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1 In Evidenza - 19 set 2025

CIA Abruzzo: “Blue Tongue, situazione drammatica. Servono subito interventi straordinari per gli allevatori”

CIA Abruzzo lancia un appello urgente alla Regione per fronteggiare l’emergenza causata dalla ripresa dell’epidemia di Blue Tongue, che sta mettendo in ginocchio il comparto zootecnico regionale.

Secondo i dati diffusi dall’IZS di Teramo e aggiornati al 15 settembre, i numeri parlano da soli: 9 casi nei bovini, 42 nelle capre e ben 1487 negli ovini, con oltre mille capi morti solo in quest’ultima specie. Una perdita che, sommata agli abbattimenti e agli animali distrutti, sta generando un impatto devastante per le aziende agricole, in particolare quelle delle aree montane e interne, già alle prese con enormi difficoltà.

“Questa epidemia”, afferma Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “non è soltanto una questione sanitaria: è un colpo durissimo alla tenuta sociale ed economica delle nostre comunità rurali. Senza un sostegno immediato, molti allevatori rischiano di non rialzarsi più. E quando chiudono le stalle, si spopola la montagna e si perde un presidio fondamentale per il territorio e la biodiversità”.

CIA Abruzzo chiede con forza alla Giunta e al Consiglio regionale di mettere subito in campo misure straordinarie:

  • indennizzi rapidi per le perdite subite,

  • rimborsi per i costi di vaccinazioni e repellenti,

  • aiuti per il ripristino del patrimonio zootecnico, sostenendo l’acquisto di nuovi riproduttori,

  • e l’avvio già dal 2026 di una campagna di vaccinazione preventiva, coordinata a livello regionale.

“Non possiamo permetterci ritardi”, aggiunge Sichetti, “La sopravvivenza degli allevamenti abruzzesi dipende dalla capacità delle istituzioni di dare risposte immediate e concrete. Il rischio, altrimenti, è il collasso del settore, con conseguenze pesantissime sull’economia regionale e sull’occupazione. Noi siamo pronti a collaborare con la Regione per costruire insieme un piano straordinario che dia respiro agli allevatori e garantisca la continuità di un comparto strategico per l’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 15 set 2025

Dazi: Cia, persi già 600 mln nell’export agroalimentare verso gli Usa


Persi 600 milioni di euro nell’export
 di beni agroalimentare verso gli Usaconfrontando il periodo gennaio-luglio del ’25 con i primi 7 mesi dell’anno precedente. Questa l’analisi dell'ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani sul dato Istat appena uscito. Le spedizioni agroalimentari Made in Italy sono in calo per il secondo mese consecutivo: nel mese di luglio si rileva una riduzione del 10% rispetto allo stesso mese del 2024.  I dati confermano, dunque, il rallentamento che ha caratterizzato l'andamento delle vendite delle produzioni agricole e alimentari italiane negli Stati Uniti, dopo l’annuncio dei dazi dell’amministrazione Trump.

Questa, secondo Cia, è una spiacevole novità rispetto alla costante e lunga tendenza di crescita che aveva contraddistinto, negli anni, le vendite del nostro cibo negli Usa. Il rallentamento della crescita mensile è partito proprio nel mese di aprile (solo il +1%) ed è proseguito con lo 0,4% a maggio. Da giugno il primo segno negativo (-3%), che ora arriva al -10% di luglio. Questo trend negativo ha inciso sulla crescita cumulata di tutto il periodo gennaio-luglio 2025. Cia rileva, infatti, che nei primi sette mesi dell’anno l’aumento delle esportazioni è stato del 3%, mentre nello stesso periodo del 2024, l'incremento annuo era valso ben 19 punti percentuali. In termini assoluti, la crescita annua sul mercato americano delle produzioni italiane ha ceduto dunque -nel periodo gennaio-luglio ’25- circa 600 milioni di euro, se confrontata con quella fatta registrare dall’Istat nel 2024. Riguardo alla bilancia commerciale, se si confronta l'avanzo di luglio 2025 con quello di luglio 2024, l’Istat conferma la timida ripresa che si era registrata nel mese di giugno. Il saldo commerciale di luglio cresce di soli 3 punti percentuali su base annua. Tale ripresa è dovuta, esclusivamente, ad una contrazione delle importazioni più marcata rispetto a quella che ha caratterizzato le vendite estere.

