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2 In Evidenza - 29 dic 2025

Bando ISI Inail, CIA Chieti-Pescara: fondi per macchine agricole più sicure, ma l’accesso resta complesso

Rinnovare le macchine agricole non è solo una scelta tecnologica o ambientale, ma una leva fondamentale per migliorare la sicurezza sul lavoro e la qualità dell’attività agricola. A ribadirlo è CIA Chieti-Pescara, che accoglie con favore la pubblicazione del Bando Isi 2025 dell’Inail, uno strumento concreto a sostegno delle imprese agricole che investono in prevenzione e innovazione, pur sottolineando le difficoltà di accesso ai fondi.

L’agricoltura resta uno dei settori più esposti al rischio di infortuni, spesso legati all’utilizzo di macchinari obsoleti e non adeguati agli standard di sicurezza attuali. In particolare nei territori collinari e interni delle province di Chieti e Pescara, il rinnovo del parco macchine rappresenta un passaggio essenziale per ridurre i rischi e migliorare le condizioni di lavoro.

In questo contesto si inserisce il Bando Isi 2025, pubblicato il 18 dicembre, che mette a disposizione 600 milioni di euro complessivi per il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per il settore agricolo sono stanziati 90 milioni di euro nell’Asse 5, di cui 70 milioni destinati alle micro e piccole imprese agricole e 20 milioni riservati ai giovani agricoltori. I contributi, a fondo perduto, coprono fino al 65% delle spese ammissibili (80% per i giovani) con importi compresi tra 5.000 e 130.000 euro.

Per l’Abruzzo, le risorse dell’Asse 5 – Agricoltura ammontano complessivamente a 7.138.912,50 euro, con un incremento rispetto alla dotazione iniziale di 2.444.466,00 euro, pari a +192%


Nel dettaglio:

  • Asse 5.1 – settore della produzione primaria dei prodotti agricoli: 5.179.952,50 euro, a fronte di una quota iniziale di 1.810.313,00 euro;

  • Asse 5.2 – giovani agricoltori: 1.958.960,00 euro, su una quota iniziale di 634.153,00 euro.

Nonostante l’incremento delle risorse, accedere ai fondi può risultare difficile a causa della complessità burocratica.Per questo, CIA Chieti-Pescara ribadisce la necessità di snellire le pratiche, semplificando la procedura e offrendo supporto concreto alle aziende agricole, così da trasformare le risorse in un reale strumento di sicurezza e innovazione.

Queste risorse si affiancano al rifinanziamento dell’Asse 5 del Bando Isi Agricoltura 2024, che ha portato la dotazione complessiva per l’agricoltura a 248 milioni di euro, rafforzando ulteriormente le opportunità di investimento per il settore.

CIA Chieti-Pescara sottolinea come l’impegno sul fronte della sicurezza non si limiti al sostegno agli incentivi, ma passi anche attraverso l’informazione e la formazione. Negli ultimi anni l’organizzazione ha promosso e organizzato diversi corsi e incontri in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, con l’obiettivo di informare gli agricoltori sui principali rischi in agricoltura, sull’uso corretto dei macchinari e sul rispetto delle norme di sicurezza.

“Il rinnovamento delle macchine agricole”, dichiara Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara, “è una priorità per garantire maggiore sicurezza agli operatori e allo stesso tempo sostenere la competitività delle imprese. Come CIA siamo da sempre attenti a questo tema: non a caso abbiamo organizzato numerosi corsi con l’Ispettorato del Lavoro per diffondere una vera cultura della prevenzione. La sicurezza nasce dalla formazione, ma si consolida anche attraverso investimenti concreti in macchinari moderni e affidabili   Al tempo stesso, snellire le pratiche burocratiche è fondamentale per permettere a tutte le aziende di accedere ai fondi senza difficoltà”.

Attraverso l’Asse 5, l’Inail finanzia l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori e macchine agricole di nuova generazione, conformi alle normative europee, in grado di ridurre il rischio infortunistico, le emissioni inquinanti e la rumorosità, migliorando l’efficienza complessiva delle aziende.

“Per il nostro territorio”, conclude Bomba, “queste risorse rappresentano un’opportunità importante per accompagnare le imprese agricole in un percorso di ammodernamento necessario e ormai non più rinviabile. Innovazione, formazione e sicurezza devono andare di pari passo”.

CIA invita infine le aziende agricole del territorio a informarsi presso i propri uffici sulle modalità di accesso ai fondi e a prepararsi per tempo alla presentazione delle domande.

