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1 In Evidenza - 03 nov 2025

Ue: Cia, accordi commerciali solo con reciprocità e vera tutela per gli agricoltori


Gli accordi commerciali devono servire a creare efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non a scaricare i costi sulle imprese agricole. È questo il messaggio che il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha portato al Masaf, nell’incontro con il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ribadendo la posizione dell’organizzazione: reciprocità e tutela effettiva dei produttori devono essere il punto di partenza di ogni trattativa internazionale.
“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri -ha detto Fini-. L’Europa deve garantire parità di regole e condizioni per tutti: solo così gli accordi possono essere strumenti di crescita e non di crisi”.

Cia ha richiamato la necessità di una valutazione d’impatto cumulativa sui vari accordi commerciali oggi in discussione, affinché la politica commerciale dell’Ue non diventi un fattore di instabilità per i mercati agricoli. Allo stesso tempo, ha chiesto clausole di salvaguardia realmente efficaci e tempestive per proteggere le produzioni sensibili.

Nel corso dell’incontro, Cia ha sollecitato il commissario Ue a rilanciare con decisione il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo “zero per zero” sui dazi, a partire dal vino. “La stabilità nei rapporti con Washington è prioritaria”, ha spiegato Fini, ancora di più “dopo i pesanti segni di rallentamento del nostro export agroalimentare verso gli Usa, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024” e anche “contro il rischio di nuovi dazi antidumping sulla pasta italiana”.

Sul dossier Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per l’insufficienza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. “Servono meccanismi automatici e vincolanti, non discrezionali -ha osservato Fini-. Abbiamo necessità di maggiori certezze giuridiche rispetto alle soglie previste del 10% e di un sistema di monitoraggio trasparente e veloce per evitare l’import incontrollato di carne bovina, pollame, miele, zucchero e riso, che rischiano di mettere in crisi le filiere europee”.
Cia, infine, ha richiamato l’attenzione di Šefčovič sulla revisione del Regolamento SPG (Sistema di Preferenze Generalizzate). “Siamo preoccupati, il riso europeo non può essere lasciato senza difese -ha evidenziato Fini-. Per questo, occorre arrivare a stabilire una soglia di importazione ragionevole, da ripartire tra i Paesi beneficiari secondo le tendenza storiche di import, al fine di evitare concentrazioni eccessive e distorsioni di mercato”.

“Gli agricoltori europei non chiedono protezionismo -ha concluso il presidente di Cia- ma parità di condizioni. Solo con reciprocità, regole uguali per tutti e strumenti di tutela rapidi potremo affrontare la sfida della competitività globale senza sacrificare la nostra agricoltura”.

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2 In Evidenza - 24 ott 2025

CIA Talent debutta alla Fiera Progress: formazione e lavoro per i giovani del territorio

È stato presentato oggi, alla Fiera Progress di Lanciano, CIA Talent, il nuovo programma di CIA Agricoltori Italiani Chieti-Pescara dedicato alla formazione e all’inserimento dei giovani nel mondo dei servizi agricoli e sociali.

L’iniziativa nasce all’interno di CIA Next, il piano strategico di innovazione e sviluppo 2026–2028, e punta a costruire un vivaio di competenze locali, offrendo ai giovani un percorso chiaro, meritocratico e orientato al lavoro.

L’evento, moderato dalla giornalista Francesca Piccioli, ha visto i saluti di Ombretta Mercurio, Presidente Lancianofiera e di Domenico Bomba, presidente CIA Chieti-Pescara. A seguire gli interventi di Alfonso Ottaviano, Direttore CIA Chieti-Pescara, Serena Giuliani, Sales Development e Marica Micolucci di GEVI che hanno spiegato il dettaglio del funzionamento del tirocinio formativo, insieme alle testimonianze di giovani che hanno già avviato il loro percorso all’interno della rete CIA.

