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1 In Evidenza - 05 set 2025

SRD01 – Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole

La Regione Abruzzo ha pubblicato il bando SRD01 “Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro.
L’obiettivo è sostenere le imprese agricole che intendono innovare, migliorare la produttività e adottare soluzioni sostenibili, rafforzando così la competitività del settore.

Dotazione finanziaria e soglie di investimento

Il bando dispone di 15 milioni di euro, così ripartiti:

  • € 7,5 milioni per progetti fino a € 200.000

  • € 7,5 milioni per progetti oltre € 200.000

Sono ammissibili investimenti con:

  • importo minimo: € 20.000

  • importo massimo: € 3.000.000 (le eccedenze non vengono finanziate)

Intensità del sostegno

Il contributo base è pari al 50% delle spese ammissibili, con importanti maggiorazioni nei casi previsti:

  • 80% per giovani agricoltori (≤ 40 anni, insediati da non più di 5 anni)

  • 60% per aziende ubicate in zone montane, ZVN o aree Natura 2000

  • 80% per investimenti ambientali e in energia rinnovabile (es. riduzione inquinanti, efficientamento energetico, sistemi di irrigazione con risparmio idrico)

  • 60% per aziende biologiche (in fase di conversione o mantenimento)

È inoltre possibile combinare il contributo con il prestito Fi.R.A. a tasso zero, così da ridurre ulteriormente il fabbisogno finanziario.

Beneficiari

Possono presentare domanda:

Imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.), singoli o associati.

Requisiti principali:

  • Iscrizione alla CCIAA con Partita IVA agricola

  • Fascicolo Aziendale aggiornato e validato

  • Dimensione economica ≥ € 15.000 PS (≥ € 10.000 per aziende in montagna o aree svantaggiate)

  • Disponibilità giuridica dei terreni (proprietà, usufrutto o affitto ≥ 9 anni)

  • Realizzazione degli investimenti nel territorio abruzzese

Tipologie di investimenti ammissibili

Sono considerate ammissibili le seguenti spese:

  • Opere edilizie e infrastrutturali: fabbricati produttivi, serre, invasi idrici, stoccaggi, impianti per autoconsumo, bonifica amianto

  • Macchinari e attrezzature: destinati a produzione, trasformazione, commercializzazione, agricoltura di precisione

  • Software e brevetti legati al ciclo produttivo

  • Spese tecniche: fino al 4% del costo totale (8% in caso di opere edili)

  • Investimenti irrigui: ammessi solo se garantiscono un effettivo risparmio idrico, con sistemi di misurazione e nel rispetto della Direttiva 2000/60/CE

Scadenza

Le domande devono essere presentate entro il 19 dicembre 2025.


Per maggiori informazioni rivolgiti all'ufficio CIA a te più vicino.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Danni da fauna selvatica: CIA Abruzzo contesta la nuova procedura regionale e chiede un confronto immediato

CIA Abruzzo esprime profonda preoccupazione per la Delibera Regionale n. 516 del 5 agosto 2025, con cui la Regione ha approvato le nuove modalità operative per la concessione dei contributi per i danni da fauna selvatica.

In rappresentanza di centinaia di aziende agricole e zootecniche, la CIA Abruzzo denuncia l’impraticabilità delle procedure previste e chiede la sospensione immediata del provvedimento, accompagnata dalla convocazione urgente di un tavolo tecnico con le Organizzazioni Professionali Agricole.

“Pur riconoscendo il principio di garantire trasparenza e regole chiare”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “le nuove modalità operative rischiano di trasformarsi in un ostacolo insormontabile per le aziende, già duramente provate dai danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.

Tra le criticità segnalate:

  • Oneri procedurali insostenibili e tempi irrealistici, che paralizzano l’attività agricola e rendono difficile presentare domanda;

  • Meccanismi di accertamento iniqui, che espongono le aziende al rischio di sotto-indennizzo, soprattutto per i danni di entità ridotta;

  • Aleatorietà del risarcimento, subordinato alla disponibilità di fondi e privo di un fondo regionale dedicato e adeguatamente finanziato.

Per questo la CIA Abruzzo chiede:

  1. La sospensione della delibera dal 1° settembre 2025;

  2. La riscrittura condivisa delle procedure con le rappresentanze agricole;

  3. L’istituzione di un fondo regionale certo e adeguato;

  4. Il riconoscimento di un risarcimento integrale (100%) dei danni accertati, a tutela del ruolo economico e sociale degli agricoltori.

