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In Evidenza - 16 ott 2020
“Tutela del pensionato, una risorsa per la ripresa e lo sviluppo del Paese”, a Chieti il IX incontro interregionale Anp
“Tutela del pensionato, una risorsa per la ripresa e lo sviluppo del Paese”. E’ il titolo del IX incontro interregionale organizzato dall’Associazione nazionale pensionati in programma domani sabato 17 ottobre alle ore 9:30 presso la sala rossa della Camera di Commercio di Chieti.
L’Anp-Cia, nel ribadire l’impegno per la tutela e il progresso sociale dei propri associati e di tutti i pensionati, indica e sottopone al Governo e al Parlamento le priorità da affrontare nell’ambito di futuri atti di Governo o provvedimenti legislativi, con particolare riferimento alla Legge di bilancio 2021.
Aumentare progressivamente le pensioni minime almeno al 40% del reddito medio nazionale, stabilizzare la quattordicesima definendola parte integrante della prestazione pensionistica in essere, ed estenderla almeno alle pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo, modificare il meccanismo di indicizzazione delle pensioni, istituire una pensione base per i giovani agricoltori e non, rafforzare ulteriormente il Sistema Sanitario nazionale nel suo carattere pubblico e universalista, in particolare in tema di servizi socio-sanitari nelle aree interne e rurali, istituire una normativa nazionale sulla non autosufficienza. Queste le rivendicazioni che l’Anp-Cia sottopone alle forze politiche.
L’iniziativa è curata congiuntamente da Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana e Umbria.
L’apertura dei lavori è fissata alle ore 9.30 con la relazione introduttiva del presidente regionale Anp, Dino Bruno. A seguire, dopo i saluti del sindaco di Chieti, Diego Pietro Ferrara, l’infettivologo del Dipartimento di prevenzione della Asl 2 Lanciano Vasto Chieti, Arturo Di Girolamo, relazionerà sul rapporto terza età/Covid, dispensando consigli e comportamenti su come difendersi. Interverranno il presidente nazionale Anp, Alessandro Del Carlo e l’on. Camillo D’Alessandro, deputato al Parlamento. Alle ore 12 ci sarà il video collegamento con le iniziative delle altre regioni. Concluderà l’incontro il vice presidente nazionale Cia, Mauro Di Zio.
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In Evidenza - 08 ott 2020
Abruzzo: attivata misura Covid per agricoltori e Pmi
E' stato pubblicato sul sito della Regione Abruzzo con determinazione DPD018/144 del 06/10/2020, il bando Misura 21 – SM 21.1 "Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e PMI particolarmente colpiti dalla crisi di COVID-19".
Il sostegno è rivolto alle imprese agricole che operano nei settori maggiormente colpiti dalla crisi emergenziale derivante dalla pandemia da Covid-19 in Abruzzo, ed è finalizzato a fornire liquidità alle imprese, tramite l’erogazione di una somma forfettaria “una tantum”. L’individuazione dei settori maggiormente colpiti dalla crisi da Covid-19 in Abruzzo, è avvenuta utilizzando le informazioni e le valutazioni effettuate sulla base dei rapporti dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ISMEA. Sulla base di questi elementi, il tipo di intervento 21.1.1 viene reso accessibile alle aziende agricole dei seguenti settori:
· lattiero-caseario bovino,
· carne ovi-caprina,
· confezionamento olio,
· agrituristico,
· florovivaistico,
· vitivinicolo,
· orticolo.
Per la documentazione utile alla presentazione della domanda, consultare il sito della Regione Abruzzo al seguente link: https://www.regione.abruzzo.it/content/m21-%E2%80%93-sm-211-sostegno-temporaneo-eccezionale-favore-di-agricoltori-e-pmi-particolarmente
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In Evidenza - 08 ott 2020
Olio: via alla raccolta. In Abruzzo crolla la produzione del 33% ma la qualità resta eccellente
Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano ma la qualità di uno dei prodotti simboli del Made in Italy resta eccellente. In particolare in Abruzzo si registra un calo del 33%, nonostante il territorio particolarmente vocato.
È quanto emerge dall’esclusiva indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari, che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa, rispetto allo scorso anno, delle regioni centrali e settentrionali.
La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.
A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante.
Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno.
Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva.
Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane.
Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%).
Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca.
Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).
L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata.
Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
“Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente -ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino-. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”.
“La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto -ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini-. Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.
“La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori -ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli-. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.
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In Evidenza - 07 ott 2020
Bando a favore del settore apicoltura 2020/2021, aperti i termini per la presentazione delle domande
Nel regolamento UE 1308/2013 OCM viene previsto anche per il periodo dal 2020 al 2022 tre bandi annuali a favore del settore dell’Apicoltura.