Tuttavia, la crescita annua del surplus commerciale (+3%) risulta di gran lunga inferiore rispetto a quella che aveva caratterizzato la bilancia commerciale nel mese di luglio 2024 (+28%).

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2 In Evidenza - 15 set 2025

Dal campo alla tavola: il CIA Village protagonista a Val di Sangro Expo

Cia sarà presente a Val di Sangro Expo, in programma dal 18 al 21 settembre, con un’edizione completamente rinnovata del suo spazio espositivo: il CIA Village, luogo d’incontro e di scoperta dedicato alle eccellenze agricole e alimentari del territorio.

Il CIA Village sarà il cuore pulsante delle attività proposte da CIA: uno spazio dinamico dove la filiera corta diventa protagonista, con percorsi che porteranno i visitatori “dal campo alla tavola” e “dal campo al bicchiere”, valorizzando i prodotti locali e le esperienze culinarie.

Durante le quattro giornate, il pubblico potrà assistere a cooking show realizzati in collaborazione con il GAL Maiella Verde e Slow Food Lanciano, dove i protagonisti non saranno solo i piatti, ma le storie e i valori di chi coltiva e trasforma le materie prime. 

Non mancheranno le esposizioni dei prodotti del mercato contadino “La Spesa in Campagna” di Pescara, insieme ad altre aziende agricole del territorio. E a confermare la vivacità del panorama enogastronomico locale, ci sarà anche la degustazione di birre artigianali del Birrificio Maiella e degustazioni di vino guidate curate dall’AIS – Associazione Italiana Sommelier, pensate per accompagnare gli cooking show e far scoprire abbinamenti di qualità con la cucina locale. 

Spazio anche alla cultura agroalimentare con un focus dedicato all’avvio dell’iter per l’IGP del Peperone dolce di Altino, un riconoscimento che valorizzerà ancora di più uno dei prodotti simbolo dell’identità rurale della Val di Sangro.

Un’attenzione particolare sarà rivolta ai più giovani: le scuole del territorio saranno coinvolte nella presentazione del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, finanziato dalla Camera di Commercio Chieti-Pescara, che promuove corretti stili alimentari e una maggiore consapevolezza sulle scelte quotidiane a tavola.

Inoltre, il CIA Village proporrà aperitivi, momenti conviviali, promozioni e gadget, rendendo lo spazio ancora più accogliente e interattivo.

“Con il CIA Village a Val di Sangro Expo vogliamo raccontare il valore della nostra agricoltura, fatta di filiera corta, sostenibilità e identità territoriale”, sostiene il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, “Sarà uno spazio aperto a tutti, dove cittadini, famiglie e giovani potranno scoprire da vicino i prodotti e le storie di chi lavora la terra. È anche un’occasione per guardare al futuro, con progetti che avvicinano le nuove generazioni a un’alimentazione più consapevole e legata al territorio”.

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1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 14 dic 2020

Covid: Turismo Verde-Cia, no a canone RAI per agriturismi. Governo intervenga

Per contenere la diffusione del Covid gli agriturismi, così come ristoranti e hotel, hanno dovuto accettare sin da marzo, restrizioni significative, il lockdown e il coprifuoco. Eppure una volta chiuse, queste stesse strutture hanno dovuto, senza riduzioni o sospensioni, pagare integralmente il canone RAI speciale, ovvero riservato ad attività ricettive e canale Horeca. Un fatto incomprensibile per Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, che oggi scrive alla ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, affinché solleciti l’intervento sulla materia, da parte del Governo. 

 

Su questo fronte, chiarisce Turismo Verde-Cia, è stato solamente posticipato dal 30 aprile al 30 giugno 2020, il pagamento della seconda rata con cadenza trimestrale. Azione per l’Associazione, chiaramente non sufficiente né coerente con lo stop imposto alle attività.

 

Le imprese agrituristiche con più di un apparecchio in uso, spiega ancora Turismo Verde-Cia, sono tenuti a pagare 407,35 euro l’anno (con quota semestrale pari a 207,82 euro e trimestrale di 108,07 euro). Inoltre, il canone RAI speciale, come affermato dalla Cassazione "costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio" (sentenza 20 novembre 2007, n. 24010). La Consulta, nel 2002decise poi che, nonostante in origine sembrasse un corrispettivo per la fruizione, "il canone ha da tempo assunto natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge" e legata al possesso del device, non al suo utilizzo.