“Gli agricoltori e gli allevatori non possono essere lasciati soli davanti a un problema che mina la sostenibilità delle imprese e l’equilibrio del territorio”, conclude Sichetti, “Serve una risposta immediata, concreta e condivisa”.

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1 In Evidenza - 02 set 2025

Gaza: Cia, fermare la guerra e la carestia in atto

È inaccettabile usare la fame come arma di guerra. Anche l’Onu certifica che a Gaza è in corso una carestia, ora bisogna fermare questo scempio e garantire finalmente alla popolazione un accesso sicuro e senza ostacoli ad aiuti alimentari su vasta scala. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, sostenendo con forza tutte le iniziative umanitarie messe in campo, come quella della Global Sumud Flotilla.   


“L’accesso al cibo è sancito dal diritto internazionale e deve essere rispettato in ogni circostanza, anche nei conflitti -dice il presidente nazionale Cristiano Fini-. Come cittadini e come organizzazione di agricoltori, non possiamo restare in silenzio di fronte alla condizione di fame e malnutrizione massiccia che oggi colpisce la Striscia. Migliaia di persone, in primis donne, bambini e anziani, stanno lottando per la sopravvivenza, tra il blocco quasi totale degli approvvigionamenti e la distruzione sistematica di campi, mercati, infrastrutture idriche e stradali”. Adesso, continua Fini, “auspichiamo che la pressione internazionale sblocchi gli aiuti a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato e prolungato per consentire una vasta azione umanitaria salvavita e fermare la carestia, perché non è tollerabile trasformare un diritto fondamentale come il cibo in uno strumento di punizione collettiva”. 

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1 In Evidenza - 01 set 2025

CIA Abruzzo: “Agricoltura al primo posto per imprenditori over 70. Urgente investire su giovani"

L’agricoltura è il settore più colpito dall’invecchiamento imprenditoriale in Italia. Quasi un titolare su tre (28,3%) ha oltre 70 anni e più di due su tre superano i 55 anni. In Abruzzo, la situazione è ancora più marcata: secondo i dati Unioncamere e InfoCamere, il 14% delle aziende agricole è guidato da over 70, mentre i giovani sotto i 25 anni sono appena 330 su oltre 44.000 imprese.

Un fenomeno che si inserisce in un quadro di forte riduzione strutturale: dal 2010 al 2025 hanno chiuso i battenti 182.424 imprese agricole in Italia, pari a una contrazione del 21%, con oltre 200mila imprese individuali scomparse. In Abruzzo, la provincia di Chieti figura tra le più colpite a livello nazionale, con il 17,6% di over 70 tra i titolari e un incremento di quasi 5 punti percentuali in dieci anni.

“Il settore agricolo resiste, ma senza ricambio generazionale rischia di non avere futuro”, dichiara Nicola Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, “Non possiamo permettere che il peso delle aziende resti sulle spalle di una classe imprenditoriale che invecchia, senza garantire ai giovani opportunità reali di ingresso”.

Il problema è strutturale: solo il 9% delle aziende italiane è oggi condotto da under 40. Le difficoltà di accesso al credito, i costi di avviamento elevati e la burocrazia scoraggiano i giovani. “Occorre un piano straordinario che metta al centro i giovani agricoltori, sostenendoli con incentivi fiscali, formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica e transizione ecologica”, prosegue Sichetti, “Bisogna offrire strumenti moderni che rendano l’agricoltura non solo tradizione, ma un settore competitivo, sostenibile e redditizio”.

L’innovazione è la chiave per rendere l’agricoltura attrattiva: agricoltura di precisione, uso di droni e sensori, energie rinnovabili, gestione digitale delle aziende e pratiche sostenibili possono rappresentare il vero motore del ricambio generazionale. “La formazione dei giovani e il loro coinvolgimento nei programmi di ricerca e sviluppo devono diventare una priorità. È l’unico modo per trasformare l’invecchiamento in un’opportunità di rinnovamento”, conclude il Presidente della Confederazione.

A ribadire l’urgenza di interventi concreti arriva anche la voce dei giovani: Diego Pasqualone, Presidente Agia Abruzzo, sottolinea come “gli istituti di credito abbiano una responsabilità fondamentale in questa fase. Senza un reale sostegno finanziario i giovani restano fuori dall’agricoltura, nonostante entusiasmo e idee innovative. Servono strumenti di accesso al credito semplici, veloci e sostenibili, perché solo così possiamo trasformare la voglia di impresa delle nuove generazioni in aziende solide e capaci di competere”.

