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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 17 dic 2020

Assemblea Anp-Cia: per “riprogettare il futuro” più pensioni, sanità e servizi

Pensioni più alte, puntando sulla revisione degli assegni al minimo, accompagnate da una riorganizzazione e da un rilancio di sanità e servizi dei territori, partendo dalle aree rurali, per garantire agli anziani una qualità della vita dignitosa e sicura. Soprattutto ora con la pandemia in atto. Questo il messaggio lanciato da Anp, l’Associazione pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, nel corso della sua Assemblea nazionale “Pensioni-Sanità-Servizi. Riprogettiamo il futuro”, che si è tenuta oggi in webinar con la partecipazione della ministra delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti.

Occhi puntati prima di tutto sulla situazione Covid in Italia. “Permangono, a oggi, tutti gli elementi di preoccupazione circa il controllo e il contenimento dei contagi -ha detto nella sua relazione il presidente di Anp, Alessandro Del Carlo- con la conseguente pressione sulle strutture sanitarie e su tutti i servizi connessi alla cura delle persone coinvolte, nonché in relazione ai sistemi di tracciamento e prevenzione del contagio. Gli anziani stanno pagando un prezzo altissimo in termini di decessi. Si aggravano, inoltre, le condizioni dei malati cronici, mentre si sono ridotti di oltre il 50% gli screening oncologici”.

In questo senso, l’Anp-Cia ha confermato nell’Assemblea l’orientamento, più volte espresso, riguardo alla necessità di un comportamento individuale e collettivo teso alla responsabilità e al rispetto delle indicazioni provenienti dalle autorità sanitarie e dai decreti emanati al riguardo. In merito al vaccino, la cui distribuzione è prevista da gennaio, occorre che la somministrazione, secondo le indicazioni delle autorità sanitarie, sia rivolta prioritariamente alle persone anziane, in quanto soggetti a rischio fragilità.

Preoccupazione e allarme estesi anche allo stato dell’economia, precipitata in una grave fase di crisi che “sta producendo un aumento delle diseguaglianze e del disagio sociale, nonché l’aumento dei fenomeni di povertà, particolarmente diffusi fra gli anziani, soprattutto tra i pensionati con assegni al minimo e residenti nelle aree interne e rurali -ha osservato Del Carlo- alle prese con ataviche carenze di servizi che ne compromettono la sicurezza sociale e la qualità della vita”.  

L’Assemblea di Anp, pertanto, ha sollecitato il Governo e il Parlamento affinché nella legge di Bilancio 2020, o interventi collegati, siano previsti interventi per l’aumento delle pensioni minime. “Una revisione del trattamento pensionistico per gli agricoltori è imprescindibile -ha ribadito il presidente nazionale dell’Associazione- per garantire giustizia ed equità sociale e per favorire il ricambio generazionale. Gli agricoltori, per esempio, con pensioni minime tra le più basse, ferme a 515 euro, sono costretti a rimanere a lavoro nei campi fino a tarda età”.

L’Assemblea di Anp-Cia ha, quindi, espresso apprezzamento per l’importante lavoro svolto dalle organizzazioni territoriali dell’Associazione, finalizzato a dare continuità alle iniziative sindacali e alle attività sociali, sia pure nelle condizioni consentite dalle restrizioni imposte e dalle precauzioni consigliate. Un lavoro politico e sindacale che deve proseguire, per sensibilizzare le diverse rappresentanze parlamentari dei territori, così come del livello nazionale, affinché le rivendicazioni contenute nella piattaforma Anp possano trovare risposta nei prossimi provvedimenti di Governo e Parlamento.

“Gli effetti della pandemia hanno messo in evidenza il legame stretto che esiste fra organizzazione economica e sistema dei servizi, a cominciare da quello socio-sanitario, affermando nella coscienza collettiva la consapevolezza del valore dei beni pubblici, a cominciare dalla sanità -ha continuato Del Carlo-. Ora il rilancio economico dei territori, in particolare delle aree interne e rurali, deve passare attraverso la dotazione di un sistema infrastrutturale e dei servizi in grado di sostenere la crescita economica assieme alla tutela sociale e alla qualità della vita delle persone”.

