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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 15 mag 2021

Cia e Pegaso insieme per la formazione dei nuovi protagonisti dell’agricoltura 4.0

 Una Academy online dedicata alla formazione di nuove figure professionali nel settore agroalimentare. E’ questo l’obiettivo dell’accordo tra l’Università Telematica Pegaso e Cia-Agricoltori Italiani, siglato nella sede nazionale dell’Universitas Mercatorum.

La partnership prevede la pianificazione di attività di alta formazione e di aggiornamento specialistico, finalizzate alla creazione di figure professionali ad hoc, tali da agevolare l’accesso diretto al mondo del lavoro agricolo. Il 2020 ha avvicinato molti giovani all’impresa rurale e grazie a questo accordo Cia vuole incrementare la tendenza in atto, promuovendo la tutela del lavoro agricolo quale elemento primario per il sostentamento ed il benessere generale, nonché elemento idoneo a migliorare la competitività sui mercati delle aziende agricole, attraverso la riqualificazione, la formazione e il coinvolgimento partecipato degli operatori del settore.

Attraverso la regia di un Comitato tecnico scientifico che individuerà i nuovi fabbisogni formativi e organizzativi degli imprenditori agricoli, l’Academy fornirà percorsi didattici aventi valore legale, spendibili in termini di riconoscimento di Crediti Formatici Universitari (CFU) e come aggiornamento professionale.

Saranno, inoltre, attivati stage e tirocini grazie a convenzioni con aziende, istituzioni, enti pubblici e privati operanti nel settore primario, finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro, nonché all’acquisizione di esperienze pratiche certificate per arricchire il proprio curriculum personale.

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1 In Evidenza - 15 mag 2021

Cia Abruzzo: “Mondo agricolo trascurato dalla modifica della legge sui danni da fauna selvatica”

“Il mondo agricolo non è stato tenuto minimamente in considerazione nella modifica dell’art. 44 della Legge Regionale 10/04 nei punti in cui disciplina il controllo della fauna selvatica, eliminando dall’emendamento da noi proposto la parte nella quale venivano reinseriti i cacciatori formati, apportando, inoltre, ulteriori modifiche peggiorative alla legge in vigore creando solo confusione”. Lo ha affermato il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro Di Zio, in seguito all’ultima seduta del consiglio regionale che aveva come oggetto la modifica dell’art. 44 della legge “Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente”. 

Fatto di assoluta gravità, dal momento che sappiamo che la Polizia Provinciale e le guardie venatorie, per l'esiguo numero in cui sono presenti in Abruzzo, non sono sufficienti per intervenire in maniera efficace per ridurre i danni alle colture agricole, provocati dalla massiccia presenza della fauna selvatica”, aggiunge Di Zio sottolineando il fatto che l’Abruzzo sia l’unica regione italiana a precludere agli agricoltori la possibilità di ricoprire il ruolo di Presidente negli Ambiti Territoriali di Caccia.  I danni da fauna selvatica, nel 2020 hanno superato i due milioni di euro e sono in continua crescita.

“Ormai è stato superato ogni limite di buon senso”, dura presa di posizione dell’associazione di categoria che chiede l’immediata modifica della legge così come richiesto lo scorso febbraio.

“Su questo punto saremo intransigenti e non escludiamo manifestazioni di piazza, chiamando a raccolta tutto il mondo agricolo se non si provvede nell’immediato”, continua Di Zio, A breve saranno inoltre inviate ulteriori proposte per una revisione dei regolamenti e leggi regionali attinenti il settore agricolo, al fine di risolvere l’annoso problema dei danni alle colture agricole e dei relativi indennizzi provocati dalla fauna selvatica”.

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1 In Evidenza - 13 mag 2021

Bollettino regionale di produzione biologica n.12 del 13 maggio 2021

Bollettino di produzione integrata e biologica n.12 del 13 maggio 2021. 