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1 In Evidenza - 23 dic 2025

Natale 2025, cresce la spesa per prodotti locali e agriturismi, ma il reddito agricolo resta in crisi

Il Natale 2025 arriva in un contesto economico complesso, segnato da un aumento generalizzato dei prezzi che pesa sulle famiglie e sulle imprese. La spesa natalizia cresce in media tra il 6 e l’8% rispetto allo scorso anno, ma non perché si compri di più: si spende di più per acquistare le stesse quantità. A incidere sono soprattutto i rincari energetici, logistici e dei servizi, mentre il reddito reale dei cittadini continua a ridursi.

In questo scenario, però, c’è un aspetto che continua a essere sottovalutato: l’aumento dei prezzi al consumo non genera reddito per gli agricoltori. “Il problema è evidente”, dichiara il Presidente CIA Chieti-Pescara Domenico Bomba, “mentre tutto aumenta, chi produce cibo resta sempre l’anello debole. Non è più accettabile che i costi e i rincari siano scaricati su famiglie e imprese agricole”.

Nelle province di Chieti e Pescara operano complessivamente circa 20.000 aziende agricole, quasi la metà del totale regionale. Nel solo Chietino si contano oltre 14.000 imprese agricole, mentre nel Pescarese sono circa 6.000, in gran parte aziende di piccola e media dimensione. “Questi numeri raccontano il peso del nostro tessuto produttivo”, sottolinea Bomba, “e spiegano perché ogni aumento di costo diventa un problema reale per migliaia di famiglie e comunità”.

Da mesi assistiamo a un paradosso evidente: i prezzi al consumo aumentano, ma il reddito degli agricoltori resta fermo o addirittura diminuisce. “Non sono i produttori a speculare”, aggiunge Bomba. “Gli aumenti si concentrano lungo la filiera, mentre chi coltiva, alleva o trasforma continua a stringere i denti per garantire qualità e disponibilità”.

Nel periodo natalizio questo squilibrio diventa ancora più evidente. Un olio extravergine abruzzese, un formaggio tipico o un salume artigianale venduti direttamente in azienda mantengono prezzi stabili, offrendo qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare. “Quando gli stessi prodotti raddoppiano sugli scaffali”, osserva Bomba, “è chiaro che il valore non arriva a chi lavora nei campi”.

È in questo contesto che nasce la mobilitazione degli agricoltori. “Siamo scesi in piazza perché non è accettabile che chi produce cibo venga lasciato solo”, dichiara il Presidente. “Siamo andati a manifestare a Bruxelles sotto Natale, nel momento simbolicamente più delicato dell’anno, per chiedere che il sistema smetta di far pagare la crisi sempre agli stessi”.

Eppure, anche dentro uno scenario difficile, emerge un segnale positivo: cresce la scelta consapevole dei prodotti agricoli locali e della vendita diretta. In Abruzzo, secondo le prime stime del settore, oltre una famiglia su due ha acquistato almeno un prodotto natalizio direttamente da aziende agricole, mercati contadini o agriturismi. “Questa è la prova che i cittadini comprendono il valore di una filiera equa”, commenta Bomba, “e che il mercato può premiare chi produce bene e mantiene il territorio”.

Le festività confermano inoltre un’altra tendenza strutturale: l’Abruzzo è sempre più meta di turismo di prossimità. Oltre il 60% dei visitatori sceglie soggiorni brevi, seconde case, agriturismi e borghi interni. “Ogni euro speso nelle aziende locali”, sottolinea Bomba, “resta sul territorio, sostiene lavoro regolare e contribuisce alla tenuta sociale delle aree interne. Non è folklore, è economia reale”.

Il Natale ci dice chiaramente che le filiere corte e la vendita diretta non sono un’alternativa marginale, ma una risposta concreta all’inflazione e alla crisi dei consumi. “Ora servono scelte politiche coerenti”, conclude il Presidente provinciale, “meno burocrazia, infrastrutture adeguate nelle aree rurali, controlli seri sulla filiera e sostegno reale alle aziende agricole che resistono. Difendere il reddito agricolo non è una battaglia di categoria, è una scelta di interesse generale”



Gli agricoltori non chiedono privilegi, ma di non essere l’anello debole di un sistema che funziona solo se è equo. Se oggi sulle tavole abruzzesi arrivano prodotti di qualità, è perché gli agricoltori hanno continuato a produrre nonostante tutto. 

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1 In Evidenza - 22 dic 2025

Agricoltura abruzzese a rischio: CIA lancia l’allarme e chiede interventi urgenti nella Legge di Previsione 2026/28

CIA Abruzzo lancia un allarme sulla situazione del comparto agricolo regionale e chiede alla Regione interventi urgenti nell’ambito della Legge di Previsione delle spese 2026/2028. 

