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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Vino, l’export tiene, ma cambia il gusto: il consumatore guida la transizione verso bianchi, frizzanti e rosati

Le esportazioni europee di bevande alcoliche tengono il passo e segnano un nuovo traguardo: nel 2024 l’Unione Europea ha esportato prodotti per un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2019, secondo i dati Eurostat. A trainare il settore è sempre il vino, che rappresenta oltre la metà del totale, ma cambiano le tendenze all’interno del comparto: è il consumatore a dettare le nuove regole del mercato.


Nonostante la stabilità nei volumi complessivi, si registra una forte diversificazione dei prodotti esportati. A crescere sono infatti i vini bianchi, i bianchi frizzanti e i rosati, mentre cala progressivamente la domanda di rossi strutturati, tradizionalmente forti nell’export italiano. Una trasformazione che riflette le nuove preferenze del mercato globale, sempre più orientato verso prodotti più freschi, versatili e in linea con i trend di consumo contemporanei.


“La tenuta dell’export è un segnale positivo, ma dobbiamo leggere con attenzione quello che sta accadendo: il consumatore oggi ha un ruolo centrale e condiziona le scelte produttive”, afferma Domenico Mastrogiovanni, responsabile vitivinicolo di CIA – Agricoltori Italiani, “La domanda si sta orientando verso vini più leggeri, aromatici, adatti a un consumo quotidiano e spesso legati a stili di vita più dinamici. È una sfida e al contempo un’opportunità per le nostre aziende agricole, che devono saper innovare e adattarsi. In uno scenario che vede la Francia mantenere la leadership con 12,1 miliardi di euro di export, l’Italia conferma la propria posizione di rilievo ma dovrà continuare a investire sulla qualità, sulla differenziazione dei prodotti e sulla capacità di intercettare i gusti dei nuovi consumatori internazionali”, continua Mastrogiovanni.


Anche l’Italia, secondo esportatore europeo con 6 miliardi di euro di vendite verso Paesi extra UE (di cui oltre l’80% legato al vino), è pienamente coinvolta in questa evoluzione. Le esportazioni tricolore beneficiano della crescita dei bianchi frizzanti e dei rosati, soprattutto in mercati come Stati Uniti e Regno Unito, che da soli rappresentano quasi la metà dell’intero export UE di bevande alcoliche.


“Il nostro territorio sta rispondendo bene a questa svolta”, commenta Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara, “Le aziende agricole abruzzesi, in particolare quelle vitivinicole, stanno già puntando su vitigni a bacca bianca e su metodologie di produzione che valorizzano vini più freschi e meno strutturati. Bisogna sostenere questa transizione con politiche mirate, supporto all’innovazione e promozione sui mercati esteri”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 18 mar 2021

Etichette: Cia, l’Italia deve fare sistema con promozione “NutrInform Battery”

L’informazione al consumatore deve essere sempre trasparente e veritiera. In merito al NutrInform Battery, Cia-Agricoltori Italiani condivide la posizione del Governo italiano che, dopo aver ascoltato i pareri del mondo scientifico, ha proposto il sistema di etichettatura fronte-pacco come alternativa all’etichetta a semaforo francese, il Nutriscore, per l’adozione di un sistema di etichettatura armonizzata nel mercato unico.

Secondo Cia il nostro Paese si è, finora, battuto a Bruxelles per promuovere un sistema normativo basato solo su rigorosi pareri scientifici, per garantire ai consumatori le informazioni più dettagliate e di facile comprensione sugli alimenti. Tutto questo senza che venga mai pregiudicata la competitività del sistema agricolo europeo o siano danneggiate le filiere di qualità.

Come è già stato ampiamente dimostrato, agire come sistema Italia si rivela sempre premiante. Occorre,ora, lavorare a stretto contatto col mondo della scienza e della ricerca per raggiungere un largo consenso sulla proposta del “sistema a batteria” italiano. Un metodo che premia la qualità e dei prodotti e informa davvero il consumatore.

