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1 In Evidenza - 01 ago 2025

Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto


“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. ‘’L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione Europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo -di fatto- un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini. Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Stati Uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Usa. Queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell'ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -dice Fini- per indennizzare le aziende dell'effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l'incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell'Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Agricoltura, Cia Abruzzo: “Manodopera difficile da trovare e ancora più difficile da trattenere”

CIA Abruzzo accende i riflettori su una problematica che sta diventando strutturale per l’agricoltura regionale: la carenza di manodopera per le attività di raccolta. Se da un lato è già complicato trovare lavoratori stagionali disponibili, dall’altro è ancora più difficile mantenerli operativi sul campo. In molti casi, i braccianti abbandonano il lavoro dopo appena un giorno, lasciando le aziende impreparate e senza alternative operative immediate.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, denuncia CIA Abruzzo. “Le imprese sono pronte ad assumere, ma i lavoratori, spesso selezionati attraverso canali ufficiali, si presentano e poi spariscono. Questo genera disservizi, ritardi nella raccolta e un incremento dei costi a carico delle aziende”.

Per affrontare questa crescente difficoltà, CIA Abruzzo ritiene necessario un cambio di passo che parta dal riconoscimento della complessità del lavoro agricolo oggi. Non si tratta più di un’attività puramente stagionale o improvvisata: serve personale motivato, formato, consapevole della fatica ma anche del valore professionale che questo settore comporta.

Una prima proposta riguarda proprio la formazione mirata: avviare corsi brevi ma intensivi, in grado di preparare concretamente i lavoratori alle condizioni reali del campo, aiutando al contempo le aziende a selezionare persone davvero interessate, riducendo così l’alto tasso di abbandono anche dopo il primo giorno di lavoro.

Per sostenere le imprese virtuose, diventa fondamentale attivare agevolazioni fiscali e contributive per chi assume regolarmente e garantisce condizioni contrattuali corrette. Questo consentirebbe di alleggerire il carico economico sulle aziende e rendere più competitivo il lavoro regolare rispetto a forme di impiego irregolari, purtroppo ancora presenti.

Un altro aspetto prioritario è quello dell'integrazione tra sistema produttivo e territorio. Serve una collaborazione strutturata con i centri per l’impiego, le amministrazioni comunali, gli enti del terzo settore e le cooperative che gestiscono i flussi migratori, affinché i lavoratori stranieri presenti sul territorio possano essere accompagnati verso percorsi di lavoro legale, sicuro e qualificato. In molti casi, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nell’orientamento, nella mediazione culturale e nella formazione, ma restano escluse dai tavoli operativi.

Infine, CIA Abruzzo ribadisce l’urgenza di rafforzare i controlli sul lavoro sommerso e sul caporalato, fenomeni che alterano la concorrenza, abbassano la qualità del lavoro e minano la dignità dei lavoratori. Solo garantendo legalità e sicurezza sarà possibile rendere attrattivo, stabile e giusto il lavoro nei campi.

“La risposta”, conclude CIA Abruzzo, “non può essere solo lamentarsi della mancanza di braccia: servono strumenti, regole chiare e un sistema che valorizzi chi vuole lavorare con dignità, e chi offre lavoro in modo trasparente”.

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1 In Evidenza - 30 lug 2025

Dazi: Cia, conto salato per il Made in Italy agroalimentare. Più che un accordo sembra una resa


Più che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. Ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta l’accordo fra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen e il presidente Usa, Donald Trump. “Nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua Fini.

Secondo Cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il Made in Italy.

Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor: dal Malbec argentino allo Shiraz australiano fino al Merlot cileno.

Per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitività dell’extravergine italiano a favore di oli più economici provenienti da Paesi terzi che godono di tariffe più basse, come la Turchia, il Sud America o la Tunisia. Come conseguenza, il consumatore medio Usa sarà indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-Ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. C’è paura anche perché questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali Paesi produttori europei (Italia, Spagna, Grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano.

Nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi Dop come la mozzarella di Bufala, oltre al Pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. In pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti più amati dal mercato Usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. Anche in questo settore, secondo Cia, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno.

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1 In Evidenza - 28 lug 2025

ColtivaItalia: Cia, adesso veloce approvazione Parlamento


Le risorse annunciate da Lollobrigida con il piano “ColtivaItalia” sono essenziali per sostenere le imprese agricole in uno dei momenti più difficili per il comparto. Auspichiamo, però, che il miliardo stanziato dal ministro trovi in Parlamento un iter veloce di approvazione che trasformi i finanziamenti in strumenti concreti ed efficaci, a supporto di molte produzioni del Centro Sud, come grano, zootecnia e olivicoltura. Così, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta il pacchetto “per il consolidamento e lo sviluppo del settore”, collegato agricolo alla finanziaria 2026, approvato ieri dal Cdm.

“In particolare -continua Fini- apprezziamo le risorse consistenti riservate a molte filiere produttive del Centro Sud in sofferenza. Inoltre, consideriamo molto importanti anche i fondi dedicati al ricambio generazionale e all’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso alla terra e il recupero dei terreni abbandonati, anche in un’ottica di contrasto al dissesto idrogeologico e di freno allo spopolamento delle aree interne. Così come -conclude- restano cruciali gli investimenti per la ricerca e la digitalizzazione del comparto, in risposta alla sempre maggiore urgenza di soluzioni innovative per fronteggiare la crisi climatica”.   

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1 In Evidenza - 24 lug 2025

CIA Abruzzo: “Tagli pesanti e nessuna visione: la Regione penalizza l’agricoltura abruzzese”

“Mentre l’Abruzzo si confronta con un deficit sanitario fuori controllo, il settore agricolo viene nuovamente messo all’angolo, sacrificato come fosse un comparto marginale”. È questa la denuncia di CIA Abruzzo, commentando la recente variazione di bilancio regionale approvata dalla Giunta Marsilio.

Con la delibera del 23 maggio 2025, la Regione ha infatti decurtato oltre 6 milioni di euro ai capitoli destinati ad agricoltura e pesca, colpendo in modo trasversale interventi vitali per la sopravvivenza delle imprese agricole e zootecniche.

Nel dettaglio:

  • I contributi per i danni da fauna selvatica, destinati a risarcire gli agricoltori colpiti da predazioni e devastazioni, subiscono un taglio di oltre il 67%. Una decisione incomprensibile in un territorio già duramente provato da cinghiali, cervi e lupi.

  • Le consulenze tecniche per la zootecnia, indispensabili per la gestione sanitaria e produttiva degli allevamenti, passano da 437.000 a poco più di 167.000 euro, con una riduzione pari al 62%.

  • Il finanziamento al Consorzio di Bonifica del Fucino, infrastruttura strategica per l’approvvigionamento idrico e la difesa del suolo nella Marsica, viene ridotto del 61%.

  • Vengono ridimensionati anche i trasferimenti agli enti locali per gli investimenti in ambito agricolo e agroalimentare, colpendo le aree rurali più fragili della regione.

“Siamo davanti a una scelta politica chiara e sbagliata: quella di colpire il settore primario proprio mentre servirebbero investimenti strutturali e continui”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “È evidente che l’agricoltura, in Abruzzo, interessa solo come scenografia nelle passerelle istituzionali. Poi, nei bilanci, sparisce. Tagliare in questo modo significa indebolire l’economia reale, aggravare la crisi delle aree interne e voltare le spalle a chi ogni giorno lavora per garantire cibo, presidio del territorio e sostenibilità ambientale.”

CIA Abruzzo sottolinea come questi tagli non rappresentino solo un riequilibrio contabile, ma un atto politico che nega dignità al lavoro agricolo e alle sue funzioni sociali e ambientali. A fronte di una crisi climatica crescente, della difficoltà di accesso al credito, dell’assenza di una rete tecnica pubblica e del mancato ricambio generazionale, questa manovra è una condanna.