I beneficiari sono gli imprenditori apistici che hanno iscritto i propri alveari (almeno 10) presso la ASL nel registro all’anagrafe zootecnica nazionale (BDA) ed aventi sede legale presso la Regione Abruzzo; enti pubblici, associazioni, cooperative e consorzi per la tutela del settore. La spesa ammissibile per gli imprenditori apistici varia in base agli alveari registrati in BDA come di seguito:
Alveari presenti in BDA da | Alveari presenti in BDA a | Spesa ammissibile (IVA esclusa) |
10 | 51 | 1.500,00 € |
52 | 150 | 3.000,00 € |
151 | 300 | 5.000,00 € |
301 | 500 | 7.000,00 € |
| Maggiore di 500 | 10.000,00 € |
Il bando prevede diverse misure per gli imprenditori apistici:
- SOTTOAZIONE A6- attrezzature per la conduzione dell’apiario, per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione dei prodotti agricoli: il contributo ammissibile è il 50% della spesa ammissibile.
- SOTTOAZIONE B3 – LOTTA ALLA VARROASI: interventi che incentivano l’acquisto di arnie con fondo a a rete che consentono una più efficiente controllo contro la Varroa (parassita delle api). Il contributo è pari al 60 % della spesa ammissibile ( IVA esclusa), per l’acquisto di arnie antivarroa (solo per gli apicoltori stanziali) la cui spesa massima è fissata a 100€ cadauna (IVA esclusa). Inoltre la stessa misura finanzia l’acquisto di attrezzature per la lotta contro gli aggressori e e le malattie dell’alverare ( Apicoltori stanziali e nomadi) il contributo anche qui è pari al 60%.
- SOTTOAZIONE C2.1- acquisto arnie per l’esercizio del nomadismo: interventi che incentivano l’acquisto Il contributo è pari al 60 % della spesa ammissibile ( IVA esclusa), per l’acquisto di arnie antivarroa la cui spesa massima è fissata a 100€ cadauna (IVA esclusa) . Per le aziende che praticano la transumanza obbligatoriamente devono comunicare al seguente indirizzo di PEC entro 10 giorni lavorativi precedenti allo spostamento delle arnie con il luogo (indirizzo, località,comune,provincia) per eventuali controlli: dpd019@pec.regione.abruzzo.it .
- SOTTOAZIONE C2.2 – ACQUISTO MACCHINE E ATTREZZATURE PER L’ESERCIZIO DEL NOMADISMO: E’ prevista la concessione di contributi in conto capitale del 50% della spesa ammissibile ( IVA esclusa) per l’acquisto di macchine operatrici attrezzature necessari alla movimentazione, il monitoraggio degli alveari e la loro gestione telematica ad esclusione di automezzi targati ed elaboratori elettronici ( palmari, tablet ecc ). Per le aziende che praticano la transumanza obbligatoriamente devono comunicare al seguente indirizzo di PEC entro 10 giorni lavorativi precedenti allo spostamento delle arnie con il luogo (indirizzo, località,comune,provincia) per eventuali controlli: dpd019@pec.regione.abruzzo.it .
I limiti di spesa per questa sottoazione sono diversi rispetto alle altre:
Alveari presenti in BDA da | Alveari presenti in BDA a | Spesa ammissibile (IVA esclusa) |
10 | 51 | 5.000,00 € |
52 | 150 | 10.000,00 € |
151 | 300 | 15.000,00 € |
301 | 500 | 20.000,00 € |
| Maggiore di 500 | 25.000,00 € |
SOTTOAZIONE E1- ACQUISTO SCIAMI ED API REGINE: prevede l’acquisto di sciami e api regine della razza Apis mellifera ligustica , prodotte in Italia. Il contributo ammissibile è del 60% (IVA esclusa) fissata in 90€ per l’acquisto di sciami con regina ed 16€ per l’acquisto di sole api regine. Gli sciami e api regine sono ammesse se corredate da certificazione di idoneità saniatria (rilasciata dalla ASL) e da certificazione rilasciata dal CREA di Bologna attestante l’appartenenza delle api alle sottospecie autoctone Apis mellifera ligusta. L’acquisto massimo non può superare il numero di alveari denunciati. Al collaudo sarà allegato il certificato ASL e il certificato del CREA.
La scadenza del bando è fissata a lunedì 30 novembre.
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In Evidenza - 07 ott 2020
Agriturismo: Cia, persi 600 mln in 2020. Ripartire da patrimonio aree interne
Sostenibile e lento, costruito sul valore dell’esperienza all’aria aperta e sull’economia delle relazioni umane, in connessione con l’identità paesaggistica, culturale ed enogastronomica di ogni luogo, a partire dalle aree rurali d’Italia, che la pandemia ha reso alternativa di vita più sana e sicura. Sono questi gli asset e la visione di turismo sui cui puntare per salvare dall’emergenza Covid un settore che vale il 16% del Pil nazionale. A dirlo è Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani che ha fatto il punto sul comparto e le azioni da cui ripartire, nell’annuale Assemblea nazionale a Roma.