CIA Talent accompagna i giovani in un percorso che parte dall’orientamento, con la presentazione dell’organizzazione e la candidatura online, e prosegue con una formazione mirata su competenze tecniche e trasversali.
Segue una fase di stage e affiancamento pratico nelle sedi territoriali CIA Chieti-Pescara, per poi arrivare alla valutazione finale e all’inserimento lavorativo dei profili più idonei.

“CIA Talent è un progetto che guarda lontano: un investimento sulle persone e sul futuro della nostra organizzazione,” ha dichiarato Alfonso Ottaviano, direttore CIA Chieti-Pescara, “Attraverso la formazione e la valorizzazione delle competenze, vogliamo costruire una nuova generazione di professionisti che portino innovazione, efficienza e vicinanza al territorio.”

La selezione avverrà con il supporto della società Aaron King International del gruppo Reverse, specializzata in HR e recruiting, in sinergia con i responsabili CIA. Il programma è inoltre integrato con il Servizio Civile INAC, creando un canale di crescita coerente e continuativo per i giovani che vogliono costruire un futuro nel sistema CIA.

L’obiettivo è rafforzare la presenza CIA sul territorio, valorizzando il capitale umano abruzzese e promuovendo ricambio generazionale, innovazione e qualità nei servizi rivolti agli agricoltori e ai cittadini.

Da oggi 24 ottobre 2025 è attivo il form online di candidatura sul sito ufficiale: www.cia-business.odoo.com/cia-talent

Gli interessati, studenti, neodiplomati e neolaureati under 25, possono inviare la propria candidatura e partecipare alle selezioni.

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1 In Evidenza - 22 ott 2025

CIA: Bene la declaratoria di eccezionalità per le avversità atmosferiche. Ora risposte rapide e concrete per le aziende

CIA Abruzzo CIA Chieti–Pescara esprimono grande soddisfazione per la decisione della Giunta regionale che ha approvato la declaratoria dell’eccezionalità delle avversità atmosferiche che tra il 2 luglio e il 3 agosto 2025 hanno colpito i territori agricoli di Pescina, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Fossacesia, Rocca San Giovanni, Treglio e Frisa, con danni stimati in oltre 31 milioni di euro.

Il provvedimento riconosce ufficialmente la gravità del downburst del 3 agosto, un evento atmosferico di straordinaria intensità che ha devastato ampie zone della provincia di Chieti, in particolare Fossacesia, Frisa, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Bucchianico e Casalincontrada, causando perdite tra il 50% e il 90% delle produzioni di vite, olivo, ortaggi, frutta e pomodori, oltre a danni gravi a serre, impianti e strutture aziendali.

“È un risultato importante per il nostro comparto”, dichiara il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti, “Fin dalle prime ore successive all’evento abbiamo raccolto le segnalazioni degli agricoltori, documentato i danni e chiesto con forza il riconoscimento della calamità naturale. Oggi arriva una risposta concreta alle nostre richieste.”

“Il riconoscimento dell’eccezionalità”, aggiunge il presidente di CIA Chieti–Pescara, Domenico Bomba, “è il primo passo verso il ristoro delle imprese che hanno perso quasi tutto. Ora serve che i tempi per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale siano rapidi e certi, perché le aziende non possono più attendere.”

Le confederazioni rinnovano l’appello alla Regione e al Governo affinché vengano adottate misure strutturali di prevenzione e adattamento climatico, potenziando la rete irrigua, gli strumenti assicurativi agevolati e gli interventi di difesa attiva, per proteggere il patrimonio agricolo e il reddito degli imprenditori.

“Questo evento”, conclude Sichetti, “è l’ennesima prova che il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno. La politica deve essere pronta a sostenerci con strumenti efficaci, rapidi e moderni.”


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1 In Evidenza - 21 ott 2025

CIA Abruzzo: “Regolamento sul territorio rurale va semplificato, troppe barriere per le aziende agricole”

CIA Abruzzo lancia l’allarme sulla bozza del “Regolamento degli Interventi sul Territorio Rurale” (Art. 63 della L.R. 58/2023), definito oggi un ostacolo più che uno strumento di crescita per le piccole e medie imprese agricole della regione.