“Per questo chiediamo il ripristino immediato dei fondi tagliati, a partire da quelli per i danni da fauna selvatica, per la consulenza tecnica e per il sistema irriguo”, continua Sichetti, “Ma non basta: serve un piano pluriennale regionale per lo sviluppo agricolo, con obiettivi chiari, risorse certe e monitoraggio costante.
 

Non possiamo più assistere a decisioni prese sopra le nostre teste, senza confronto, senza ascolto, senza rispetto per chi rappresenta migliaia di aziende agricole abruzzesi. Non accetteremo che l’agricoltura venga trattata come un settore residuale. Senza agricoltura non c’è Abruzzo”, conclude, “E senza rispetto per chi lavora la terra non ci sarà futuro né per l’economia né per i territori.”

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1 In Evidenza - 23 lug 2025

CIA: “Sull’assegnazione del gasolio agricolo servono strumenti adeguati. Va adottata una piattaforma unica regionale"

CIA Abruzzo ribadisce con fermezza la propria posizione rispetto alle gravi criticità che continuano a colpire il sistema regionale per l’assegnazione del gasolio agricolo agevolato.

Nel corso dell’audizione alla 3ª Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, CIA Abruzzo ha evidenziato come i malfunzionamenti della piattaforma ABACO abbiano generato pesanti disservizi per le imprese agricole, impedendo la tempestiva assegnazione del carburante, bloccando le verifiche sui consumi e costringendo le aziende ad acquistare gasolio a prezzo pieno, con ricadute economiche insostenibili e potenziali rischi sanzionatori.

“Il gasolio agevolato è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese agricole”, dichiara il Presidente CIA regionale, Nicola Sichetti, “ma oggi viene gestito con strumenti informatici inadeguati, che causano ritardi, confusione e danni economici. Non si può parlare di agricoltura moderna se il sistema digitale non è all’altezza delle esigenze del settore.”

CIA Abruzzo ribadisce quindi la necessità di una piattaforma informatica unica regionale dedicata alla gestione dell’intero processo di assegnazione del gasolio agricolo agevolato, in grado di assicurare:

  • tempestività nell’erogazione;

  • tracciabilità e trasparenza delle procedure;

  • riduzione della burocrazia per aziende e amministrazioni.

Una piattaforma unica rappresenterebbe una risposta strutturale alle inefficienze del sistema attuale, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche adottate in altre regioni italiane.

“È il momento di dotare l’agricoltura abruzzese di strumenti realmente funzionanti e all’avanguardia”, conclude Sichetti, “non possiamo permettere che disservizi informatici cronici penalizzino chi ogni giorno lavora per garantire cibo, economia e presidio del territorio.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 21 nov 2021

Pensioni minime e assistenza cure, l’Anp e Cia Abruzzo si appellano alla politica nazionale e regionale

L’ Associazione Nazionale Pensionati di Cia Agricoltori Italiani, unitamente alla Cia Agricoltori Italiani d’Abruzzo interviene a sostegno dei pensionati dando voce alle loro rivendicazioni in tema di pensioni e servizi socio sanitari. Con una lettera indirizzata ai parlamentari, senatori e politici abruzzesi l’Associazione fa ordine sulle priorità da inserire nel nuovo confronto istituzionale al fine di ridare certezze ai tanti anziani, valorizzando il ruolo che, nel corso degli anni, hanno ricoperto in termini di crescita e tenuta sociale del Paese.

In cima alla lista la richiesta di aumento delle pensioni minime, ferme a 515 euro, e percepite da oltre un milione e mezzo di anziani, in prevalenza ex-agricoltori. Un’ingiustizia che l’Anp Abruzzo aveva esposto con una petizione di 100.000 firme dando un contributo notevole per chiedere l’aumento delle pensioni basse, a partire da quelle minime da equiparare progressivamente al 40% del reddito medio nazionale, oggi 650 euro.

