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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 18 ott 2021

Vinitaly: Cia, è l’ora della ripartenza. Avanti su promozione e lotta al Prosek

Il Vinitaly Special Edition è un segnale importante di ripartenza del vino, dopo il punto di rottura rappresentato dalla pandemia che ha fatto perdere al settore oltre 3 miliardi di euro solo nel 2020, con un crollo medio dei fatturati del 15%. Ora più che mai serve fare squadra, ragionare in ottica di sistema, creare una filiera organica, costruire alleanze sempre più strette con il settore fieristico per attrarre buyer esteri, puntare sulla promozione per competere sempre meglio sui mercati internazionali. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione del convegno inaugurale del Vinitaly, da oggi al 19 ottobre a Veronafiere, dove l’organizzazione è presente al Padiglione 4 Stand C6 con il “Walk Around Tasting” delle aziende associate.

L’export è strategico per il vino Made in Italy -ha detto Scanavino-. Per questo tornare in presenza, dopo più di un anno, con un evento dedicato al wine business e ai B2B è fondamentale per sostenere il comparto e raggiungere l’obiettivo dei 7 miliardi di euro realizzati sui mercati esteri a fine 2021. Mantenendo intatto il secondo posto dell’Italia nella classifica globale dei maggiori Paesi esportatori, dopo la Francia, con una quota del 20% sul totale del vino esportato nel mondo.

Ancora una volta, a guidare l’export tricolore sono gli spumanti, che rappresentano praticamente un quarto delle esportazioni vinicole nazionali, con un valore di oltre 2 miliardi, per il 70% grazie al sistema Prosecco -ha ricordato il presidente di Cia-. Ecco perché, adesso, è necessario essere uniti e compatti in Europa contro il riconoscimento della menzione tradizionale croata “Prosek”. Pur essendo prodotti differenti, infatti, il nome del vino croato è troppo simile a quello delle bollicine italiane e può trarre facilmente in inganno i consumatori di tutto il mondo, nuocendo seriamente ai nostri produttori. L’unico vero Prosecco è quello prodotto in Italia, e bisogna difenderlo a tutti i costi, tanto più che un eventuale via libera al Prosek sarebbe un pericoloso precedente, andando a inficiare l’impianto di tutela della qualità Ue costruito con il sistema delle Dop e Igp.

            In più, secondo Scanavino, per sostenere il rilancio post Covid, è necessario puntare sulla promozione, utilizzando tutte le risorse a disposizione per la valorizzazione sui mercati stranieri dei nostri vitigni e territori vocati. In questo senso, bisogna salvaguardare lo strumento della promozione Ue, visto che la riforma avviata a Bruxelles rischia di escludere proprio i prodotti vitivinicoli dai finanziamenti dedicati. Un disegno che va assolutamente impedito -ha concluso il presidente di Cia- mentre sul fronte nazionale sosteniamo con convinzione lo stanziamento di 25 milioni di euro, da parte del Mipaaf, per la definizione di un programma di promozione istituzionale del vino italiano nel mondo. Una campagna quanto mai necessaria, e complementare alla promozione “di brand” effettuata dalle aziende, per rafforzare, nei mercati chiave, l’immagine dell’Italia come Paese produttore di vino.

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2 In Evidenza - 15 ott 2021

Filiera corta, inaugurato il Mercato Contadino de La Spesa in Campagna Cia

Taglio del nastro, ieri pomeriggio, in via Milano 33 a Pescara, del  “Mercato Contadino” de la Spesa in Campagna Cia. 


“Il mercato, ad un anno e mezzo dalla pandemia, nasce dall’esigenza degli agricoltori di creare un più costante e stretto rapporto con i cittadini”, commenta la vicepresidente nazionale de La Spesa in Campagna, Beatrice Tortora, “Da sempre luogo di aggregazione e di promozione della produzione agricola locale, il mercato non è solo un punto vendita ma rappresenta uno sbocco per le piccole e medie imprese della provincia”.


Lo spazio allestito in pieno centro di Pescara, sarà luogo di incontri tematici, degustazioni e giornate a tema sui prodotti agroalimentari tipici. Frutta e verdura, salumi e carni fresche, vino e olio extravergine, legumi, cereali, marmellate e prodotti trasformati che provengono direttamente dalle aziende agricole associate.


