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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Vino, l’export tiene, ma cambia il gusto: il consumatore guida la transizione verso bianchi, frizzanti e rosati

Le esportazioni europee di bevande alcoliche tengono il passo e segnano un nuovo traguardo: nel 2024 l’Unione Europea ha esportato prodotti per un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2019, secondo i dati Eurostat. A trainare il settore è sempre il vino, che rappresenta oltre la metà del totale, ma cambiano le tendenze all’interno del comparto: è il consumatore a dettare le nuove regole del mercato.


Nonostante la stabilità nei volumi complessivi, si registra una forte diversificazione dei prodotti esportati. A crescere sono infatti i vini bianchi, i bianchi frizzanti e i rosati, mentre cala progressivamente la domanda di rossi strutturati, tradizionalmente forti nell’export italiano. Una trasformazione che riflette le nuove preferenze del mercato globale, sempre più orientato verso prodotti più freschi, versatili e in linea con i trend di consumo contemporanei.


“La tenuta dell’export è un segnale positivo, ma dobbiamo leggere con attenzione quello che sta accadendo: il consumatore oggi ha un ruolo centrale e condiziona le scelte produttive”, afferma Domenico Mastrogiovanni, responsabile vitivinicolo di CIA – Agricoltori Italiani, “La domanda si sta orientando verso vini più leggeri, aromatici, adatti a un consumo quotidiano e spesso legati a stili di vita più dinamici. È una sfida e al contempo un’opportunità per le nostre aziende agricole, che devono saper innovare e adattarsi. In uno scenario che vede la Francia mantenere la leadership con 12,1 miliardi di euro di export, l’Italia conferma la propria posizione di rilievo ma dovrà continuare a investire sulla qualità, sulla differenziazione dei prodotti e sulla capacità di intercettare i gusti dei nuovi consumatori internazionali”, continua Mastrogiovanni.


Anche l’Italia, secondo esportatore europeo con 6 miliardi di euro di vendite verso Paesi extra UE (di cui oltre l’80% legato al vino), è pienamente coinvolta in questa evoluzione. Le esportazioni tricolore beneficiano della crescita dei bianchi frizzanti e dei rosati, soprattutto in mercati come Stati Uniti e Regno Unito, che da soli rappresentano quasi la metà dell’intero export UE di bevande alcoliche.


“Il nostro territorio sta rispondendo bene a questa svolta”, commenta Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara, “Le aziende agricole abruzzesi, in particolare quelle vitivinicole, stanno già puntando su vitigni a bacca bianca e su metodologie di produzione che valorizzano vini più freschi e meno strutturati. Bisogna sostenere questa transizione con politiche mirate, supporto all’innovazione e promozione sui mercati esteri”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 14 dic 2020

Natale: Cia, il Covid taglia 1 zampone su 3 sulle tavole degli italiani

 Per la prima volta si stima un forte calo negli acquisti dei tradizionali zamponi e cotechini durante le feste di Natale, ennesimo colpo per la filiera suina, fiore all'occhiello del Made in Italy agroalimentare. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, si registrerà una diminuzione di 1/3 rispetto ai 6 milioni di kg di prodotto (di cui 4 Igp, il resto tradizionale), consumato nello stesso periodo del 2019. Sono, infatti, fortemente diminuiti i ritiri di carne suina negli allevamenti da parte dell'industria alimentare, malgrado il -20% dei prezzi medi degli ultimi 2 mesi. Per gli insaccati precotti con cui tradizionalmente si festeggia il nuovo anno, è attesa, dunque, una contrazione dei consumi, a seguito delle misure imposte dal Governo per contrastare la pandemia. Sarà un San Silvestro sobrio, senza parenti e amici, né veglioni o ritrovi di famiglia e si dirà addio alle maxi-tavolate imbandite, che avevano nel 2019 un budget alimentare di quasi 2 miliardi, fra cenone e pranzo del primo gennaio.

Il giro d’affari di zamponi e cotechini è di circa 28 milioni di euro per i soli prodotti Igp, considerati più sicuri dal punto di vista della qualità, grazie al disciplinare che ne indica con precisione il luogo di produzione, le modalità di lavorazione e la conservazione delle carni. Cotechini e zamponi sono fatti della stessa sostanza: carne di maiale magra e grassa, macinata grossolanamente, unita poi a cotenna di maiale e tritata. La differenza fra i due prodotti è data dall’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, il budello per il cotechino. Nonostante la diffusa credenza, non si tratta di prodotti particolarmente grassi, anche perché la cottura favorisce il calo della parte lipidica: 100 grammi contengono le stesse calorie di un etto di mortadella e meno della stessa quantità di salame, con un interessante apporto proteico fornito dalla cotica, oltre a buone percentuali di ferro, zinco e delle vitamine del gruppo B.

