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1 In Evidenza - 24 giu 2025

Pac: Cia, uniti in Europa a difesa del cibo. No al Fondo unico


“L’agricoltura è sotto attacco. L’ipotesi di un Fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori, non è la soluzione. Colpire la Pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’Europa che è nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. È questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali.

“Non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della Pac che la Commissione Ue presenterà in quella giornata -ha detto Fini-. Di fronte a un’Europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da Roma a Bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e più importante politica europea che assicura cibo a tutti”.

CIA PER LA PAC - Dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla premier Meloni, dall’adesione alla petizione del Copa-Cogeca al lavoro tra i Paesi del Mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la Pac messa in atto dalla Confederazione: perché è un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. Perché il Fondo unico toglie autonomia alla Pac, riduce le risorse e cancella le specificità agricole; crea disparità tra gli Stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’Europa. Perché resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. Perché il tema riguarda tutti, in gioco c’è l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversità, argine contro l’abbandono delle aree interne.

“Stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso -ha concluso Fini-. I conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre più su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. Eppure, Bruxelles dovrebbe ricordare che l’Europa è stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. Lo tenga a mente il prossimo Consiglio Ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.  

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Assemblea Anp-Cia: priorità a pace, welfare e sanità universale

Pensioni dignitose, sanità pubblica, servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali, e nuove politiche Ue di pace. Questi i temi al centro dell'Assemblea di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che si è tenuta a Bologna lo scorso 21 giugno, inaugurata dalla Festa interregionale delle regioni del Nord. In centinaia, tra delegati e ospiti, alla due giorni di condivisione e dibattito su temi sempre più cruciali per gli anziani e il Paese.

 “Ribadire il nostro impegno per la pace e tornare a insistere sulle pensioni dignitose e una sanità pubblica con servizi sociosanitari realmente adeguati, in particolare nelle zone marginali d’Italia è oggi sempre più necessario e importante -ha detto, in apertura dell’assemblea, il presidente nazionale Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, richiamando anche il documento programmatico dell’Associazione-. C’è una scarsa attenzione della politica verso gli anziani e i pensionati, in un contesto globale segnato da nuove guerre, crisi delle istituzioni internazionali e mancanza di visione comune. Per questo Anp-Cia -ha aggiunto- lancia un appello all’Europa affinché ritrovi il suo spirito guida per tornare a orientare scelte e decisioni alla coesione sociale e al contrasto dello spopolamento dei piccoli centri. Valorizzare l’agricoltura e il welfare di comunità sia la strategia cardine, anche a sostegno del sistema sociosanitario che deve restare equo e realmente universale”.

Inaccettabile per Anp-Cia che 5 milioni di italiani rinuncino alle cure perché non possono accedere alle prestazioni pubbliche, né permettersi quelle private. Servono investimenti per almeno il 7,5% del Pil, in linea con le previsioni dei maggiori Paesi Ue. Così come le pensioni dovrebbero essere di almeno 800 euro mensili perché possano essere definite dignitose. “Proponiamo di adottare l’indice europeo IPCA per una rivalutazione più equa degli assegni pensionistici -ha concluso Del Carlo- e rilanciamo la necessità di politiche efficaci per l’invecchiamento attivo, con una legge nazionale e fondi adeguati da parte delle Regioni”.

A fargli eco il caso territoriale con gli interventi del presidente di Cia Emilia-Romagna, Stefano Francia; del presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Maurizio Fabbri, e dell’assessore Scuola e agricoltura del Comune di Bologna, Daniele Ara.

Insieme a loro Pierino Liverani, presidente Anp-Cia Emilia-Romagna e vicepresidente nazionale dell’Associazione, ha detto: “La vita media si sta allungando e la popolazione mondiale sta invecchiando, ma non ci si sofferma abbastanza sugli anziani risorsa per l'economia del Paese. Con la mole di volontariato e di aiuto alle giovani famiglie, il valore del nostro ‘lavoro’ ammonta, oggi, a circa 8-9 miliardi di euro annui. Una cifra ragguardevole che andrebbe tenuta a mente per rispondere a richieste basilari come il diritto alla salute e a un invecchiamento attivo, a risorse per la non autosufficienza, a servizi nelle aree rurali e presidi sul territorio, a pensioni che consentano davvero di lasciare il posto alle nuove generazioni. Riconosciamo la nostra responsabilità e quanto giovani e donne, sempre più presenti nel settore, siano il cuore pulsante dell’agricoltura. L’Italia e l’Europa si prendano l’onere di un cambiamento radicale a loro sostegno”.

