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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 16 set 2020

Export: accordo Cia e Alibaba.com, cibo Made in Italy alla conquista dell’e-commerce globale

Promuovere l’export del Made in Italy agroalimentare, aprendo nuovi canali commerciali online per le aziende associate e favorendo incontri sul web con i buyers di tutto il mondo. Questo l’obiettivo dell’accordo siglato oggi a Roma, nella Sala Stampa Estera, da Cia-Agricoltori Italiani e Alibaba.com, la più grande piattaforma di e-commerce B2B (business-to-business) a livello internazionale e parte del Gruppo Alibaba.

Con la firma dell’intesa, che avrà durata di un anno, Cia e Alibaba.com si impegnano a collaborare -anche attraverso Adiacent, unico global service partner certificato da Alibaba.com per l’erogazione di servizi a valore aggiunto nella Comunità Europea- per sostenere, promuovere e valorizzare aziende locali e prodotti agroalimentari di qualità tramite il portale web internazionale, collegando acquirenti e fornitori, produttori e grossisti, per condurre affari in modalità virtuale.

“E’ un accordo che rinnova l’impegno dell’organizzazione -ha detto Dino Scanavino, Presidente nazionale di Cia- a supporto dell’internazionalizzazione delle aziende agricole e agroalimentari nazionali. Si può vincere la sfida dell’export agevolando l’accesso delle nostre imprese sui mercati stranieri, facilitando non solo il rapporto diretto tra aziende e consumatori, ma anche tra aziende stesse, offrendo nuove e importanti occasioni di sviluppo attraverso il commercio elettronico”.

“La collaborazione siglata con Cia ci rende molto orgogliosi e si inserisce pienamente nel progetto a lungo termine di Alibaba.com per supportare le aziende italiane del settore agroalimentare, in particolare le realtà più piccole, nel loro percorso di digitalizzazione e internazionalizzazione”, ha dichiarato Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director di Alibaba per il Sud Europa, che ha aggiunto: “Alibaba.com conta 20 milioni di buyer in tutto il mondo: la categoria più ricercata è proprio il food, e ciò significa che i prodotti italiani hanno enormi possibilità di farsi conoscere. Alibaba.com, la più grande fiera online al mondo, e Cia, hanno unito le forze per permettere al meglio della nostra produzione agroalimentare di essere apprezzata a livello globale”.

D’altra parte, i dati parlano chiaro. Oggi l’e-commerce B2B (vale a dire lo scambio commerciale di prodotti o servizi tra aziende) è 11 volte più grande del B2C (business-to-consumer, ovvero rivolto dall’azienda al consumatore finale). Attualmente, l’export online italiano B2C vale 11,8 miliardi di euro, mentre l’export online tricolore B2B arriva a fatturare ben 132 miliardi. In questo contesto, Alibaba.com rappresenta la maggiore piattaforma di e-commerce B2B del mondo, con 150 milioni di utenti registrati, 190 tra Paesi e Regioni coinvolte, oltre 300.000 richieste al giorno per 40 settori merceologici. Con un occhio di riguardo proprio al “food&beverage”, che rappresenta la prima voce tra le “top 10 industries” della piattaforma online, con il 12% dei click sul vino e il 7% sulla pasta. 

Tra i punti dell’accordo tra Cia e Alibaba.com, anche tanti servizi a supporto delle aziende sul marketplace: creazione di materiale pubblicitario e informativo; commercializzazione di prodotti e fornitori sulla vetrina “Padiglione Italia” del portale; partecipazione a eventi e attività come roadshow, convegni, promozioni online tramite canali social o media; consulenza di marketing e comunicazione.

“Siamo orgogliosi di prendere parte a questa iniziativa -ha continuato Paola Castellacci, CEO di Adiacent- perché da un lato conferma e rafforza la nostra partnership con Alibaba.com, collaborazione che è stata avviata dal nostro gruppo già dal 2018 e ci ha portati, come Var Group, ad essere premiati come ’Outstanding channel partner of the year 2019’. Dall’altro lato perché siamo convinti che, con 45 anni di esperienza, oltre 2.500 collaboratori e 23 sedi in tutta Italia, il nostro gruppo possa sostenere la digitalizzazione delle imprese del Made in Italy e aiutare le aziende associate Cia a beneficiare al meglio delle opportunità offerte dal più grande marketplace B2B online al mondo”.

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1 In Evidenza - 16 set 2020

Biologico: Cia, nuove norme su fosfiti troppo restrittive rispetto a resto Ue

Dopo anni di discussioni, i limiti delle contaminazioni accidentali da fosfiti nelle produzioni biologiche sono stati aggiornati, ma le nuove norme non prendono come riferimento gli standard europei, molto meno restrittivi. Questa secondo Cia-Agricoltori Italiani la maggiore criticità del Decreto Ministeriale appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che avrà serie ripercussioni su tutta la filiera biologica, mettendo a rischio di decertificazione tanti onesti produttori.

