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1 In Evidenza - 13 giu 2025

Estate 2025: agriturismi in Abruzzo, segnali contrastanti ma fiducia per la stagione estiva

In Abruzzo sono attualmente 568 gli agriturismi attivi, pari al 2,2% del totale nazionale. Un numero che colloca la regione al 16° posto in Italia (a pari merito con la Calabria), secondo gli ultimi dati ISTAT elaborati da Cresa – Centro Studi della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia.

Il quadro complessivo mostra segnali misti: da un lato una lieve crescita nel medio periodo (+2,3% dal 2019), dall’altro una flessione più marcata nel lungo periodo, con un calo di 68 strutture dal 2010 al 2023 (−10,7%), in controtendenza rispetto al +30,8% nazionale. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo negativo di −18 attività (−3,1%).

Il settore agrituristico continua a rappresentare una risorsa strategica per il nostro territorio”, commenta Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo. “Nonostante le difficoltà, il comparto conserva una forte capacità attrattiva, ma servono politiche mirate, accesso ai fondi europei e investimenti per innovare l’offerta e rispondere alla domanda contemporanea di turismo rurale, esperienziale e sostenibile. Il futuro del turismo rurale abruzzese passa dalle nuove generazioni”, continua Sichetti, “Se vogliamo davvero rilanciare il settore agrituristico, dobbiamo puntare su giovani imprenditori, innovazione e filiere corte legate al territorio”.

In Abruzzo il settore agrituristico si conferma una realtà dinamica, con caratteristiche distintive che lo rendono un modello interessante anche nel confronto con il resto del Paese. Una delle peculiarità più significative è la forte presenza femminile nella gestione delle strutture: il 46,6% degli agriturismi è infatti guidato da donne, una quota nettamente superiore rispetto alla media nazionale del 34,2%. Un dato che racconta di un imprenditorialità agricola al femminile sempre più solida e presente sul territorio.

Anche in termini di diffusione, la regione mostra una buona vitalità: la densità agrituristica per popolazione, pari a 4,5 strutture ogni 10.000 abitanti, risulta leggermente superiore a quella italiana. Le aziende si distribuiscono prevalentemente in collina (65%) e in montagna (35%), confermando la vocazione rurale dell’Abruzzo e la stretta relazione tra offerta turistica e paesaggio naturale.

Dal punto di vista dei servizi, l’82,9% degli agriturismi abruzzesi offre alloggio, il 70,4% ristorazione e oltre la metà (51,9%) propone attività complementari come sport, equitazione e fattorie didattiche. Anche qui la regione si colloca sopra le medie nazionali, evidenziando un’attenzione crescente verso la multifunzionalità e il turismo esperienziale.

Tuttavia, i dati del 2023 delineano anche alcune criticità. Lo scorso anno gli agriturismi abruzzesi hanno accolto 25.060 turisti, per un totale di 78.049 pernottamenti. Il soggiorno medio è salito da 2,9 a 3,1 notti, ma resta inferiore alla media italiana di 3,7 giorni. Ancora più preoccupante è la flessione rispetto al 2022: −11% di arrivi e −3% di presenze, mentre a livello nazionale si è registrata una crescita dell’11% e del 7% rispettivamente.

Il turismo internazionale continua a rappresentare una quota ridotta del mercato agrituristico abruzzese: solo il 19% degli arrivi e il 24% delle presenze proviene dall’estero, contro valori nazionali più che doppi (51% e 60%). Eppure, nel confronto con il 2019, si osservano segnali incoraggianti, con un aumento del 36% degli arrivi e del 23% delle presenze straniere.

“Nelle aree interne e montane l’agriturismo è molto più che turismo: è presidio sociale e presidio ambientale”, sottolinea Roberto Battaglia, presidente CIA L’Aquila-Teramo. “In territori come i nostri, spesso marginalizzati dai grandi flussi turistici, le aziende agrituristiche rappresentano una delle poche possibilità concrete di sviluppo locale. Non parliamo solo di ospitalità, ma di agricoltura viva, tutela del paesaggio, filiera corta, educazione ambientale”.