“Abbiamo analizzato con attenzione la bozza e riconosciamo l’intento della Regione di dotare il settore di uno strumento moderno per sostenere gli investimenti”, spiega Nicola Sichetti, presidente CIA Abruzzo, “Tuttavia, la realtà delle procedure evidenzia criticità concrete che possono bloccare le aziende prima ancora che possano usufruire dei benefici previsti.”

La burocrazia è eccessiva: per presentare un Progetto di Sviluppo Aziendale servono decine di documenti e professionisti esterni, con tempi e costi spesso insostenibili.

Il vincolo decennale di conduzione aziendale e mantenimento del bilancio attivo è troppo rigido: il settore agricolo è volatile e soggetto a crisi climatiche e di mercato, e dieci anni rischiano di trasformare un investimento in un vincolo oppressivo.

Il PSA Semplificato, pensato per le piccole aziende, è inefficace: troppe aree, comprese quelle naturali protette, sono escluse, lasciando fuori proprio chi più ha bisogno di strumenti snelli per modernizzarsi.


CIA Abruzzo propone di:

  • Introdurre un Documento Unico di Progetto (DUP) per ridurre tempi e costi e semplificare la valutazione.

  • Ridurre il vincolo decennale a cinque anni, consentendo aggiornamenti del piano aziendale in base al mercato e alle condizioni ambientali.

  • Rendere il PSA Semplificato realmente fruibile anche nelle aree vincolate, per interventi a basso impatto paesaggistico, con la compatibilità valutata dagli enti competenti.

“Snellire le procedure non è un favore agli agricoltori, ma un investimento strategico per il futuro dell’economia rurale abruzzese,” conclude Sichetti, “Accogliere queste proposte significherebbe trasformare un regolamento oggi inapplicabile in un vero alleato delle nostre imprese, liberando energie e risorse per competitività, sostenibilità e tenuta sociale dei territori rurali.”

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1 In Evidenza - 18 ott 2025

PAC 2025, primi 18,8 milioni alle aziende abruzzesi: CIA Abruzzo, “Boccata d’ossigeno, ma i tagli continuano a pesare"

“Bene i pagamenti Pac ma non cancellano le difficoltà del settore”. È partita la campagna di pagamenti PAC 2025 con l’erogazione dei primi 18,8 milioni di euro destinati alle aziende agricole abruzzesi.

Tuttavia, le difficoltà strutturali del settore restano evidenti e il rischio derivante dai tagli complessivi alla PAC futura continua a preoccupare.

“Va bene ricevere gli anticipi: sono risorse che gli agricoltori si sono guadagnati con il loro lavoro quotidiano”, sottolinea il presidente di CIA Abruzzo, Nicola Sichetti. “Ma non possiamo dimenticare che la PAC post-2027, secondo le stime nazionali, subirà un ridimensionamento significativo: il peso della politica agricola comune scenderà dal 31% al 15% delle risorse complessive, con una perdita di circa 9 miliardi per l’Italia rispetto al periodo attuale. Questo riduce le prospettive di sostegno per le nostre aziende e mette sotto pressione l’intero comparto. Gli anticipi aiutano, ma non sono un regalo.”

La PAC attuale ammonta a 378 miliardi a livello europeo, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi. “In un periodo segnato dagli effetti del cambiamento climatico, dall’instabilità dei mercati e dalle sfide geopolitiche, servono risorse certe e adeguate, non solo anticipi temporanei”, aggiunge Sichetti.


Particolare attenzione va alle aree interne e montane, spesso marginali ma cruciali per l’economia e il territorio regionale. “Presidiare questi territori significa proteggere biodiversità, paesaggio e comunità locali. Sostenere le aziende agricole significa proteggere l’Abruzzo nel suo insieme.”

