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1 In Evidenza - 05 nov 2025

Credito agricolo in calo anche in Abruzzo: -12% sugli investimenti. Cia: “Senza liquidità paralisi del settore"

Anche in Abruzzo si fa sentire la stretta del credito che sta colpendo il settore primario in tutta Italia. Secondo il Report Ismea 2024 sull’accesso al credito agricolo, nella regione lo stock complessivo dei prestiti alle imprese agricole è sceso dell’1,2% rispetto al 2023, fermandosi a 560 milioni di euro, pari all’1,5% del totale nazionale.

Ma il dato più allarmante riguarda gli investimenti a medio e lungo termine, crollati del 12,1% in un solo anno: -10,4% per la costruzione di fabbricati rurali, -14,7% per l’acquisto di macchine e attrezzature e -6,4% per l’acquisto di immobili.

“Questi numeri parlano chiaro: l’agricoltura abruzzese sta rallentando, non per mancanza di idee o di progetti, ma per assenza di credito”, denuncia Nicola Sichetti, presidente Cia Abruzzo. “Molte aziende non riescono più a investire, schiacciate tra costi produttivi in aumento, eventi climatici estremi e banche sempre più prudenti. Così si rischia di fermare un settore che è fondamentale per l’economia e la coesione dei nostri territori rurali”.

Il rapporto Ismea certifica un quadro nazionale altrettanto difficile: nel 2024 il credito al settore primario è calato del 3,3% (da 39,4 a 38,3 miliardi di euro), e l’80% delle aziende agricole non ha chiesto prestiti. La maggior parte – il 75% – dichiara di non averne avuto bisogno, ma un ulteriore 5% ha rinunciato per paura di un rifiuto.

In Abruzzo, dove il tasso di deterioramento del credito resta relativamente basso (1,81% nell’area Sud), la contrazione degli investimenti preoccupa soprattutto nelle aree interne e di montagna, dove l’accesso al credito è storicamente più difficile.

“Serve un piano straordinario per la liquidità”, aggiunge Sichetti, “Chiediamo alla Regione di attivare fondi di garanzia dedicati, strumenti di microcredito agricolo e canali preferenziali per i giovani agricoltori. Senza misure mirate, il rischio è che le aziende restino ferme proprio mentre il mercato chiede innovazione e sostenibilità”.

La preoccupazione del mondo agricolo cresce anche sul fronte nazionale. Il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo in audizione al Senato sulla legge di Bilancio 2026, ha parlato di una “batosta per l’agricoltura”, denunciando che “non c’è nulla nella manovra che aiuti davvero il comparto”.
In particolare, Cia critica l’articolo 26, che impedisce la compensazione dei crediti d’imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, togliendo alle imprese agricole una delle poche possibilità di recupero delle spese sostenute per innovare.

Cia chiede il rifinanziamento del Fondo per le filiere agricole e la gestione delle crisi di mercato, nuovi investimenti per comparti in difficoltà come il cerealicolo, la proroga della Zes Agricola, oltre a maggiori risorse per “Più Impresa” e per i sostegni contro fitopatie ed epizoozie.

Cia Abruzzo si unisce dunque all’appello lanciato dal livello nazionale, ribadendo la necessità di politiche creditizie e fiscali realmente efficaci, capaci di ridare fiducia agli agricoltori e garantire liquidità a un comparto che resta pilastro economico e sociale della regione.

“Il credito non è solo una leva finanziaria”, conclude Cia Abruzzo, “ma una condizione essenziale per mantenere vivo il tessuto agricolo e garantire cibo, lavoro e presidio del territorio”

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1 In Evidenza - 03 nov 2025

Ue: Cia, accordi commerciali solo con reciprocità e vera tutela per gli agricoltori


Gli accordi commerciali devono servire a creare efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non a scaricare i costi sulle imprese agricole. È questo il messaggio che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha portato al Masaf, nell’incontro con il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ribadendo la posizione dell’organizzazione: reciprocità e tutela effettiva dei produttori devono essere il punto di partenza di ogni trattativa internazionale.
“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri -ha detto Fini-. L’Europa deve garantire parità di regole e condizioni per tutti: solo così gli accordi possono essere strumenti di crescita e non di crisi”.