“Il turismo rurale è una grande risorsa per l’Abruzzo”, dichiara Domenico Bomba, presidente di CIA Chieti-Pescara “Gli agriturismi offrono esperienze autentiche e sostenibili, ma serve più attenzione da parte delle istituzioni: investimenti mirati, formazione e sostegno all’innovazione possono fare la differenza per rilanciare davvero il comparto”.

In Abruzzo le strutture restano mediamente più piccole (13 posti letto contro i 14 italiani; 35 posti a sedere contro 41) e meno diversificate nei servizi: meno del 20% propone degustazioni enogastronomiche, a fronte di una media nazionale del 25%.

“Dobbiamo puntare con decisione sull’innovazione dell’offerta”, afferma Domenica Trovarelli, presidente Turismo Verde Abruzzo. “Occorre rafforzare la multifunzionalità, allungare la durata media dei soggiorni, attrarre più turismo straniero. Gli agriturismi non sono solo strutture ricettive: sono veri e propri presìdi di territorio, strumenti fondamentali per contrastare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le produzioni tipiche e mantenere viva la cultura contadina. Investire su di loro”, conclude, “significa investire sul futuro dell’Abruzzo”.

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1 In Evidenza - 07 giu 2025

CIA Chieti-Pescara: “Trattori vecchi, costi alti e incentivi complicati: così si frena l’innovazione”

Trattori con oltre 20 anni, incentivi poco accessibili e costi in crescita: ecco cosa frena oggi
l’innovazione nelle campagne di Chieti e Pescara. È quanto emerge dal sondaggio “Acquistare
un trattore oggi: scelte, ostacoli e prospettive” realizzato da CIA Agricoltori Italiani Chieti-
Pescara, che ha raccolto opinioni, esperienze e aspettative di numerose aziende agricole locali.
“Il nostro territorio ha grande voglia di rinnovarsi”, commenta Domenico Bomba, Presidente di
CIA Chieti-Pescara, “Gli imprenditori agricoli non si tirano indietro, ma chiedono condizioni più
favorevoli per affrontare investimenti importanti come l’acquisto di un trattore”.
Secondo l’indagine, la maggior parte delle aziende agricole locali utilizza mezzi datati, spesso
impiegati ogni giorno e tutto l’anno. L’acquisto di un nuovo trattore avviene solo quando quello
in uso è ormai inutilizzabile. La sicurezza, purtroppo, non è ancora un fattore prioritario.
Eppure, l’apertura verso l’innovazione c’è: molti agricoltori sarebbero interessati a modelli
“smart”, più tecnologici e sostenibili, ma a condizione che siano accessibili grazie a incentivi
chiari e concreti.

Un dato significativo riguarda la scarsa diffusione delle agevolazioni: la maggior parte degli
agricoltori non ha mai usufruito di incentivi, e oltre il 70% afferma di non avere informazioni
sufficienti su come accedervi.

“Le imprese agricole sono interessate agli strumenti di sostegno, ma spesso si trovano di
fronte a procedure complesse o requisiti troppo rigidi”, spiega Bomba, “Semplificando
l’accesso, avremmo una risposta immediata e positiva”.

Molti agricoltori ricorrono a finanziamenti a rate o leasing agevolati, ma il costo resta un
ostacolo enorme: per un modello base, oggi servono anche 55.000 euro. Per questo cresce
l’interesse verso l’usato, nonostante oltre il 70% delle macchine di seconda mano superi i 15
anni di età.
Il calo della meccanizzazione è un fenomeno nazionale: nel 2024, il mercato dei trattori in Italia
ha toccato il minimo storico dal 1952, con 15.448 immatricolazioni e una flessione del 12,3%
rispetto al 2023. In controtendenza, il mercato dell’usato è cresciuto dell’8%, ma senza
contribuire realmente al rinnovamento del parco mezzi.

Tuttavia, circa il 70% di queste macchine ha più di 15 anni, segnalando un parco mezzi obsoleto
e meno efficiente, che rischia di frenare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
Il territorio di Chieti-Pescara non è esente da queste dinamiche: alcune imprese agricole hanno
cessato l’attività nel 2024, ma quelle che restano sono sempre più attente alle scelte
economiche e all’efficienza delle macchine.

“Questo sondaggio ci dice una cosa chiara”, conclude Bomba, “gli agricoltori non sono
fermi. Hanno le idee chiare, vogliono innovare, ma serve un contesto più favorevole. Il
rinnovamento della meccanizzazione può rappresentare un’opportunità concreta, se
supportato con strumenti chiari e alla portata delle imprese.”

