News Chieti-Pescara
INAC - 18 mar 2024

Pensione anticipata lavori usuranti, domande entro maggio 2024

Pensione a 62 anni con meno di 36 anni di contributi. L'Inps fornisce le istruzioni operative per il riconoscimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti, tali da consentire l'accesso alla pensione a 62 anni di età. Quindi i criteri per l'assegnazione dello stato di lavoratore usurante o notturno. 

Categorie

Alla misura possono accedere coloro che sono impiegati in mansioni particolarmente usuranti, come pure chi generalmente lavora di notte. Sono tre le categorie a cui si rivolge l’agevolazione in oggetto e vale tanto per i lavoratori pubblici quanto per i privati che:


svolgono mansioni particolarmente usuranti, quali:

Lavori in galleria, cava o miniera, mansioni svolte in sotterraneo
Lavori nelle cave, mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale
Lavori nelle gallerie, mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento
Lavori in cassoni ad aria compressa
Lavori svolti dai palombari
Lavori ad alte temperature, mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti ad operazioni di colata manuale
Lavorazione del vetro cavo, mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio
Lavori espletati in spazi ristretti e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte all’interno di spazi ristretti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture
Lavori di asportazione dell’amianto.
svolgono turni notturni per gran parte dell’anno;
sono addetti alla linea catena;
conducono veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.
 

A seconda della categoria, se lavoratore subordinato o autonomo, nonché del numero di notti effettuate nel corso dell’anno ci sono dei requisiti differenti da soddisfare.


Requisiti


 Per tutte le categorie sopra indicate, nonché per chi svolge lavoro notturno per almeno 78 notti l’anno, il diritto alla pensione si raggiunge una volta che l’età e i contributi raggiungono il risultato di 97,6.

 L’età anagrafica però deve essere di almeno 61 anni e 7 mesi, mentre l’anzianità contributiva di 35 anni. Di fatto, questi possono andare in pensione:

a 62 anni e 6 mesi di età con 35 anni di contributi;
a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni e 11 mesi di contributi.
 

Questi requisiti si applicano solamente nel caso dei lavoratori subordinati. Per gli autonomi si parla invece di quota 98,6, dove gli anni di contributi sono sempre 35 mentre il requisito anagrafico sale a 62 anni e 7 mesi. Lo stesso vale per i lavoratori dipendenti impiegati in turni lavorativi per almeno 72 notti l’anno ma che non raggiungono le 78 notti richieste per quota 97,6.
 

 La domanda può essere inviata entro il 1° maggio 2024.

Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti. Prenota un appuntamento su Whatsapp allo 085 9210848.



News Chieti-Pescara
In Evidenza - 12 mar 2024

Milleproroghe, le novità per il settore agricolo

La Legge n. 18 del 23 febbraio, che converte il Decreto Milleproroghe (Decreto n. 215 del 30 dicembre), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 49/2024, include diverse disposizioni, tra cui la proroga dell'esenzione Irpef per gli agricoltori.

Per quanto riguarda i dettagli dell'esenzione, essa prevede quanto segue:

- Esenzione per due anni per i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro.
- Riduzione del 50% per i redditi tra 10.000 e 15.000 euro.

L'accordo raggiunto tra il Ministero dell'Agricoltura e il comparto agricolo comprende diverse misure di sostegno:

1. Contenimento della diffusione della farina di insetti: Il governo si impegna a contenerne la diffusione tramite etichettature chiare e scaffali separati.



2. Divieto di vendita dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione: Si assicura che non vi sia la vendita al di sotto dei costi di produzione, garantendo un giusto prezzo agli agricoltori.



3. Rafforzamento dei controlli contro le pratiche sleali: Si rafforzeranno i controlli per contrastare le pratiche sleali nell'ambito agricolo.



4. Potenziamento di Ismea: Ismea verrà potenziata nel tempo per diventare una valida garanzia per gli agricoltori che si rivolgono agli istituti bancari.



5. Stanziamento di fondi di emergenza: Sono stati stanziati 300 milioni di euro per il prossimo triennio per far fronte alle emergenze nel settore agricolo.



6. Riforma del sistema assicurativo: Si lavorerà a una riforma del sistema assicurativo per ridurre i costi delle polizze, ampliare la platea degli assicurati e sostenere gli agricoltori contro i rischi catastrofali.



7. Sostegno alle filiere italiane al 100%: Si intende sostenere le filiere italiane al 100%, rafforzando il vincolo di origine italiana delle produzioni.



