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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 31 mar 2021

Pasqua: Cia, agriturismi puntano sull’e-commerce per salvare il business

Con il divieto di gite fuori porta, vanno in fumo le abituali 350mila presenze delle vacanze pasquali nei 23mila agriturismi italiani. Un’offerta complessiva di servizi legati all'ospitalità e alla ristorazione che conta quasi mezzo milione di posti a tavola e 300mila posti letto. Il tradizionale appuntamento che apre la stagione del turismo verde anche quest'anno è bloccato dall’emergenze Covid-19, nonostante la garanzia di sicurezza data dagli agriturismi situati sempre in zone con grandi spazi aperti. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, un argine alla crisi del comparto (oltre 1 miliardo perso dall’inizio della pandemia) sta arrivando dall’e-commerce dei prodotti, perché l'attività principale degli agriturismi resta sempre quella agricola. Fra i più venduti online nell’imminenza del lungo week end festivo, si segnalano formaggi, salumi, olio, conserve e legumi, oltre a tutte le tipologie di farine per realizzare in casa le ricette per il pranzo di Pasqua. I titolari delle aziende stanno, dunque, approfittando dell’esplosione del Food and grocery sul web per potenziare le loro vendite online. Solo nel 2020 si è registrato un +55% sull’anno precedente, con un business complessivo di 2,5 miliardi.

Le aziende agrituristiche da sempre puntano sulla multifunzionalità per reagire con dinamicità alle crisi di mercato, diversificando le fonti di reddito anche grazie alla tecnologia. Se durante la pandemia molte hanno reagito con la consegna a domicilio, l’e-commerce è in grado di offrire opportunità maggiori, facendo viaggiare l’agroalimentare ben oltre il Km0.  Nell'attività di supporto del Made in Italy in un momento di crisi per il Paese, Cia ha voluto agevolare la ripresa puntando proprio sull’innovazione digitale delle aziende. Con questo obiettivo è nata la piattaforma dalcampoallatavola.it, primo e-commerce che vede protagonisti gli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale. Grazie al sostegno filantropico di J.P. Morgan, Cia ha voluto mettere a disposizione delle imprese agricole e agrituristiche uno strumento agile, intuitivo ed efficace, che dia un forte impulso al mercato del food online. Nel 2021 si prevede, infatti, un trend del +62%, mentre una survey sul target 18-65 rivela che il 95% incrementerà lo shopping di cibo su web.  

Cia ha ritenuto, dunque, strategico investire in una piattaforma a livello nazionale, che permetta a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore. Con l’aggregazione di un ampio numero di produttori, si potranno così offrire panieri molto diversificati ai consumatori, garantendo la sicurezza nei pagamenti e una logistica sostenibile. 

 

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1 In Evidenza - 27 mar 2021

Accordo di collaborazione tra ASeS e Anp-Cia per “welfare di comunità”

Favorire, sostenere e promuovere un sistema di welfare ispirato ai principi di solidarietà, integrazione, inclusione sociale e sviluppo delle comunità locali. Questo l’obiettivo del protocollo di collaborazione sottoscritto a Roma da ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo, la Ong di Cia-Agricoltori Italiani, e Anp, l’Associazione nazionale di riferimento dei pensionati di Cia.

            Al centro dell’accordo l’agricoltura che, da sempre, svolge anche una funzione sociale, soprattutto nelle aree rurali e interne dove, attorno alle aziende agricole, ancora oggi si crea comunità e si garantisce il presidio del territorio. Ma anche nelle aree periurbane, spesso periferiche e degradate delle metropoli, l’attività agricola e, in particolare, l’agricoltura sociale può favorire la creazione e lo sviluppo di comunità locali attive, sensibili e inclusive.

Un aspetto, quello dell’inclusione sociale delle categorie in condizioni di svantaggio o di vulnerabilità, che ASeS ora intende promuovere e rafforzare, in sinergia con Anp-Cia, presentando progetti, come ad esempio sul tema dell’invecchiamento attivo, che possano concretamente contribuire ad accrescere le potenzialità inespresse delle persone, facilitando la partecipazione all’esercizio della cittadinanza attiva da parte degli anziani.