Ciò significa, ha concluso il presidente di Anp, “una nuova visione dello sviluppo che metta al centro la cura delle persone e il governo del territorio, traguardando la crescita economica, la sostenibilità ambientale e il progresso sociale”, come indicato dall’ultimo documento Cia “Agricoltura, Territorio, Società; riprogettiamo il futuro”.

“L’agricoltura è pronta a esercitare un ruolo da protagonista all’interno di un progetto di rilancio del Paese -ha aggiunto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, concludendo l’Assemblea di Anp-. Un progetto che prevede scelte importanti anche per rispondere alle condizioni di disagio sociale degli anziani e restituire dignità ai pensionati, prima di tutto quelli al minimo come gli agricoltori, che nella loro vita lavorativa hanno assicurato beni essenziali alla società, come il cibo, la tutela del territorio, la cura del paesaggio”.

 

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1 In Evidenza - 16 dic 2020

Covid: Cia, su portale spesa a domicilio arrivano i cesti di Natale

Un cesto di Natale con il meglio delle tipicità enogastronomiche del territorio. Dopo i prodotti agricoli freschi e i piatti della domenica preparati dagli Agrichef, arrivano sul portale per la consegna a domicilio di Cia-Agricoltori Italiani anche i tradizionali pacchi natalizi, da regalare a parenti o amici, senza muoversi di casa, con un semplice click all’indirizzo https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/.

L’obiettivo è doppio: da un lato sostenere le aziende agricole e agrituristiche fiaccate dal Covid, con perdite reddituali importanti, soprattutto legate alle misure restrittive per il canale ristorazione, che significa un danno di quasi 41 miliardi di euro per l’agroalimentare; dall’altro lato, incentivare la scelta di doni utili, in un momento di incertezza economica, puntando sul cibo che si conferma al top della classifica anche come idea regalo.

Mai come quest’anno, con nuovi livelli di povertà per effetto della pandemia e oltre 2 milioni di famiglie a rischio, le tredicesime restano comunque destinate prima di tutto a bollette, scadenze fiscali e risparmio -sottolinea Cia-. L’80% degli italiani, quindi, opterà per regali utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola”. Pacchi o cesti quasi tutti di taglia ridotta, rispetto agli anni scorsi, che il 45% delle famiglie riempirà con prodotti locali e caratteristici. Tra i più gettonati, ci sono vino, spumante, panettone e torrone, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, pasta da grani antichi, legumi, miele e formaggi tipici.  

Ordinare i cesti di Natale degli agricoltori sul portale Cia è assolutamente semplice. Bastano pochi secondi per individuare la regione d’interesse e, quindi, visualizzare quali tra le aziende più vicine offrono questo servizio e procedere all’ordine. Saranno gli stessi produttori a consegnare il pacco regalo a domicilio, nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Covid.

“E’ un periodo difficile per tutti -afferma il presidente di Cia, Dino Scanavino- ma a Natale si può essere un esempio di solidarietà acquistando regali utili da piccole imprese e aziende agricole locali. Basta davvero poco per dare un sostegno e premiare al contempo la qualità, la tipicità e la salubrità dei prodotti degli agricoltori italiani, che non si sono mai fermati”.

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1 In Evidenza - 15 dic 2020

Presentato l’opuscolo informativo "Coronavirus SARS-CoV-2: Contributo alla comprensione della pandemia COVID-19"

Nasce da un’idea dell’Associazione Nazionale Pensionati l’opuscolo "Coronavirus SARS-CoV-2: Contributo alla comprensione della pandemia COVID-19" realizzato con la collaborazione di Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo e la supervisione scientifica del dottor Arturo Di Girolamo, Infettivologo dell'Asl Lanciano-Vasto-Chieti e membro del GTS Regione Abruzzo. Un contributo che fornisce in modo chiaro e sintetico tutte le informazioni utili riguardo il virus: malattia, sintomi e principali modalità di trasmissione. Sono 30mila le copie già in stampa a cui hanno contribuito anche l’Istituto Acustico Maico e l’UnipolSai Assicurazioni - Agenzia Generale Unipescara.