8. Gestione della fauna selvatica: Si elaborerà un piano straordinario per ridurre i danni causati dalla fauna selvatica all'agricoltura, e si chiede la collaborazione delle Regioni.



9. Revisione della direttiva Habitat: Si esprimerà la posizione italiana in Europa per una revisione della direttiva Habitat, basata su dati scientifici, per contenere il numero dei grandi carnivori che danneggiano l'allevamento.



Il governo sottolinea che non esiste una soluzione miracolosa per i problemi derivati da politiche europee che hanno visto gli agricoltori come avversari anziché alleati dell'ambiente. Si impegna quindi a promuovere un cambiamento di prospettiva, considerando gli agricoltori come custodi dell'ambiente.


Per maggiori informazioni e per ricevere una consulenza personalizzata prendi un appuntamento su Whatsapp al numero 085 9210848.



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In Evidenza - 08 mar 2024

Cia Chieti-Pescara celebra l'8 Marzo: in Abruzzo oltre 15.000 imprese guidate da donne ma occorrono più incentivi

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Cia Chieti-Pescara si unisce alla celebrazione e al riconoscimento del ruolo fondamentale delle donne nel settore agricolo dell'Abruzzo. I recenti dati statistici evidenziano che oltre 15.000 imprese agricole sono guidate da donne nella regione, rappresentando il 35% del totale delle imprese agricole abruzzesi.


Questo dato, che supera la media nazionale, sottolinea il contributo straordinario delle donne abruzzesi alla crescita economica e al progresso sociale della regione. L'Abruzzo si piazza al quinto posto in Italia per l'incidenza di imprenditrici agricole, dimostrando un impegno senza pari nel promuovere l'eguaglianza di genere e l'opportunità imprenditoriale per le donne.


Tuttavia, è importante sottolineare che nonostante il significativo contributo delle donne nel settore agricolo, mancano provvedimenti dedicati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e nella Politica Agricola Comune (PAC). Le agricoltrici sono state escluse dagli incentivi ad hoc della misura “Più Impresa”, non rifinanziata dall’ultima legge di Bilancio, e colpite dal netto peggioramento di “Opzione Donna”.


La Presidente di Donne in Campo-Cia Abruzzo, Annamaria D’Alonzo, ribadisce l'importanza di promuovere politiche e iniziative che sostengano e valorizzino il ruolo delle imprenditrici agricole: "È fondamentale sottolineare che, tuttora, alle agricoltrici, così come a tutte le lavoratrici autonome, viene riconosciuta solo la maternità obbligatoria, con un’indennità economica spesso insufficiente. È preoccupante constatare che non sono coperte né la maternità a rischio né il congedo parentale per assistere familiari con disabilità. Questa situazione evidenzia la necessità urgente di riforme e politiche che garantiscano diritti e protezione sociale per tutte le donne lavoratrici”, continua D’Alonzo, “In questa Giornata riconosciamo l'importanza di adottare misure concrete per garantire l'uguaglianza di genere e il sostegno all'imprenditoria femminile nel settore agricolo".




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INAC - 06 mar 2024

Proroga Ape Sociale 2024: tutte le novità previste dalla Legge di bilancio

La legge di bilancio 2024 ha previsto la proroga della cosiddetta Ape Sociale fino al 31 dicembre 2024. L'Ape Sociale, è un meccanismo sperimentale che permette ai lavoratori in situazioni di disagio di poter andare in pensione anticipatamente.

Categorie interessate

Nessuna novità per quanto riguarda le categorie interessate, che restano quelle previste dalla legge 232/2016 (disoccupati, invalidi almeno al 74%, caregivers, gravosi). In particolare, per quanto riguarda le professioni gravose, oltre alle categorie standard previste dall’allegato C della legge 232/2016 il beneficio continua ad applicarsi anche alle 23 categorie introdotte dal 2022 dalla cd. commissione Damiano. Così come restano le agevolazioni contributive per edili e ceramisti.

Tra i beneficiari del provvedimento vi sono anche i "soggetti che al momento della richiesta e da almeno sei mesi assistono il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave ai sensi della legge n.104/1992" e gli "invalidi con un grado di invalidità pari o superiore al 74%", in entrambi i casi con almeno 30 anni di contribuzione.

Secondo quanto previsto dall'art.38, comma 5, della legge n.448/1998 gli invalidi di guerra di 1ª categoria sono automaticamente considerati disabili con handicap grave ai sensi della legge n.104/1992; gli invalidi di guerra di altre categorie necessitano invece del riconoscimento da parte della ASL di competenza.