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1 In Evidenza - 25 ago 2025

Olio d’Abruzzo: qualità e valore crescono, mentre i produttori guardano con fiducia alla nuova annata

L’olivicoltura abruzzese conferma il suo ruolo strategico nello scenario nazionale, pur registrando per la campagna 2024/2025 un calo produttivo significativo. Secondo le elaborazioni ISMEA, l’Abruzzo ha prodotto 6.288 tonnellate di olio, in flessione del -24% rispetto al 2023 e del -21% rispetto alla media delle ultime quattro campagne, un dato più pesante rispetto alla media nazionale (-15%). La causa principale è la fisiologica annata di scarica, aggravata dalle difficoltà climatiche che hanno penalizzato le regioni del Sud.

La provincia di Chieti rimane il cuore della produzione regionale con 3,1 milioni di kg di olio, circa il 50% del totale, seguita da Pescara (25%), Teramo (23%) e L’Aquila (2%).

Nonostante i volumi in calo, la qualità degli oli abruzzesi è rimasta elevata. Le due DOP regionali, Aprutino Pescarese e Colline Teatine, hanno raggiunto nel 2025 quotazioni record di 12 €/kg, tra le più alte d’Italia, confermando il valore e l’identità dei prodotti locali.

Un passo decisivo per la valorizzazione del comparto è l’istituzione della nuova Indicazione Geografica Protetta “Olio d’Abruzzo”, fortemente voluta da CIA Agricoltori Italiani Abruzzo e approvata con parere favorevole dalla Regione (Determinazione n. 19/140 del 12 giugno 2024, pubblicata sul BURA n. 26 del 3 luglio 2024). L’IGP, ora in attesa del riconoscimento ministeriale, definisce standard di qualità elevati e promette ricadute positive sul reddito dei produttori locali.

“Il calo produttivo era in parte atteso, ma non deve oscurare la forza del nostro olio”, commenta Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo. “I valori record raggiunti sul mercato testimoniano la qualità, l’identità territoriale e l’impegno dei nostri produttori. Guardando al prossimo raccolto, tra circa un mese, le previsioni sono molto positive: la sanità del prodotto è ottima e ci attendiamo una raccolta in linea con le annate di carica. Questa prospettiva ci dà fiducia e conferma il grande potenziale dell’olivicoltura abruzzese. Allo stesso tempo, l’avanzamento dell’IGP Olio d’Abruzzo rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le produzioni locali, aumentare il reddito dei nostri olivicoltori e generare benefici anche sul paesaggio e sul turismo.”

Nonostante la riduzione dei volumi, l’olivicoltura resta un pilastro dell’agroalimentare abruzzese. Per CIA Abruzzo, la crescita dei prezzi, il riconoscimento delle DOP e l’IGP indicano chiaramente la strada da seguire: puntare su qualità, distintività e sostenibilità per consolidare la presenza dell’Abruzzo sui mercati nazionali e internazionali.

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1 In Evidenza - 18 ago 2025

Al via la vendemmia 2025 in Abruzzo: qualità alta, ma pesano giacenze e mercati in calo

È partita in Abruzzo la vendemmia 2025, anticipata in molte zone per le varietà bianche e precoci a causa del caldo di inizio stagione. I vignaioli sono già al lavoro tra la Costa dei Trabocchi, le colline teatine, la Valle Peligna e il Teramano. Le prospettive in campagna sono incoraggianti: le rese risultano regolari, lo stato sanitario delle uve è ottimo e, dopo due annate complesse, la produzione appare in ripresa, con aspettative qualitative molto alte.

L’improvviso downburst del 3 agosto caratterizzato da forte vento e grandine ha però colpito a macchia di leopardo diverse aree vitate, dalla costa al Chietino interno fino al Pescarese. A Fossacesia, in particolare, alcuni vigneti hanno subito danni nei filari più esposti.

Il Trebbiano e il Pecorino hanno già raggiunto un equilibrio ideale tra zuccheri e acidità, offrendo le basi per vini freschi e aromatici. Il Montepulciano, più tardivo, sta beneficiando delle escursioni termiche tra giorno e notte, condizione che favorisce maturazione fenolica e complessità aromatica. Nel complesso, il vigneto Abruzzo si presenta in buona salute e pronto a confermare l’identità territoriale che da sempre contraddistingue i suoi vini.