CIA Abruzzo si unisce alla preoccupazione espressa da CIA-Agricoltori Italiani e sostiene l’obiettivo di far cambiare rotta alla Commissione Europea, evitando che si frammenti e si indebolisca una delle politiche fondanti dell’UE.

“Gli anticipi PAC sono un segnale positivo, ma non devono farci dimenticare le criticità strutturali e i tagli in arrivo”, conclude Sichetti. “Continueremo a sollecitare attenzione e sostegno, perché il lavoro degli agricoltori merita risposte concrete e durature. Gli anticipi aiutano oggi, ma senza un flusso stabile di risorse, i tagli continueranno a penalizzare le imprese e a mettere a rischio l’intero settore agricolo regionale.”

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1 In Evidenza - 17 ott 2025

Donne in Campo-Cia: un piano d’azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali


Dalla ripresa degli incentivi dedicati all’introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”, oggi a Roma in Auditorium Giuseppe Avolio. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.

“Vogliamo costruire un piano d’azione che parte dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole -ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi- pilastri di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo”.

In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355 mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470 mila persone. In totale, oltre 800 mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. Eppure, ha sottolineato Terenzi, “questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi – dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori – limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale”.

Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi “fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori -ha ribadito Terenzi- e per trasformare l’impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese”.

Tra le proposte, l’introduzione del co-manager dell’imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell’attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori. Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l’imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.

Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell’associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l’Università di Cassino e SIDEA sull’impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.


“In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione -ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini-. La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l’efficienza dell’intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell’energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali”.

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News Cia Abruzzo

1 In Evidenza - 16 feb 2022

Vino: Cia, bene voto Parlamento Ue, tutela salute senza demonizzare consumo

Dal Parlamento Ue è arrivata la risposta giusta per tutelare la salute dei cittadini senza demonizzare settori fondamentali per l’economia e la tradizione del Made in Italy, come il vino, riconoscendo che esiste un consumo moderato e responsabile delle bevande alcoliche e che è l’abuso, invece, a essere nocivo e pericoloso. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito al voto in plenaria oggi a Strasburgo sul Cancer Plan, ringraziando gli europarlamentari per il grande lavoro fatto sugli emendamenti poi votati in aula.

            “Sosteniamo e condividiamo gli sforzi della Commissione nella lotta al cancro -spiega il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- che rappresentano un passo avanti importante per il futuro della salute dei cittadini europei. Ma questi sforzi devono tenere conto delle eccellenze agroalimentari, come il vino ma anche la carne, che da sempre fanno parte dello stile di vita europeo e che caratterizzano la Dieta Mediterranea”.

            Ancora di più con la pandemia, per Cia è importante tornare a mettere a fuoco la salute delle persone, che passa per lo screening delle malattie, ma anche per l’educazione e la promozione di corretti stili di vita e di un’alimentazione sana e diversificata.

            “Le future politiche europee, dalle nuove norme in materia di etichettatura alla revisione della politica di promozione, devono essere definite seguendo questi principi -aggiunge Scanavino- e il faro deve essere sempre la nostra Dieta Mediterranea, patrimonio dell’Unesco da più di 10 anni, basata su varietà e biodiversità degli alimenti e stagionalità dei prodotti, nonché su un legame unico con il territorio e la sua cultura”.

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1 In Evidenza - 16 feb 2022

Cia Abruzzo: aumentano i Comuni per la produzione di uva in deroga

Aumentano i Comuni che possono produrre in deroga in Abruzzo. Con una lettera indirizzata alla Regione, lo scorso 12 gennaio 2022, Cia Agricoltori-Italiani Abruzzo ha chiesto che vengano inseriti un maggior numero di Comuni tra quelli in cui poter produrre quantità maggiori di 300 quintali di uva da vino per ettaro, secondo quanto disposto dal nuovo articolo 8 della Legge 12 dicembre 2016 (deroga alla resa massima per ettaro). Il decreto indicava un numero di soli cinque Comuni autorizzati alla produzione di queste quantità: Miglianico, Paglieta, Santa Maria Imbaro, Tollo e Villalfonsina. Lo stesso atto ministeriale consente a Regioni e Province Autonome di chiedere l'inserimento di altri Comuni nelle aree con vigneti in deroga, a condizione che almeno il 25% dei viticoltori che hanno coltivato uva per vini generici in quei territori dal 2015 al 2019, abbia avuto una resa maggiore ai 300 quintali per ettaro. 