“Il nostro obiettivo è da un lato dare un piccolo contributo alla miglior comprensione della pandemia da SARS-CoV-2, dall’altro dare un segnale di quanto siano importanti per noi le future generazioni”, afferma Dino Bruno, Presidente Associazione nazionale pensionati della Cia d'Abruzzo. 


“Al contrario dei microrganismi noi umani siamo dotati di un pensiero razionale che ci permette di comprendere progressivamente quali siano le strategie messe in atto da questo nemico invisibile, dandoci l'opportunità di difenderci e di combatterlo, con l'obiettivo di sconfiggerlo definitivamente”, dichiara Arturo Di Girolamo, Infettivologo della ASL2 Lanciano - Vasto - Chieti e membro del GTS Regione Abruzzo che ha voluto sottolineare l’importanza del vaccino come strumento di prevenzione della malattia, fondamentale per evitare complicazioni soprattutto nelle persone più vulnerabili.


“La pubblicazione di questo opuscolo vuole essere uno strumento per accrescere la responsabilità individuale, collettiva e politica del periodo difficile che stiamo vivendo. Una responsabilità che non può esserci senza una adeguata consapevolezza e quindi senza una adeguata conoscenza che con questo contributo abbiamo voluto fornire”, ha concluso Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo.


L’opuscolo sarà consegnato ai tesserati Cia e sarà presente negli studi medici. Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio Cia più vicino.


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1 In Evidenza - 15 dic 2020

Legge di Bilancio: Cia, più fondi per lo stoccaggio dei vini di qualità

Stanziare altri fondi per lo stoccaggio dei vini di qualità, attraverso la nuova legge di Bilancio, includendo non solo i vini sfusi ma anche quelli imbottigliati. Lo chiede Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando che in Parlamento ci sono già numerosi emendamenti in questa direzione presentati da quasi tutte le forze politiche.

La pandemia sta avendo effetti drammatici sul comparto, tra il forte calo delle vendite a fronte della chiusura, totale o parziale, della ristorazione sia in Italia che all’estero, e il conseguente freno delle esportazioni, con una riduzione stimata a fine 2020 del 4,6% pari a -300 milioni di euro.

Per questo, Cia ha accolto positivamente il decreto del Ministero delle Politiche agricole, con lo stanziamento di risorse dedicate allo stoccaggio dei vini Dop e Igp. Tuttavia, la dotazione finanziaria di 9,5 milioni di euro non si è rivelata sufficiente a soddisfare le richieste da parte dei produttori. Ecco perché, in vista dell’approvazione della legge di Bilancio, Cia ha proposto che il fondo sia incrementato e che riguardi non solo i vini sfusi, ma anche quelli imbottigliati.

“Abbiamo appreso con favore la presentazione di emendamenti da parte di quasi tutti i gruppi politici delle proposte avanzate da Cia -ribadisce il presidente nazionale Dino Scanavino-. Confidiamo ora nella sensibilità del Governo affinché ci sia un accoglimento definitivo”.

D’altro canto, il comparto del vino di qualità, che rappresenta una delle punte di diamante della produzione e dell’export Made in Italy, con un crescente peso sulla bilancia commerciale, è tra quelli più a rischio. È necessario, dunque, mettere in campo misure di sostegno capaci di andare incontro alle tante aziende che, in questo momento, lavorano a basso regime, nonostante la vendemmia di altissima qualità.

 

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1 In Evidenza - 15 dic 2020

Ue: PescAgri, riduzione giornate in mare nuova minaccia per filiera al -40% dopo pandemia

Porre un veto al Consiglio Ue Agrifish, per contrastare la proposta di Bruxelles di riduzione del 15% le giornate di pesca nel Mediterraneo occidentale, che potrebbe essere estesa anche all’Adriatico. E’ questo l’appello dell’Associazione PescAgri al Governo e alla ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, per evitare di dare un colpo mortale alla filiera ittica, già in forte sofferenza per le pesanti ripercussioni della crisi pandemica. Secondo il presidente PescAgri, Antonino Algozino: “Il Covid non ha risparmiato il settore ittico nazionale e in particolare quello delle marinerie, che operano quasi esclusivamente nel Mediterraneo. Si è registrato un calo del fatturato del 40% rispetto al 2019, con la chiusura di importanti segmenti di mercato, come il canale Ho.Re.Ca., che ha portato a un surplus di prodotto e al crollo dei prezzi, oltre a una generale contrazione dei consumi pro capite, aggravata dall’incertezza delle imminenti festività natalizie”.