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1 In Evidenza - 03 giu 2025

Il Servizio Civile Agricolo è realtà. C’è il Decreto, Cia in alto nella graduatoria

Pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ora manca solo la comunicazione delle tempistiche per candidature e selezione dei volontari

Il mondo agricolo ha il suo il Servizio Civile Universale ad hoc. Finalmente è stato pubblicato il Decreto (n. 569/2025) con le graduatorie di valutazione dei progetti dedicati, che sanciscono ufficialmente il varo di questa nuova opportunità, annunciata da tempo ma solo ora pronta a concretizzarsi. Cia-Agricoltori Italiani, insieme al suo patronato Inac, ente accreditato al Servizio Civile, è in alto nella graduatoria di selezione con due progetti, che potranno coinvolgere 57 ragazzi in tutt’Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Adesso manca solo la comunicazione delle tempistiche per le candidature dei volontari e, poi, si potrà procedere con le selezioni per requisiti.

Chiaramente, si attende con ansia l’ultimo centimetro dell’iter previsto, per consentire a tanti giovani di avvicinarsi e scoprire un settore pieno di potenzialità, sempre alla ricerca di nuove competenze, anche all’interno del mondo dei servizi e dell’assistenza verso le aziende agricole. I progetti avranno la durata di un anno e i volontari percepiranno un compenso forfettario di 519,47 euro al mese.

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1 In Evidenza - 29 mag 2025

Pesche e nettarine 2025: l’Abruzzo si distingue per qualità e volumi in crescita

La campagna 2025 delle pesche e nettarine si apre con segnali particolarmente positivi dall’Abruzzo, dove si registra un aumento della produzione rispetto allo scorso anno e si registra una maggiore capacità di selezionare il prodotto già in campo, prima dell’immissione sul mercato. Questo consente una gestione più efficiente dell’offerta e garantisce standard qualitativi elevati, in grado di soddisfare sia il mercato interno che quello internazionale.

Le principali aree vocate alla frutticoltura, come la valle del Trigno, stanno confermando l’ottima performance dell’annata: circa il 50% del prodotto viene esportato, con un forte interesse da parte di mercati come Svizzera, Austria e Germania. L’altra metà della produzione viene distribuita con successo sul mercato italiano, segno della solidità della filiera abruzzese e della qualità riconosciuta del prodotto regionale.

“Il comparto ortofrutticolo rappresenta un pilastro per l’agricoltura abruzzese, non solo in termini economici ma anche per l’occupazione e la valorizzazione del territorio”, dichiara Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara, “Quest’anno possiamo contare su una produzione abbondante e di qualità, che dimostra la capacità dei nostri produttori di affrontare le sfide climatiche e di mercato, mantenendo alto il livello dell’offerta. Serve ora un sostegno deciso per rafforzare l’export e la competitività delle nostre imprese.”

A livello nazionale, la stagione 2025 si preannuncia in linea con quella dello scorso anno, con una lieve flessione dei volumi nel Centro-Nord compensata dalla ripresa produttiva nel Sud. La produttività è attesa buona lungo tutto il calendario di raccolta, e finora non sono state segnalate criticità significative.

Grazie all’andamento climatico favorevole, l’offerta di quest’anno presenta un calibro mediamente superiore, un elemento che valorizza ulteriormente la qualità complessiva del prodotto. Le epoche di raccolta si mantengono regolari: in linea con il 2024 al Sud e con un lieve ritardo al Nord, a seconda delle zone. L’Abruzzo si conferma così protagonista di una stagione che, nel complesso, mostra segnali incoraggianti per tutto il comparto nazionale delle drupacee. L’ortofrutta resta uno dei settori chiave del Made in Italy agricolo, su cui continuare a investire in termini di innovazione, aggregazione e promozione internazionale.

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2 In Evidenza - 23 mag 2025

L’Abruzzo al quarto posto per agricoltura sostenibile e ridotte emissioni di gas serra

L’Abruzzo si distingue a livello nazionale per le sue eccellenti performance in ambito di agricoltura sostenibile e gestione delle emissioni. A confermarlo sono i dati diffusi dalla piattaforma Ciro (Climate Indicators for Italian Regions), realizzata da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA, che analizza in modo sistematico le performance climatiche delle regioni italiane.