Di estremo supporto la tavola rotonda con l’europarlamentare Annalisa Corrado, la segretaria generale Cittadinanzattiva, Annalisa Mandorino e la consigliera Age Platform Europe, Daniela Zilli.  

Infine, la chiusura dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “La situazione attuale, per il Paese e per l’agricoltura, è complessa. I prezzi aumentano, ma non c’è alcun adeguamento né degli stipendi, né delle pensioni, con l’inevitabile impoverimento progressivo, soprattutto tra la classe medio-bassa. Continueremo, da unica associazione che da subito ha lanciato l’allarme sui rischi per la tenuta sociale, a sollecitare il Governo sull’urgenza di rimettere in sesto la sanità e garantire livelli adeguati di sussistenza alle persone, con l’alimentazione tassello chiave e gli agricoltori motore fondamentale dell’intera filiera. Una battaglia -ha concluso Fini- nient’affatto scontata visto quanto sta accadendo in Europa. Un Fondo unico che ingloba Pac e fondi di coesione non è la soluzione che ci saremmo aspettati da un Commissione che sembrava aver compreso le priorità. Cia continuerà a far sentire la sua voce manifestando a Bruxelles e dialogando finché avrà voce per un’Europa più giusta, più equa, più umana”.

Poi, i titoli di coda con la proiezione del film "Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi".

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

Ue: Cia, in mobilitazione contro fondo unico. Pac mantenga sua autonomia


Cia-Agricoltori Italiani
 si mobilita contro l’ipotesi di un fondo unico in cui la Pac potrebbe essere diluita dopo il 2027
 e aderisce alla petizione del Copa-Cogeca per una politica agricola comune, forte e adeguatamente finanziata. In un momento in cui l'Europa deve affrontare le sfide dall'instabilità geopolitica, del climate change e dei mutamenti del commercio mondiale, Cia ribadisce che la Pac è uno strumento fondamentale per garantire l'accesso a prodotti alimentari sicuri, sostenibili e sostiene le comunità rurali e milioni di agricoltori, contribuendo alla resilienza economica, ambientale e sociale dell'Europa.

Cia è pertanto contraria alla revisione della struttura della Pac, che rischia di essere diluita in un fondo generale, andando in competizione con altre priorità politiche. Questo aumenterebbe l'incertezza e minerebbe la sopravvivenza degli agricoltori europei e il futuro agricolo del continente. La Pac deve rimanere la spina dorsale della strategia alimentare e agricola dell'Ue, come sancito nei trattati, attraverso la sua natura condivisa, la sua struttura e l'assegnazione specifica delle risorse. La politica agricola Ue deve, infatti, rimanere “comune” per non rischiare di frammentare il mercato unico, approfondendo le disuguaglianze tra gli stati membri e minando il reddito degli agricoltori. Integrare la Pac con altre politiche danneggerebbe gli investimenti agricoli a lungo termine nelle aree rurali, nonché l'adozione di innovazioni, il ricambio generazionale e la sostenibilità ambientale. Cia ribadisce, inoltre, che qualunque riforma della Pac deve essere accompagnata da risorse finanziarie adeguate.

Cia appoggia, dunque, la petizione intitolata nosecuritywithoutcap.eu lanciata dal Copa Cogeca con l'obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l'intera comunità agricola europea contro l'idea di un fondo unico che potrebbe indebolire la Pac dopo il 2027, poiché l'approccio perseguito dalla Commissione europea contraddirebbe sia la storia che i suoi stessi messaggi sull'importanza strategica dell'agricoltura.

“Durante l’odierno praesidium del Copa Cogeca -dichiara il vicepresidente nazionale Cia, Matteo Bartolini- si è, inoltre, deciso di orientarsi con fermezza verso i capi di stato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, con una lettera in cui le associazioni e le cooperative agricole ribadiscono la necessità della difesa di una Pac autonoma e richiedono, pertanto, un incontro specifico sul tema, a latere del Consiglio”.

