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In Evidenza - 27 ott 2023
Cia: in duemila in piazza al grido “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non toglieteci il futuro!”
Oltre duemila agricoltori a Roma per dire, con Cia, “Non toglieteci il futuro”. Oggi la manifestazione nazionale della Confederazione ha riempito Piazza Santi Apostoli e le vie del centro di tantissimi produttori e allevatori arrivati da tutt’Italia, con cartelli e bandiere verdi, per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Per Cia, i conti non tornano e serve subito quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito.
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – “Noi non siamo il problema, ma la soluzione!”, ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando con forza il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green. “A dispetto di tutte le fake news -ha detto Fini- gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie; non c’è presidio del territorio e custodia del paesaggio, anche contro il dissesto idrogeologico; le aree interne si spopolano ed economia e società non sopravvivono. Abbiamo, dunque, buoni motivi per reclamare più attenzione per le nostre aziende agricole. Deve rimetterle al centro l’Italia così come l’Europa, che dovrebbe stare dalla nostra parte, invece di continuare a imporre norme e regolamenti dall’alto”.
I NUMERI DELLA CRISI – Eppure nessun settore agricolo è indenne dalla crisi ormai diffusa e generalizzata, tra emergenze geopolitiche, climatiche e fitosanitarie. L’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione dopo la siccità record del 2022, le gelate e soprattutto gli effetti delle alluvioni di maggio. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno, a causa degli attacchi distruttivi di peronospora, perdendo il primato mondiale a favore della Francia. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina, che rischia di distruggere un comparto da 11 miliardi. E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, esplodendo il divario tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%). Vale anche su frutta e verdura: i pomodori passano da 1,13 euro al chilo all’origine a 3,73 euro al consumo (+230%); le mele da 50 centesimi a 2,43 euro al chilo (+386%); le pere da 1,64 a 3,55 euro al chilo (+116%); persino la zucca di Halloween, da 65 centesimi a 2,76 euro (+325%). Il risultato è un calo del 60% del reddito netto delle imprese agricole, che fanno sempre più fatica a coprire i costi di produzione in continua ascesa (+16mila euro nell’ultimo anno per azienda).
LE PROPOSTE DI CIA – Ѐ ora, dunque, di risolvere i problemi e rispettare le aspettative del settore. Iniziando proprio dal garantire il giusto reddito agli agricoltori lungo la filiera, redistribuendo a monte una quota degli aumenti sulla tavola per creare un sistema più equilibrato; aggiornando la normativa sulle pratiche sleali certificando i costi di produzione agricola per assicurare prezzi dignitosi; riducendo le forme di finanziarizzazione legate alla produzione di materie prime. D’altra parte, senza reddito e cibo, la sovranità alimentare resta uno slogan. Ma non è tutto. Bisogna favorire l’aggregazione aziendale e incentivare la crescita delle Pmi, anche con una revisione degli strumenti di accesso alla terra e una legge sul ricambio generazionale, che vuol dire dall’altro lato agevolare l’uscita dal settore con una riforma strutturale per innalzare le pensioni minime agricole. Sul fronte manodopera, le difficoltà di reperimento richiedono procedure più semplici e flessibili, mentre sul caro-energia, Cia dice basta ad accise e Iva sui carburanti. Calamità naturali e crisi fitosanitarie, invece, sollecitano la riforma del sistema delle assicurazioni, nazionale e Ue, tanto più che oggi gli strumenti a disposizione coprono in media meno del 3% dei danni reali e i risarcimenti arrivano in estremo ritardo. Monta la protesta anche sulla fauna selvatica: gestione e ripristino dell’equilibrio sono le parole d’ordine, da tradursi subito in fatti. Infine, obiettivo aree rurali, dove per frenare l’abbandono serve riportare sui territori i servizi alle imprese e alla persona, mettere in sicurezza le infrastrutture e incentivare la digitalizzazione.