A queste difficoltà si aggiungono le problematiche derivanti dalla gestione delle acque territoriali ed internazionali, dall'applicazione dei piani di gestione per lo sforzo di pesca e dei regolamenti emanati o da emanare in seno alla Commissione Ue, che ora prevedono un’ulteriore diminuzione delle giornate di pesca per l'anno 2021. Questo piano europeo, secondo Algozino,  “metterebbe seriamente a rischio migliaia di imbarcazioni dei nostri pescatori, impossibilitati a raggiungere la sostenibilità economica necessaria a proseguire l’attività”.

L’Associazione PescAgri mostra, dunque, solidarietà e vicinanza al comparto in difficoltà e auspica che le nostre istituzioni mettano in moto un’intensa attività di mediazione con la Commissione Ue a difesa del settore ittico, per riequilibrare le risorse alieutiche del Mediterraneo, in modo che i piani di gestione possano essere frutto di una condivisione tra operatori del settore, Stati membri e Paesi extraeuropei. Senza dimenticare il ruolo strategico dell’Italia nelle scelte politiche da attuarsi sul Mare Nostrum nel prossimo futuro con la programmazione del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP 2021-2027).

“Auguriamo, infine, -conclude Algozino- una rapida risoluzione delle azioni diplomatiche per la liberazione dei pescatori italiani sequestrati in Libia, affinché possano ricongiungersi con le rispettive famiglie prima di Natale”.

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1 In Evidenza - 14 dic 2020

Covid: Turismo Verde-Cia, no a canone RAI per agriturismi. Governo intervenga

Per contenere la diffusione del Covid gli agriturismi, così come ristoranti e hotel, hanno dovuto accettare sin da marzo, restrizioni significative, il lockdown e il coprifuoco. Eppure una volta chiuse, queste stesse strutture hanno dovuto, senza riduzioni o sospensioni, pagare integralmente il canone RAI speciale, ovvero riservato ad attività ricettive e canale Horeca. Un fatto incomprensibile per Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che oggi scrive alla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, affinché solleciti l’intervento sulla materia, da parte del Governo. 

 

Su questo fronte, chiarisce Turismo Verde-Cia, è stato solamente posticipato dal 30 aprile al 30 giugno 2020, il pagamento della seconda rata con cadenza trimestrale. Azione per l’Associazione, chiaramente non sufficiente né coerente con lo stop imposto alle attività.

 

Le imprese agrituristiche con più di un apparecchio in uso, spiega ancora Turismo Verde-Cia, sono tenuti a pagare 407,35 euro l’anno (con quota semestrale pari a 207,82 euro e trimestrale di 108,07 euro). Inoltre, il canone RAI speciale, come affermato dalla Cassazione "costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio" (sentenza 20 novembre 2007, n. 24010). La Consulta, nel 2002decise poi che, nonostante in origine sembrasse un corrispettivo per la fruizione, "il canone ha da tempo assunto natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge" e legata al possesso del device, non al suo utilizzo.

 

Dunque, secondo Turismo Verde-Cia, l’eccezionalità dell’emergenza per il Covid la crisi che ha investito il settore agrituristico per le forti restrizioni, rendono il pagamento del canone speciale RAI non una priorità e la sua sospensione, non penalizzante il regolare e ottimale svolgimento del servizio pubblico. 

 

“Il Governo -scrive il presidente nazionale di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio nella lettera appello alla ministra Bellanova -dovrebbe, come segnale minimo di comprensione e vicinanza al settore agrituristico, rivedere le misure intraprese e inserire una riduzione del canone, ad esempio del 25% come ha già deliberato la SIAE - per riportare solo un precedente nel settore privato - o riconoscere come non dovuto il pagamento del canone RAI speciale da parte di queste imprese nel 2021”.

 

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