Nel comparto agricolo, la nostra regione mostra risultati di assoluta eccellenza: con un utilizzo medio di fertilizzanti pari a soli 47 kg/ettaro, l’Abruzzo consuma meno della metà rispetto alla media nazionale, che supera i 100 kg/ha. Questo dato si affianca a un’elevata capacità di assorbimento naturale della CO₂, grazie al patrimonio forestale regionale, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni climalteranti.

Inoltre, è in crescita anche la quota di agricoltura biologica, aumentata di 2,5 punti percentuali in un solo anno, e la percentuale di energia da fonti rinnovabili, che copre il 23% dei consumi energetici regionali, superando la media nazionale del 19%.

“Questi risultati testimoniano l’impegno concreto degli agricoltori abruzzesi verso un modello produttivo più attento all’ambiente e alla qualità delle produzioni. Come CIA, siamo orgogliosi di rappresentare un territorio che sa guardare al futuro dell’agricoltura con responsabilità e innovazione”, dichiara il Presidente provinciale Domenico Bomba.


Il report evidenzia tuttavia anche aree critiche su cui intervenire: in particolare, la rete idrica regionale continua a registrare elevate perdite, rimanendo tra le peggiori in Italia. Nonostante ciò, il basso consumo di suolo (pari al 5% della superficie regionale) e la ridotta esposizione agli eventi estremi rappresentano ulteriori punti di forza dell’Abruzzo in ambito ambientale.

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1 In Evidenza - 21 mag 2025

Gaza: Cia, intollerabile affamare un popolo. Ora fermare Netanyahu

Subito dopo il 7 ottobre 2023, il mondo intero si è stretto al popolo israeliano, vittima di un vile attacco da parte della formazione terroristica Hamas. Era prevedibile e anche comprensibile una forte reazione di Israele per liberare gli ostaggi catturati e per difendere i propri cittadini da futuri attacchi. Ma, dopo quasi due anni, ci troviamo nella condizione in cui diventa impossibile distinguere tra la sacrosanta necessità di difesa di Israele e le palesi violazioni del diritto internazionale e dei basilari diritti umani perpetrati dal governo di Benjamin Netanyahu sulla popolazione civile di Gaza. È inaccettabile affamare un popolo, questo scempio va fermato subito. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al conflitto in atto.

Sia come cittadini che come organizzazione di agricoltori, profondamente impegnati nella tutela del diritto al cibo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla fame deliberata che oggi colpisce la popolazione civile della Striscia di Gaza -sottolinea Cia-. Milioni di persone, in gran parte bambini, donne e anziani, stanno affrontando una crisi alimentare senza precedenti. Il blocco quasi totale degli approvvigionamenti, il bombardamento delle infrastrutture agricole e la distruzione sistematica di campi, serre, mercati e impianti idrici hanno reso impossibile qualsiasi forma di autosufficienza o di accesso regolare al cibo.

           
Secondo le principali agenzie umanitarie, oggi a Gaza si sta sfiorando il livello più estremo dell’insicurezza alimentare acuta, con il rischio concreto di carestia. Questa non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di scelte politiche e militari scellerate da parte di Netanyahu, che stanno trasformando il cibo -un diritto fondamentale e inalienabile- in un’arma di pressione e punizione collettiva.

           
Come Cia, condanniamo fermamente ogni guerra e, in particolare, l’uso della fame come strumento di guerra. Il diritto al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 01 giu 2022

2 Giugno: Cia alla Festa della Repubblica in Ambasciata a Bruxelles

Bruxelles festeggia con l’Italia la Festa della Repubblica e Cia-Agricoltori Italiani sarà sponsor dell’iniziativa organizzata per la giornata di domani, 2 giugno, dall’Ambasciata d’Italia con i rappresentanti permanenti d’Italia presso l’Ue e d’Italia presso la Nato. 

“Insieme a difesa della pace” il tema ufficiale della ricorrenza nazionale che, dopo due anni di stop per la pandemia, torna ora con tutte le sue consuete celebrazioni. Immancabili, quindi, anche i festeggiamenti nel palazzo di Avenue Legrand dove l’appuntamento sarà anche momento di riflessione su quanto sta accadendo in Ucraina e sull’impegno dell’Europa per la fine del conflitto. 