Accanto alle buone notizie in campagna, rimane però l’incertezza legata al mercato. Le cantine devono fare i conti con giacenze elevate, consumi interni stagnanti e un rallentamento delle esportazioni. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per i dazi statunitensi, che rischiano di pesare ulteriormente sull’export abruzzese. Per affrontare la situazione, la Regione ha scelto di introdurre un blocco temporaneo della produzione, una misura straordinaria volta a riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta e a contenere le eccedenze.

“L’annata 2025 ci consegna un quadro incoraggiante sul piano qualitativo”, commenta Nicola Sichetti, presidente di Cia Abruzzo, “Dopo anni difficili, i nostri vigneti hanno reagito bene e la vendemmia promette vini di grande identità. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali che arrivano dal mercato: consumi fermi, esportazioni rallentate e dazi ci obbligano a ragionare su un modello produttivo più equilibrato, che metta al centro la qualità e il valore del nostro vino. Il blocco temporaneo della produzione deciso dalla Regione va proprio in questa direzione: tutelare i produttori e il giusto rapporto tra domanda e offerta”.

La vendemmia proseguirà a più riprese fino a ottobre, con l’auspicio che il mese in corso non riservi altri eventi climatici estremi. 


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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 14 ott 2021

Lavoro: Donne in campo, parità salariale passo importante per società italiana

E’ stato fatto un passo importante per superare il cosiddetto gender pay gap, divario retributivo che penalizza, da sempre, le donne e rappresenta una piaga nel mondo del lavoro. Ora occorre il massimo impegno per una rapida approvazione al Senato, in modo da garantire al più presto una pari opportunità sui luoghi di lavoro". Così la presidente nazionale di Donne in Campo-CiaPina Terenzi, dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera della legge sulla parità salariale.

          “Il ruolo delle donne in agricoltura è sempre più vitale. In Italia sono oltre 200.000 le imprenditrici agricole, molte under 35, e il 40% della forza lavoro del comparto è “rosa”. Il loro ruolo è legato strettamente a una visione multifunzionale del settore –prosegue la Terenzi- che coniuga la produzione alimentare con welfare, tutela del paesaggio e salvaguardia della biodiversità. Questo le pone in prima linea di fronte ai cambiamenti in atto: dalle sfide della transizione verde, alla risposta alla terribile crisi pandemica”.

          Un aspetto del testo unico che viene reputato particolarmente importante è l'istituzione della "certificazione della parità di genere" con premialità per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere su opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.

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1 In Evidenza - 13 ott 2021

Anteprima mondiale Tartufo Bianco 2021. Boom da novembre e prezzi in calo

Per il tartufo bianco sarà una stagione complessa, ma che metterà comunque al riparo quantità e qualità del pregiato Made in Italy, tanto apprezzato sul mercato nazionale, ma soprattutto in quello estero che solitamente assicura il 70% della domanda, trainata da Cina, Giappone, Dubai e Usa. Sotto shock per i continui fenomeni atmosferici avversi, come la lunga siccità, il settore, che oggi vale oltre 500 milioni di euro e vede in campo più di 200 mila raccoglitori, dovrà continuare a destreggiarsi con una non nuova instabilità di prezzi e offerta, passando da un avvio di stagione scarso e con pepite piccole, al boom previsto per novembre con buoni livelli di crescita per cavatori, acquirenti e consumatori. I prezzi, potranno, quindi, oscillare tra 4.500 ai 2.000 euro al kg. A dirlo, oggi, i massimi esperti del settore, tornati a riunirsi a Roma, ospiti di Cia-Agricoltori Italiani presso l’Auditorium Giuseppe Avolio, per iniziativa dell’Accademia del Tartufo nel Mondo e con la partecipazione del sottosegretario Mipaaf, Gianmarco Centinaio.

L’appuntamento, che rappresenta l’Anteprima mondiale della stagione del Tartufo Bianco 2021, ha fatto il punto sul comparto dopo l’anno assai incerto della pandemia e in vista di una piena ripartenza che vorrà necessariamente alleato il settore della ristorazione mondiale, da sempre promotore ideale del prezioso prodotto italiano.

