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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Vino, l’export tiene, ma cambia il gusto: il consumatore guida la transizione verso bianchi, frizzanti e rosati

Le esportazioni europee di bevande alcoliche tengono il passo e segnano un nuovo traguardo: nel 2024 l’Unione Europea ha esportato prodotti per un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro, con un incremento del 10% rispetto al 2019, secondo i dati Eurostat. A trainare il settore è sempre il vino, che rappresenta oltre la metà del totale, ma cambiano le tendenze all’interno del comparto: è il consumatore a dettare le nuove regole del mercato.


Nonostante la stabilità nei volumi complessivi, si registra una forte diversificazione dei prodotti esportati. A crescere sono infatti i vini bianchi, i bianchi frizzanti e i rosati, mentre cala progressivamente la domanda di rossi strutturati, tradizionalmente forti nell’export italiano. Una trasformazione che riflette le nuove preferenze del mercato globale, sempre più orientato verso prodotti più freschi, versatili e in linea con i trend di consumo contemporanei.


“La tenuta dell’export è un segnale positivo, ma dobbiamo leggere con attenzione quello che sta accadendo: il consumatore oggi ha un ruolo centrale e condiziona le scelte produttive”, afferma Domenico Mastrogiovanni, responsabile vitivinicolo di CIA – Agricoltori Italiani, “La domanda si sta orientando verso vini più leggeri, aromatici, adatti a un consumo quotidiano e spesso legati a stili di vita più dinamici. È una sfida e al contempo un’opportunità per le nostre aziende agricole, che devono saper innovare e adattarsi. In uno scenario che vede la Francia mantenere la leadership con 12,1 miliardi di euro di export, l’Italia conferma la propria posizione di rilievo ma dovrà continuare a investire sulla qualità, sulla differenziazione dei prodotti e sulla capacità di intercettare i gusti dei nuovi consumatori internazionali”, continua Mastrogiovanni.


Anche l’Italia, secondo esportatore europeo con 6 miliardi di euro di vendite verso Paesi extra UE (di cui oltre l’80% legato al vino), è pienamente coinvolta in questa evoluzione. Le esportazioni tricolore beneficiano della crescita dei bianchi frizzanti e dei rosati, soprattutto in mercati come Stati Uniti e Regno Unito, che da soli rappresentano quasi la metà dell’intero export UE di bevande alcoliche.


“Il nostro territorio sta rispondendo bene a questa svolta”, commenta Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara, “Le aziende agricole abruzzesi, in particolare quelle vitivinicole, stanno già puntando su vitigni a bacca bianca e su metodologie di produzione che valorizzano vini più freschi e meno strutturati. Bisogna sostenere questa transizione con politiche mirate, supporto all’innovazione e promozione sui mercati esteri”.

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News Cia Abruzzo

1 Speciale Coronavirus COVID19 - 30 mar 2020

Coronavirus, Cia Abruzzo: “La grande distribuzione venda più cibo italiano”

“Chiedo con forza alla rete commerciale regionale di riservare al cibo italiano ogni spazio di vendita disponibile, facendo ricorso all'approvvigionamento estero solo in caso di necessità”. Lancia un monito il Presidente di Cia - Agricoltori Italiani Abruzzo, Mauro Di Zio, richiamando la Grande Distribuzione Organizzata a dimostrare il senso etico delle proprie scelte, e la responsabilità sociale di un settore in grado di contribuire in maniera determinante alla tenuta del Paese dal punto di vista economico e sociale, oltre che ambientale. 


“Oggi la pandemia in atto determina una situazione senza precedenti, e garantire l'approvvigionamento salvando con ogni mezzo il mercato interno  è di importanza vitale. L'invito di ieri a consumare italiano deve trasformarsi in imperativo morale oggi”, afferma Di Zio che chiede a ipermercati, supermercati e negozi di generi alimentari di mettere a disposizione anche spazi per l’acquisto di piante, piantine (anche da orto) e fiori di produzione locale o di provenienza nazionale. 