In particolare, CIA Abruzzo sollecita la conferma dei fondi di 7,5 milioni di euro già previsti dall’articolo 24 della legge regionale n. 4/2024 a favore dei viticoltori danneggiati dalla peronospora nel 2023, fondi indispensabili per la sopravvivenza delle aziende vitivinicole, molte delle quali ancora in grave difficoltà economica. 

Parallelamente, l’organizzazione chiede il raddoppio del fondo per i danni da fauna selvatica per il triennio 2026/2028, attualmente considerato insufficiente, al fine di garantire agli agricoltori indennizzi adeguati e la possibilità di recuperare gli investimenti, proseguire la produzione nonostante le perdite causate da cinghiali, caprioli e altre specie e superare l’attuale sistema di rimborso a percentuale, giudicato del tutto insoddisfacente. 

Sul fronte della zootecnia, colpita dalla Lingua Blu nel 2025, CIA Abruzzo richiede l’attivazione immediata di un piano straordinario che preveda indennizzi per le perdite di capi, rimborso delle spese sostenute per vaccini e repellenti e contributi per il ripristino del patrimonio tramite nuovi riproduttori, oltre alla programmazione di una campagna vaccinale coordinata per il 2026, per evitare il collasso del settore e gravi danni all’economia e all’occupazione regionale. 

CIA sollecita inoltre l’istituzione di una piattaforma informatica unica regionale per la filiera agricola, capace di gestire in maniera integrata assegnazione del gasolio agricolo, presentazione della PUA, riconoscimento della qualifica IAP, iscrizioni agli albi specialistici e altri servizi, semplificando gli adempimenti, garantendo trasparenza e riducendo i costi per imprese e Pubblica Amministrazione, allineando l’Abruzzo alle migliori pratiche regionali esistenti. 

“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano lasciati soli di fronte a emergenze sanitarie e danni continui”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “È fondamentale che la Regione metta in campo subito risorse concrete: investire nell’agricoltura significa salvaguardare l’economia, proteggere i posti di lavoro e tutelare la vitalità dei nostri territori.” 

CIA Abruzzo sottolinea che l’attuazione di queste misure non è solo urgente, ma strategica per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agricolo abruzzese, con effetti positivi sull’intera economia regionale e sul presidio sociale dei territori marginali, e auspica che la Legge di Previsione 2026/2028 preveda i fondi necessari per sostenere concretamente gli agricoltori.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia: anche l’Abruzzo in prima linea a Bruxelles al fianco gli agricoltori europei

Una giornata storica per l’agricoltura europea: oltre 10mila produttori e centinaia di trattori hanno sfilato per le strade di Bruxelles, davanti al Parlamento Ue, per chiedere un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

Cia–Agricoltori Italiani era presente in prima linea, con delegazioni da tutta Italia e, in particolare, una folta rappresentanza dall’Abruzzo, che ha voluto ribadire il sostegno agli agricoltori italiani ed europei.

La mobilitazione, sostenuta da oltre 40 organizzazioni agricole dei 27 Stati membri riunite nel Copa-Cogeca, ha lanciato un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la riforma della Pac post 2027, così come proposta, è inaccettabile. I produttori hanno chiesto di ascoltare chi ogni giorno garantisce cibo, lavoro e futuro ai territori, denunciando tagli di bilancio, scelte politiche penalizzanti, concorrenza sleale e burocrazia opprimente.

Sul palco di Place du Luxembourg, davanti al Parlamento Ue, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato: “Non accetteremo scelte che indeboliscono il settore. È il momento di cambiare rotta e ascoltare gli agricoltori, il cuore pulsante dell’Europa.”

La partecipazione dell’Abruzzo testimonia l’unità e la determinazione dei territori italiani nel difendere un’agricoltura forte, sostenibile e sicura.

"La nostra presenza dall’Abruzzo a Bruxelles dimostra quanto i nostri agricoltori sentano sulla propria pelle le conseguenze di scelte europee lontane dalla realtà dei territori” – ha dichiarato Nicola Sichetti, presidente di CIA Abruzzo. “La Pac post 2027, così come impostata, rischia di penalizzare in modo particolare le regioni come la nostra, caratterizzate da aree interne, agricoltura familiare e produzioni di qualità. Chiediamo un’Europa che investa davvero in chi presidia il territorio, garantisce sicurezza alimentare e tutela l’ambiente, riducendo burocrazia e concorrenza sleale. Senza agricoltori non c’è futuro né per l’Abruzzo né per l’Europa.

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1 In Evidenza - 20 dic 2025

Cia in piazza a Bruxelles. Agricoltura non si svende, con riforma Pac a rischio 270mila aziende


“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.


In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”. Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 22%, sottraendo all’Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.