“I mercati annullano le intermediazioni tra produttore e consumatore, garantendo prodotti di elevata qualità”, afferma Nicola Sichetti, Presidente di Cia Chieti-Pescara, “Il tutto nel segno di quel processo di filiera corta che permette alle nostre aziende di essere presenti sul territorio promuovendo la vendita diretta. Uno spazio che la nostra associazione ha voluto fortemente e che abbiamo intenzione di aprire anche in altre città”. 


Presenti all’inaugurazione l’assessore regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente, il sindaco di Pescara, Carlo Masci, Claudia Merlino, direttore generale Cia Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo, Mimmo Francomano, direttore del Gal e Nicola Quattrocelli, Presidente del consorzio Mercato Contadino.

Il Mercato è stato realizzato dal Gal Terre Pescaresi, in collaborazione con la Confederazione Italiani Agricoltori (Cia) ed il contributo del “Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale” (Misura 19 del PSR 2014/2020 della Regione Abruzzo – PSL del GAL Terre Pescaresi).


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1 In Evidenza - 14 ott 2021

Lavoro: Donne in campo, parità salariale passo importante per società italiana

E’ stato fatto un passo importante per superare il cosiddetto gender pay gap, divario retributivo che penalizza, da sempre, le donne e rappresenta una piaga nel mondo del lavoro. Ora occorre il massimo impegno per una rapida approvazione al Senato, in modo da garantire al più presto una pari opportunità sui luoghi di lavoro". Così la presidente nazionale di Donne in Campo-CiaPina Terenzi, dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera della legge sulla parità salariale.

          “Il ruolo delle donne in agricoltura è sempre più vitale. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”. Il loro ruolo è legato strettamente a una visione multifunzionale del settore –prosegue la Terenzi- che coniuga la produzione alimentare con welfare, tutela del paesaggio e salvaguardia della biodiversità. Questo le pone in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto: dalle sfide della transizione verde, alla risposta alla terribile crisi pandemica”.

          Un aspetto del testo unico che viene reputato particolarmente importante è l'istituzione della "certificazione della parità di genere" con premialità per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere su opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.

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1 In Evidenza - 13 ott 2021

Anteprima mondiale Tartufo Bianco 2021. Boom da novembre e prezzi in calo

Per il tartufo bianco sarà una stagione complessa, ma che metterà comunque al riparo quantità e qualità del pregiato Made in Italy, tanto apprezzato sul mercato nazionale, ma soprattutto in quello estero che solitamente assicura il 70% della domanda, trainata da Cina, Giappone, Dubai e Usa. Sotto shock per i continui fenomeni atmosferici avversi, come la lunga siccità, il settore, che oggi vale oltre 500 milioni di euro e vede in campo più di 200 mila raccoglitori, dovrà continuare a destreggiarsi con una non nuova instabilità di prezzi e offerta, passando da un avvio di stagione scarso e con pepite piccole, al boom previsto per novembre con buoni livelli di crescita per cavatori, acquirenti e consumatori. I prezzi, potranno, quindi, oscillare tra 4.500 ai 2.000 euro al kg. A dirlo, oggi, i massimi esperti del settore, tornati a riunirsi a Roma, ospiti di Cia-Agricoltori Italiani presso l’Auditorium Giuseppe Avolio, per iniziativa dell’Accademia del Tartufo nel Mondo e con la partecipazione del sottosegretario Mipaaf, Gianmarco Centinaio.

L’appuntamento, che rappresenta l’Anteprima mondiale della stagione del Tartufo Bianco 2021, ha fatto il punto sul comparto dopo l’anno assai incerto della pandemia e in vista di una piena ripartenza che vorrà necessariamente alleato il settore della ristorazione mondiale, da sempre promotore ideale del prezioso prodotto italiano.

All’avvio di stagione, il quadro nazionale tra le regioni più rilevanti, ovvero Piemonte, Toscana, Marche e Umbria, presenta criticità sia sul fronte dell’offerta sia, di conseguenza, su quello dei prezzi con le quotazioni della Borsa di Acqualagna che al momento danno a 2 mila euro al kg la pezzatura 0-15 gr, a 3.200 quella da 15-50 gr e a 4 mila oltre i 50 gr.