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1 In Evidenza - 23 giu 2025

CIA Abruzzo: "Agea acceleri i pagamenti e semplifichi le procedure per sostenere davvero le aziende agricole"

CIA Agricoltori Italiani Abruzzo, commentando il Rapporto Annuale 2024 di Agea, riconosce i progressi nell’innovazione digitale ma sottolinea criticità ancora troppo pesanti che ostacolano concretamente il lavoro e la competitività delle aziende agricole regionali.

Ritardi nei pagamenti, burocrazia e inefficienze amministrative restano problemi strutturali che penalizzano il settore, già duramente colpito da crisi climatiche, instabilità dei mercati e incremento dei costi produttivi.

“Le imprese agricole abruzzesi non possono più permettersi di attendere mesi per ricevere gli aiuti comunitari e nazionali. La mancanza di liquidità mette a rischio la programmazione aziendale e la sopravvivenza stessa di molte attività”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo.

L’organizzazione agricola sollecita pagamenti puntuali, l’adeguamento ai migliori standard europei e l’eliminazione di una burocrazia che grava inutilmente sulle aziende: moduli ripetitivi, controlli eccessivi, sistemi digitali non sempre affidabili. In particolare, la CIA evidenzia che strumenti innovativi come la Carta Nazionale dell’Uso del Suolo (CNdS) e l’Area Monitoring System (AMS), pur rappresentando un passo in avanti, devono essere resi più precisi, trasparenti e accessibili per evitare contestazioni e rallentamenti.

Fondamentale anche il rafforzamento dei Centri di Assistenza Agricola (CAA): punto di riferimento indispensabile per le imprese, spesso però limitati da carenze operative e burocratiche.

“Servono meno carte e più sostegno concreto, con procedure snelle e assistenza tempestiva. Solo così si potrà rilanciare un’agricoltura competitiva e sostenibile, liberandola dal peso di una macchina amministrativa ancora troppo lenta”, sottolinea Sichetti.

CIA rivolge un appello al Governo e alle istituzioni europee: è il momento di passare dalle parole ai fatti. Accelerare i pagamenti, migliorare gli strumenti digitali, semplificare le procedure e potenziare i CAA sono azioni indispensabili per restituire slancio all’agricoltura abruzzese e nazionale.

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1 In Evidenza - 20 giu 2025

Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al Fondo!

Cia in mobilitazione permanente a difesa della Pac

L'agricoltura è sotto attacco. Cia-Agricoltori Italiani non intende accettare i rischi legati alla proposta di un Fondo unico che riduce le risorse e cancella le specificità agricole.

L'Europa è nata nei campi e la Politica agricola comune è il suo cuore verde. Colpire la Pac vuol dire, dunque, mettere a repentaglio l'Euorpa.

Non arriviamo al Fondo! La Confederazione continua a promettere battaglia e punto per punto spiega perchè.

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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 08 ott 2020

Abruzzo: attivata misura Covid per agricoltori e Pmi

E' stato pubblicato sul sito della Regione Abruzzo con determinazione DPD018/144 del 06/10/2020, il bando Misura 21 – SM 21.1 "Sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e PMI particolarmente colpiti dalla crisi di COVID-19".

Il sostegno è rivolto alle imprese agricole che operano nei settori maggiormente colpiti dalla crisi emergenziale derivante dalla pandemia da Covid-19 in Abruzzo, ed è finalizzato a fornire liquidità alle imprese, tramite l’erogazione di una somma forfettaria “una tantum”. L’individuazione dei settori maggiormente colpiti dalla crisi da Covid-19 in Abruzzo, è avvenuta utilizzando le informazioni e le valutazioni effettuate sulla base dei rapporti dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ISMEA. Sulla base di questi elementi, il tipo di intervento 21.1.1 viene reso accessibile alle aziende agricole dei seguenti settori:


·         lattiero-caseario bovino,

·         carne ovi-caprina,

·         confezionamento olio,

·         agrituristico,

·         florovivaistico,

·         vitivinicolo,

·         orticolo.


Per la documentazione utile alla presentazione della domanda, consultare il sito della Regione Abruzzo al seguente link: https://www.regione.abruzzo.it/content/m21-%E2%80%93-sm-211-sostegno-temporaneo-eccezionale-favore-di-agricoltori-e-pmi-particolarmente

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1 In Evidenza - 08 ott 2020

Olio: via alla raccolta. In Abruzzo crolla la produzione del 33% ma la qualità resta eccellente

Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano ma la qualità di uno dei prodotti simboli del Made in Italy resta eccellente. In particolare in Abruzzo si registra un calo del 33%, nonostante il territorio particolarmente vocato.