Un allarme che non è solo politico, ma supportato da dati concreti. Secondo le stime di Cia, infatti, se confermata, la proposta di riforma della Pac post 2027 con meno risorse e fondo unico potrebbe avere effetti devastanti per l’agricoltura italiana, mettendo a rischio la sopravvivenza di 270mila aziende del settore, pari a quasi un terzo del totale (31,65%), a partire dalle più piccole e vulnerabili. Le conseguenze sarebbero diffuse su tutto il territorio: -26% al Nord, -33% al Centro e fino al -51% al Sud, colpendo in modo particolare le aree rurali e interne e aggravando divari economici e sociali già profondi. Guardando ai singoli comparti, il prezzo più alto ricadrebbe sui seminativi (-64%), sull’olivicoltura (-27%) e sulla zootecnia (-5%).


“Non è una riforma tecnica, è un vero e proprio cambio di paradigma -ha evidenziato il presidente di Cia-. La Pac è la politica più antica, più solida e più europea che esista. Ha garantito per oltre 50 anni stabilità, reddito, presidio del territorio e sicurezza alimentare. Smantellarla significa indebolire l’Europa”. Una scelta che appare ancora più miope e pericolosa se letta nel contesto globale. “Non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura -ha sottolineato Fini- mentre gli altri grandi attori mondiali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanziano risorse sempre più importanti a difesa e sostegno del settore primario”.


È in questo scenario che si inseriscono anche le altre ragioni della mobilitazione, dalla richiesta di una linea europea più ferma sugli accordi commerciali, per contrastare la concorrenza sleale e garantire reciprocità nelle regole e nei controlli, fino alla necessità di una semplificazione reale che liberi le imprese agricole da burocrazia e vincoli inutili.


“Quella che arriva oggi non è una protesta di categoria, ma un richiamo politico a tutte le istituzioni Ue. La Pac non è il passato dell’Europa, è una scelta strategica per il suo futuro -ha concluso il presidente di Cia-. Senza una politica agricola forte e autonoma non c’è cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Ora è il momento che Bruxelles stia dalla nostra parte e scelga davvero di essere alleata di chi produce. Noi non ci fermeremo qui: continueremo a far sentire la nostra voce, con determinazione e senza arretrare di un passo”.

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2 In Evidenza - 17 dic 2025

Nutrire il Futuro 2.0: per la prima volta insieme Istituto Agrario e Alberghiero

Si è svolto ieri, 16 dicembre 2025, presso l’IPSEOA “G. Marchitelli” di Villa Santa Maria l’evento finale del progetto “Nutrire il Futuro 2.0”, iniziativa realizzata con il contributo della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha rappresentato un’importante esperienza di integrazione tra formazione, filiera agroalimentare e valorizzazione del territorio.

Un progetto innovativo che ha segnato un passaggio storico: per la prima volta due scuole strategiche per l’agroalimentare, l’Istituto Agrario e l’Istituto Alberghiero, hanno lavorato insieme in un percorso strutturato, mettendo in dialogo produzione agricola, trasformazione e cultura enogastronomica.

Protagonisti della giornata sono stati gli studenti. I ragazzi dell’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni hanno studiato, analizzato e presentato alcune eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, tra cui Ventricina del Vastese, Peperone Dolce di Altino, Aglio Rosso di Sulmona, Zafferano dell’Aquila, Patata del Fucino e Mostocotto, approfondendone origine, filiera, tracciabilità e caratteristiche qualitative.
Le competenze acquisite hanno poi incontrato quelle degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria che, affiancati dai docenti, hanno trasformato la ricerca in piatti, dando vita a un pranzo interattivo che ha raccontato il territorio attraverso il cibo.

L’evento è stato arricchito dalla presenza di numerose autorità e partner del progetto: Giuseppe Finamore, sindaco di Villa Santa Maria, Gianluca De Santis della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Ettore Cianchetti Presidente dell’Associazione ISA e David Falcinelli del Mercato Contadino di Pescara, che ha moderato l’incontro e intrattenuto i ragazzi con approfondimenti e spiegazioni sui prodotti tipici.

Mettere insieme, per la prima volta, un istituto agrario e uno alberghiero significa costruire una visione completa della filiera agroalimentare, dalla terra al piatto. È un investimento sui giovani, sulle competenze e sul futuro del nostro territorio”, ha dichiarato Domenico Bomba, Presidente CIA Chieti-Pescara.