La crisi delle vendite di zampone e cotechino nelle feste del 2020 rappresenta per Cia, dunque, un ulteriore danno per il settore suinicolo nazionale già in crisi, che ha toccato addirittura un -18%, nonostante il lieve recupero registrato durante i mesi estivi. La forte contrazione dei prezzi è in parte dovuta alla saturazione del mercato europeo, con il mancato export in Cina delle carni suine tedesche, dopo i casi di Peste suina africana nei cinghiali in Sassonia, che hanno provocato un danno enorme agli allevatori di quel Paese.

 In Italia, la crisi della zootecnia suina è amplificata dalle generali difficoltà del canale Ho.re.ca (hotel, ristoranti, bar, mense) dopo la crisi pandemica, che ha avuto un impatto particolarmente negativo su questa filiera. Ultima beffa per gli allevatori del settore, la deroga al 31 gennaio imposta dal Mise sull’obbligo di etichettatura di origine sulle carni suine trasformate dalle industrie (prosciutti, salumi, mortadelle), dilazionando la possibilità di una maggiore valorizzazione del Made in Italy.

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1 In Evidenza - 09 dic 2020

Gasolio agricolo: Cia, bene esclusione obbligo comunicazione e registro carico e scarico

Agricoltori esclusi dai nuovi obblighi di comunicazione e di tenuta del registro di carico e scarico del gasolio agricolo. Sarebbe stato l’ennesimo laccio burocratico su un settore che in materia è già adeguatamente monitorato. Così Cia-Agricoltori Italiani esprimendo soddisfazione per la circolare 47/2020 del 3 dicembre, emanata della direzione generale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, dopo svariate sollecitazioni da parte dell’organizzazione.

Nel dettaglio, precisa Cia, l’obbligo che scatterà dal primo gennaio 2021, fa salvi gli imprenditori agricoli ed esclude i depositi aventi capacità pari o inferiori a 10 metri cubi, nonché gli apparecchi di distribuzione automatica di carburanti per i medesimi usi, collegati a serbatoi la cui capacità globale è pari o inferiore a 5 metri cubi. 

Le motivazioni alla base di questo giustificato esonero, spiega Cia, sono del resto quelle già sostenute dall’organizzazione a partire dallo scorso marzo, quando ripetutamente rappresentate ai ministri dell'Economia e delle Finanze e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, come anche al direttore dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli, si è ottenuta la proroga dell’obbligo che era fissata per il primo aprile 2020.

Infatti, ricorda Cia, l’assegnazione di carburante per usi agricoli, deve già sottostare a una procedura, prevista dal DM 454/2001, che stabilisce la predeterminazione dei quantitativi di carburante da assegnare, obbliga alla tenuta del libretto di controllo e prevede la dichiarazione di avvenuto impiego del carburante nell'uso agricolo. 

Secondo Cia, dunque, la previsione di ulteriori adempimenti, avrebbe creato soltanto un appesantimento burocratico e costi aggiuntivi a carico degli agricoltori.

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1 In Evidenza - 07 dic 2020

Dpcm Natale: Cia, chiusura Comuni penalizza agriturismi e aree rurali

Il divieto agli spostamenti tra i Comuni di tutta Italia nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio 2021, è l’ennesima scure sul settore agrituristico e arriva a vanificare l’unica fonte di guadagno rimasta entro fine anno, come anche una delle poche occasioni di condivisione in sicurezza, il pranzo delle festività natalizie fuori casa e negli agriturismi. A intervenire sulla misura contenuta nel Dpcm di Natale, è oggi Cia-Agricoltori Italiani che, preoccupata per la tenuta delle strutture agrituristiche, pone l’interrogativo: “Aperti per chi?”.

Il settore agrituristico, puntualizza Cia, è tra i comparti produttivi che stanno maggiormente subendo da marzo, gli effetti della crisi da Covid. I 24 mila agriturismi italiani che contano un totale di 100 mila addetti, hanno perso nel 2020 ormai al termine, più di 600 milioni di fatturato (su oltre un miliardo di euro annuo in media) e oltre 2,95 milioni di presenze. Il Natale sarebbe stato, indubbiamente, strategico dal punto di vista dei guadagni, ma -precisa Cia- le chiusure dei confini comunali nei tre giorni di festa chiaramente più importanti, finiranno per far perdere alle aziende agrituristiche, oltre il 50% del fatturato di tutto dicembre. 