“L’emergenza causata dalla pandemia ha fatto emergere disuguaglianze e nuove povertà e abbiamo sentito ancora più urgente la richiesta di aiuto da parte di persone fragili di tutte le età -ha dichiarato la presidente nazionale di ASeS, Cinzia Pagni-. Ora, però, c’è il rischio dell’insorgere di ulteriori ineguaglianze tra territori, tra città e provincia, tra Nord e Sud. Bisogna agire subito per sostenere chi è in difficoltà e lavorare per migliorare la qualità della vita, anche con l’attivazione di best practices e nuovi progetti costruiti sulle diverse generazioni”. Una sorta di “fase due” dell’impegno già messo in campo dall’Associazione durante il 2020, in particolare con la campagna di donazioni alimentari per aiutare le famiglie in difficoltà, realizzata con la collaborazione di Cia, Caritas e Comunità di Sant’Egidio.

“La lotta all’esclusione e ai rischi di isolamento e povertà relazionale aiuta anche nella prevenzione delle malattie neurovegetative degli anziani, come dimostrano recenti studi -ha aggiunto il presidente di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. La nostra Associazione, attraverso la collaborazione con ASeS, può mettere in campo nuove energie per l’attuazione di progetti a favore degli anziani, essenziali ancora di più con la pandemia. Per guardare al futuro, servono nuova fiducia e senso di responsabilità della comunità in cui si vive, valorizzando le risorse economiche, di tempo, di cura, di competenze e mettendole al servizio degli altri”.

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1 In Evidenza - 25 mar 2021

Biologico: Anabio-Cia, Italia aggiorni strategia secondo piano d’azione Ue

 Il Governo italiano aggiorni al più presto la strategia nazionale sul biologico per essere all’altezza del Green Deal Ue e tutelare la leadership del settore Made in Italy nel mondo. Dall’Europa arrivano stimoli e incentivi importanti da cogliere come opportunità decisiva. Così Anabio, l’Associazione per il biologico di Cia-Agricoltori Italiani a commento del “Piano d’azione per lo sviluppo del settore biologico: sulla strada verso il 2030” appena presentato dalla Commissione Ue. 

L’approccio che emerge dal nuovo documento di Bruxelles, sottolinea Anabio-Cia, implica una conversione su larga scala dell'agricoltura convenzionale alla produzione bio che non può essere raggiunta seguendo i vecchi schemi organizzativi e produttivi. L’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati con metodo bio entro il 2030 richiede, infatti, secondo Anabio-Cia, una revisione pragmatica anche delle azioni previste dall’Italia e a rafforzamento dei risultati già raggiunti come i 2 milioni di ettari coltivati a biologico con un valore della produzione pari a 6,3 miliardi di euro.

In quest’ambito serve chiaramente un'analisi d'impatto da parte della Commissione Ue e dell'Italia, precisa Anabio-Cia. Occorre capire gli effetti che avrebbe un aumento della produzione bio su agricoltura totale, tenuta delle aziende del settore e, infine, sui cittadini. Una maggiore offerta con diminuzione dei prezzi, positiva per il consumatore, lancia l’allarme Anabio-Cia, non si ripercuota negativamente sul reddito degli agricoltori, finora tutelati dal mercato. 

Più in generale, aggiunge poi Anabio-Cia, il piano italiano dovrà quanto prima rivedere e integrare gli indicatori quantitativi, avere target più ambiziosi e scadenze chiare. La Commissione Ue spinge su una maggiore accessibilità dei prodotti bio, stimolando la domanda e lavorando sulla fiducia dei cittadini, su un nuovo impulso da dare alla catena del valore e sul riposizionamento del settore nella transizione green. Agli Stati membri e, quindi, anche all’Italia, il compito di spiegare come intendano contribuire al processo, fissando un valore nazionale per la quota di superficie bio nel 2030. La Commissione seguirà con monitoraggio e revisione a medio termine.

