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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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1 In Evidenza - 10 dic 2025

La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco. Cia, premiati agricoltura e territori

La forza del Made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, commenta con soddisfazione l’ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.


“La cucina nazionale è un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -sottolinea Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all’estero”.


Per il presidente di Cia, il riconoscimento Unesco – frutto dell’impegno del governo e di un grande lavoro di squadra anche con le organizzazioni agricole – “rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Ue: Cia, accordo su Ngt svolta storica che agricoltori aspettavano da anni


“Finalmente, dopo mesi di laboriose trattative che hanno visto Cia-Agricoltori Italiani in prima fila, l’Ue ha raggiunto un accordo preliminare che permetterà di produrre piante utilizzando New Genomic Techniques (NGT) ovvero, Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Noi ne abbiamo sempre sostenuto con convinzione l’importanza strategica e continueremo a vigilare per consentire che questo strumento sia accessibile per tutti gli agricoltori”. Così, il presidente di Cia, Cristiano Fini, commenta la svolta storica che consentirà al mondo agricolo di affrontare le sfide della transizione green, contrastando con efficacia le malattie delle piante e i cambiamenti climatici.

Secondo Cia, con questo accordo l’Ue non è più fanalino di coda a livello internazionale e dimostra di voler tutelare il settore agroalimentare, investendo in tecnologia per renderlo più forte e competitivo e riducendo la dipendenza dai Paesi terzi.

“I critici delle Tea hanno parlato di ‘nuovi Ogm’ ma così non è -aggiunge Fini- perché il miglioramento genetico che si ottiene con queste tecniche esclude qualsiasi trasferimento di Dna tra organismi appartenenti a specie diverse. In questo modo possiamo rispondere alle esigenze e alle difficoltà che i nostri agricoltori fronteggiano ogni giorno. Nessun passo indietro, ora, per la prossima approvazione finale da parte della plenaria di Parlamento europeo e Consiglio”.

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1 In Evidenza - 05 dic 2025

Grano: Cia a Icqrf, prezzi borse merci sotto costi produzione. Serve monitoraggio contro pratiche sleali


Cia-Agricoltori Italiani auspica il pronto e deciso intervento dell’ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare eventuali pratiche commerciali sleali che penalizzino gli agricoltori e compromettano la trasparenza del mercato cerealicolo. L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha pubblicato il monitoraggio dei costi medi di produzione per la campagna 2025 del frumento duro e tenero. Dai dati emerge che le principali borse merci continuano a quotare il grano duro su livelli molto inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Ad esempio, nelle regioni del Sud, il costo medio di produzione per il grano duro è stato rilevato da ISMEA a 318 euro a tonnellata, mentre le quotazioni della borsa merci di Foggia oscillano tra 287 e 290 euro. Situazione analoga si riscontra a Bologna, dove il costo medio di produzione è di 302,9 euro a tonnellata, ma le quotazioni si attestano tra 276 e 281 euro. Questi dati confermano una situazione di marcata criticità per il settore cerealicolo nazionale, con il rischio concreto di disimpegno da parte degli agricoltori nella prossima campagna di semina.

Alla luce delle novità normative che hanno rafforzato la disciplina contro le pratiche commerciali sleali, si ritiene urgente intensificare il monitoraggio delle borse merci, verificando eventuali violazioni che danneggiano la redditività degli agricoltori e la trasparenza dei mercati.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 07 lug 2023

Calo delle imprese agricole in Abruzzo nel primo trimestre del 2023

Nel primo trimestre del 2023, l'Abruzzo ha registrato un preoccupante calo del numero di imprese attive nel territorio. I dati evidenziano un calo dello 0,36% con 337 aziende agricole in meno. Non sembra arrestarsi il trend che Cia Chieti-Pescara aveva già segnalato lo scorso febbraio riportando i dati del 2022, anch’esso chiuso in negativo con il -1,02% di aziende in agricoltura registrate, una diminuzione netta di 431 unità.


La differenza delle imprese agricole rappresenta una tendenza allarmante per il settore primario d’Abruzzo, regione che ha sempre avuto un ruolo di primo piano nell'agricoltura e nell'allevamento, contribuendo significativamente all'economia regionale.