Un’occasione speciale, dunque, anche per rendere omaggio al grande valore del cibo e al ruolo chiave di tanti produttori agricoli e zootecnici, su cui pesano le ripercussioni di una guerra che sta pericolosamente compromettendo la sicurezza alimentare globale. 

Dall’olio extra vergine di oliva Terre del Sole al vino Canavese Nebbiolo e Barbera, dal riso Lomello al pesto acquaponico, insieme a pecorino di Farindola, vino Langhe Roccia Doc biologico e ferratelle abruzzesi. Prelibatezze dell’orto, sott’olio e in salsa, formaggi e altrettante tipicità regionali rappresenteranno, a Bruxelles, l’Italia agricola che dal Piemonte alla Sardegna, passando per Lombardia, Marche, Abruzzo e Calabria, non si è mai fermata, nonostante il Covid e l’attuale crisi economica, pur di garantire cibo di qualità e per tutti.

 

 Le aziende che hanno aderito: Italia Olivicola, Azienda agricola “Le Masche”, Azienda agricola "Fratelli Piras”, Azienda agricola “Santa Maria dei cieli”, Cooperativa “La Formica”, "The Circle", Azienda agricola “Valletti Roberta”, "Fattoria Biò" e Mercato Contadino d’Abruzzo con l’Associazione La Spesa in Campagna-Cia Abruzzo.

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1 In Evidenza - 18 mag 2022

Decreto Aiuti: Anp-Cia, sostegno necessario a pensionati e famiglie a basso reddito

Il Decreto Aiuti del Governo contiene misure importanti: un aiuto alle famiglie a basso reddito colpite dall’inflazione e dal caro-bollette e, finalmente, un sostegno ai pensionati alle prese con il rincaro generalizzato dei costi. Così il presidente di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, Alessandro Del Carlo, commenta il provvedimento pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, che prevede un contributo una tantum di 200 euro da erogare in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi e dei pensionati con reddito fino a 35 mila euro annui lordi - calcolati al netto del reddito della casa di abitazione e delle prestazioni assistenziali - oltre alla proroga, anche per il terzo trimestre 2022, del bonus sociale per l’energia, ossia dello sconto previsto per i clienti domestici economicamente svantaggiati e i clienti domestici in gravi condizioni di salute.

Anp-Cia giudica positivamente anche la scelta del meccanismo per il reperimento delle risorse che, per la prima volta, viene finanziato con l’aumento del prelievo straordinario sulle aziende che producono e importano energia e che hanno realizzato extra-profitti grazie al rialzo eccezionale dei prezzi energetici.

Si tratta di un aiuto che, in qualche modo, cerca di riequilibrare il reddito disponibile dei pensionati, ridotto da mesi a causa della spirale inflazionistica che ha messo in seria difficoltà migliaia di anziani, soprattutto quelli con assegni al minimo. “Ce lo dicono i nostri associati, soprattutto gli ex agricoltori, le donne, o le persone che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua -sottolinea Del Carlo- e che oggi si ritrovano con assegni mensili parecchio al di sotto dei 780 euro previsti dalla pensione di cittadinanza”.

Ecco perché, secondo Anp-Cia, per fronteggiare le conseguenze di pandemia e crisi, oltre a misure una tantum come quelle prevista nel decreto appena pubblicato, bisogna pensare a un aumento degli assegni, con interventi strutturali in primis sulle pensioni basse.

Allo stesso modo, occorre intervenire per migliorare la vita dei pensionati incapienti in modo più incisivo rispetto a quanto fatto nell’ultima legge di Bilancio, con cui è stata aumentata solo di poco la “no tax area”, prevedendo nuove misure che consentano anche ai titolari di pensione che non raggiungono la soglia di tassazione di recuperare a detrazione fiscale le spese mediche e sanitarie sostenute nel corso dell’anno. “È urgente restituire sicurezza economica agli anziani -ribadisce Del Carlo- evitando il rischio di povertà e di esclusione sociale”.

L’una tantum di 200 euro, ricorda Anp, sarà erogata dall’ente previdenziale, che riconoscerà la somma aggiuntiva con la rata di pensione in pagamento a inizio luglio.