Dovrà trovare risposte anche la stabilizzazione della quattordicesima, ma anche l’Ape sociale agli agricoltori, una tassazione in linea con quanto previsto nei Paesi europei e l’istituzione della pensione base o di “Garanzia” per i giovani agricoltori.

 

Urgente anche il rafforzamento dei servizi sanitari territoriali per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali e soprattutto a supporto delle persone anziane. Cruciale la necessità di una sanità più vicina ai cittadini, con strutture ambulatoriali o case della salute di prossimità, potenziare l’assistenza domiciliare, utilizzare diffusamente nuove tecnologie come la telemedicina, rafforzare la dotazione di personale medico e infermieristico e valorizzare le reti sociali e del volontariato.

 

Insoddisfacente, invece, secondo l’Anp-Cia, la modifica di “quota cento” in “quota centodue” che penalizza enormemente i lavoratori e le lavoratrici. Bene invece la proroga di “opzione donna”, provvedimento che andrebbe, tuttavia, riformato ad ulteriore vantaggio delle lavoratrici.

 

 

Ci appelliamo all’impegno e alla responsabilità della politica”, afferma il Presidente regionale di Anp, Dino Bruno, “sebbene consapevoli delle condizioni difficili del Paese e della crisi economica, ci vediamo nella condizione di rafforzare la nostra pressione nei confronti delle Istituzioni, secondo le aspettative indicate. E’ importante che misure contenute nella manovra di bilancio siano definite con chiarezza, per avviare un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale e pensionistico. Conferiamo la nostra disponibilità al dialogo costruttivo nell’attesa di quei risultati che da tempo gli anziani si attendono”.

 

“Purtroppo a livello nazionale il 36% dei pensionati, circa 7 milioni, percepiscono meno di 1000 euro lordi”, dichiara il Presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, “Un milione e 700 mila invece ricevono una pensione di 500 euro. Importi che fanno registrare nell’elenco delle povertà molti pensionati italiani. Serve istituire una legge nazionale sulla non autosufficienza di milioni di anziani e delle loro famiglie. L’obiettivo è quello di garantire un invecchiamento attivo degli anziani attraverso un percorso di ottimizzazione della qualità della vita”, continua Di Zio, “invitandoli a svolgere attività come prendersi cura di figli e nipoti, fare esercizio fisico, volontariato, riconoscendo in loro un importante ruolo socio-culturale piuttosto che secondario che spesso culmina nell’abbandono”.

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1 In Evidenza - 19 nov 2021

Legge di Bilancio: riflettori Cia su credito e Superbonus

Apprezziamo lo sforzo fatto dopo gli ultimi provvedimenti e la manovra dello scorso anno che si presentava più cospicua per far fronte all’emergenza pandemica. Così Cia-Agricoltori Italiano intervenendo in audizione alla Camera sulla Legge di Bilancio ed entrando nel merito, in particolare, su credito e transizione 4.0, Superbonus, aumento dei costi di produzione e avversità climatiche.

Cia continua a farsi promotrice di modifiche rispetto a misure già inserite, ma anche ad avanzare nuove proposte. Nello specifico, resta centrale per l’organizzazione l’attenzione allo sviluppo rurale e all’innovazione sostenibile e nello specifico auspica che, rispetto alla Transizione 4.0, vengano garantite le stesse percentuali di incentivi fino al 2025. Inoltre, Cia conferma la necessità per le imprese agricole di poter cedere il credito riferito alla Transizione 4.0.

Altro aspetto dirimente per Cia è la revisione delle norme che frenano il Superbonus per le unifamiliari, per evitare una sperequazione di trattamento tra chi vive negli insediamenti urbani e chi popola le aree rurali. Devono poter avere le stesse opportunità abitative, in termini di efficienza dal punto di vista energetico ed avere un risparmio in bolletta al pari degli altri.