Il presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, ha espresso profonda preoccupazione riguardo la situazione, "Il settore agricolo riveste un'importanza strategica per l'Abruzzo, sia dal punto di vista economico che ambientale. Il calo delle imprese agricole è un segnale allarmante che richiede una riflessione seria e un'azione immediata da parte delle istituzioni e degli attori del settore”, ha dichiarato in un commento. 


Ad essere più colpita è la provincia di Chieti che registra -157 aziende agricole solo nei primi tre mesi dell’anno.


Il presidente Bomba ha sottolineato l'importanza di supportare gli agricoltori abruzzesi e di creare le condizioni favorevoli per la crescita e la sostenibilità dell'agricoltura regionale, "Dobbiamo lavorare per creare un ambiente che promuova l'imprenditorialità agricola, investendo in infrastrutture, formazione e innovazione. Inoltre, dobbiamo favorire l'accesso al credito e semplificare le procedure burocratiche, al fine di incentivare la creazione di nuove imprese agricole e sostenere quelle esistenti”, ha affermato, “Solo attraverso un impegno collettivo possiamo invertire questa tendenza negativa e garantire la prosperità delle imprese agricole e dell'intera regione”.


A preoccupare sono anche le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime utilizzate in agricoltura, come i combustibili, i fertilizzanti ei mangimi, che possono influenzare i costi di produzione e, di conseguenza, i prezzi dei prodotti agricoli. “Gli sbalzi di mercato per i prezzi dei prodotti agricoli possono causare incertezza e rischi per gli agricoltori e possono influenzare la loro redditività e sostenibilità. Per affrontare questa sfida, sono necessarie strategie e politiche adeguate, come l'implementazione di strumenti di gestione del rischio, una cooperazione e un coordinamento più stretti tra gli attori del settore agricolo”, sostiene il Presidente provinciale della confederazione.


Importante lo sfruttamento dei fondi europei che non sempre vengono utilizzati appieno. “Complessità burocratica, mancanza di consapevolezza, risorse limitate devono lasciare il posto a semplificazioni per l’accesso ai bandi, sburocratizzazione delle procedure e stimolo alla competitività e all’innovazione favorendo così l’accesso ai finanziamenti. L'agricoltura è un settore chiave per l'occupazione e lo sviluppo delle aree rurali. Sfruttare appieno i fondi europei può aiutare le regioni a creare posti di lavoro nel settore agricolo e nelle attività correlate, favorendo l'attrazione di giovani imprenditori”, conclude Bomba.

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1 In Evidenza - 16 giu 2023

La peronospora colpisce i vigneti abruzzesi: Cia Abruzzo sollecita azioni da parte della Regione

La Cia Abruzzo ha espresso profonda preoccupazione per l'attacco diffuso di peronospora che sta colpendo i vigneti abruzzesi, soprattutto quelli in provincia di Chieti con una perdita di circa il 50 per cento in termini di produzione. Se ne è discusso nel corso dell’ultimo Tavolo Verde regionale dopo l’allarme lanciato dalle associazioni di categoria in seguito alle piogge prolungate del mese di maggio che ha favorito il proliferare della malattia e impedito i trattamenti dei vigneti. L’Abruzzo, rinomato per la sua produzione di vini di qualità, sta affrontando una sfida senza precedenti, mettendo a rischio l'economia e la sostenibilità degli agricoltori locali.


La peronospora, una malattia fungina che colpisce le piante di vite, può causare gravi danni alla produzione di uva, compromettendo la quantità del raccolto. Questo fenomeno ha creato una situazione di emergenza per il settore, che si trova ad affrontare una possibile identificazione delle rese e un impatto negativo sulle loro attività.


Per Cia è urgente adottare misure tempestive e adeguate per affrontare questa grave situazione. È necessaria una risposta immediata da parte delle autorità competenti per supportare gli agricoltori nella lotta contro la peronospora e mitigarne gli effetti sull'economia regionale.


