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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 14 ott 2025

Legge di bilancio: Cia, presentate le proposte degli agricoltori a Palazzo Chigi

Contrastare l’emergenza del settore vitivinicolo e intervenire sui processi di internazionalizzazione, sul ricambio generazionale e le crisi sanitarie. Questi i principali temi affrontati dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, alla riunione a Palazzo Chigi fra Governo e associazioni datoriali sul disegno di legge di Bilancio, presieduta dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. 

Cia ha rinnovato l’appello al Governo affinché vengano adottate misure concrete e tempestive per stimolare la ripresa dei consumi alimentari. In un contesto di mercato sfidante, si evidenzia la necessità di interventi mirati a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e a promuovere i prodotti agricoli nazionali, valorizzando la qualità e la sicurezza alimentare Made in Italy.


Cia ha apprezzato lo sforzo del Cdm che ha licenziato il Ddl “Coltiva Italia”, si chiede ora che il provvedimento sia subito incardinato in Parlamento. Sarebbe, inoltre, auspicabile che alcune delle misure contenute fossero anticipate per produrre i propri effetti a partire dal primo gennaio 2026. Nel merito, le risorse del Fondo per la sovranità alimentare e gli interventi previsti per i produttori di grano, che denunciano un crollo vertiginoso dei prezzi corrisposti all’origine.

Fini ha, inoltre, posto all’attenzione dei Governo gli altri comparti in crisi, a partire dal vino, uno dei pilastri fondamentali dell’agricoltura italiana e simbolo dell’eccellenza enogastronomica nazionale. L’organizzazione sottolinea come le difficoltà legate a problematiche climatiche, crisi dei mercati e costi di produzione in aumento stiano mettendo a rischio la competitività delle imprese vitivinicole, con ripercussioni pesanti sull’intera filiera. Un altro tema importante è quello legato all’internalizzazione per consolidare e favorire processi di accesso al mercato estero, in un momento in cui le politiche commerciali globali rischiano di creare un danno severo alla produttività. Altri richiami importanti sono stati fatti alla necessità di ripristinare gli sgravi contributi per gli under 40 e alla gestione delle crisi di mercato sanitarie dovute a epizoozie, in primis l’aviaria.

Per quanto concerne la previdenza, Cia ha, infine, sollecitato un processo di adeguamento graduale delle pensioni minime, anche in virtù delle proposte Ue e delle attuali discussioni sul nuovo quadro di sostegno agli agricoltori, che mirano a riformare la Pac dal 2032 abolendo i sussidi diretti ai pensionati agricoltori.

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1 In Evidenza - 08 ott 2025

Agricoltura abruzzese, 1.695 aziende puntano sulla multifunzionalità

L’agricoltura abruzzese cambia volto. Sempre più imprese scelgono di ampliare le proprie attività, affiancando alla produzione tradizionale nuovi servizi legati al turismo rurale, alla trasformazione dei prodotti e all’energia rinnovabile. Una tendenza che, secondo Cia Abruzzo, rappresenta la chiave per affrontare le grandi sfide del comparto: cambiamenti climatici, spopolamento delle aree interne e innovazione tecnologica.

In Abruzzo, sono 1.695 le aziende agricole che svolgono anche attività connesse, pari al 3,8% del totale delle imprese del settore. Il dato, elaborato su base Istat (Censimento Agricoltura 2020) e divulgato da Openpolis, colloca la regione leggermente sotto la media nazionale (5,7%), ma conferma una dinamica di trasformazione ormai avviata.

Le attività più diffuse sono quelle agrituristiche (547 aziende), seguite dalla trasformazione di prodotti vegetali (267) e animali (237). In crescita anche la produzione di energia da fonti rinnovabili, praticata da 159 imprese, di cui la maggior parte (144) attraverso impianti fotovoltaici.

“La multifunzionalità è il futuro dell’agricoltura abruzzese”, sottolinea Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, “perché consente alle imprese di diversificare il reddito e rafforzare il legame con il territorio. L’agricoltore oggi non è solo produttore di cibo, ma anche custode del paesaggio, promotore di turismo e protagonista della transizione ecologica.”