Inoltre, Cia riporta l’attenzione del Parlamento su una questione di prospettiva, relativa agli strumenti necessari a remunerare le perdite che stanno subendo gli imprenditori agricoli a causa dell’aumento dei costi di produzione.

Nota a parte, cruciale per il settore, la richiede il punto sulle avversità climatiche che continuano, anche in questi giorni, a procurare danni elevanti all’agricoltura italiana e al tessuto sociale di intere comunità nelle aree rurali del Paese. Bene il fondo mutualistico a copertura dei rischi catastrofali nel settore agricolo, ma lo stato di imprevedibilità dei cambiamenti climatici sollecita più risorse e in tempi rapidi, interventi mirati e iter burocratici più snelli. 

  Tra le altre proposte, focus anche sugli strumenti di gestione del credito in agricoltura, sull'imprenditoria giovanile e femminile, sui pensionati agricoli e la necessità di intervenire per gestire la carenza di manodopera agricola.  

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1 In Evidenza - 19 nov 2021

Al via il progetto di Filiera del grano biologico italiano

 Al via il progetto di “Filiera del grano biologico italiano” per iniziativa di Cia-Agricoltori Italiani con Alleanza delle Cooperative e Italmopa. A promuovere l’intesa tra le tre organizzazioni, l’incontro sul tema organizzato, in collaborazione con Bioagricoop, in occasione della recente edizione di B/Open, la nuova fiera del biologico a Verona. 

Dunque, prende forma l’impegno condiviso tra Cia, Alleanza delle Cooperative e Italmopa, affinché sia sempre garantito l’approvvigionamento delle materie prime italiane e la sua  tracciabilità a tutela dei cittadini-consumatori, consentendo loro di risalire alle diverse fasi della filiera produttiva, dalla coltivazione alla prima trasformazione del prodotto finale per la sua commercializzazione. 

Numerosi i punti sul tavolo del confronto e alla base del progetto in fase di sviluppo. Tutti concordi, per esempio, sulla necessità di sottoscrivere veri contratti di filiera con almeno durata triennale e contenenti gli strumenti e le modalità per determinare il prezzo, la programmazione delle semine e la definizione degli standard di qualità dei prodotti.

Inoltre, come convenuto, occorre intervenire sui prezzi per una giusta remunerare dei produttori agricoli e fidelizzare i clienti, puntando su un’applicazione più disciplinata delle regole e sulla valorizzazione degli accordi di filiera che coinvolgano oltre agli agricoltori e agli industriali anche gli operatori della distribuzione.

Strategico all’intesa anche il passaggio sul PNRR riconosciuto dalle organizzazioni strumento utile a elevare gli standard qualitativi della filiera del frumento biologico, in quanto finanzia gli investimenti nelle strutture di trasformazione per ammodernare i centri di stoccaggio e i molini, realizzare un sistema della logistica al passo con le tecnologie digitali.

Infine, il progetto avviato da Cia con Alleanza Cooperative e Italmopa, apre la strada al coinvolgimento anche di altri partner interessati a valorizzare le produzioni destinate alla mangimistica e agli oli vegetali. Ferma, infatti, l’intenzione tra le parti di conferire alla filiera un approccio multi-prodotto per rispettare la coltivazione in rotazione del cereale biologico.

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1 In Evidenza - 18 nov 2021

Codice della strada: buone notizie per le macchine agricole

Il nuovo testo del codice della strada, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 267 del 9-11-2021, contiene alcune novità che riguardano le macchine agricole, contenute negli articoli 105 e 110.

La prima modifica, spiega in un comunicato FederUnacoma, è volta a consentire l’immatricolazione di trattrici e di altre tipologie di macchine agricole a coloro che svolgono l’attività agricola a livello solo amatoriale (hobby farmer), e che in forza della nuova norma potranno targare le proprie macchine e circolare su strada nei normali trasferimenti dal campo alla rimessa. La norma, contenuta nel comma 2 dell’articolo 110, prevede che le macchine agricole e i rimorchi immatricolati dall’hobby farmer non possano superare il peso di 6 tonnellate.