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1 In Evidenza - 18 mag 2022

Allarme peste suina africana, Cia Abruzzo chiede più misure di contenimento: “Occorre mobilitare l'esercito"

Peste suina alle porte della regione. Mette in guardia la Cia Agricoltori-Italiani Abruzzo sul rischio che il contagio possa estendersi nei suini da allevamento e nei cinghiali anche in Abruzzo, vista la situazione epidemiologica nel vicino Lazio.

 

“E’ necessario mettere in campo un’azione sinergica per tutelare i nostri allevamenti”, afferma il presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, “Non c’è più tempo. Senza un contenimento efficace, la diffusione rischia di pregiudicare tutto l’indotto della suinicoltura abruzzese. L’Abruzzo conta infatti 12mila aziende suinicole, familiari e commerciali, mentre la popolazione stimata di cinghiali è di circa 48500 capi”.

Per Cia Abruzzo è necessario il potenziamento urgente di tutti i sistemi di sorveglianza e prevenzione, al fine di scongiurare l’ingresso della malattia nella nostra regione, coinvolgendo non solo i servizi veterinari pubblici, ma anche l’intera filiera delle produzioni suinicole compreso il mondo venatorio e i comuni cittadini.

Va riconosciuto, in questo senso, l’impegno della giunta regionale”, continua Sichetti, “che ha approvato un piano di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana attraverso la sorveglianza degli allevamenti. Da parte nostra sollecitiamo politiche di contenimento, con un rafforzamento delle misure e della campagna di riduzione del numero dei capi.

Dall’esperienza maturata fino ad oggi all’estero ed in Italia, per l’eradicazione della malattia, risulta importante intervenire immediatamente alla segnalazione del primo focolaio nelle 24 ore successive affinchè l’intera zona venga recintata”, prosegue il presidente di Cia Abruzzo, “Si tratta di una vera e propria sfida che richiede un enorme sforzo collettivocospicui investimenti economici, interventi rapidi e un coordinamento efficientePurtroppo la burocrazia sicuramente non consentirà un’operatività immediata e per questo ci permettiamo di suggerire un accordo con l’esercito per un’azione tempestiva”.

 

 

 

“Il problema era, ed è, nazionale, va monitorato e gestito, senza lasciare sole le Regioni, gli allevatori e gli agricoltori. La peste suina”, conclude Sichetti, “non è un pericolo per l’uomo, ma può generare un problema sanitario importante nell'ambito del settore zootecnico, con ripercussioni economiche notevoli”.

La peste suina africana è comunque molto temuta perché i maiali e i cinghiali ammalati muoiono quasi tutti dopo pochi giorni a causa di emorragie interne e purtroppo il contagio tra animali malati in libertà è invece frequente perché il virus viene eliminato attraverso saliva, urine e feci o con il contatto diretto.

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1 In Evidenza - 17 mag 2022

Inflazione: Cia, rallenta ma troppo poco. Nei campi è sempre “boom” costi

Rallenta l’inflazione, grazie agli effetti del bonus energia esteso a circa 5 milioni di famiglie italiane, ma resta sempre troppo alta per cittadini e imprese agricole, registrando ad aprile un aumento del 6% tendenziale (dal +6,5% del mese precedente). E la componente energetica regolamentata, pur frenando, segna comunque una crescita del 64,3% su base annua (dal +94,6%), che vuol dire costi di produzione ancora alle stelle per serre, stalle e agriturismi, in una fase fondamentale del calendario agricolo. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat.

            I prezzi dei beni alimentari accelerano al +6,1% rispetto ad aprile di un anno fa (+5% quelli lavorati e +7,8% quelli non), con conseguenze immediate per i consumatori, trascinati però dagli aumenti costanti di acqua, elettricità e combustibili (+24,7%) e trasporti (+9,7%). E anche se la riduzione delle accise sui carburanti per autotrazione ha raffreddato un po’ i listini del gasolio per i mezzi di trasporto (da +34,5% a +23,1%) e della benzina (da +26,4% a +13%), non è abbastanza per far rifiatare il settore primario e l’intera filiera, in un Paese in cui oltre l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma, percentuale che supera addirittura il 90% nel caso degli alimentari freschi.