Sulla stessa linea il Direttore CIA Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano, che ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa, “Nutrire il Futuro 2.0 dimostra quanto sia fondamentale partire dalla formazione per rafforzare l’agroalimentare italiano. I ragazzi hanno lavorato su prodotti identitari, imparando che dietro ogni eccellenza c’è agricoltura, cultura, tutela e responsabilità. Inoltre”, continua, “progetti come questo sono cruciali per valorizzare le scuole delle aree interne, che spesso possono incontrare difficoltà legate a risorse e opportunità. Dare visibilità e opportunità formative a queste realtà significa investire sul futuro dei territori e dei giovani che li abitano”.

Il progetto si inserisce inoltre in un contesto più ampio: il riconoscimento UNESCO della cultura alimentare italiana, che valorizza non solo la cucina, ma l’intero sistema produttivo fatto di territori, agricoltori, tradizioni e saperi.

“Vedere i nostri studenti trasformare le eccellenze agroalimentari in piatti creativi è una soddisfazione enorme. La collaborazione con l’agrario apre nuove prospettive formative e professionali”, ha dichiarato Marilena Montaquila, Dirigente IPSEOA Alberghiero.


“I nostri ragazzi hanno avuto l’opportunità di valorizzare le produzioni del territorio, mentre collaborare con l’alberghiero ha reso l’esperienza concreta e tangibile, unendo teoria e pratica”, ha affermato Antonietta Ciffolilli, Dirigente Istituto Agrario.

“Nutrire il Futuro 2.0” conferma così il successo di un’iniziativa capace di unire scuole, filiere e istituzioni, mettendo al centro i giovani e il valore dell’agroalimentare come leva di sviluppo culturale, sociale ed economico.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 20 mar 2025

Ue: Cia a premier Meloni, l’Italia bocci l’ipotesi di un Fondo unico per la Pac


Dire no all’ipotesi di un Fondo unico nazionale per il finanziamento delle politiche della Pac, che rischierebbe di comprometterne il funzionamento in una fase complicata come quella attuale. È l’impegno in Europa che il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, chiede in una lettera alla premier Giorgia Meloni, al ministro Francesco Lollobrigida e al vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto, alla vigilia del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo.

“In un’epoca di instabilità geopolitica, incertezza economica e crescenti sfide sociali, un settore agricolo forte e resiliente non è solo strategico, è indispensabile”, scrive Fini, ecco perché “siamo profondamente preoccupati per le recenti discussioni sulla riallocazione dei finanziamenti dell’Ue in un Fondo unico nell’ambito della Politica agricola comune”. Questo cambiamento, continua il presidente di Cia, “rappresenterebbe una modifica fondamentale della governance del prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) con il rischio di minare il funzionamento della Pac”. Ma “indebolire la Politica agricola comune recherebbe conseguenze di vasta portata sulla produzione alimentare, sull’occupazione dei territori rurali e sulla stabilità generale del nostro settore agricolo”.

Di pari passo, aggiunge Fini nella lettera alla premier Meloni, “date le attuali tensioni geopolitiche e le pressioni inflazionistiche, esortiamo la Commissione a includere nel QFP un meccanismo automatico che consenta di adeguare in tempo reale le dotazioni finanziarie in base ai tassi di inflazione effettivamente osservati anziché a quelli previsti”.

Consapevoli della responsabilità e della sensibilità del governo sul settore, il presidente di Cia chiede, dunque, “di dare effettivamente priorità all’agricoltura come pilastro fondamentale del futuro dell’Europa”.

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1 INAC - 20 mar 2025

Bonus Anziani 2025: regole e precisazioni INPS

Dal 2 gennaio 2025 è attiva la nuova Prestazione Universale per gli ultraottantenni non autosufficienti, erogata dall'INPS ai sensi dell'articolo 34 del decreto legislativo 29/2024. La misura, sperimentale per il biennio 2025-2026, ingloba l'indennità di accompagnamento e un contributo spese per l'assistenza.

Con il messaggio 4490/2024, l'INPS ha fornito dettagli su requisiti, importo e modalità di domanda. Successivamente, il messaggio 949 del 18 marzo 2025 ha precisato alcuni aspetti operativi, tra cui l'obbligo di scelta tra indennità di accompagnamento e Prestazione Universale e i criteri per il riconoscimento del bisogno assistenziale gravissimo.

Cos'è il Bonus Anziani e a quanto ammonta

La Prestazione Universale prevede:

  • Quota fissa pari all'indennità di accompagnamento

  • Quota integrativa di 850€ mensili, destinata a coprire le spese per assistenza, fornita da lavoratori domestici o imprese qualificate.