L’Europa deve favorire un’etichettatura nutrizionale che sia informativa/formativa e non prescrittiva, come invece rischia di essere il Nutri-score, che -secondo Cia- comporta la stigmatizzazione di prodotti specifici che sono parte integrante della nostra dieta e delle tradizioni rurali europee.

 

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1 In Evidenza - 18 mar 2021

Ue: Cia, no a eliminazione dei fondi di promozione su vino, carne e salumi

No alla cancellazione dei fondi Ue per la promozione del consumo di vino, carne e salumi. Tutti i prodotti agroalimentari sostenibili devono essere considerati allo stesso modo, senza che nessun settore sia favorito rispetto ad altri. E’ questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiania pochi giorni dalla consultazione pubblica, che dovrà esprimere il suo parere sulla volontà della Commissione Ue di rivedere le politiche promozionali dei prodotti agricoli. Tale revisione è mirata accrescerne il contributo ad una produzione e un consumo sostenibili e in linea con il passaggio a una dieta maggiormente basata sui cibi vegetali, con meno carni rosse e trasformate e più frutta e verdura.

Cia sostiene la volontà della Commissione europea di mettere in evidenza il valore aggiunto dei prodotti agricoli in termini di sostenibilità, tuttavia ricorda che il Green deal, a oggi, rimane una comunicazione e gli obiettivi enunciati non fanno ancora parte di un quadro legislativo vincolante.

Le attività promozionali sostenute dai fondi Ue sono da anni concepite per la creazione di nuove opportunità di mercato per gli agricoltori dell’Ue e dell’intera industria alimentare, nonché per aiutarli a consolidare il business delle aziende esistenti. Il rischio che si eliminino vino e carni trasformate da questi programmi potrebbe, dunque, penalizzare ingiustamente alcune eccellenze del Made in Italy -indipendentemente dalla quantità consumata- con un preoccupante impatto sull’economia e sull’occupazione di settori già pesantemente colpiti dalla crisi pandemica.

Secondo Cia, le politiche promozionali rivolte ai consumatori dovrebbero favorire una dieta sana ed equilibrata, ricercando un equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non condannando uno specifico prodotto. Cia si augura che l’imminente consultazione pubblica sia l’occasione per mettere in guardia dal rischio di scelte dannose per tante imprese agricole nazionali, minando la biodiversità dei territori e favorendo l’importazione di prodotto extra-Ue non sostenibile.

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1 In Evidenza - 16 mar 2021

Cia, al via “Dal Campo alla Tavola” primo e-commerce degli agricoltori italiani. Con il sostegno di J.P. Morgan

Supportare il Made in Italy in un momento di crisi per il Paese, agevolando la ripresa con la vendita diretta sul web dei prodotti agroalimentari e puntando sull’innovazione digitale delle aziende. E’ questo l’obiettivo della piattaforma dalcampoallatavola.it, il primo e-commerce che vede protagonisti gli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale. Nata dallo sforzo congiunto tra Cia-Agricoltori Italiani e J.P.Morgan, vuole mettere a disposizione delle imprese agricole uno strumento agile, intuitivo ed efficace, che dia un forte impulso al mercato agroalimentare, dopo lo scossa provocata dall’emergenza Covid. Le performance delle aziende agricole hanno, infatti, risentito degli effetti della pandemia, con una flessione del 3,8% del valore aggiunto nel 2020.

Da qualche anno, la presenza dei produttori sul web risponde alle nuove esigenze del consumatore, sempre più incline a instaurare una relazione digitale con le aziende, che diventi vantaggiosa per entrambi.  Il trend è stato, poi, molto rafforzato dall’esperienza del lockdown, che ha consolidato la maggior propensione alla spesa via internet. Nel 2020 si è, infatti, registrato un incremento del +134% dell’acquisto di generi alimentari online, con picchi del +300% fra marzo-aprile e del +183% nelle feste natalizie, mentre si prevede un trend del +62% nel complesso del 2021. Da una survey sul target 18-65, il 95% incrementerà lo shopping di cibo su web (dati Nomisma). L’utilizzo delle piattaforme di e-commerce è diventato anche trasversale a livello generazionale, alla luce dei mutamenti negli stili di vita (7 milioni di smart worker durante il lockdown, DAD e spesa per i genitori più anziani ordinata sul web da parenti più hi-tech).