            Per questo, è necessario continuare a tenere alta l’attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione, prevedendo più risorse e interventi strutturali sui campi e lungo la filiera agroalimentare -evidenzia Cia- anche per scongiurare speculazioni sui prezzi al dettaglio che né le aziende né i cittadini possono accettare.

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1 In Evidenza - 12 mag 2022

Pomodoro: Cia, rammarico per mancato accordo prezzo Centro-Sud. Presto nuovo confronto fra le parti

Rammarico di Cia-Agricoltori Italiani per il mancato accordo sul prezzo per il pomodoro da industria nel recente incontro con la parte industriale nel bacino del Centro-Sud. Cia confida che le parti tornino presto al confronto e raggiungano un’intesa soddisfacente in tempi congrui, tenendo conto che i trapianti sono già in corso e gli agricoltori sono costretti a operare in un contesto di incertezza, oltre che di minore competitività per l’aumento straordinario dei costi di produzione.

Cia chiede un dialogo responsabile affinché sia parte agricola che quella industriale possano operare con la necessaria serenità, considerata la complessa congiuntura attuale e la prospettiva di contrazione degli investimenti colturali di pomodoro destinato alla trasformazione, sia su scala nazionale che mondiale. La filiera del pomodoro da industria nazionale ha bisogno ora più che mai di programmazione, di un dibattito costruttivo, oltre che del rispetto delle regole e di un approccio coordinato al mercato.

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1 In Evidenza - 12 mag 2022

Cinzia Pagni confermata presidente ASeS-Cia

Cinzia Pagni confermata presidente di ASeS - Agricoltori, Solidarietà e Sviluppo, la Ong di Cia-Agricoltori Italiani. L’incarico, per il secondo mandato, è arrivato ieri dall’Assemblea elettiva a Roma in Auditorium “Giuseppe Avolio” che si è espressa in suo favore all’unanimità.

“Continuiamo a lavorare per fare di ASeS-Cia una Ong di rilievo internazionale -ha dichiarato Cinzia Pagni ringraziando i delegati per la fiducia rinnovata-. Progetti, iniziative e, soprattutto, fattivo supporto di soci e sostenitori -ha aggiunto- vanno in questa direzione che va ascoltata, riconosciuta e valorizzata”.

Poi, sempre nel discorso conclusivo, il passaggio di Pagni sulle azioni specifiche: “ASeS-Cia sta lavorando attivamente con la Farnesina e rafforzando le sue attività in Paraguay, Mozambico e Senegal, tre Paesi in cui già opera da tempo e in modo sempre più solido. Va avanti, inoltre, l’impegno per aprire una sede in Marocco, dove c’è già un inviato ASeS-Cia, consapevoli che su quel fronte ricadrà, ancora una volta, il peso peggiore di crisi e conflitti, ultimo quello in Ucraina”.

“Da quest’anno -ha aggiunto Pagni- la Ong di Cia avrà anche un ruolo nuovo in Costa d’Avorio, dove torneremo, dopo uno stop importante, affiancando il Gruppo Abele. Abbiamo in cantiere -ha detto- anche progetti in Ecuador, Etiopia e Congo, dove fondamentali saranno le linee di finanziamento per essere concretamente e al più presto operativi. Va assicurata una sinergia d’intenti che guardi alle reali esigenze delle popolazioni locali, in primo luogo quella di energia elettrica. L’accesso a questa risorsa in aree urbane -ha sottolineato Pagni- è solo del 2% in Mozambico, tra il 32 e il 36% in Senegal e Paraguay”.

“Le persone fanno la differenza” ha, infine, concluso Cinzia Pagni raccontando delle tante richieste di volontariato che arrivano, anche dai soci, e alle quali si vuole dare risposta quanto prima, ma anche citando le tante iniziative in Italia realizzate grazie alla rete associativa presente sul territorio, dalla Lombardia alla Basilicata, e sempre per promuovere agricoltura sociale e garantire coesione, soprattutto nelle aree interne e più fragili”.

L’Assemblea è stata occasione per la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione che, insieme alla presidente Cinzia Pagni, annovera: Mario Quaresimin, Laura Brida, Ivan Bertolini, Giannicola D’Amico, Angelo Rosato, Dario Olivero, Maria Giuditta Politi e Nicola Serio.

 

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