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1 In Evidenza - 30 dic 2025

Consumo di suolo in Abruzzo: allarme dei giovani agricoltori CIA

I dati più recenti sul consumo di suolo in Abruzzo evidenziano una crescita preoccupante del fenomeno. Nel 2024, la superficie artificiale regionale ha raggiunto 54.402 ettari, pari al 5,05% del territorio, con un incremento netto di 299 ettari rispetto al 2023.

Le province più colpite sono Pescara (7,27%), Teramo (6,7%) e Chieti (6,35%), mentre L’Aquila registra il valore più basso (3,2%). Tra i capoluoghi di provincia, Pescara detiene il primato con oltre il 51% di superficie impermeabilizzata, seguita da Chieti (21%), Teramo (10%) e L’Aquila (5%). Il consumo di suolo pro capite in Abruzzo è di circa 428 m² per abitante, superiore alla media nazionale di 365 m².

Di fronte a questi dati, interviene Diego Pasqualone, Presidente di AGIA Abruzzo Giovani Imprenditori Agricoli, “Ogni ettaro di suolo perduto è un patrimonio agricolo che scompare irrimediabilmente”, dichiara Pasqualone, “Questo significa meno terreni per coltivazioni, boschi e spazi verdi, con effetti diretti sulle nuove generazioni”.

Pasqualone denuncia come gran parte del nuovo consumo di suolo riguardi impianti fotovoltaici a terra, poli logistici e centri commerciali, insediati su terreni agricoli fertili, mentre molte aree dismesse rimangono inutilizzate, “Si continua a cementificare il territorio invece di rigenerare le aree già urbanizzate. È un controsenso che deve finire”.

L’associazione AGIA Abruzzo chiede alle istituzioni regionali e locali di adottare misure più incisive per proteggere il suolo agricolo, incentivare il riuso e la rigenerazione delle aree già urbanizzate e supportare i giovani agricoltori nella gestione sostenibile del territorio.

“Difendere il suolo significa difendere l’agricoltura, la sicurezza dei cittadini e la qualità della vita”, conclude Pasqualone, “Senza un cambio di rotta immediato, rischiamo di pagare un prezzo molto alto in termini ambientali, economici e sociali”.

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2 In Evidenza - 29 dic 2025

Bando ISI Inail, CIA Chieti-Pescara: fondi per macchine agricole più sicure, ma l’accesso resta complesso

Rinnovare le macchine agricole non è solo una scelta tecnologica o ambientale, ma una leva fondamentale per migliorare la sicurezza sul lavoro e la qualità dell’attività agricola. A ribadirlo è CIA Chieti-Pescara, che accoglie con favore la pubblicazione del Bando Isi 2025 dell’Inail, uno strumento concreto a sostegno delle imprese agricole che investono in prevenzione e innovazione, pur sottolineando le difficoltà di accesso ai fondi.

L’agricoltura resta uno dei settori più esposti al rischio di infortuni, spesso legati all’utilizzo di macchinari obsoleti e non adeguati agli standard di sicurezza attuali. In particolare nei territori collinari e interni delle province di Chieti e Pescara, il rinnovo del parco macchine rappresenta un passaggio essenziale per ridurre i rischi e migliorare le condizioni di lavoro.

In questo contesto si inserisce il Bando Isi 2025, pubblicato il 18 dicembre, che mette a disposizione 600 milioni di euro complessivi per il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per il settore agricolo sono stanziati 90 milioni di euro nell’Asse 5, di cui 70 milioni destinati alle micro e piccole imprese agricole e 20 milioni riservati ai giovani agricoltori. I contributi, a fondo perduto, coprono fino al 65% delle spese ammissibili (80% per i giovani) con importi compresi tra 5.000 e 130.000 euro.

Per l’Abruzzo, le risorse dell’Asse 5 – Agricoltura ammontano complessivamente a 7.138.912,50 euro, con un incremento rispetto alla dotazione iniziale di 2.444.466,00 euro, pari a +192%


Nel dettaglio:

  • Asse 5.1 – settore della produzione primaria dei prodotti agricoli: 5.179.952,50 euro, a fronte di una quota iniziale di 1.810.313,00 euro;

  • Asse 5.2 – giovani agricoltori: 1.958.960,00 euro, su una quota iniziale di 634.153,00 euro.

Nonostante l’incremento delle risorse, accedere ai fondi può risultare difficile a causa della complessità burocratica.Per questo, CIA Chieti-Pescara ribadisce la necessità di snellire le pratiche, semplificando la procedura e offrendo supporto concreto alle aziende agricole, così da trasformare le risorse in un reale strumento di sicurezza e innovazione.