“Un modo per consentire un colorato, e forse anche terapeutico, addobbo di case e balconi, dando anche un minimo di respiro ad un settore, quello florovivaistico, oggi allo stremo. Un settore che solitamente realizza in questo periodo il 60-80% del proprio fatturato e che invece è oggi costretto a distruggere mesi di duro lavoro dopo ingenti spese ed investimenti”. 


“Al cittadino consumatore chiediamo di aggiungere un pizzico di consapevolezza in più al giaà grande senso di responsabilità che sta dimostrando nella frequenza e nelle modalità di approvvigionamento che questo particolare momento richiede ed impone”, continua Di Zio, “Consumare latte fresco, latticini freschi, farine, frutta, ortaggi e carni locali dà l'opportunità ai produttori della rete territoriale e nazionale di sopravvivere in questo delicato momento, continuando a mantenere ambiente e paesaggio”. 


Il Presidente della Confederazione regionale invita, infine, le autorità locali a vigilare affinché vengano repressi tentativi di speculazione sul prezzo di alcuni generi alimentari. 


“La forzata permanenza a casa fornisce l'opportunità di riscoprire e recuperare il rapporto con l'arte culinaria del territorio. Da questo punto di vista l'approssimarsi della Pasqua fornisce una straordinaria occasione di celebrare la festività con i piatti che la tradizione propone”, conclude Di Zio, “Sarà il modo di vivere un minimo di normalità in questo periodo così particolare e difficile”.


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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 27 mar 2020

Coronavirus: Anp-Cia, sistema sanitario nazionale torni una priorità

La sanità pubblica torni una priorità per il governo del Paese. A dirlo è Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia, nel ringraziare tutti gli operatori sanitari che da settimane nelle strutture di un’Italia intera, stanno lottando con abnegazione e ininterrottamente, per salvare vite umane dal Coronavirus e tutelare l’assistenza ai malati e agli anziani.

Questa terribile esperienza, sottolinea Anp-Cia, sta mettendo in luce all’estremo, la centralità del Sistema sanitario pubblico e universalista come grande patrimonio collettivo, simbolo di coesione e tutela sociale da mettere al centro del dibattito politico e delle azioni di governo, una volta per tutte e non appena l’emergenza sarà rientrata.

Come associazione nazionale dei pensionati di Cia, Anp chiede, inoltre, che non venga dimenticata, anche in questa fase, la fragilità delle aree interne e dei suoi piccoli centri, dove si trovano gran parte di quelle comunità territoriali tanto importanti per la quotidianità degli anziani e dei pensionati. Per loro restano fondamentali, pur nel rispetto dei decreti vigenti per impedire la diffusione del virus, le piccole attività produttive che tengono in piedi i servizi essenziali e l’agricoltura in ambito locale. E’ una proposta che -specifica Anp-Cia- risponde all’esigenza di dare utilità sociale agli anziani nella filosofia dell’invecchiamento attivo.

Per Anp che si associa ai tanti appelli di Cia, resta inteso che preservare il sistema produttivo agricolo italiano, voglia dire assicurare al Paese, il necessario apporto di beni alimentari sani e di qualità, tutelandone produzione, trasformazione e consumo lungo tutta la penisola. Ne è grande espressione l’iniziativa “I prodotti dal campo alla tavola” promossa da Cia per la consegna a domicilio di prodotti agroalimentari e florovivaistici, attività possibile grazie alla disponibilità degli agricoltori e realizzata con l’associazione dei giovani (Agia) e delle donne imprenditrici, (Donne in Campo), per la vendita diretta (Spesa in Campagna) e agrituristica (Turismo Verde). 

