio, dal titolo “Riprogettiamo il futuro. Le prospettive della Pac dal 2021 al 2027”.

Tre appuntamenti importanti per tredici regioni coinvolte. Il Nord-Ovest con Cia Lombardia, Cia Piemonte e Cia Liguria; il Nord-Est con Cia Veneto, Cia Emilia-Romagna, Cia Friuli-Venezia Giulia e Cia Trentino; il Centro Italia con Cia Toscana, Cia Abruzzo, Cia Lazio, Cia Marche, Cia Umbria, fino alle isole con Cia Sardegna. Presto anche un quarto incontro con le Cia delle regioni del Sud, per avere un quadro completo dell’Italia agricola di fronte alla Pac.

Insieme ai presidenti Cia regionali e agli associati, alle tre videoconferenze sono intervenuti la responsabile Affari europei di Cia Alessandra De Santis, il responsabile Pac per la Giunta nazionale Cia Luca Brunelli, il direttore del CAA-Cia Domenico Mastrogiovanni e il presidente nazionale Cia Dino Scanavino. Tutti insieme per un confronto sulle decisioni da prendere nelle prossime settimane in merito all’implementazione delle norme transitorie per il periodo 2021-2022; per l’utilizzo efficiente delle risorse straordinarie del Next Generation EU specifiche per l’agricoltura; per la nuova Politica agricola comune che entrerà in vigore nel 2023 e si baserà sui Piani strategici nazionali degli Stati membri.

            “Bisogna partire subito con la definizione del Piano strategico nazionale per costruire la Pac del futuro -ha detto il presidente Cia durante gli incontri- creando un progetto di sviluppo di lungo periodo per l’agricoltura italiana, che tenga conto dei settori e delle peculiarità di ogni territorio. Il dibattito che portiamo avanti nelle regioni ha proprio lo scopo di individuare le esigenze e le necessità che caratterizzano le diverse aree produttive nazionali, così che queste possano essere riflesse nella strategia nazionale”.

            Ovviamente, si è detto nei tre webinar, l’architettura della nuova Pac non può prescindere dallo stravolgimento del contesto economico e sociale segnato dalla pandemia, né dalle nuove sfide rappresentate dal Green Deal. In tal senso, secondo Cia, la Politica agricola comune dovrà supportare più e meglio il complesso processo di cambiamento del settore, in un approccio sinergico con i fondi del Next Generation EU, per sostenere il reddito degli agricoltori, permettendogli di continuare a garantire l’approvvigionamento alimentare a prezzi accessibili. Per Cia, inoltre, è altrettanto indispensabile che la nuova Pac non si trasformi in una politica finalizzata al raggiungimento di obiettivi puramente ambientali, a discapito della produzione agricola e dello sviluppo delle aree rurali.

            “E’ tempo di fare scelte coraggiose -ha aggiunto Scanavino- per rendere più efficace la Pac e più efficiente l’utilizzo delle risorse comunitarie”.


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1 In Evidenza - 07 feb 2021

Governo Draghi: Cia, agricoltura e aree rurali siano protagoniste attive del piano di ripartenza

 Un piano di ripartenza che veda protagoniste l'agricoltura e le aree rurali dell’Italia. E’ quanto chiede Cia-Agricoltori italiani, al presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, nel primo giro di consultazioni con le parti sociali, previsto per i prossimi giorni. Per la rinascita del Paese c'è bisogno, prima di tutto, di attuare una vera stabilità politica e di varare le riforme necessarie per il rafforzamento dell'apparato produttivo. Con un'adeguata riscrittura del Recovery plan –sottolinea Cia- occorre rimettere in moto una rete di protezione sociale e ricreare nel Paese quel circolo virtuoso economico rimasto da troppo tempo bloccato.

In questo momento serve, infatti, un piano di ripresa e resilienza che riprogetti il futuro –così come suggerito dalla confederazione nell'ultima assemblea nazionale Cia-, che includa gli investimenti per modernizzare la Pubblica amministrazione e le risorse da dedicare a sanità, infrastrutture e digitalizzazione. Cia auspica, inoltre, che al Governo si raccolgano le più alte competenze professionali per realizzare in tempi rapidi questo ambizioso programma economico, una volta sconfitto il virus con un piano vaccinale serio e credibile.

‘’Il tema che abbiamo davanti -sottolinea il presidente Cia, Dino Scanavino- è il futuro dell'Italia. Gli investimenti sono fondamentali perché tutto il Paese, comprese le aree interne e svantaggiate, possano partecipare alla rinascita’’. Scanavino afferma, infine, come anche sul tema del lavoro “occorrano politiche attive efficaci, superando gli approcci assistenziali fin qui avuti. La ripresa dipenderà dalla capacità di interpretare il cambiamento, cogliendo le opportunità delle strategie programmate, a partire dal Green Deal europeo, dove l'agricoltura, in sinergia con le altre risorse economiche dei territori, è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista. Un percorso che Cia -conclude Scanavino- sta portando avanti con convinzione, nonostante le avversità determinate dalla pandemia’’.