“I tempi si allungheranno, ma si arriverà presto a un buon prodotto -ha spiegato meglio Giuseppe Cristini, presidente dell’Accademia-. Nelle Marche, sebbene non di grande caratura, si avranno pepite buone che non supereranno i 2.000 euro al kg. Novembre -ha poi aggiunto- darà in tutte le regioni, grandi soddisfazioni in termini di quantità e qualità”.

Guardando all’Umbria, ma con approccio sul lungo periodo, l’analisi di Olga Urbani, titolare della Urbani Tartufi, azienda storica del settore: “Erano anni che non ricordavamo una stagione così povera di prodotto. La mancanza di giuste piogge durante tutta l’estate sta causando un vero e proprio scompiglio economico per il nostro settore, non solo i prezzi stanno arrivando alle stelle, ma l’offerta è pari a zero, non solo in Italia ma anche nelle terre limitrofe. Ѐ un vero peccato, la domanda è altissima, i mercati cercano il Bianco e, incredibilmente, più degli anni passati, forse anche per un desiderio di rinascita post Covid. Dover rispondere di non averne è davvero difficile. Per questo motivo -ha continuato- ritengo che l’iniziativa dell‘Accademia del Tartufo nel Mondo, assuma un tono ancor più importante. Nei momenti bui va, infatti, trovata una soluzione e noi riteniamo di trovarla in Truffleland, la moderna azienda del Gruppo Urbani dedita alla Tartuficoltura, unica salvezza per le lacune di un prodotto così incredibile e ineguagliabile.”

Dunque, serve anche approccio positivo, come condiviso da tutti i partner riuniti in Cia tra i quali anche la F.I.C., Federazione Italiana Cuochi e Italia a Tavola che ha visto il suo direttore Alberto Lupini, alla moderazione dell’incontro.

Creare un modello incisivo per la valorizzazione il tartufo italiano come il migliore per qualità, identità e tradizioni, rispetto dell’ambiente e del rapporto con i cani, l’obiettivo rinnovato con l’evento in Cia ed espressione del valore di cui l’Accademia del Tartufo nel Mondo si fa garante con cavatori, chef e consumatori. Senza dimenticare la straordinaria forza della tartuficultura come bene rifugio della moderna agricoltura e il contributo alla più preziosa cucina Mediterranea.

“Nel tartufo c’è molto di più di una sola storia da raccontare e promuovere -è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Al mondo della ristorazione internazionale affidiamo, infatti, con le pepite, il legame tra tartuficoltura e attività agricola, la grande biodiversità dell’agroalimentare tricolore e, soprattutto, la rinascita delle aree interne, quei borghi che sempre di più stanno richiamando l’attenzione di investitori e turisti stranieri”.

Ad attrarre, come sottolineato più volte, anche il connubio tartufo e vino, insieme alla tradizione del tagliolino mantecato e alla qualità riconosciuta del Grana Padano. Un’estasi di degustazione raggiungibili grazie all’abbinamento con vini importanti, tra i quali un Arneis del Piemonte, un Vermentino di Gallura, un Bombino Bianco della Puglia e un Bianchello del Maetauro superiore delle Marche. E ancora una Vernaccia di San Gimignano dalla Toscana e un meraviglioso Riesling Renano dell'Alto Adige.

Per l’Accademia del Tartufo nel Mondo, si tratta, dunque, di raccontare l’unicità a tavola e di interpretare il valore sensoriale e culturale, culinario ed emozionali che i tartufi sanno creare con i giusti abbinamenti, perché l’Italia del tartufo fa scuola e può guidare il nuovo rinascimento della cucina italiana, ma anche internazionale, protagonista in piatti inaspettati con frutta o nocciola gentile, come anche in menù vegetariani e vegani delle grandi city.

            “Da qui dovrà nascere una grande Accademia sensoriale per il riconoscimento organolettico di tutte le tipologie di tartufo edibile -ha, infine, anticipato Cristini- e pensiamo anche a un grande Collegio Accademico dei migliori esperti e scienziati, per promuovere una ristorazione al tartufo tutto l'anno, partendo anche dalle giovani leve degli Istituti Alberghieri. Poi, conterà molto, investire sul turismo, accelerando la ripresa insieme ai ristoratori in occasione di Expo Dubai”.