 

Dunque, secondo Turismo Verde-Cia, l’eccezionalità dell’emergenza per il Covid la crisi che ha investito il settore agrituristico per le forti restrizioni, rendono il pagamento del canone speciale RAI non una priorità e la sua sospensione, non penalizzante il regolare e ottimale svolgimento del servizio pubblico. 

 

“Il Governo -scrive il presidente nazionale di Turismo Verde-Cia, Giulio Sparascio nella lettera appello alla ministra Bellanova -dovrebbe, come segnale minimo di comprensione e vicinanza al settore agrituristico, rivedere le misure intraprese e inserire una riduzione del canone, ad esempio del 25% come ha già deliberato la SIAE - per riportare solo un precedente nel settore privato - o riconoscere come non dovuto il pagamento del canone RAI speciale da parte di queste imprese nel 2021”.

 

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1 In Evidenza - 14 dic 2020

Export: Cia, al via partnership con Remomero per entrare sui mercati arabi. In vista di Expo Dubai

Sviluppare e promuovere l’export del Made in Italy agroalimentare nel mondo arabofono, attraverso una piattaforma di servizi dedicati alle piccole e medie imprese associate, che parte dal Libano per allargarsi a tutto il Medio Oriente, con l’occhio puntato al prossimo Expo Dubai. Questo l’obiettivo della collaborazione avviata da Cia-Agricoltori Italiani con Remomero, portale con sede a Beirut specializzato nell’assistenza allo sviluppo internazionale delle aziende nei Paesi dell’area mediterranea.

“Dopo il rinvio di un anno a causa della pandemia, Expo Dubai 2021 sarà con ogni probabilità il primo grande evento globale post Covid -spiega Aldo Alberto, responsabile Area Internazionalizzazione di Cia- una vetrina fondamentale per valorizzare le eccellenze del nostro Paese. Per questo, in vista dell’Esposizione Universale, è sempre più strategico un avvicinamento al mercato di Dubai, del Golfo e dell’intera area mediorientale, anche in un’ottica di diversificazione delle esportazioni”.

D’altra parte, già oggi gli Emirati Arabi Uniti sono il primo mercato di sbocco per il Made in Italy nel mondo arabofono. Secondo il rapporto ICE del 2020, tra i settori con le performance più rilevanti c’è proprio l’agroalimentare, con un valore dell’export pari a 290 milioni di euro. Ma si tratta di un mercato ancora non pienamente sfruttato rispetto al potenziale, tenendo conto che gli Emirati Arabi importano oltre 12 miliardi di prodotti per garantirsi l’autosufficienza alimentare.

In quest’ottica, la scelta di Remomero come partner di Cia per il Medio Oriente ha l’obiettivo determinante di facilitare l’ingresso nel mondo arabofono anche alle piccole e medie imprese agricole associate, offrendo una piattaforma di servizi di informazione, formazione e assistenza, nonché di marketing innovativo, per il lancio e la promozione di prodotti selezionati, sia destinati al mercato B2B che al B2C, partendo proprio dal Libano.

“Il mercato locale non è ancora tanto rilevante per volumi (tra prodotti agricoli, cibo e bevande l’export italiano verso il Libano vale circa 90 milioni di euro), ma mostra un elevato grado di apertura agli scambi e apprezza il livello qualitativo delle produzioni agroalimentari nazionali -osserva Cristina Chirico, responsabile Ufficio Internazionalizzazione di Cia- oltre ad intrattenere una fitta rete di relazioni commerciali con tutta l’area, esercitando un ruolo di ponte e una funzione di lancio verso il Medio Oriente e i Paesi del Golfo”.  

            “Selezioniamo e promuoviamo il saper fare delle Pmi italiane -sottolinea da Beirut Remo Ciucciomei, fondatore e direttore di Remomero Branding Export -. Vogliamo aiutare le aziende agroalimentari a focalizzare l’attenzione sui prodotti maggiormente strategici per determinate aree geografiche, fornendo tutta l’assistenza necessaria per una promozione efficace e personalizzata”.