Introdotta incumulabilità della prestazione con redditi da lavoro dipendente autonomo

Viene, invece, introdotta l’incumulabilità della prestazione con i redditi da lavoro dipendente ed autonomo fatta eccezione per i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale entro il limite annuo di 5.000 euro. In caso di svolgimento di attività lavorativa o autonoma o occasionale autonoma, con reddito superiore ai 5.000 euro annui, si decade dalla prestazione. Ai fini della decadenza rilevano le attività svolte dalla decorrenza della prestazione fino al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia.

Così come ai fini del superamento del requisito reddituale, per il lavoro autonomo occasionale, si fa riferimento al reddito annuo percepito nel periodo di godimento dell’Ape, quindi rilevano anche i redditi riferiti ad attività svolta nel periodo precedente la decorrenza della prestazione e nel periodo successivo al compimento dell’età per la vecchiaia.


Coloro che hanno ricevuto la certificazione dei requisiti di accesso in anni precedenti il 2024, sono soggetti al vecchio limite di incumulabilità, che prevede la compatibilità con i redditi da lavoro dipendente o parasubordinato nel limite di euro 8.000 annui e con i redditi da lavoro autonomo entro il limite di euro 4.800.

Le scadenze per la presentazione delle domande

Confermate le scadenze per la presentazione delle domande di certificazione dei requisiti di accesso:
  • dal 1° gennaio al 31 marzo (istanza tempestiva);
  • dal 1° aprile al 15 luglio;
  • dal 16 luglio al 30 novembre (istanza tardiva).


Per maggiori chiarimenti e informazioni prenota un appuntamento al numero unico 085 9210848 oppure rivolgiti ai nostri uffici.





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INAC - 28 feb 2024

Pensione lavoratori "precoci", quali sono i requisiti per averne diritto

Per richiedere la pensione anticipata per i lavoratori "precoci" che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi, servono almeno 12 mesi di effettivo lavoro prima dei 19 anni di età, oltre che gli ulteriori requisiti previsti dalla norma.

Sono lavoratori “precoci” coloro che hanno svolto attività lavorativa prima del compimento dei 19 anni di età, per almeno 12 mesi effettivi, anche se in modo non continuativo. 


La certificazione può essere richiesta:

  • dai lavoratori e dalle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato,
  • dai lavoratori e dalle lavoratrici iscritte presso le gestioni speciali dei lavoratori autonomi (Artigiani, Commercianti e Coltivatori diretti, Coloni e Mezzadri), purché, in entrambi i casi, possano rientrare in una delle categorie meritevoli di tutela, così come indicate dalla legge e di seguito specificate. 


Per accedere alla pensione per lavoratori “precoci” bisogna trovarsi in una delle quattro condizioni che seguono:


  • essere in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’art. 7, Legge n. 604/1966, e aver concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione spettante da almeno tre mesi;
  • assistere e convivere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, Legge n. 104/1992. Dal 1° gennaio 2018, rientrano in tale categoria anche i soggetti che assistono, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti. 
  • avere una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • essere lavoratore o lavoratrice dipendente addetto alle cosiddette attività gravose e che svolgere tali attività da almeno sette anni negli ultimi dieci o da almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento, oppure essere un lavoratore o una lavoratrice che svolge lavori usuranti.


Per l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori “precoci” è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa. Questo trattamento pensionistico, infatti, non è cumulabile con i redditi da lavoro subordinato ed autonomo, prodotto in Italia e all’estero, per il periodo che intercorre tra la decorrenza di pensione e fino a quello che sarebbe stato il momento di perfezionamento dei requisiti previsti per la pensione anticipata per la generalità dei lavoratori.


Se il titolare di pensione percepisce, in questo periodo, redditi da lavoro, la pensione è sospesa fino alla conclusione del periodo di anticipo, con l’eventuale recupero da parte dell’INPS delle somme di pensione percepite indebitamente.

La pensione per lavoratori “precoci” è soggetta alla “finestra mobile” di 3 mesi. La pensione, quindi, fermo restando il perfezionamento di tutti i requisiti previsti dalla legge, potrà avere decorrenza dal 1° giorno del mese successivo alla presentazione della relativa domanda.




News Chieti-Pescara
In Evidenza - 13 feb 2024

Decontribuzione per mamme lavoratrici, anche in agricoltura

La legge di bilancio per il 2024 ha introdotto il "Bonus mamme", che consiste nell'esenzione dalla contribuzione previdenziale pari al 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di 3.000 euro all'anno, suddivisibili su base mensile, per le donne con almeno tre figli.