All’avvio di stagione, il quadro nazionale tra le regioni più rilevanti, ovvero Piemonte, Toscana, Marche e Umbria, presenta criticità sia sul fronte dell’offerta sia, di conseguenza, su quello dei prezzi con le quotazioni della Borsa di Acqualagna che al momento danno a 2 mila euro al kg la pezzatura 0-15 gr, a 3.200 quella da 15-50 gr e a 4 mila oltre i 50 gr.

“I tempi si allungheranno, ma si arriverà presto a un buon prodotto -ha spiegato meglio Giuseppe Cristini, presidente dell’Accademia-. Nelle Marche, sebbene non di grande caratura, si avranno pepite buone che non supereranno i 2.000 euro al kg. Novembre -ha poi aggiunto- darà in tutte le regioni, grandi soddisfazioni in termini di quantità e qualità”.

Guardando all’Umbria, ma con approccio sul lungo periodo, l’analisi di Olga Urbani, titolare della Urbani Tartufi, azienda storica del settore: “Erano anni che non ricordavamo una stagione così povera di prodotto. La mancanza di giuste piogge durante tutta l’estate sta causando un vero e proprio scompiglio economico per il nostro settore, non solo i prezzi stanno arrivando alle stelle, ma l’offerta è pari a zero, non solo in Italia ma anche nelle terre limitrofe. Ѐ un vero peccato, la domanda è altissima, i mercati cercano il Bianco e, incredibilmente, più degli anni passati, forse anche per un desiderio di rinascita post Covid. Dover rispondere di non averne è davvero difficile. Per questo motivo -ha continuato- ritengo che l’iniziativa dell‘Accademia del Tartufo nel Mondo, assuma un tono ancor più importante. Nei momenti bui va, infatti, trovata una soluzione e noi riteniamo di trovarla in Truffleland, la moderna azienda del Gruppo Urbani dedita alla Tartuficoltura, unica salvezza per le lacune di un prodotto così incredibile e ineguagliabile.”

Dunque, serve anche approccio positivo, come condiviso da tutti i partner riuniti in Cia tra i quali anche la F.I.C., Federazione Italiana Cuochi e Italia a Tavola che ha visto il suo direttore Alberto Lupini, alla moderazione dell’incontro.

Creare un modello incisivo per la valorizzazione il tartufo italiano come il migliore per qualità, identità e tradizioni, rispetto dell’ambiente e del rapporto con i cani, l’obiettivo rinnovato con l’evento in Cia ed espressione del valore di cui l’Accademia del Tartufo nel Mondo si fa garante con cavatori, chef e consumatori. Senza dimenticare la straordinaria forza della tartuficultura come bene rifugio della moderna agricoltura e il contributo alla più preziosa cucina Mediterranea.

“Nel tartufo c’è molto di più di una sola storia da raccontare e promuovere -è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Al mondo della ristorazione internazionale affidiamo, infatti, con le pepite, il legame tra tartuficoltura e attività agricola, la grande biodiversità dell’agroalimentare tricolore e, soprattutto, la rinascita delle aree interne, quei borghi che sempre di più stanno richiamando l’attenzione di investitori e turisti stranieri”.

Ad attrarre, come sottolineato più volte, anche il connubio tartufo e vino, insieme alla tradizione del tagliolino mantecato e alla qualità riconosciuta del Grana Padano. Un’estasi di degustazione raggiungibili grazie all’abbinamento con vini importanti, tra i quali un Arneis del Piemonte, un Vermentino di Gallura, un Bombino Bianco della Puglia e un Bianchello del Maetauro superiore delle Marche. E ancora una Vernaccia di San Gimignano dalla Toscana e un meraviglioso Riesling Renano dell'Alto Adige.

Per l’Accademia del Tartufo nel Mondo, si tratta, dunque, di raccontare l’unicità a tavola e di interpretare il valore sensoriale e culturale, culinario ed emozionali che i tartufi sanno creare con i giusti abbinamenti, perché l’Italia del tartufo fa scuola e può guidare il nuovo rinascimento della cucina italiana, ma anche internazionale, protagonista in piatti inaspettati con frutta o nocciola gentile, come anche in menù vegetariani e vegani delle grandi city.

            “Da qui dovrà nascere una grande Accademia sensoriale per il riconoscimento organolettico di tutte le tipologie di tartufo edibile -ha, infine, anticipato Cristini- e pensiamo anche a un grande Collegio Accademico dei migliori esperti e scienziati, per promuovere una ristorazione al tartufo tutto l'anno, partendo anche dalle giovani leve degli Istituti Alberghieri. Poi, conterà molto, investire sul turismo, accelerando la ripresa insieme ai ristoratori in occasione di Expo Dubai”.