 


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1 In Evidenza - 14 dic 2020

Natale: Cia, il Covid taglia 1 zampone su 3 sulle tavole degli italiani

 Per la prima volta si stima un forte calo negli acquisti dei tradizionali zamponi e cotechini durante le feste di Natale, ennesimo colpo per la filiera suina, fiore all'occhiello del Made in Italy agroalimentare. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, si registrerà una diminuzione di 1/3 rispetto ai 6 milioni di kg di prodotto (di cui 4 Igp, il resto tradizionale), consumato nello stesso periodo del 2019. Sono, infatti, fortemente diminuiti i ritiri di carne suina negli allevamenti da parte dell'industria alimentare, malgrado il -20% dei prezzi medi degli ultimi 2 mesi. Per gli insaccati precotti con cui tradizionalmente si festeggia il nuovo anno, è attesa, dunque, una contrazione dei consumi, a seguito delle misure imposte dal Governo per contrastare la pandemia. Sarà un San Silvestro sobrio, senza parenti e amici, né veglioni o ritrovi di famiglia e si dirà addio alle maxi-tavolate imbandite, che avevano nel 2019 un budget alimentare di quasi 2 miliardi, fra cenone e pranzo del primo gennaio.

Il giro d’affari di zamponi e cotechini è di circa 28 milioni di euro per i soli prodotti Igp, considerati più sicuri dal punto di vista della qualità, grazie al disciplinare che ne indica con precisione il luogo di produzione, le modalità di lavorazione e la conservazione delle carni. Cotechini e zamponi sono fatti della stessa sostanza: carne di maiale magra e grassa, macinata grossolanamente, unita poi a cotenna di maiale e tritata. La differenza fra i due prodotti è data dall’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, il budello per il cotechino. Nonostante la diffusa credenza, non si tratta di prodotti particolarmente grassi, anche perché la cottura favorisce il calo della parte lipidica: 100 grammi contengono le stesse calorie di un etto di mortadella e meno della stessa quantità di salame, con un interessante apporto proteico fornito dalla cotica, oltre a buone percentuali di ferro, zinco e delle vitamine del gruppo B.

La crisi delle vendite di zampone e cotechino nelle feste del 2020 rappresenta per Cia, dunque, un ulteriore danno per il settore suinicolo nazionale già in crisi, che ha toccato addirittura un -18%, nonostante il lieve recupero registrato durante i mesi estivi. La forte contrazione dei prezzi è in parte dovuta alla saturazione del mercato europeo, con il mancato export in Cina delle carni suine tedesche, dopo i casi di Peste suina africana nei cinghiali in Sassonia, che hanno provocato un danno enorme agli allevatori di quel Paese.

 In Italia, la crisi della zootecnia suina è amplificata dalle generali difficoltà del canale Ho.re.ca (hotel, ristoranti, bar, mense) dopo la crisi pandemica, che ha avuto un impatto particolarmente negativo su questa filiera. Ultima beffa per gli allevatori del settore, la deroga al 31 gennaio imposta dal Mise sull’obbligo di etichettatura di origine sulle carni suine trasformate dalle industrie (prosciutti, salumi, mortadelle), dilazionando la possibilità di una maggiore valorizzazione del Made in Italy.

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1 In Evidenza - 09 dic 2020

Gasolio agricolo: Cia, bene esclusione obbligo comunicazione e registro carico e scarico

Agricoltori esclusi dai nuovi obblighi di comunicazione e di tenuta del registro di carico e scarico del gasolio agricolo. Sarebbe stato l’ennesimo laccio burocratico su un settore che in materia è già adeguatamente monitorato. Così Cia-Agricoltori Italiani esprimendo soddisfazione per la circolare 47/2020 del 3 dicembre, emanata della direzione generale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, dopo svariate sollecitazioni da parte dell’organizzazione.

Nel dettaglio, precisa Cia, l’obbligo che scatterà dal primo gennaio 2021, fa salvi gli imprenditori agricoli ed esclude i depositi aventi capacità pari o inferiori a 10 metri cubi, nonché gli apparecchi di distribuzione automatica di carburanti per i medesimi usi, collegati a serbatoi la cui capacità globale è pari o inferiore a 5 metri cubi. 