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CAA - Info Assistenza Tecnica - 24 ott 2023
Campagna PAC 2023-24 | Indicazioni per le semine
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In Evidenza - 23 ott 2023
Avversità atmosferiche primavera 2023: ultimo appello del mondo produttivo abruzzese alla classe politica regionale
Questo è l’ultimo appello che il mondo vitivinicolo abruzzese rivolge alla classe politica della Regione Abruzzo, di qualsiasi “colore” essa sia, per avere finalmente delle risposte concrete alla gravissima situazione che si è purtroppo determinata a seguito delle abbondantissime precipitazioni che hanno interessato l’intero territorio regionale nei mesi di aprile e maggio, piogge che in alcune aree hanno superato anche i 200 mm/mese, ossia circa il triplo della media del periodo, con conseguenze che potremmo definire senza esagerazione “catastrofiche” dal punto di vista produttivo. Infatti, a vendemmia ormai conclusa, possiamo confermare, con assoluta certezza, il calo della produzione di uve e di conseguenza di vino che in alcune cantine sociali della provincia di Chieti quest’anno supererà il 70%. Se dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo non sarà in grado di dare risposte chiare a sostegno del settore saremo costretti a scendere in piazza e condiviso ad unanimità dei presenti, siamo pronti a riconsegnare le tessere elettorali.
In questi mesi tutti gli aventi causa hanno prodotto dei documenti nei quali sono state avanzate specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e fornite indicazioni operative in merito. Ad oggi purtroppo sono arrivate solo risposte piuttosto generiche e l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento. In ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni ed in quello nazionale di 7 milioni, dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie, per la sola regione Abruzzo, se consideriamo unicamente il vino sfuso che mancherà, si stima una perdita netta di 150 milioni di euro. Ricordiamo che il settore enologico nazionale fattura più di 7 miliardi di euro senza ovviamente considerare tutto l’indotto.
Occorre andare oltre, con la richiesta di approvazione a livello nazionale di provvedimenti più importanti ed impattanti per la sopravvivenza, così purtroppo occorre dire, di migliaia di imprese vitivinicole.
Oltre ovviamente ad un indennizzo diretto alle aziende per la perdita di prodotto, di seguito si riassumono i principali punti sui quali si potrebbe intervenire tempestivamente: 1) Sospensione pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale ed interessi) per almeno due anni;
2) Sospensione e/o riduzione dei contributi INPS;
3) Azzeramento dei tassi di interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con una istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere. La situazione è veramente difficile soprattutto per numerose cantine sociali e per i loro soci che, se non adeguatamente aiutati e supportati, rischiano di vedere vanificare decenni di duro lavoro. La continuità aziendale di molte cooperative è, infatti, a rischio.
L’Abruzzo del vino non può permettersi di tornare indietro, nessuno ce lo perdonerebbe. Pertanto abbiamo deciso di convocare una conferenza stampa per chiedere a tutti gli Organi politici regionali ed anche nazionali, risposte concrete e compatibili con le tempistiche del caso. Ripetiamo che questo è l’ultimo appello che facciamo come mondo vitivinicolo, dopo non potremo fare altro che scendere in piazza con centinaia di produttori.
CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA
Giovedì 26 ottobre, ore 11.00, luogo ancora da definire
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Eventi - 13 ott 2023
Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Cia scende in piazza a Roma il 26 Ottobre
Lo stato di mobilitazione per rivendicare la centralità dell’impresa agricola e del suo reddito
“Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri”.
Ѐ questo lo slogan della manifestazione nazionale indetta da Cia-Agricoltori Italiani a Roma, giovedì 26 ottobre alle 9:30 in Piazza Santi Apostoli.
Saranno migliaia gli agricoltori in arrivo da tutta Italia per partecipare con la rappresentanza Cia, a partire dal presidente Cristiano Fini, all’azione di sensibilizzazione nel cuore della Capitale. Rimettere al centro l’impresa agricola e il suo reddito l’obiettivo della mobilitazione generale per tutelare il futuro dei produttori di fronte alle grandi emergenze e alle sfide globali che toccano il settore primario e il Paese intero.
Crisi di mercato e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica, risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news i temi chiave che Cia porterà in piazza nell’interesse della salute pubblica, dei territori, della sovranità alimentare e del Paese.
Per partecipare contatta i nostri uffici.
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In Evidenza - 07 ott 2023
Furti nelle campagne, agricoltori esasperati. Preoccupazione di Cia: “Serve un piano di sorveglianza”
La Cia Chieti-Pescara esprime profonda preoccupazione per la serie di furti e dispetti che si stanno verificando ai danni degli agricoltori nelle campagne di San Salvo e Cupello, in particolare nelle zone a ridosso della SS 650 Trignina.