Tra le richieste avanzate da Cia Abruzzo vi è l'istituzione di un fondo di sostegno per gli agricoltori colpiti dalla peronospora, al fine di fornire loro un aiuto economico per affrontare le spese di trattamenti fitosanitari e di ripristino dei vigneti danneggiati. 


“Il 2024 sarà un anno critico, l’attivazione di una linea di credito è fondamentale”, sostiene il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “Ovviamente questo sarebbe uno strumento in più, da aggiungere ad altre misure che si possono mettere in campo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale”. 

Lo stato di calamità viene richiesto da comuni, province o regioni e deve essere approvato dal ministero dell’Agricoltura. Riguarda infatti in modo specifico il settore agricolo, per far fronte ai danni causati, appunto, dalle calamità naturali, andando a garantire l’accesso a fondi di ricostruzione, rimborsi o agevolazioni fiscali.


Inoltre, con la delibera dello stato di calamità si attiva anche il fondo di solidarietà nazionale, che comporta la sospensione delle rate dei mutui e del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico delle imprese agricole danneggiate.


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1 In Evidenza - 02 giu 2023

Danni del maltempo in agricoltura, Cia chiede alla Regione l’attivazione di un finanziamento agevolato per le imprese

“In un momento in cui l'agricoltura è messa a dura prova dai crescenti danni causati dal maltempo, l'assenza di risposte concrete da parte della politica rappresenta un'omissione che non può essere ignorata. Gli agricoltori abruzzesi si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse e l'impatto dei cambiamenti climatici si fa sempre più evidente. È necessario un intervento immediato da parte delle autorità competenti per affrontare questa crisi”. Così il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti e il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba, in seguito all’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia e l’Abruzzo nelle scorse settimane, causando danni ingenti al comparto agricolo.

Le piogge torrenziali, alluvioni, siccità e grandinate distruttive, hanno avuto gravi conseguenze per i raccolti e l'intera filiera agroalimentare compromettendo la sostenibilità dell'agricoltura e mettendo a rischio le fonti di reddito delle aziende. A subire maggiormente le ripercussioni del maltempo sono stati i vigneti con tralci giovani completamente rotti, impossibilità di effettuare trattamenti contro la peronospora compromettendo l’intero raccolto annuale. Tra le segnalazioni ricevute anche quelle relative alle colture di orzo e semine con campi allagati in prossimità di fiumi e torrenti.


“Mancano programmi di sostegno adeguati, piani di prevenzione e gestione delle emergenze, nonché investimenti nelle infrastrutture rurali resistenti al clima”, sostiene Cia che come organizzazione di categoria si fa portavoce delle richieste degli agricoltori, “L'agricoltura rappresenta uno dei settori principali per l'economia regionale e non può essere abbandonata a se stessa di fronte a una situazione di emergenza. Chiediamo alle istituzioni politiche di prendere atto dell'urgenza della situazione e di agire tempestivamente per garantire la tutela degli agricoltori e della loro produzione”, continuano Sichetti e Bomba, “È necessario stanziare fondi adeguati per il ripristino delle aree colpite e per la promozione di pratiche agricole sostenibili e a tal proposito proponiamo che la Regione si faccia promotrice dell’attivazione di una linea di credito straordinario, rivolto esclusivamente alle aziende danneggiate dai recenti eventi calamitosi”. Il finanziamento, nel caso in cui la proposta sarà accettata, verrà calcolato sulla differenza totale tra la produzione conseguita nel 2022 e la  mancata produzione del 2023 e, sulla differenza del valore della produzione lorda vendibile non conseguita, attivare una linea di finanziamento in cui la Regione, attraverso la finanziaria regionale,  si fa carico della garanzia bancaria e degli interessi. Finanziamento che l’impresa agricola potrà  restituire in 36 mesi. 

“Questa azione consentirà immediatamente alle aziende danneggiate, di spalmare il mancato reddito  derivante dalla pesante riduzione della produzione 2023 in più anni e consentirà la ripartenza delle  attività in un clima di fiducia e serenità”, conclude Cia.

