News in evidenza

1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

Visualizza Allegato

2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

Visualizza Allegato

1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

Visualizza Allegato
News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 17 lug 2024

Crisi idrica, agricoltura a rischio nelle province di Chieti e Pescara

È crisi idrica nelle province di Chieti e Pescara: la mancanza di acqua sta mettendo a rischio il settore agricolo e l'economia locale. Cia Chieti-Pescara lancia l'allarme e chiede misure urgenti per fronteggiare l'emergenza.

Nei primi sei mesi del 2024, le precipitazioni sono state inferiori del 40% rispetto alla media degli ultimi dieci anni, mentre le temperature medie sono aumentate di circa 2°C. Questa combinazione ha portato i bacini e i fiumi locali a registrare una riduzione del livello dell'acqua del 35%, lasciando alcune zone, come Penne, completamente senz’acqua da giorni.

"La situazione è drammatica", afferma Domenico Bomba, Presidente Cia provinciale, "La produzione agricola è in forte calo: i cereali hanno subito una riduzione del 30%, gli ortaggi del 25%, la frutta del 20% e la viticoltura del 15%. I danni stimati per il 2024 ammontano a circa 150 milioni di euro, comprendendo anche i costi per l'irrigazione di emergenza e l'acquisto di mangimi alternativi per il bestiame. I consorzi di bonifica stanno facendo del loro meglio per distribuire l'acqua disponibile, ma non è sufficiente. È necessaria una gestione più equa ed efficiente delle risorse idriche, con controlli e chiusure programmate per evitare sprechi”.

Diverse le misure proposte da Cia per affrontare la crisi:

  1. Supporto Finanziario Immediato: Sostegno urgente per gli agricoltori colpiti, per coprire le perdite e i costi aggiuntivi.


  1. Ottimizzazione dell'Uso delle Risorse Idriche: Implementazione di tecniche avanzate di irrigazione e gestione dell'acqua.

  2. Investimenti in Infrastrutture Idriche: Costruzione di nuovi invasi e bacini per aumentare la capacità di stoccaggio.

  3. Ricerca e Innovazione: Sviluppo di colture più resistenti alla siccità e tecnologie agricole innovative.

  4. Collaborazione Istituzionale: Stretta collaborazione tra istituzioni locali, regionali e nazionali per implementare piani di gestione dell'acqua.

Anche Nicola Sichetti, Presidente Cia Abruzzo, esprime la sua preoccupazione e sostiene l'importanza di interventi tempestivi, "L'intera regione è colpita da questa crisi idrica e gli agricoltori stanno affrontando difficoltà senza precedenti. È essenziale che le istituzioni rispondano con urgenza alle nostre richieste di supporto finanziario e di investimenti in infrastrutture idriche. La nostra agricoltura non può aspettare, e il tempo per agire è adesso."

“A essere più a rischio sono le zone di Penne e Loreto. Sabato scorso, il consorzio di bonifica Centro ha approvato una delibera per ridurre del 17% l'erogazione dell’acqua nella zona legata alla diga di Penne, a causa di lavori che hanno costretto alla sospensione temporanea dell’erogazione, tuttavia, l'acqua continua a scarseggiare. A Sud, ci sono carenze idriche soprattutto sul Sangro dove stanno già programmando chiusure giornaliere per gestire meglio la situazione, mentre nel Vastese, grazie a Chiauci, la situazione dovrebbe stabilizzarsi fino a metà settembre”, conclude Bomba, "Questa crisi richiede un'azione decisa e concertata da parte di tutti gli attori coinvolti”.


Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 11 lug 2024

L'Olio Extravergine d'Oliva abruzzese ottiene il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP), soddisfazione

L'olio extravergine d'oliva abruzzese si appresta a ricevere un prestigioso riconoscimento: l'Indicazione Geografica Protetta (IGP). La proposta per l'istituzione di questo marchio è stata fortemente voluta dalla Cia Agricoltori Italiani-Abruzzo e ha ricevuto un parere favorevole dalla Regione Abruzzo. Questo passo significativo mira a valorizzare i produttori locali e a incrementare il reddito derivante dalla produzione di olio in Abruzzo.

Con la Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul Bura Abruzzo ordinario N. 26 del 3 luglio 2024, la regione Abruzzo ha espresso parere favorevole all'istituzione dell'I.G.P. "Olio d’Abruzzo", rappresentando un passaggio cruciale per il riconoscimento definitivo da parte del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).

L'introduzione dell'I.G.P. "Olio d’Abruzzo" comporterà la redazione di un disciplinare di produzione che stabilirà i metodi di ottenimento, le cultivar ammesse, le modalità di raccolta, stoccaggio e oleificazione, le zone di produzione e le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche. Questi passaggi sono sinonimo di qualità per il consumatore finale, garantendo un prodotto di vera eccellenza.

"Siamo estremamente orgogliosi di questo importante traguardo”, commenta il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “L'ottenimento dell'IGP per il nostro olio extravergine d'oliva rappresenta un riconoscimento significativo per le aziende abruzzesi. Questo marchio non solo valorizzerà le produzioni locali, ma consentirà anche ai nostri olivicoltori di ottenere un reddito più significativo. Inoltre, la tutela degli uliveti, che rappresentano una parte fondamentale del nostro paesaggio, avrà ricadute positive anche dal punto di vista turistico”.


Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 10 lug 2024

Dl agricoltura: Cia, pesa mancata deroga obbligo assicurativo per trattori non impiegati su strada

Contrarietà da parte di Cia-Agricoltori Italiani per lo stralcio nel Dl Agricoltura dell’emendamento sulla proroga dell’entrata in vigore dell'obbligo assicurativo per i veicoli agricoli non circolanti su strada. Per Cia, la proroga dal 30 giugno almeno a fine 2024 avrebbe permesso una valutazione più attenta del recepimento della Direttiva Ue 2021/2118 in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli. Malgrado l’attuale decisione, Cia continuerà a sollecitare le istituzioni per definire nuovi e più coerenti parametri per la definizione degli obblighi assicurativi, che riguardano circa 3 milioni di veicoli. L’obbligo assicurativo su mezzi perlopiù destinati ad impieghi statici ed esclusivamente nel perimetro aziendale, potrebbe -secondo Cia- produrre effetti negativi sul conto economico aziendale di molte piccole e medie aziende italiane. Cia auspica che vengano individuate soluzioni assicurative che privilegino la copertura del rischio aziendale, e non soltanto del singolo bene, per fare in modo che gli agricoltori, già obbligati alla copertura assicurativa RCT per i mezzi che transitano su strada, possano estenderla anche ai mezzi agricoli che limitano il loro impiego nell’ambito del fondo aziendale, senza eccessivo aggravio di costi. 

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 09 lug 2024

Biologico: Anabio-Cia, intervenire su fisco e burocrazia per rilanciare settore


Procedure di certificazione più snelle, campagne informative e di comunicazione per incentivare i consumi, meno burocrazia nella fase di conversione al biologico e in quella di mantenimento, sgravi fiscali per i produttori del bio, uniformità in Europa riguardo a produzione, commercializzazione e controlli nel comparto e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione per il settore. Sono questi i sei pilastri su cui costruire il futuro dell’agricoltura biologica oggetto del memorandum messo a punto da Anabio, l’associazione di Cia-Agricoltori Italiani per la promozione del settore, che oggi è tornata a parlarne in Assemblea nazionale, a Roma, ribadendo le priorità per rilanciare le produzioni bio nazionali.

In Italia, infatti, il settore continua a crescere in termini di superfici e operatori del bio: sono 2,4 milioni gli ettari coltivati (+ 7,5%) con un’incidenza media sulla Sau totale prossima al 19% (quasi un campo su cinque) e ben oltre quota 92 mila gli addetti, 83 mila le aziende, quasi il 10% in più rispetto a quattro anni fa. Eppure, il peso del bio nella Gdo è fermo al 3% per un giro d’affari sui 2,1 miliardi di euro.

“Dobbiamo fare di più e tutelare il podio europeo del biologico Made in Italy anche sul fronte dei consumi -ha detto il presidente nazionale di Anabio-Cia, Giuseppe De Noia-. La crescita del mercato interno deve superare e consolidare la doppia cifra (+9% nel 2023). Per questo bisogna accelerare con il Piano d’azione nazionale per il bio e fare la differenza, soprattutto con iniziative concrete e mirate che diffondano in modo più organico e capillare, corrette informazioni sul valore delle produzioni biologiche”.

Il tema della contrazione dei consumi è, dunque, per Anabio-Cia il nodo al pettine del settore, rischio e opportunità da affrontare subito attraverso strumenti che agevolino l’aggregazione della domanda, anche tramite i contratti di rete, i distretti bio, le intese di filiera e le Organizzazioni interprofessionali.

Da parte di Anabio-Cia massimo impegno a collaborare per portare a casa questi obiettivi. Esemplare la campagna attivata con IBMA Italia, ormai quasi cinque anni fa, per la diffusione del biocontrollo e la difesa fitosanitaria delle colture. Promozione della conoscenza scientifica, sperimentazione e divulgazione sono fondamentali per un nuovo protagonismo delle imprese vocate al bio, così come altrettanto strategico è il progetto avviato da Anabio-Cia, e finanziato dal Masaf, sul connubio tra tradizione e innovazione nel settore, che ha già portato seminari formativi in 10 regioni d’Italia coinvolgendo più di 70 operatori biologici. Punta a raggiungere le 100 unità entro l’anno, implementando servizi di consulenza e aggiornamento tecnico specialistico. La promozione, il tassello chiave che fa spazio all’eccellenza delle produzioni bio nelle più importanti partecipazioni fieristiche di Cia, dal Vinitaly al Macfrut.

“Per il biologico è ancora più evidente la rilevanza di un patto produttori-consumatori e il ruolo delle istituzioni nell’agevolare un comparto che è espressione distintiva di sostenibilità -ha concluso il presidente De Noia. Va creato un canale di tutela per l’agricoltura bio, che sostenga il reddito delle imprese agricole del comparto, anche segnate dai cambiamenti climatici, e favorisca gli acquisti, anteponendo la qualità alla variabile prezzo”. 