È quanto emerge dall’esclusiva indagine condotta dagli osservatori di mercato di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari, che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa, rispetto allo scorso anno, delle regioni centrali e settentrionali.

 

La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.

 

A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente  in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante.
Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio e un calo del 50% rispetto allo scorso anno.


Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva.

Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane.
Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%).

 

Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca.

Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia-Romagna (+52%).

 

L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata.

Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino-Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).

 

“Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente -ha detto il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino-. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”. 

 

“La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto -ha spiegato il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini-. Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.

 

“La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori -ha aggiunto il presidente di Aifo, Piero Gonnelli-. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.


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1 In Evidenza - 07 ott 2020

Bando a favore del settore apicoltura 2020/2021, aperti i termini per la presentazione delle domande

Nel regolamento UE 1308/2013 OCM viene previsto anche per il periodo dal 2020 al 2022 tre bandi annuali a favore del settore dell’Apicoltura. 

I beneficiari sono gli imprenditori apistici che hanno iscritto i propri alveari (almeno 10) presso la ASL nel registro all’anagrafe zootecnica nazionale (BDA) ed aventi sede legale presso la Regione Abruzzo; enti pubblici, associazioni, cooperative e consorzi per la tutela del settore. La spesa ammissibile per gli imprenditori apistici varia in base agli alveari registrati in BDA come di seguito:

Alveari presenti in BDA

da

Alveari presenti in BDA

a

Spesa ammissibile 

(IVA esclusa)

10

51

1.500,00 €

52

150

3.000,00 €

151

300

5.000,00 €

301

500

7.000,00 €


Maggiore di 500

10.000,00 €



Il bando prevede diverse misure per gli imprenditori apistici:

-        SOTTOAZIONE A6- attrezzature per la conduzione dell’apiario, per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione dei prodotti agricoli: il contributo ammissibile è il 50% della spesa ammissibile. 

- SOTTOAZIONE B3 – LOTTA ALLA VARROASI: interventi che incentivano l’acquisto di arnie con fondo a a rete che consentono una più efficiente controllo contro la Varroa (parassita delle api). Il contributo è pari al 60 % della spesa ammissibile ( IVA esclusa), per l’acquisto di arnie antivarroa (solo per gli apicoltori stanziali) la cui spesa massima è fissata a 100€ cadauna (IVA esclusa).  Inoltre la stessa misura finanzia l’acquisto di attrezzature per la lotta contro gli aggressori e e le malattie dell’alverare ( Apicoltori stanziali e nomadi) il contributo anche qui è pari al 60%. 

- SOTTOAZIONE C2.1- acquisto arnie per l’esercizio del nomadismo:    interventi che incentivano l’acquisto Il contributo è pari al 60 % della spesa ammissibile ( IVA esclusa), per l’acquisto di arnie antivarroa  la cui spesa massima è fissata a 100€ cadauna (IVA esclusa) .  Per le aziende che praticano la transumanza obbligatoriamente devono comunicare al seguente indirizzo di PEC  entro 10 giorni lavorativi precedenti allo spostamento delle arnie con il luogo (indirizzo, località,comune,provincia) per eventuali controlli: dpd019@pec.regione.abruzzo.it .

 - SOTTOAZIONE C2.2 – ACQUISTO MACCHINE E ATTREZZATURE PER L’ESERCIZIO DEL NOMADISMO: E’ prevista la concessione di contributi in conto capitale del 50% della spesa ammissibile ( IVA esclusa) per l’acquisto di macchine operatrici attrezzature necessari alla movimentazione, il monitoraggio degli alveari e la loro gestione telematica ad esclusione di automezzi targati ed elaboratori elettronici ( palmari, tablet ecc ). Per le aziende che praticano la transumanza obbligatoriamente devono comunicare al seguente indirizzo di PEC  entro 10 giorni lavorativi precedenti allo spostamento delle arnie con il luogo (indirizzo, località,comune,provincia) per eventuali controlli: dpd019@pec.regione.abruzzo.it .