“Come pensionati dobbiamo impegnarci su due fronti -interviene il presidente nazionale di Anp, Alessandro Del Carlo- da una parte nel rispettare le regole indicate da governo e organi sanitari, dall’altra attivandoci, dove possibile, in aiuto degli anziani più fragili e soli, tirando fuori un’ulteriore dose di sprint e dimostrandoci più virali e digital di quanto ci si possa aspettare. Protezione Civile, Forze dell’Ordine e associazioni di volontariato ci stanno dando una grande mano -conclude Del Carlo- soprattutto con i disabili e i ricoverati nelle residenze sociali, e di ciò siamo assai riconoscenti”.

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 27 mar 2020

Coronavirus: Agrinsieme, governo dice sì a vendita al dettaglio di semi, piante e fiori

Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprime grande soddisfazione per il chiarimento relativo al florovivaismo arrivato da Palazzo Chigi, spiegando che “è consentita la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili”, poiché rientra nelle attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli ammesse dall’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020.

 

“Il Governo -spiega Agrinsieme- è venuto incontro alle nostre pressanti richieste per il settore florovivaistico, che ha un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, occupando circa centomila addetti in tutta la Penisola, e che in queste settimane di emergenza ha perso gran parte del fatturato annuale, a causa dello stop delle vendite in una stagione cruciale”. 

 

“Il chiarimento arrivato dal Governo dovrà ora essere puntualmente dettagliato, ma sicuramente permette già da subito di dare fiato al comparto, scongiurando così la totale perdita di produzione ed economica delle 27mila imprese florovivaistiche italiane, aggiunge il Coordinamento, secondo cui “si tratta di un primo grande risultato, frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le nostre strutture, sollecitando la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che ringraziamo per essersi spesa a favore del comparto”.

 

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 27 mar 2020

Coronavirus: Cia, si garantisca immediata liquidità alle imprese agricole

Erogare già da subito liquidità alle aziende dei settori che stanno vivendo situazioni tragiche, anche con provvedimenti nazionali, garantiti da interventi Ue.  E’ questa la richiesta prioritaria di Cia-Agricoltori Italiani a margine del Consiglio Agricoltura di Bruxelles.

Occorre -aggiunge Cia- massima flessibilità e proroghe, anticipo dei pagamenti per il 2020 e redistribuzione degli arretrati della Pac, revisione dei piani di sviluppo e definizione di un Piano Ue per l'Agricoltura, con misure straordinarie per la tenuta dell’agricoltura in questa fase emergenziale.

Cia, infatti, pur riconoscendo il valore e la necessità delle azioni già previste, ritiene che queste non potranno bastare, nel breve come nel lungo periodo, sia che si tratti della flessibilità degli aiuti di Stato, della proroga per le domande Pac, come delle “corsie verdi” per garantire il mercato unico. Serve, piuttosto, quel coraggio richiesto anche dalla Ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, necessario a realizzare un piano d’azione straordinario, attivando una strategia d’intervento comune e strumenti eccezionali extra Pac.

L’Unione Europea conceda, quindi, la massima flessibilità, superando ogni limite normativo che ostacoli la rapida fruizione delle risorse per gli agricoltori. Occorre elasticità nei controlli così da consentire nell’immediato l’anticipo dei pagamenti per il 2020 e deroghe utili a rendere disponibili nuove risorse.

Quello che Cia, inoltre, propone è lo studio e l’attuazione di un regolamento Covid-19, quale nuovo testo normativo che includa tutte le misure straordinarie e le risorse finanziarie necessarie alla sopravvivenza del settore agricolo e agroalimentare, nonché a dare continuità e stabilità ai mercati.

Non da ultimo, resta fondamentale per Cia garantire la libera circolazione dei beni essenziali per la produzione come dei lavoratori agricoli, perché non si acuisca il già serio problema della carenza di manodopera specializzata nei campi.        

“L’agricoltura e l’agroalimentare come tutti i comparti produttivi -dichiara il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- stanno rischiando una crisi devastante. Occorre da parte dell’Europa e di tutti gli Stati membri, una forte azione congiunta per salvaguardare il sistema produttivo, la salubrità e la genuinità dei prodotti e ovviamente il reddito degli agricoltori per poi condurli oltre l’emergenza”.