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 05 lug 2024

Acqua: Cia, contro crisi climatica serve piano invasi con cabina di regia unica

Sul tema acqua “bisogna passare dalle parole ai fatti. Abbiamo un’Italia divisa in due meteorologicamente e una crisi climatica in corso, che sta mettendo in grave difficoltà le aziende agricole. È tempo di mettere in campo sia politiche che risorse per affrontare in particolare siccità e alluvioni”. Parola del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenuto oggi all’Assemblea dell’Anbi.

“Occorre una visione, una pianificazione e, soprattutto, una cabina di regia unica che sia in grado di programmare -ha spiegato Fini-. Programmare nuove infrastrutture, invasi piccoli e grandi, riutilizzo delle acque reflue. Dobbiamo mettere in campo una strategia comune e integrata per salvaguardare un bene preziosissimo come l’acqua. Tutelando al contempo agricoltura e territorio”.

“Lo squilibrio climatico, troppa acqua o assenza idrica, ha generato zone fragili che oggi sono a rischio spopolamento -ha continuato il presidente di Cia-. Dobbiamo evitare in tutti i modi l’abbandono dei territori, tenere gli agricoltori nelle aree rurali e interne significa tutelarle e prevenire il dissesto idrogeologico”.

Per questo “non c’è più tempo da perdere -ha concluso Fini-. Serve procedere spediti con la programmazione, mettendo al centro di ogni azione il ruolo fondamentale dei consorzi di bonifica, indispensabili per la sicurezza del territorio”.     

Visualizza Allegato





1 In Evidenza - 05 lug 2024

Dl agricoltura: Cia, accolte da Governo nostre richieste

"Accogliamo positivamente le misure del Dl Agricoltura, che rappresentano un segnale di grande attenzione del Governo al settore agricolo, con risposte a quasi tutte le emergenze sollecitate dalla nostra Confederazione: dalla moratoria sui mutui, agli aiuti alle filiere in sofferenza fino al rafforzamento delle pratiche sleali”. Così oggi il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sul decreto Agricoltura dopo il voto odierno al Senato. “Questo decreto risponde con efficacia alle esigenze dell'agricoltura italiana -aggiunge Fini- a partire dal sostegno al credito delle aziende con la moratoria dei mutui, all’intervento sul carburante agricolo agevolato, oltre alle misure per coprire danni alle coltivazioni e agli allevamenti, le norme sugli impianti fotovoltaici e gli interventi per la lotta al caporalato”.

Fra i molti interventi previsti, Cia reputa importante il sostegno alle nostre imprese colpite da fenomeni idrogeologici, con i 15 milioni previsti in favore delle aziende danneggiate dalla siccità persistente in Sicilia e i fondi per ristorare gli agricoltori di Romagna, Marche e Toscana, dopo la straordinaria alluvione del 2023.  Cia ringrazia il Governo anche per la fondamentale proroga di un anno per la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), strumenti indispensabili all’ottenimento di produzioni vegetali in grado di garantire produttività, resilienza e sostenibilità ambientale.

Soddisfazione anche per gli stanziamenti previsti in favore dei viticoltori: 50 milioni per i produttori del centro-sud afflitti dalla peronospera e altri 2 milioni per quelli danneggiati dalla flavescenza. Cia apprezza anche l’attenzione dell’Esecutivo a contrasto della xylella (30 milioni di euro destinati ai reimpianti e alle riconversioni) e del granchio blu, nonché lo stanziamento di 4 milioni per i coltivatori di kiwi colpiti dal fenomeno della moria. Bene per Cia la spinta annunciata sugli abbattimenti dei cinghiali, anche con l’esercito, per far fronte alla PSA e l’entrata in funzione del Registro telematico per i cereali (Granaio Italia), strumento fondamentale per riportare trasparenza sui mercati. Cia reputa, inoltre, positivo il mantenimento della tassazione fiscale agevolata per agricoltori che realizzano piccoli impianti fotovoltaici destinati al solo uso aziendale, fondamentali per il contenimento dei costi di produzione e per fare fronte a eventuali emergenze climatiche. Resta l’amarezza per la mancata proroga al 31 dicembre dell’obbligo assicurativo per i trattori e le macchine agricole non circolanti su strada, che riguarda circa 3 milioni di veicoli.

In merito alle norme sul caporalato, Cia reputa positiva l’istituzione di una banca dati sui contratti di appalto in agricoltura, che permetterà alle nostre aziende agricole di agire con la massima tranquillità e nel rispetto delle norme previste.  Relativamente al potenziamento del personale ispettivo, Cia sia aspetta un coordinamento tra le varie amministrazioni che punti ad un efficientamento delle risorse. La nascita di un sistema informativo per la lotta al caporalato, con tutte le amministrazioni pubbliche presenti, sembra -invece- una duplicazione della rete del lavoro agricolo di qualità e quindi bisognerebbe capirne meglio il suo funzionamento e la finalità.

Visualizza Allegato