La quota fissa e la quota integrativa saranno erogate separatamente:

  • Quota fissa secondo le modalità già previste per l'indennità di accompagnamento

  • Quota integrativa tramite la piattaforma "Prestazione Universale"


Requisiti per accedere alla Prestazione Universale

  • Età pari o superiore a 80 anni

  • Necessità di assistenza continua (bisogno assistenziale gravissimo), certificata dalla Commissione medico-legale dell'INPS

  • ISEE sociosanitario ≤ 6.000€

  • Essere già titolari di indennità di accompagnamento

Le condizioni per il riconoscimento del bisogno assistenziale gravissimo includono:

  • Stato vegetativo o coma con punteggio Glasgow ≤ 10

  • Dipendenza da ventilazione meccanica continuativa

  • Grave demenza con punteggio CDRS ≥ 4

  • Lesioni spinali gravi (C0/C5, ASIA A o B)

  • Compromissione motoria severa (MRC ≤ 1 agli arti)

  • Disabilità comportamentale grave dello spettro autistico

  • Ritardo mentale grave (QI ≤ 34, LAPMER ≤ 8)

  • Altre condizioni di dipendenza vitale con necessità di assistenza continua 24/7


Novità dal decreto ministeriale del 18 marzo 2025

Per migliorare l'operatività della misura, il 21 febbraio 2025 è stato firmato un decreto ministeriale, attualmente in attesa di registrazione.

Il messaggio INPS 949/2025 chiarisce:

  • Modalità di opzione e rinuncia

  • Automazione della comunicazione con gli ATS (ancora in sviluppo)

  • Controlli automatizzati su ISEE e indennità di accompagnamento

  • Nuovi obblighi di rendicontazione per la quota integrativa

Ulteriori istruzioni potranno essere emanate alla pubblicazione del decreto ministeriale.


Per maggiori dettagli contattaci o rivolgiti all'ufficio Cia a te più vicino.

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1 CAF Informa - 18 mar 2025

Detrazioni fiscali per la salute: risparmia sul tuo 730!

Lo sapevi che molte spese sanitarie possono essere detratte nel tuo 730? Se hai sostenuto spese per te, per i tuoi familiari o per il tuo animale domestico, potresti avere diritto a un rimborso fiscale! 

Ecco alcune delle spese sanitarie che puoi detrarre:

 

Spese Sanitarie
Puoi detrarre il 19% delle spese superiori a € 129,11, tra cui:

  • Farmaci e ticket
  • Degenze ospedaliere
  • Prestazioni specialistiche e chirurgiche
  • Analisi, cure termali e dispositivi medici (inclusi occhiali e lenti da vista con marchio CE)

 

Spese Veterinarie

Anche le spese per i tuoi animali da compagnia possono essere detratte!
Puoi ottenere il 19% di detrazione per spese tra € 129,11 e € 550, e addirittura € 1.000 per il mantenimento di cani guida.

 

Agevolazioni in caso di Disabilità
 Se hai sostenuto spese per te o per un familiare con disabilità, puoi detrarre molte voci:

  • Spese mediche generiche e assistenza (dal 23% al 43% in base al reddito)
  • Spese per l'integrazione e autosufficienza: acquisto di mezzi di accompagnamento, veicoli, sussidi tecnici, eliminazione barriere architettoniche, trasporto in ambulanza, e molto altro!
  • Spese per assistenza personale (es. badanti): puoi detrarre il 19% su un massimo di € 2.100 se il reddito è inferiore a € 40.000.
  • Assicurazioni sulla vita per persone con grave disabilità: detrazione del 19% su un massimo di € 750.
     

 

È essenziale pianificare la dichiarazione dei redditi in anticipo per ricevere prima il tuo rimborso.

 

Hai dubbi? Prenota subito un appuntamento o recati presso l'ufficio CIA a te più vicino.

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1 INAC - 17 mar 2025

Pensione anticipata per lavori usuranti: scadenza 1° Maggio 2025

L’INPS ha pubblicato il Messaggio n. 801 del 5 marzo 2025 con le indicazioni per la presentazione delle domande di riconoscimento per lo svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti. Se maturi i requisiti pensionistici tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2026, è fondamentale presentare la domanda entro il 1° maggio 2025.

Chi può presentare la domanda?
I lavoratori impiegati nelle seguenti attività:

  • Mansioni particolarmente usuranti
  • Addetti alla "linea di catena"
  • Conducenti di veicoli per il trasporto pubblico
  • Lavoratori notturni a turni o per l’intero anno

Quali sono i requisiti?

Almeno 35 anni di contributi
Età minima:

  • 61 anni e 7 mesi per lavoratori dipendenti
  • 62 anni e 7 mesi per lavoratori autonomi

Lavoratori notturni con almeno 72 turni annui:

  • 62 anni e 7 mesi (dipendenti)
  • 63 anni e 7 mesi (autonomi)
    Lavoratori con turni notturni tra 62 e 71 giorni annui: età aumentata di 1 anno

Esiti possibili:

  • Accoglimento con decorrenza pensione comunicata dall’INPS;
  • Accoglimento con riserva (per chi perfeziona i requisiti entro il 31/12/2026);
  • Differimento della decorrenza per insufficiente copertura finanziaria;
  • Rigetto in caso di mancata idoneità.