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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 26 mar 2020

Coronavirus: al via raccolta fondi ASeS-Cia a favore degli agricoltori

 Si chiama “Proteggiamo gli agricoltori” ed è la campagna di raccolta fondi promossa da ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, la Ong di Cia, per garantire la sicurezza sanitaria di chi lavora nei campi e negli allevamenti.  

“Aiutiamo gli agricoltori che, oggi più che mai, garantiscono la nostra sicurezza alimentare -spiega la presidente di ASeS, Cinzia Pagni-. Sono loro ad assicurare la produzione e il rifornimento di tutti i generi alimentari essenziali in questo difficile momento che il Paese sta attraversando”.

“Al di là del ruolo strategico che rappresenta sempre il settore primario -continua la Pagni- bisogna considerare le gravi difficoltà che ogni giorno gli agricoltori affrontano per poter essere, in sicurezza, al servizio delle famiglie italiane”. Per questo, i fondi raccolti con la campagna di solidarietà di ASeS-Cia, saranno interamente utilizzati per salvaguardare la salute dei produttori, assicurando la giusta prevenzione sanitaria (mascherine, guanti e disinfettanti) per chi lavora in agricoltura fronteggiando una pandemia.  

ASeS, dunque, vuole essere in prima linea per aiutare i tanti piccoli imprenditori agricoli che, in queste settimane di tensione e preoccupazione, pur tra molte difficoltà, non hanno mai lasciato le loro attività, consapevoli della responsabilità che hanno verso ogni cittadino.

Si può aderire alla campagna, che ha preso il via con le parole chiave #lanaturanonsiferma e #proteggiamogliagricoltori, contribuendo attraverso una donazione all’IBAN: IT34E0306909606100000062097 (causale proteggiamo gli agricoltori).    

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1 Speciale Coronavirus COVID19 - 26 mar 2020

Coronavirus: Cia, servono 1,3 mln mascherine al giorno a agricoltori nei campi

Una mascherina al giorno per 1.300.000 agricoltori italiani, questo il fabbisogno dei lavoratori autonomi e dei loro dipendenti che non possono fare smart working, ma vogliono continuare a produrre e assicurare, ora più che mai, cibo sano e fresco a tutte le famiglie del Paese. Per essere messi in condizione di farlo, Cia-Agricoltori Italiani chiede al Governo e alla Protezione Civile chiarezza sui canali di approvvigionamento dei dispositivi di protezione per le imprese agricole e la certezza che le modalità di distribuzione non siano rallentate da pratiche burocratiche farraginose.

La primavera è arrivata e la produzione agricola si è innescata, non c’è Coronavirus che tenga, si deve coltivare e poi raccogliere per conferire all’industria alimentare. In molte colture, anche in campo aperto, non è facile rispettare la distanza interpersonale di sicurezza, come pure in altri luoghi di lavoro lungo la filiera: da magazzini agli spogliatoi, alle lavorazioni di confezionamento dei prodotti. Gli imprenditori sono quotidianamente impegnati a seguire le procedure e le regole di condotta necessarie a garantire la salute dei lavoratori nelle attività agricole che, per le loro caratteristiche, rendono particolarmente complessa la gestione dell’emergenza. Senza i dispositivi tutto questo è di difficile attuazione. Molti agricoltori si stanno dotando autonomamente di mascherine ma troppo spesso il mercato non è in grado di soddisfare la domanda, che sarà destinata a aumentare nelle prossime settimane, con l’arrivo della stagione di raccolta di molti prodotti.

Cia chiede, dunque, di tenere in considerazione le esigenze del settore agroalimentare nella ripartizione dei dispositivi, dopo avere assolto alla domanda prioritaria di ospedali e presidi sanitari. Senza mascherine, guanti, tute, occhiali, cuffie non sarà possibile garantire la fornitura delle materie prime indispensabili per il Paese e si rischia di bloccare tutta la filiera, lasciando vuoti gli scaffali dei supermercati

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