Queste risorse si affiancano al rifinanziamento dell’Asse 5 del Bando Isi Agricoltura 2024, che ha portato la dotazione complessiva per l’agricoltura a 248 milioni di euro, rafforzando ulteriormente le opportunità di investimento per il settore.

CIA Chieti-Pescara sottolinea come l’impegno sul fronte della sicurezza non si limiti al sostegno agli incentivi, ma passi anche attraverso l’informazione e la formazione. Negli ultimi anni l’organizzazione ha promosso e organizzato diversi corsi e incontri in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, con l’obiettivo di informare gli agricoltori sui principali rischi in agricoltura, sull’uso corretto dei macchinari e sul rispetto delle norme di sicurezza.

“Il rinnovamento delle macchine agricole”, dichiara Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara, “è una priorità per garantire maggiore sicurezza agli operatori e allo stesso tempo sostenere la competitività delle imprese. Come CIA siamo da sempre attenti a questo tema: non a caso abbiamo organizzato numerosi corsi con l’Ispettorato del Lavoro per diffondere una vera cultura della prevenzione. La sicurezza nasce dalla formazione, ma si consolida anche attraverso investimenti concreti in macchinari moderni e affidabili   Al tempo stesso, snellire le pratiche burocratiche è fondamentale per permettere a tutte le aziende di accedere ai fondi senza difficoltà”.

Attraverso l’Asse 5, l’Inail finanzia l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori e macchine agricole di nuova generazione, conformi alle normative europee, in grado di ridurre il rischio infortunistico, le emissioni inquinanti e la rumorosità, migliorando l’efficienza complessiva delle aziende.

“Per il nostro territorio”, conclude Bomba, “queste risorse rappresentano un’opportunità importante per accompagnare le imprese agricole in un percorso di ammodernamento necessario e ormai non più rinviabile. Innovazione, formazione e sicurezza devono andare di pari passo”.

CIA invita infine le aziende agricole del territorio a informarsi presso i propri uffici sulle modalità di accesso ai fondi e a prepararsi per tempo alla presentazione delle domande.

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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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News Cia Abruzzo

1 Eventi - 15 nov 2019

Olio: mercato non decolla, cisterne piene e prezzi a picco

“Nonostante una buona ripresa produttiva ed una qualità eccellente del prodotto, il mercato dell’olio quest’anno ancora non decolla: gli acquirenti aspettano affinché il prezzo dell’extravergine italiano arrivi quasi al livello di quello spagnolo, le cisterne si riempiono e chi ne paga le conseguenze sono come al solito i produttori e i frantoiani”.

 

Con queste parole il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ed il Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, esprimono grande preoccupazione per la situazione che vive il mercato dell’olio in Italia nel momento più importante dell’anno per centinaia di migliaia di produttori che vorrebbero raccogliere il frutto del duro lavoro portato avanti in questi mesi.

 

“I produttori ed i frantoiani continuano a rappresentare l’anello debole della catena e questi comportamenti di certo non agevolano la ripartizione del valore tra tutti i protagonisti della filiera – hanno rimarcato Scanavino e Sicolo -. Vendere un prodotto d’eccellenza ad un prezzo stracciato significa non rientrare nemmeno delle spese sostenute dagli agricoltori per lavorare i terreni, curare le piante e irrigare”.

 

“Dopo la disastrosa annata passata, la peggiore di sempre, questa bolla commerciale metterebbe definitivamente in ginocchio migliaia di famiglie ed un intero settore simbolo del Made in Italy – hanno concluso Scanavino e Sicolo -. Per questo auspichiamo una ripresa delle contrattazioni per evitare il naufragio della campagna olivicola e porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi”.

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2 Eventi - 15 nov 2019

"Storie di Cibo": appuntamento gastronomico a Guardiagrele il 18 e 19 novembre

Storie ed aneddoti, riti e tradizioni, conditi dal sale della terra che accomuna le origini di tutti i relatori: sono questi gli ingredienti della prima edizione di Storie di Cibo, un evento voluto da CIA Chieti Pescara e Confesercenti Chieti con la collaborazione della Camera di Commercio Chieti Pescara e che vede la direzione artistica di Gino Primavera, gastronomo, esperto del settore, già professore di “Scienza degli Alimenti” all’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria (CH), patria dei cuochi d’Italia. Primavera vanta numerose pubblicazioni (La cucina delle Maiella, con Lucio Biancatelli, Tarka, Maluzzo 2018), (Bevo la Foglia, con Nunzio Di Paolo, Pescara 2016), (Butto la pasta e Mangio la foglia, Pescara 2016), (la valle dei sensi, nel volume Raccontami l’Abruzzo, Chieti 2017), e numerose altre pubblicazioni.

