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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 28 dic 2020

Covid: ASeS-Cia, al via donazioni alimentari in tutt’Italia per la Giornata internazionale della solidarietà

Frutta e verdura di stagione, pasta, conserve di pomodoro, vino e olio degli Agricoltori Italiani in dono alle famiglie in difficoltà a causa della crisi scatenata dalla pandemia. È in questo modo, attraverso una grande campagna di raccolta di cibo, che ASeS, la Ong di Cia, ha deciso di celebrare e dare un significato concreto alla Giornata internazionale della solidarietà, che si tiene ogni anno il 20 dicembre.

            A collaborare con ASeS in questa nuova iniziativa solidale ci sono le Cia regionali di Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Calabria e Puglia, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e a numerose Caritas sul territorio, fondamentali per individuare i beneficiari e consegnare le derrate alimentari raccolte.

            “L’accesso al cibo deve essere garantito a tutti -spiega la presidente di ASeS-Cia, Cinzia Pagni-. Ma la pandemia ha fatto emergere nuove povertà, tra chi ha perso il posto di lavoro o non ha riaperto l’attività, chi non è rientrato negli aiuti del governo o chi ha una pensione al minimo. Solo nel periodo maggio-settembre, confrontato con lo stesso periodo del 2019, l’incidenza dei nuovi poveri, per effetto dell’emergenza Covid, è passato dal 31% al 45%. Con oltre 2 milioni di famiglie a rischio indigenza e un aumento superiore al 100% del numero di cittadini che si rivolgono ai servizi delle Caritas e degli enti caritatevoli per avere un aiuto per mangiare”.

            Un problema italiano, ma non solo. La crisi economica scatenata dal Covid, infatti, rischia di far aumentare la povertà a livello globale, quando già ci sono oltre 800 milioni di persone che non hanno cibo a sufficienza in tutto il mondo. Anche per questo motivo, contestualmente alla campagna in Italia, ASeS-Cia lancia iniziative analoghe di donazioni alimentari per la Giornata internazionale della solidarietà presso le sue sedi estere in Paraguay, Senegal e Mozambico, dove porta avanti da anni progetti di cooperazione allo sviluppo.

            “Ci auguriamo che il 20 dicembre sia solo una data simbolica e che le donazioni continuino anche successivamente -aggiunge la presidente Pagni-. Attraverso questa raccolta vorremmo, infatti, sensibilizzare l’opinione pubblica non solo in occasione delle prossime festività, ma attivarci affinché il gesto del donare a chi ha meno diventi il nostro modello di vita. Anche se ogni sede Cia e ognuno dei tre Paesi esteri parteciperà all’evento nei modi e nelle forme a loro più consoni, lo spirito che animerà la raccolta è da tutti condiviso ed è il desiderio di tornare a investire sulle persone, di essere responsabili verso gli altri, di restituire il valore del cibo, così come quello della solidarietà”.

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1 In Evidenza - 17 dic 2020

Natale: PescAgri-Cia, pesce alla vigilia come da tradizione per 15 mln di famiglie. Fatturato ittico delle feste a -25%

Covid e stretta sugli spostamenti non toglieranno agli italiani il menù di pesce, tipico della Vigilia di Natale e della notte di San Silvestro. Sarà portato a tavola in 2 case su 3, con una spesa media di 70 euro a nucleo, rispetto ai 90 dello scorso anno. Per circa 15 milioni di famiglie la scelta del menù sarà orientata a ricette povere della tradizione con tonno e baccalà o pesci come l’orata per piatti non troppo elaborati. A tracciare una stima è l’analisi di PescAgri, l’Associazione Pescatori Italiani promossa da Cia e che conta già per il settore ittico, in questo 2020, un calo del fatturato oltre il 40%. Segno negativo dovuto eccedenza di prodotto e calo dei prezzi per via soprattutto delle restrizioni su ristoranti, catering e hotel.