L’appello  è stato accolto dalla giunta regionale e dall’assessore all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, anche a seguito del Tavolo verde convocato dall’organizzazione lo scorso 28 gennaio, ampliando anche a ulteriori Comuni le aree vitate in cui sarà possibile produrre in deroga, oltre ai Comuni che erano già stati inseriti.


“Un risultato positivo”, afferma Mauro Di Zio, presidente Cia Abruzzo, “Riteniamo che anche molti altri Comuni abbiano i requisiti per poter usufruire della deroga evitando problemi soprattutto alle aziende vitivinicole che conferiscono alle cantine sociali”, spiega il presidente, “Nella provincia di Chieti, che è quella maggiormente vitata, ci sono Comuni in cui i produttori, già nelle precedenti vendemmie, hanno raggiunto rese superiori ai 300 quintali per ettaro, proprio per questo parametro riteniamo l’ampliamento giusto e opportuno”, continua Di Zio, “Pur riconoscendo la validità della Legge, chiediamo, inoltre, di creare un periodo di transizione affinché il processo sia graduale. Siamo favorevoli alle innovazioni normative, ma a patto che siano rispondenti alle realtà del territorio”.


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1 In Evidenza - 15 feb 2022

Grano: Cia e Italmopa insieme per costruire una “filiera bio equa italiana”

Collaborare per sviluppare e promuovere insieme progetti di filiera del grano 100% biologico italiano, con l’obiettivo di soddisfare i requisiti di qualità e sostenibilità e di garantire il giusto prezzo a tutti i soggetti coinvolti. Questo il senso del protocollo d’intenti siglato oggi a Roma dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, e dal presidente della Commissione Prodotti biologici di Italmopa, Nicola De Vita.

Lo scopo delle due organizzazioni è quello di costruire una vera e propria “filiera bio equa italiana”, partendo dai primi anelli della filiera, vale a dire produttori agricoli e industria molitoria, per poi allargarlo agli altri attori, fino alla Grande distribuzione organizzata.

Alla base del protocollo, la consapevolezza della centralità del settore biologico, sia per i consumatori, sia per le nuove politiche comunitarie e nazionali, dalla Pac al Green Deal al PNRR, in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale.

D’altra parte -ricordano Cia e Italmopa- in Italia l’agricoltura biologica conta 2 milioni di ettari coltivati, il 16% circa (330.284 ettari) destinato ai cereali, di cui il 34% al grano duro e il 10% al frumento tenero; oltre a impegnare 80.000 operatori per un valore alla produzione di 3,5 miliardi di euro. Anche nella sfida europea, ovvero arrivare entro il 2030 a destinare il 25% dei terreni agricoli al bio, l’Italia risulta in vantaggio, con una percentuale di coltivazioni dedicate al 16% contro l’8% della media Ue.  

Per questi motivi, con il protocollo d’intenti firmato oggi, Cia e Italmopa intendono adoperarsi per promuovere equi accordi commerciali fra i soggetti coinvolti, improntati al giusto prezzo, con l’impegno a collaborare per la definizione dell’opportuno meccanismo di definizione dei prezzi, della tipologia di contratti e della loro durata.

Inoltre, le due organizzazioni vogliono condividere gli obiettivi di qualità, dai requisiti della materia prima agli sfarinati al prodotto finito, nonché valorizzare la trasparenza e la tracciabilità delle filiere, l’origine italiana del grano biologico ovvero le specifiche aree territoriali regionali vocate del Paese.