“Le eccellenze del nostro Made in Italy agroalimentare hanno la capacità di emozionare grazie all'unicità dei loro sapori, al patrimonio di biodiversità e al legame con le regioni. Il tartufo è uno dei migliori ambasciatori del tricolore nel mondo -ha, infine, evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio- e in particolare il tartufo bianco è il nostro fiore all’occhiello. Sono le pepite d'oro della nostra terra e grazie alla collaborazione con gli chef e il mondo della ristorazione vengono ancora più valorizzate. Grazie al tartufo, i territori, anche quelli meno conosciuti, possono avere ulteriori opportunità di sviluppo, non solo economico ma anche turistico e sociale”.

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1 In Evidenza - 07 ott 2021

Siccità, Cia Abruzzo chiede gasolio agricolo agevolato per le imprese abruzzesi

Un aiuto alle imprese agricole abruzzesi che sono state messe in difficoltà a causa dei continui cambiamenti climatici. Cia Abruzzo tende la mano agli agricoltori chiedendo alla Regione l’assegnazione di gasolio agricolo a prezzo agevolato. 


“L’annata particolarmente siccitosa ha condizionato il normale svolgimento delle attività agricole”, afferma il Presidente di Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, “comportando, oltre ai danni, un aumento delle lavorazioni da eseguire sulle colture e, di conseguenza un maggiore utilizzo di attrezzature e quindi di carburante. Negli anni, le riduzioni previste con il nuovo sistema di assegnazione hanno notevolmente contribuito ad incidere su questa situazione di difficoltà, a volte mettendo in discussione dai funzionari quanto dichiarato dal produttore, in termini di attrezzature, disponibilità dell’azienda e lavorazioni da realizzare nei campi. Chiediamo che la Regione Abruzzo dia la possibilità di presentare la richiesta di supplemento che, in questa annata agraria, si rivela necessaria come evidenziato e che, considerata la situazione, il provvedimento venga attuato quanto prima”, conclude Di Zio. 


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1 In Evidenza - 04 ott 2021

Cia Abruzzo e URCA alleate per la promozione della cultura enogastronomica regionale, presentato il protocollo d’intesa

Presentato il nuovo protocollo d’intesa tra Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo e l’Unione Regionale Cuochi Abruzzesi (URCA) per promuovere e valorizzare la cultura enogastronomica regionale. 

Individuare e promuovere sinergie per il miglioramento delle produzioni agricole che sono alla base di quelle gastronomiche e agroalimentari, attraverso il rispetto dei criteri di qualità, tracciabilità, sicurezza alimentare, sostenibilità, trasparenza e territorialità; promuovere iniziative utili a diffondere l’informazione, l’identificazione, l’origine e la conoscenza dei prodotti agroalimentari favorendo la loro classificazione e valorizzazione lungo la filiera, per consentirne la rintracciabilità e trasparenza nel mercato di riferimento nonché la diffusione con particolare riguardo all’offerta di quelle tipiche e locali, anche attraverso la rete delle attività o delle strutture ristorative, agrituristiche  e dei mercati contadini: questi gli obiettivi principali del protocollo tra Cia Abruzzo e Urca, che da anni operano nel settore agroalimentare e di tutela del patrimonio agricolo regionale.


La presentazione stamane nel corso di una conferenza stampa presso l’Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara a cui hanno preso parte il Presidente di Cia Abruzzo, Mauro Di Zio, il Presidente dell’Unione Regionale Cuochi Abruzzesi, Lorenzo Pace e la dirigente scolastica dell’Istituto, Alessandra Di Pietro.


Con il protocollo le realtà coinvolte si impegnano a valorizzare il patrimonio di conoscenze ed informazioni proprie delle due organizzazioni, favorire lo studio dei problemi della gastronomia e della tavola italiana attraverso dei workshop tematici, campagne su specifici argomenti d’interesse o specifiche ricerche insieme ad università ed altri enti di ricerca, sostenere politiche di distribuzione, consumo e trasformazione nell’ambito della ristorazione che promuovano, più in generale, una migliore conoscenza dei prodotti agricoli italiani, delle carni di selvaggina e dei valori tradizionali della cucina abruzzese. 