 

“Il cibo è sempre stato rappresentato sotto un duplice punto di vista” afferma Primavera in conferenza stampa “uno legato alla bontà dei prodotti e l’altro derivante dalle sue proprietà nutraceutiche. Ma c’è un terzo aspetto di cui vogliamo parlare ed è quello legato al marketing: un prodotto si porta dietro tanto altro da dire e tutto questo verrà spiegato lunedì e martedì”.

 

Storie di Cibo si terrà tra le preziose mura del Museo dell’Artigianato Artistico di Guardiagrele di cui gode il patrocinio insieme a quello del Comune e dell’Unione Cuochi Abruzzesi.

 

“Ognuno dei 16 relatori avrà delle storie particolari da raccontare: ci sarà il veterinario Mastrocola con i suoi aneddoti sugli animali abruzzesi; un simpatico trentacinquenne di campagna la cui zia, oggi di 91 anni, cucinava nelle case per omaggiare i matrimoni. E vedremo anche personaggi illustri della nostra cucina, come Peppino Tinari di Villa Maiella, parlare delle famose ciammaiche”.

 

“Il turismo legato all’enogastronomia” afferma il vice presidente vicario della Camera di Commercio Chieti Pescara Lido Legnini, in conferenza anche nelle vesti di direttore regionale Confesercenti, “muove un fatturato di ben 15 miliardi di euro e spinge i visitatori a soggiornare per ben 110 milioni di giorni in Italia per motivi legati al cibo. Questi dati avvalorano la nostra politica promozionale che fa del turismo enogastronomico uno dei principali asset di riferimento.”

 

Grande attenzione per Alfonso Ottaviano, direttore di CIA Chieti Pescara “deve essere garantita al passaggio dal campo alla tavola attraverso una sinergia tra agricoltori ed esercenti di cui questa iniziativa è un illustre esempio.” Sinergia collaudata anche dall’esperienza di La Spesa in Campagna di cui parla Beatrice Tortora, Vice Presidente di Cia Chieti Pescara che lancia lo slogan in chiusura “filiera corta, amicizia lunga” usato proprio per consolidare il ponte che dovrebbe instaurarsi tra chi produce, chi vende e chi compra.

 

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2 In Evidenza - 15 nov 2019

Centrale di biogas a Loreto Aprutino: preoccupazione della Cia Chieti - Pescara

La Cia Agricoltori Italiani Chieti - Pescara esprime forte preoccupazione per l'ipotesi di realizzazione di un impianto per la produzione di biometano in uno dei territori, quello di Loreto Aprutino, tradizionalmente vocati a una agricoltura di assoluta qualità.

La necessità di salvaguardare la produzione di latte e carne di qualità, di fagiolo tondino del Tavo, ortofrutta e altri beni alimentari a grande vocazione identitaria quali olio e vino, unita al mantenimento di un paesaggio agrario che da tali colture è fortemente caratterizzato, ci portano ad assumere una posizione di netta contrarietà rispetto all'ipotesi di realizzazione dell'impianto.

Siamo ben consapevoli che i problemi posti dal cambiamento climatico rappresentano la più importante sfida globale del nostro tempo, così come affermato dal 97% degli scienziati e dalle più importanti assise internazionali.

Su questo c'è ormai grande consapevolezza dell'opinione pubblica, e il drammatico quotidiano susseguirsi di vittime e danni per eventi atmosferici estremi sono lì a ricordarcelo.

Noi agricoltori sappiamo bene quanto siano diventati pesanti gli scompensi delle fasi vegetative delle colture, la difficoltà di effettuare lavorazioni, la diffusione di patologie anche per via di agenti nuovi e altamente impattanti perché senza antagonisti naturali locali.

Sappiamo quanto sia fondamentale intervenire subito con drastici interventi di mitigazione per ridurre le emissioni e mantenere l'aumento medio delle temperature a non più di 1,5 gradi rispetto al livello preindustriale, e non disconosciamo il contributo che in questa direzione anche la produzione di biometano può dare.

Ma esprimere dissenso per l'impianto di cui si parla non è un atto di egoismo: è, al contrario, un atto di consapevolezza di un sistema agricolo, quello che opera sul territorio loretese. 

Consapevolezza del fatto che si producono cibo ed alimenti di qualità, legati a pratiche produttive tradizionali e scarsamente impattanti con marchi, anche a denominazione, che concorrono a portare l'immagine dell'agroalimentare abruzzese ben oltre i confini regionali e nazionali.