L’obiettivo finale resta quello di comprendere, in tali accordi di filiera, tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli stoccatori, dai primi e secondi trasformatori alla Gdo. Con due considerazioni sullo sfondo: pagare il giusto prezzo ad agricoltori e molini è indispensabile per permettere la programmazione della produzione di grano, mentre oggi il ruolo della Grande distribuzione è sempre più centrale per poter valorizzare i prodotti biologici sul mercato.

In particolare, Cia e Italmopa si impegnano a favorire, tra le proprie strutture, modalità quali Contratti di Filiera e Contratti di Coltivazione, con dettagliati disciplinari di produzione tracciati, particolarmente avanzati dal punto di vista ambientale e sociale, promuovendo al contempo la ricerca e i processi innovativi, per esempio l’utilizzazione di strumenti digitali come la Blockchain.

“Questo protocollo d’intenti è un contributo importante per consolidare e rafforzare i rapporti nella filiera del grano bio Made in Italy -hanno detto i presidenti Scanavino e De Vita- e costruire percorsi sempre più green e di qualità, riconoscendo contemporaneamente il giusto reddito a tutte le componenti della catena produttiva, dal campo allo scaffale”.      

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2 In Evidenza - 13 feb 2022

VIII Assemblea Elettiva provinciale: Domenico Bomba è il nuovo Presidente Cia Chieti-Pescara

Domenico Bomba è il nuovo Presidente di Cia Chieti-Pescara. Nella giunta provinciale da otto anni e vice presidente da quattro, Bomba è subentrato a Nicola Sichetti che ha guidato l’organizzazione per otto anni consecutivi esaurendo i due mandati previsti dallo Statuto. Domenico Bomba, 55 anni, di Lanciano, è stato eletto dall’VIII Assemblea elettiva provinciale che si è tenuta nella mattinata di ieri all’interno del padiglione “Daniele Becci” del Porto turistico Marina di Pescara.

La relazione di apertura del presidente uscente Nicola Sichetti ha ripercorso le tappe più significative del suo mandato analizzando i risultati raggiunti e le sfide ancora aperte ricordando i valori che hanno orientato la sua presidenza all’interno dell’organizzazione. “Le scelte compiute in questi anni hanno reso la Cia Chieti-Pescara sempre più solida e strutturata, sia dal punto di vista politico che gestionale e amministrativo riuscendo ad affrontare anche situazioni più ostiche come l’emergenza pandemica”, afferma Sichetti, “Per questo ringrazio chi mi ha affiancato nel mio percorso di cui ho apprezzato l’efficienza professionale e morale. Sono certo che la nuova direzione porterà la nostra organizzazione a raggiungere obiettivi sempre migliori”

A seguire gli interventi dei rappresentanti istituzionali presenti che hanno evidenziato quanto l’organizzazione sia importante per il tessuto economico e sociale del territorio, nell’ottica di una sempre più proficua collaborazione tra gli enti. Bomba sarà affiancato dalla vicepresidente Beatrice Tortora e da Alfonso Ottaviano, riconfermato direttore. Eletto anche il nuovo comitato esecutivo formato da Anna Maria D’Alonzo, Cristino D’Ercole, Pierluigi Pace, Diego Pasqualone, Alessandro Impicciatore, Antonio Chinni, Valterio Paolucci e Nicola Sorgini. 