In via sperimentale per il 2024, il bonus è esteso anche alle madri con due figli.

L'agevolazione è destinata a tutte le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato (incluse quelle agricole, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato. Le lavoratrici domestiche non sono considerate idonee.

Le madri che soddisfano i requisiti a gennaio 2024 possono beneficiare dell'esonero a partire da quel mese. Se il secondo figlio nasce durante l'anno, il bonus sarà valido dal mese di nascita fino al decimo anno del bambino.

Nel 2025 e nel 2026, il beneficio è concesso alle madri con la nascita del terzo figlio e dura fino al diciottesimo anno dell'ultimo figlio.




Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti, rivolgiti ai nostri uffici o prendi un appuntamento su Whatsapp al numero unico 085 9210848.



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In Evidenza - 09 feb 2024

Trascinamento di giornate per i lavoratori agricoli: scadenza il 23 Febbraio 2024

Il "Trascinamento giornate" è il beneficio previdenziale a favore dei braccianti agricoli che, a causa di calamità eccezionali o atmosferiche non abbiano raggiunto il numero minimo di giornate di effettivo lavoro. 

L'agevolazione consiste nel riconoscimento ai fini previdenziali e assistenziali, in aggiunta alle giornate di lavoro prestate nell’anno 2023, di un numero di giornate necessarie al raggiungimento  di quelle svolte nell'anno precedente.

Il beneficio è riconosciuto anche ai piccoli coloni e ai compartecipanti familiari delle aziende che abbiano beneficiato dei medesimi interventi.

Il requisito necessario è avere svolto nell’anno 2023, almeno cinque giornate di lavoro:

  • presso un’impresa agricola di cui all’articolo 2135 c.c.;
  • che abbia fruito di almeno uno degli interventi di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo n. 102/2004;
  • che ricada in un’area dichiarata calamitata dalla Regione competente.
     

Inoltre si richiede che le 5 giornate siano state svolte presso lo stesso datore di lavoro. 

Le aziende interessate sono tenute a inviare la dichiarazione di calamità entro la data del 23 febbraio 2024



Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti.

Prendi un appuntamento al numero unico 085 9210848 .



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In Evidenza - 09 feb 2024

Protocollo d'intesa per contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura: commento del Presidente Bomba

Soddisfazione di Cia per la firma del Protocollo d’Intesa per contrastare lo sfruttamento lavorativo nell'agricoltura. L’accordo, firmato da Regione Abruzzo, Enti, Istituzioni, Associazioni di categoria, Sindacati, Associazioni di Promozione Sociale e Organismi di formazione, rappresenta un passo significativo verso la promozione di una cultura della legalità e della tutela del lavoro nella nostra regione.


Il Protocollo recepisce il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e si impegna a definire una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo, conformemente agli Accordi Stato-Regioni e Nazionali per la lotta al lavoro sommerso per il triennio 2023-2025.


Il Presidente della Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, ha accolto con favore questa importante iniziativa, "Il Protocollo d'intesa costituisce un passo avanti fondamentale nella lotta contro lo sfruttamento lavorativo nel settore agricolo della nostra regione.  La collaborazione tra le istituzioni, le associazioni di categoria e i sindacati sarà essenziale per garantire una più rapida attuazione delle misure previste e per promuovere accordi specifici volti a tutelare le vittime di sfruttamento lavorativo".


Il Protocollo mira a creare sinergie interistituzionali per una più veloce attuazione delle misure previste dal Piano triennale e per promuovere accordi specifici con gli attori competenti per una risposta integrata e adeguata ai bisogni delle vittime di sfruttamento lavorativo. Inoltre, contribuirà alla realizzazione e diffusione di progetti provenienti da associazioni di categoria nel settore agricolo e supporterà la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori dei servizi coinvolti.


Il Presidente Bomba ha sottolineato l'importanza di quest'iniziativa nel promuovere una cultura della legalità e della tutela del lavoro, "Il nostro impegno è quello di diffondere una cultura che promuova il rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli”, ha continuato, “e contrasti ogni forma di sfruttamento. Siamo disponibili a lavorare insieme per garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per tutti".