Siamo certi che chi di dovere converrà sull'opportunità di evitare un intervento che, per impostazione e dimensioni, avrebbe un impatto destabilizzante per un territorio vocato all'eccellenza come quello di Loreto Aprutino.

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1 In Evidenza - 13 nov 2019

Consegnato al Comune di Francavilla al Mare il Premio Bandiera Verde Cia

Vince l’agricoltura che innova nel rispetto della tradizione. Riconoscimento anche a tre Comuni virtuosi, tra i quali Francavilla al Mare premiato dal Vice Presidente nazionale Mauro Di Zio.

Cerimonia a Roma in Campidoglio. Premi speciali anche a Mimmo Calopresti, Maurizio Carucci (Ex-Otago) e allo chef Giorgione.
Un vecchio castagneto da frutto ricevuto in eredità e recuperato da un giovane cuneese, che della scoperta di antichi mestieri ha fatto una ragione di vita, riqualificando il vecchio essiccatoio e facendo rivivere la secolare cultura castanicola. L’entusiasmo di un 25enne che ha ripristinato l’antica tradizione vitivinicola del canavese, applicando moderne tecnologie sostenibili che hanno riscattato 4 ettari di terre vitate all’avanzare del bosco. La sfida di una giovane laureata che dalla metropoli è tornata nel suo Salento, restaurando una masseria, diventata polo culturale e agriturismo di pregio, con un suggestivo anfiteatro abbracciato da 700 olivi secolari dove si svolgono laboratori creativi per bambini e percorsi guidati in cui scoprire cultivar dimenticati, una lombricaia e gli orti verticali. Sono questi alcuni esempi delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2019, il Premio promosso da Cia-Agricoltori Italiani, giunto alla XVII edizione, che oggi a Roma nella Protomoteca del Campidoglio è stato consegnato a 16 campioni della nuova agricoltura italiana, scelti in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a Comuni rurali virtuosi, tra i quali Francavilla al Mare (CH), rappresentata dall’Assessore Luisa Russo premiata dal Vice Presidente nazionale Mauro Di Zio. Assegnati inoltre 2 Premi speciali. Il segreto del successo delle imprese agricole premiate sta nel ritorno dei giovani alle radici e nel forte legame col territorio. E’ la sfida coraggiosa di non abbandonare le aziende familiari grazie alla scommessa di un’agricoltura che si evolve con la ricerca, ma non tradisce la sua missione di tutela dell’ambiente e di valorizzazione di aree a rischio di abbandono. A conferma della dinamicità di un settore che negli ultimi anni ha riportato moltissimi giovani in campagna. Sono quasi 60mila le imprese agricole italiane condotte da under 35. Ma non crescono solo i giovani che danno vita a start up, anche il numero dei lavoratori dipendenti occupati in agricoltura è aumentato di 17.000 unità solo nel primo trimestre del 2019. Un altro tratto distintivo delle aziende vincitrici è il legame con la sostenibilità. Solo per fare qualche esempio, tra i Paesi Ue agricoli, l’Italia è quella con il minor numero di prodotti con residui chimici oltre i limiti di legge: appena lo 0,8% del totale. In più, si conferma anche ai vertici mondiali per aree coltivate a biologico, con quasi 2 milioni di ettari in tutta Italia e una superficie dedicata cresciuta del 70% in 5 anni. Nella viticoltura vero e proprio ambasciatore dei vini naturali, Francesco Valentino Di Benedetto, vincitore del Bandiera Verde Gold, assegnata al “campione dei campioni” fra i premiati di quest’edizione 2019, che ha portato davanti all’Europarlamento il suo appello per far dichiarare l’humus patrimonio dell’umanità dall’Unesco, praticando l'Agricoltura Sinergica, uno stadio ancora più radicale della biodinamica, per un rapporto più profondo tra terra, uomo e luogo. E, per la sezione Agri-cinema, il premio a “Aspromonte-la terra degli ultimi”, in sala dal 21 novembre, diretto da Mimmo Calopresti e interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte (“Dogman”). Il film è dedicato alla voglia di riscatto e alle sofferenze sociali della popolazione di un paesino arroccato sulle montagne calabresi, che mantiene un forte senso di appartenenza territoriale. Spazio, ogni anno, anche all’agricoltura del Mediterraneo con la Bandiera Verde 2019 a "Green solutions", azienda marocchina fondata da tre studenti del CHIEAM di Bari (l’Istituto Agronomico del Mediterraneo), che ha fatto della ricerca sull’efficientamento idrico la sua mission, brevettando una soluzione per misurare l'umidità del suolo in tempo reale, ed è selezionata tra le proposte per ridurre il climate change alla conferenza sul clima di Parigi (COP21). Tra i Premi speciali assegnati da Cia, Bandiera Verde a Maurizio Carucci, leader del gruppo musicale degli Ex-Otago. Il cantante è stato ideatore di ampio progetto di sviluppo territoriale che si basa sul recupero di una vecchia cascina nell’alta Val Borbera, diventata negli anni azienda vinicola, valorizzando le risorse agricole e ambientali della zona. Carucci è anche ideatore del Boscadrà Festival, evento che mette al centro il rapporto tra terra e d’arte nell’Appennino ligure-piemontese, organizzato tutti gli anni nel mese di luglio. Il secondo riconoscimento speciale allo chef Giorgione, straordinario interprete di una cucina ispirata alle tradizioni del mondo rurale e accessibile al vasto pubblico di Gambero Rosso Channel. Nonostante la notorietà televisiva, Giorgione ha mantenuto uno stile autentico, lontano dai clamori mediatici e dalle diffuse tendenze verso la cucina gourmet, molto vicino agli agricoltori, agli allevatori, agli artigiani del buon cibo. “I nostri premi Bandiera Verde -sottolinea il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- dimostrano ancora una volta l’evoluzione della figura dell’agricoltore come imprenditore multitasking, capace non solo di produrre dai campi ma di preservare il territorio e qualificarlo attraverso la custodia delle tradizioni rurali”.