Inoltre, spiega Cia, la chiusura dei Comuni, procurerà un disagio sociale non irrilevante alle aree rurali d’Italia. Va ricordato, infatti, che siamo un Paese con 5.500 piccoli comuni (popolazione intorno ai 5 mila abitanti) su un totale di 7.914. Sono il 69% del totale dei comuni italiani (primi Valle d’Aosta e Piemonte). A risiedere nei piccoli borghi d’Italia, quasi 10 milioni di persone, il 16,5% della popolazione nazionale. In parallelo, aggiunge Cia, le strutture ricettive nei piccoli comuni sono 56 mila, il 27% del totale, e fanno quasi quota 12 mila, solo le strutture agrituristiche.

Stando a questi dati, è dunque evidente, per Cia, che blindare i Comuni a Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno, esprima non solo una visione ‘città centrica’, ma trascuri da una parte il ruolo svolto dagli agriturismi nelle aree interne del Paese e dall’altra, le specifiche caratteristiche di queste strutture, come i pochi coperti e gli ampi spazi all’aperto, in linea con le disposizioni per il distanziamento.

“Si può comprendere la chiusura delle regioni dal 21 dicembre come pure il coprifuoco -è intervenuto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-, ma la stretta sui Comuni emerge come rigidità estremamente penalizzante sia per le famiglie delle aree rurali che per le aziende agricole e agrituristiche”.

“Chiediamo al Governo di continuare a lavorare sui ristori per il settore agrituristico -ha aggiunto Scanavino- così come l’Associazione Turismo Verde-Cia ha già sollecitato con una lettera, l’intervento della ministra Teresa Bellanova, affinché si predispongano, tempestivamente, per gli agriturismi, proporzionati contributi a fondo perduto a parziale ristoro delle perdite di fatturato che saranno notevoli nel periodo natalizio. Infine -ha concluso il presidente Scanavino- rilanciamo la campagna Turismo Verde-Cia #sostieniltuoagriturismo, perché non si perda la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno nelle strutture di tutta Italia, dove gustare piatti tipici del territorio e rilassarsi in mezzo alla natura, contribuendo al tempo stesso a mantenere viva l’offerta turistica nelle aree rurali, spina dorsale e anima green del Paese”.

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1 In Evidenza - 03 dic 2020

Agricoltura: Cia, 200.000 “donne in campo” cruciali per post Covid e svolta green

Dalla riforma agraria all’agricoltura del futuro con le donne al centro. Protagoniste di una nuova ricostruzione, che 70 anni dopo deve fronteggiare gli effetti del Covid e guardare alle sfide del Green Deal. Questo il senso del convegno “Donne: un patto per la terra”, organizzato oggi in modalità webinar da Donne in Campo-Cia e Istituto Alcide Cervi.

Quest’anno, infatti, ricorre il settantesimo anniversario dalle leggi della riforma agraria (1950-2020), leggi che furono l’esito di un imponente movimento popolare che impegnò donne e uomini nel dopoguerra per rivendicare il diritto alla terra di fronte ai grandi proprietari terrieri, eredi di un sistema latifondistico soprattutto al Sud Italia. Oggi la condizione socio-economica del Paese è completamente diversa, ma per certi aspetti bisognosa di una nuova riforma. Dopo anni segnati da un costante calo del numero di addetti e da una forte marginalizzazione delle aree rurali, sta riemergendo la consapevolezza che l’agricoltura deve essere centrale -come dimostrato dalla pandemia con il settore garante dell’approvvigionamento alimentare durante il lockdown- una priorità delle politiche nazionali e degli strumenti locali di governo del territorio per coniugare la sostenibilità economica con quella ambientale e sociale, riconnettendo città e campagna, consumo locale e mercato globale.

            “Una nuova consapevolezza per una moderna questione agraria, dove spicca il protagonismo delle donne -spiegano la presidente di Donne in Campo Cia, Pina Terenzi, e la presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani-. Un protagonismo rinnovato, che negli ultimi trent’anni ha fatto registrare un’impennata delle aziende a conduzione femminile, fino a coprire oggi un terzo del totale”. In Italia, sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”.

            “Il ruolo delle donne in agricoltura è vitale ed è legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile del settore -continuano Terenzi e Soliani- che coniuga la produzione alimentare con welfare, comunità, tutela di suolo e paesaggio, salvaguardia di biodiversità. Un ruolo che le pone in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto”, dalle sfide ambiziose della transizione verde, come chiede l’Europa con il Green Deal, alla pandemia che sta sconvolgendo gli stili di vita, con un ritorno alla terra che va sostenuto e indirizzato. A fine 2020, infatti, sono quasi 7.000 in più le imprese giovani che fanno agricoltura, con un incremento di oltre il 14% rispetto solo a cinque anni fa.