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1 In Evidenza - 13 mag 2021

Biologico: Cia, mercati esteri strategici per settore. Export Made in Italy +8%

 Il settore biologico italiano si appresta a confrontarsi con opportunità e prospettive di crescita importanti anche sui mercati esteri, potendo contare sulla tenuta del comparto agroalimentare che si è rivelato anticiclico rispetto alla crisi per la pandemia e in grado di resistere anche nelle esportazioni. Ora la sfida all’internazionalizzazione del bio Made in Italy si gioca sulla capacità di capitalizzare la crescita di produzione e consumi interni e di accrescere la presenza dei produttori del settore, proprio nelle catene del valore dei mercati stranieri. Così Cia-Agricoltori Italiani e Anabio, la sua associazione per la promozione del biologico in occasione del webinar sul tema e dedicato alla piattaforma Ita.Bio con Nomisma, Agenzia ICE e FederBio. 

A sostenere la sfida lanciata da Cia e Anabio, i dati sull’export del bio Made in Italy che oggi vale 2,6 miliardi (38% sul totale. 70% export dairy, 67% export Dop/IGP e 38% vino) e posiziona l’Italia al secondo posto tra gli esportatori di prodotti biologici, dopo USA e prima di Spagna, Cina e Francia. Proprio nell’anno del Covid, il settore è cresciuto dell’8% con un’incidenza sul totale agroalimentare del 3,5% (5,7% nel 2019). Nel dettaglio, a livello mondiale, i consumi bio sono cresciuti in 10 anni del 115% con Germania, Scandinavia e Stati Uniti tra i mercati con le maggiori prospettive di crescita per i prodotti bio Made in Italy. Ad attrarre i mercati esteri sono la pasta (+15,5% nell’ultimo anno), in cima alla classifica dei prodotti bio più apprezzati dal consumatore internazionale; il vino, primo prodotto più esportato (+2,4% sul 2019, +4,7% dal 2014 al 2019) con il 93% dei consumatori americani e il 43% dei cinesi che ritiene importante l’origine italiana del vino bio che acquista. E ancora frutta e verdura fresca, secondo prodotto italiano più esportato (+4% sul 2019) e terzo nella classifica dei distintivi del Made in Italy secondo il consumatore francese (16%) e tedesco (18%). Infine, l’Olio EVO, il 3% del nostro export a valore (+6,5% nel 2020 sul 2019). Per i francesi (27%) e i tedeschi (30%) primo prodotto Made in Italy. 

Secondo Cia e Anabio, si tratta, dunque, di un quadro estremamente interessante per il mercato bio italiano che vale oltre 4,3 miliardi. Occorre, quindi, continuare a investire, portando il produttore al centro di servizi di orientamento e promozione internazionale. Puntare sugli eventi fieristici, su formazione e assistenza per la certificazione bio, necessaria ai mercati esteri. Importante è anche partire da casi di successo come quelli presentati nel corso del webinar e che ben rappresentano il potenziale delle imprese associate ed esportatrici di bio italiano.

In quest’ambito, poi, entra in gioco, anche per i produttori Cia e Anabio, la Piattaforma ItaBio, sviluppata da Agenzia ICE e FederBio con il contributo di Nomisma. Obiettivo: incrementare il posizionamento del biologico italiano sui mercati internazionali e sui canali e-commerce, con particolare riferimento a USA e Cina. 