I limiti di spesa per questa sottoazione sono diversi rispetto alle altre:

Alveari presenti in BDA

da

Alveari presenti in BDA

a

Spesa ammissibile 

(IVA esclusa)

10

51

5.000,00 €

52

150

10.000,00 €

151

300

15.000,00 €

301

500

20.000,00 €


Maggiore di 500

25.000,00 €

 

  • SOTTOAZIONE E1- ACQUISTO SCIAMI ED API REGINE: prevede l’acquisto di sciami e api regine della razza Apis mellifera ligustica , prodotte in Italia. Il contributo ammissibile è del 60% (IVA esclusa) fissata in 90€ per l’acquisto di sciami con regina ed 16€ per l’acquisto di sole api regine. Gli sciami e api regine sono ammesse se corredate da certificazione di idoneità saniatria (rilasciata dalla ASL) e da certificazione rilasciata dal CREA di Bologna attestante l’appartenenza delle api alle sottospecie autoctone Apis mellifera ligusta. L’acquisto massimo non può superare il numero di alveari denunciati. Al collaudo sarà allegato il certificato ASL e il certificato del CREA.

La scadenza del bando è fissata a lunedì 30 novembre.

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1 In Evidenza - 07 ott 2020

Agriturismo: Cia, persi 600 mln in 2020. Ripartire da patrimonio aree interne

Sostenibile e lento, costruito sul valore dell’esperienza all’aria aperta e sull’economia delle relazioni umane, in connessione con l’identità paesaggistica, culturale ed enogastronomica di ogni luogo, a partire dalle aree rurali d’Italia, che la pandemia ha reso alternativa di vita più sana e sicura. Sono questi gli asset e la visione di turismo sui cui puntare per salvare dall’emergenza Covid un settore che vale il 16% del Pil nazionale. A dirlo è Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani che ha fatto il punto sul comparto e le azioni da cui ripartire, nell’annuale Assemblea nazionale a Roma.

Per Turismo Verde-Cia, dunque, il futuro del settore in Italia, si conferma la chiave di volta per la ripresa socioeconomica del Paese. Ne sono leve strategiche gli agriturismi diffusi su tutto il territorio nazionale, ovvero 24 mila strutture per 100 mila addetti, e le aree interne che occupano il 60% della superficie nazionale. Entrambi punti di forza importanti e duramente colpiti dalla pandemia. Nell’arco del 2020, infatti, stando all’analisi di Cia, la crisi da Covid toglierà agli agriturismi più di 600 milioni di fatturato (su un oltre un miliardo annuo di media) e oltre 295 milioni di presenze. Perdite per lo più concentrate nel lockdown e fino a giugno, quando i flussi turistici nelle strutture ricettive italiane, tra presenze e arrivi, hanno ceduto l’89% rispetto al 2019, raggiungendo ad aprile un -96% di presenze e di fatto l’azzeramento degli arrivi (-99%). Poco ha potuto l’avvio dell’estate con giugno che ha fatto registrare un -78% di arrivi e -80% di presenze. Luglio e agosto hanno riportato gli italiani in vacanza, ma senza incidere sul trend complessivo. Nel trimestre estivo la domanda estera è crollata del 65,9%, mentre l’aumento di quella interna è stato di solo 1,1%. In questo scenario non tutte le regioni hanno mostrato pari resistenza. Più forti Toscana, Veneto e Puglia. Mare e montagna hanno tenuto più delle città d’arte, nel primo caso con perdite del 30%, mentre nel secondo quasi del 90%. Fragili per natura, perché ancora prive di servizi e infrastrutture fisiche e digitali adeguate, le aree interne hanno mostrato, di contro, importanti potenzialità con un +5,2% di presenze interne nelle località rurali e di collina, e un +2,7% in quelle montane.

Numeri in calo, ma anche nuove tendenze, indicano secondo Turismo Verde-Cia, la strada da percorrere puntando sul patrimonio rappresentato dalle aree interne d’Italia che meglio conciliano il rispetto delle regole anti-Covid con la ricerca dell’esperienza turistica autentica, promotrice di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, tra riscoperta di paesaggi e piccoli borghi, tradizioni e piatti tipici. Nessuna ripresa sarà poi possibile, senza una reale svolta nell’economia delle relazioni su cui Turismo Verde rilancia, guardando al progetto Cia “Il Paese che Vogliamo” che del dialogo sul territorio tra istituzioni, enti e associazioni ha fatto il motore del cambiamento e della rinascita delle aree rurali.