Dunque, per Anabio-Cia, c’è sul tavolo una chiara proposta di assunzione di responsabilità tra le parti con l’impegno dell’Europa, attraverso il Piano, ad aumentare il finanziamento per la ricerca e l’innovazione nel comparto, a realizzare una migliore tracciabilità dei prodotti partendo da un organico database dei certificati di tutti i produttori Ue e, ancora, a supportare la promozione tra i consumatori e, in modo particolare, tra i bambini aumentando la distribuzione di prodotti biologici all’interno delle scuole e nelle mense pubbliche.

Da tempo, conclude Anabio-Cia, chiediamo chiarezza, tracciamento, raccolta e analisi dei dati in modo strutturato lungo la filiera produttiva, perché fondamentali al consolidamento del settore e a nuove fasi di sviluppo verso l’aggregazione e la sostenibilità. Il Piano d’azione Ue rappresenta, in tal senso, uno strumento di lavoro utile che le istituzioni italiane devono poter fare proprio, in modo dinamico e anche grazie al contributo delle organizzazioni di settore. Bene, infine, l’istituzione di una ‘Giornata del biologico’ europea.

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1 INAC - 25 mar 2021

Esonero contributivo agricoli autonomi: al via le domande 2021

Nella circolare n. 47 del 2021, l’INPS fornisce le indicazioni utili alla presentazione delle istanze di esonero contributivo da parte dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che si iscrivono alla previdenza agricola per inizio attività dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021. Lo sgravio contributivo è concesso nella misura del 100% per un periodo di due anni.

L'agevolazione è destinata ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant'anni, in riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola.

Contatta i nostri uffici per tutte le istruzioni per la presentazione della domanda di ammissione al beneficio, da inoltrare esclusivamente in via telematica. Le domande presentate in formato cartaceo non saranno prese in considerazione.

Leggi la circolare in allegato.

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1 In Evidenza - 24 mar 2021

Usa: Cia, istituzione Giornata dell’Agricoltura premia sforzi settore in pandemia

Gli Stati Uniti oggi riconoscono pienamente il ruolo strategico giocato dagli agricoltori nell’emergenza Covid ed eleggono il 23 marzo Giornata nazionale dell’agricoltura. Si tratta di un segnale importantissimo per il settore primario, per le aziende e i produttori di tutto il mondo, che restano in prima linea ogni giorno per assicurare cibo sano e sicuro alla popolazione. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta la nota ufficiale della Casa Bianca, con cui il presidente Joe Biden ringrazia la filiera e i suoi lavoratori che, nell’ultimo anno, hanno continuato a “garantire, spesso con un grande rischio personale, l’approvvigionamento alimentare di fronte alle sfide senza precedenti poste dalla pandemia”.

L’impegno degli agricoltori italiani per consentire ai cittadini, soprattutto durante di lockdown, di acquistare e consumare prodotti freschi e di qualità, lavorati nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie, è stato sempre portato avanti con dedizione e responsabilità, e tuttavia non è stato sufficiente ad arginare crisi e perdite reddituali, soprattutto legate alle misure restrittive per il canale Horeca. Per questo, Cia chiede al governo di puntare davvero sull’agricoltura, con politiche dedicate e risorse adeguate, riconoscendo al settore il suo alto valore economico, ma anche ambientale e sociale.

“Ringraziamo il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio che, sulla scia degli Usa, ha dichiarato di voler proporre una Giornata dedicata all’agricoltura anche in Italia -osserva il presidente nazionale Dino Scanavino-. D’altra parte, nel suo messaggio il presidente Biden ha evidenziato il ruolo essenziale dell’agricoltura anche per contrastare il cambiamento climatico. Ora bisogna partire da qui, utilizzando parte dei fondi del Recovery Plan proprio per permettere al settore di evolvere nelle sue funzioni, non solo quella alimentare, ma di produzione di energia da fonti rinnovabili, tutela di paesaggio e biodiversità, salvaguardia di suolo e foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, tenuta delle aree interne”.