News Chieti-Pescara
In Evidenza - 02 feb 2024

Cia Chieti-Pescara: appello per il miglioramento della viabilità rurale del territorio

“Come rappresentanti degli interessi e delle esigenze dei produttori agricoli del nostro territorio, rivolgiamo un pressante appello ai sindaci affinché venga posta la dovuta attenzione alla viabilità rurale, di vitale importanza per lo sviluppo e la competitività del settore agricolo locale”. Esordisce così il presidente provinciale Domenico Bomba nella lettera inviata ieri ai sindaci delle province di Chieti e Pescara invitandoli alla collaborazione per il "Piano Nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione" promosso da CIA nazionale, al fine di attuare politiche e interventi necessari per il beneficio del settore agricolo e della comunità nel suo complesso.


Le strade rurali costituiscono le infrastrutture fondamentali che permettono l'accesso ai terreni agricoli, il trasporto dei prodotti, la connessione con i mercati e i servizi, nonché il turismo e la valorizzazione del paesaggio. Tuttavia, è un dato di fatto che molte strade versano in condizioni pessime, a causa della mancanza di manutenzione, del degrado, dell'erosione, delle frane e delle calamità naturali.


Le conseguenze di questa situazione si ripercuotono pesantemente sugli agricoltori e su tutti i cittadini che vi transitano. La difficoltà nell'accesso ai fondi agricoli e nel trasporto dei prodotti comporta una perdita di competitività e di reddito per le imprese agricole, oltre a una diminuzione della sicurezza stradale e un aumento dei rischi ambientali.


“Come Cia abbiamo da sempre posto la massima attenzione su queste problematiche, coinvolgendo gli enti locali e promuovendo iniziative a livello nazionale e regionale. Tra queste, spiccano la sottoscrizione della "Carta di Matera" per una nuova strategia di sviluppo territoriale, il progetto "Il territorio come destino" per un ambiente sostenibile e produttivo, la campagna "Il Paese che vogliamo" per la manutenzione infrastrutturale e lo sviluppo del territorio, nonché il recentissimo Piano Nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione”, sostiene Bomba, “Non basta, da parte dei sindaci, mostrarsi solidali con le recenti proteste del mondo agricolo, ma è importante attivare iniziative concrete per il ripristino e il miglioramento della viabilità rurale. Siamo pronti a collaborare per sollecitare finanziamenti al fine di realizzare interventi di manutenzione, completamento e risanamento delle strade rurali e forestali”.


Nelle prossime settimane si terranno incontri sul territorio per discutere delle problematiche più urgenti del settore agricolo e approfondire le tematiche della viabilità rurale. 



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CAF Informa - 29 gen 2024

Assegno di Inclusione 2024: requisiti e modalità

L’Assegno di Inclusione, introdotto dal Decreto Lavoro 48/2023 (poi convertito nella Legge 85 del 3 luglio 2023), è entrato in vigore dal 1° gennaio 2024 in sostituzione del Reddito di Cittadinanza. 

I REQUISITI PER ACCEDERE ALL’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Si tratta di una misura nazionale di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale condizionata al possesso di alcuni requisiti. L’ADI è riconosciuto ai nuclei familiari con un ISEE non superiore a 9.360 euro e che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni:

  • con disabilità;
  • minorenne;
  • con almeno 60 anni di età;
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

I richiedenti possono essere: 

  • cittadini italiani;
  • cittadini europei o loro familiari;
  • cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Non devono:

  •  essere sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione;
  •  avere sentenze definitive di condanna o adottate ai sensi dell'articolo 444 e seguenti del codice di procedura penale (cosiddetto "patteggiamento"), nei 10 anni precedenti  la  richiesta.

La famiglia dovrà avere:

  • Isee non superiore a 9.360 euro (come per il Reddito di cittadinanza) e valore di reddito familiare  inferiore  6mila euro annui  maggiorato sulla base del numero di componenti in particolare disabili;
  • in possesso di auto di oltre 1600 cc o moto di oltre 250 cc ., o barche;
  • immobile prima casa non superiore a 150mila euro ai fini IMU;
  • altri immobili non superiori a 30mila euro ai fini ISEE.

Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, o da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui.

L'assegno sarà compatibile con la percezione di NASPI, DISCOLL, Disoccupazione agricola.

N.B. non deve essere presente nella famiglia un componente che abbia rassegnato le dimissioni dal posto di lavoro (tranne che per giusta causa).