A guidare la trasformazione è la provincia di Teramo, che conta 487 aziende agricole multifunzionali, seguita da Chieti (540), L’Aquila (338) e Pescara (330). Il comune di Teramo è quello con il maggior numero di imprese agricole con attività connesse (46), mentre Anversa degli Abruzzi (L’Aquila) si distingue per l’incidenza più alta: qui la metà delle aziende agricole (50%) ha già adottato un approccio multifunzionale.

Il fenomeno è particolarmente rilevante nei comuni cintura e intermedi, dove si concentrano oltre mille aziende, ma l’incidenza percentuale più elevata si registra nei territori ultraperiferici (5,8%), segno di un crescente ruolo dell’agricoltura come presidio economico e ambientale nelle aree più marginali.

Cia Abruzzo richiama l’attenzione sulle difficoltà che ancora frenano la piena integrazione tra agricoltura e altre attività locali. Nonostante la legge regionale 14/2015 abbia istituito i Distretti rurali, il processo di coordinamento tra imprese, enti e istituzioni resta in fase embrionale.

“Serve una governance territoriale più forte e strumenti mirati per accompagnare le aziende che vogliono innovare,” aggiunge Sichetti. “Le attività connesse generano valore economico, ma anche sociale e ambientale. È il momento di fare sistema per trasformare queste esperienze isolate in un vero modello di sviluppo rurale.”

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1 In Evidenza - 02 ott 2025

CIA Abruzzo: “Il grano non copre i costi, agricoltori in perdita. Servono regole chiare sul prezzo”

Il grano abruzzese continua a essere venduto sottocosto. A certificarlo è il nuovo monitoraggio ISMEA sui costi di produzione del frumento, pubblicato anche grazie alla forte pressione sindacale di Cia–Agricoltori Italiani.

I dati parlano chiaro: nel 2025 produrre una tonnellata di grano duro costa in media 303 euro nel Centro Italia e 318 euro nel Sud, mentre i prezzi di mercato si fermano a circa 295–296 euro. Significa che gli agricoltori perdono dal 2 al 7% per ogni tonnellata prodotta. Va un po’ meglio per il frumento tenero, che ha un costo medio di 232 euro/tonnellata e viene venduto intorno ai 236 euro, con un margine minimo del +2% che, senza gli aiuti PAC, sarebbe comunque insufficiente.

In Abruzzo la situazione è ancora più delicata. La nostra regione conta circa 37.200 ettari coltivati a grano duro e oltre 5.800 aziende, quasi tutte di piccola dimensione. Questo significa costi più alti rispetto alle grandi aziende cerealicole del Nord e rese spesso inferiori ai 37 quintali per ettaro stimati da ISMEA, specialmente nelle aree interne appenniniche.

“Tradotto”, spiega il Presidente CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “gli agricoltori abruzzesi oggi raccolgono grano in perdita. Una condizione che, se non si interviene, rischia di spingere molti a lasciare i campi incolti, con gravi ripercussioni non solo economiche ma anche ambientali e sociali per i territori rurali”.



Ad aggravare il quadro ci sono le importazioni dall’estero: Canada, Spagna, Australia e altri Paesi riversano sul mercato italiano enormi quantità di grano a prezzi inferiori, comprimendo ulteriormente le quotazioni. Una competizione che penalizza fortemente le aziende locali, che non possono reggere la concorrenza solo sul prezzo.

“L’analisi ISMEA conferma quello che denunciamo da anni: i prezzi di listino non coprono i costi di produzione. È per questo”, sottolinea CIA Abruzzo, “che chiediamo a tutti i Commissari delle borse merci di non quotare cifre al di sotto dei costi ufficialmente rilevati. È l’unico modo per ridare dignità al lavoro dei cerealicoltori e garantire un futuro alle nostre campagne”.

In questo scenario, una possibile via d’uscita è la valorizzazione delle varietà locali di pregio, come il grano Solina d’Abruzzo, che ha trovato un mercato di nicchia legato alla qualità e alla tradizione. Ma da solo non basta: serve una Commissione Unica Nazionale (CUN) sul grano che stabilisca prezzi trasparenti e regole condivise.