Cia ha richiamato la necessità di una valutazione d’impatto cumulativa sui vari accordi commerciali oggi in discussione, affinché la politica commerciale dell’Ue non diventi un fattore di instabilità per i mercati agricoli. Allo stesso tempo, ha chiesto clausole di salvaguardia realmente efficaci e tempestive per proteggere le produzioni sensibili.

Nel corso dell’incontro, Cia ha sollecitato il commissario Ue a rilanciare con decisione il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo “zero per zero” sui dazi, a partire dal vino. “La stabilità nei rapporti con Washington è prioritaria”, ha spiegato Fini, ancora di più “dopo i pesanti segni di rallentamento del nostro export agroalimentare verso gli Usa, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024” e anche “contro il rischio di nuovi dazi antidumping sulla pasta italiana”.

Sul dossier Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per l’insufficienza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. “Servono meccanismi automatici e vincolanti, non discrezionali -ha osservato Fini-. Abbiamo necessità di maggiori certezze giuridiche rispetto alle soglie previste del 10% e di un sistema di monitoraggio trasparente e veloce per evitare l’import incontrollato di carne bovina, pollame, miele, zucchero e riso, che rischiano di mettere in crisi le filiere europee”.
Cia, infine, ha richiamato l’attenzione di Šefčovič sulla revisione del Regolamento SPG (Sistema di Preferenze Generalizzate). “Siamo preoccupati, il riso europeo non può essere lasciato senza difese -ha evidenziato Fini-. Per questo, occorre arrivare a stabilire una soglia di importazione ragionevole, da ripartire tra i Paesi beneficiari secondo le tendenza storiche di import, al fine di evitare concentrazioni eccessive e distorsioni di mercato”.

“Gli agricoltori europei non chiedono protezionismo -ha concluso il presidente di Cia- ma parità di condizioni. Solo con reciprocità, regole uguali per tutti e strumenti di tutela rapidi potremo affrontare la sfida della competitività globale senza sacrificare la nostra agricoltura”.

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2 In Evidenza - 24 ott 2025

CIA Talent debutta alla Fiera Progress: formazione e lavoro per i giovani del territorio

È stato presentato oggi, alla Fiera Progress di Lanciano, CIA Talent, il nuovo programma di CIA Agricoltori Italiani Chieti-Pescara dedicato alla formazione e all’inserimento dei giovani nel mondo dei servizi agricoli e sociali.

L’iniziativa nasce all’interno di CIA Next, il piano strategico di innovazione e sviluppo 2026–2028, e punta a costruire un vivaio di competenze locali, offrendo ai giovani un percorso chiaro, meritocratico e orientato al lavoro.

L’evento, moderato dalla giornalista Francesca Piccioli, ha visto i saluti di Ombretta Mercurio, Presidente Lancianofiera e di Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara. A seguire gli interventi di Alfonso Ottaviano, Direttore CIA Chieti-Pescara, Serena Giuliani, Sales Development e Marica Micolucci di GEVI che hanno spiegato il dettaglio del funzionamento del tirocinio formativo, insieme alle testimonianze di giovani che hanno già avviato il loro percorso all’interno della rete CIA.

CIA Talent accompagna i giovani in un percorso che parte dall’orientamento, con la presentazione dell’organizzazione e la candidatura online, e prosegue con una formazione mirata su competenze tecniche e trasversali.
Segue una fase di stage e affiancamento pratico nelle sedi territoriali CIA Chieti-Pescara, per poi arrivare alla valutazione finale e all’inserimento lavorativo dei profili più idonei.

“CIA Talent è un progetto che guarda lontano: un investimento sulle persone e sul futuro della nostra organizzazione,” ha dichiarato Alfonso Ottaviano, direttore CIA Chieti-Pescara, “Attraverso la formazione e la valorizzazione delle competenze, vogliamo costruire una nuova generazione di professionisti che portino innovazione, efficienza e vicinanza al territorio.”

La selezione avverrà con il supporto della società Aaron King International del gruppo Reverse, specializzata in HR e recruiting, in sinergia con i responsabili CIA. Il programma è inoltre integrato con il Servizio Civile INAC, creando un canale di crescita coerente e continuativo per i giovani che vogliono costruire un futuro nel sistema CIA.

L’obiettivo è rafforzare la presenza CIA sul territorio, valorizzando il capitale umano abruzzese e promuovendo ricambio generazionale, innovazione e qualità nei servizi rivolti agli agricoltori e ai cittadini.