Non perdere questa opportunità!
Se rientri tra i lavoratori beneficiari, assicurati di presentare la domanda entro la scadenza.
 

Per ulteriori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 14 mar 2025

Dazi: Cia, salto nel buio per il vino italiano dopo le dichiarazioni di Trump


“Speriamo che questa di Trump sia solo una provocazione, una tassazione al 200% sui vini azzererebbe di fatto 
le vendite verso gli Stati Uniti, che sono il nostro primo mercato di sbocco italiano per il vino, con quasi 1,9 miliardi euro e un peso sulle esportazioni agroalimentari oltreoceano del 26%”. Questo il commento del presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente Usa, Donald Trump. Cia ricorda che la percentuale di export di vini verso gli Usa ha segnato un incremento del +7% sull’anno precedente (+7%), con un’impennata per i vini spumanti (+19%). Si tratta di un’incidenza di quasi il 24% sull’export totale di vini tricolore.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni).

Cia ricorda che il rischio di dazi lascerebbe strada libera ai competitor che potranno aggredire una quota di mercato molto appetibile: dal Malbec argentino, allo Shiraz australiano, fino al Merlot cileno. Dalla parte dei produttori di vino italiani, Cia ricorda anche come sia difficile recuperare rapporti solidi con i buyer Usa, una volta che questi siano costretti a interrompere le relazioni con l’Europa per cercare altri mercati internazionali.

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1 In Evidenza - 14 mar 2025

Cia aderisce alla Piazza del 15 marzo. Per un’Europa di pace, diritti e cibo sicuro


Cia-Agricoltori Italiani aderisce alla manifestazione del 15 marzo a Roma, “Una piazza per l’Europa” e, già da oggi, ha riunito tutti i suoi delegati per la X Conferenza economica, fino a domani in Auditorium della Tecnica all’Eur, per ribadire, da forza sociale ed economica del Paese, il suo impegno europeista.

“Vogliamo che l’Europa faccia l’Europa e non disattenda i suoi principi fondativi di pace e stabilità -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, davanti al ministro Francesco Lollobrigida-. Si risvegli, negli Stati membri, lo spirito del progetto comunitario per la coesione e la democrazia. L’Europa ragioni da superpotenza, riscriva i suoi processi decisionali e rafforzi la propria economia per creare valore e occupazione, salvaguardare libertà e diritti, anteponendo il cibo alle armi, lavorando per la sicurezza alimentare globale, fondamentale per il futuro”, ha aggiunto.

CIA PER L’EUROPA - Memori degli effetti devastanti di regimi e totalitarismi che spinsero la nascita dell’Ue garante, a oggi, del più lungo periodo di pace della storia, serve per Cia un rinnovato sforzo da parte di tutti i Paesi Ue, orientato a rafforzare il ruolo dell’Unione nei processi diplomatici. A tal riguardo, per Cia è prioritario intervenire sulle regole di funzionamento e sui meccanismi decisionali, attualizzando i Trattati europei, perché è cruciale superare il potere di veto da parte dei singoli Stati all’interno del Consiglio Ue. Inoltre, sotto il profilo della proposta legislativa serve che il Parlamento assuma un nuovo ruolo: la funzione esecutiva della Commissione Ue deve essere semplificata e velocizzata. Si rifletta sull’allargamento a nuove politiche comuni, come nel caso degli esteri e della difesa.

“È giunta l’ora della svolta e di posizioni nette -ha dichiarato Fini-. In primo luogo, rispetto alla guerra a un paio d’ore di volo da noi, lì dove è la Russia il Paese invasore e occupante a scapito dell’Ucraina che ha tutto il diritto di essere parte attiva nelle trattative di pace. Cia condanna, poi, sia l’azione terroristica di Hamas del 7 ottobre, sia la reazione spropositata di Israele nei confronti dei civili di Gaza. La risoluzione del conflitto è solo con due Stati: Israele e Palestina, entrambi riconosciuti dalle autorità internazionali e con pari diritti e doveri. L’Europa tuteli il multilateralismo, il ruolo delle Nazioni Unite e la Corte internazionale; gestisca unitariamente, con il contributo della cooperazione internazionale, le ripercussioni umanitarie delle guerre e affronti il dramma delle migrazioni con misure e progetti di integrazione condivisi tra Paesi”.