“Dal Bonus Vacanze alla sospensione di Imu e Tari, abbiamo raggiunto in questi mesi importanti risultati a tutela degli agriturismi di tutta Italia -ha commentato il presidente di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio-. Ora occorre non allentare il filo con le regioni, molte delle quali ancora non rendono accessibili i contributi a fondo perduto previsti dal Dl Rilancio. Inoltre -ha aggiunto- è necessario rifinanziare la cambiale agraria strumento di accesso al credito agile e libero da lacciuoli burocratici, che  ha già dimostrato di essere una boccata d’ossigeno per agricoltori e operatori agrituristici”.

“C’è poi la grande opportunità del Recovery Fund -ha dichiarato Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani- Lavoriamo insieme con il Governo e sul territorio affinché dia il giusto spazio e progetti mirati alla promozione delle aree interne coinvolgendo gli agriturismi”.

L’appuntamento ha visto l’intervento di Cosimo Durante, consigliere della ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, impossibilitata a partecipare per il coincidente Cdm.

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1 In Evidenza - 01 ott 2020

Cinghiali in autostrada: Cia, situazione fuori controllo. Avanti su nostra riforma legge

La sciagura stradale avvenuta stanotte nel tratto della novarese della A26, causata ancora una volta dall'impatto tra cinghiali e un'autovettura, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi drammatici che vede protagonisti gli animali selvatici. E’, dunque, urgente intervenire su una questione ormai fuori controllo. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, rilanciando la sua proposta di modifica alla legge 157/92 che regola la materia, su cui è mobilitata anche attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo”.

Una riforma radicale, già presentata a Camera e Senato, nata dopo il sostanziale flop delle misure tampone adottate negli ultimi anni -spiega Cia-. Il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900 mila capi in Italia nel 2010 ai quasi 2 milioni di oggi (+111%), crea danni milionari all’agricoltura (circa 50-60 milioni di euro l’anno), e non solo. Aumenta il rischio di malattie (in aumento in Europa i casi di Peste Suina Africana), provoca incidenti stradali sempre più frequenti –circa 10mila ogni anno- e minaccia la sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane.

Per questo è necessario riscrivere e aggiornare la legislazione sulla fauna selvatica, ormai obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico che su quello ambientale. Per invertire la rotta, la proposta normativa lanciata da Cia: sostituire il concetto di “protezione” con quello di “corretta gestione”, non delegare all’attività venatoria le azioni di controllo della fauna selvatica, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario; rafforzare l’autotutela degli agricoltori e garantire il risarcimento integrale dei danni subiti.

 

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2 In Evidenza - 01 ott 2020

Convenzione Cia e Studio Cesaroni, attivato il servizio di sorveglianza sanitaria itinerante rivolto agli associati dato

Attivato il servizio di sorveglianza sanitaria itinerante rivolto agli associati datori di lavoro e ai loro dipendenti. Visite mediche preventive e periodiche e certificato di idoneità alla mansione, sopralluogo con cadenza annuale nei locali di lavoro, individuazione delle misure preventive e protettive, sono alcune delle prestazioni previste nella convenzione stipulata a livello regionale con lo Studio Cesaroni di San Salvo. “Prosegue il progetto ‘Agricoltura in sicurezza’ che stiamo portando avanti da alcuni anni”, afferma il direttore di Cia Chieti-Pescara Alfonso Ottaviano, “nello specifico in questo periodo attraverso delle stazioni mobili stiamo effettuando su tutto il territorio provinciale visite da parte di un medico competente. Un servizio fondamentale in un momento in cui la sicurezza ricopre un ruolo ancora più importante”. “La convenzione stipulata con Cia ci permette di erogare alle aziende associate una serie di servizi, tra cui quello della sorveglianza sanitaria, che ricordiamo essere indispensabile”, dichiara Danilo Bolognese dello Studio Cesaroni, “Vengono effettuati, direttamente in sede, prelievi e tutto il necessario per il rilascio dell’idoneità. Cerchiamo di non sottovalutare questo adempimento poichè è una premura nei confronti del dipendente ma soprattutto una tutela per l’azienda agricola”.Con il Covid 19 è necessario adottare ulteriori misure di prevenzione”, conclude Ottaviano, “e, oltre alla parte informativa che quotidianamente viene svolta nei nostri uffici, saremo sempre pronti a dare alle aziende gli strumenti adeguati e un supporto costante al fine di lavorare in sicurezza”.

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