Da oggi 24 ottobre 2025 è attivo il form online di candidatura sul sito ufficiale: www.cia-business.odoo.com/cia-talent

Gli interessati, studenti, neodiplomati e neolaureati under 25, possono inviare la propria candidatura e partecipare alle selezioni.

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1 In Evidenza - 22 ott 2025

CIA: Bene la declaratoria di eccezionalità per le avversità atmosferiche. Ora risposte rapide e concrete per le aziende

CIA Abruzzo CIA Chieti–Pescara esprimono grande soddisfazione per la decisione della Giunta regionale che ha approvato la declaratoria dell’eccezionalità delle avversità atmosferiche che tra il 2 luglio e il 3 agosto 2025 hanno colpito i territori agricoli di Pescina, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Treglio e Frisa, con danni stimati in oltre 31 milioni di euro.

Il provvedimento riconosce ufficialmente la gravità del downburst del 3 agosto, un evento atmosferico di straordinaria intensità che ha devastato ampie zone della provincia di Chieti, in particolare Fossacesia, Frisa, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Bucchianico e Casalincontrada, causando perdite tra il 50% e il 90% delle produzioni di vite, olivo, ortaggi, frutta e pomodori, oltre a danni gravi a serre, impianti e strutture aziendali.

“È un risultato importante per il nostro comparto”, dichiara il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “Fin dalle prime ore successive all’evento abbiamo raccolto le segnalazioni degli agricoltori, documentato i danni e chiesto con forza il riconoscimento della calamità naturale. Oggi arriva una risposta concreta alle nostre richieste.”

“Il riconoscimento dell’eccezionalità”, aggiunge il presidente di CIA Chieti–Pescara, Domenico Bomba, “è il primo passo verso il ristoro delle imprese che hanno perso quasi tutto. Ora serve che i tempi per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale siano rapidi e certi, perché le aziende non possono più attendere.”

Le confederazioni rinnovano l’appello alla Regione e al Governo affinché vengano adottate misure strutturali di prevenzione e adattamento climatico, potenziando la rete irrigua, gli strumenti assicurativi agevolati e gli interventi di difesa attiva, per proteggere il patrimonio agricolo e il reddito degli imprenditori.

“Questo evento”, conclude Sichetti, “è l’ennesima prova che il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. La politica deve essere pronta a sostenerci con strumenti efficaci, rapidi e moderni.”


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1 In Evidenza - 21 ott 2025

CIA Abruzzo: “Regolamento sul territorio rurale va semplificato, troppe barriere per le aziende agricole”

CIA Abruzzo lancia l’allarme sulla bozza del “Regolamento degli Interventi sul Territorio Rurale” (Art. 63 della L.R. 58/2023), definito oggi un ostacolo più che uno strumento di crescita per le piccole e medie imprese agricole della regione.

“Abbiamo analizzato con attenzione la bozza e riconosciamo l’intento della Regione di dotare il settore di uno strumento moderno per sostenere gli investimenti”, spiega Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo, “Tuttavia, la realtà delle procedure evidenzia criticità concrete che possono bloccare le aziende prima ancora che possano usufruire dei benefici previsti.”

La burocrazia è eccessiva: per presentare un Progetto di Sviluppo Aziendale servono decine di documenti e professionisti esterni, con tempi e costi spesso insostenibili.

Il vincolo decennale di conduzione aziendale e mantenimento del bilancio attivo è troppo rigido: il settore agricolo è volatile e soggetto a crisi climatiche e di mercato, e dieci anni rischiano di trasformare un investimento in un vincolo oppressivo.

Il PSA Semplificato, pensato per le piccole aziende, è inefficace: troppe aree, comprese quelle naturali protette, sono escluse, lasciando fuori proprio chi più ha bisogno di strumenti snelli per modernizzarsi.


CIA Abruzzo propone di:

  • Introdurre un Documento Unico di Progetto (DUP) per ridurre tempi e costi e semplificare la valutazione.

  • Ridurre il vincolo decennale a cinque anni, consentendo aggiornamenti del piano aziendale in base al mercato e alle condizioni ambientali.

  • Rendere il PSA Semplificato realmente fruibile anche nelle aree vincolate, per interventi a basso impatto paesaggistico, con la compatibilità valutata dagli enti competenti.

“Snellire le procedure non è un favore agli agricoltori, ma un investimento strategico per il futuro dell’economia rurale abruzzese,” conclude Sichetti, “Accogliere queste proposte significherebbe trasformare un regolamento oggi inapplicabile in un vero alleato delle nostre imprese, liberando energie e risorse per competitività, sostenibilità e tenuta sociale dei territori rurali.”