A QUANTO AMMONTA L’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Il beneficio economico dell’ADI è erogato, su base annua, a integrazione del reddito familiare ed è composto da:

-una componente a integrazione del reddito familiare, quota A, fino alla soglia di 6.000 euro annui, ovvero di 7.560 euro annui se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per la scala di equivalenza di cui all’articolo 2, comma 4, decreto-legge 48/2023, verificata sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE in corso di validità, dagli archivi dell’Istituto e dalle dichiarazioni rese in domanda;

-un’integrazione al reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione con contratto regolarmente registrato, quota B, il cui importo, ove spettante, è individuato sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE, in corso di validità fino a un massimo di 3.360 euro.


Prendi un appuntamento su Whatsapp al numero 085 9210848 e rivolgiti all'ufficio a te più vicino per avere maggiori dettagli. 



News Chieti-Pescara
In Evidenza - 15 gen 2024

Abolizione esenzione Irpef per l’agricoltura, Cia “Provvedimento che mette in difficoltà il settore"

Il governo ha ufficialmente annunciato l'abolizione dell'esenzione Irpef per il settore agricolo, nel contesto della nuova Legge di Bilancio 2024. Una decisione che ha sollevato preoccupazioni significative per il settore agricolo. Da quest’anno le rendite catastali dei terreni torneranno ad essere imponibili, rivalutate del 70% per quanto riguarda il reddito agrario e dell’80% per il reddito dominicale.


"L'annuncio dell'abolizione dell'esenzione IRPEF per l'agricoltura è estremamente preoccupante per la nostra comunità agricola. Questo provvedimento mette in difficoltà il settore, già soggetto a molte pressioni fiscali, creando ulteriori perdite per gli agricoltori locali. E’ fondamentale sottolineare che questo provvedimento rischia di mettere a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. Gli agricoltori dovranno affrontare un aumento dei costi operativi senza l'ausilio dell'esenzione IRPEF, rendendo ancora più difficile il mantenimento della redditività”, commenta così il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba.


La Legge di Bilancio 2017 aveva introdotto un’esenzione temporanea per i redditi dei terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla relativa previdenza agricola. Questa esenzione era stata poi di anno in anno prorogata fino al 2023.


Chiediamo al governo di valutare attentamente l'impatto diretto su un settore già vulnerabile", continua Bomba, “Le agevolazioni fiscali per il settore primario vanno confermate, mentre questo provvedimento va nella direzione contraria”.




News Chieti-Pescara
In Evidenza - 13 gen 2024

Rischio di stop al gasolio agricolo agevolato in Italia: allarme che segue l'esempio tedesco, preoccupazione di Cia

In seguito all'implementazione della decisione tedesca di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo, Cia Chieti-Pescara esprime profonda preoccupazione riguardo al rischio di adottare una misura simile in Italia.


Il gasolio agricolo agevolato, nonostante la sua importanza cruciale per il settore agricolo italiano, ha subito negli ultimi tempi incrementi vertiginosi che hanno inciso pesantemente sul bilancio delle aziende agricole. Questo sostegno è stato fondamentale per garantire un costo del carburante più accessibile agli agricoltori, ma la recente escalation dei prezzi mette a rischio la sostenibilità economica delle imprese agricole.


"La decisione della Germania di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo ha sollevato una seria preoccupazione nel nostro settore. Tale misura minaccia la stabilità economica delle aziende agricole, già sotto pressione per vari fattori, tra cui le sfide climatiche e la crescente competitività a livello globale”, commenta il Presidente Cia provinciale, Domenico Bomba


Per ora l’Italia non sembra essere coinvolta dal provvedimento ma, stando alla normativa vigente, le agevolazioni per il gasolio agricolo potrebbero presto scomparire. Infatti, come previsto dall'Art. 68 della Legge 221/2015, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) redige una lista dei sussidi caratterizzati da un impatto dannoso (Sad) o favorevole sull’ambiente, tra i quali compaiono i contributi legati al gasolio agricolo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede, nel capitolo REPowerEU, una revisione dei sussidi ambientalmente dannosi a partire dal 2026: quindi anche in Italia sarà probabile un ridimensionamento del gasolio agricolo agevolato, con il pretesto di contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’economia verde. 


Bomba continua sottolineando l'importanza di un dialogo costruttivo tra il governo italiano e i rappresentanti del settore agricolo, "È fondamentale che il governo ascolti le preoccupazioni del settore. Il gasolio agricolo agevolato è un elemento chiave per la nostra competitività e un provvedimento del genere rischierebbe di produrre solo abbandono dell’agricoltura e nessun beneficio. Rendere sostenibile l’agricoltura significa incentivarla con sgravi fiscali che interessano gli agricoltori e non eliminarli".



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