Il rapido sviluppo con l’incremento di richieste ha, dunque, spinto il mondo produttivo a investire con più convinzione nel digitale, con la finalità di creare community di consumatori che diventino ambassador dei loro acquisti su internet. Fra i molti i modelli di business esistenti (paniere proprietario del produttore, partnership territoriali, Gdo e grandi portali internazionali), Cia ha ritenuto strategico investire in una piattaforma a livello nazionale, che permetta a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore. Con l’aggregazione di un ampio numero di produttori, si potranno offrire panieri molto diversificati ai consumatori, garantendo la sicurezza nei pagamenti e una logistica sostenibile. In questo ruolo si caratterizza la mission di un’associazione moderna di impresa che, oltre al tradizionale ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi delle aziende, deve supportarne a 360 gradi il business.

Il portale, ricco di informazioni, servizi e possibilità di navigazione, vuole rendere semplice l’esperienza di acquisto delle eccellenze del Made in Italy -vino, olio, legumi, farine, conserve, ortofrutta, pasta artigianale, salumi e formaggi- anche grazie a blog, ricette, note culturali e racconti sulle nostre tradizioni alimentari. Sarà, inoltre, presente una sezione per il prodotto fresco attraverso un sistema di geo-localizzazione, che mette in contatto diretto l’acquirente con i venditori a lui più vicini.

“Gli imprenditori agricoli del nostro Paese -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- hanno fatto sforzi incredibili sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 sia per assicurare gli approvvigionamenti necessari al Paese di cibo sano e di qualità, sia per tenere in piedi l’economia delle loro aziende. Occorre ora sostenerne la ripresa con iniziative concrete tagliate sulle nuove tendenze di acquisto e consumo agroalimentare e focalizzate, quindi, sul boom che ha registrato l’e-commerce nel 2020. Infine -conclude Scanavino- occorre rilanciare in modo evidente il valore dei sistemi produttivi territoriali e la qualità dei prodotti regionali. Anche online invitiamo a comprare italiano”.

Dopo “I Prodotti dell’Appennino”, il progetto dedicato alle aziende delle regioni colpite dal terremoto del 2016 che ha sancito l’avvio della collaborazione tra Cia e J.P. Morgan è, dunque, l’emergenza Covid-19 sul tessuto socioeconomico del Paese a impegnare nuovamente le due organizzazioni in un’operazione di rilancio del Made in Italy.

“La pandemia ha mostrato che la crescita delle imprese del settore agroalimentare dipende anche dalla loro capacità di innovarsi e acquisire competenze e strumenti per raggiungere i molti consumatori vicini e lontani che domandano i loro prodotti, mantenendo intatta l’eccellenza che li contraddistingue -ha commentato Francesco Cardinali, Senior Country Officer di J.P. Morgan in Italia-. Siamo orgogliosi di rinnovare il nostro sostegno a Cia e ci auguriamo che questo progetto contribuisca a costruire il futuro delle piccole imprese agricole e a creare opportunità occupazionali nelle comunità dove operano”.

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1 In Evidenza - 11 mar 2021

Agriturismi: Turismo Verde-Cia a Patuanelli, subito nuove misure per arginare crisi

Ripristinare il bonus vacanze nel secondo semestre del 2021 e rinnovare la cambiale agraria, rivedere le restrizioni sugli orari di apertura e sospendere il canone Rai speciale, ma soprattutto passare dai ristori a veri e propri “fondi per la ricostruzione”. Queste alcune delle misure richieste da Turismo Verde, l’associazione per la promozione degli agriturismi di Cia-Agricoltori Italiani, in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

“La situazione in cui versano gli oltre 24.000 agriturismi in Italia è drammaticamente nota -scrive il presidente nazionale di Turismo Verde, Giulio Sparascio-. I dati mostrano con chiarezza che si tratta di uno dei settori maggiormente colpiti a livello economico”. Nel 2020, tra misure di contenimento della pandemia e conseguente crollo del turismo, il settore ha perso oltre 900 milioni di euro, con picchi negativi del 70%, nonostante la breve parentesi di ripresa estiva. “Non possiamo resistere ancora a lungo -continua Sparascio-. Il comparto deve riappropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica e sociale per la ripartenza delle aree interne del Paese”. Ecco perché servono nuove misure per “guardare al futuro con prospettiva e progettualità”.