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1 In Evidenza - 18 ott 2025

PAC 2025, primi 18,8 milioni alle aziende abruzzesi: CIA Abruzzo, “Boccata d’ossigeno, ma i tagli continuano a pesare"

“Bene i pagamenti Pac ma non cancellano le difficoltà del settore”. È partita la campagna di pagamenti PAC 2025 con l’erogazione dei primi 18,8 milioni di euro destinati alle aziende agricole abruzzesi.

Tuttavia, le difficoltà strutturali del settore restano evidenti e il rischio derivante dai tagli complessivi alla PAC futura continua a preoccupare.

“Va bene ricevere gli anticipi: sono risorse che gli agricoltori si sono guadagnati con il loro lavoro quotidiano”, sottolinea il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti. “Ma non possiamo dimenticare che la PAC post-2027, secondo le stime nazionali, subirà un ridimensionamento significativo: il peso della politica agricola comune scenderà dal 31% al 15% delle risorse complessive, con una perdita di circa 9 miliardi per l’Italia rispetto al periodo attuale. Questo riduce le prospettive di sostegno per le nostre aziende e mette sotto pressione l’intero comparto. Gli anticipi aiutano, ma non sono un regalo.”

La PAC attuale ammonta a 378 miliardi a livello europeo, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi. “In un periodo segnato dagli effetti del cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dalle sfide geopolitiche, servono risorse certe e adeguate, non solo anticipi temporanei”, aggiunge Sichetti.


Particolare attenzione va alle aree interne e montane, spesso marginali ma cruciali per l’economia e il territorio regionale. “Presidiare questi territori significa proteggere biodiversità, paesaggio e comunità locali. Sostenere le aziende agricole significa proteggere l’Abruzzo nel suo insieme.”

CIA Abruzzo si unisce alla preoccupazione espressa da CIA-Agricoltori Italiani e sostiene l’obiettivo di far cambiare rotta alla Commissione Europea, evitando che si frammenti e si indebolisca una delle politiche fondanti dell’UE.

“Gli anticipi PAC sono un segnale positivo, ma non devono farci dimenticare le criticità strutturali e i tagli in arrivo”, conclude Sichetti. “Continueremo a sollecitare attenzione e sostegno, perché il lavoro degli agricoltori merita risposte concrete e durature. Gli anticipi aiutano oggi, ma senza un flusso stabile di risorse, i tagli continueranno a penalizzare le imprese e a mettere a rischio l’intero settore agricolo regionale.”

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 26 gen 2021

Psr: l’Abruzzo evita il disimpegno ma resta in fondo alla classifica

La Regione Abruzzo è riuscita a spendere il 103% della dotazione finanziaria relativa agli anni 2015, 2016, 2017 del Psr (Piano di sviluppo rurale) evitando così il disimpegno automatico degli stanziamenti. Obiettivo di spesa raggiunto, ma non sufficiente a inserire l’Abruzzo tra le regioni virtuose. Essa infatti risulta in terzultima posizione per quanto riguarda l’avanzamento di spesa della dotazione complessiva poiché ha raggiunto solo il 47,27% delle risorse previste per la programmazione 2014-2020. A seguire, nella classifica, ci sono le Marche (41,79%) e la Puglia (41,74%).


Il disimpegno automatico è un meccanismo che scatta alla fine di ogni anno: le somme stanziate devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio secondo la regola “N-3”. Quindi, le risorse impegnate nel 2015 dovevano essere erogate entro il 2018, quelle del 2016 entro il 2019 e via discorrendo. Nel 2020 tutte le regioni italiane hanno evitato di restituire fondi all’Unione europea grazie a uno sforzo importante concentrato negli ultimi mesi dell’anno, dove sono stati spesi 1,413 miliardi di euro, ad eccezione della Puglia che si vede costretta a restituire 95 milioni di euro. 