La precondizione che ci poniamo di mettere in campo è quella di continuare ad operare con grande oculatezza gestionale per garantire sostenibilità nel tempo e nuove opportunità di investimenti e crescita a tutta l’organizzazione”, così il neo presidente Bomba nel suo primo discorso programmatico, “Fin dall’inizio della mia carriera da imprenditore agricolo nel settore vitivinicolo, sono sempre stato parte di questa associazione, ne ho sempre apprezzato la serietà e professionalità e questa convinzione è maturata ancor di più negli anni in cui ho avuto l’onore di diventarne dirigente dandomi la possibilità di acquisire una approfondita conoscenza delle problematiche del settore agricolo. Risulterà prioritario consolidare e rafforzare la nostra capacità di ascolto degli agricoltori, affronteremo la problematica della carenza di risorsa idrica, cercando di offrire proposte e soluzioni ai consorzi di Bonifica di nostra competenza. Per quanto attiene il problema della fauna selvatica”, continua, “potenzieremo il lavoro degli Atc cercando di far prevalere gli interessi degli agricoltori rispetto a quelli del mondo venatorio. Tutti i comparti produttivi del settore agricolo avranno la giusta attenzione e considerazione, promuoveremo l’attività agrituristica, la vendita diretta e l’agricoltura sostenibile. Ringrazio Nicola Sichetti per aver saputo guidare con capacità e attenzione la nostra organizzazione e ringrazio tutti i soci per la fiducia accordatami”. 

Fondamentali, infine, gli interventi di Claudia Merlino, direttore generale Cia - Agricoltori Italiani e di Mauro Di Zio, presidente Cia Abruzzo e vice presidente Cia nazionale, che hanno ribadito il ruolo importante dell’agricoltura come attività di interesse strategico per l’intera società.


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1 In Evidenza - 12 feb 2022

San Valentino: Cia, con rose estere alle stelle, 50% coppie sceglierà bouquet Made in Italy

Un San Valentino con pochi mazzi di rose, il cui prezzo al dettaglio è arrivato fino a 10 euro (+40%) per il fiore a gambo lungo, sopra i 70cm. Il 50% delle coppie innamorate sceglierà, dunque, bouquet misti in cui prevale prodotto tipico Made in Italy, composizioni più economiche -30 euro in media-, con varie tipologie: ranuncoli, fresie, anemoni, gerbere, alstroemerie, garofani (tutti da 1,5 a 2 euro a stelo) e al centro una singola rosa rossa. Il garofano viene anche usato il 14 febbraio per le classiche composizioni a forma di cuore. Cia-Agricoltori Italiani ricorda come il settore del fiore reciso italiano sia particolarmente legato (a differenza del Nord Europa) alle ricorrenze particolari: la festa della mamma, quella della donna, San Valentino e il giorno dei defunti, che rappresentano più del 50% degli acquisti annui di fiori. In questo 2022 giro d’affari della festa degli innamorati si attesta per Cia sugli 80 milioni di euro -in linea con il 2021- con la vendita di circa 30 milioni di fiori.

La crisi del sistema internazionale dei trasporti durante la pandemia ha, dunque, diminuito l’import estero delle rose, che vengono al 90% da Equador (le Freedom e Explorer), Colombia, Kenya (la famosa Red Naomi), Etiopia e Zimbabwe, dove il basso costo della manodopera e il clima caldo, che non necessita serre riscaldate, non rendono più competitiva da molto tempo la produzione europea di questo fiore, ben prima dell’attuale emergenza energetica. La poca produzione italiana, non riscaldata in serra, deve aspettare la bella stagione e non è pronta per la commercializzazione del 14 febbraio.  

Se il rincaro del fiore simbolo di San Valentino è, quindi, effetto della scarsità di prodotto sul mercato, i floricoltori italiani non ne traggono grande vantaggio andando, sostanzialmente, in pareggio. La stima di una maggiore vendita di fiori italiani (+20%) dovrà, infatti, compensare i rincari dell’energia elettrica che -contrariamente a quanto sostenuto in questi giorni- non hanno a che vedere col riscaldamento delle serre. La maggior parte del prodotto floricolo italiani nei distretti toscani, campani e del ponente ligure coltiva, infatti, in campo aperto oppure in serra fredda. In queste realtà, il prezzo maggiorato di gas e gasolio (quello agricolo è passato da uno a 1,20 euro e si prevede che salga ancora di 10-15 centesimi) incidono piuttosto sulle irrigazioni di soccorso per fiori, che necessitano di essere preservati dalla prolungata siccità che ha contraddistinto questo inverno; oppure si abbattono su interventi ordinari e necessari come le per l’alimentazione delle celle di conservazione e le lampade per l’infiorescenza. Cia ricorda, inoltre, l’aumento del 30% di alcune materie prime indispensabili al settore florovivaistico, come il terriccio, gli antiparassitari o gli imballaggi. Il prezzo della plastica è aumentato del 18%, stessa percentuale di incremento anche per il legno, i listini delle torbe sono cresciuti del 10%, quelli dei prodotti fitosanitari del 10%.