In particolare, Turismo Verde-Cia chiede al governo che “i futuri decreti o Dpcm vengano varati con largo anticipo, in modo da permettere alle aziende di programmare in un qualche modo le attività imprenditoriali”, che “i contributi a fondo perduto siano adeguati e immediati, per la sopravvivenza delle imprese” e finalmente “parametrati sulla perdita di fatturato su base annua” e soprattutto che “gradualmente, i ristori perdano la connotazione di ‘sussidi’ per diventare veri e propri fondi per la  ricostruzione”.

Nella lettera a Patuanelli, si richiede poi “un intervento dedicato a sostegno di tutte le Fattorie didattiche presenti negli Albi regionali” che anche quest’anno non potranno svolgere attività con le scuole, oltre al “rinnovo della cambiale agraria per assicurare liquidità alle imprese danneggiate dal Covid in tempi rapidi”.

Altrettanto importante, per aiutare sia gli agriturismi che le famiglie italiane, “il ripristino del bonus vacanze, grande assente dell’ultima legge di bilancio, per il secondo semestre del 2021”. Così come “partendo dalle indicazioni del Cts che recepisce le richieste di differenziazione del rischio in base alle caratteristiche strutturali dei locali, bisogna consentire nelle zone gialle il servizio serale nelle sale di somministrazione -scrive ancora Turismo Verde- e di operare, almeno nelle ore diurne, alle attività di ristorazione localizzate nelle zone arancioni, le uniche attività a rimanere chiuse mentre tutte le imprese commerciali restano aperte”.

Altra questione il canone Rai “speciale”, perché riservato a chi detiene apparecchi tv in alberghi, bar, ristoranti e, appunto, agriturismi, che è rimasto invariato per il 2020 nonostante il blocco generalizzato delle strutture ricettive. Per questo, Turismo Verde, considerate anche le attuali restrizioni, richiede all’esecutivo la sospensione o, almeno, la riduzione del canone di abbonamento Rai per l’anno 2021.

Infine, nella lettera al ministro, gli agriturismi associati a Cia chiedono la proroga del credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione fino al 31 dicembre 2021, nonché il ricorso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori: “La più grossa sconfitta per noi è mandare a casa i nostri dipendenti”.

“Ora l’auspicio -conclude il presidente Sparascio- è che il settore agrituristico abbia l’attenzione che merita e trovi finalmente un adeguato riscontro nei prossimi provvedimenti che il Governo presenterà”.

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1 In Evidenza - 10 mar 2021

Agricoltura: Donne in Campo-Cia, puntare su aggregazione d'impresa al femminile

Alle donne è riconosciuto un ruolo chiave in agricoltura. Da sempre protagoniste del cambiamento, saranno loro a guidare, senza dubbio, la transizione ecologica. La sfida che le attende richiede però, in questo momento storico, segnato anche dal Covid, una maggiore capacità di lavorare sulla rete d'impresa al femminile, puntando sulla diversificazione, ma anche su un riconoscimento, nuovo e diffuso, dei ritmi di vita delle donne. Questi i punti centrali dell’intervento di Pina Terenzi, presidente di Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera su agricoltura multifunzionale, promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo.

“In particolare -ha dichiarato Pina Terenzi- perché il settore cresca, siamo proprio noi imprenditrici, già impegnate in agricoltura, a dover stimolare la costruzione di un contesto imprenditoriale in grado di accogliere sempre più donne di tutte le età. Al tempo stesso, è nostro impegno far comprendere e valere le reali e attuali esigenze del lavoro e dell'imprenditoria femminile in campo agricolo. Spesso va coniugato a quello di madre e di cura degli anziani, oltre che della famiglia, fuori dalle città, ma soprattutto in aree interne d’Italia, ancora carenti nei servizi essenziali”.  