A condizionare radicalmente i consumi di pesce durante le feste, spiega AgriPesca-Cia, l’impatto del Dpmc sui cenoni, rigorosamente a casa e, si presume, per non più di 6 persone, almeno il 24 dicembre. Quest’aspetto ridimensionerà in proporzione, le quantità acquistate che in media per la spesa di Natale e Capodanno, non andranno oltre i 3 kg a carrello. Si tenderà a essere più precisi nelle porzioni, ma anche a scegliere il pesce fresco. Dunque, poco ma buono. Vinceranno i piatti tipici della Vigilia, quindi sulle coste italiane, quelli più legati alla cucina a base di pesce locale e per ricette elaborate, mentre nell’entroterra si prediligeranno quelle più essenziali, con prodotto fresco e trasformato. Baccalà e tonno, ma anche alici, sarde e sgombri, orate e spigole avranno la maggiore sul pescato più pregiato. Molluschi e crostacei, protagonisti delle feste in ristoranti e hotel, vivranno, invece, un serio calo. 

Rendono, riferisce PescAgri-Cia, i dati del Mercato Ittico all'ingrosso di Chioggia, la più grande Marineria d’Italia che, oggi conta 2 sole giornate di lavoro a settimana, quando soprattutto a fine anno, prima del Covid, si è sempre lavorato senza sosta. Ne sono conseguenza le perdite importanti, già registrare a novembre, in termini di volumi del prodotto locale: crostacei (-31%), pesce bianco (-17%) e molluschi che reggono meglio (-5%). Quanto al valore, il pescato di Chioggia (pesce azzurro e bianco) è già a -22% per il solo mese di novembre rispetto al 2019. Che non andrà bene al mercato dei crostacei può, inoltre, dirlo il dato sull’import con l’Italia sprovvista, per esempio, di aragoste e astici. Rispetto al 2019, i crostacei a novembre hanno fatto in termini di volumi un -78%. Il quadro nazionale si attesta più o meno sulle stesse cifre e mette in guardia sul rischio per il fresco e il Made in Italy. Il settore ittico perderà con le sole festività 300 milioni di euro di fatturato (-25%).

Difficile, aggiunge PescAgri-Cia, pensare poi a cenoni ristretti per Capodanno, ma esclusa la ristorazione, per gli oltre 6 milione di italiani abituati a mangiar fuori il 31 dicembre, sarà comunque inevitabile la cucina di casa. Davvero a poco servirà quel 15% di consumatori propensi al menù take away. Questo trend vale complessivamente circa 5 mld, mentre le restrizioni imposte all’Horeca, hanno tolto finora al settore alimentare, quasi 41 miliardi.

Infine, conclude PescAgri-Cia, va da sé che la crisi economica, le restrizioni sugli spostamenti per il Covid e le chiusure dei ristoranti, influiranno in negativo sulla domanda di pesce fresco e locale, a vantaggio di quello spesso più competitivo di importazione. Agli italiani chiediamo, come stanno già dimostrando, di preferire soprattutto prodotto ittico di origine nazionale, a sostegno dei produttori italiani, che potranno richiedere o scegliere sui banchi delle pescherie tradizionali o dei supermercati, selezionando le specie che riporteranno in etichetta oltre la zona di cattura anche un’ulteriore specifica con ben indicato che si tratta di prodotto “nazionale” o “nostrano”. Il consumatore può in questo modo cambiare l’offerta, oggi rappresentata per oltre il 70% da prodotto ittico di importazione. Per farlo deve cambiare la domanda ed è proprio il consumatore a poter fare la differenza diventando più consapevole ed esigente negli acquisti, premiando le pescherie che risultano più attente alla vera filiera corta e a una offerta più mirata a prodotti ittici dei nostri mari, dei nostri allevamenti e delle nostre acque dolci.