Il nuovo testo stabilisce, infatti, il limite inferiore di residuo di acido fosforoso pari a 0,05 mg/kg, al di sopra del quale un prodotto non può essere certificato come biologico, mentre da rilievi fatti in numerose imprese e cooperative produttrici di ortofrutta e vino, sarebbe stato auspicabile adeguare il limite ai 2mg/kg, come avviene nel resto d’Europa.

L’inadeguatezza dei nuovi limiti viene confermata dalla deroga al suddetto Decreto Ministeriale, che è presente nel Dl Semplificazioni e riguarda i soli residui fosfitici nelle coltivazioni del nocciolo e della frutta secca nelle aree vulcaniche. Tutto ciò non giova alla chiarezza di un quadro normativo che non tutela le imprese agricole bio, a rischio declassamento per prodotti involontariamente contaminati.

In particolare, Cia non concorda con la decisione di prendere il solo acido fosforoso come indicatore dell’utilizzo di sostanze non ammesse e ricorda come le fonti “nascoste” di residuali di questo acido siano fertilizzanti e prodotti fitosanitari autorizzati nell’agricoltura biologica. Altre fonti sono i residui di trattamenti fatti anni prima della conversione in biologico, oppure sono legate a processi metabolici spontanei della coltura.

 Secondo Cia occorre, dunque, gestire con la massima attenzione un problema che rischia di frenare lo sviluppo di un comparto che vede una continua crescita di vino e ortofrutta biologica per la forte domanda dei consumatori. L’obiettivo politico deve essere il finanziamento di un progetto scientifico che definisca una metodica analitica in grado di distinguere l’acido fosforoso da fitofarmaci non ammessi nel biologico e sia, allo stesso, tempo in grado di definirne i tempi di degradazione, poiché tali contaminazioni perdurano anche diversi anni dopo l’applicazione nelle colture arboree.

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1 In Evidenza - 09 set 2020

Ortofrutta: Cia, settore sostenibile pronto a Green Deal. Bio (28%), tech (14%) e “water saving” (71%)

Innovativo, dinamico e pioniere della sostenibilità ambientale: il settore ortofrutticolo italiano è pronto alla grande sfida della transizione verde europea. A dirlo, dati alla mano, è Cia-Agricoltori Italiani che, nella giornata inaugurale di Macfrut Digital 2020, ha messo a fuoco con il webinar “L'ortofrutta italiana sulla strada del Green Deal: Pac, innovazione e chimica verde", i punti di forza del comparto e stilato le priorità per la svolta sostenibile.

L’ortofrutta non rappresenta solo un pilastro dell’agricoltura Made in Italy, crescendo anche durante il lockdown con un balzo del 20% per la frutta e del 13% della verdura, ma traina l’intero sistema agroalimentare del Paese pure in fatto di propensione al cambiamento, forte delle 300 mila aziende del comparto che fatturano quasi 13 miliardi di euro e investono da tempo per essere all’avanguardia dal punto di vista economico e ambientale.

 Oggi, infatti, il 28% delle imprese ortofrutticole nazionali fa biologico e il 36% si dedica alla produzione integrata. Sono aziende tecnologiche -come ha spiegato Nomisma nel corso del webinar Cia- che utilizzano software di gestione (il 14%), centraline meteo (8%), macchine con guida assistita, semi-automatica e Gps integrato (7%), applicazione a dosaggio variabile e sensori della pianta e del suolo (4%). Inoltre, il 71% delle aziende dell’ortofrutta ricorre a impianti per il risparmio idrico e il 33% produce energie rinnovabili, in prevalenza fotovoltaico, in minor parte caldaie e biomasse.

Si tratta di numeri che confermano quanto gli agricoltori del settore siano sensibili a temi quali innovazione e sostenibilità, centrali nel Green Deal dell’Europa. Con le strategie Farm to Fork e Biodiversity, saranno cruciali obiettivi cardine quali la riduzione dell’uso di agrofarmaci, l’incremento della produzione bio e la salvaguardia della biodiversità.

 Per Cia, quindi, il settore è pronto alla sfida della transizione verde, ma a determinate condizioni. Le istituzioni europee e nazionali dovranno, infatti, tenere conto di una serie di priorità: garantire agli agricoltori strumenti ad hoc per continuare a produrre e fare reddito; aumentare la resistenza alle crisi di mercato; far fronte ai crescenti rischi fitosanitari con minor disponibilità di sostanze attive; soddisfare i bisogni dei consumatori, sempre più interessati -come emerso al webinar- a prodotti ortofrutticoli 100% Made in Italy (60%), da filiera controllata e legati al territorio (45%), bio (34%), salutistico (32%)  e in confezioni ecosostenibili (30%).

“L’innovazione scientifica e tecnologica -ha detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- sarà essenziale per poter contare su soluzioni alternative, come quelle offerte dalla chimica verde”, che risponde all’esigenza di ridurre l’impatto ambientale e prospetta opportunità economiche interessanti per le imprese agricole e i territori in un momento in cui nuove strategie di sviluppo sono essenziali per far fronte alla crisi. Sul tema però “servirà -ha aggiunto- un lavoro organico e a tutti i livelli, su aspetti normativi e procedurali, nell’ambito della conoscenza, della ricerca e della sperimentazione nei campi, ma anche degli investimenti”.