“Riteniamo opportuno -ha precisato- ragionare per esempio sul ruolo della coadiuvante e farlo emergere e riconoscere a tutela di chi lo ha svolto per anni; inserire misure per facilitare l'offerta dei servizi di sostituzione per le imprese femminili; favorire le forme di aggregazione di prodotto, le reti d’impresa e lo sviluppo di economie circolari nei territori rurali”.

“Strategica resta la via della multifunzionalità -ha poi aggiunto- è frutto di creatività e ha aperto nuove prospettive per le imprese che hanno dovuto e voluto reinventarsi per offrirsi nuove opportunità e portarne anche al territorio in cui operano. Benissimo sostenerla e ampliarla, sarà però necessario -ha precisato- intervenire sulla nuova Pac e soprattutto sul Psn”.

Infine, il passaggio sulle richieste al nuovo governo: “E’ urgente la costituzione di un Ufficio permanente presso il Mipaaf per la promozione del lavoro, dell’imprenditoria femminile e di un Osservatorio, utile per la produzione di dati certi e come guida per le donne interessate ad avviare un'azienda agricola. Non lasciamo che la nostra visione dell’agricoltura -ha concluso Pina Terenzi- resti un’utopia, rendiamola efficace e concreta. Va tutelato il benessere e la salute delle donne del settore, così come loro stesse hanno a cuore l’ambiente, il paesaggio, la biodiversità, la sostenibilità e il futuro green delle comunità in cui vivono e di tutto il pianeta”.

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2 In Evidenza - 10 mar 2021

Vendemmia 2020: in Abruzzo buona qualità delle uve ma calano quantità e prezzo

Calano le quantità raccolte di uve da vino in Abruzzo. A risentire dell’impatto della pandemia è stato anche il settore vitivinicolo, che riveste un’importanza rilevante nell’economia abruzzese. A darne evidenza sono Unioncamere e BMTI nel loro Report sulle uve da vino, un’analisi sull’andamento del mercato, realizzata a partire dai prezzi rilevati dalle Camere di Commercio. Segno “meno” anche sul fronte dei prezzi che hanno mostrato un ribasso sia per il Montepulciano, che per il Pecorino e Trebbiano. I dati Istat indicano un’annata 2020 caratterizzata in Abruzzo da un leggero calo delle quantità di uve da vino raccolte (-4%). Sul fronte dei prezzi, le rilevazioni della Camera di Commercio di Chieti-Pescara mostrano un calo superiore al 10% per il prezzo delle uve Montepulciano DOC (-15%). Per le uve a bacca bianca, rispetto al 2019 le quotazioni delle uve atte a Pecorino d’Abruzzo DOC sono calate del 6,7%, mentre le uve atte alla produzione di Colline Pescaresi IGP hanno ceduto il 10% circa. Maggiore stabilità per le uve atte a Trebbiano DOC, a conferma dell’andamento più regolare osservato durante le ultime sei campagne.

“Nonostante la lieve flessione l’Abruzzo si posiziona tra le prime regioni italiane per superfici vitate e per produzione superando i 4 milioni di quintali di uve raccolte”, afferma il presidente di Cia Agricoltori Italiani Chieti-Pescara, Nicola Sichetti, “La chiusura totale dell’Ho.re.ca. durante il lockdown di marzo e aprile e le successive chiusure parziali nell’ultima parte dell’anno ha privato il settore di un importante sbocco di mercato. Questa diminuzione delle quantità però è compensata dalla qualità delle uve che rimane buona grazie all’andamento climatico favorevole”, continua Sichetti, “Come per altri comparti dell’agroalimentare, ill Covid ha messo in ginocchio anche il mercato vinicolo ma arriva un segnale positivo dal Governo che, ascoltando il nostro appello, ha eliminato il divieto di asporto dopo le 18 per gli esercizi commerciali al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto”.

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