Prevista anche la possibilità che l’immatricolazione avvenga a nome del commerciante di macchine, configurando l’opportunità – prima non contemplata – di avere sul mercato macchine agricole a chilometri zero. La seconda modifica riguarda la lunghezza dei convogli agricoli, intendendo come tali l’insieme della macchina traente e del rimorchio o macchina operatrice trainata. La vecchia norma prevedeva una lunghezza massima del convoglio pari a 16,50 metri, mentre la nuova consente una lunghezza maggiore, pari a 18,75 metri. Il nuovo dispositivo – introdotto al comma 1 dell’articolo 105 – prevede inoltre che i convogli più lunghi di 18,75 metri possano comunque circolare come «trasporti eccezionali», quindi sottoposti alle regole specifiche già contenute al comma 8 dell’articolo 104».

«Dopo un lungo lavoro di collaborazione e sensibilizzazione svolto dal nostro ufficio tecnico, le istituzioni hanno bene compreso le esigenze concrete che erano alla base degli emendamenti proposti dalla federazione» ha dichiarato il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti.



Da informatoreagrrario.it

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1 In Evidenza - 17 nov 2021

Maltempo: Cia, raccolto allagato e semina a rischio. Perso già 70% produzione

Campi inondati e serre stravolte, migliaia di ettari di colture stagionali sott’acqua, in asfissia e attaccate dai funghi, per umidità e pioggia. Semina allo stallo e produzione annacquata già per il 70%. Questa, da una prima ricognizione di Cia-Agricoltori Italiani, la situazione maltempo sull’agricoltura del Sud Italia dove in Sicilia e Sardegna precipitazioni sparse e continue, forti venti, trombe d’aria e bombe d’acqua continuano a danneggiare le aziende agricole e la vita di intere comunità. Contro i cambiamenti climatici serve cambio di approccio e manutenzione seria del territorio, l’ennesimo appello alle istituzioni.

Per Cia, infatti, che nelle regioni più colpite è alla conta dei danni tra agrumeti, carciofeti e ortive in pieno campo, il persistere di tanti fenomeni atmosferici avversi, non può risolversi con il solo e necessario ristoro dei danni, ma anche con interventi consistenti in prevenzione e cura, di corsi d’acqua e strade, investimenti in ricerca e innovazione per la lotta al dissesto idrogeologico e la salvaguardia della sicurezza nei centri abitati e nella viabilità. Ne sono triste dimostrazione le morti in aumento a causa di inondazioni e trombe d’aria, ultima quella nel ragusano, le perdite di animali negli allevamenti, le strutture distrutte e in tanti casi motore dell’economia e dei servizi locali.  

In SICILIA, già stanca per oltre 20 giorni di piogge, la situazione non accenna a placarsi. Non si può raccogliere, non si può seminare. Nella zona orientale, danni pesanti sono stati subiti dalle coltivazioni del limone Igp e dagli ortaggi. Stessa sorte a quelli tra Siracusa e Ragusa dove continuano le grandinate e le trombe d’aria. Sommerse dall’acqua anche le ortive in pieno campo nella zona di Noto e Rosolini. Preoccupano i fiumi Tellaro e Anapo, ora sopra il livello di guardia. Qui, fa sapere la Cia provinciale di Siracusa si lavora alla stima dei danni su migliaia di ettari. Oltre agli agrumeti, letteralmente distrutti campi di finocchi e insalata. I ristori ci devono essere, dicono da Cia Sicilia Orientale ma “senza una politica seria di gestione del territorio, gli imprenditori agricoli non investiranno più in queste zone, non reimpianteranno gli agrumeti trascinati dalla piena. Prevarrà la paura di perdere tutto di nuovo”.