Quanto alla Pac, ha ribadito Scanavino, “potrà essere di supporto concreto al Green Deal se saprà essere moderna e semplificata, continuando a perseguire altri obiettivi di sostenibilità come un adeguato reddito ai produttori, aree rurali rivitalizzate e sempre maggiore protagonismo degli agricoltori, anche tramite il sistema delle Op e delle organizzazioni interprofessionali che nell’ortofrutta sono una realtà consolidata. Infine, per essere competitivi sui mercati internazionali, va costruita una politica commerciale a tutela del settore, il cui export solo in Italia vale 8,4 miliardi”.  

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1 In Evidenza - 09 set 2020

Fauna selvatica: Cia, è ancora emergenza. Serve subito nuova legge

Non si placa l’emergenza fauna selvatica, acuita dai mesi di lockdown con lo stop alle attività di controllo e gestione soprattutto dei cinghiali. La conseguenza è l’ulteriore crescita dei danni all’agricoltura, con perdite ormai milionarie, ma anche l’aumento degli incidenti stradali e dei rischi sulla sicurezza pubblica, nelle aree rurali e in città, come raccontano i fatti di cronaca. Per questo Cia-Agricoltori Italiani torna a chiedere al Governo interventi sulla questione, evidenziando l’assenza nel Dl Semplificazioni, ora in approvazione al Senato, della proposta normativa in materia annunciata a fine luglio.

            Si tratta di un’occasione mancata -spiega Cia- per riformare una legislazione ormai obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico sia su quello ambientale, che non tutela più gli agricoltori e i cittadini che subiscono attacchi sempre più frequenti.

            Cia, già da tempo, attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo”, ha lanciato la sua proposta di modifica alla legge 157/92 sulla fauna selvatica, costruita dopo il sostanziale flop delle misure tampone adottate negli ultimi anni con il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900 mila capi in Italia nel 2010 ai quasi 2 milioni di oggi (+111%).

            Per invertire la rotta e fronteggiare seriamente il problema, la riforma lanciata da Cia conta alcuni punti chiave: sostituire il concetto di “protezione” con quello di “corretta gestione”, parlando finalmente di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori; non delegare all’attività venatoria le azioni di controllo della fauna selvatica, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario; rafforzare l’autotutela degli agricoltori e garantire il risarcimento integrale dei danni subiti.

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2 In Evidenza - 02 set 2020

Poca acqua nella diga di Chiauci, preoccupazione per l’agricoltura. Cia Chieti-Pescara: “Cattiva gestione del Consorzio

Preoccupazione per la scarsità d’acqua nelle zone servite dalla diga di Chiauci. In assenza di pioggia la situazione si presenta come particolarmente critica e a risentire della mancanza d’acqua sono soprattutto le campagne, dove le colture invernali sono nelle prime fasi di crescita. L’allarme arriva da Cia Chieti-Pescara che sottolinea la cattiva gestione del Consorzio di Bonifica Sud evidenziando come sia necessario un approfondito e ragionato approccio sulla gestione della risorsa idrica. “L’arrivo della pioggia è vitale per l’agricoltura”, afferma il presidente provinciale Nicola Sichetti, “Il consorzio avrebbe dovuto fare una previsione più oculata e chiedere al Ministero l’ampliamento fino a 7 milioni di metri cubi rispetto ai 4 a disposizione. La presenza di stagioni siccitose non deve più essere considerata un evento eccezionale mettendo a rischio la produzione agricola”, continua Sichetti, “Il rischio poteva essere evitato, non è stato adottato un piano di turnazione dell’erogazione idrica nè chiesto di raddoppiare la capienza dell’invaso nonostante gli investimenti finanziati dal masterplan Abruzzo”. E’ stato, infatti, portato a termine e collaudato il revamping delle paratoie dello scarico di fondo della diga e conclusi gli interventi sull’ammasso roccioso e sulla strada circumlacuale. “I cinque pozzi a disposizione del consorzio saranno sufficienti a sopperire l’emergenza idrica?”, chiede il presidente Sichetti, “Le colture frutticole hanno bisogno di acqua costante ed è difficile, in queste condizioni, programmare l’irrigazione delle colture invernali. Il tempo stringe, siamo in attesa di decisioni ed input per la distribuzione dell’acqua a fini irrigui per il prossimo mese di settembre. Quello che ci anima è dare certezze alle imprese agricole”.


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2 In Evidenza - 31 lug 2020

Bando contributi per partecipazione a eventi e fiere - Camera di Commercio di Chieti-Pescara

La Camera di Commercio Chieti Pescara intende favorire la partecipazione a fiere o manifestazioni promozionali organizzate nelle province di Chieti e Pescara e, nello specifico, presso gli spazi espositivi e padiglioni dell’Ente camerale ubicati al Marina di Pescara ed a Chieti Scalo, nonchè presso gli spazi espositivi di Lanciano Fiera, che promuovono le eccellenze del territorio e/o settori tipici dell’economia regionale. 

vai al Link https://www.chpe.camcom.it/pagina392_bando-contributi-per-partecipazione-a-fiere-e-manifestazioni.html

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