Per Turismo Verde-Cia, dunque, il futuro del settore in Italia, si conferma la chiave di volta per la ripresa socioeconomica del Paese. Ne sono leve strategiche gli agriturismi diffusi su tutto il territorio nazionale, ovvero 24 mila strutture per 100 mila addetti, e le aree interne che occupano il 60% della superficie nazionale. Entrambi punti di forza importanti e duramente colpiti dalla pandemia. Nell’arco del 2020, infatti, stando all’analisi di Cia, la crisi da Covid toglierà agli agriturismi più di 600 milioni di fatturato (su un oltre un miliardo annuo di media) e oltre 295 milioni di presenze. Perdite per lo più concentrate nel lockdown e fino a giugno, quando i flussi turistici nelle strutture ricettive italiane, tra presenze e arrivi, hanno ceduto l’89% rispetto al 2019, raggiungendo ad aprile un -96% di presenze e di fatto l’azzeramento degli arrivi (-99%). Poco ha potuto l’avvio dell’estate con giugno che ha fatto registrare un -78% di arrivi e -80% di presenze. Luglio e agosto hanno riportato gli italiani in vacanza, ma senza incidere sul trend complessivo. Nel trimestre estivo la domanda estera è crollata del 65,9%, mentre l’aumento di quella interna è stato di solo 1,1%. In questo scenario non tutte le regioni hanno mostrato pari resistenza. Più forti Toscana, Veneto e Puglia. Mare e montagna hanno tenuto più delle città d’arte, nel primo caso con perdite del 30%, mentre nel secondo quasi del 90%. Fragili per natura, perché ancora prive di servizi e infrastrutture fisiche e digitali adeguate, le aree interne hanno mostrato, di contro, importanti potenzialità con un +5,2% di presenze interne nelle località rurali e di collina, e un +2,7% in quelle montane.
Numeri in calo, ma anche nuove tendenze, indicano secondo Turismo Verde-Cia, la strada da percorrere puntando sul patrimonio rappresentato dalle aree interne d’Italia che meglio conciliano il rispetto delle regole anti-Covid con la ricerca dell’esperienza turistica autentica, promotrice di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, tra riscoperta di paesaggi e piccoli borghi, tradizioni e piatti tipici. Nessuna ripresa sarà poi possibile, senza una reale svolta nell’economia delle relazioni su cui Turismo Verde rilancia, guardando al progetto Cia “Il Paese che Vogliamo” che del dialogo sul territorio tra istituzioni, enti e associazioni ha fatto il motore del cambiamento e della rinascita delle aree rurali.
“Dal Bonus Vacanze alla sospensione di Imu e Tari, abbiamo raggiunto in questi mesi importanti risultati a tutela degli agriturismi di tutta Italia -ha commentato il presidente di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio-. Ora occorre non allentare il filo con le regioni, molte delle quali ancora non rendono accessibili i contributi a fondo perduto previsti dal Dl Rilancio. Inoltre -ha aggiunto- è necessario rifinanziare la cambiale agraria strumento di accesso al credito agile e libero da lacciuoli burocratici, che ha già dimostrato di essere una boccata d’ossigeno per agricoltori e operatori agrituristici”.
“C’è poi la grande opportunità del Recovery Fund -ha dichiarato Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani- Lavoriamo insieme con il Governo e sul territorio affinché dia il giusto spazio e progetti mirati alla promozione delle aree interne coinvolgendo gli agriturismi”.
L’appuntamento ha visto l’intervento di Cosimo Durante, consigliere della ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, impossibilitata a partecipare per il coincidente Cdm.
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In Evidenza - 01 ott 2020
Cinghiali in autostrada: Cia, situazione fuori controllo. Avanti su nostra riforma legge
La sciagura stradale avvenuta stanotte nel tratto della novarese della A26, causata ancora una volta dall'impatto tra cinghiali e un'autovettura, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi drammatici che vede protagonisti gli animali selvatici. E’, dunque, urgente intervenire su una questione ormai fuori controllo. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, rilanciando la sua proposta di modifica alla legge 157/92 che regola la materia, su cui è mobilitata anche attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo”.
Una riforma radicale, già presentata a Camera e Senato, nata dopo il sostanziale flop delle misure tampone adottate negli ultimi anni -spiega Cia-. Il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900 mila capi in Italia nel 2010 ai quasi 2 milioni di oggi (+111%), crea danni milionari all’agricoltura (circa 50-60 milioni di euro l’anno), e non solo. Aumenta il rischio di malattie (in aumento in Europa i casi di Peste Suina Africana), provoca incidenti stradali sempre più frequenti –circa 10mila ogni anno- e minaccia la sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane.
Per questo è necessario riscrivere e aggiornare la legislazione sulla fauna selvatica, ormai obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico che su quello ambientale. Per invertire la rotta, la proposta normativa lanciata da Cia: sostituire il concetto di “protezione” con quello di “corretta gestione”, non delegare all’attività venatoria le azioni di controllo della fauna selvatica, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario; rafforzare l’autotutela degli agricoltori e garantire il risarcimento integrale dei danni subiti.
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