“Attribuiamo grande attenzione al Progetto Ita.Bio e al relativo desk presso l'Agenzia ICE -ha dichiarato Cristiano Fini, della Giunta nazionale Cia-. Rappresentano delle valide iniziative che ben si integrano nel nostro piano per l’internazionalizzazione delle imprese e la promozione del biologico e rafforzano l’impegno già preso da Cia come firmataria del patto per l’Export. Inoltre, le attività promosse dall’Agenzia ICE e da FederBio, troveranno nel ‘Piano d’Azione Europea per lo sviluppo del settore biologico’ un solido riferimento programmatico e finanziario”

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1 In Evidenza - 07 mag 2021

Dl Sostegni: Cia, avanti su cessione credito d’imposta 4.0. Subito soluzione tecnica

Ci sono ancora possibilità per scongiurare l’addio alla cessione del credito d’imposta 4.0. La misura, infatti, potrebbe essere ripresa in nuovi provvedimenti come il Dl Sostegni bis, traguardando le indicazioni della Ragioneria di Stato con una soluzione tecnica idonea. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta lo stralcio dal maxiemendamento della misura che avrebbe davvero rappresentato un punto di svolta, e in chiave green, per l’economia delle imprese italiane, comprese quelle agricole. 

La decisione della Ragioneria di Stato -aggiunge Cia- arriva come una doccia fredda e sembrerebbe ormai persa la battaglia se non fosse che, dopo un anno dalla nostra prima proposta nella Legge di Bilancio 2020 e durante i vari provvedimenti da inizio pandemia, si è aperto ora anche un fronte comune sul tema, tra forze sociali e politiche. Cia terrà conto, ovviamente, delle osservazioni della Ragioneria di Stato che ravvisa mancanza di copertura finanziaria, ma allo stesso tempo, come fatto fino ad ora, andrà avanti nel formulare altre proposte in vista dei prossimi provvedimenti. 

“Restiamo fermamente convinti del valore strategico della cessione del credito d’imposta 4.0 -dichiara il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Per il settore agricolo, come per tutti i comparti produttivi, si tratta non solo di un’opportunità cruciale in un momento segnato dalla crisi di liquidità a causa della pandemia, ma anche della strada giusta da percorrere nell’ambito del piano Transizione 4.0 per incentivare gli investimenti in hi-tech e il rinnovo del parco macchine con mezzi più moderni, tecnologici e a bassa emissione CO2, requisiti fondamentali per dare seguito al Green Deal Ue e per ridurre il rischio infortunistico. Senza dimenticare che l’integrazione con l’hi-tech, sostenuta dalla ricerca, è fondamentale per la produzione di cibo fresco e sano e, quindi, nella lotta a fitopatie e cambiamenti climatici”.

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1 In Evidenza - 06 mag 2021

Salute: Cia per la campagna nazionale di sensibilizzazione “Te lo dice la pelle”

Visite dermatologiche di screening gratuite in 15 centri ospedalieri e universitari in tutta Italia. Parte “Te lo dice la pelle”, la campagna nazionale di sensibilizzazione e di screening sul carcinoma squamocellulare cutaneo, una malattia ancora poco conosciuta che rappresenta il 20% dei tumori cutanei non-melanoma.  

Promossa dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), con il patrocinio di Cia-Agricoltori Italiani e APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma), l’iniziativa vuole porre l’attenzione sul carcinoma squamocellulare cutaneo, un tumore maligno della pelle che, secondo i dati più recenti, viene diagnosticato ogni anno a circa 19.000 pazienti. In mancanza di un registro nazionale sulla malattia, non è possibile avere un numero preciso di casi ma si evidenzia un’incidenza crescente.

Il carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) si origina dalla proliferazione di cheratinociti dello strato squamoso dell'epidermide. Si può manifestare come un’escoriazione o un’ulcera che sanguina, senza cicatrizzare, o come un nodulo rosso con una crosta centrale, che può sanguinare spontaneamente o in seguito a grattamento. La lesione, localizzata in sedi fotoesposte come, ad esempio, il volto e il dorso delle mani, può essere dolorosa, crescere nel tempo e non guarisce spontaneamente, né dopo l’applicazione di creme antibiotiche o cortisoniche. Questa patologia interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne, di età superiore ai 50 anni, con fototipo chiaro.