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1 In Evidenza - 22 mar 2021

Acqua: Cia, subito infrastrutture idriche sostenibili. Fondi Ue siano strategici

 Affrontare la crisi socio-economica scaturita dalla pandemia anche come occasione di rilancio del Paese, vuol dire mettere mano, subito, a tutela e potenziamento delle risorse di cui l’Italia è più ricca. Tra queste il patrimonio idrico per il quale, negli anni, non si è compiuto alcun progresso di reale peso. Ne tenga conto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, portando i fondi Ue anche sull’ammodernamento delle infrastrutture irrigue, anche in ottica sostenibile. Così Cia-Agricoltori Italiani intervenendo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua alla quale il mondo agricolo riconosce un ruolo chiave nella transizione ecologica. 

Per Cia, infatti, che ha rinnovato l’impegno su questi temi con il progetto “Il Paese che Vogliamo”, occorre coniugare visione globale a locale, seguire da una parte la legge sul clima proposta dalla Commissione Ue, per farsi trovare pronti come Paese al processo di adattamento ai cambiamenti climatici, dall’altra dare seguito alle norme specifiche, a partire dalla Direttiva Quadro sulle Acque, che a distanza di oltre 20 anni ancora non vede la sua integrale e completa attuazione. 

In gioco, ricorda Cia, la tenuta ecosistemica del pianeta e, in particolare, del territorio italiano che continua a soffrire per erosioni, frane e smottamenti, sotto 1000 millimetri di pioggia che ogni anno cade sullo stivale, procurando miliardi di danni. Circa 300 miliardi di metri cubi, di cui, tra l’altro, le infrastrutture idriche esistenti, riescono a trattenere solo 5,8 miliardi, l’11%. Inoltre, nel Paese ancora oggi quasi 7 mila comuni e 150 mila imprese agricole sono esposti a rischi ambientali con le aree rurali tra le più colpite. 

E’ di fronte a tale scenario, precisa Cia, che va rinnovata la consapevolezza del ruolo dell’agricoltura e degli agricoltori, che hanno ridotto l’uso idrico del 30% e che ogni giorno contribuiscono ad arginare i disastri, tutelano ambiente e paesaggio, salvaguardano suolo e foreste, aiutano a stabilizzare i versanti e a trattenere le sponde dei fiumi. La presenza di un’agricoltura sostenibile resta il miglior presidio contro il dissesto. 

Entro il 2050 poi, il pianeta avrà 10 miliardi di persone, fare sintesi su progetti, fondi stanziati e nuove opportunità come il Next Generation Eu, è per Cia cruciale, sia per l’ammodernamento delle infrastrutture idriche e la tenuta dei servizi ecosistemici che per il futuro alimentare sulla terra. 

Occorre, quindi, secondo Cia, recuperare efficacia ed efficienza non solo sul tasso di dispersione, ma anche sull’approvvigionamento, la cui gestione, in Italia è grossolanamente sia collettiva che individuale. I Consorzi di bonifica gestiscono 3,3 milioni di ettari irrigabili su una superficie totale di circa 13 milioni di ha, mentre all’irrigazione in autoapprovvigionamento va circa la metà del totale delle acque irrigue utilizzate. 

“Guardando in prospettiva -interviene il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- occorre soprattutto al Sud, superare le fasi di commissariamento e ora utilizzare con lungimiranza le risorse, puntando sui numerosi grandi invasi inutilizzabili e su forme di invasamento anche alternative. Allo stesso tempo, però, bisogna lavorare per mettere a sistema, in favore degli imprenditori agricoli e anche a salvaguardia dell’ambiente, l’accesso idrico a laghi montani e pedemontani”. 

“Va in questa direzione il Green Deal Ue -sottolinea Scanavino-. Così come la nuova Pac pone vincoli importanti per l’uso irriguo e ci sono, sempre nel quadro Ue, importanti sviluppi per il ricorso alle acque reflue, utili in zone siccitose. A fare da collante un lavoro sinergico con enti e istituzioni sul territorio e la necessaria garanzia che il Governo porti sul tema acqua anche tanta ricerca e tecnologia”.

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