            “Ancora di più in futuro, la nostra funzione dovrà essere quella di anello di congiunzione tra i bisogni umani e le risorse naturali -evidenziano le presidenti di Donne in Campo e Istituto Alcide Cervi-. L’agricoltore sarà chi produce cibo sano e di qualità, collabora con la ricerca scientifica anticipandola e seguendola nei suoi progressi in campo alimentare e nutraceutico, si apre a tutte le produzioni possibili, sperimenta nuove fibre, nuovi materiali per bioplastiche, fornisce agroenergie, genera paesaggi unici, insegna ai bambini il valore dell’ambiente e del cibo, ospita le persone con disagio offrendo la migliore cura: l’accoglienza in una comunità, il rapporto con la natura e gli animali, il lavoro”.

            “Le donne sono un esempio di sostenibilità e resilienza -conclude il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Rappresentano perfettamente la visione dell’agricoltura del futuro, basata su produzioni salubri, compatibilità ambientale, innovazione, rilancio delle aree rurali. Una visione che va promossa e valorizzata con politiche coraggiose e risorse adeguate. In questo senso, un ‘nuovo patto per la terra’ non può che partire dalle donne: sono una risorsa indispensabile e uno dei driver vincenti per il progresso del settore”.


Guarda il video con le (belle) storie di imprenditoria agricolahttps://www.youtube.com/watch?v=_aR2U2NzuB8&feature=emb_title

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1 Associazioni - 26 nov 2020

Assicurazioni, Sichetti: "intervenire al più presto per reperire risorse adeguate"

“Negli ultimi anni abbiamo sempre sensibilizzato i nostri associati affinché assicurassero le proprie colture” - dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Nicola Antonio Sichetti - “in quanto le sempre più frequenti calamità naturali hanno messo in difficoltà l’intero comparto, che dai contributi percepiti sul pagamento delle polizze e gli indennizzi percepiti, ha avuto un importante supporto.

Nel 2020 però, il Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, con disposizione MIPAAF del 19 Ottobre ed in prossimità dell’erogazione da parte di AGEA dei contributi spettanti alle imprese agricole che hanno stipulato polizze a copertura delle calamità naturali, ha riconosciuto un solo acconto e non l’intero contributo. Ciò rappresenta un ulteriore duro colpo al settore agricolo già messo a rischio dalla pandemia.

L’accesso ai contributi comunitari sulle assicurazioni agevolate per l’annualità 2020 (sottomisura 17.1 del PSRN) incentiva le imprese agricole a stipulare polizze assicurative per la gestione dei rischi collegati alle calamità naturali e alle infestazioni parassitarie. Il contributo del ministero delle politiche agricole copre una parte importante delle spese sostenute e viene garantito e normato grazie al Piano Assicurativo Individuale di anno in anno.

Normalmente il contributo previsto dalla suddetta norma è fino al 70% della spesa ammessa per polizze con almeno 3 avversità garantite e fino al 65% per polizze con 2 avversità garantite.

Ma per quest’anno, a causa della carenza di fondi, il contributo è stato ridotto al 30% della spesa ammessa (per polizze con almeno 3 garanzie) e al 28% (per polizze con 2 garanzie), equivalente al 43% circa del contributo spettante.

Tutto ciò ha generato non pochi problemi alle imprese agricole che si aspettavano l’intero contributo entro fine 2020 a supporto del pagamento delle polizze avvenute per intero il 10 Novembre 2020.

“A livello nazionale Cia Agricoltori Italiani si è attivata tempestivamente nei tavoli istituzionali chiedendo al Mipaaf e quindi ad Agea di liquidare al più presto, oltre all’anticipo di cui sopra, anche il saldo. Al riguardo chiede ai suddetti organi istituzionali di reperire al più presto le risorse adeguate, rimodulandole da altre misure del PSRN non utilizzate. La gestione del rischio è sempre più centrale per il nostro settore a causa dei cambiamenti climatici e non possiamo permetterci passi falsi”.

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1 Eventi - 25 nov 2020

Assemblea nazionale Cia: ospiti Giuseppe Conte, Frans Timmermans, Teresa Bellanova - Venerdì 27 Novembre 2020 ore 10

Assemblea nazionale #Cia "Agricoltura-Territorio-Società. Riprogettiamo il futuro" in agenda per venerdì, 27 novembre, in webinar, a partire dalle 10. Appuntamento importante che vedrà centinaia di #agricoltori collegati a distanza da ogni parte d'#Italia 👨‍💻🍃 Tra gli ospiti istituzionali: Giuseppe Conte, Frans Timmermans, Teresa Bellanova, Enzo Amendola e Francesco Boccia 🇮🇹🇪🇺

Per seguire la diretta ▶️ https://youtu.be/I1ce4svphqw

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