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1 Associazioni - 24 mag 2023

Festival Nazionale Agrichef ad Amatrice

Festival nazionale degli Agrichef ad Amatrice pressso il CFP Alberghiero. Iniziativa organizzata da Cia - Agricoltori Italiani e Associazione Turismo Verde nazionale.

Anche l'Abruzzo presente con gli Ndurciullune al ragu di ventricina del vastese preparati dall'Agrichef Antonio Di Lello Agriturismo Fattoria Dell' Uliveto di Scerni, il quale ha ben figurato.

Vince il contest l'Emilia Romagna con la Spoja lorda in brodo di ortiche e guanciale rivisitata, preparata dall'agrichef Massimo Bottura dell'Agriturismo Palazzo Manzoni.
 

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1 In Evidenza - 21 mag 2023

Emergenza Emilia-Romagna: diamo il nostro contributo

Carissimi soci,

 

il dramma che stanno affrontando gli agricoltori dell’Emilia-Romagna, a causa degli effetti devastanti del terribile ed eccezionale maltempo, sono purtroppo evidenti a tutti noi.

Una tragedia immane, che riporta ai durissimi giorni del terremoto che questa stessa terra ha vissuto nel 2012. Oggi, migliaia di cittadini, famiglie e imprese stanno lottando per far fronte a un’alluvione dalle proporzioni eccezionali e storiche, che ha spezzato vite umane, distrutto abitazioni, infrastrutture e aziende, compromettendo pesantemente la produzione agricola e zootecnica di un territorio tra i più vocati e rappresentativi a livello nazionale.   

Ora, non c’è tempo da perdere. Dobbiamo unire le forze e stringerci attorno all’Emilia-Romagna. Cia-Agricoltori Italiani, già in campo a supporto dei suoi agricoltori e allevatori attraverso gli uffici regionali e provinciali, impegnata nel dialogo costante con le istituzioni nazionali per dare risposte immediate, vuole fare ancora di più e dare un contributo concreto, grazie anche al vostro sostegno.

 

Per questo, è da ora attivo il conto corrente Cia-Agricoltori Italiani per l'Emergenza Emilia-Romagna sul quale vi invitiamo a fare una donazione.

 

Il Direttore Nazionale 

Maurizio Scaccia

 

 

Causale Cia-Agricoltori Italiani per l’Emilia-Romagna

IBAN IT72P0538703202000003845011

Puoi Donare anche con Carta di Credito CLICCANDO QUI

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2 In Evidenza - 17 mag 2023

Allarme della Cia: "Campi allagati e colture a rischio”

Conta i danni la Cia Chieti-Pescara che raccoglie le preoccupazioni degli agricoltori delle province per il maltempo di questi giorni che non accenna a diminuire. Piogge e temporali stanno infatti mettendo a rischio le colture di stagione. 

“La Cia di Chieti e Pescara - ha dichiarato il presidente Domenico Bomba - a fronte di precipitazioni del tutto eccezionali ritiene che si debbano mettere in atto misure e strumenti per un’agricoltura più resistente agli eventi estremi. Dopo che negli anni scorsi si era parlato di assenza di piogge, ora ci troviamo di fronte ad una assenza di estate. Il ciclo biologico delle piante risente di queste anomalie. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono questi e non serve solo parlarne ma bisogna agire”.

Le colture maggiormente colpite sono ortaggi di stagione, cereali, frutta e vigneti che risentono pesantemente gli effetti delle precipitazioni. Molto dipenderà dall’andamento climatico dei prossimi giorni, la raccolta delle patate attualmente è fermaa causa del ristagno d’acqua nei campi, mentre per la vite sonoplausibili mancanza di qualità e di prodotto, che potranno essere verificate nei prossimi mesi.

“A minacciare i vigneti, soprattutto i precoci, si aggiungono, inoltre, i possibili attacchi di peronospora- prosegue Bomba - il perdurare delle piogge eccessive favorisce il proliferare di malattie fungine e non permette di effettuare trattamenti per prevenirle. Il raccolto potrebbe essere tagliato del 30% con perdite economiche notevoli per uno dei maggiori comparti del territorio. Con i fondi del Pnrr chiediamo di potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico e fronteggiare gli effetti della crisi climatica in atto”.

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