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1 In Evidenza - 04 ott 2021

Latte: Cia, bene Tavolo al Mipaaf. Garantire prezzo equo ai produttori

Tutti d’accordo sulla necessità di rivedere le quotazioni del latte alla stalla e garantire un adeguato prezzo ai produttori, messi ko dall’aumento insostenibile dei costi delle materie prime sul fronte energetico e per l’alimentazione degli animali, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi degli allevatori già provati dalla pandemia. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta l’esito positivo del Tavolo Latte convocato ieri al Mipaaf, esprimendo soddisfazione per la presenza al Ministero di tutti i componenti della filiera, compresa la Grande distribuzione organizzata.

            “Siamo sicuri che tutto questo confluirà presto in un vero e proprio accordo di filiera -dice il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. L’obiettivo è arrivare velocemente a una revisione condivisa del prezzo del latte alla stalla, che garantisca una corretta remunerazione ai produttori e un’equa distribuzione del valore tra tutti gli attori della catena lattiero-casearia. La Gdo registra una crescita di prezzo di almeno il 3%, ora bisogna fare in modo di riconoscere anche agli allevatori una remunerazione più in linea con quella di mercato, tanto più adesso che gli aumenti delle materie prime e il post Covid non consentono nemmeno di coprire i costi di produzione del latte. Esistono ampi margini di miglioramento dei prezzi; apprezziamo inoltre l’impegno del ministro Stefano Patuanelli a istituzionalizzare il Tavolo, rendendolo permanente, per costruire insieme strategie di lungo periodo a sostegno del settore”.      

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1 In Evidenza - 04 ott 2021

Cia, no a Far West su crediti carbonio. Agricoltori siano protagonisti rivoluzione green

mercati volontari dei crediti di carbonio si stanno rapidamente diffondendo nel mondo e possono valere da38 ai 58 mld per l’agricoltura Ue, secondo stime della Commissione. Si tratta di strumenti finanziari che si inseriscono nell’ambito del Protocollo di Kyoto per compensare le emissioni generate dai diversi settori produttivi. Nonostante i proclami, in Italia mancano ancora regole chiare sul riconoscimento dei servizi ecosistemici dell’agricoltura, con il sequestro della C02 immagazzinata dai terreni e dalle coltivazioni arboreeIn America la compravendita è avviata e Biden pianifica la creazione di una banca che faciliti il mercato delle pratiche ecosostenibili in cui gli agricoltori mettono all’asta i loro crediti, equivalenti a tonnellate di carbonio organico catturato. Questi crediti vengono, quindi, commercializzati diventando opportunità di guadagno per le aziende rurali. Si viene, così, incontro alle grandi corporation che hanno necessità di compensare le proprie emissioni di gas serra con azioni di rimboschimento e piantumazione messe in opera dai farmer Usa. Cia-Agricoltori Italiani guarda con grande interesse a queste nuove opportunità offerte dalla rivoluzione green, ma chiede una regolamentazione chiara per evitare frodi (vendite multiple) e speculazioni finanziarieIn Italia, infatti, a differenza di altri Paesi europei, non c’è ancora una normativa o linee guida su come si generano e commercializzano questi crediti. Servono con urgenza protocolli che ne garantiscano trasparenza ed efficacia. Cia ricorda il caso di Microsoft che dopo aver attivato negli Usa un deal per acquisire un importante quantitativo di crediti da aziende agricole, ne ha rifiutati più di 5 milionper un deficit nei sistemi di misurazione e reporting dei benefici climatici.

Secondo il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, la strada da fare è ancora lunga: La gestione sostenibile dei terreni può avere un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Il sistema di certificazione dovrà definire degli standard di contabilizzazione del sequestro di carbonio per ogni tipologia di azienda agricola e quali saranno le modalità con cui gli agricoltori riceveranno le premialità. Le questioni che si aprono sono complesse –chiosa Scanavino-, i nuovi strumenti finanziari riusciranno ad attrarre una massa critica di aziende o potranno beneficiarne solo pochi grandi agricoltori in grado di adottare le tecnologie necessarie al monitoraggio della riduzione di emissioniE, soprattutto, le nostre aziende agricole riceveranno crediti anche per tutto quello che hanno fatto in passato per ridurre le emissioni di gas serra?”.

Come ultimo spunto di riflessione, Scanavino auspica, infine, che l’agricoltura non sia ridotta nel futuro a mero elemento di compensazione, a vantaggio del contributo del bilancio del carbonio per l’industria manifatturiera, ma vada sempre considerata una componente strategica essenziale dell’economia del nostro Paese.

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