Negli ultimi tempi, le zone rurali hanno assistito ad un aumento significativo dei furti, che coinvolgono attrezzature agricole, prodotti agricoli, ortaggi, gasolio, sementi per le future semine e persino animali. A raccogliere le prime testimonianze degli associati è il responsabile dell’ufficio di San Salvo, Nicola Scutti, “L’area colpita è molto vasta, stiamo parlando di ettari ed ettari di territorio”, afferma, “Vengono compiuti furti di ogni tipo: trattori che valgono migliaia di euro, ma non solo. Vengono rubati attrezzi, interi impianti di irrigazione, perfino il concime e quanto gli agricoltori utilizzano per i trattamenti fitosanitari. In ogni caso, si tratta di materiale costoso, la cui sottrazione arreca danni davvero molto ingenti”.
“A rimetterci sono gli agricoltori, e anche chi è assicurato riesce ad essere ristorato solo di una parte parziale del danno”, afferma il Presidente provinciale, Domenico Bomba, “Per contrastare il fenomeno invitiamo gli agricoltori a denunciare e chiediamo di aumentare la presenza delle forze dell'ordine nelle aree rurali e migliorare la sorveglianza per prevenire ulteriori atti criminali. Come Cia ci impegniamo a collaborare con le autorità chiedendo al Prefetto finanziamenti per installare telecamere collegate con le forze dell'ordine nei punti strategici delle viabilità rurali”.
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In Evidenza - 04 ott 2023
Vitivinicolo: fondi e procedure insufficienti a sostegno dei danni da peronospora, Cia annuncia mobilitazione
“Dalla Regione Abruzzo due milioni e mezzo di euro da impegnare entro fine anno con una procedura tutta da definire, una ipotesi con un tetto di 10mila euro ad azienda per chi ha avuto un danno superiore al 50%, e la stessa somma per il 2024 per fronteggiare i danni da peronospora. Questo significa non aiutare neanche un terzo delle aziende colpite. Le procedure e le somme del ministero ad oggi hanno tempi indefiniti. È proprio il caso di dire: l’elefante ha partorito il topolino”.
Esprime disapprovazione il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, a seguito del Tavolo Verde regionale ed annuncia una massiccia mobilitazione in tutto il territorio per protestare contro l'insufficienza dei fondi stanziati per combattere gli effetti devastanti della peronospora.
Quest’anno la produzione di uva da vino è stata drasticamente ridotta a causa delle persistenti e abbondanti piogge di maggio e giugno che hanno causato la diffusione di spore fungine, provocando ingenti danni alle produzioni agricole e mettendo a rischio la sostenibilità economica di numerose aziende del comparto.
I danni medi in Abruzzo sono considerevoli con perdite superiori al 50%.
Cia Abruzzo ha sollevato ripetutamente l'allarme riguardo a questa grave minaccia per il settore, sottolineando l'urgente necessità di fondi adeguati per prevenire e combattere la peronospora.
"Gli agricoltori abruzzesi sono in grave difficoltà”, ha affermato il Presidente regionale, “Abbiamo bisogno di un sostegno finanziario adeguato per investire in misure preventive, nella ricerca di nuove soluzioni e nella riparazione dei danni subiti. Purtroppo, i fondi attualmente stanziati dal governo sono del tutto insufficienti, soprattutto rapportati alle cifre che vengono destinate ad altri interventi".
“Dopo mesi di dialogo e di sollecitazioni le risposte sulla crisi del settore vitivinicolo sono inadeguate”, commenta Domenico Bomba, Presidente Cia Chieti-Pescara, “Avevamo chiesto al Governo di mettere in campo strumenti straordinari e adeguati per ristorare gli agricoltori ma i risultati ad oggi sono deludenti.
Non si può sottovalutare e gestire in questo modo una delle crisi più importanti del settore trainante dell’economia agricola abruzzese. Per non parlare della totale mancanza di attenzione al mondo delle cooperative. Siamo pronti a mobilitarci per rivendicare i giusti aiuti e la giusta attenzione. Nei prossimi giorni renderemo pubblica la data e la forma della mobilitazione su un problema che non può essere più rimandato”, continua Bomba.
La mobilitazione rappresenta un appello alla classe politica affinché prenda seriamente in considerazione le esigenze dell'agricoltura e metta a disposizione risorse e procedure adeguate per affrontare la crisi della peronospora. Gli agricoltori chiedono inoltre un dialogo costruttivo con il governo per sviluppare soluzioni a lungo termine per proteggere il settore agricolo dagli effetti devastanti di questa malattia.
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