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1 In Evidenza - 30 set 2025

Oltre 500 partecipanti attesi alla XIV Festa Interregionale del Pensionato ANP-CIA a L’Aquila

Sabato 4 e domenica 5 ottobre 2025 L’Aquila ospiterà la XIV edizione della Festa Interregionale del Pensionato ANP-CIA, organizzata da ANP Abruzzo insieme alle delegazioni di Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Toscana e Umbria. L’evento, che richiamerà circa 500 presenze, sarà un importante momento di confronto e partecipazione dedicato ai temi dell’invecchiamento attivo, della sanità digitale e della tutela sociale degli anziani.

I lavori prenderanno il via sabato 4 ottobre alle ore 15:00 presso il Teatro Comunale Ridotto con il convegno “Invecchiare al Sicuro: Pensioni dignitose, Sanità Digitale, Telesanità, Innovazione e Prevenzione delle truffe”, che vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esperti e associazioni di categoria.

Dopo gli interventi dei relatori e i contributi delle autorità locali e regionali, le conclusioni della prima giornata saranno affidate ad Alessandro Del Carlo, presidente nazionale ANP-CIA.

Domenica 5 ottobre, le delegazioni si ritroveranno in Piazza Battaglione degli Alpini per un momento di incontro e riflessione collettiva. Da qui partirà un corteo che attraverserà il Corso cittadino fino a Piazza Palazzo, sede del Comune dell’Aquila, dove si terrà il momento conclusivo della manifestazione. Dopo gli interventi dei presidenti delle organizzazioni territoriali, a chiudere i lavori sarà Maurizio Scaccia, direttore nazionale CIA-Agricoltori Italiani.


L’iniziativa conferma la centralità di CIA e ANP nel rappresentare le esigenze dei pensionati e nel promuovere un confronto costruttivo con le istituzioni, per garantire sicurezza sociale, dignità e prospettive alle persone anziane.

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1 In Evidenza - 29 set 2025

Assicurazioni: Cia, subito la deroga all’obbligo RCA per i mezzi agricoli fermi


Migliaia di mezzi agricoli “fermi” in fondi, magazzini e aree aziendali rischiano di essere considerati irregolari a causa dell’obbligo assicurativo RCA. Per questo Cia-Agricoltori Italiani chiede di approvare con urgenza gli emendamenti bipartisan al disegno di legge “Imprese” già depositati in Commissione al Senato e fortemente sostenuti dalla Confederazione, che prevedono una deroga per le macchine agricole e operatrici utilizzate esclusivamente in aree private, allineando il settore a quanto già stabilito per carrelli e veicoli nelle aree ferroviarie.

         
“Quella dell’obbligo assicurativo per i mezzi agricoli fermi è una questione che, ormai da due anni, grava sulle spalle dei produttori senza che, tra l’altro, sia stata definita una soluzione concreta e condivisa dalla filiera -sottolinea il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. In una situazione di estrema difficoltà, l’assenza di una deroga rischia di gravare di nuovi costi le imprese agricole e agromeccaniche e aumentare l’incertezza per gli operatori del settore”.

           
Cia rinnova, quindi, l’appello al Parlamento: “È necessario un intervento rapido e concreto -ribadisce Fini-. Approvare gli emendamenti già depositati modificando l’articolo 7 del disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, significa dare sicurezza giuridica e sostenere la redditività delle imprese agricole italiane”.

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1 In Evidenza - 29 set 2025

Pac: Cia, pronti a tornare in piazza a Bruxelles


“Gli agricoltori hanno bisogno di garanzie, soprattutto in questo momento, e la proposta della Commissione per la Pac post 2027, con l’accorpamento in un Fondo unico e il taglio del 22% delle risorse, segna un passo indietro inaccettabile. Per questo siamo pronti a riscendere in piazza”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sottolineando come “non siano affatto rassicuranti, anzi lascino ancora più preoccupazioni, le parole pronunciate ieri dalla direttrice generale della DG Agri della Commissione europea, Elisabeth Werner”.

Per Fini “la futura Pac non può subire ulteriori tagli né frammentarsi in 27 piani nazionali, che minerebbero la competitività e la coesione del settore a livello Ue”. Ecco perché “siamo determinati a tornare in piazza a Bruxelles con tutti gli agricoltori europei -ribadisce il presidente di Cia-. Solo così potremo far comprendere che difendere la Pac significa garantire sicurezza alimentare, tutelare l’ambiente e le aree interne, sostenere il valore economico e sociale dei territori: un patrimonio che non può essere cancellato con un colpo di spugna”.

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