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1 In Evidenza - 17 dic 2020

Assemblea Anp-Cia: per “riprogettare il futuro” più pensioni, sanità e servizi

Pensioni più alte, puntando sulla revisione degli assegni al minimo, accompagnate da una riorganizzazione e da un rilancio di sanità e servizi dei territori, partendo dalle aree rurali, per garantire agli anziani una qualità della vita dignitosa e sicura. Soprattutto ora con la pandemia in atto. Questo il messaggio lanciato da Anp, l’Associazione pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, nel corso della sua Assemblea nazionale “Pensioni-Sanità-Servizi. Riprogettiamo il futuro”, che si è tenuta oggi in webinar con la partecipazione della ministra delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti.

Occhi puntati prima di tutto sulla situazione Covid in Italia. “Permangono, a oggi, tutti gli elementi di preoccupazione circa il controllo e il contenimento dei contagi -ha detto nella sua relazione il presidente di Anp, Alessandro Del Carlo- con la conseguente pressione sulle strutture sanitarie e su tutti i servizi connessi alla cura delle persone coinvolte, nonché in relazione ai sistemi di tracciamento e prevenzione del contagio. Gli anziani stanno pagando un prezzo altissimo in termini di decessi. Si aggravano, inoltre, le condizioni dei malati cronici, mentre si sono ridotti di oltre il 50% gli screening oncologici”.

In questo senso, l’Anp-Cia ha confermato nell’Assemblea l’orientamento, più volte espresso, riguardo alla necessità di un comportamento individuale e collettivo teso alla responsabilità e al rispetto delle indicazioni provenienti dalle autorità sanitarie e dai decreti emanati al riguardo. In merito al vaccino, la cui distribuzione è prevista da gennaio, occorre che la somministrazione, secondo le indicazioni delle autorità sanitarie, sia rivolta prioritariamente alle persone anziane, in quanto soggetti a rischio fragilità.

Preoccupazione e allarme estesi anche allo stato dell’economia, precipitata in una grave fase di crisi che “sta producendo un aumento delle diseguaglianze e del disagio sociale, nonché l’aumento dei fenomeni di povertà, particolarmente diffusi fra gli anziani, soprattutto tra i pensionati con assegni al minimo e residenti nelle aree interne e rurali -ha osservato Del Carlo- alle prese con ataviche carenze di servizi che ne compromettono la sicurezza sociale e la qualità della vita”.  

L’Assemblea di Anp, pertanto, ha sollecitato il Governo e il Parlamento affinché nella legge di Bilancio 2020, o interventi collegati, siano previsti interventi per l’aumento delle pensioni minime. “Una revisione del trattamento pensionistico per gli agricoltori è imprescindibile -ha ribadito il presidente nazionale dell’Associazione- per garantire giustizia ed equità sociale e per favorire il ricambio generazionale. Gli agricoltori, per esempio, con pensioni minime tra le più basse, ferme a 515 euro, sono costretti a rimanere a lavoro nei campi fino a tarda età”.

L’Assemblea di Anp-Cia ha, quindi, espresso apprezzamento per l’importante lavoro svolto dalle organizzazioni territoriali dell’Associazione, finalizzato a dare continuità alle iniziative sindacali e alle attività sociali, sia pure nelle condizioni consentite dalle restrizioni imposte e dalle precauzioni consigliate. Un lavoro politico e sindacale che deve proseguire, per sensibilizzare le diverse rappresentanze parlamentari dei territori, così come del livello nazionale, affinché le rivendicazioni contenute nella piattaforma Anp possano trovare risposta nei prossimi provvedimenti di Governo e Parlamento.

“Gli effetti della pandemia hanno messo in evidenza il legame stretto che esiste fra organizzazione economica e sistema dei servizi, a cominciare da quello socio-sanitario, affermando nella coscienza collettiva la consapevolezza del valore dei beni pubblici, a cominciare dalla sanità -ha continuato Del Carlo-. Ora il rilancio economico dei territori, in particolare delle aree interne e rurali, deve passare attraverso la dotazione di un sistema infrastrutturale e dei servizi in grado di sostenere la crescita economica assieme alla tutela sociale e alla qualità della vita delle persone”.