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1 In Evidenza - 05 feb 2021

Spreco alimentare: Cia, Italia migliora in pandemia. Ora svolta con Green Deal

La pandemia ha ridotto lo spreco alimentare in Italia di quasi il 12% nel 2020. Merito della maggiore consapevolezza del valore del cibo, così come delle buone pratiche indotte dal lockdown alla vita domestica. Ora bisogna capitalizzare i risultati raggiunti e puntare verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, grazie anche agli input del Green Deal Ue. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione dell’8ª Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare.

Il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability infatti, evidenzia come, pur calando in maniera consistente, il cibo buttato ogni anno è ancora troppo: nel nostro Paese si tratta di 5,2 milioni di tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura, per un valore di circa 10 miliardi.

Per questo, secondo Cia, sono quanto mai necessarie le indicazioni che arrivano dalla strategia “Farm to Fork”, pietra angolare del Green Deal europeo, che prevede un sistema alimentare sostenibile per garantire la sicurezza e l’accesso a tutti a cibi sani e sicuri e che, entro il 2030, verrà arricchita con “obiettivi legalmente vincolanti per ridurre lo spreco alimentare in Ue”. 

In questo senso, tanto fanno e possono fare ancora le imprese agricole, che da sempre lavorano per il riciclo e il riutilizzo degli scarti agricoli, in un’ottica di economia circolare. Un impegno che può crescere sempre di più con le risorse del Recovery Fund messe in campo dall’Europa per la transizione verde e digitale.

Per Cia, infine, è fondamentale riconquistare efficienza nell’utilizzo delle risorse e dare sempre più impulso alla legge nazionale anti-spreco 166/2016, sostenendo tutte le iniziative pubbliche e private per il recupero e la donazione dei prodotti alimentari invenduti, tanto più che oggi il 66% degli italiani è sempre più cosciente della connessione tra spreco alimentare, salute dell’uomo e dell’ambiente.

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1 In Evidenza - 04 feb 2021

Ue: Cia, bene Piano d’azione contro il cancro. Valorizzi Dieta Mediterranea

E’ positivo il Piano d’azione contro il cancro presentato dalla Commissione Ue, occorre però valorizzare meglio la Dieta Mediterranea, non classificando i cibi in ‘buoni’ o ‘cattivi’, ma ragionando in termini di regimi alimentari corretti o meno, come universalmente riconosciuto dal mondo scientifico. Così Cia-Agricoltori Italiani ribadendo, anche in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro il cancro, la necessità di una comunicazione più efficace che avvicini il mondo agricolo ai cittadini e sostenga, come l’organizzazione sta già facendo con il progetto “Il Paese che Vogliamo”, l’operato delle campagne per la prevenzione.

Per Cia, infatti, occorre un intervento più incisivo in termini di informazione e comunicazione, facendo per esempio chiara distinzione tra fumo e consumo di carne o alcolici, come il vino. Non possono in alcuno modo essere equiparati, trattandosi nel secondo caso, a differenza del primo, di alimenti di cui si possono discutere le quantità, ma non le qualità che ne fanno eccellenze del Made in Italy e della catena alimentare mediterranea. Inoltre, sempre per quanto riguarda la carne rossa e il vino, eliminarne la promozione, come pare voglia fare la Commissione Ue, potrebbe più che eliminare la scelta, accentuare un’errata consapevolezza del giusto apporto nutrizionale. 

Dopo un anno d’emergenza sanitaria è dunque importante, secondo Cia, tornare a mettere a fuoco la salute delle persone che passa per lo screening delle malattie, ma anche per la promozione di corretti stili di vita e di un’alimentazione sana e diversificata. Il Piano d’azione Ue, in questo senso, può essere la giusta occasione.

In conclusione, precisa Cia, da una parte, va preservata la Dieta patrimonio Unesco da più di dieci anni, schema alimentare basato su varietà e biodiversità degli alimenti e stagionalità dei prodotti, nonché su un legame unico con il territorio e la sua cultura. Dall’altra, va capitalizzato il ruolo che sono tornate a svolgere, sull'equilibrio psicofisico delle persone, le aree rurali d’Europa. Durante lockdown e restrizioni vincono, infatti, per condizioni ambientali migliori, sebbene con ancora troppe difficoltà nell'ambito dei servizi, soprattutto sanitari. E’ tempo, infine, di supportare questo processo con più formazione ed educazione alimentare, innovando nella promozione e sviluppando sistemi alimentari più resilienti al cambiamento.


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1 In Evidenza - 30 gen 2021

Rinnovato per il 2021 l’accordo Cia-Fca per l’acquisto di autoveicoli nuovi

Rinnovato l’accordo Cia-Fca anche per il 2021 per l’acquisto di autoveicoli nuovi a condizioni vantaggiose. Nel file in allegato tutti i dettagli.

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