Quanto alle guerre commerciali, continua Fini: “L’Europa riconduca la follia dei dazi Usa sul piano della diplomazia e della negoziazione. Nel frattempo, a Bruxelles, si guardi con trasparenza all’economia dell’Eurozona -ha continuato-. Vanno rivisti i limiti strutturali e organizzativi dell’Unione, non basteranno politiche di riduzione dei deficit perché il Pil torni a risalire (crescita rallentata fino allo 0,1%, nel quarto trimestre 2024)”.

CIA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE - L’Italia cresce sopra la media Ue, dello 0,7% nel 2024. Germania, Francia, compreso il Regno Unito, con circa 23 miliardi di euro, hanno rappresentato insieme solo che un terzo dell’export agroalimentare Made in Italy. “È Il nostro capitale per il futuro -ha detto il presidente di Cia-, è minacciato dalla instabilità Ue e a corto di finanze, visto anche il debito nazionale, ma risorsa, non replicabile, a vantaggio dell’Europa intera. Occorre una maggiore consapevolezza condivisa tra gli Stati membri, a riconoscimento del valore aggiunto di ciascun Paese e in questo caso, tra l’altro, nella sfida più ampia per la sicurezza alimentare globale, che deve posizionare l’agricoltura, e il suo reddito, obiettivo chiave e comune, da incentivare e non sanzionare”.

Il ruolo del cibo e, quindi, dell’agricoltura è sempre più determinante e per questo -secondo Cia- l’Europa deve davvero cambiare passo. Le politiche restrittive, portino finalmente a una Pac che sia, davvero, solo per chi vive di agricoltura, con attenzione alle aree interne e fragili d’Europa. Servono più risorse economiche, ma anche più strumenti adeguati ai loro bisogni che vanno dalla semplificazione e alla gestione del rischio, alla costruzione di una nuova transizione green a misura del comparto.

Per affrontare i cambiamenti climatici, come per restare competitivi sui mercati internazionali occorrono -per Cia- investimenti fondamentali alla sostenibilità agricola, nella sua valenza economica, ambientale e sociale. A riguardo, Cia ha chiesto e ottenuto un Piano di gestione e resilienza della risorsa idrica Ue che ora deve galoppare. E ancora, Cia insiste perché su innovazione e tecnologia genetica e digitale, e sul supporto della ricerca, della formazione e della divulgazione, convergano risorse importanti, badando bene a fare dell’agricoltura di precisione, come delle Tea o dell’Ai, strumenti accessibili a tutti, qualunque sia la dimensione dell’azienda.

IL PUNTO NAZIONALE - L’Italia, dal canto suo, deve tirare fuori una reale e costante volontà politica del fare. Per Cia, bisogna lavorare alla costruzione di un modello agricolo più forte, capace di garantire redditività agli agricoltori, di tutelare i consumatori e rispettare l’ambiente.

Va recuperata la lungimiranza del Piano strategico nazionale sull’agricoltura, così come inteso da Cia e soprattutto orientato a: redistribuzione del reddito lungo la filiera, con provvedimenti efficaci sia a livello europeo che nazionale; reale snellimento burocratico; rafforzamento della direttiva sulle pratiche sleali attraverso contratti di filiera che garantiscano ai prodotti la giusta remunerazione; rilancio delle aree interne con una massiccia opera di ammodernamento e riqualificazione delle infrastrutture e dei servizi, fondamentali per le attività economiche e per contrastare lo spopolamento. Azioni per dare gambe all’agricoltura familiare, all’imprenditoria femminile e, più di tutto, al ricambio generazionale nei campi. Senza dimenticare la legge non più rinviabile sul consumo di suolo e la gestione fauna selvatica.

“Sebbene il nostro Paese abbia registrato nel 2024 un valore aggiunto agricolo oltre la media Ue -ha precisato Fini- abbiamo dovuto fare i conti con il drastico calo produttivo dei cereali, con le perdite della zootecnia, con le minacce reputazionali sul vino, con la riduzione quantitativa dell’olio d’oliva e altre produzioni tipiche del Made in Italy. A incidere non è stata solo la crisi climatica o la costante emergenza manodopera o le ripercussioni economiche delle tensioni geopolitiche internazionali. C’è stata un’Europa -ha concluso il presidente di Cia- che avrebbe dovuto ascoltare di più la voce degli agricoltori, perché la transizione ecologica fosse un’alleata e non finisse per fagocitare, inutilmente, il lavoro necessario che andava, invece, fatto per rafforzare la tenuta e la competitività dell’Unione, lavorando di più e meglio sul rispetto della reciprocità commerciale nei negoziati bilaterali, da ultimo il caso Mercosur, e anticipando di gran lunga le mire trumpiane”. 

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