Ciò significa, ha concluso il presidente di Anp, “una nuova visione dello sviluppo che metta al centro la cura delle persone e il governo del territorio, traguardando la crescita economica, la sostenibilità ambientale e il progresso sociale”, come indicato dall’ultimo documento Cia “Agricoltura, Territorio, Società; riprogettiamo il futuro”.

“L’agricoltura è pronta a esercitare un ruolo da protagonista all’interno di un progetto di rilancio del Paese -ha aggiunto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, concludendo l’Assemblea di Anp-. Un progetto che prevede scelte importanti anche per rispondere alle condizioni di disagio sociale degli anziani e restituire dignità ai pensionati, prima di tutto quelli al minimo come gli agricoltori, che nella loro vita lavorativa hanno assicurato beni essenziali alla società, come il cibo, la tutela del territorio, la cura del paesaggio”.

 

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1 In Evidenza - 16 dic 2020

Covid: Cia, su portale spesa a domicilio arrivano i cesti di Natale

Un cesto di Natale con il meglio delle tipicità enogastronomiche del territorio. Dopo i prodotti agricoli freschi e i piatti della domenica preparati dagli Agrichef, arrivano sul portale per la consegna a domicilio di Cia-Agricoltori Italiani anche i tradizionali pacchi natalizi, da regalare a parenti o amici, senza muoversi di casa, con un semplice click all’indirizzo https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/.

L’obiettivo è doppio: da un lato sostenere le aziende agricole e agrituristiche fiaccate dal Covid, con perdite reddituali importanti, soprattutto legate alle misure restrittive per il canale ristorazione, che significa un danno di quasi 41 miliardi di euro per l’agroalimentare; dall’altro lato, incentivare la scelta di doni utili, in un momento di incertezza economica, puntando sul cibo che si conferma al top della classifica anche come idea regalo.

Mai come quest’anno, con nuovi livelli di povertà per effetto della pandemia e oltre 2 milioni di famiglie a rischio, le tredicesime restano comunque destinate prima di tutto a bollette, scadenze fiscali e risparmio -sottolinea Cia-. L’80% degli italiani, quindi, opterà per regali utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola”. Pacchi o cesti quasi tutti di taglia ridotta, rispetto agli anni scorsi, che il 45% delle famiglie riempirà con prodotti locali e caratteristici. Tra i più gettonati, ci sono vino, spumante, panettone e torrone, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, pasta da grani antichi, legumi, miele e formaggi tipici.  

Ordinare i cesti di Natale degli agricoltori sul portale Cia è assolutamente semplice. Bastano pochi secondi per individuare la regione d’interesse e, quindi, visualizzare quali tra le aziende più vicine offrono questo servizio e procedere all’ordine. Saranno gli stessi produttori a consegnare il pacco regalo a domicilio, nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Covid.

“E’ un periodo difficile per tutti -afferma il presidente di Cia, Dino Scanavino- ma a Natale si può essere un esempio di solidarietà acquistando regali utili da piccole imprese e aziende agricole locali. Basta davvero poco per dare un sostegno e premiare al contempo la qualità, la tipicità e la salubrità dei prodotti degli agricoltori italiani, che non si sono mai fermati”.

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1 In Evidenza - 15 dic 2020

Presentato l’opuscolo informativo "Coronavirus SARS-CoV-2: Contributo alla comprensione della pandemia COVID-19"

Nasce da un’idea dell’Associazione Nazionale Pensionati l’opuscolo "Coronavirus SARS-CoV-2: Contributo alla comprensione della pandemia COVID-19" realizzato con la collaborazione di Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo e la supervisione scientifica del dottor Arturo Di Girolamo, Infettivologo dell'Asl Lanciano-Vasto-Chieti e membro del GTS Regione Abruzzo. Un contributo che fornisce in modo chiaro e sintetico tutte le informazioni utili riguardo il virus: malattia, sintomi e principali modalità di trasmissione. Sono 30mila le copie già in stampa a cui hanno contribuito anche l’Istituto Acustico Maico e l’UnipolSai Assicurazioni - Agenzia Generale Unipescara.