In Italia il florovivaismo rappresenta il 5% della produzione agricola e conta 27 mila aziende e 100 mila addetti, di cui 20mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto intero vale 2,5 miliardi di euro, con cinque Regioni che intercettano l’80% della produzione nazionale: la Liguria, che copre il 31% del totale, la Campania con il 16%, la Toscana con il 13%, la Puglia con l’11% e la Sicilia con il 10%.

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1 In Evidenza - 11 feb 2022

Fauna selvatica: Cia, a trent’anni da Legge tutela si chiede riforma radicale

 A trent’anni dalla Legge 157/92 sulla fauna selvatica, il Paese è invaso da quasi 2 milioni di cinghiali e, ora, anche in allerta per il diffondersi della peste suina africana, dopo i casi in Liguria e Piemonte, tema tra l’altro, oggi, all’odg del Consiglio dei Ministri. Una riforma radicale della norma è quanto più urgente, ripartendo con il Mipaaf dal suo stato di attuazione, fermo al 2007. Così Cia-Agricoltori Italiani intervenendo, a Firenze, nell’ambito dell’evento Arci Caccia in occasione dell’anniversario e per stringere il cerchio sui luci, ombre e prospettive di un’emergenza ingombrante. 

“Si torni in Parlamento per fare il punto sulla Legge 157/92, insufficiente a regolare un fenomeno ormai fuori controllo -ha detto all’incontro il vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio-. Istituzioni, politica, organizzazioni di categoria e attori sociali, tornino seriamente a confrontarsi per modificare e aggiornare un testo ormai estremamente superato e che mai ha avuto piena attuazione”.

Cia-Agricoltori Italiani, infatti, è da tempo che chiede di rivedere le regole di gestione della fauna selvatica e con il progetto “Il Paese che Vogliamo” del 2019 è arrivata anche a presentare al Governo la sua proposta di revisione della legge. Tra i punti chiave, come ricordato nei giorni scorsi per via dell’allerta PSA, l’attivazione di una campagna di controllo e riduzione del numero dei cinghiali, principali vettori, con figure qualificate e strumenti innovativi. 

Quello che Cia sostiene e che il vicepresidente Di Zio ha ribadito alla platea di Arci Caccia, è la necessità di agire in modo razionale nella gestione della biodiversità, con un riequilibrio del rapporto fra uomini e ungulati. Ridurre la densità dei cinghiali con un prelievo selettivo, affidato a figure come il coadiutore e con l’utilizzo, per esempio, di visori notturni.

A rischio, nel caso specifico della peste suina, interi allevamenti di suini, eccellenza del Made in Italy, e più in generale, con l’aumento del numero dei cinghiali in circolazione, la tenuta di migliaia di imprese agricole. Senza dimenticare il tema della sicurezza pubblica con oltre 10 mila incidenti l’anno, provocati da cinghiali e animali selvatici.
“L’impegno deve essere nazionale, oltre che regionale -ha aggiunto Di Zio-. Tanti sforzi sono stati fatti, in questi anni, dalle amministrazioni territoriali per arginare il problema, per adeguare le misure di controllo, ma non può bastare. Serve una cabina di regia unica ed efficace, interventi più incisivi. Un approccio finalmente pragmatico che, adesso più che mai -ha concluso Di Zio- deve essere in grado di rispondere anche agli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale”. 

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