Le motivazioni alla base di questo giustificato esonero, spiega Cia, sono del resto quelle già sostenute dall’organizzazione a partire dallo scorso marzo, quando ripetutamente rappresentate ai ministri dell'Economia e delle Finanze e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, come anche al direttore dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli, si è ottenuta la proroga dell’obbligo che era fissata per il primo aprile 2020.

Infatti, ricorda Cia, l’assegnazione di carburante per usi agricoli, deve già sottostare a una procedura, prevista dal DM 454/2001, che stabilisce la predeterminazione dei quantitativi di carburante da assegnare, obbliga alla tenuta del libretto di controllo e prevede la dichiarazione di avvenuto impiego del carburante nell'uso agricolo. 

Secondo Cia, dunque, la previsione di ulteriori adempimenti, avrebbe creato soltanto un appesantimento burocratico e costi aggiuntivi a carico degli agricoltori.

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1 In Evidenza - 07 dic 2020

Dpcm Natale: Cia, chiusura Comuni penalizza agriturismi e aree rurali

Il divieto agli spostamenti tra i Comuni di tutta Italia nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio 2021, è l’ennesima scure sul settore agrituristico e arriva a vanificare l’unica fonte di guadagno rimasta entro fine anno, come anche una delle poche occasioni di condivisione in sicurezza, il pranzo delle festività natalizie fuori casa e negli agriturismi. A intervenire sulla misura contenuta nel Dpcm di Natale, è oggi Cia-Agricoltori Italiani che, preoccupata per la tenuta delle strutture agrituristiche, pone l’interrogativo: “Aperti per chi?”.

Il settore agrituristico, puntualizza Cia, è tra i comparti produttivi che stanno maggiormente subendo da marzo, gli effetti della crisi da Covid. I 24 mila agriturismi italiani che contano un totale di 100 mila addetti, hanno perso nel 2020 ormai al termine, più di 600 milioni di fatturato (su oltre un miliardo di euro annuo in media) e oltre 2,95 milioni di presenze. Il Natale sarebbe stato, indubbiamente, strategico dal punto di vista dei guadagni, ma -precisa Cia- le chiusure dei confini comunali nei tre giorni di festa chiaramente più importanti, finiranno per far perdere alle aziende agrituristiche, oltre il 50% del fatturato di tutto dicembre. 

Inoltre, spiega Cia, la chiusura dei Comuni, procurerà un disagio sociale non irrilevante alle aree rurali d’Italia. Va ricordato, infatti, che siamo un Paese con 5.500 piccoli comuni (popolazione intorno ai 5 mila abitanti) su un totale di 7.914. Sono il 69% del totale dei comuni italiani (primi Valle d’Aosta e Piemonte). A risiedere nei piccoli borghi d’Italia, quasi 10 milioni di persone, il 16,5% della popolazione nazionale. In parallelo, aggiunge Cia, le strutture ricettive nei piccoli comuni sono 56 mila, il 27% del totale, e fanno quasi quota 12 mila, solo le strutture agrituristiche.

Stando a questi dati, è dunque evidente, per Cia, che blindare i Comuni a Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno, esprima non solo una visione ‘città centrica’, ma trascuri da una parte il ruolo svolto dagli agriturismi nelle aree interne del Paese e dall’altra, le specifiche caratteristiche di queste strutture, come i pochi coperti e gli ampi spazi all’aperto, in linea con le disposizioni per il distanziamento.

“Si può comprendere la chiusura delle regioni dal 21 dicembre come pure il coprifuoco -è intervenuto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-, ma la stretta sui Comuni emerge come rigidità estremamente penalizzante sia per le famiglie delle aree rurali che per le aziende agricole e agrituristiche”.

“Chiediamo al Governo di continuare a lavorare sui ristori per il settore agrituristico -ha aggiunto Scanavino- così come l’Associazione Turismo Verde-Cia ha già sollecitato con una lettera, l’intervento della ministra Teresa Bellanova, affinché si predispongano, tempestivamente, per gli agriturismi, proporzionati contributi a fondo perduto a parziale ristoro delle perdite di fatturato che saranno notevoli nel periodo natalizio. Infine -ha concluso il presidente Scanavino- rilanciamo la campagna Turismo Verde-Cia #sostieniltuoagriturismo, perché non si perda la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno nelle strutture di tutta Italia, dove gustare piatti tipici del territorio e rilassarsi in mezzo alla natura, contribuendo al tempo stesso a mantenere viva l’offerta turistica nelle aree rurali, spina dorsale e anima green del Paese”.