L’esposizione solare eccessiva, l’uso di lampade abbronzanti e la fototerapia rappresentano i fattori di rischio più importanti, come anche l’esposizione cronica ad agenti chimici tossici (e.g. arsenico), la presenza di ferite croniche, ulcere e cicatrici, uno stato di immunosoppressione, l’assunzione di alcuni farmaci ed alcune malattie genetiche.

Il carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) è un tumore che si presenta soprattutto in età avanzata in seguita all’esposizione prolungata e costante ai raggi solari. Nella maggioranza dei casi le sedi coinvolte sono infatti il volto, il collo, il cuoio capelluto nei soggetti calvi, le orecchie e gli avambracci – afferma la Prof.ssa Ketty Peris, Presidente di SIDeMaST –. Il cSCC è poco conosciuto ma può essere particolarmente aggressivo. La diagnosi precoce è quindi fondamentale per ridurre la mortalità di questo particolare tumore cutaneo non melanoma che, dopo il carcinoma basocellulare, è il secondo per frequenza e il primo per mortalità”.

Se diagnosticato per tempo e nelle forme precoci, infatti, l’asportazione chirurgica è risolutiva e porta alla regressione e alla guarigione nel 95 % dei casi.  Quando però viene diagnosticato in maniera tardiva il CSCC può raggiungere dimensioni troppo ampie e portare allo sviluppo di metastasi diventando avanzato. Per questi pazienti o per i pazienti non candidabili ad operazioni chirurgiche o a radioterapia la sopravvivenza media senza altri tipi di cure è di circa 12 mesi.

 

“Il patrocinio della nostra organizzazione a questa campagna di sensibilizzazione è molto sentito e voluto -dichiara il Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Come categoria siamo particolarmente esposti al rischio di questo tipo di tumore, legato all’esposizione prolungata e continua ai raggi solari, che è scontata e naturale per chi lavora la terra e coltiva i campi”. Quindi, aggiunge Scanavino, “da grandi a piccole azioni, anche il mondo agricolo vuole avere un ruolo chiave nell’importante campagna ‘Te lo dice la pelle’ per sensibilizzare a corretti stili di vita e, soprattutto, alle diagnosi precoce”. Oggi più che mai, “occorre alzare il livello di attenzione sul ruolo della prevenzione come stile di vita. Serve un cambio di mentalità, investendo nella salute, ovvero nella medicina diagnostica, territoriale e terapeutica -conclude il presidente Cia-. Possiamo fare moltissimo per scongiurare i rischi e vivere meglio”.

 

Monica Forchetta, Presidente di APaIM insiste sull’importanza della prevenzione e afferma: "Il carcinoma squamocellulare cutaneo è un tumore che nella sua fase avanzata è molto invasivo e potenzialmente deturpante. Oggi abbiamo a disposizione una metodica non invasiva, che permette allo specialista di riconoscerlo in una fase precoce così che possa essere guarito attraverso un approccio chirurgico”. Quindi, aggiunge Monica Forchetta “per questo motivo è fondamentale sottoporsi a una visita dermatologica, per poter intervenire in maniera tempestiva e scongiurare gli effetti devastanti che esso comporta. La visita dermatologica è la prima arma che abbiamo per sconfiggerlo".

Le visite si svolgeranno sabato 22 maggio, sabato 29 maggio e sabato 19 giugno, esclusivamente su prenotazione contattando il numero 345 7686815 dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00.

Le tappe della Campagna:

Sabato 22 Maggio: Roma, Napoli, Ortona

Sabato 29 Maggio: Brescia, Bologna, Firenze, Siena, Roma, L’Aquila, Catania, Cagliari

Sabato 19 Giugno: Trieste, Milano

Mercoledì 30 giugno: Bari

Al fine di tutelare la salute dei pazienti e del personale medico delle strutture ospedaliere, tutte le visite saranno effettuate in totale sicurezza, in ottemperanza alle misure di prevenzione igienico-sanitarie legate all’emergenza Covid-19.

Per ulteriori informazioni: www.telodicelapelle.it

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