“Il nostro obiettivo è da un lato dare un piccolo contributo alla miglior comprensione della pandemia da SARS-CoV-2, dall’altro dare un segnale di quanto siano importanti per noi le future generazioni”, afferma Dino Bruno, Presidente Associazione nazionale pensionati della Cia d'Abruzzo. 


“Al contrario dei microrganismi noi umani siamo dotati di un pensiero razionale che ci permette di comprendere progressivamente quali siano le strategie messe in atto da questo nemico invisibile, dandoci l'opportunità di difenderci e di combatterlo, con l'obiettivo di sconfiggerlo definitivamente”, dichiara Arturo Di Girolamo, Infettivologo della ASL2 Lanciano - Vasto - Chieti e membro del GTS Regione Abruzzo che ha voluto sottolineare l’importanza del vaccino come strumento di prevenzione della malattia, fondamentale per evitare complicazioni soprattutto nelle persone più vulnerabili.


“La pubblicazione di questo opuscolo vuole essere uno strumento per accrescere la responsabilità individuale, collettiva e politica del periodo difficile che stiamo vivendo. Una responsabilità che non può esserci senza una adeguata consapevolezza e quindi senza una adeguata conoscenza che con questo contributo abbiamo voluto fornire”, ha concluso Mauro Di Zio, Presidente Cia Abruzzo.


L’opuscolo sarà consegnato ai tesserati Cia e sarà presente negli studi medici. Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio Cia più vicino.


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1 In Evidenza - 15 dic 2020

Legge di Bilancio: Cia, più fondi per lo stoccaggio dei vini di qualità

Stanziare altri fondi per lo stoccaggio dei vini di qualità, attraverso la nuova legge di Bilancio, includendo non solo i vini sfusi ma anche quelli imbottigliati. Lo chiede Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando che in Parlamento ci sono già numerosi emendamenti in questa direzione presentati da quasi tutte le forze politiche.

La pandemia sta avendo effetti drammatici sul comparto, tra il forte calo delle vendite a fronte della chiusura, totale o parziale, della ristorazione sia in Italia che all’estero, e il conseguente freno delle esportazioni, con una riduzione stimata a fine 2020 del 4,6% pari a -300 milioni di euro.

Per questo, Cia ha accolto positivamente il decreto del Ministero delle Politiche agricole, con lo stanziamento di risorse dedicate allo stoccaggio dei vini Dop e Igp. Tuttavia, la dotazione finanziaria di 9,5 milioni di euro non si è rivelata sufficiente a soddisfare le richieste da parte dei produttori. Ecco perché, in vista dell’approvazione della legge di Bilancio, Cia ha proposto che il fondo sia incrementato e che riguardi non solo i vini sfusi, ma anche quelli imbottigliati.

“Abbiamo appreso con favore la presentazione di emendamenti da parte di quasi tutti i gruppi politici delle proposte avanzate da Cia -ribadisce il presidente nazionale Dino Scanavino-. Confidiamo ora nella sensibilità del Governo affinché ci sia un accoglimento definitivo”.

D’altro canto, il comparto del vino di qualità, che rappresenta una delle punte di diamante della produzione e dell’export Made in Italy, con un crescente peso sulla bilancia commerciale, è tra quelli più a rischio. È necessario, dunque, mettere in campo misure di sostegno capaci di andare incontro alle tante aziende che, in questo momento, lavorano a basso regime, nonostante la vendemmia di altissima qualità.

 

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