In linea generale l’attuazione dei Piani di sviluppo rurale procedono a rilento con notevoli differenze tra le varie Regioni, le quali iniziano già a programmare il prossimo sessennio 2021-2027 avendo speso solo il 57,9% dello stanziamento 2014-2020. È  necessario migliorare la gestione dei Psr cercando di alleggerire innanzitutto il peso burocratico snellendo le procedure e migliorando gli strumenti di accesso, oltre a maggiore lungimiranza nelle prossime programmazioni. Privilegiare misure strutturali rispetto a quelle “a superficie” garantirebbe una maggiore competitività delle imprese agricole le quali potrebbero beneficiare di aiuti concreti migliorando la propria dotazione strumentale ad esempio in termini di innovazionazione oppure sostenibilità ambientale.


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1 In Evidenza - 17 gen 2021

Governo: Cia, agricoltura strategica non può restare senza ministro

L’agricoltura resta senza un ministro di riferimento in un momento davvero complesso per il Paese, in cui il settore primario continua a mostrare tutta la sua strategicità, garantendo ogni giorno cibo fresco, sano e sicuro agli italiani. Così Cia-Agricoltori Italiani interviene sulle dimissioni della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

“Non possiamo che auspicare tempi rapidissimi nel ripristinare la guida del Mipaaf e risolvere la crisi di governo -spiega il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Le aziende agricole, così come i cittadini, hanno bisogno di certezze e di stabilità, per continuare a fronteggiare la pandemia in atto e imboccare la strada della ripresa”.

Intanto, ha aggiunto Scanavino, “vogliamo ringraziare la ministra Bellanova, con cui abbiamo sempre collaborato in maniera costruttiva, per il lavoro fatto e l’impegno profuso a tutela e sostegno del settore agroalimentare e di tutta la filiera”.     

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1 In Evidenza - 11 gen 2021

Maltempo: Cia, aree rurali ostaggio della neve. Subito piano di messa in sicurezza

Prosegue l’ondata di maltempo che sta investendo tutta Italia con piogge e neve anche a quote basse e soprattutto al Centro-Sud con ripercussioni assai preoccupanti soprattutto per le aree rurali e di montagna, dove copiose nevicate, frane e smottamenti stanno mettendo a dura prova centri abitati e aziende agricole. Strade chiuse e tralicci divelti, rischiano di tenere troppo a lungo in isolamento famiglie e attività produttive. Lo segnala Cia-Agricoltori Italiani che sta costantemente monitorando la situazione e, mentre fa la conta dei danni ormai di svariati milioni di euro, ricorda al Governo l’urgenza di un Piano nazionale di manutenzione del territorio con programmi che possano trovare spazio nel Recovery Fund.

Al momento, fa sapere Cia, la situazione è critica per la Garfagnana alle prese con una nevicata che non si ricordava da decenni e ora a rischio frane, in particolare in provincia di Lucca, nel territorio della Valle del Serchio, nel comune di Gallicano e in quello di Fabbriche di Vergemoli. Nel frattempo, già dalla scorsa settimana, è stato chiesto lo stato d’emergenza per le zone di montagna del pistoiese, tra cui Abetone Cutigliano, dove oltre 2 metri di neve stanno facendo emergere tutte le criticità infrastrutturali e strutturali del territorio.

Gli oltre 50 cm di neve della scorsa notte tengono, invece, in ostaggio l’Alto Maceratese e il territorio di Fermo, nelle Marche delle zone terremotate. Qui, la situazione, già precaria dopo il terremoto, rischia di precipitare a causa di frane e strade chiuse, mettendo in difficoltà i piccoli centri e gli imprenditori agricoli della zona.

In stato d’allerta anche la Liguria con temperature sotto lo zero, fino a meno 7 nel savonese e raffiche di vento che arrivano a 102 km orari. Preoccupa anche la frana in Irpinia che ha rotto la condotta del gas metano a Montefalcone in Val Fortone. Anche la Sardegna è sotto osservazione. Le ripetute piogge e la neve stanno mettendo in allarme gli agricoltori che fanno appello alle istituzioni. Allerta gialla sopra i 500-800 metri in Abruzzo, Molise, nelle zone orientali del Lazio, in Umbria, Emilia-Romagna e Toscana.  

“Non smetteremo mai di segnalare la situazione di criticità estrema che sta vivendo il territorio italiano -ribadisce il presidente di Cia, Dino Scanavino-. Il problema non sono solo i danni al settore primario, è che ancora oggi quasi 7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali. E ci sono più di 6 milioni di cittadini che risiedono in aree soggette a frane e alluvioni”.