“Le eccellenze del nostro Made in Italy agroalimentare hanno la capacità di emozionare grazie all'unicità dei loro sapori, al patrimonio di biodiversità e al legame con le regioni. Il tartufo è uno dei migliori ambasciatori del tricolore nel mondo -ha, infine, evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio- e in particolare il tartufo bianco è il nostro fiore all’occhiello. Sono le pepite d'oro della nostra terra e grazie alla collaborazione con gli chef e il mondo della ristorazione vengono ancora più valorizzate. Grazie al tartufo, i territori, anche quelli meno conosciuti, possono avere ulteriori opportunità di sviluppo, non solo economico ma anche turistico e sociale”.

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1 In Evidenza - 07 ott 2021

Siccità, Cia Abruzzo chiede gasolio agricolo agevolato per le imprese abruzzesi

Un aiuto alle imprese agricole abruzzesi che sono state messe in difficoltà a causa dei continui cambiamenti climatici. Cia Abruzzo tende la mano agli agricoltori chiedendo alla Regione l’assegnazione di gasolio agricolo a prezzo agevolato. 


“L’annata particolarmente siccitosa ha condizionato il normale svolgimento delle attività agricole”, afferma il Presidente di Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, “comportando, oltre ai danni, un aumento delle lavorazioni da eseguire sulle colture e, di conseguenza un maggiore utilizzo di attrezzature e quindi di carburante. Negli anni, le riduzioni previste con il nuovo sistema di assegnazione hanno notevolmente contribuito ad incidere su questa situazione di difficoltà, a volte mettendo in discussione dai funzionari quanto dichiarato dal produttore, in termini di attrezzature, disponibilità dell’azienda e lavorazioni da realizzare nei campi. Chiediamo che la Regione Abruzzo dia la possibilità di presentare la richiesta di supplemento che, in questa annata agraria, si rivela necessaria come evidenziato e che, considerata la situazione, il provvedimento venga attuato quanto prima”, conclude Di Zio. 


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1 In Evidenza - 04 ott 2021

Cia Abruzzo e URCA alleate per la promozione della cultura enogastronomica regionale, presentato il protocollo d’intesa

Presentato il nuovo protocollo d’intesa tra Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo e l’Unione Regionale Cuochi Abruzzesi (URCA) per promuovere e valorizzare la cultura enogastronomica regionale. 

Individuare e promuovere sinergie per il miglioramento delle produzioni agricole che sono alla base di quelle gastronomiche e agroalimentari, attraverso il rispetto dei criteri di qualità, tracciabilità, sicurezza alimentare, sostenibilità, trasparenza e territorialità; promuovere iniziative utili a diffondere l’informazione, l’identificazione, l’origine e la conoscenza dei prodotti agroalimentari favorendo la loro classificazione e valorizzazione lungo la filiera, per consentirne la rintracciabilità e trasparenza nel mercato di riferimento nonché la diffusione con particolare riguardo all’offerta di quelle tipiche e locali, anche attraverso la rete delle attività o delle strutture ristorative, agrituristiche  e dei mercati contadini: questi gli obiettivi principali del protocollo tra Cia Abruzzo e Urca, che da anni operano nel settore agroalimentare e di tutela del patrimonio agricolo regionale.


La presentazione stamane nel corso di una conferenza stampa presso l’Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara a cui hanno preso parte il Presidente di Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, il Presidente dell’Unione Regionale Cuochi Abruzzesi, Lorenzo Pace e la dirigente scolastica dell’Istituto, Alessandra Di Pietro.


Con il protocollo le realtà coinvolte si impegnano a valorizzare il patrimonio di conoscenze ed informazioni proprie delle due organizzazioni, favorire lo studio dei problemi della gastronomia e della tavola italiana attraverso dei workshop tematici, campagne su specifici argomenti d’interesse o specifiche ricerche insieme ad università ed altri enti di ricerca, sostenere politiche di distribuzione, consumo e trasformazione nell’ambito della ristorazione che promuovano, più in generale, una migliore conoscenza dei prodotti agricoli italiani, delle carni di selvaggina e dei valori tradizionali della cucina abruzzese. 


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