Anche tutta la SARDEGNA è sotto perturbazione e in allarme. A Nord, in Gallura e nel nuorese, nella zona di Siniscola precipitazioni intense e bombe d’acqua hanno colpito interi allevamenti, danneggiato strade e distrutti erbai. Carciofi allagati nell’oristanese e allevamenti in difficoltà tra Sarrabus-Gerrei. A Sud, tra Capoterra e Pula, ma anche nel Sulcis, segnate dal forte vento e dalla pioggia intensa, serre, frutteti e campi di verdure. In queste ore, avverte Cia Sardegna, sotto particolare stress sono Cagliari e le zone limitrofe. “Servono stime e ristori immediati -dice Cia Sardegna- senza perdersi in iter burocratici”.

L’emergenza maltempo si muove a macchia di leopardo ed è in valutazione anche l’allerta gialla su alcuni settori di Marche, Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.

La questione è sempre aperta, conclude Cia, e il tema manutenzione deve essere tra le priorità del Governo come già sollecitato con il progetto “Il Paese che Vogliamo”. Bisogna ragionare su scala nazionale e dialogare a livello territoriale, guardando all’opportunità del PNRR e ai fondi per la transizione ecologica.

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1 In Evidenza - 15 nov 2021

Export: Cia, fare rete tra imprese. Più risorse per formazione e incoming

Fare rete sui mercati, potenziare la lotta alla contraffazione, finanziare la formazione specifica sull’export e organizzare incoming di buyer stranieri nei territori italiani. Queste alcune delle proposte che Cia-Agricoltori Italiani ha portato oggi al Tavolo Agroalimentare con le associazioni del settore, organizzato dal sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri Manlio Di Stefano per affrontare le nuove sfide connesse all’internazionalizzazione delle imprese.

Per promuovere il Made in Italy all’estero, ancora di più nel post pandemia -ha detto al Tavolo la responsabile dell’Ufficio Internazionale di Cia, Cristina Chirico- bisogna innanzitutto puntare sull’aggregazione, sia tra le imprese, per ridurre i costi e superare gli ostacoli legati alla dimensione e alla gestione delle procedure per l’export, sia tra i vari comparti (agricoltura e artigianato, agroalimentare e moda), facendo rete per raggiungere l’obiettivo fondamentale di valorizzare il brand Italia nel mondo.

Ugualmente importante è non solo la lotta, ma la prevenzione della contraffazione, anche tramite la registrazione dei marchi commerciali e la tutela su mercati e fiere internazionali, nonché piattaforme online.

Serve poi, secondo Cia, l’ulteriore potenziamento e finanziamento della formazione delle imprese per l’orientamento e l’accesso ai mercati esteri, offrendo competenze e strumenti specifici alle Pmi per muoversi oltreoceano e difendersi dall’italian sounding.

Necessarie anche risorse extra fiere per rafforzare il programma di visite dei buyer esteri sul territorio nazionale, in particolare nelle aree rurali, organizzando tour incoming nelle aziende agricole in partenariato con le associazioni di categoria, per promuovere il cibo insieme al turismo e al paesaggio.

Per Cia, inoltre, bisogna consolidare il ruolo degli sportelli ICE per fornire consulenza specifica alle imprese sulle tematiche dell’export e individuare tipologie dedicate di accesso ai finanziamenti pubblici agevolati per l’internazionalizzazione delle imprese agricole.

Infine, le campagne di promozione del Made in Italy agroalimentare devono puntare sempre di più sulla promozione della Dieta Mediterranea, anche per fronteggiare i rischi del Nutriscore, come modello alimentare corretto, sostenibile, salubre, variegato, efficace nella riduzione dell’insorgenza di malattie croniche. Allo stesso modo, al centro delle campagne promozionali ci dovranno essere le eccellenze dei territori, a partire da Dop e Igp, con gli agricoltori protagonisti dei sistemi locali del cibo. 

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