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1 In Evidenza - 12 nov 2019

Progetti Integrati di Microfiliera: “Una cooperazione da coltivare"

Si è tenuta ieri pomeriggio, lunedì 11 novembre, alle ore 16.00 presso la sede regionale della CIA Abruzzo a Pescara in Viale G. Bovio n. 85, la riunione dei componenti dell’ ATS “Una cooperazione da coltivare”, PSR Abruzzo 2014-2020 Misura 16.4.1 Progetti Integrati di Microfiliera, per comunicazioni inerenti l’avvio del progetto.  Il progetto, che vede capo fila l'Associazione La Spesa in Campagna Abruzzo, con la partecipazione di numerose aziende agricole abruzzesi operanti nelle varie filiere agricole-agroalimentari, ha l'obiettivo di promuovere i prodotti, realizzati dalle aziende stesse, e di implementarne la vendita diretta. 

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2 In Evidenza - 30 ott 2019

“Le frontiere di una moderna viticoltura”, CIA e Vititalia insieme per un vivaismo di qualità

“Le frontiere di una moderna viticoltura” il tema del convegno che si è svolto oggi, 29 ottobre, all’Hotel Villa Medici di Rocca San Giovanni. Al centro dell'incontro le tecniche adatte a soddisfare una viticoltura moderna, eseguite con il preciso scopo della qualità, sia che si adottino sistemi di coltivazione convenzionale che sistemi di coltivazione biologica. Partner dell’incontro Vititalia, consorzio che nasce dall’idea di portare il vivaismo viticolo locale a livello nazionale ed internazionale, mantenendo la serietà e la professionalità del vivaista artigiano.


Dopo l’introduzione di Alfonso Ottaviano, direttore di Cia Chieti - Pescara, ha aperto la discussione Fabio Burroni, agronomo, che ha illustrato le tipologie di innesti e le fasi della preparazione e della piantumazione delle barbatelle e le linee guida del progetto europeo “Life Green Grapes” che mira a migliorare la risposta di difesa della vite con l’uso di biostimolanti e induttori di resistenza. Matteo Tonghini ha presentato le caratteristiche dell’impianto e dell’allevamento di un vigneto a controspalliera mentre Roberto Lorin è entrato nel dettaglio delle possibili malattie ed emergenze sanitarie che si possono riscontrare in viticoltura.


“Il nostro consorzio nasce nel 2012 e produce barbatelle innestate di oltre 200 varietà da vino e 25 varietà da tavola innestate sui principali portinnesti, in grado di soddisfare le più svariate esigenze pedoclimatiche”, afferma Gianluigi Vindimian di Vititalia, “Il nostro obiettivo è diventare leader nel settore vivaistico viticolo con lo scopo di migliorare sempre la qualità dei nostri prodotti, i servizi forniti e le attività di ricerca e innovazione”.


“Una sala gremita per un approfondimento importante in tema di viticoltura”, afferma Nicola Sichetti, Presidente di Cia Chieti - Pescara, “L’esperienza abruzzese è ancora giovane e senza cooperazione non saremmo mai riusciti ad acquisire la rilevanza che oggi abbiamo nel settore. Ringrazio Vititalia per aver informato i nostri soci sulle diverse possibilità di impianto che si possono adottare in Abruzzo”.

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