Infine, guardando anche alle previsioni pessime per i prossimi giorni, il presidente Scanavino avverte: “Non è più rinviabile un Piano nazionale di manutenzione e di governo del territorio, che sia capace di far fronte alla drammatica questione del rischio idrogeologico legato a fenomeni climatici incontrollabili e sempre più frequenti. Un Piano, lanciato con il nostro progetto ‘Il Paese che Vogliamo’, che attivi un dialogo costante con le strutture e i protagonisti delle aree interne, a partire dagli agricoltori; sia sotto la regia della Presidenza del Consiglio e non di un singolo ministero; attinga -conclude Scanavino- risorse necessarie alla messa in sicurezza dell’Italia con un progetto inserito nel Recovery Fund”.

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1 In Evidenza - 08 gen 2021

Legge di Bilancio: Anp-Cia, pensioni minime in stallo. A lavoro su priorità

Una legge di Bilancio sicuramente difficile da comporre a causa della crisi per il Covid. Ha trovato risorse per il sistema sanitario e aperto un varco importante, con provvedimenti per l’agricoltura, al rilancio economico delle aree rurali del Paese. Resta ancora inevasa però, la richiesta di aumento delle pensioni minime ferme a 515 euro. Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani riparte da qui, dando voce alla grande delusione di tanti ex-agricoltori e facendo ordine sulle priorità per il 2021 pronte per nuovo confronto istituzionale.

In cima alla lista, dunque, l’assegno al minimo percepito da oltre un milione e mezzo di anziani, in prevalenza ex-agricoltori, ancora costretti a vivere con la pensione più bassa d’Italia. Per Anp-Cia, si tratta di una grave ingiustizia già ampiamente esposta dall’Associazione, in numerosi incontri in tutto il Paese, a parlamentari e istituzioni tutte, proprio con l’intento di una risoluzione definitiva. Una pratica, dunque, che resta aperta e dovrà trovare risposte nei prossimi provvedimenti del Governo in relazione all’annunciato aggiornamento delle norme sulle azioni di contrasto alla povertà: il “dopo quota 100”, la pensione contributiva di garanzia, la separazione tra previdenza e assistenza, il rilancio della previdenza complementare e la riduzione del carico fiscale sulle pensioni.

Dunque, nei prossimi incontri in commissioni e nei tavoli preposti a delineare un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale e pensionistico, Anp-Cia non mancherà di sollecitare di nuovo, la stabilizzazione della quattordicesima e la modifica del sistema di indicizzazione, ma anche l’estensione dell’Ape sociale agli agricoltori, una tassazione in linea con quanto previsto nei Paesi europei e l’istituzione della pensione base per i giovani agricoltori.

Sono, invece, significative di un cambiamento d’indirizzo, sottolinea Anp-Cia, le risorse destinate al sistema sanitario. La legge di Bilancio dimostra una visione oltre l’emergenza Covid e affronta il tema del potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e delle politiche socio-sanitarie. In questo ambito, è bene sottolineare la misura di sostegno alle funzioni dei caregiver familiari. E’ modesta nelle risorse dedicate, ma potenzia gli strumenti a sostegno delle famiglie nelle cure domiciliari per anziani e disabili. Vera sfida sarà anche per il 2021, l’urgente rafforzamento dei servizi sanitari territoriali per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali e soprattutto a supporto delle persone anziane. Cruciale la necessità di una sanità più vicina ai cittadini, con strutture ambulatoriali o case della salute di prossimità, potenziare l’assistenza domiciliare, utilizzare diffusamente le nuove tecnologie come la telemedicina, valorizzare, infine, le reti sociali e del volontariato.

Strategici, secondo Anp-Cia, anche i provvedimenti previsti per il settore agricolo, utili a favorire il rilancio economico delle aree rurali. Portano risorse sulla manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, condizione indispensabile per garantire la presenza delle persone nelle aree interne, come lo è anche il potenziamento del sistema dei servizi civili, di infrastrutture, trasporti, scuole e banda larga.

“Facciamo appello alla responsabilità e all’impegno di politica e istituzioni -interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo. In questa fase delicatissima dovuta alla pandemia, le risorse del Recovery Fund, siano occasione non solo per sostenere la ripresa economica e occupazionale ma, anche per avviare un cambiamento del sistema di sviluppo, per superare le diseguaglianze sociali e territoriali e accompagnare il Paese verso una nuova coscienza pubblica e collettiva. Confermiamo il nostro fattivo contributo -conclude Del Carlo- e la disponibilità al dialogo costruttivo guardando anche alle raccomandazioni della Commissione Ue per accedere ai fondi del Next Generation Eu”.

