La bozza della Legge di Bilancio 2026, attualmente all’esame del Consiglio dei Ministri, introduce alcune novità nel settore agricoltura.
Agevolazioni fiscali: proroga dell’esenzione IRPEF
Sul fronte fiscale, la Legge di Bilancio 2026 estende per un altro anno l’esenzione parziale dalle imposte sul reddito dei terreni agricoli.
In particolare:
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i redditi dominicali e agrari fino a 10.000 euro restano totalmente esclusi dalla base imponibile IRPEF;
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per la fascia tra 10.000 e 15.000 euro, l’esclusione è del 50%.
Il meccanismo ricalca quello già in vigore per il 2025 e continua a rappresentare un sollievo per molte imprese agricole di piccole dimensioni.
Non sono tuttavia previsti interventi di semplificazione per le società semplici agricole, dove il calcolo della quota esente resta complesso.
Ritorna l’ammortamento maggiorato per gli investimenti
Dopo alcuni anni di prevalenza dei crediti d’imposta, torna in primo piano lo strumento dell’ammortamento maggiorato per stimolare gli investimenti produttivi.
La misura riguarda due categorie di beni:
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Beni “Industria 4.0”, materiali e immateriali, interconnessi al sistema di gestione aziendale o alla rete di fornitura;
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Beni per l’autoproduzione energetica, cioè impianti e macchinari destinati alla produzione e all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, inclusi i sistemi di accumulo.
Livelli di maggiorazione previsti
| Valore dell’investimento | Maggiorazione |
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| Fino a 2,5 milioni € | 180% |
| Oltre 2,5 e fino a 10 mln € | 100% |
| Oltre 10 e fino a 20 mln € | 50% |
Incentivi “green”: maggiorazioni per la riduzione dei consumi
Per gli investimenti che contribuiscono alla transizione ecologica, la maggiorazione è ulteriormente incrementata.
È sufficiente dimostrare una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3%, o dei processi produttivi interessati di almeno il 5%.
| Valore dell’investimento | Maggiorazione “green” |
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| Fino a 2,5 milioni € | 220% |
| Oltre 2,5 e fino a 10 mln € | 140% |
| Oltre 10 e fino a 20 mln € | 90% |
Rientrano automaticamente tra gli investimenti “green” anche:
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la sostituzione di beni obsoleti (ammortizzati da almeno 24 mesi) con nuovi beni 4.0;
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i progetti di efficientamento energetico realizzati tramite Energy Service Company (ESCo) con contratto EPC (Energy Performance Contract).
Credito d’imposta del 40% per beni strumentali 4.0
La principale novità per il comparto agricolo è introdotta dall’articolo 97 della bozza: un credito d’imposta del 40% per gli investimenti in beni strumentali nuovi 4.0, destinato a imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura.
Sono agevolabili macchinari, impianti e software digitali inclusi negli Allegati A e B della Legge 232/2016, fino a un tetto di 1 milione di euro per impresa.
Le spese devono essere sostenute nel corso del 2026, oppure entro il 30 giugno 2027 se l’investimento è prenotato entro il 31 dicembre 2026 con un acconto minimo del 20%.
Il credito è utilizzabile in compensazione (modello F24) e può essere cumulato con altri aiuti, ma non con:
Documentazione richiesta
Per evitare la revoca del beneficio, le imprese devono conservare:
In caso di vendita o dismissione del bene prima del quinto anno successivo all’investimento, il credito viene ridotto proporzionalmente e la quota indebitamente fruita va restituita.
Questa misura rappresenta un vantaggio concreto per le piccole imprese agricole, poiché consente un recupero immediato sotto forma di credito d’imposta, a differenza dell’ammortamento maggiorato.
Tuttavia, il fondo nazionale è limitato: 1,4 milioni di euro per il 2026 e 700mila per il 2027, rendendo l’incentivo selettivo ma strategico.
Rifinanziamento della “Nuova Sabatini”
L’articolo 98 interviene sulla “Nuova Sabatini”, rifinanziando lo strumento con ulteriori risorse:
L’obiettivo è continuare a sostenere gli investimenti delle PMI agricole e industriali, favorendo l’acquisto di beni strumentali e tecnologie innovative.