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1 In Evidenza - 03 dic 2020

Agricoltura: Cia, 200.000 “donne in campo” cruciali per post Covid e svolta green

Dalla riforma agraria all’agricoltura del futuro con le donne al centro. Protagoniste di una nuova ricostruzione, che 70 anni dopo deve fronteggiare gli effetti del Covid e guardare alle sfide del Green Deal. Questo il senso del convegno “Donne: un patto per la terra”, organizzato oggi in modalità webinar da Donne in Campo-Cia e Istituto Alcide Cervi.

Quest’anno, infatti, ricorre il settantesimo anniversario dalle leggi della riforma agraria (1950-2020), leggi che furono l’esito di un imponente movimento popolare che impegnò donne e uomini nel dopoguerra per rivendicare il diritto alla terra di fronte ai grandi proprietari terrieri, eredi di un sistema latifondistico soprattutto al Sud Italia. Oggi la condizione socio-economica del Paese è completamente diversa, ma per certi aspetti bisognosa di una nuova riforma. Dopo anni segnati da un costante calo del numero di addetti e da una forte marginalizzazione delle aree rurali, sta riemergendo la consapevolezza che l’agricoltura deve essere centrale -come dimostrato dalla pandemia con il settore garante dell’approvvigionamento alimentare durante il lockdown- una priorità delle politiche nazionali e degli strumenti locali di governo del territorio per coniugare la sostenibilità economica con quella ambientale e sociale, riconnettendo città e campagna, consumo locale e mercato globale.

            “Una nuova consapevolezza per una moderna questione agraria, dove spicca il protagonismo delle donne -spiegano la presidente di Donne in Campo Cia, Pina Terenzi, e la presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani-. Un protagonismo rinnovato, che negli ultimi trent’anni ha fatto registrare un’impennata delle aziende a conduzione femminile, fino a coprire oggi un terzo del totale”. In Italia, sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”.

            “Il ruolo delle donne in agricoltura è vitale ed è legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile del settore -continuano Terenzi e Soliani- che coniuga la produzione alimentare con welfare, comunità, tutela di suolo e paesaggio, salvaguardia di biodiversità. Un ruolo che le pone in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto”, dalle sfide ambiziose della transizione verde, come chiede l’Europa con il Green Deal, alla pandemia che sta sconvolgendo gli stili di vita, con un ritorno alla terra che va sostenuto e indirizzato. A fine 2020, infatti, sono quasi 7.000 in più le imprese giovani che fanno agricoltura, con un incremento di oltre il 14% rispetto solo a cinque anni fa.

            “Ancora di più in futuro, la nostra funzione dovrà essere quella di anello di congiunzione tra i bisogni umani e le risorse naturali -evidenziano le presidenti di Donne in Campo e Istituto Alcide Cervi-. L’agricoltore sarà chi produce cibo sano e di qualità, collabora con la ricerca scientifica anticipandola e seguendola nei suoi progressi in campo alimentare e nutraceutico, si apre a tutte le produzioni possibili, sperimenta nuove fibre, nuovi materiali per bioplastiche, fornisce agroenergie, genera paesaggi unici, insegna ai bambini il valore dell’ambiente e del cibo, ospita le persone con disagio offrendo la migliore cura: l’accoglienza in una comunità, il rapporto con la natura e gli animali, il lavoro”.

            “Le donne sono un esempio di sostenibilità e resilienza -conclude il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Rappresentano perfettamente la visione dell’agricoltura del futuro, basata su produzioni salubri, compatibilità ambientale, innovazione, rilancio delle aree rurali. Una visione che va promossa e valorizzata con politiche coraggiose e risorse adeguate. In questo senso, un ‘nuovo patto per la terra’ non può che partire dalle donne: sono una risorsa indispensabile e uno dei driver vincenti per il progresso del settore”.


Guarda il video con le (belle) storie di imprenditoria agricolahttps://www.youtube.com/watch?v=_aR2U2NzuB8&feature=emb_title

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