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1 In Evidenza - 07 gen 2021

Troppi danni da fauna selvatica, Cia Chieti-Pescara chiede interventi alla Regione

Viste le sempre più numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole associate circa la presenza massiccia di fauna selvatica su terreni coltivati in zone di ripopolamento e cattura (in modo particolare a seminativo) e di conseguenza degli ingenti danni che tale fenomeno crea, la Cia Agricoltori Italiani Chieti-Pescara, con una lettera inviata alla Regione Abruzzo, chiede l’attivazione dell’attività di controllo per risolvere il problema. “E’ possibile affermare che siamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza”, afferma il presidente Antonio Sichetti, “La proliferazione incontrollata di alcune specie selvatiche, in particolare cinghiali, ha raggiunto livelli intollerabili per l’attività agricola”. 


Ai sensi del dell’Art. 44, comma 5, della Legge Regionale n. 10 del 28 Gennaio 2004, la confederazione richiede un intervento urgente all’interno delle zone di ripopolamento e cattura ricadenti delle province di Chieti e Pescara. 


“È fondamentale che tale provvedimento venga attuato al più presto al fine di evitare che la situazione, già grave, non diventi più gestibile. Questa potrebbe essere anche l’occasione di ripensare le forme di contenimento degli animali selvatici, attraverso l’impiego di metodi più efficaci e in linea con le esigenze attuali dei territori”.


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1 In Evidenza - 05 gen 2021

Covid: Cia, agriturismi ko con nuovo decreto. Tiene la consegna a domicili

Il nuovo decreto anti-Covid, con ulteriori restrizioni fino al 15 gennaio, continua a togliere agli agriturismi e alle aziende agricole importanti occasioni di ripresa, facendo sfumare definitivamente anche i potenziali guadagni degli ultimi giorni di festività. Alle aziende agrituristiche resta, dunque, la possibilità dell’asporto e della consegna a domicilio, che ha funzionato bene tra Natale e Capodanno, e ha agevolato in questi giorni gli acquisti per l’Epifania che, domani, vedrà l’Italia in zona rossa. A ricordarlo è Cia-Agricoltori Italiani, anche in vista del prossimo week-end del 9 e 10 gennaio, con il Paese in zona arancione e, quindi, con i 24 mila agriturismi italiani ancora chiusi anche a pranzo.

Vietati gli spostamenti tra regioni, confermata la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco alle 22, gli italiani confermeranno, secondo Cia, la propensione agli acquisti di prossimità, alla spesa di materie prime direttamente in aziende o alla consegna a domicilio con la vendita diretta sempre più a portata di click. Lo confermano le oltre 100 mila consegne a domicilio registrate dagli agricoltori di Cia in sei mesi dall’attivazione del portale “I Prodotti dal campo alla tavola” (https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/) che oggi ospita, organizzate per regioni, oltre 1.000 attività tra aziende e agriturismi, pronte a recapitare, tutti i giorni, direttamente a casa, prodotti agricoli freschi e piatti tipici regionali preparati dagli Agrichef.

Nelle ultime settimane, sottolinea Cia, le aziende agricole presenti sul portale, hanno confezionato migliaia di cesti di Natale e consegnato in anticipo altrettante calze della Befana che saranno immancabili, nonostante le restrizioni, in 3 famiglie su 4. Rigorosamente rispettose della tradizione, contengono dolci tipici e frutta di stagione, senza far mancare caramelle e carbone.

Il portale di consegna a domicilio si conferma, per Cia, una scelta necessaria e strategica per dare sostegno alle famiglie e supportare la tenuta delle aziende agricole e degli agriturismi ma, ribadisce l’organizzazione, non può certo rappresentare la soluzione, tanto più nel lungo periodo.

Con il Covid, le strutture agrituristiche hanno perso, durante le festività, più di 2 milioni di presenze. È in gioco, a livello nazionale, la sussistenza di 100 mila operatori e un fatturato annuo di circa 1 miliardo prima della pandemia. Servono, dunque, come già sollecitato al Governo, contributi a fondo perduto più sostanziosi e, in particolare, la cassa integrazione per i dipendenti. Molte attività rischiano di chiudere i battenti, mentre la primavera è dietro l’angolo e richiederebbe sin da ora una reale programmazione e strategie efficaci.

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